DEFINIZIONI: DISINFESTAZIONE: Distruzione di macroparassiti-vettori

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2 DEFINIZIONI: DISINFESTAZIONE: Distruzione di macroparassiti-vettori

3 Norma U.N.I. EN 556 Sterilizzazione dei dispositivi medici il livello di assicurazione di sterilità (SAL: Sterility Assurance Level ) deve corrispondere alla probabilità teorica inferiore o uguale a 1 su 1 milione (SAL 10-6) di trovare un microrganismo sopravvivente all'interno di un lotto di sterilizzazione

4 DEFINIZIONI: DISINFEZIONE: misura profilattica di un processo chimico/fisico che diminuisce (uccisione, inattivazione od allontanamento/diluizione) il livello di contaminazione microbica patogena in fase vegetativa Es. dal lavaggio delle mani (anche con acqua e sapone per allontanare lo sporco/microrganismi), uso di sostanze che alterano i costituenti vitali dei microrganismi) STERILIZZAZIONE: distruzione irreversibile di qualsiasi forma di vita microbica presente in un determinato ambiente/materiale (spore comprese) Es. flambatura del vetro/oggetti metallici

5 DEFINIZIONI: ASEPSI: procedure atte a prevenire l accesso di microorganismi su un substrato sterile per natura o artificialmente Es. imbustamento di materiale che è stato sterilizzato ANTISEPSI: è una pratica che ha lo scopo di impedire o almeno rallentare la moltiplicazione di microrganismi presenti in un determinato substrato. Ciò per neutralizzare la carica microbica Es. uso gel alcolici per lavaggio mani

6 DEFINIZIONI: SANIFICAZIONE: Pulizia+disinfezione Es. pulizia di un piano dove oltre alla rimozione dello sporco si elimina la flora microbica presente DECONTAMINAZIONE: Mira a rimuovere qualunque tipo di contaminazione: biologica, chimica, fisica Es. rimozione di sostanze radiattive/ tossiche etc DETERGENTE: quella sostanza che diminuisce la tensione superficiale tra lo sporco e la superficie da pulire favorendo dunque l asportazione. Es. Sapone

7 RESISTENZA DEI VARI MICRORGANISMI (in ordine crescente) Miceti HBV Spore Salmonelle Stafilococchi VZV B.Koch HIV Treponema Vibrioni Streptococchi Gonococchi

8 INATTIVAZIONE DEI MICROORGANISMI SPONTANEA (naturale) Esposizione alla luce solare (raggi ultravioletti, essiccamento) Concorrenza vitale Batteriofagia Diluizione Sedimentazione Congelamento

9 MEZZI DI STERILIZZAZIONE FISICI calore, raggi ultravioletti, raggi gamma (radiazioni) CHIMICI Ossido di etilene Aldeide Glutarica (3h ed immersione del materiale) (altri composti non garantiscono l eliminazione delle spore, e possono alterare il materiale con cui vengono in contatto)

10 CALORE Secco Incenerimento (flambaggio) Aria calda (armadietti a doppia parete) (stufa a secco). Umido Acqua bollente Vapore fluente sotto pressione

11 ARIA CALDA (calore a secco): Calore Secco: ad aria calda (stufe a secco) ad aria naturale (omogeneizzazione della temperatura nella camera avviene per convenzione); Si usa per materiali in vetro e metalli (che non si denaturano) quando non si può utilizzare l autoclave (vetreria di laboratorio, taglienti) Il calore secco ha una capacità di penetrazione scarsa è necessario raggiungere elevate temperature per sterilizzare. Si usano armadietti a doppie pareti dove si possono raggiungere i 200 C. Sterilizzazione a 180 C per 30 min o 160C per 60 min. L aria è riscaldata con resistenze elettriche, circola nella camera di sterilizzazione ed investe gli oggetti.

12 AUTOCLAVE è il sistema più usato per materiale termoresistente; attua la distruzione di forme viventi (spore comprese) in tempi brevi I microrganismi sono particolarmente sensibili al calore quando sono in ambiente umido perchè: le proteine sono più instabili; Il vapore saturo che si ottiene ha una maggiore conducibilità termica e di penetrazione rispetto all aria; il vapore quando si condensa sulle superfici cede istantaneamente il calore (motivo per il quale cambia anche il proprio stato fisico da gassoso a liquido)

13 AUTOCLAVE:

14 AUTOCLAVE PER LETTI:

15 FUNZIONAMENTO AUTOCLAVE L acqua sul fondo è scaldata da resistenze elettriche vapore ^pressione fuoriesce aria il vapore diventa saturo. Il vapore passa nella zona sovrastante che contiene il materiale da sterilizzare. 121C per 15/20min. a 1.1 bar o 134C per 7 min a 2.1 bar. (a secondo della quantità). La permanenza in autoclave degli oggetti varia in base alla loro composizione; è importante il raggiungimento della temperatura anche nelle loro zone più interne.

16 AUTOCLAVE Vantaggi rapidità di penetrazione del vapore nei materiali distruzione dei microrganismi (vegetativi e spore) in breve tempo facile controllo di efficacia del processo atossicità economicità Svantaggi degradazione del materiale plastico corrosione del materiale metallico

17 CONTROLLI DI STERILITA Valutano l efficacia della sterilizzazione con indicatori di: PROCESSO (raggiungimento di una certo valore) (P) ESITO (indicano l avvenuta sterilizzazione) (E) Controlli fisici (con la strumentazione fissa): registratori: riportano su appositi diagrammi i valori di temperatura e pressione (P) avvisatori elettrici: sono costituiti da termometri a contatto i quali alla temperatura stabilita chiudono automaticamente un circuito elettrico (P) resine: si sciolgono a certe temperature (E) Controlli chimici Sostanza chimica applicato ad un supporto (normalmente una striscia di carta) il cui principio di funzionamento si basa sul viraggio di colore (E) Controlli biologici si usano spore di microrganismi resistenti al calore e si guarda se muoiono (E)

18 CONTROLLI DI STERILIZZAZIONE Etichette Dry Controllo stufe a secco esposizione a C viraggio di colore. Controllo autoclavi dopo esposizione a 121 C per 15 : infetto sterile. Nastro High - Temp E costituito da fibre resistenti al calore con uno speciale silicone adesivo. Il termine sterile compare dopo aver raggiunto temperature tra 150 e 235 C. Strisce Timecard Ogni striscia presenta 4 settori impregnati di un composto che vira di colore man mano che aumentano i tempi di esposizione in autoclave. Strisce Strip Anche per il controllo della sterilizzazione con ossido di etilene.

19 RESISTENZA AL CALORE Microrganismo Rapporto tempo/temperatura a ph 6,8 e aw 0,98 t Tempo Microrganismi in grado di sopravvivere Muffe e lieviti 65 C 30 Byssoclamis, Penicillium aspergillus, Streptococcus faecalis, Corynebacterium Batteri non sporigeni 80 C 15-1 spore dal gruppo 1 al gruppo 4 1. BASSA 90 C 10 Clostridium botulinum, Bacillus sp., spore dei gruppi MEDIA 100 C 120 C 30 3 Clostridium botulinum a e b, alcuni Bacillus, spore dei gruppi 3 e4 3. ALTA 115 C 4 Clostridium nigrificans, Clostridium thermosaccarolityvum 4. MOLTO ALTA 120 C 45 Clostridium thermosaccarolityvum

20 OSSIDO DI ETILENE (C2H4O) denatura le proteine di membrana cellulari battericida anche su spore (8-12 ore a 50C ) O instabile CH2-CH2 attacca gruppi COOH, NH2, SH2, OH blocco delle attività enzimatiche ( mg/l x 3-6h 50-60C ). alta capacità di penetrabilità ed assorbimento, per cui, essendo tossico, oggetti sterilizzati non devono essere adoperati per 48h. gas da manipolare con molte precauzioni: con l aria forma una miscela esplosiva sulle mucose crea irritazione.

21 OSSIDO DI ETILENE (C2H4O) denatura le proteine di membrana cellulari battericida anche su spore (8-12 ore a 50C ) O instabile CH2-CH2 attacca gruppi COOH, NH2, SH2, OH blocco delle attività enzimatiche ( mg/l x 3-6h 50-60C ). alta capacità di penetrabilità ed assorbimento, per cui, essendo tossico, oggetti sterilizzati non devono essere adoperati per 48h. gas da manipolare con molte precauzioni: con l aria forma una miscela esplosiva sulle mucose crea irritazione.

22 STERILIZZATRICI A OSSIDO DI ETILENE

23 IRRAGGIAMENTO

24 IRRAGGIAMENTO RAGGI INFRAROSSI: UV-C (onde corte) 254nm Alta capacità di penetrazione Tempi relativamente brevi RAGGI ULTRAVIOLETTI: A 2500Å maggior attività microbicida Agiscono danneggiando il DNA Scarsa capacità di penetrazione (uso superfici ed aria) RAGGI GAMMA: Radiazioni ionizzanti Tempi molto lunghi Alta capacità di penetrazione Per materiale a perdere ELETTRONI ACCELERATI: Non radioattivi A temperatura ambiente Anche per alimenti e per prodotti termosensibili

25 GLUTARALDEIDE Usata per presidi medici termosensibili (endoscopi) con tempi relativamente brevi (circa 10h) La sua capacità germicida, sporicida, fungicoda e antivirale aumenta con la temperatura La sua tossicità richiede il risciacquo dello strumentario con H2O distillata e sterile

26 STERILIZZATORE A SFERE DI QUARZO Struttura esterna e isolante in fibro-ceramiche in modo da evitare dispersione di calore tra un ciclo e l altro e trasmissione di calore all esterno Sterilizza solo la parte di strumento metallico introdotta tra le sfere nel cilindro di sterilizzazione (in acciaio inox) Temperatura 240 tempi di sterilizzazione: strumenti chirurgici 10, specchietti 2

27 STERILIZZAZIONE A GAS PLASMA Sterilizza mediante vari gas (O, N, He ma per lo più H2O2), portati in fase di gas plasma, cioè una nube di elettroni, ioni, radicali liberi, molecole dissociate con generazione di una radiazione ionizzante, prevalentemente UV. Il ciclo dura75 a 45 C, in ambiente secco Adatto per strumentario sensibile al calore e/o all umidità (come carta) Non lascia residui e non dà problemi di tossicità per gli addetti

28 RESISTENZA DEI VIRUS EPATITICI Virus Sensibilità Resistenza Virus A (epatite infettiva) Virus B (epatite da siero) ENTEROVIRUS Ebolizzione x 30 Cloro ppm x 30 gg a 37 C Formalina 1:40000 Calore secco (180 C x 60 ) Autoclave HEPADNA VIRUS Ebolizzione x 120 Calore secco (160 C x 60 ) Autoclave Glutaraldeide 2% Alcool isopropilico 70% Alcool etilico 80% x 2 Cloro 500 ppm x 10 Etere 20% x 60 A 60 C x C x 30 gg C x anni C x 2 mesi - 20 C x 15 anni Virus C (epatite non A non B per via parenterale) RNA con peplo FLAVI o TOGA Non noto Non noto Virus D (epatite delta) RNA inapsidato nel capside HBV Simile ad HBV Simile ad HBV Virus E (epatite non B per via orofecale) RNA senza peplo CALICIVIRUS Non noto Non noto

29 CONSERVAZIONE DEL MATERIALE STERILIZZATO Sulla confezione del materiale sterilizzato devono essere registrate: Data di confezionamento Modalità di sterilizzazione impiegata Data dell avvenuta sterilizzazione Sigla di identificazione dell operatore che ha effettuato la sterilizzazione Indicazione del contenuto della confezione

30 DISINFEZIONE Distruzione solo dei patogeni Varia in base all agente che si deve eliminare Gonococchi Meningococchi Resistenza ad agenti fisici e chimici Bacillo tubercolare e spore Alcuni virus (HBV) sono più resistenti dei batteri.

31 TIPI DI DISINFEZIONE Continua (in sorgenti di infezioni) Finale (al termine di una malattia) Occasionale (caso malattia infettiva in locali al pubblico) Perodica (locali dove si presume possano verificarsi infezioni) Obbligatoria

32 FATTORE DI INATTIVAZIONE Rappresenta il grado di riduzione di una popolazione microbica Popolazione microbica iniziale F = Popolazione microbica finale

33 CLASSIFICAZIONE DEI DISINFETTANTI FISICI Calore (essiccamento, temperatura) Freddo Ultrasuoni (onde ad elevat.freq Hz) Radiazioni (ultravioletto) Filtrazione CHIMICI Inorganici Acidi e Alcali Sali metalli pesanti (HgCl2) Ossidanti (O3, H2O2) Alogeni (Ipocloriti, Iodio, Iodofori) Organici Alcooli Aldeidi (Formaldeide, Glutaraldeide) Fenolo e derivati Essenze Derivati guanidimici (clorexidina)

34 Fattori che influenzano l azione dei disinfettanti chimici [ ] ph Carica microbica Specie microbica

35 REQUISISTI FONDAMENTALI DI UN DISINFETTANTE Non alterare il substrato dove viene impiegato Non essere particolarmente tossico/irritante Essere efficace : Agire rapidamente Avere un ampio spettro d azione Mantenere stabile nel tempo il potere disinfettante La sua azione non deve essere ridotta da sostanze presenti nel substrato Essere economico Non avere colorazioni

36 REQUISITI COMPLEMENTARI DI UN DISINFETTANTE Avere elevato potere di penetrazione Non ostacolare i processi di cicatrizzazione e di fagocitosi Non irritare i tessuti e non indurre sensibilizzazioni Essere miscelabile con tutti i liquidi (acqua potabile, acqua deionizzata e distillata, alcool, acetone, ecc.) senza precipitare o subire effetti di chelazione o inibizione.

37 DISINFETTANTI CON DIVERSI LIVELLI DI AZIONE: Alto: Glutaraldeide H2O2 Ac.Paracetico Intermedio: Alcoli Cloro Iodoformi

38 DISINFETTANTI CON DIVERSI LIVELLI DI AZIONE: Alto: distruggono tutti i microrganismi ad eccezione delle spore batteriche: Glutaraldeide al 2%: se contatto 10 ore ha effetto sporicida Perossido di idrogeno al 6%: per decontaminare pezzi chirurgici (no rame, zinco e alluminio) Ac. Paracetico Intermedio: non sono capaci di uccidere le spore (sì M. tubercolosis ed i miceti) Alcoli (etilico ed isopropilico) per le superfici esterne Composti di base del Cloro: 30 min. Iodoformi: con antisettici e disinfettanti

39 STOVIGLIE E POSATE TERMOMETRI Lavastoviglie (almeno 80 C per almeno 3 ) Ebollizione Lavaggio e immersione in ipocloriti Alcool etilico al 70% Alcool isopropilico al 50% Clorexidina, iodofori MANI Glutaraldeide Alcool etilico al 70% Alcool isopropilico al 50% Clorexidina, iodofori Ammonici quaternari

40 MATERASSI E CUSCINI Ossido di etilene per 13 h a T ambiente Autoclave a formaldeide a 70 C per 1 h SCIARPE, GUANTI, PELLICCE, LIBRI GIOCATTOLI Formaldeide gassosa a 20 C per 6 h Ossido di etilene per 12 h a T ambiente Ipocloriti, cresolo saponato Formaldeide, ossido di etilene ESCREATI, FECI, URINE, PADELLE Cresolo saponato Latte di calce Ipocloriti

41 POZZI NERI Latte di calce VASCHE DA BAGNO, LAVABI, SEDILI DI LATRINE Clorexidina Iodofori Ipocloriti AMBIENTI CONFINATI Formaldeide gassosa a 20 C per 6 h PARETI E PAVIMENTI Ammonici quaternari Cresolo saponato Iodofori Ipocloriti Idrati di sodio (se rustici)

42 MOBILI E INFISSI ABITI E BIANCHERIE : - COTONE Alcool etilico al 70% Clorexidina Ammonici quaternari Ipocloriti Lavatrice: 40 C-50 C per C per 15 o 100 C per 10 - NYLON, LANA Cresolo saponato Formalina, lisoformio Formaldeide Ossido di etilene

43 ACIDI A basse concentrazioni poco utili Ad alte concentrazioni alterano i materiali nei quali sono impiegati Ac. SOLFORICO (disinfezione delle carogne) Ac. CLORIDRICO: (disinfezioni pelle carbonchiose) Entrambi sono oggi poco utilizzati

44 ALCALI Idrato di Calcio: Ca(OH)2 Disinfezione di feci ed urine e pozzi neri rurali Idrato di Sodio : NaOH Disinfezionedi feci, urine, liquami ed anche per pavimenti e pareti Carbonato di Sodio :Na2CO3 Per aumentare il potere disinfettante dell acqua bollente

45 ALOGENI: Cloro Utilizzato per la potabilizzazione dell acqua con la quale forma: Ac. Cloridrico (HCl) e Ac. Ipocloroso (HClO). HClO ha azione microbicida vs G+, G-, molti virus: Cl Ossidazione dei gruppi SH. Cl Inibizione di alcune reazioni enzimatiche Denaturazione delle proteine Inattivazione degli ac. Nucleici H O Ipocloriti sono composti derivati del Cloro: H Ipoclorito di Sodio (NaClO), liquido, a livello domestico per disinfettare stoviglie. (costituenti della varechine) Ipoclorito di Calcio, in polvere, per disinfettare i servizi sanitari liquido di Dakin Cloramina (disinfezione delle stoviglie), Steridrolo, Amuchina

46 ALOGENI: Iodio Lo Iodio ha azione direttamente nella sua forma molecolare Ossidazione per le proteine: formazione di ponti di-sulfidrilici inattivi Combinazione: ione metallico sottrae SH liberi Usato in soluzione alcolica: Tintura di iodio (citotossica, inadatta per la disinfezione delle mucose e delle ferite.) con potassio (liquido di Lugol). Iodofori: composti di iodio coniugato con detergenti sintetici non ionici per disinfettare (polivinilpirovidone, poliossietanolo) Betadine per: Disinfezione cute Disinfezione strumenti chirurgici

47 SALI DI METALLI PESANTI Cloruro mercurico : HgCl2 Battericida contro tutti i germi patogeni (C. Tubercolare compreso e spore). VANTAGGI: Disinfezioni mani, biancheria, pavimenti, pareti SVANTAGGI: Tossico, metalli si rovinano, alla luce il potere battericida si attenua

48 OSSIDANTI Ozono: O3 Disinfezione di acqua per uso potabile Perossido di Idrogeno: H2O2 Disinfezione lenti a contatto, delle ferite, perché non citotossico e crea condizioni sfavorevoli per il Clostridium tetani

49 ALCOLI Alcol Etilico: (etanolo) (95-90% Alcol) Alcol Isopropilico (isopropanolo) Possono essere associati con altri disinfettanti (Cl, Mg, I, Formaldeide, Sali di Ammonio quaternario) hanno effetto battericida sulle cellule in forma vegetativa (se applicati per tempi lunghi) ma non hanno attività sporicida. Danneggiano membrana citoplasmatica: Coagulazione proteine Solubilizzazione lipidi Per disinfettare cute, termometri.

50 ALDEIDI La Formaldeide: (HCHO) inattiva microbi e spore (ha bisogno di tempi lunghi e temperatura circa di 40 C ). L aggiunta di vapor acqueo aumenta il potere di penetrazione. Si trova: Polimeri (no battericidi, se riscaldati depolimerizzano e liberano formaldeide) Soluzione acquosa (formalina/formolo) Soluzioni sapononse (sapoformoli) (lisoformio) alchilano i gruppi proteici aminici e sulfidrilici delle proteine dell anello azotato delle basi puriniche Viene usata per la disinfezione finale degli ambienti ed oggetti delicati. La Glutaraldeide: (CHO-CH2- CH2-CHO), sporicida anche a temperatura ambiente. (15 : disinfettante, 3h: sterilizzanti) La glutaraldeide ha proprietà simili a quelle della formaldeide: Irritante Volatile Usata in soluzione acquosa per disinfezione di strumenti medici poiché non ne altera la struttura. Agisce alchilando gruppi aminici, carbossilici, idrossilici, sulfidrilici delle proteine. Può essere adoperata in presenza di sostanze organiche

51 FENOLI Il Fenolo (C6H5OH): fu il primo disinfettante introdotto da Lister nella pratica chirurgica. Esso è assunto come termine di paragone per valutare l attività antibatterica dei disinfettanti chimici (coefficiente fenolico). Si ottiene per distillazione del catrame di carbon fossile assieme ad altri prodotti in passato usati per la disinfezione. Derivato del Benzolo (C6H6) per sostituzione di 1 OH. Oggi il Fenolo grezzo è poco usato. Ancora usati sono i fenoli alogenati come l esaclorofene. Mantiene la sua azione antimicrobica anche in presenza di spore. Ha azione antibatterica a livello delle membrane cellulari: coagulazione delle proteine, inattivazione enzimatica, denaturazione proteica Cresolo grezzo (lisolo) Creoline e sapocresoli Acidi cresilici: xilenoli, sudolo Miscela di Laplace Difenoli: diclorofene, esaclorofene OH

52 SAPONI Sono mescolanze di acidi oleico, palmitico, stearico Diminuiscono la tensione superficiale e per questo hanno una azione detersiva sgrassante. (formaldeidi e fenoli) (allontanamento meccanico) Se si aggiungono sostanze disinfettanti oltre all azione detersiva e sgrassante del sapone si aggiunge quella antibatterica. Saponi duri: acidi oleico, palmitico e stearico + idrato sodico Inorganici: acidi oleico, palmitico e stearico + idrato di potassio

53 COMPOSTI TENSIOATTIVI I R Diminuiscono la tensione superficiale. Hanno un gruppo IDROFOBO (R) ed uno IDROFILO (I) Composti non ionici: non hanno gruppi ionizzabili (scarso potere disinfettante, alto potere schiumogeno e detersivo) Composti Anionici: R-(SO3) - (saponi comuni, scarso potere battericida) Composti Cationici: R-(N-R1-R2-R3) + R=14-16 atomi carbonio potere battericida: inattiva enzimi delle reazioni energetiche della cellula, denatura proteine, distrugge membrana cellulare G+, G-. non tossici, non irritanti, inodori, insapori. Disinfezione cute, stoviglie La loro attività diminuisce in ambiente acido. Le superfici trattate con soluzioni di composti quaternari sono ricoperte da uno strato di molecole disinfettanti.

54 CLOREXIDINA Buon disinfettante attivo su G+ e G- ma non sulle spore Agisce sulla membrana plasmatica inattivandone le funzioni La sua azione non è diminuita dalla presenza di proteine Disinfezione cute e mucose

55 ESSENZE Di agrumi, pino, timo, lavanda Usati in associazione con i composti dell ammonio quaternario a cui potenziano l azione Sono dotate di azione disinfettante e sono usate in soluzioni alcoliche e saponose

56 Disinfettanti per la cute e le mucose COMPOSIZIONE Acido tannico 1% in alcool etilico a 70 C Alcool etilico, Etanolo Acqua ossigenata (perossido di Idrogeno) Cloro elettrolitico (Amuchina), contenuto in cloro attivo: 1,1% Betadine chirurgico (Jodopovidone 7,5%) Betadine pomata (Jodopovidone 10%) Betadine soluzione (Jodopovidone 10%) Desogen (Tolitrimonio solfato al 10% in acqua) Hibiscrub (Clorexidina al 4%) Hibitane 5% (Clorexidina al 5%) IMPIEGHI Prevenzione delle piaghe da decubito, per la sua azione antisettica e astringente. Antibatterico per cute e ferite. Preferibilmente associato ad altri principi attivi. Antibatterico, per cute e ferite in soluzione acquosa al 3,6% (12 volumi), mentre per mucose viene diluita al 0,3-1%. Attiva contro batteri, miceti, virus, alcuni protozoi. In diluizioni variabili da 0,5% a 20% usata per aerosoli ambientali; disinfezione verdure e nel trattamento di cute, ferite e mucose. Contro batteri, miceti (Candida), protozoi (Trichomonas). Per le mani del personale nelle sale operatorie e il trattamento pre-operatorio del paziente. Nelle ferite, abrasioni e prevenzione infezioni nelle scottature di minore entità. Antisettico germicida. Su piccole ferite ed ustioni; per la colorazione del campo operatorio. Contro batteri e miceti. In concentrazioni da 0.5% a 1% per disinfezione delle mani, lavaggi ed irrigazioni vaginali; nelle affezioni cutanee, ferite e piaghe; bocca e denti. Antibatterico. Disinfezione mani prima di interventi chirurgici; pulizia e disinfezione mani del personale di corsia. Antibatterico. Diluito all 1% in acqua per antisepsi generale; disinfezione mani e preparazione preoperatoria della cute: diluizione 1:10 in alcool etilico 70%.

57 ANTISEPSI Inattivazione di microrganismi su pelle, mucose, tessuti Tradizionale: lavaggio con sapone + sfregamento delle mani. Usare antisettico su mani lavate per allontanare ulteriormente batteri resistenti Nelle ferite: togliere terriccio e sporco, usare antisettici è controproducente perché molti hanno azione istolesiva che ritarda la cicatrizzazione. Eventualmente usare clorexidina che è priva di azione irritante e non del tutto inibita dalle sostanze organiche (sangue, siero, pus)

58 Concetto di STERILIZZAZIONE ASEPSI ANTISEPSI DISINFEZIONE Identici principi attivi ma concentrazione e tempo di azione diversi

59 DISINFESTAZIONE Anidride solforosa (SO2) Ac. Cianidrico (HCN) Bromuro di metile (in agricoltura per disinfestazione e disinfezione) Insetticidi: piretrine, composti clorurati organici, composti organofosforici, carbammati Gli insetticidi se: mescolati con H2O e depositati su suolo hanno azione dopo contatto immessi nell aria la loro azione si esplica finchè i composti sono in sospensione

60 PIRETRINE: Rapido effetto Eliminano insetti presenti al momento dell applicazione Prive di tossicità per l uomo

61 COMPOSTI CLORURATI ORGANICI Dicloro-difenil-tricloroetano (DDT) Azione per contatto od ingestione, ha azione residua. Si concentra nel tessuto adiposo dove rimane a vita. Oggi non usato perché: Gli insetti hanno sviluppato mutazioni che li ha resi resistenti Si accumulano nell adipe e si immettono nella catena alimentare In ambito sanitario è usato per le pediculosi

62 COMPOSTI FOSFORATI ORGANICI Azione per contatto od ingestione, ma azione residua di breve durata. Determinano accumulo di acetilcolina a seguito dell inibizione della colinesterasi Tossici per uomo

63 CARBAMMATI Dall acido carbammico: alcuni hanno attività insetticida e sono poco tossici per questo si usano anche in ambito domestico

64 RODENTICIDI Derivati cumarinici (warfarin, cumarolo) inibiscono la produzione di protrombina a livello epatico La morte sopravviene per emorragie interne dopo diversi giorni (il ratto cerca acqua e esce all aperto)

65 CANNONE A IONI Utilizzabile in agricoltura, per: bonifica dei terreni eliminazione dei parassiti Le caratteristiche penetrative, sterilizzanti veicolanti degli anioni si prestano per eliminare ed annichilire le larve e le uova, bloccando il ciclo riproduttivo

66 DECONTAMINAZIONE Definizione: Rimozione dei contaminanti chimici, biologici e radioattivi su persone, oggetti e ambienti. Metodi utilizzati: Trattamento termico Ionizzazione Cu/Ag Radiazione UV Iperclorazione Filtrazione Combinazione tra i precedenti metodi

67 Decontaminazione degli ambienti ed eliminazione dei rifiuti l ambiente di lavoro deve essere conservato pulito e decontaminato le superfici di lavoro, gli arredi e le attrezzature devono essere regolarmente e opportunamente decontaminati i rifiuti devono essere suddivisi ed eliminati in base alla tipologia

68 Decontaminazione radioattiva Allontanamento del materiale radioattivo dalle zone di deposito: Decontaminazione esterna: acqua saponata+soluzioni detergenti(permanganato di potassio) Decontaminazione interna: più efficace se effettuata nelle prime fasi del ciclo metabolico (assorbimento e trasporto)

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