SCHEMA DEL "RAPPORTO TECNICO SUGLI STATI D'AVANZAMENTO INTERMEDI"

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1 SCHEMA DEL "RAPPORTO TECNICO SUGLI STATI D'AVANZAMENTO INTERMEDI" Le Società: TECNOALIMENTI S.C.P.A ENEA - ENTE PER LE NUOVE TECNOLOGIE, L`ENERGIA E L`AMBIENTE ENGINEERING INGEGNERIA INFORMATICA S.P.A. SAPIO PRODUZIONE IDROGENO OSSIGENO S.R.L. UNIVERSITA` DEGLI STUDI DI FOGGIA CENTRO DI RICERCA INTERDIPARTIMENTALE BIOAGROMED ENGINEERING.IT S.P.A. ENCO S.R.L ICIMENDUE S.R.L. ORTOREALE S.R.L. Titolo del progetto: INTEGRAZIONE DI NUOVE TECNOLOGIE E SISTEMI PER CARATTERIZZARE LA TIPICITÀ DI PRODUZIONI NAZIONALI ALIMENTARI SUI MERCATI GLOBALI FOODSYS Pratica MIUR n. DM28953 Pratica BANCA n. Stato di avanzamento dal 1 ottobre 2007 Al 31 marzo NOTIZIE SULL'ANDAMENTO DEL PROGETTO 1.1 Obiettivi realizzativi stato d'avanzamento dei singoli obiettivi realizzativi preventivati in capitolato tecnico 1 OB 1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni agroalimentari per la valorizzazione dei parametri di tipicità Nell'ambito delle attività di progetto sono proseguite le attività di ricerca finalizzate allo studio dei diversi aspetti di instabilità e variabilità, sia a monte (caratterizzazione prodotti primari) sia a valle della filiera produttiva (caratterizzazione prodotti finiti). Le attività di caratterizzazione sono state articolate con due differenti ambiti, al fine di caratterizzare le variabili endogene (variabili genetiche) ed esogene (variabili di ambiente e di produzione). E stata inoltre realizzato lo studio finalizzato a definire l'approccio statistico più conveniente (ovvero più "robusto") per la realizzazione delle griglie di indici previste nel progetto. In particolare, la ricerca si è indirizzata verso due direttrici fondamentali: l'approccio del disegno degli esperimenti e l'analisi statistica multivariata. W - 1

2 Ob 2 Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali In questa fase sono stati caratterizzati una serie di film polimerici da destinare al confezionamento di semilavorati vegetali tagliati. Su questi film sono stati misurati i valori di permeabilità all acqua e ai gas mediante l utilizzo di appositi permeabilimetri, un Lissy (L ) per la permeabilità al vapor acqueo, un OX-Tran (2/21) per la permeabilità all ossigeno e un Permatran-C (4/41) per la permeabilità all anidride carbonica. Le misure all acqua sono state condotte a 23 C e 85% di umidità relativa mentre quelle ai gas a 23 C e 90% di umidità relativa. Ob 3 - Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto tipico agroalimentare Durante il periodo trascorso l attività è stata focalizzata: alla definizione dettagliata degli interventi in grado di portare ad un riduzione dei costi: ottimizzazione unificata della produzione e della logistica; alla definizione di una metodologia per la realizzazione di un piano strategico di catena. Sono inoltre state delineate le macro-attività di un sistema di gestione che possa porsi come una risposta alle attuali esigenze di base delle catene del comportano agro-alimentare al fine di elevare le caratteristiche di qualità e peculiarità delle produttività tipiche nazionali. Si è quindi implementata la linea d intervento legata alla definizione di una contrattualistica innovativa per supportare i rapporti di integrazione verticale lungo la Supply Chain favorendo l allineamento ed il mantenimento delle caratteristiche di qualità del prodotto finale. Il lavoro svolto ha consentito di analizzare lo stato dell arte e di sviluppare i primi elementi di know-how in ambito SCOR (Supply-Chain Operations Reference-model), cioè una conoscenza di base del modello di processo di riferimento che è stato sviluppato ed approvato dal Supply-Chain Council come strumento diagnostico standard trasversale alle aziende per la gestione della supply chain. Inoltre è stato analizzato lo stato dell arte delle soluzioni per l'orchestrazione e la dinamicità dei processi di business aziendali e delle catene di valore, sia dal punto di vista degli esperti del business, astraendosi dai dettagli implementativi, sia dal punto di vista delle specifiche tecnologie messe a disposizione dal mondo dell'information Technology. Infine, è stata avviata la progettazione delle applicazioni software da realizzare a supporto della pianificazione del Total Quality della supply-chain. Lo SCOR consente agli utilizzatori di affrontare, migliorare e comunicare le pratiche di gestione della supply chain all'interno di tutte le parti interessate e fra di esse. Esso definisce alcuni processi comuni, evidenzia come valutarli, come creare degli indicatori di benchmarking, come individuare le informazioni per una corretta software selection. Lo SCOR è chiamato anche Process Reference Model e rappresenta uno strumento manageriale di conduzione delle imprese coerente con l approccio per processi. Esso fornisce indicazioni su come implementare, lungo tutta la filiera produttiva, analisi e strumenti standard che rendono più semplice e immediata la comparazione delle prestazioni reali dei processi produttivi Lo SCOR integra al suo interno tre punti di vista differenti quali: il Business Process W - 2

3 Reengineering, il Benchmarking e l Analisi delle Best Practice applicandoli trasversalmente a tutta la filiera. Una seconda parte del lavoro svolto è stata dedicata all'analisi dei linguaggi di modellazione dei processi aziendali che permettono la rappresentazione grafica dei processi di business. In questo ambito una prima fase di studio è stata dedicata alla Business Process Modeling Notation (BPMN), la notazione standard OMG (Object Management Group) per la rappresentazione dei processi aziendali, mentre una fase successiva ha riguardato lo studio dei linguaggi di gestione di workflow e di composizione dei servizi web. Sono stati analizzati i due principali approcci proposti in letteratura relativamente al coordinamento dei servizi in rete, orchestrazione e coreografia, e sono state evidenziate le principali differenze rispetto al punto di vista da cui si vede il processo. Nel caso dell'orchestrazione il punto di vista è quello di una delle parti che costituiscono il processo, in particolar modo della parte che ne gestisce il controllo, mentre nel caso della coreografia il punto di vista è quello generale di cooperazione tra i vari servizi. In questo contesto sono stati approfonditi i principali standard. L'XML Process Definition Language (XPDL), il linguaggio proposto e standardizzato dalla Workflow Management Coalition (WfMC) per la definizione di processi in un ampio spettro di ambiti differenti, è ad oggi lo standard per lo scambio di informazioni sulla definizione di processi di business e sulla gestione dell'intero ecosistema relativo al design di processi. XPDL è un linguaggio per il design di un processo ed è uno standard di basso livello con funzionalità per la gestione dei nodi e delle transizioni. Esso implementa la gestione di generici processi di business, permettendo all'utente di definire le singole e più basilari interazioni fra gli attori del processo stesso. WS-BPEL, Web Services Business Process Execution Language, si colloca in letteratura come la principale proposta per l'orchestrazione di Web Service, una naturale evoluzione dei modelli e dei sistemi per la gestione di workflow. BPEL, affidato alla supervisione di OASIS (Organization for the Advancement of Structured Information Standards), è un linguaggio basato su XML che permette di costruire processi di business utilizzando in modo trasparente servizi messi a disposizione da vari attori. Lo studio di questi linguaggi di modellazione ha reso evidentemente necessaria anche una fase di validazione degli stessi attraverso lo sviluppo di prototipi sperimentali. L'ultima parte del lavoro svolto sull'or3 in questo semestre è stata indirizzata verso lo studio del concetto di Total Quality del prodotto tipico di qualità e la progettazione, con conseguente modellazione delle componenti applicative e relativa validazione, di un modulo WEB avente lo scopo di automatizzare il processo di determinazione del Quality Function Deployment (QFD), semplificando le comunicazioni tra i vari membri di una supply chain con l'utilizzo di un approccio di gestione decentralizzato. Il QFD è uno strumento, che appartiene all ultima generazione di approcci alla gestione della qualità, con il quale l'attenzione delle aziende relativamente alla qualità si è spostata dal processo produttivo alla progettazione. Il concetto base del QFD è l orientamento al cliente in tutte le fasi di realizzazione di un prodotto o servizio. Il ricorso ad una metodologia strutturata permette di individuare per tempo eventuali difficoltà evitando i danni, in termini di costi e tempi, cui si va incontro quando i problemi si evidenziano tardi durante la realizzazione di un prodotto e servizio. Il QFD parte dalla definizione dei "bisogni" o "requisiti" del cliente (la Voce del Cliente ) per poi tradurli in specifiche e piani di realizzazione. La definizione dei "bisogni" o "requisiti" del cliente è la chiave di volta della metodologia QFD e su questa regge tutta l impalcatura successiva rappresentata dalla definizione delle caratteristiche del prodotto o W - 3

4 servizio ed in seguito dei processi di realizzazione. I "bisogni" o "requisiti" del cliente possono essere impliciti o dichiarati esplicitamente ed a questi possono essere aggiunti aspetti che magnificano il valore che il cliente attribuisce al prodotto o servizio realizzato, parliamo di proposte per la qualità attraente cui il cliente non ha pensato ma che l analisi sul cliente ha evidenziato come attesa latente. Risultato strategico conseguito: individuazione ed analisi dei processi standard fondamentali di gestione di una supply chain, con particolare riferimento al contesto agroalimentare caratterizzato dai requisiti definiti dal progetto FOODSYS, e studio delle tecnologie di designing ed esecuzione dei processi aziendali. Ob 4 Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano 1.2 Investimenti Descrizione degli investimenti effettuati relativi ai cespiti e alle opere infrastrutturali. Inoltre descrizione degli investimenti relativi alle voci "suolo aziendale","progettazioni e, studi e assimilabili", "attrezzature e impianti". 1.3 Attività svolte Attività di ricerca industriale descrizione delle attività di ricerca industriale svolte nel periodo sopraindicato, evidenziando le soluzioni adottate per conseguire gli obiettivi realizzativi previsti OB 1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni agroalimentari per la valorizzazione dei parametri di tipicità Att.1.1 (RI): Definizione delle caratteristiche peculiari delle produzioni tipiche campione ORTOREALE Nell'ambito delle attività di progetto sono proseguite le attività di ricerca finalizzate allo studio dei diversi aspetti di instabilità e variabilità, sia a monte (caratterizzazione prodotti primari) sia a valle della filiera produttiva (caratterizzazione prodotti finiti). Le attività di caratterizzazione sono state articolate con due differenti ambiti, al fine di caratterizzare le variabili endogene (variabili genetiche) ed esogene (variabili di ambiente e di produzione). Sono state avviate in collaborazione con l università degli Studi di Foggia per il tramite del consulente Plantechno, le attività di ricerca finalizzate all identificazione dei geni che concorrono alla definizione delle caratteristiche qualitative negli ortaggi e nel grano duro, tramite la caratterizzazione di materiale genetico da collezioni di ortaggi e frumento previamente selezionati. Lo studio del germoplasma è uno stadio preliminare indispensabile per consentire e favorire in tutte le fasi successive la rintracciabilità ed evitare eventuali frodi e/o alterazioni. L attività di caratterizzazione dei prodotti primari ha previsto la definizione di un piano di allevamento di differenti cultivars di grano duro e ortaggi e la successiva esecuzione di un confronto varietale per individuare e validare le soluzioni che presentano caratteristiche ottimali, non solo dal punto di vista di resa agronomica, ma anche e soprattutto ai fini del processo produttivo e dell ottenimento dei semilavorati (semola di grano duro, ortaggi IV gamma) e dei prodotti finiti. Le attività di ricerca sono state orientate a caratterizzare ed individuare le cultivars più idonee e maggiormente appropriate per l ottenimento di materie prime, semilavorati e prodotti finiti anche in funzione della loro resa agronomica, qualità W - 4

5 tecnologica, produttività ed idoneità ai successivi processi di trasformazione. Per ciascuna cultivar oggetto di studio sono stati pianificati diversi cicli di produzione, stabilizzazione, confezionamento e monitoraggio analitico al fine di individuare e caratterizzare ciascun prodotto oggetto dello studio ed individuare e validare le soluzioni che presentano caratteristiche ottimali, soprattutto ai fini del processo produttivo e dell ottenimento dei semilavorati (semola di grano duro, ortaggi V gamma) e prodotti finiti (pasta fresca di semola di grano duro, ortaggi V gamma). Dall esecuzione delle analisi chimico-fisiche e microbiologiche effettuate ad ogni ciclo produttivo sono stati studiati i parametri determinanti le caratteristiche del prodotto finito ottimale. Att. 1.2 (RI): Identificazione di griglie di indici in grado di rappresentare le caratteristiche complesse di tipicità delle filiere campione. UNIVERSITA DI FOGGIA Nel corso del semestre ott mar 2008 del progetto Foodsys, è stato sviluppato lo studio finalizzato ad individuare l'approccio statistico più conveniente (ovvero più "robusto") per la realizzazione delle griglie di indici previste nel progetto. In particolare, la ricerca si è indirizzata verso due direttrici fondamentali: l'approccio del disegno degli esperimenti e l'analisi statistica multivariata. Il Disegno degli esperimenti (DoE), introdotto da Fisher nel 1935, può essere definito come un approccio sistematico, rigoroso e strutturato al "problem solving", poichè "consente di raccogliere i dati sperimentali in maniera organizzata e strutturata, in modo da generare conclusioni valide e robuste" (Fisher, 1935). Bevilacqua e Sinigaglia (2010-in press) hanno proposto una rappresentazione schematica semplice e intuitiva del DoE, basata sul modello del black-box (letteralmente scatola nera, in cui entrano dati, he vengono così convertiti in modelli in uscita o output) (figura 1). Figura 1: Black-box model applicato al DoE (Bevilacqua e Sinigaglia, 2010). La ricerca bibliografica condotta nel corso di questo semestre ci ha consentito di individuare almeno 4 campi di applicazione del DoE, pertinenti con gli scopi del progetto: Comparativo, per valutare l'effetto di ciascuna variabile di processo (o fattore) sugli output, evidenziando le eventuali correlazioni matematiche positive o negative. Screening, per individuare la variabile più "pesante". W - 5

6 Modellazione, per "costruire" un semplice modello matematico in grado di predire l'output sulla base di valori di input definiti dall'operatore. Ottimizzazione di processo, per individuare la combinazione delle variabili indipendenti che garantisce il risultato desiderato. La metodologia del DoE si basa su alcuni principi fondamentali, che vanno rispettati "in toto" per garantire conclusioni solide e significative. Ne abbiamo individuato 3, che possiamo considerare i requisiti minimi per la costruzione delle griglie di indici del progetto (Box et al., 2005): blocking, ovvero l'articolazione delle prove sperimentali e soprattutto della fase di modeling e analisi statistica in gruppi (blocks - blocchi in inglese) omogenei, per ridurre l'errore casuale associato al DoE; piani fattoriali, ovvero l'articolazione delle prove e dell'elaborazione statistica secondo griglie di combinazioni basate su una logica binaria; ortogonalità, ovvero l'articolazione del progetto in combinazioni/esperimenti indipendenti gli uni dagli altri. Un DoE robusto può essere descritto come una procedura "step-by-step", così come riportato nella figura 2. Figura 2: Procedura step-by-step del DoE La teoria del DoE prevede diversi tipi di approcci, sulla base dell'obiettivo e del numero di variabili indipendenti da studiare; una classificazione dei diversi metodi è stata proposta da Box et al. (2005) e Bevilacqua e Sinigaglia (2010) ed è riportata nella tabella 1. W - 6

7 Tabella 1: Approcci del DoE Numero di fattori Screening/studio dell'effetto dei fattori Purpose Modellazione/ottimizzazione del processo Central Composite Design Box-Behneken Design -* 2-4 Full Factorial Designs Fractional Factorial Designs Da 5 in poi Fractional Factorial Designs Plackett-Burman Design *Non esiste un approccio conveniente; è necessario ridurre il numero di variabili. Un secondo approccio conveniente per la costruzione delle griglie di indici è l'analisi statistica multivariata, che pur partendo considerazioni teoriche diverse rispetto a quelle riportate per DoE, poichè si pone lo stesso obiettivo: fare sintesi, deducendo da un gran numero di dati e/o variabili di input conclusioni univoche e generali. L'analisi multivariata dei dati onsente: il trattamento simultaneo di più variabili e osservazioni; la visualizzazione di associazioni complesse; la riduzione del numero di variabili da considerare; la costruzione di mappe; l'analisi di fenomeni evolutivi complessi; la validazione dei dati; l'identificazione dei modelli. In realtà, l'analisi multivariata non si preoccupa solo di presentare dei dati, ma di analizzare, scoprire, verificare o rifiutare determinate ipotesi. Punto di partenza è il sistema osservato (input), con l'insieme dei dati raccolti e delle conoscenze a priori che aiutano nella raccolta dei dati. I dati vengono raccolte in tabelle quali-quantitative (matrici o tabelle di contingenza). Introdotta negli anni 30, la statistica multivariata offre un ampio ventaglio di possibilità per gli scopi del presente progetto: 1. analisi delle componenti principali; 2. analisi fattoriale; 3. analisi delle corrispondenze multiple; 4. analisi dei cluster; 5. analisi discriminante; 6. analisi di regressione multidimensionale. Ob 2 Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali Att. 2.1 (RI): Studio delle produzioni alimentari allo studio e definizione di variabili operative di confezionamento UNIVERSITA DI FOGGIA In questo arco temporale sono stati caratterizzati una serie di film polimerici da destinare al confezionamento di semilavorati vegetali tagliati. In particolare si tratta di: - polipropilene orientato da 20 micron (OPP20) - polipropilene orientato da 60 micron (OPP60) W - 7

8 - polipropilene orientato da 90 micron (OPP90) - biodegradabile da 35 micron (COEX35) - biodegradabile da 50 micron (NVT50) - polietilene da 25 micron (PE25) - polietilene da 50 micron (PE50) Su questi film sono stati misurati i valori di permeabilità all acqua e ai gas mediante l utilizzo di appositi permeabilimetri, un Lissy (L ) per la permeabilità al vapor acqueo, un OX- Tran (2/21) per la permeabilità all ossigeno e un Permatran-C (4/41) per la permeabilità all anidride carbonica. Le misure all acqua sono state condotte a 23 C e 85% di umidità relativa mentre quelle ai gas a 23 C e 90% di umidità relativa. Dai risultati riportati sotto è emersa una differenza nelle proprietà barriera delle varie matrici sia in termini di permeabilità al vapor acqueo che ai gas, come del resto era prevedibile data la loro diversa natura polimerica. In particolare, i film a base di OPP sono risultati caratterizzati da ottime proprietà barriera all acqua ma non così buone ai gas, anche ad elevati spessori. Si prestano bene, quindi, nei casi in cui il prodotto da confezionare presenta problemi di disidratazione nel tempo ma ha una respirazione veloce nel senso che il consumo di ossigeno e la produzione di anidride carbonica sono rapidi e necessitano di un film permeabile ai gas in modo da compensare la concentrazione di gas nello spazio di testa della busta ed evitare così che si creino condizioni di anossia, potenzialmente dannose per il consumatore. I due film biodegradabili essendo a base di amido sono risultati più barriera ai gas rispetto agli OPP ma meno barriera all acqua, data la natura idrofila del materiale di base. Sono film idonei per matrici che respirano velocemente ma che non hanno come principale problema la perdita di acqua. I due film a base di PE sono risultati caratterizzati da scarsissime proprietà barriera ai gas e da valori intermedi tra quelli delle matrici viste in precedenza per quanto riguarda la permeabilità all acqua. Sono stati contemplati nella gamma delle potenziali matrici per il confezionamento dei vegetali freschi tagliati, oggetti di studio del progetto, anche film microforati a diverso grado di micro perforazione già disponibili in commercio proprio perché la diversità delle esigenze delle varie tipologie di prodotto impone di spaziare in un ampio range di valori di permeabilità per individuare quello ottimale. I film microforati si prestano bene, infatti, nei casi in cui il prodotto respira molto velocemente e neanche un film molto permeabile consente di evitare la creazione di un ambiente anaerobico ma occorrono microfori che aiutano a mantenere il giusto equilibrio di gas tra l ambiente interno ed esterno alla confezione. W - 8

9 Film T=23 C T=23 C T=23 C & 90%RH O 2 TR cc/(m 2 day) CO TR 2 cc/(m 2 day) WVTR g/(m 2 day) OPP 20 m ± ± OPP 60 m ± ± ±0.004 OPP 90 m ± ± VT m ± ± Coex 35 m > ± PE 50 > ± ±0.01 PE 25 > ± ±0.07 Att. 2.2 (RI): Studio sulle proprietà funzionali e strutturali dei materiali e sulla loro morfologia e composizione chimica per applicazioni di confezionamento ad elevate performances funzionali Non attiva Att. 2.3 (RI): Applicazione delle atmosfere modificate per la conservazione delle produzioni tipiche allo studio Non attiva Att. 2.4 (RI): Studio di nuovi sistemi di confezionamento ad elevate performances funzionali Non attiva Att. 2.5 (RI) Modello gestionale di confezionamento ad elevate garanzie di qualità e sicurezza Non attiva Att. 2.6 (SP): Integrazione con la piattaforma di gestione della supply chain Non attiva Ob 3 - Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto tipico agroalimentare Att. 3.1 (RI): Processi collaborativi di definizione del piano strategico della supply chain del prodotto tipico ENEA Durante il periodo trascorso l attività è stata focalizzata: alla definizione dettagliata degli interventi in grado di portare ad un riduzione dei costi: ottimizzazione unificata della produzione e della logistica; alla definizione di una metodologia per la realizzazione di un piano strategico di catena. E evidente che la minimizzazione dei costi per tutta la catena non può basarsi unicamente W - 9

10 sullo sforzo naturale di ogni impresa membro di ridurre al minimo le proprie spese. In realtà, il costo minimo (medio) è ottenuto da una impresa solo entro un limitato range di produzione, quindi la catena raggiunge il suo minimo costo, come somma dei costi minimi delle sue imprese membri, soltanto quando il livello di produzione del catena è coerente con gli intervalli di minimizzazione delle singole imprese, cosa che si verifica normalmente in un intervallo molto limitato della produzione della catena. Non appena la domanda di mercato esce fuori da questo intervallo, un nuovo minimo deve essere ricercato. Inoltre, i costi della filiera che devono essere ridotti al minimo includono non solo i costi specifici delle imprese aderenti, ma anche quelli delle interfacce tra le imprese, ossia i costi della logistica, e questo comporta la una situazione di sincronizzazione. Quindi un approccio generale alla minimizzazione dei costi di produzione deve prendere in considerazione sia i costi di produzione che di logistica per tutte le imprese delle rete. ENEA ha implementato un approccio innovativo attraverso una ben definita funzione di costo totale che modella, in una sola espressione matematica, comprensiva di produzione e logistica, il costo totale della catena in condizioni operative standard e quindi, finché la catena opera in queste condizioni, solo i dati sui costi medi delle imprese associate devono essere forniti. Il modello definito è stato delineato per poter essere calato in qualunque catena del comparto agroalimentare indipendentemente dalla sua articolazione interna e potendo valorizzare si produttività fresche quindi con un lead time estremamente ridotto, sia prodotti non freschi che tipologie miste fresco-nonfresco. Durante il semestre si sono delineate le macro-attività di un sistema di gestione che possa porsi come una risposta alle attuali esigenze di base delle catene del comportano agroalimentare al fine di elevare le caratteristiche di qualità e peculiarità delle produttività tipiche nazionali. Il sistema si andrà a tarare sulle esigenze delle piccole medie imprese (PMI) ed sarà costituito da due componenti fondamentali: una piattaforma organizzativa, che definisce i processi specifici di collaborazione, e una piattaforma di Information Technology, che supporti l'esecuzione di tali processi. Il modello include diverse linee di intervento nei settori di maggiore interesse per una supply chain, in particolare in relazione agli effetti che le varie attività vanno a produrre verso la catena stessa. Un azione incentrata su una nuova tipologia di contratti di fornitura volta ad incrementare i profitti della catena, due linee sinergiche finalizzate ad una riduzione dei costi ed, in fine, interventi per favorire l innovazione strategica ed aumentare le caratteristiche di qualità di un prodotto maggiormente in grado di soddisfare le aspettative del cliente finale. Att. 3.2 (RI): Processi di esercizio collaborativo della supply chain del prodotto tipico ENEA ORTOREALE Nel semestre del progetto Foodsys si è implementata la linea d intervento legata alla definizione di una contrattualistica innovativa per supportare i rapporti di integrazione verticale lungo la Supply Chain favorendo l allineamento ed il mantenimento delle caratteristiche di qualità del prodotto finale. Per riconoscere la valenza della contrattualistica proposta va preventivamente osservato che la forma più comune di contratto di fornitura è il "contratto del grossista", con cui le risorse vengono scambiate attraverso acquisto e vendita lungo la catena. L'effetto dei mark-up, che vengono aggiunti ad ogni scambio, e del conseguente aumento di prezzo è W - 10

11 quella di spingere i dettaglianti ad abbassare la quantità di prodotto finale ordinato e portato sul mercato. Se questo comportamento si confrontata con quello di una "catena verticalmente integrata", che modella il comportamento di una filiera interamente controllata da una sola impresa ed in cui le risorse vengono scambiate al loro valore di costo, si scopre che il livello di offerta fissato dalla dettagliante, al fine di massimizzare il proprio profitto è inferiore a quello impostato dal dipartimento commerciale della catena verticalmente integrata, come indicato in figura 1. /q A line of market D B offer line with wholesaler contract offer line (sum of marginal costs) of vertical integrated chain C line of marginal q (quantity ) Fig.1 - contratto grossista vs verticale catena integrata La figura mostra che, con il contratto del grossista, il livello di offerta è la quantità corrispondente in grafico al punto D, quindi inferiore a quella della filiera verticalmente integrata corrispondente a C. Le entrate saranno quindi più basse, come anche i profitti, misurati dall area ABD per il contratto di grossista e dall area ABC per la catena verticalmente integrata. Queste considerazioni mostrano come risulti sicuramente più vantaggioso poter agire come una catena verticalmente integrata per la quale la caratteristica fondamentale è lo scambio di risorse, lungo la catena, al loro valore di costo. Naturalmente, con questo comportamento, ciò che viene raccolto dal dettagliante non equivarrà più al proprio ricavo ma bensì al fatturato della intera catena; di qui la necessità, realizzata attraverso il modello contrattuale del revenue sharing proposto, di un adeguato processo di distribuzione di questo ricavi tra tutte le imprese membri della catena, che tenga conto di un recupero dei costi e nel contempo di una premialità verso i membri che risultano maggiormente virtuosi e che si impegnano, anche attraverso investimenti diretti, ad innalzare il livello di qualità del prodotto. In collaborazione con il partner di progetto ENEA, è stato avviato da parte di Ortoreale uno studio degli approcci attuativi proposti per la metodologia del Quality Function Deployment, che hanno costituito il necessario know how utilizzato per la definizione di uno specifico modello di collaborazione nella supply chain attuabile da parte di catene di PMI indipendenti, operanti, in particolare, nel settore agroalimentare. Si è proceduto a definire una serie di passi base che le imprese, operanti nella stessa catena, possono W - 11

12 eseguire in maniera collaborativa, per arrivare alla definizione del Piano Strategico di Catena, inteso come: - precisa identificazione del gruppo target di consumatori al quale la catena si rivolge; - definizione del miglior marketing mix che la catena può offrire a detto gruppo di consumatori; - definizione del posizionamento che la catena vuole assumere sul mercato nei riguardi delle catene concorrenti. Att. 3.3 (RI): Processi logistici ottimizzati sulle produzioni tipiche Non attiva Att. 3.4 (RI): Studio e definizione delle specifiche funzionali della piattaforma ICT del sistema di gestione. ENGINEERING II L'attività è stata mirata all analisi dello scenario di gestione di una supply-chain così come definito dallo SCOR. Ciò attraverso: studi e confronti con aziende del mondo agroalimentare e mondo accademico partecipazione a convegni di settore analisi delle attività degli enti e consorzi di standardizzazione analisi delle specifiche SCOR scouting sia mediante testi di riferimento del settore sia utilizzando Internet Att. 3.5 (RI): Studio della architettura della piattaforma ICT del sistema di gestione ENGINEERING II L'attività è stata mirata all analisi delle tecnologie di designing ed esecuzione dei processi di business. Ciò attraverso: studi e confronti con aziende del mondo agroalimentare scouting tecnologico sia mediante testi di riferimento del settore sia utilizzando Internet. approfondimento delle specifiche OASIS e WfMC monitoraggio continuo delle novità emergenti benchmark caratteristiche Att. 3.6 (RI): Studio delle applicazioni software dedicate al supporto dei processi di collaborazione tra i membri della supply chain ed alle ottimizzazioni concorrenti delle attività di questi ultimi ENGINEERING II L'attività è stata mirata allo studio del QFD. Ciò attraverso: studi e confronti con aziende del mondo agroalimentare scouting sia mediante testi di riferimento del settore sia utilizzando Internet. approfondimento delle specifiche Att. 3.7 (RI): Studio di piani compensativi per la gestione ed il controllo di eccezioni attraverso livelli di Escalation (Layer Escalation) Non attiva Att. 3.8 (RI): Integrazione dei vari componenti della piattaforma ICT Non attiva W - 12

13 Att. 3.9 (SP): Sperimentazione pilota e tuning del modello di gestione centralizzata. Non attiva Ob 4 Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano Att. 4.1 (RI): Studio di processi operativi di accesso ai mercati di riferimento Non attiva Att. 4.2 (RI): Definizione di modelli operativi di promozione delle produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano per i consumatori in ambito nazionale ed internazionale Non attiva Att. 4.3 (SP): Integrazione funzionale con la piattaforma di gestione. Non attiva Coordinamento tecnico-scientifico del progetto Al fine di gestire lo sviluppo progettuale in modo adeguato e puntuale è stato sviluppato un piano operativo delle attività di progetto in cui sono state precisate e dettagliate le risorse e i risultati attesi nella fase progettuale. Rispetto al capitolato iniziale, il nuovo piano di lavoro, rispetta i vincoli e i contenuti previsti nel contratto ma aggiunge un ulteriore dettaglio di specifica cercando di ridurre ambiguità sia nelle responsabilità che nei rilasci intermedi. In funzione dell andamento delle linee di ricerca attive sono stati riorientati e coordinati i gruppi di lavoro, mantenendo elevata la comunicazione tra tutti e creando interfacce di confronto per gli indirizzi strategici di realizzazione. - sintesi quantitativa dell impegno complessivo di personale (compreso quello con contratto di collaborazione coordinata e continuativa e con assegni di ricerca) come da tabelle seguenti: Tab.l Impegno di personale su attività di ricerca industriale TOTALE PROGETTO ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITA' Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENT W - 13

14 TECNOALIMENTI ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENT ENEA ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENTO 0 W - 14

15 ENGINEERING ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENTO 0 UNIVERSITA` DEGLI STUDI DI FOGGIA ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENTO 0 W - 15

16 ORTOREALE S.R.L. ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENTO 0 per le Regioni Convergenza PON 2007_2013 TOTALE PROGETTO ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITA' Campania Puglia Calabria Sicilia Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENT W - 16

17 TECNOALIMENTI ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENT ENGINEERING ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENTO - W - 17

18 UNIVERSITA` DEGLI STUDI DI FOGGIA ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENTO - ORTOREALE S.R.L. ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVOTIVITÀ (denomin Campania Puglia Calabria Sicilia Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENTO - W - 18

19 Tab.2 Impegno di personale su attività di sviluppo precompetitivo TOTALE PROGETTO ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENT per le Regioni Convergenza PON 2007_2013 ORTOREALE S.R.L. ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVO TIVITÀ (denomin Ea Ec E2,sl NE -Ext Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENTO - W - 19

20 TOTALE PROGETTO ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Campania Puglia Calabria Sicilia Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENT ORTOREALE S.R.L. ORE DI PERSONALE OBIETTIVO REALIZZATIVO ATTIVITÀ Campania Puglia Calabria Sicilia Totale OB1: Nuova metodologia di classificazione delle produzioni OB2: Sistemi di stabilizzazione delle peculiarità identificate mediante confezionamento ad elevate performances funzionali OB3: Sistema innovativo di gestione decentralizzata di supply chain di PMI del prodotto ti-pico agroalimentare OB4: Modelli economici dedicati alla valorizzazione di produzioni tipiche dell'agroalimentare italiano CORDINAMENTO - W - 20

21 1.4 Scostamenti - analisi e motivazioni degli eventuali scostamenti, negli obiettivi realizzativi e nelle attività, rispetto alle previsioni di capitolato tecnico e confronto rispetto agli investimenti indicati nel capitolato tecnico. 1.5 Valutazione critica dell'iniziativa Prospettive di successo scientifico tecnologico Pur nella complessità dell iniziativa di ricerca, che vede confrontarsi e convergere diverse unità di ricerca appartenenti a domini di attività e quindi di ricerca differenti, si ritiene che ci siano prospettive di successo elevate, ciò dovuto ad una elevata qualificazione delle strutture coinvolte nel progetto, in grado di contribuire con l esperienza dell esercizio reale all orientamento della ricerca verso soluzioni concrete ed applicabili. Dal punto di vista tecnico le sfide sono ambiziose, anche se la collaborazione tra i diversi gruppi delinea ampi margini di successo dell iniziativa Variazioni nelle prospettive dei mercati interessati dal progetto Le prospettive dei mercati interessati al progetto evidenziano una forte crescita delle esigenze di sviluppo di soluzioni quali quelle allo studio nel progetto FOODSYS, e ciò è manifestato dall esigenza di rendere efficienti le filiere attraverso l integrazione operativa degli attori che la compongono. L interesse che le filiere agroalimentari manifestano rispetto agli obiettivi di progetto possono essere riscontrati nell interesse diretto alla partecipazione di numerosi attori della filiera alla compagine di progetto. Con il costante incremento della complessità e del livello di competitività delle filiere agroalimentari, sia a livello nazionale che internazionale, è necessario dare risposte concrete di supporto agli operatori del settore, al fine di rivedere i processi lungo tutta la filiera che ad oggi, per come è impostato il sistema agroalimentare, lascia pochi margini di miglioramento, generando così una prospettiva di mercato in forte sviluppo. Questo, pur nella complessità degli obiettivi impostati attraverso il progetto di ricerca FOODSYS, determina una crescente strategicità di mercato di riferimento, con il miglior approccio possibile Giudizio sull'opportunità di continuare il progetto In uno scenario, come quello italiano, caratterizzato da un numero elevato di aziende di piccole dimensioni che danno vita a reti di relazioni complesse viene confermata in particolare l'importante esigenza di fare sistema in modo da aumentare la competitività dell intera filiera alla quale le aziende appartengono e come conseguenza incrementare la competitività delle singole imprese. Il percorso verso un integrazione delle aziende nella supply chain in cui operano non può tuttavia prescindere da soluzioni a supporto della collaborazione con logiche di qualità, ed è in quest ottica che ha senso identificare strumenti come il e-qfd come fattori abilitanti ad una ottimizzazione sistemica delle filiere. La diffusione di tali soluzioni è tuttavia frenata dalla scarsa conoscenza, da parte delle aziende utenti, delle applicazioni e dei benefici conseguibili. Tali barriere possono essere superate attraverso un cambiamento culturale delle imprese italiane, e in particolare delle PMI, spesso restie all innovazione e all utilizzo di strumenti ICT. Le indagini effettuate hanno mostrato in primo luogo benefici tangibili dall adozione di soluzioni di e-qfd, di Knowledge Management e di esupplychain Collaboration. I benefici che le imprese W - 21

22 hanno segnalato sono tattici ma soprattutto strategici e tali iniziative sono considerate di estrema rilevanza per l azienda, specie nel medio-lungo periodo. Tuttavia il grado di diffusione tra le imprese è basso e, le imprese che già adottano hanno una copertura mediamente limitata delle funzionalità che tali soluzioni offrono. Le principali motivazioni di questo scenario tutto sommato deludente vanno ricercate: nella complessità organizzativa del progetto, che prevede un significativo Business Process Reingeneering dei processi di più di una organizzazione; nella difficoltà di tradurre gli obiettivi generali legati al valore della collaborazione in concreti obiettivi operativi, e poi in benefici misurabili. Per quanto riguarda le PMI, i risultati vanno letti alla luce della scarsa propensione ad innovare da parte delle piccole e medi imprese italiane e soprattutto della scarsa conoscenza di soluzioni ICT a supporto di iniziative di collaborazione. D altro canto è da segnalare, come nota positiva, una notevole attenzione al tema, che tuttavia raramente dà seguito ad iniziative di carattere progettuale Stabilimenti candidati all'eventuale sfruttamento industriale I risultati del progetto determinano un sistema complesso fatto di tecnologie e servizi convergenti su una piattaforma unica, e nella quale possono esprimere interesse diverse realtà industriali. La compagine di progetto esprime bene sia i contesti che i soggetti interessati allo sfruttamento industriale del progetto, andando dalle tecnologie ICT, ai servizi per l industria ed alle tecnologie sia di trasporto che di produzione per il comparto agroalimentare. 2. CONSEGUIMENTO DELLE SOGLIE MINIME DI ACCETTABILITÀ DEGLI INDICATORI DEFINITI NELL'ELABORATO PROGETTUALE I risultati ad oggi conseguiti sono allineati a quanto preventivato nel capitolato tecnico. La rilevazione dei parametri indicatori delle prestazioni verrà rilevato laddove le prestazioni delle supply chain mostrino dei miglioramenti di prestazioni di entità, quando si adotta il modello FOODSYS, tali da compensare i costi che è necessario sopportare per l adozione di una futura piattaforma, che implementi industrialmente il Modello FOODSYS, e dei quali verrà eseguita una stima preliminare in fase di sperimentazione. W - 22

23 3. AGGIORNAMENTO DELLE PREVISIONI DI PROGRAMMA E DI COSTO DEL PROGETTO 3.1 Aggiornamento schematico delle previsioni di programma 3.2 Aggiornamento delle previsioni di costo Costi TOTALE PROGETTO Costi in migliaia di euro Preconsuntivo dal 01/10/06 al 31/3/08 Preventivo semestre successivo Preventivo a finire TOTALE AGGIORNATO A) Personale (dipendente e non dipendente) B) Spese generali (60% del personale) C) Attrezzature E) Consulenze F) Prestazioni di terzi G) Beni immateriali H) Materiali I) Recuperi (da detrarre) SUBTOTALE RICERCA & SVILUPPO D1) Progettazione e studi di fattibilità D2) Aree e fabbricati D3) Opere edili e infrastrutture TOTALE DEL PERIODO W - 23

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