RIASSETTO DEL NODO FERROVIARIO DI BARI RIDUZIONE DELLE INTERFERENZE TRA LINEE FERROVIARIE E TERRITORIO

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1 STUDIO DI PREFATTIBILITA VOLUME III COORDINAMENTO GENERALE ING. U. SGAMBATI COORDINATORI DI PROGETTO ING. C. LISTORTI ING. R. D ORAZIO CONTRIBUTI SPECIALISTICI ARCH. M. D INCECCO ING. U.RICCI ING. P. MARCELLINO DOTT. N. TAVANO TEAM DI PROGETTO ARCH. L. MISCIA ING. A. PETRICCA GEOM. P. D AMARIO GEOM. G. PIETROLUNGO GEOM. S. SQUIZZATO Marzo 2006

2 INDICE 11. ASPETTI GEOLOGICI- IDROGEOLOGICI IDRAULICI- SISMICI Introduzione Metodologia di lavoro geologia ed idrogeologia Inquadramento geologico regionale Assetto morfologico Caratteri geologico-tecnici Stato qualitativo delle risorse idriche sotterranee Classificazione sismica Aree a pericolosità idraulica METODOLOGIE E PROBLEMATICHE ESECUTIVE CONNESSE AGLI INTERVENTI DI INTERRAMENTO Interventi specifici: Tratta BARI PALESE ipotesi Riqualificazione opere d arte sulla tratta di linea FBN interessata dal traffico RFI Adeguamento del cavalcaferrovia della circonvallazione S.S Palese Interventi specifici: Tratta BARI PALESE ipotesi Galleria artificiale in presenza di esercizio Interventi specifici: Tratta JAPIGIA ipotesi 1 e Galleria Artificiale in assenza di esercizio Galleria Artificiale in presenza di esercizio Interventi specifici: Tratta JAPIGIA ipotesi Gallerie naturali (scavo a foro cieco) Altri aspetti connessi con le metodologie esecutive Ulteriori aspetti idraulici ed idrogeologici ASPETTI DI SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE La compatibilita ambientale Quadrante Nord-ovest - Prime argomentazioni di carattere ambientale Ipotesi n. 1 interramento in galleria superficiale con interconnessione linee RFI e FBN Ipotesi n.2 (intervento sull abitato) Ipotesi n.3 di variante planimetrica regime transitorio - preliminare ripristino permeabilita Quadrante Sud-Est - Prime argomentazioni di carattere ambientale Ipotesi n. 1 e n. 2 - interramento della Linea RFI con tracciato in galleria artificiale Ipotesi n. 3 - Variante della Linea RFI Ipotesi n. 4 Interramento in galleria profonda BIBLIOGRAFIA 52 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 2 di 61

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4 11. ASPETTI GEOLOGICI- IDROGEOLOGICI IDRAULICI- SISMICI INTRODUZIONE In questa appendice vengono esposti sia tutti gli aspetti propedeutici alla scelta delle soluzioni tecniche proposte in questo studio di prefattibilità, nonché descritte le principali metodologie e problematiche esecutive connesse con l interramento di alcuni tratti del tracciato. Il presente punto illustra il quadro conoscitivo acquisito per conoscenza dei principali vincoli esistenti sul territorio e per la caratterizzazione geologica e idrogeologica dell area in cui si localizza l insieme degli interventi ipotizzati. L area di progetto è ubicata interamente in Provincia di Bari, interessando, in particolare, il territorio comunale della stessa città. L esigenza di valutare in modo completo l assetto dell ambiente fisico in cui si collocano le opere ha comportato lo sviluppo di un indagine articolata, estesa sia all area direttamente interessata dagli interventi, sia ad un areale circostante significativamente ampio, svolta attraverso: - sopralluoghi di terreno nei punti ritenuti maggiormente significativi per l inquadramento delle problematiche progettuali e costruttive; - analisi delle riprese aerofotografiche; - raccolta della documentazione scientifica e tecnica relativa all area; - analisi degli elementi acquisiti con le precedenti campagne di studi e indagini geognostiche svolte per precedenti lavori di potenziamento della stessa linea ferroviaria; - ricostruzione dell assetto del volume di sottosuolo significativo per gli interventi; - acquisizione degli elementi disponibili e revisione critica delle modellizzazioni elaborate in precedenza per la ricostruzione dell assetto della circolazione idrogeologica relativa ai deflussi provenienti dall entroterra delle Murge, e dell interferenza con il cuneo di intrusione marino. 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 4 di 61

5 Il complesso quadro conoscitivo acquisito, derivante dalla revisione critica degli studi e delle indagini disponibili è sintetizzato nella presente Appendice METODOLOGIA DI LAVORO Per consentire un approccio integrato allo sviluppo della documentazione tecnica le attività di studio in sito - nell area di progetto, presso Enti, Amministrazioni e Tecnici coinvolti nelle attività in esame - e di elaborazione, sono state svolte da un gruppo interdisciplinare. Il primo stadio dell analisi è stato finalizzato all elaborazione del Modello Geologico di Riferimento, strumento indispensabile per la definizione di un quadro conoscitivo adeguatamente rappresentativo dell area di progetto. Il Modello Geologico di Riferimento (MGR) rappresenta la ricostruzione concettuale della configurazione spaziale e della successione temporale dei processi che improntano l assetto e l evoluzione, in atto o potenziale, di una determinata porzione della crosta terrestre, ovvero del tratto di ambiente fisico in esame. Il MGR dipende dall analisi e dall interpretazione di una realtà estremamente complessa, dove i diversi elementi che la compongono sono in relazione reciproca ed interagiscono fra loro ( ambiti conoscitivi o sistemi ). I principali sistemi conoscitivi di interesse per lo studio dell areale interessato dalla galleria idraulica comprendono: - ricostruzione della sequenza litostratigrafica sino alle profondità di interesse per le opere in sotterraneo; - caratterizzazione geologico-tecnica dei volumi di terreno presenti nell ambito delle profondità di interesse; - analisi dell assetto geomorfologico dell area; - individuazione dell assetto della circolazione idrica superficiale e sue relazioni con la circolazione profonda; - ricostruzione dell andamento del cuneo di intrusione marina sulla base degli studi e dei dati disponibili. La definizione degli elementi relativi ai diversi ambiti conoscitivi è resa possibile dall applicazione di metodologie di studio specifiche che consentono l acquisizione di una vasta e diversificata serie di dati: Indagine diretta di terreno: si tratta di una analisi di base, che porta alla definizione degli elementi che costituiscono la realtà complessa del paesaggio da esaminare. In questa fase vengono raccolti gli elementi dei vari sistemi a scala di 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 5 di 61

6 dettaglio come quelli composizionali e stratigrafici sulle formazioni affioranti, geologicostrutturali, idrogeologici, geomorfologici, ecc.; Indagine fotointerpretativa e cartografica: il territorio fisico viene analizzato attraverso la visione stereoscopica di riprese aeree eseguite a diverse scale in diversi periodi. In questo modo, oltre alla visione d insieme si rende possibile un analisi multitemporale del territorio, indispensabile per il riconoscimento delle tendenze evolutive e delle relazioni tra processi naturali e attività antropiche, particolarmente intense nell area di studio; Indagine bibliografica e archivistica: analisi critica della bibliografia tecnica e scientifica per acquisire le conoscenze più recenti sul territorio, i fenomeni morfoevolutivi in atto o potenziali e le trasformazioni indotte dallo sviluppo delle attività antropiche nell area. Elaborazione ed interpretazione dei dati: in questa fase si procede alla verifica critica ed all analisi integrata del complesso degli elementi acquisiti tramite i diversi sistemi conoscitivi. 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 6 di 61

7 11.3. GEOLOGIA ED IDROGEOLOGIA Inquadramento geologico regionale Assetto regionale Il litorale di Bari si colloca sul bordo adriatico delle Murge, settore che dal punto di vista geodinamico ricade nell avampaese apulo, all attuale margine orientale della Penisola. L assetto dell Italia meridionale è improntato dalla catena sudappenninica, costituente un edificio a "falde di ricoprimento", formatosi in seguito alla deformazione dei domini paleogeografici di piattaforma carbonatica e di bacino pelagico, impostatisi sul margine continentale passivo della placca adriatico-africana (Fig. A1.7). L'attuale fisionomia della catena è il risultato della tettogenesi, verificatasi a partire dall Oligocene - Miocene e durata fino al Pliocene Medio, a cui è seguita la fase orogenetica in s.s. (Pliocene Sup.- Pleistocene), con movimenti prevalentemente verticali delle strutture tettoniche che hanno comportato l enucleazione di sistemi di faglie dirette, anche con notevole rigetto verticale. Le differenti unità tettono-strutturali che compongono questo tratto della catena appenninica derivano dalla deformazione, traslazione e successivo impilamento di sequenze litologiche relative ad ambienti marini di piattaforma e di bacino, impostati su crosta continentale, insieme a lembi della copertura ofiolitica relativa ad un adiacente bacino su crosta oceanica. La storia evolutiva è riferibile, dapprima, allo sviluppo in regime tettonico distensivo nel corso del Mesozoico del margine continentale passivo poi, a seguito dell inversione dello stile deformativo, all attivazione del margine attivo conseguente alla subduzione della placca Adriatica verso ovest. Nell ambito di questa seconda fase, protrattasi dall intervallo Oligocene superiore - Miocene inferiore all attuale, si è strutturata ed è andata sollevandosi progressivamente la catena appenninica, mentre veniva interessata via via dalla subduzione la placca Apula caratterizzata da elevati spessori delle coperture sedimentarie a prevalente composizione carbonatica. 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 7 di 61

8 Bari FIGURA A1.7 Schema strutturale dell Appennino meridionale (Fonte: AUTORITA DI BACINO DELLA BASILICATA, 2005). Il territorio barese si colloca nella Piattaforma delle Murge, corrispondente ad un ampia struttura antiforme, allungata in direzione ONO ESE, delimitata dall attuale bacino adriatico, dall Avanfossa Bradanica e dal Tavoliere delle Puglie. La Piattaforma rappresenta l elemento stratigrafico-strutturale di maggiore importanza della Puglia, costituita da potenti successioni calcareo-dolomitiche di età fondamentalmente cretacica (Calcare di Bari e Calcare di Altamura), corrispondenti da depositi di piattaforma interna. Su queste unità poggiano in discordanza angolare facies organogeno e/o calcarenitiche di età plio-quaternaria (Calcareniti di Gravina o Tufi delle Murge Auct.). L assetto tettonico-strutturale dell area è relativamente semplice. L avampaese Apulo, di cui le Murge fanno parte, corrisponde ad un ampia struttura antiforme interessata da vari sistemi di faglie. I fianchi della struttura, sezionati i diversi blocchi, risultano ribassati sia verso l Adriatico, a ESE, che verso l avanfossa Bradanica a ONO. In questo contesto le successioni calcareo-dolomitiche costituiscono un ampia struttura monoclinalica, interessata da blande pieghe disgiunte da serie di faglie normali con orientazione NO SE ed E O. Ne risulta una struttura a gradinata (tipo horst), orientata 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 8 di 61

9 nell insieme anch essa NO SE, sulla quale poggiano in trasgressione i vari cicli sedimentari quaternari, in assetto sub-orizzontale. Nell area di interesse, in particolare, il substrato locale è costituito dalla potente ed estesa serie calcareo-dolomitica appartenente alla Formazione del Calcare di Bari, riferibile ad un ambiente marino poco profondo di piattaforma carbonatica (Fig. A1-8). Questi termini sono ricoperti in trasgressione da depositi calcarei marini di ambiente litoraneo, compresi in prevalenza alla Formazione delle Calcareniti di Gravina. Orizzonti discontinui di terreni residuali ( terre rosse ) sono presenti intercalati in diverse posizioni o costituenti il riempimento di cavità carsiche. Chiudono la serie i terreni recenti di ambiente continentale, comprendenti sedimenti di spiaggia, dunari e depositi fluviali. In sintesi la successione stratigrafica comprende, a partire dai termini più antichi, le seguenti unità: Calcari di Bari, depositi bioclastici I, depositi salmastri, depositi bioclastici II, depositi litorali o detritico-bioclastici, depositi dunari, depositi fluviali. Km 0 5 FIGURA A1.8 Schema geologico del margine adriatico delle Murge centrosettentrionali (modificata da CIARANFI ET ALII, 1988). 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 9 di 61

10 REGIONE PUGLIA Legenda: 10) Simboli convenzionali Complesso di depositi di spiaggia e di piana costiera, riferibili a numerose unità litostratigrafiche terrazzate in vari ordini, riferibili a distinte fasi di variazione del livello marino per motivi eustatici e tettonici. Sabbie, conglomerati, calcareniti. Età: Pleistocene medio e superiore. 6) Calcarenite di Gravina. Depositi calcarenitici e calciruditici in facies litorale. Età Pliocene medio (?) Pleistocene inferiore. 1) Calcare di Bari. Successione carbonatica di piattaforma interna con sedimentazione di mare sottile compensata da subsidenza. Età Cretaceo. Sequenza litologico-stratigrafica L assetto geologico di superficie dell area di progetto è delineato nella Fig.A1.9 Le diverse unità litologico-stratigrafiche presenti sono descritte di seguito. FIGURA A1.9 Schema geologico dell area di Bari (modificato da MORETTI & TROPEANO, 1996). Formazione del Calcare di Bari La Formazione del Calcare di Bari comprende una serie calcareo-dolomitica riferibile al Cretaceo dello spessore complessivo superiore ai 2000 m. Nell area di interesse è presente la parte media dell unità, costituita da dolomie grigio-scure e calcari 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 10 di 61

11 dolomitici grigi, a cui si intercalano calcari bianchi micritici o bioclastici (età Barremiano Turoniano. La porzione dolomitizzata della formazione riveste un ruolo significativo per la circolazione idrica sotterranea, tuttavia la sua distribuzione spaziale risulta spesso difficilmente riconoscibile. L ammasso, generalmente ben stratificato si presenta in strati e banchi, interessati diffusamente da fenomeni di dissoluzione dei carbonati ad opera dei processi carsici. Questi hanno determinato frequentemente la formazione di cavità con sviluppo lungo discontinuità di origine tettonica o superfici di interstrato. Cavità e condotti anche con dimensioni ragguardevoli (da metriche a decametriche) sono stati rilevati a diverse profondità anche nell area urbana di Bari. I Calcari di Bari, generalmente affioranti direttamente nell entroterra, lungo la fascia costiera risultano frequentemente mascherati dai depositi pleistocenici costituenti una sottile copertura. La sovrapposizione delle serie avviene tramite l interposizione di uno più livelli di terre rosse, depositi argilloso-limosi con spessore frequentemente superiore al metro. Depositi bioclastici e litorali Comprendono i sedimenti riferibili alle tre principali fasi deposizionali marine di tipo trasgressivo succedutesi nel corso del Pliocene-Pleistocene: depositi bioclastici I ; depositi salmastri, depositi bioclastici II ; depositi littorali o detritico-bioclastici. Depositi bioclastici I La prima fase trasgressiva marina, di età relativa più antica, porta alla deposizione dei depositi bioclastici I, unità comprendente calcari grossolani, calcareniti e calciruditi. Questi depositi costituiscono una fascia di affioramenti disposta attualmente a quote comprese tra 40 e 60 m slm. Depositi salmastri e depositi bioclastici II Riferibili alla seconda fase trasgressiva marina, di età relativa intermedia, sono i depositi salmastri e i depositi bioclastici II. I depositi salmastri costituiscono un orizzonte sedimentario discontinuo trasgressivo sui Calcari di Bari. Si tratta di argille marnose con spessore limitato a pochi metri, generalmente non affiorante direttamente poiché mascherato in superficie dal successivo termine bioclastico. 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 11 di 61

12 I depositi bioclastici II, con composizione litologica simile all unità I, comprendono calcareniti e calciruditi. Alla base poggiano in trasgressione direttamente sui Calcari di Bari, sui depositi bioclastici I o su quelli salmastri. Localmente possono risultare in continuità stratigrafica con i termini bioclastici e salmastri del Pleistocene. In affioramento si rinvengono a quote comprese tra 10 e 25 m slm. Al tetto sono in contatto, sempre tramite una superficie di tipo trasgressivo, con i depositi litorali e detritico-bioclastici. I depositi bioclastici nel complesso sono riferibili alla Formazione delle Calcareniti di Gravina (età Pliocene medio? - Pleistocene inferiore). Depositi littorali o detritico-bioclastici. La terza fase sedimentaria, riferibile come età al Pleistocene superiore, è rappresentata da depositi littorali e detritico-bioclastici, affioranti a quote comprese tra i 12 m circa slm e l attuale linea di costa. Si tratta di sedimenti eterogenei anche con granulometria molto variabile, sabbie, limi e argille, calcareniti, conglomerati e ghiaie. Il cordone litorale comprende un membro centrale costituito da strati orizzontali di limi, sabbie, arenarie e calcareniti, assanti lateralmente a calcareniti e conglomerati clinostratificati. Il corpo sedimentario si estende per circa 5 km attraversando l abitato in direzione est-ovest. Gli affioramenti, discontinui, si collocano a quote di m slm, rilevabili tra San Marco (ad est), sino all altezza del Cimitero (ad ovest). La serie sedimentaria plio-pleistocenica, poggiante su un substrato locale costituito dai Calcari di Bari e già intensamente modellato in ambiente continentale, presenta giaciture e spessori variabili in funzione dell andamento locale della superficie d appoggio. Lo spessore complessivo accertato è dell ordine dei m. Depositi fluviali I depositi fluviali, età Olocene, sono costituiti da ciottoli calcarei, localmente cementati, generalmente immersi in matrice da sabbioso-argillosa a limoso-argillosa. La componente a granulometria minore comprende in quantità rilevanti terre rosse rimaneggiate. La deposizione di questi terreni è relativa ai fenomeni di dinamica fluviale e torrentizia relativi al reticolo idrografico minore, impostato su una serie di corsi d acqua a breve sviluppo e regime effimero dei deflussi, localmente denominati lame. 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 12 di 61

13 I depositi antichi costituiscono piccoli lembi terrazzati disposti lungo il tratto più a monte di due dei maggiori solchi erosivi, la Lamasinata e la lama Picone. Affioranti a quote superiori ia 3 m rispetto all alveo attuale, presentano spessori dell ordine di 2 3 m. I sedimenti recenti, molto più diffusi, occupano il fondo dei numerosi solchi erosivi e ampie zone a ridosso dei cordoni litorali e dei depositi dunari. Lo spessore, estremamente variabile in funzione della morfologia originaria raggiunge nei settori prossimi al mare i 10 m. Evoluzione strutturale recente Il contesto geodinamico e neotettonico di riferimento per il settore costiero delle Murge viene assunto privo di rilevanti modifiche a partire almeno dal passaggio Pleistocene inferiore Pleistocene medio. Dal punto di vista dell evoluzione tettonica recente, l area di Bari ricade in un settore dell avampaese apulo che, in base a elementi di tipo geologico e strutturale, è stato tradizionalmente considerato stabile e a bassa sismicità. L analisi della sismicità dell area, rilevata strumentalmente nel breve periodo (ultimo secolo) e su basi storiche a scala temporale più ampia (ultimo migliaio di anni), concorda con queste assunzioni. Analogamente, i modelli formulati ipotizzano che nel breve periodo (secolo) gli eventi sismici attesi siano esclusivamente di bassa energia (I < V scala MCS). Negli ultimi anni, tuttavia, l individuazione di strutture deformative da sisma nei depositi costieri recenti presenti nell area di Bari e a Trani, insieme ai nuovi modelli interpretativi del sollevamento quaternario della regione, portano a ipotizzare l eventualità di forti rilasci di energia sismica in relazione all attività di un vicino elemento strutturale sismogenetico. L intenso sollevamento medio-suprapleistocenico dell area murgiana, evidenziato dalla serie di superfici terrazzate disposte a varie quote, in precedenza attribuito a semplici aggiustamenti isostatici post-orogenesi appenninica, viene negli studi più recenti associato ad un fenomeno di buckling dell avampaese in risposta alla subduzione appenninica di un settore litosferico molto spesso. In questo contesto, l avampaese apulo costituisce un settore geologico dalla struttura apparentemente semplice, ma in realtà estremamente articolato e caratterizzato da blocchi a differente elevazione delimitati da importanti zone di svincolo. 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 13 di 61

14 L evoluzione recente dell area comunque sarebbe strettamente connessa alla subduzione dell Appennino meridionale. I principali lineamenti neotettonici del settore murgiano dell avampaese apulo e del prospiciente settore adriatico potrebbero, secondo questa recente interpretazione, essere sede di terremoti con intensità anche relativamente elevata (I > V scala MCS). Il quadro strutturale elaborato recentemente evidenzia, in particolare, la presenza di un importante lineamento tettonico controllato dalla subduzione sudappenninica, la Faglia sud-garganica, che a partire dal fronte esterno dell Appennino, attraversa il promontorio garganico sul lato meridionale, per poi proseguire in Adriatico con andamento sub-parallelo alla costa decorrente a meno di 50 km da Bari. Per il tratto in terraferma sono noti terremoti storici di forte intensità (I = IX - X scala MCS). Lungo la sua prosecuzione in mare, oltre ad una significativa sismicità registrata negli ultimi anni, sono state riscontrate evidenze di attività tettonica recente e attuale della struttura, quali significative deformazioni del fondale marino. Sulla base di questi nuovi elementi, insieme alla constatazione che l areale barese può risentire comunque in modo significativo dei terremoti con origine nell area di catena, la nuova classificazione sismica del territorio ha comportato l inserimento del territorio di Bari in Zona Assetto morfologico L assetto morfologico complessivo del territorio di Bari corrisponde alla configurazione complessiva del margine adriatico delle Murge. Il pianoro carbonatico derivante dal modellamento polifasico, avvenuto sia in ambiente continentale che marino, della porzione affiorante della sequenza calcareo-dolomitica, è caratterizzato da una serie di ripiani posti a quote decrescenti, procedendo verso la costa. A partire dall entroterra, la superficie localizzata a quota superiore si individua nell ambito della fascia altimetrica di m slm, quella intermedia tra i m slm, mentre quella inferiore si dispone solo a qualche metro al di sopra dell odierno livello marino. Queste forme corrispondono a terrazzi marini, la loro disposizione d insieme è allungata quasi parallelamente alla costa, con una leggera inclinazione verso nord. Il raccordo tra superfici poste a diverse quote avviene tramite blande scarpate solo a tratti ancora ben riconoscibili. Con particolare riferimento all area cittadina, la continuità di queste forme di modellamento marino, riferibili per lo più al Pleistocene, appare interrotta in più punti da 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 14 di 61

15 solchi relativi all azione di modellamento delle acque superficiali. L evoluzione tardoquaternaria delle Murge centro-settentrionali ha determinato l impostazione di un reticolo idrografico caratterizzato da un pattern caratteristico, con la concentrazione nella conca di Bari di numerose aste drenanti l intero settore compreso tra l entroterra di Molfetta, Cassano delle Murge e Casamassima, a monte di Mola di Bari (Fig. A1.10). Il bacino imbrifero complessivo si sviluppa tra le quote 0 m slm e i rilievi collinari delle Murge posti a m slm. La sua superficie è di circa 860 km². Questi solchi denominati localmente lame, corrispondono al reticolo di scorrimento superficiale evolutosi in periodi diversi, il cui livello di base ha seguito le alterne oscillazioni del livello medio marino, conseguenti all alternarsi delle fasi climatiche calde e fredde. Le lame sono variamente incise nel rilievo e nel loro insieme costituiscono un reticolo alquanto irregolare con tendenza a di sporsi secondo gli allineamenti ONO-ESE (parallelo alla linea di costa) e SSO-NNE (defluente verso la linea di costa). FIGURA A1.10 Assetto del reticolo idrografico nelle Murge centro-settentrionali (tratto da PIERI, 1975). Insieme all andamento dei corsi d acqua secondo i due allineamenti preferenziali (ONO-ESE e SSO-NNE), risulta evidente la concentrazione delle aste di drenaggio nella conca di Bari. Le lame attraversanti l area urbana sottendono un bacino imbrifero con estensione complessiva di 860 km². La configurazione delle singole lame è piuttosto variabile. Caratteri comuni sono il fondo generalmente piatto, almeno nei solchi principali, con larghezze sino ad un centinaio di metri, e fianchi mediamente acclivi. L alveo è occupato da depositi 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 15 di 61

16 prevalentemente limoso-argillosi e ghiaioso-sabbiosi. Anche lo sviluppo lineare può assumere diversi ordini di grandezza. Nell area urbana, con riferimento al tratto di interesse, si susseguono procedendo da nord-ovest a sud-est le lame Balice, Lamasinata, Villa Lamberti, Baronale (lunghezza 36 km), Picone (49 km), Fitta, Valenzano (20 km), San Marco e San Giorgio. In condizioni ordinarie il sistema delle lame è praticamente privo di deflussi idrici permanenti, tuttavia, in occasione di eventi di meteo-idrologici rilevanti, con precipitazioni elevate ed intense -in riferimento ovviamente ai caratteri meteo-climatici medi della regione- i volumi idrici confluiti, grazie anche alla configurazione del reticolo, possono diventare rilevanti. Nonostante l ampiezza degli alvei, i bassi gradienti topografici del tratto finale, i limitati dislivelli delle sponde e la presenza di ostacoli lungo il corso d acqua, possono comportare estese esondazioni nelle aree limitrofe, con rilevanti battenti d acqua, come verificatosi a più riprese, sia pure episodicamente, in passato, o negli anni recenti. Ai fini di una definizione completa dell assetto territoriale occorre segnalare, infine, gli interventi di rimodellamento e sistemazione dell area su cui si sviluppa attualmente la Città. Le prime attività urbanistiche rilevanti e ben documentate risalgono al secolo XVI, quando la duchessa Isabella Sforza d Aragona dette avvio ad un piano di ristrutturazione del nucleo storico, l attuale Bari vecchia. Più recentemente, nel 1815, G. Murat intraprende il piano di espansione della città nuova, secondo un modello urbanistico di tipo geometrico che non teneva in alcun conto la pre-esistente morfologia dell area. Si procede così al colmamento delle zone topograficamente depresse e di vari tratti delle incisioni relative alle lame. Le conseguenze di tali interventi si ripercuotono negli anni successivi con il ripetersi di eventi alluvionali più o meno gravi, sino al disastro nel novembre 1926, quando il riversarsi nell area urbana di un onda di piena determinata dalle intense precipitazioni della notte tra i giorni 5 e 6, provocò 19 vittime e varie decine di feriti, oltre a vasti danneggiamenti. A seguito di quest ultimo evento viene attuato un esteso e complesso intervento di sistemazione idrogeologica che porta alla riorganizzazione del reticolo idrico di superficie, non più soggetto a significativi fenomeni di esondazione. Negli anni, tuttavia, l abbandono delle opere di regimazione e lo stato di degrado del reticolo, a scala dell intero bacino, comportano una progressiva riduzione dell officiosità idraulica delle lame, a cui si sovrappone la realizzazione di interventi poco accorti che determinano i vari 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 16 di 61

17 punti dell area urbanizzata una sensibile riduzione della sezione di deflusso, con conseguente aumento della vulnerabilità del territorio Caratteri geologico-tecnici E stata svolta un analisi della vasta bibliografia geologico-tecnica relativa all area pugliese, con specifico riferimento all assetto e al comportamento degli ammassi carbonatici fratturati e carsificati, allo stato delle coperture calcarenitiche quaternarie e ai depositi di superficie o in cavità dei terreni residuali. Gli elementi disponibili, unitamente ai dati acquisiti puntualmente lungo il tracciato ferroviario in occasione di precedenti interventi di studio ed indagine (Ferrovie dello Stato S.p.A., Raddoppio Linea F.S. Bari Lecce), consentono di definire una caratterizzazione geologico-tecnica d insieme delle principali unità stratigrafiche presenti nell area di progetto. Formazione del Calcare di Bari Unità litoide a comportamento generalmente lapideo. Le caratteristiche meccaniche sono improntate da una grande variabilità dei parametri in funzione dello stato di alterazione, della fratturazione e dello sviluppo dei fenomeni di dissoluzione carsica. In condizioni integre la roccia presenta elevata resistenza meccanica. Prove di compressione monoassiale su spezzoni lapidei non fratturati hanno fornito valori di σ a rottura molto superiori a 100 MPa. Tali valori rivestono scarso interesse in quanto è ben poco probabile trovare porzioni di ammasso di dimensioni significative in condizioni intatte. Indagini dirette eseguite per la progettazione del raddoppio dei Viadotti San Giorgio e Valenzano e spinte sino a 40 m dal p.c. hanno evidenziato, tuttavia, che anche nelle porzioni più degradate le discrete caratteristiche dell ammasso non hanno reso possibile eseguire prove SPT. Lo sviluppo dei processi di dissoluzione nei carbonati, sviluppatosi sino a profondità di varie centinaia di metri al di sotto del livello marino attuale, ha portato allo sviluppo di cavità anche di grandi dimensioni, riempite in parte o totalmente da depositi prevalentemente costituiti da terre rosse a granulometrica argilloso-limosa e detriti calcarei. Si tratta di forme sepolte, spesso conosciute solo parzialmente, ma la cui 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 17 di 61

18 presenza non è trascurabile ai fini ingegneristici quali la realizzazione di opere in sotterraneo o di strutture di fondazione. In corrispondenza della Lama Valenzano, ad esempio, sondaggi approfonditi sino a 36,5 m dal p.c. hanno rinvenuto a più livelli cavità vuote, la maggiore delle quali si sviluppa tra 7,6 e 20,5 m dal p.c., ospitante sul fondo un deposito di terre rosse di circa 1,5 m. Sulla stessa verticale, a partire da 26,4 m e sino a 36,5 m (fondo foro), è stato attraversato un deposito limoso argilloso con clasti calcarei corrosi dispersi al suo interno. Tale deposito è riferibile con ogni probabilità al colmamento da parte delle terre rosse di una cavità, della quale non è stato possibile raggiungere il fondo. Un quadro di sintesi dei principali parametri ottenuti tramite prove di laboratorio su campioni di roccia rappresentativi dei diversi contesti dell ammasso è presentato nella Tab. 1. Peso di volume (kn/m³) Prova compressione monoassiale σ a rottura Velocità di propagazione delle onde P, ottenuta tramite prospezione sismica a rifrazione Campo di 24,0 26, variabilità ordinario Valori massimi 27,0 28,0 Sino a sporadici Valori minimi 22,0 23,0 TABELLA 1 Campo di variabilità indicativo assunto da alcuni parametri fisici e meccanici determinati su campioni del Calcare di Bari prelevati in sondaggio lungo la Linea ferroviaria nella zona compresa tra S. Giorgio (a nord) e la Lama Valenzano (a sud). Depositi bioclastici I depositi bioclastici, sebbene presenti in affioramento su tratti significativi, rivestono un interesse limitato per le opere ipotizzate, in quanto il loro spessore nell area di interesse non supera i pochi metri. I dati diretti di sottosuolo al momento disponibili non consentono una ricostruzione puntuale della distribuzione dei depositi bioclastici, che pertanto dovrà essere svolta nelle successive fasi progettuali, insieme ad una loro adeguata caratterizzazione fisica e meccanica. 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 18 di 61

19 Nel complesso, sulla base della conoscenza Tutti i termini calcarenitici sono soggetti diffusamente a fenomeni paracarsici, favoriti da modeste falde idriche superficiali e considerevoli risalite capillari. Terre rosse Nonostante costituiscano depositi discontinui e con spessore generalmente limitato (1 10 m), questo termine viene distinto in relazione al suo comportamento geologico-tecnico e idrogeologico fortemente differenziato rispetto alle unità del substrato ed alle coperture plio-pleistoceniche. Si tratta di limi argillosi ed argille inglobanti localmente ghiaia e ciottoli calcarei, generalmente dispersi nella matrice fine. Derivano prevalentemente dal rimaneggiamento e dall alterazione dei prodotti vulcanoclastici di caduta emessi dai grandi apparati campani, nonchè dall accumulo dei residui insolubili provenienti dallo sviluppo dei fenomeni carsici nelle litologie carbonatiche. Oltre a formare una sottile copertura discontinua direttamente affiorante, costituiscono livelli intercalati tra i Calcari di Bari ed i successivi depositi bioclastici, o possono colmare, completamente o in parte, fratture, cavità e condotti carsici. Dal punto di vista geotecnico costituiscono argille inorganiche a plasticità generalmente elevata. Lo stato di consistenza varia da tenero a medio. La permeabilità è di tipo primario per porosità, con valori relativi molto bassi, tanto da far considerare questo terreno, quando in condizioni di giacitura stabile, praticamente impermeabile. Gli studi e le indagini idrogeologiche condotte negli ultimi decenni nella regione pugliese da vari Autori (si vedano i riferimenti nella Documentazione citata), con finalità applicative e di ricerca, consentono di delineare in modo sufficientemente rappresentativo l assetto della circolazione idrica sotterranea nell ambito del territorio in esame, individuando disposizione, geometria e assetto dei principali acquiferi alimentanti le emergenze della falda di maggiore rilevanza. In relazione alle sequenze litologiche costituenti il settore di interesse, gli effetti delle fasi deformative di tipo fragile (fratturazione, fagliazione) sono determinanti nell improntare il comportamento dell ammasso nei confronti della circolazione idrica sotterranea, nelle diverse fasi del ciclo dell acqua attraverso la crosta terrestre, dal ruscellamento delle acque di precipitazione, all infiltrazione, allo stoccaggio sotterraneo, 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 19 di 61

20 alla localizzazione dei punti di emergenza, all impostazione delle direttrici di deflusso sotterraneo. Tale ruolo risulta evidente e assume diversi significati specifici alle varie scale dimensionali. In ambito mesostrutturale (a scala da metrica a plurimetrica) il reticolo di discontinuità connesso alla fratturazione diffusa conferisce all ammasso la permeabilità secondaria tipica delle rocce lapidee, favorendo nei termini carbonatici l impostazione e lo sviluppo dei fenomeni di dissoluzione carsica che improntano le modalità della circolazione idrica sotterranea. A scala macrostrutturale (dalle centinaia alle migliaia di metri) i sistemi di discontinuità di maggiore rilevanza, spesso di importanza regionale, improntano la configurazione complessiva delle sequenze permeabili, determinando la disposizione degli acquiferi e la distribuzione delle emergenze della falda carsica basale Assetto generale della circolazione idrica sotterranea La serie litologica costituente il substrato locale, relativa alla Formazione del Calcare di Bari, determina l esistenza un unico potente acquifero carbonatico profondo esteso oltre i limiti delle Murge. A questa circolazione basale si sovrappongono vari, ma modesti, acquiferi superficiali ospitati nei depositi plio-pleistocenici e sostenuti dagli orizzonti a maggiore composizione argilloso-limosa. I Calcari di Bari sono caratterizzati da una permeabilità secondaria per fessurazione e carsismo. La conducibilità idraulica nell insieme risulta significativamente minore rispetto a quella di altre sequenze carbonatiche mesozoiche pugliesi, in relazione alla scarsa fatturazione, alla notevole incidenza dei termini dolomitici e al diffuso intasamento dei vuoti secondari ad opera dei depositi di terre rosse. Il flusso idrico è influenzato da forti anisotropie, particolarmente significative in senso verticale. Stato di fratturazione e sviluppo dei fenomeni carsici improntano la circolazione delle acque, determinando modalità di flusso idrico sensibilmente diverse rispetto ai caratteri d insieme dell ammasso, anche in prossimità della costa. I valori relativi di permeabilità variano da medi a bassi. I dati ottenuti attraverso studi specifici evidenziano nell insieme una diminuzione progressiva del parametro a procedere dalla superficie in profondità. I valori maggiori del coefficiente di permeabilità di Darcy (nell ordine di 10-3 m/s) si riscontrano nei primi m dal p.c.. 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 20 di 61

21 Al di sotto si osserva una netta riduzione dei valori, salvo locali incrementi dovuti a orizzonti maggiormente carsificati e fratturati. Al di sotto dei 100 m dal p.c. la permeabilità presenta limitate variazioni, assumendo valori compresi tra 10-5 m/s 10-6 m/s. Nell entroterra murgiano le maggiori permeabilità si riscontrano a notevoli profondità, anche a centinaia di metri al di sotto del livello marino. Lungo la costa, invece, lo stato di fratturazione più intenso e diffuso, insieme al maggiore sviluppo assunto dal carsismo, conferiscono all ammasso una maggiore permeabilità e, di conseguenza, una circolazione idrica sotterranea più attiva. Tali caratteri, che si riscontrano nell ambito di una fascia di acquifero con larghezza dell ordine di 5 km, favoriscono tra l altro l ingressione salina delle acque di mare. Nel settore costiero la circolazione idrica nell ambito dell acquifero carbonatico basale ha come superficie di fondo le acque marine di invasione continentale. La separazione tra i due corpi idrici è data da una zona di transizione, costituente un interfaccia a spessore variabile. Secondo tale schematizzazione, quindi, la falda idrica profonda ospitata dall acquifero carbonatico non è limitata inferiormente e galleggia su acque di intrusione marina. L intenso sfruttamento della falda profonda comporta una progressiva espansione, sia areale verso l entroterra, sia in profondità, della zona di transizione. In corrispondenza dell area urbana gli studi recenti evidenziano una sua disposizione da profondità dell ordine dei m dal p.c. sino ad alcune centinaia di metri almeno. L avanzamento del cuneo salino interessava negli anni Settanta una fascia che si estendeva nell entroterra per una larghezza generalmente compresa tra 5 e 7 km. Negli anni successivi tale configurazione ha subito rilevanti modifiche a causa dell azione di richiamo delle acque marine determinata dal sovrasfruttamento della falda continentale. Il bacino di alimentazione della falda basale corrisponde al vasto dominio di diffusione, direttamente in affioramento o mascherato da sottili coperture recenti, della sequenza calcareo-dolomitica nel intero settore delle Murge. Nel complesso, la circolazione delle acque sotterranee della falda profonda avviene generalmente in pressione per la presenza al di sotto della superficie piezometrica di orizzonti in grado di svolgere un significativo sconfinamento. Questi ultimi possono essere costituiti da livelli a minore permeabilità all interno degli stessi Calcari di Bari, riferibili a orizzonti dolomitizzati, alla minore incidenza della fratturazione e dei fenomeni di dissoluzione 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 21 di 61

22 carsica, alla presenza di depositi fini relativi alla serie plio-pleistocenica. L affioramento della falda in condizioni freatiche si verifica solo localmente, in corrispondenza di depressioni carsiche o di forme di erosione particolarmente approfondite. In prossimità della costa, al contrario, le acque provenienti dal settore murgiano circolano generalmente in condizioni freatiche, sia a scala regionale, sia in particolare nell ambito dell area urbana di Bari. I depositi bioclastici, littorali e detritici della serie plio-quaternaria sono caratterizzati da una permeabilità di tipo primario per porosità, associata nei termini più competenti ad una permeabilità secondaria per carsismo o, meno frequentemente, per fratturazione. La distribuzione spaziale presenta una forte variabilità in funzione della composizione litologica, degli spessori e dell incidenza della frazione fine Stato qualitativo delle risorse idriche sotterranee Nel territorio pugliese lo stato qualitativo delle risorse idriche sotterranee può essere interessato, in generale, da due tipi di degrado: uno relativo alla salinizzazione delle acque, l altro alle fonti di inquinamento chimico-batteriologico. Entrambe le fenomenologie presentano un accentuato sviluppo in corrispondenza dei grandi centri urbani ed in prossimità della fascia costiera. Nell area di Bari le conseguenze negative sullo stato dei corpi idrici sotterranei è stato evidenziato da vari studi già da alcuni decenni. L inquinamento chimicobatteriologico risulta sempre più significativo, mentre il sovrasfruttamento delle risorse idriche sotterranee continua a coinvolgere nuove porzioni di territorio, inducendo fenomeni di avanzamento del cuneo marino. Il campo di variabilità del tenore in sali disciolti nelle acque della falda varia da 0,1 a 35,5 gr/l, valore quest ultimo tipico delle acque di mare. Le maggiori salinità sono associate alle depressioni della superficie della falda di acqua dolce, evidenziando lo stretto rapporto tra sovrasfruttamento e intrusione marina. Il confronto tra la distribuzione degli areali relativi a tenori salini della falda < 0,5 gr/l (isoalina < 0,5 gr/l) nell ultimo ventennio evidenzia un sensibile avanzamento delle acque di transizione arrichite in sali verso l entroterra, anche se negli ultimi anni tale andamento appare in controtendenza. I dati recenti evidenziano per il territorio a sud-est 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 22 di 61

23 di Bari una posizione dell isoalina 3 gr/l nell entroterra ad una distanza di 3 6 km dal litorale. A nord della Città tra l area industriale, Giovinazzo e S. Spirito, invece, lo stato di minore fatturazione ed il limitato sviluppo del carsismo, riduce l ampiezza della zona di transizione a soli 2 km circa. Nei settori restanti, e in particolare procedendo verso le Murge, i tenori salini non superani 1 gr/l e spesso risultano inferiori a 0,5 gr/l. Sempre con riferimento all area urbana, le temperature dell acqua di falda possono variare entro un campo piuttosto ampio, da 15, a 34,8. Nel periodo estivo, in particolare, si rileva un aumento non naturale della temperatura, riferibile all entrata in funzione degli impianti per lo scambio di calore che captano la falda sotterranea mediante pozzi di prelievo, con o senza restituzione nel sottosuolo CLASSIFICAZIONE SISMICA La classificazione sismica attribuisce all'intero territorio nazionale valori differenti del grado di sismicità da prendere in considerazione nella progettazione delle opere. Nel 2003 un aggiornamento generale della normativa è stato operato con l Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del 20 marzo 2003 Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica. L aggiornamento degli elenchi delle zone classificate come sismiche è riportato nell Allegato 1 della citata Ordinanza. L area di interesse si sviluppa interamente nell ambito del territorio comunale di Bari, non classificato nella precedente Normativa, e attualmente inserito in Zona 3. In seguito, sempre da parte del Presidente del Consiglio dei Ministri, sono state emesse le Ordinanze n del 3 maggio 2005 Ulteriori modifiche e integrazioni all Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n del 20 marzo 2003 e n del 13 Ottobre 2005 Disposizioni urgenti di Protezione Civile in materia di norme tecniche per le costruzioni in zona sismica. Il 23 settembre 2005, inoltre, è stato pubblicato il Decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti recante le nuove Norme tecniche per le costruzioni (G.U. n. 222, Suppl. Ordinario n. 159). Alla luce delle attuali conoscenze riteniamo non si pongano particolari problemi alla fattibilità delle opere in oggetto. Naturalmente si terrà conto, in base alle sopraccitate Norme Tecniche per le Costruzioni del Maggio- 2005, che all opera si 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 23 di 61

24 deve attribuire un accelerazione massima sulla formazione di base (suolo di categoria A ) pari a ag=0.15g AREE A PERICOLOSITÀ IDRAULICA L assetto del reticolo idrografico lungo il fianco orientale delle Murge determina elevate condizioni di pericolosità idraulica nella Città di Bari, in relazione anche all assetto territoriale derivato dallo sviluppo urbanistico avutosi a partire dal piano di sviluppo urbanistico avviato da Murat (cfr. il Cap. 5). Tali elementi sono evidenziati nel Piano di Assetto Idrogeologico elaborato dall Autorità di Bacino della Puglia (2005) che individua gli areali con diverso grado di pericolosità idraulica in corrispondenza degli elementi principali del reticolo idrico e delle zone depresse. Con riferimento alle zone di possibile interesse per gli interventi in progetto si riscontra, procedendo da nord-est (Zona S. Spirito) verso sud-ovest (S. Giorgio) la seguente zonazione relativa a porzioni di territorio ad elevata pericolosità idraulica per esondazione e accumulo di ristagni idrici: - settore depresso in corrispondenza del Quartiere Palese Santo Spirito, compreso tra la Ferrovia Bologna Lecce, Viale Uropa e Viale Gabriele D Annunzio; - alveo della Lama Balice e, nel tratto a monte della Ferrovia Bologna Lecce, una fascia adiacente in sponda idrografica destra; - tratto terminale dell alveo della Lamasinata, con i due rami superiori sin quasi all altezza della Ferrovia Bari Matera; zona compresa tra la confluenza dei rami superiori e un ampio settore in sponda destra esteso tra la Stazione Ferroviaria Parco Nord, Via Napoli, il Centro Sportivo Universitario e il litorale; - gran parte della Città Vecchia sino al mare, compresa la Stazione centrale sin quasi al bivio tra le linee Bologna Lecce e Sud-Est, e ampie zone ricalcanti l andamento di antiche lame obliterate dai successivi interventi urbanistici, ricalcanti grossomodo la disposizione dei Viali Orazio Flacco Antonio Calandra, Viale della Repubblica. Riguardo al rischio idrogeologico, le aree a rischio sono state mappate dall Autorità di Bacino della Puglia nel Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico. L Autorità di Bacino comprende 238 comuni pugliesi, campani e lucani. Per la Puglia, la provincia di Foggia è quella maggiormente interessata da fenomeni franosi (37%), l 1% delle frane si 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 24 di 61

25 distribuiscono tra le province di Bari e Lecce, mentre Taranto e Brindisi non sono interessate da dinamica franosa. La provincia maggiormente interessata dal rischio idraulico è quella di Foggia, seguita da Taranto. FIGURA A 0.1 Comune di Bari : Densità dei siti colpiti da frane (Fonte: CNR-IRPI, SICI - Mappa delle Località Colpite da Frane e da Inondazioni in Italia, 2005) FIGURA A 0.2 Comune di Bari : Numero di eventi di frana (Fonte: CNR-IRPI, SICI - Mappa delle Località Colpite da Frane e da Inondazioni in Italia, 2005) 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 25 di 61

26 FIGURA A0.3 Comune di Bari : Densità dei siti colpiti da piene (Fonte: CNR-IRPI, SICI - Mappa delle Località Colpite da Frane e da Inondazioni in Italia, 2005) FIGURA A 0.4 Comune di Bari : Numero di eventi di piena (Fonte: CNR-IRPI, SICI - Mappa delle Località Colpite da Frane e da Inondazioni in Italia, 2005) 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 26 di 61

27 Legenda Probabilità di frana o piena FIGURA A 0.5 Comune di Bari : Probabilità di frana o piena a 5, 10 e 25 anni (Fonte: CNR-IRPI, SICI - Mappa delle Località Colpite da Frane e da Inondazioni in Italia, 2005) FIGURA A 0.6 Comune di Bari : Danni da frana e da piena arrecati alla popolazione (Fonte: CNR-IRPI, SICI - Mappa delle Località Colpite da Frane e da Inondazioni in Italia, 2005) 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 27 di 61

28 12. METODOLOGIE E PROBLEMATICHE ESECUTIVE CONNESSE AGLI INTERVENTI DI INTERRAMENTO In base a quanto espresso, nel seguito si indicano le soluzioni tecniche che si intendono utilizzare,per la realizzazione delle opere,tenendo conto dei vincoli da rispettare e delle condizioni operative da cui si è condizionati. In particolare si discuteranno alcune soluzioni tecniche per risolvere problematiche specifiche delle varie tratte esaminate BARI PALESE e JAPIGIA già introdotte nel capitolo della esplorazione pre-progettuale del Volume II, nonché alcune soluzioni particolari come la realizzazione di Gallerie Artificiali e di Gallerie Naturali, che possono essere indifferentemente applicate per le due tratte, nel caso si voglia procedere con interventi che prevedono l interramento di alcune parti della linea. Ad ogni modo data l elevata etoregeneità delle fomazioni da attraversare, con particolare riferimento ai calcari (elevato grado di fratturazione, presenza di falda, presenza di cavità riempite o meno), sarà necessario, nello sviluppo delle successive fasi progettuali, prevedere un idonea campagna di indagini geotecniche costituita da indagini geolettriche,indagini con georadar, indagini geosismiche come cross-hole, indagini tradizionali come sondaggi a carotaggio continuo e naturalmente rilievo della posizione della falda ed esecuzione di prove di laboratorio.infatti solo in questo modo sarà possibile adattare le soluzioni progettuali, individuate in questa fase di studio,alle condizioni reali del sito INTERVENTI SPECIFICI: TRATTA BARI PALESE IPOTESI 1 La prima ipotesi di risoluzione dell interferenza ferrovia-abitato prevede, al fine di garantire l esercizio durante la realizzazione della galleria artificiale, la realizzazione di un nuovo tronco di linea che dirama dalla stazione di S. Spirito (RFI) sino a ricongiungersi alla stazione FBN di Enziteto. Non sono prevedibili opere civili di particolare impegno, anche se nell ambito di tale intervento occorrerà intervenire su alcune opere d arte stradali e ferroviarie, come di seguito meglio precisato. 0.RL.03 Rev. 00 Pag. 28 di 61

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