La coltivazione per il recupero

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1 In cava rinaturazione di Federica Delucchi La coltivazione per il recupero A oltre 10 anni dall avvio del ripristino del sito di Sarche, portato avanti parallelamente all escavazione, la natura conferma la bontà delle scelte basate sulla coltivazione per gradoni discendenti e sulla sistemazione naturale del pendio a scarpata Da decenni l attività estrattiva di Italcementi Group si confronta con il tema della restituzione alla comunità dei brani di paesaggio sui quali vi è stata, o è ancora in corso, un attività estrattiva, in particolare per la produzione di cemento. Sono ormai numerosi i casi in cui i risultati degli interventi possono essere valutati e apprezzati con la necessaria prospettiva storica. In altre parole è possibile oggi osservare le aree recuperate dopo che la natura ha risposto all intervento di ripristino dell uomo, ricomponendo il brano di paesaggio nel suo contesto, nel ritmo delle stagioni e dei colori. L architetto Roberto Babich, Responsabile del Servizio Architettura e Ambiente della Direzione Centrale Ingegneria per Italcementi Group ha scelto di illustrare per 98

2 dii ai piedi delle Alpi del Trentino Alto Adige, a vocazione viti-vinicola e percorsi dal turismo internazionale. Ricca di storia, meta di viaggi sin dall epoca settecentesca del Grand Tour d Italie, feconda di prodotti vinicoli universalmente apprezzati per l alta qualità, la terra trentina impone alle attività produttive insediate sul ter- In apertura Simulazione dellaritorio il massimo rispetto delle esigenze situazione finale ecologiche, ambientali, del turismo e della dell?intervento di recupero cultura tradizionale dei luoghi. ambientale del Il tema risulta, ovviamente, particolarmente impegnativo da affrontare quando sito estrattivo di Sarche. Veduta l attività in questione è di tipo estrattivo e aerea del lago di Toblino. si inserisce in una realtà matura e di crescente sensibilità dei cittadini per il rispet- Si nota l?edificio della cementeria to dell ambiente naturale. presso l?emissario Il sistema di coltivazione adottato da e alle spalle la cava rinverdita Italcementi a partire dagli anni Settanta è figura1la fase stato continuamente aggiornato secondo intermedia di le necessità. coltivazione/ Oggi si possono tranquillamente confrontare le simulazioni dei progetti che sembra- rinverdimento della cava. La scarpata pi altavano avveneristiche con la realtà del paesaggio ricostruito e reinserito nella realtà gi recuperata natu- COSTRUZIONI un caso esemplare tratto dalla corposa antologia di interventi dell esperienza Italcementi nella gestione dei siti estrattivi, nel ripristino dei versanti e il recupero del paesaggio. Esemplare perché l intervento di ripristino, così come la coltivazione della cava ancora in esercizio, si inseriscono in un contesto paesaggistico fra i più delicati e complessi d Europa: i dolci pen- 1 99

3 in cava rinaturazione 2 rale. La realtà odierna supera addirittura le aspettative dei paesaggisti e fa dell intervento di Sarche un caso esemplare sia per le tecnologie adottate sia per la delicatezza del contesto nel quale si inserisce. Le carte vincenti? Una grande sensibilità in tempi in cui ancora il recupero dei versanti e quello ambientale non erano tematiche diffuse; la disponibilità di Italcementi alla collaborazione con esperti di fama e accademici per la redazione dei progetti di recupero ambientale e la capacità operativa di intervenire tempestivamente fra teoria e pratica in modo da adeguare gli interventi alla realtà del sito e agli input suggeriti dalla natura stessa. Le tecnologie di intervento, di escavazione e soprattutto di rinverdimento, sono state progressivamente aggiornate e continuamente verificate, fino al raggiungimento degli standard di oggi, modello di riferimento del corretto operare. Italcementi Group è membro del World Business Council for Sustainable Development (WBCSD), organismo al quale aderiscono 170 gruppi internazionali che condividono i medesimi principi in merito allo sviluppo sostenibile. In questa sede è stata siglata l Agenda for Action, il primo impegno formale che coniuga l attività delle imprese cementiere con le politiche dello sviluppo sostenibile. Il protocollo stabilisce un piano quinquennale di azioni finalizzate allo sviluppo industriale che salvaguardi le prospettive 3 100

4 delle future generazioni basandosi su presupposti sociali, economici e di tutela ambientale. La cava di Sarche La cava Ponte Oliveti e la cementeria sono situate nella Valle del fiume Sarca a Nord del lago di Garda, fra i Comuni di Lasino e Calavino, in un area percorsa da vie di comunicazione importanti per il turismo (vicino al celeberrimo lago di Toblino). La cementeria è stata acquistata da Italcementi negli anni 60 dall allora proprietà Cementi Tridentini. Nel decennio successivo contestualmente al progetto di ampliamento è stato elaborato il primo progetto di recupero ambientale. La cava di calcare e marna insiste su un area approssimativamente di 40 ettari. Il progetto di coltivazione ha adottato una tecnica completamente diversa di escavazione figura 2 Situazione al 1990 quando è iniziata la fase operativa del progetto di recupero ambientale. Si notano tutti i gradoni con i fronti aperti contemporaneamente (coltivazione storica per gradoni vincolati montanti). L impatto visivo è molto evidente. figura 3 Simulazione dell assetto finale dell intervanto, costruita sulla situazione del 1998 figura 4 Particolare dell intervento del Recupero provvisorio dei gradoni inferiori con riporto di terra per la ricostruzione del pendio a scarpata dei fronti sia per ragioni sia di sicurezza del lavoro che di impatto sull ambiente. Oggi, a oltre 10 anni dai primi interventi di recupero ambientale, il sito può essere preso a modello per illustrare il corretto approccio rispetto al territorio. Coltivazione storica La coltivazione storica della cava procedeva dal piazzale basso dove si trova la cementeria (a quota 255 m) verso l alto con il sistema di gradoni in avanzamento contemporaneo (coltivazione per gradoni vincolati montanti). I gradoni erano una dozzina in tutto, di circa 10 metri di altezza ciascuno e con pedate di larghezza variabile compresa fra 8 e 20 m. La coltivazione contemporanea di tutti i gradoni aveva provocato a lungo andare degli scorrimenti dei piani e dei piccoli smottamenti. Procedere con questo sistema 4 101

5 in cava rinaturazione di coltivazione avrebbe probabilmente causato gravi problemi dal punto di vista della stabilità dei versanti (rischio di smottamenti e frane consistenti) e avrebbe mantenuto un impatto molto elevato sul paesaggio. Infatti la coltivazione contemporanea dei gradoni impone di tenere aperti tutti i fronti e posticipare l intervento di recupero ambientale al giorno della chiusura definitiva del sito estrattivo. Solo allora infatti la forma dei gradoni lasciati in eredità dall attività produttiva risulta definitiva e la morfologia dei versanti può essere ricostruita, o meglio recuperata, ma intervenendo in un contesto ormai compromesso dal punto di vista statico, morfologico, ambientale, ecologico e sociale. figura 5 Veduta dal fondovalle della situazione a fine coltivazione (simulazione su situazione del 1998) figura 6 Interventi del 2003: sistemazione ambientale con recupero definitivo dei pendii a scarpata (gradoni di coltivazione superiori) Sistema di coltivazione a scarpate Italcementi ha affrontato il tema della coltivazione e del recupero paesaggistico e ambientale della cava di Sarche con grande coraggio e decisione, cambiando totalmente le tecniche di intervento e l approccio alla produzione. Il progetto di coltivazione avviato negli anni 70 è stato fatto in collaborazione con il professor Paiero dell università di Padova e con l architetto paesaggista Pietro Porcinai. Il progetto abbandona la coltivazione per gradoni vincolati montanti e imposta l attività produttiva secondo la coltivazione per gradoni orizzontali discendenti.viene cioè provvisoriamente abbandonata l escavazione sui gradoni più bassi per spostarsi e concentrarsi nella parte alta della cava. Anno dopo anno, il lavoro procede, discendendo nuovamente verso i gradoni più bassi, lasciandosi alle spalle i vecchi fronti di escavazione esauriti, avviati al recupero definitivo contemporaneamente al procedere dell attività estrattiva sui gradoni inferiori. La sistemazione del versante avviene a scarpata, non più a gradoni e il recupero ambientale, come il rinverdimento, sono definitivi. In questo modo i gradoni inferiori, quelli abbandonati dalla produzione negli anni 80, sono stati recuperati, seppure provvisoriamente, con il risultato di limitare fortemente l impatto visivo del sito estratti

6 vo di calcare e migliorare la stabilità del versante. Il rinverdimento provvisorio Fra i contenuti decisamente innovativi che il progetto Paiero-Porcinai elencava, vi era senza dubbio il rinverdimento, sebbene provvisorio, dei gradoni temporaneamente abbandonati dalla produzione

7 in cava rinaturazione Figura 7 - Sezione orografica L intervento, iniziato operativamente sul territorio nel 1990, prevedeva il riporto di poca terra e l utilizzo di essenze arbustive ricadenti e rampicanti per mascherare le superfici bianche dei fronti esposti. L esperienza ha dimostrato che il microclima delle rocce nude esposte al sole non era idoneo alla crescita vegetazionale. Ci si è dunque resi conto della necessità di un intervento molto più impegnativo e cioè il riporto di quantità molto consistenti di terra, quasi fino a raggiungere l altezza dei gradoni. Questa poi è stata compattata e lisciata per mezzo di un escavatore. Nelle parti del pendio particolarmente ripide è stato utile l impiego di teli di juta per trattenere la terra e favorire l idrosemina. All osservatore esterno che si trova a passare nella zona di Sarche, già da oltre 10 anni si presenta una situazione dall impatto visivo mitigato di tutta la fascia del pendio. Il recupero definitivo Il nuovo profilo sistemato a scarpata ha un andamento il più possibile naturale; evita le forme rigorose, monotone, regolari dei gradoni e cerca di seguire nuovamente la morfologia naturale delle curve livello. Le scarpate sono previste con un inclinazione massima di figura 7La gradi (cioè quella umanamente per- In alcuni punti il versante sarà più sezione orograficacorribile). evidenzia il ripido in altri più dolce. In alcuni punti confronto fra la rimarrà boscato (ma comunque sempre percorribile dall uomo) in altri l inclinazione sarà situazione attuale e quella definitiva di progetto tale da consentire l utilizzo in agricoltura. figure 8 e 9 Il grande piazzale ricavato alle spalle dell edificio della cementeria sarà pianeggiante e Sezioni tipo degli interventi di recupero delle consentirà anche l agricoltura meccanizzata. scarpate, con Come si deduce dalle sezioni di progetto, nella sistemazione definitiva dei ver- inclinazioni pi dolci simili al santi non ci sono più i gradoni, ma il raccordo a scarpata profilo naturale naturale. Realizzazione tecnica di una scarpata Molto sinteticamente le fasi di realizzazione della scarpata: una coltivazione idonea al recupero. Un buon progetto di recupero ambientale inizia con un idoneo progetto di coltivazione della cava in modo tale da predisporre il terreno e le rocce secondo le forme disegnate dal progetto di recupero ambientale (altezza e forma dei gradoni, angolazione delle volate, geometria dei profili etc.); le ultime volate per addolcire il pendio. Alla fine della coltivazione di una fascia orizzontale, il fronte viene spezzato per ridurne l altezza. L ultima volata procede realizzando 104

8 Figura 8 - Sezione di progetto I fase dei fori porta esplosivo di profondità pari alla metà del consueto e più inclinati (più vicini all orizzontale). Il materiale abbattuto con l ultima volata non viene asportato completamente, ma frantumato sul posto. Questo viene poi mescolato con la terra riportata. (In passato si lasciava il fondo del gradone compatto e duro e si stendeva sopra uno strato modesto, circa cm, di terra. La tecnica si è dimostrata inefficace all attecchimento di alberi oltre una certa altezza e dunque abbandonata); il riporto di terra, la prima sagomatura e l idrosemina. Le trance orizzontali definitivamente abbandonate dall attività produttiva industriale vengono gradualmente reinserite nell ecosistema naturale, miscelando la roccia frantumata con terra vegetale di riporto. La terra proviene parzialmente da quella accumulata storicamente nel piazzale della cementeria nel corso di anni di escavazione e apertura fronti. La terra riportata viene sagomata con la benna dell escavatore in modo da raccordare i pendii. Dopo la stesura dell ultimo strato di terra viene fatta l idrosemina (distribuzione mediante motopompe di acqua, sementi di erbacee, fertilizzante organico, sostanze miglioratrici del terreno e fitoregolatori per sostenere lo sviluppo radicale e della microflora del terreno); messa a dimora di piantine. Oggi si sceglie di affrontare il rinverdimento nel modo più naturale possibile. Non si mettono più a dimora piante grandi dal pronto effetto estetico e dalle deboli possibilità di attecchimento e sviluppo. Si opera con piantine di 2/3 anni in fitocella, messe a dimora in numero ingente, le quali si inseriscono gradualmente e naturalmente nell ambiente. Per lo stesso motivo non si interviene nella medesima stagione della sagomatura della terra di riporto, ma almeno un anno dopo. In questo modo si riesce ad impostare al meglio il terreno per il nuovo ambiente e si possono monitorare gli assestamenti e gli eventuali piccoli smottamenti che potrebbero occorrere. Lavorando in questo modo, cioè assecondando la natura nelle forme e nei tempi di realizzazione, si è visto che il sistema di irrigazione artificiale, inizialmente previsto a Sarche, si è dimostrato superfluo. Oggi a Sarche Oggi l area estrattiva di Sarche presenta, lungo il prospetto orografico da valle a monte, il profilo sotto indicato. Esso corrisponde ad una fase intermedia di coltivazione che consente di apprezzare già i risultati del recupero e presenta agli occhi della gente e dei turisti le tre differenti tipologie di intervento: ripristino provvisorio, ripristino definitivo e stato di coltivazione in esercizio. Da valle a monte: la cementeria, ancora in attività, sistemata sulla linea pedemonta- 105

9 in cava rinaturazione Figura 9 - Sezione di progetto II fase na; una zona di escavazione storica, rinverdita, sulla quale è stato fatto un recupero provvisorio (e che viene man mano consumata dal procedere verso valle dell escavazione); l area, corrispondente a due/tre gradoni storici attualmente oggetto di coltivazione (l unica che presenta il caratteristico colore bianco della cava di calcare con i fronti messi a nudo); l area delle scarpate superiori, ormai definitivamente restituita alla natura e rinverdita. Qui si possono distinguere le annate di coltivazione corrispondenti ad altrettante altezze raggiunte dalla vegetazione arborea messa a dimora o attecchita spontaneamente. Domani La cementeria di Sarche è piuttosto piccola e di conseguenza l attività estrattiva avviene lentamente e durerà presumibilmente fino al O meglio questo è quanto previsto dallo Studio di Impatto Ambientale che per legge deve essere redatto all inizio dei lavori e tener conto dell ipotesi di sfruttamento completo del giacimento, indipendentemente dalle fasi di autorizzazione all escavazione. Le autorizzazioni vengono concordate poi, anno dopo anno, con gli Enti Locali secondo i Piani Cave e le esigenze specifiche. Il destino di questo brano di paesaggio, appartenente ad una delle più belle terre italiane, è quello di tornare alla destinazione d uso agricola e naturalistica. Per il raggiungimento di questo obiettivo il processo di escavazione procede dall alto verso il basso, lasciandosi alle spalle una scarpata dalla morfologia il più possibile vicina a quella naturale, evitando la modellazione geometrica a gradoni. Alla quota della cementeria, l ultima per la quale è previsto lo sfruttamento, risulterà un ampio piazzale, che si estenderà dietro la stessa. Questa zona pianeggiante e la parte dove la morfologia del pendio è più dolce potranno essere utilizzate per l'agricoltura, mentre le scarpate sono saranno superfici boscate o lasciate a prato alpino. L edificio della cementeria, non compreso nei piani di recupero, resterà come stabilimento, senza materie prime. A questo punto le opzioni possibili sono molte: dall utilizzo come centro di produzione di cemento per mantenere il mercato di riferimento (conferendo qui materia prima da altri siti estrattivi), al mantenimento delle strutture semplicemente come centro di distribuzione fino all ipotesi estrema della demolizione delle imponenti strutture: la più costosa, ma forse la più corretta dal punto di vista ambientale. Data la complessità tecnica di simile operazione normalmente la si sceglie per quei siti il cui valore commerciale/immobiliare è elevato. Casa Editrice la fiaccola srl Milano - Via Conca del Naviglio, 37 - Telefono (0039) Fax (0039)

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