RASSEGNA STAMPA. rassegna stampa. 5 Dicembre 2014
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1 Pagina 1 di 6 rassegna stampa 5 Dicembre 2014 IL CITTADINO Lodi «La chiusura di ginecologia è provvisoria» Codogno Rossi diserta il consiglio sull ospedale Casalpusterlengo Sant Angelo Lodigiano L allarme Ebola nel Lodigiano è scattato cinque volte IL GIORNO Lodi Codogno L Ospedale spacca ancora il Consiglio Casalpusterlengo Sant Angelo Lodigiano
2 Pagina 2 di 6 Ospedale «La chiusura di ginecologia è provvisoria» «Chiusura un mese di ginecologia? È solo per le vacanze di Natale, poi tutto torna come prima». Ad assicurarlo è la direttrice sanitaria di presidio Angela Bocconi, all indomani della notizia shock comunicata in questi giorni al personale: il reparto di ginecologia chiuderà dal 9 dicembre al 6 gennaio. Gli incontri per capire come organizzare l attività si stanno ripetendo. L Azienda ospedaliera ha comunicato che intende garantire gli interventi già programmati alle 11 pazienti. Ad operare saranno i ginecologi, ma la degenza sarà in chirurgia generale e nelle chirurgie specialistiche. I medici e la direzione devono capire come incastrare le operazioni e le degenze delle donne con quelle degli altri reparti. Non è facile e i problemi non mancano. A preoccupare, in particolare, è la gestione di tutte le patologie della gravidanza e il lavoro che dovranno affrontare gli infermieri non abituati a questo tipo di attività. «Abbiamo pensato di anticipare di 10 giorni la chiusura - annota Bocconi -, ma non c è alcun intento di non riaprire il 7 gennaio. È vero che ci sono circa 35mila ore di straordinario effettuate quest anno dagli infermieri, a causa di criticità periodiche. Di accorpamenti futuri di ostetricia con pediatria e ginecologia con chirurgia non sono al corrente. Non nego che ci siano delle difficoltà, ma delle soluzioni in vista non posso al momento parlare. È prematuro». A chiedere un cambio di rotta sulla gestione dell ospedale ieri è stato l assessore alle politiche sociali del Comune Silvana Cesani. Ad alzare la voce sono stati anche i sindacati: «È da tempo che diciamo che mancano gli infermieri», annota per la Cgil Giovanni Bricchi. «Stanno creando i presupposti per smantellare l ospedale», rincara per la Uil Massiliano Castellone. «I sindacati sono sempre gli ultimi a essere informati», lamenta Rosy Messina, responsabile sanità della Uil. «Mandiamo le Rad (figure dirigenziali nell ambito infermieristico, ndr) a lavorare - aggiunge per la Cisl Mauro Tresoldi -. Rivediamo i gruppi dirigenti o facciamoci dire cosa fanno visto che un piano aziendale non c è».
3 Pagina 3 di 6 Aula contrariata Rossi diserta il consiglio sull ospedale di Laura Gozzini Il direttore generale dell Azienda ospedaliera Giuseppe Rossi ha declinato, in una lettera, l invito dell amministrazione comunale a partecipare al consiglio comunale e ieri sera non sono bastate le rassicurazioni del direttore sanitario Roberto Riva, interpellato dal sindaco Vincenzo Ceretti, a fare chiarezza sul futuro del polo ospedaliero cittadino, a rasserenare gli animi di maggioranza e opposizione. Che all unanimità hanno votato la mozione esposta in aula dal capogruppo di Codogno Insieme, Claudio Ghilardelli, per stigmatizzare la «contrarietà alla mancata presenza del direttore generale in consiglio comunale e chiedere garanzie affinché le scelte riorganizzative messe in atto negli ultimi mesi non cambino le finalità del presidio ospedaliero di Codogno», punto di riferimento per gli acuti. Alla mozione è stata aggiunta l integrazione suggerita da Gianpiero Campagnoli di Prima i Cudugnin, perché si «proceda al ripristino del reparto effettivo di cardiologia». Lo stesso Campagnoli in un precedente intervento ha infatti illustrato le gravi conseguenze del trasferimento di 6 posti letto in medicina, lanciando un allarme: «Quando un consigliere regionale eletto nella zona paventa che uno dei tre nosocomi del territorio possa essere chiuso, mi spaventa. Quello che stanno facendo è svuotare l ospedale di Codogno a poco a poco, per poi dire che non è rimasto più niente e chiudere». Duro anche Emanuele Dossena: «Mi viene in mente una vecchia canzone, Parole, parole, parole, soltanto parole. Questa è la terza mozione in tre anni e mi viene il dubbio che non valga la carta sulla quale è scritta». Ceretti ha annunciato che presenterà l atto personalmente in Regione, coordinandosi con gli altri comuni del territorio e coinvolgendo la direzione sanitaria. Enrico Sansotera ha ribadito l urgenza di una commissione ad hoc.
4 Pagina 4 di 6 Virus Un incontro informativo con i medici dell unità operativa dell Ao di Lodi L allarme Ebola nel Lodigiano è scattato cinque volte di Rossella Mungiello Dall inizio di settembre sono stati affrontati i casi sospetti con l attivazione delle procedure previste,ma l emergenza è rientrata: si trattava di malaria Cinque casi sospetti di Ebola nel Lodigiano, dall inizio di settembre ad oggi. Uno, tra questi, particolarmente preoccupante. Perché il paziente aveva la febbre molto alta, uno dei sintomi principali, e soprattutto era rientrato dalla Nigeria, quando ancora non era considerata libera da Ebola, meno di 21 giorni prima, tempo in cui il contagio è ancora possibile. Tutti avevano la malaria e l emergenza è rientrata in fretta, una volta che i medici dell Ao hanno avuto per le mani gli esiti degli esami effettuati all ospedale Sacco di Milano, uno dei due centri in Italia - insieme allo Spallanzani di Roma - ad essere riconosciuto come centro diagnostico. I campioni di sangue - in un triplo involucro, su mezzi attrezzati - hanno raggiunto il centro specializzato, poi l attesa. Di sei ore, in cui il paziente è rimasto in isolamento nei presidi lodigiani e il personale ha attivato tutte le procedure necessarie, a partire dalla vestizione standard di tutela. Con tuta specifica, doppi guanti, visiera facciale, perché nessun lembo di cute rimanesse scoperto e perché non si verificasse alcun tipo di contatto diretto. L epidemia di febbre emorragica che ha fatto migliaia di vittime in Africa, oggi si contano 16mila contagi, per il Lodigiano non è solo il racconto lontano di una carneficina silenziosa da parte di un virus che, nella panoramica al microscopio, ricorda un serpente. E che, altrettanto silenziosamente, striscia dai pipistrelli della frutta, agli animali, fino all uomo, per poi diffondersi rapidamente con contatti diretti - sangue, secrezioni della cute, urina -, ma non con l aria. Perché il rischio, seppur poco probabile come ha chiarito la dottoressa Maria Chiara Cerri, dirigente medico unità operativa complessa di malattie infettive e tropicali dell Ao della provincia di Lodi, esiste. E il Lodigiano è pronto ad affrontarlo. Per
5 Pagina 5 di 6 fare luce su procedure e tutela, la Croce bianca di Sant Angelo ha organizzato una serata rivolta a tutti gli operatori che potrebbero essere coinvolti nel trasporto di un caso sospetto, riuniti nella sala conferenze dalla Banca Popolare di Lodi, mercoledì sera. Ad aprire la serata, Vincenzo Ferrari, comandante pro tempore della sezione santangiolina della Croce bianca, e Ferdinando Bergamaschi, presidente della Croce, poi il focus su genesi del virus e diffusione dell epidemia del professor Marco Tinelli, direttore dell unità operativa complessa di malattie infettive e tropicali dell Ao della Provincia di Lodi. Se il virus è stato isolato nel Congo Belga, accanto al fiume Ebola, da cui ha preso il nome nel 1976, pare che la sua esistenza sia però millenaria, come hanno dimostrato gli studi anche per il virus dell Hiv, arrivato in Occidente nel Dal 1977 al 2012, in Africa, si sono susseguite una serie di mini epidemie, dai 30 al centinaio di morti, in luoghi e Paesi diversi, spesso costieri, fino all emergenza esplosa nel dicembre 2013 e i migliaia di casi dal gennaio 2014 ad oggi, «anche se l organizzazione Mondiale della sanità ha riconosciuto il pericolo pandemia solo nell agosto di quest anno, con colpevole ritardo» ha spiegato il professor Tinelli. Da allora si sono susseguiti le direttive e i protocolli, dal ministero della Salute alle Regioni fino alle singole aziende ospedaliere, compresa quella di Lodi, con linee guide e direttive per affrontare al meglio i possibili casi. Messo a disposizione dalle Ao un sito Internet, in cui gli operatori possono verificare al momento quali Stati del Continente nero sono considerati a rischio, il primo passo davanti a un possibile caso è proprio la diagnosi differenziale, che mette a confronto i sintomi con altre malattie. «Ci sono parametri clinici, come la febbre alta, il vomito, la diarrea, ed epidemiologici, come la provenienza del paziente e il tempo da cui è in Italia, a determinare i casi sospetti - spiega la dottoressa Cerri - in presenza di questi parametri, si identifica il rischio e si stabilisce il trasporto, se con mezzo attrezzato o semplice, e se è il caso che intervenga direttamente il Sacco di Milano». Se il paziente dovesse arrivare in Pronto soccorso, «è previsto che rimanga isolato in quella zona in attesa della conferma o smentita della diagnosi - spiega ancora la dottoressa - : possono esserci però dei falsi positivi. Per questo, in alcuni casi, il test viene ripetuto entro le 72 ore. E il paziente rimane un caso sospetto fino al nuovo esito».
6 Pagina 6 di 6 Solo il Sindaco dà fiducia alle spiegazioni ASL L Ospedale spacca ancora il Consiglio di M. B. Futuro dell'ospedale e disco verde al progetto per la nuova casa per disabili anziani. Nel primo consiglio comunale dopo la scomparsa di Rossana Vanelli, capogruppo della lista civica Per Codogno (sostituito ieri sera da Paolo Cipriani), sono stati trattati due punti molto importanti: la relazione del sindaco Vincenzo Ceretti sul futuro dell'ospedale e l'ok al permesso in deroga alla Cooperativa Amicizia per il progetto di realizzazione di una nuova ala per i disabili anziani, all'interno dell'ex carcere di via Cavallotti. Sull'ospedale, Ceretti, ha letto una missiva dei vertici sanitari dell'ao. «L'ospedale è e rimane polo per acuti e i 115 posti letto totali non verranno tagliati. La riunificazione di Cardiologia e Medicina è stata effettuata per una questione legata a una criticità infermieristica», mentre è stato confermato l'addio del settore di microbiologia del laboratorio di analisi. Critico l'ex sindaco Emanuele Dossena: «Abbiamo votato tre mozioni in due anni e nessuno ne ha tenuto conto. Sono molto preoccupato sul futuro. Il pericolo è che l'ospedale si possa svuotare». Giudizio negativo del consigliere Gianpiero Campagnoli. «Accorpamento per carenza di personale? Solo storie. Bastava trovare due infermieri e cardiologia sarebbe rimasta lì». Sul progetto della Cooperativa Amicizia, «il permesso in deroga è necessario perchè la richiesta non è conforme alle norme tecniche di attuazione al Pgt» ha detto il vicesindaco Roberto Nalbone.
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