LA SITUAZIONE DELLA LEPRE IN ITALIA E TECNICHE PER UNA CORRETTA GESTIONE FAUNISTICA
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1 LA SITUAZIONE DELLA LEPRE IN ITALIA E TECNICHE PER UNA CORRETTA GESTIONE FAUNISTICA Valter Trocchi (valter(valter-trocchi@live.com) Workshop: La gestione della Lepre e delle altre specie di fauna selvatica stanziale in provincia di Venezia Mestre, 19 maggio 2014 Provincia di Venezia, ATC VE1, ATC VE2, ATC VE3, ATC VE4
2 In seguito la specie si è bene adattata alle steppe euroasiatiche HABITAT La storia evolutiva della Lepre europea parte dal Medio Oriente, dove intreccia una stretta affinità genetica e morfologica con la Lepre nordafricana (Lepus capensis mediterraneus).
3 HABITAT ma anche agli ecosistemi agricoli aperti o semi-aperti dove raggiunge le densità più elevate (anche in Italia): fino a 140 capi per km2 (e localmente ancora maggiori).
4 MAPPA DI IDONEITÀ DEL TERRITORIO ITALIANO ICA = resa venatoria (una giornata di caccia) Carta di idoneità ambientale per Lepus europaeus, Rete Ecologica Nazionale (Boitani et al., 2002), modificata e adattata DENSITA Lepus Aree protette Territori di caccia 11,44/100 ha 0,53/100ha Buone capacità di adattamento ad ambienti diversi, ma si osserva una minore idoneità degli ambienti mediterranei
5 TREND DELLE POPOLAZIONI Valle d Aosta Alcune serie storiche dei carnieri in Italia
6 TREND DELLE POPOLAZIONI Alcune serie storiche dei carnieri in Italia
7 TREND DELLE CATTURE N. lepri catturate Lepri catturate in Emilia-Romagna * * 0 * Esclusa Reggio Emilia 1980/ / / / / / / / / / /12
8 TREND DELLE CATTURE Le lepri catturate nelle province di Parma, Bologna e Modena Parma Bologna Modena n. lepri catturate annata
9 CALO DELLE POPOLAZIONI IN DIVERSE PROVINCE ED ATC DELL ITALIA SETTENTRIONALE Verso un nuovo declino delle popolazioni di Lepre?
10 DOMANDE: UN PROBLEMA DI MORTALITÀ? Cause naturali avversità climatiche predazione patologie Cause antropiche impatto meccanizzazione agricola impatto pesticidi agricoli riduzione qualità habitat impatto venatorio (gestione non sostenibile) impatto rete viaria
11 OPPURE, UN PROBLEMA DI NATALITÀ? fitness dei riproduttori (qualità dell habitat, «inquinamento», densità, competizione, ecc.)? patologie apparato riproduttivo? fertilità dei maschi? fertilità delle femmine?
12 UNO STUDIO A BOLOGNA ATC BO2 Metodologia Studio della fertilità (in collaborazione con il Dr Cristian Geminiani) L utero viene sezionato longitudinalmente dopo aver rimosso ovaie, salpingi e legamento largo Stima dell età (tubercolo di Stroh) Adulto Giovane
13 UNO STUDIO NELL ATC BO2 (in collaborazione con il Dr Cristian Geminiani) Risultati Elevata interferenza del prelievo venatorio sulla fine della stagione riproduttiva (percentuali sulle femmine riproduttive) 64% 12% % GRAVIDE IN ALLATTAMENTO SGRAVATE 4,5% ,6% 40,9% GRAVIDE IN ALLATTAMENTO SGRAVATE
14 UNO STUDIO NELL ATC BO2 (in collaborazione con il Dr Cristian Geminiani) Risultati ELEVATA PREVALENZA DI FEMMINE ADULTE NON RIPRODUTTIVE! Anno FF. AD. non riproduttive FF AD. con patologie % 30% % 19% Nessuna F. giovane presentava patologie In Francia Bray (1998) ha accertato su femmine di lepre campionate in natura che solo il 5% delle adulte non si erano riprodotte, mentre Hansen (1992) in Danimarca ha riscontrato valori dal 14 al 21%. In allevamenti italiani sono stati segnalati valori fino al 27% (Pignatelli, 1984), valori compresi fra l 11% e il 24% (Tocchini, 2000) e fra il 12% e il 50% (Mantovani, 1993). Rigo (2012): 8-9%.
15 ATC BO2: NATALITA E SOPRAVVIVENZA (in collaborazione con il Dr Cristian Geminiani) Natalità media da femmine adulte riproduttive PATOLOGIE n. leprotti Stagione riproduttiva da gennaio ad ottobre Natalità media da femmine adulte, totale Mortalità post-natale dei leprotti = 53% Sopravvivenza leprotti ad inizio caccia = 47% (compresi i nati da FF G e considerata una mortalità delle FF AD = 20%)
16 DOMANDE INIZIALI: un problema di mortalità? oppure, un problema di natalità? RISPOSTE: si, entrambi! ma, soprattutto di mortalità dei leprotti! LA RISPOSTA PERO E SOLO PARZIALE: SERVE ANCHE UNA GESTIONE CORRETTA, AD INIZIARE DALLE ZRC!
17 Strategie di gestione della Lepre, rete di ZRC e pianificazione faunistico-venatoria
18 UN SISTEMA BASATO SULLE ZRC (E IL RIPOPOLAMENTO) lepri catturate in Italia ETTARI Superficie destinata a ZRC in Italia
19 UN MODELLO DI GESTIONE BASATO SULLE ZRC - AR Il ruolo delle ZRC: 1. conservazione di popolazioni naturali della specie sul territorio 2. cattura per ripopolamento 3. naturale ripopolamento dei territori per «irradiamento» 4. attenuazione delle conseguenze dell E.B.H.S. 5. naturale interscambio di capi tra popolazioni limitrofe ( metapopolazione ) ATTENZIONE: SE VANNO IN CRISI LE ZRC OGGI VA IN CRISI TUTTO IL SISTEMA!
20 UN FATTORE CRUCIALE: LA DISPERSIONE DELLE LEPRI Schema di metapopolazione (Dott. F. Merli, com. pers.) Distanza ideale tra ZRC = 1,5 km
21 RELAZIONE TRA LA DENSITA DELLE LEPRI A FINE INVERNO E L ENTITA DEL RIPOPOLAMENTO INVERNALE (ATC VE4) IMMISSIONI : DICEMBRE/GENNAIO CENSIMENTI : FINE INVERNO n. lepri/100 ha RIPRODUTTORI CENSITI RIPRODUTTORI IMMESSI
22 I RIPOPOLAMENTI E I CARNIERI (Provincia di Venezia) N. LEPRI LEPRI ABBATTUTE TOTALE LEPRI IMMESSE
23 I RIPOPOLAMENTI E I CARNIERI (Provincia di Venezia)
24 I RIPOPOLAMENTI E I CARNIERI (Provincia di Venezia) 3 2,5 ATC MO1 2 1,5 1 n. lepri immesse n. lepri abbattute/cacciatore 0,5 0 n. lepri immesse 00/01 01/02 02/03 03/04 04/05 05/06 06/07 07/08 08/09 09/10 10/11 11/12 12/13 n. lepri abbattute/cacciatore annata
25 IL RAPPORTO TRA IRRADIAMENTO E RIPOPOLAMENTO I carnieri realizzati nell ex ATC BO2
26 QUALE ESTENSIONE ASSEGNARE ALLE ZRC/AR? La produttività delle ZRC/AR nell ATC MO1
27 RISULTATI E BATTITORI: QUANTI BATTITORI SERVONO? Bologna
28 CHI LAVORA REALMENTE ALLE CATTURE? Dati dell ATC MO1 (L. Obici, com. pers.). dimostrano un netto picco delle prestazioni tra i cacciatori della classe anni (la vera forza lavoro), mentre è trascurabile il contributo dei cacciatori fino ai 30 anni d età, persino inferiore a quello degli ultraottantenni!
29 QUANTE LEPRI PRELEVARE CON LE CATTURE? OTTIMALE circa il 40%
30 QUANTO SI PUÒ PRELEVARE NELLE ZRC? due casi a confronto TROPPO ALTO! OTTIMALE! (ATC MO1)
31 IL COSIDDETTO «RINSANGUAMENTO» SERVE? In natura le lepri (per fortuna) non sono isolate e bastano pochissimi esemplari nell arco di alcuni anni per mantenere un naturale flusso genico tra le popolazioni ed un appropriata variabilità genetica quando una popolazione non isolata supera la soglia di poche diecine di capi, le varianti genetiche locali sono normalmente già ben rappresentate quindi, nella realtà dell Italia centrale e settentrionale questa pratica non serve, come confermato da analisi genetiche appropriate (Modesto et al., 2010) anzi, trasferendo le lepri da una ZRC all altra si diffondono meglio anche gli agenti patogeni!!
32 IN SINTESI, COME REALIZZARE IL RIPOPOLAMENTO? impiegare solo animali di cattura (ZRC); catturare solo in presenza di densità maggiori a 20 lepri/100 ha; favorire sempre il ripopolamento naturale con densità <20 lepri/100 ha; rilasciare sul posto gli individui giovani (palpazione tubercolo di Stroh); catturare da dicembre fino al 15 gennaio; controllare età, sesso e stato sanitario; trasportare le lepri in contenitori a scomparti singoli e disinfettati; rilasciare le lepri almeno 2 ore prima del tramonto rilasciare le lepri a gruppetti (almeno 2-3 coppie).
33 IN CONCLUSIONE Come possiamo gestire questa fase critica? Ricercando un giusto equilibrio tra ZRC e ATC! Migliorando l habitat! Rispettando le lepri a fine riproduzione Limitando le cause di mortalità dei leprotti Ricercando le cause all origine della infertilità delle FF Limitando i trasferimenti che non servono (il «rinsanguamento»)
34 IN CONCLUSIONE come possiamo gestire questa fase critica? Evitando di azzerare le popolazioni di Lepre negli ATC a fine stagione! Valorizzando l irradiamento piuttosto che il ripopolamento! Sperimentando forme di caccia sostenibile! Dove? Definendo dei Distretti di Caccia Specialistica alla Lepre (in ambienti idonei, su circa ettari)
35 GRAZIE PER L ATTENZIONE Valter Trocchi (valter-trocchi@live.com) Workshop: La gestione della Lepre e delle altre specie di fauna selvatica stanziale in provincia di Venezia Mestre, 19 maggio 2014 Provincia di Venezia, ATC VE1, ATC VE2, ATC VE3, ATC VE4
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