FOCUS RISTRETTO e FOCUS CONTRASTIVO IN ITALIANO

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1 FOCUS RISTRETTO e FOCUS CONTRASTIVO IN ITALIANO Cinzia Avesani * e Mario Vayra ** Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR Sezione di Padova Fonetica e Dialettologia **Università di Siena avesani@csrf.pd.cnr.it, vym@dns.unife.it SOMMARIO È stato scritto recentemente che i termini contrasto, focus, topic, tema costituiscono un campo minato dal punto di vista terminologico ed hanno ostacolato per anni la ricerca in pragmatica ed entro la teoria del discorso (Vallduvì & Vilkuna, 1998:80). In anni recenti tradizioni di ricerca di origine diversa si sono interessate ad un fenomeno noto come focus e molto è stato scritto sull argomento in fonologia, sintassi, semantica, pragmatica, psicolinguistica e linguistica computazionale. Oggetto del lavoro che qui presentiamo sono le nozioni di focus, portata del focus, contrasto e accento contrastivo. I dati sperimentali da noi raccolti suggeriscono che solo il tipo di focus (contrastivo vs non-contrastivo) è marcato intonativamente da accenti di tipo diverso, mentre la portata del focus (ampio vs ristretto) non lo è. 1. TOPIC, FOCUS, CONTRASTO E LA DISTINZIONE TRA DATO E NUOVO L idea che esista una distinzione tra il soggetto e il predicato grammaticale di una frase e la struttura soggetto-predicato associata alla semantica della frase risale alla seconda metà del XIX secolo con la nozione di soggetto e predicato psicologico (cfr., ad esempio, Paul, 1880). Alla Scuola di Praga si deve l inizio di una ricchissima tradizione di ricerca in quest area, tradizione che comincia con Mathesius (1928) e continua ancora ai giorni nostri (ad es., Hajicovà, 1991). Altri lavori fondamentali per influenza in questo campo sono quello di Halliday (1967) e, nella tradizione generativista, quelli di Chomsky (1971), Jackendoff (1972), Kuno (1972), Rheinhart (1981). I termini usati comunemente per soggetto psicologico includono topic, tema, ground; i termini alternativi a predicato psicologico includono focus, comment, rema. Topic e focus sono termini complementari: topic è what the sencence is about, focus what is predicated about the topic (cfr. Gundel & Fretheim, in corso di stampa). Benché la maggior parte degli autori concordino nel ritenere che i concetti di topic e focus abbiano un valore semantico/pragmatico, diversamente da nozioni puramente sintattiche quali soggetto e predicato, in sintassi generativa topic e focus sono oggi definiti direttamente a partire dalle strutture sintattiche (ad es., Kiss, 1998; Belletti, 1999). Ne deriva che la prima fonte di controversia in questo campo è legata all uso duplice che viene fatto di questi termini per riferirsi sia a categorie sintattiche e fonologiche che alla loro interpretazione semantico/pragmatica.

2 La seconda fonte di controversia è strettamente legata alla distinzione informazione data vs informazione nuova a cui viene normalmente associata la distinzione topicfocus. Secondo Gundel e Fretheim gran parte del disaccordo in letteratura va fatto risalire alla natura di tale associazione. Topic e focus sono stati associati rispettivamente ad accezioni diverse e indipendenti di dato e di nuovo che, non distinte sistematicamente ma fatte confluire in un unica categoria, hanno contribuito a generare confusione. Queste accezioni sono: dato/nuovo in senso relazionale e dato/nuovo in senso referenziale (cfr. anche Gundell, 1999). L opposizione dato/nuovo nell accezione relazionale implica una ripartizione della rappresentazione semantico-concettuale della frase in due parti complementari X e Y, delle quali una, X, è what the sentence is about e l altra, Y, è ciò che viene predicato di X. X è dato rispetto a Y, nel senso che è indipendente da ciò che è predicato in Y; Y è nuovo rispetto a X nel senso che rappresenta informazione nuova che viene asserita, interrogata ecc. rispetto a X. Questa accezione di dato/nuovo riflette il modo in cui viene rappresentato il contenuto informativo di un evento o stato di cose espresso dalla frase e il modo in cui debba essere stabilito il suo valore di verità. Nozioni come presupposizione-focus (Chomsky, 1971; Jackendoff, 1972), topic-comment, tema-rema sono esempi di coppie dato/nuovo in senso relazionale. Con dato/nuovo in senso referenziale ci si riferisce alla relazione tra un espressione linguistica e una entità corrispondente di tipo non linguistico nella mente del parlante/ascoltatore, nel modello del discorso o in qualche mondo reale o possibile (che dipende da dove si assume che i referenti o i significati di queste espressioni linguistiche risiedano). A questa categoria appartengono, ad esempio, nozioni come hearer-old/new e discourse-old/new proposta da Prince (1992), o la gerarchia del dato proposta da Gundel et alii (1993). I due tipi di dato/nuovo sono indipendenti 1 : i) Si possono dare casi in cui il focus della frase può contenere elementi che sono dati in senso referenziale. L esempio più evidente è quando il focus della frase corrisponde ad un pronome, che è un elemento referenzialmente dato in ogni accezione possibile. Ad esempio in (1B) (1) A. Chi ha comprato le brioches? B. Sivia i ha detto che LEI i ha comprato le brioches Il pronome lei è dato in senso referenziale (è presupposto, specifico, referenziale, identificabile, hearer old e discourse old), ma è anche, nello stesso tempo, nuovo in senso relazionale, perché sostituisce la variabile nella parte topicale della frase x ha comprato le brioches veicolando così l informazione nuova espressa nella frase subordinata. In quanto tale, riceve l accento focale dell enunciato. ii) Benché i due tipi di dato/nuovo siano entrambi proprietà della rappresentazione del significato, solo il binomio considerato in senso relazionale è una proprietà esclusiva 1 Anche Lombardi Vallauri (2002: cap. 4) richiama opportunamente l attenzione sulla distinzione tra il contenuto dell enunciato e il materiale linguistico che lo esprime, distinguendo nettamente le due nozioni, sottolineandone l indipendenza e restringendo dato/nuovo solamente alla sua accezione referenziale. La presentazione linguistica dell informazione nell enunciato è catturata con le categorie di tema/rema, nella cui definizione un riferimento importante è Cresti (1992). 2

3 delle rappresentazioni linguistiche (il dato/nuovo referenziale non è specificamente linguistico; può essere, ad esempio, una proprietà che caratterizza gli stimoli visivi). iii) Il dato referenziale è uno status determinato unicamente dalla conoscenza e dallo stato attenzionale dell interlocutore in uno specifico momento del discorso. Identificare il topic della frase solamente in termini dello stato referenziale delle entità che contiene porta ad una confusione concettuale tra due categorie interpretative distinte: topic come categoria relazionale e topic come centro dell attenzione corrente (cfr. la nozione psicologica di current focus of attention (ad es., Grosz & Sidner, 1986) e quella di backward looking center della Centering Theory (Walker et alii, 1998)). Lo stesso tipo di confusione concettuale si ha quando si facciano confluire le due categorie interpretative del focus: quella relazionale informazione predicata rispetto al topic, e quella referenziale l entità sulla quale il parlante vuole richiamare l attenzione dell interlocutore, evocando spesso un contrasto con altri referenti attivati dal contesto, membri potenziali di un insieme chiuso, che potrebbero occupare la stessa posizione nella frase. Gundel e Fretheim chiamano il primo tipo di focus informativo 2 e il secondo contrastivo (cfr. anche Chafe, 1976; Kiss, 1998; Zubizarreta, 1998; Frota 2000; Nespor & Guasti, 2002), definizioni che adotteremo anche noi in questa sede. 2. PORTATA DEL FOCUS E ACCENTI INTONATIVI Un ulteriore distinzione tipologica spesso assunta in letteratura fa riferimento al criterio della portata del focus. Secondo Ladd (1980), se il focus si estende all intera frase o a costituenti di dimensione superiore alla parola abbiamo casi di focus ampio o esteso. Nell esempio (3) l enunciato (3a) rappresenta un caso di focus ampio se risponde alla domanda implicita (3b) e la sua formalizzazione logica corrisponde a (3c): (3) a. [Giovanni ha prestato la bici a Luca] F b. [Che cosa è successo?] c. esiste almeno un x, tale che è successo x x= Giovanni ha prestato la bici a Luca Se il dominio focale comprende una sola parola avremo un caso di focus ristretto (Ladd, 1996:161) 3. In (4) l enunciato (4a) rappresenta un caso di focus ristretto se risponde alla domanda implicita (4b). La sua formalizzazione logica sarà quella rappresentata in (4c): (4) a. Giovanni ha prestato la bici a [Luca] F b. [A chi ha prestato la bici Giovanni?] c. esiste almeno un x, tale che Giovanni ha prestato la bici a x x = Luca In italiano, come in inglese e in molte altre lingue (ad esempio tedesco, olandese, portoghese, spagnolo bengali ecc.), il focus della frase è espresso nella struttura 2 Definito anche: semantico (Gundel, 1999), identificativo (Nespor & Guasti, 2002). 3 Si noti che anche in questo caso la terminologia varia. Mentre alcuni attribuiscono una portata ampia sia a foci coestensivi con la frase sia a foci coestensivi con costituenti minori rispetto alla frase ma superiori rispetto alla parola (cfr. Ladd, 1996; Lombardi Vallauri, 1998), altri (cfr., ad es., Zubizarreta, 1998) considerano ampia solo la portata frasale. 3

4 fonologica. In letteratura c è accordo sul fatto che i costituenti focalizzati siano marcati prosodicamente dalla presenza di un accento intonativo. Il problema centrale nella caratterizzazione del rapporto tra focus e prosodia riguarda i principi che governano il rapporto tra accento intonativo e dominio del focus. Uno dei temi più dibattuti in letteratura concerne, infatti, la capacità di un accento intonativo di marcare come focalizzato un costituente più ampio della parola a cui è associato ( focus projection, cfr. Chomsky, 1972). Una frase che abbia la prominenza maggiore (accento intonativo nucleare) sull ultima voce accentabile, come negli esempi (3) e (4), riproposta sotto come (5), può avere una varietà di interpretazioni rispetto all assegnazione del focus (cfr. anche Bresnan, 1971; Bresnan, 1972; Bolinger, 1985; Jackendoff, 1972; Ladd, 1980; Ladd, 1996; Culicover & Rochement; 1983; Gussenhoven, 1984; Gussenhoven, 1999; Selkirk, 1984; Selkirk, 1995). La collocazione dell accento in tale posizione permette di accettare l enunciato come risposta adeguata alle domande a-c, a cui corrispondono i relativi domini di focalizzazione, che in (5) includono rispettivamente il sintagma nominale, il sintagma verbale e la frase intera: (5) [Giovanni [ha prestato la bici a [Luca] a ] b ] c a. A chi ha prestato la bici Giovanni? b. Che cosa ha fatto Giovanni? c. Che cosa è successo? Non interessa qui approfondire le diverse posizioni che su tale questione sono state assunte in letteratura 4. Ciò che ci preme sottolineare è che in posizione finale di frase un accento intonativo può indicare foci di portata diversa, ampi (5c, 5b) o ristretti (5a) 5. E, inoltre, che un focus ristretto può, in dipendenza dal contesto, essere sia di tipo informativo che contrastivo 6, come nell esempio (6): (6) a. Giovanni ha prestato la bici alla sua ragazza? b. No. Giovanni ha prestato la bici a [LUCA] F In tale posizione possiamo, dunque, avere ambiguità legata sia sulla portata che alla natura del focus (cfr. anche Frascarelli, 1999). 4 Ad esempio, per Gussenhoven (1983) e Ladd (1983) la proiezione del focus è ristretta alla sequenza di un argomento e dei suoi predicati; per Selkirk (1984) si può estendere alla frase intera; per Bolinger (1985) la proiezione del focus non si può estendere al di là della parola accentata. 5 Se l ultimo accento intonativo cade in qualunque altra posizione nella frase il focus sarà di tipo ristretto (cfr. Ladd, 1996). 6 In certi contesti un espresisone può costituire il focus informativo della frase e nello stesso tempo rappresentare informazione contrastiva, come nell esempio seguente dovuto a Vallduvì & Vilkuna, (1988:85): A: A chi ha prestato il libro Giacomo? B: Giacomo ha prestato il libro solo a [LUCA] In (B) Luca è il focus informativo della frase perché, nel contesto della domanda a cui risponde, sostituisce la variabile nella proposizione aperta Giacomo ha prestato il libro a x e, insieme, rappresenta informazione contrastiva, nell ipotesi che solo richieda l associazione a un contrasto. Si tratta, quindi, di un espressione doppiamente focalizzata. 4

5 3. ACCENTI DIVERSI PER FOCI DIVERSI? Gussenhoven (1983) conferma per l inglese l esistenza di ambiguità tra una interpretazione ampia e una ristretta della portata del focus quando l accento intonativo sia finale di enunciato. La conferma proviene da un esperimento nel quale degli ascoltatori inglesi dovevano correlare specifiche strutture accentuali con interpretazioni focali ben definite: gli ascoltatori riuscivano ad assolvere il compito assegnato tranne nei casi in cui l accento intonativo era collocato in posizione finale di enunciato. 7 Se la posizione finale dell accento intonativo non aiuta a disambiguare la diversa portata del focus, ci si può chiedere se esista la possibilità di distinguere le diverse tipologie di focus attraverso il tipo di accento intonativo. In letteratura c è chi sostiene che il focus contrastivo non è marcato da un accento specifico, diverso da quello usato per marcare il focus informativo (ad esempio, Bolinger, 1989; Khramer & Swerts, 2001) e chi sostiene, invece, che il significato di contrasto può essere trasmesso prosodicamente attraverso l uso di accenti intonativi particolari. Questi differiscono dagli accenti intonativi usati per marcare il focus informativo perché sono più prominenti (cfr., ad es., Brown et alii, 1980; Ladd, 1983) o perché sono di tipo diverso (cfr., ad es., Chafe, 1974; Pierrehumbert & Hirschberg, 1990). In particolare, Pierrehumbert e Hirschberg propongono che l accento L+H* sia usato in inglese in contesti contrastivi, mentre H* sia usato quando il locutore intende marcare informazione nuova ma non contrastiva. Per quanto riguarda l italiano, i risultati di indagini sperimentali condotte contrastivamente in olandese e italiano sulla distribuzione dell informazione in sintagmi nominali complessi non hanno evidenziato differenze di prominenza legate al tipo di informazione (nuova o contrastiva) portata dai singoli costituenti dei sintagmi nominali (Swerts et alii, 1999; Swerts et alii, 2002). All interno di strutture frasali, invece, una differenza tra focus ampio informativo e focus ristretto contrastivo è stata rilevata per il pisano (Gili Fivela, 2002), varietà nella quale il primo tipo di focus è segnalato da un accento (L+)H* seguito da un tono di confine L, mentre il focus ristretto contrastivo è segnalato da un accento (L+)H*+L. Molti dati riguardano, invece, la relazione tra tipo di accento intonativo e portata del focus. In tutte le varietà analizzate fino ad oggi (palermitano, napoletano, fiorentino, pisano, barese) si è mostrato che focus ampio e focus ristretto sono segnalati da tipi diversi di accenti intonativi, accenti caratterizzati rispettivamente da un target tonale alto (H) e da uno basso (L). Il focus ampio è caratterizzato da un accento intonativo discendente H+L* in tutte le varietà (con l unica eccezione del pisano, in cui l accento associato al focus ampio è caratterizzato, come abbiamo visto, da un target H ed è stato analizzato come (L+)H*). Il focus ristretto è caratterizzato da un accento ascendente con target alto che è stato analizzato come monotonale H* in fiorentino (Avesani & Vayra, 2000) e come accento bitonale preceduto o seguito da un tono basso rispettivamente in napoletano (L+H*, cfr. D Imperio, 1999) e palermitano e barese (H*+L, cfr. Grice, 1995; Grice et alii, in corso di stampa). Tale situazione può portare a ritenere che la posizione finale dell accento intonativo nucleare non induca alcuna ambiguità di interpretazione nella portata del focus in italiano, perché focus ampio e ristretto sono sempre associati ad accenti intonativi di tipo diverso. 7 I risultati dimostravano anche che gli ascoltatori erano capaci di disambiguare tra una lettura ampia ed una lettura ristretta del focus quando oltre ad un accento intonativo finale (nucleare) erano presenti anche accenti prenucleari. L assenza di accenti prenucleari portava inequivocabilmente ad una lettura ristretta della portata del focus. 5

6 Sfortunatamente, però, non tutti i dati dei lavori precedenti consentono in modo inequivocabile di distinguere i riflessi prosodici del focus ristretto contrastivo da quelli del focus ristretto informativo. Solo per la varietà barese (Grice et alii, in corso di stampa) sappiamo che le dichiarative con focus ristretto informativo sono prodotte con lo stesso tipo di accento intonativo usato per le dichiarative con focus ampio informativo (H+L*), dato che ci fa concludere che in quella varietà sia presente lo stesso tipo di ambiguità nell interpretazione della portata focus riscontrata per l inglese e altre lingue germaniche. Una proposta recente suggerisce che focus ristretto informativo e contrastivo abbiano diverse rappresentazioni fonologiche (Nespor & Guasti, 2002). Le autrici sostengono che l albero prosodico di una frase con focus contrastivo è soggetto a ristrutturazioni che ne cambiano la scansione prosodica (phrasing), mentre frasi con focus ristretto identificativo (che coincide con il nostro focus ristretto informativo) non sono soggette a tale ristrutturazione. In particolare, se, come nella frase (6a), il focus contrastivo si estende sull ultimo nodo forte di un sintagma fonologico, ad esempio su biscotti, immediatamente dopo verrà inserito un confine di sintagma intonativo come indicato in (6b) (6) a. [Mangerà tre biscotti con ilcaffelatte] I b. [Mangerà tre BISCOTTI] I [con il caffelatte] I È chiaro, comunque, che tale ristrutturazione può essere di aiuto nel disambiguare le due letture del focus ristretto solo nel caso che il costituente focale si trovi in posizione non finale di frase: nel caso in cui il costituente focale coincida con l ultimo sintagma fonologico del sintagma intonativo esso sarà già seguito da un confine di sintagma intonativo e la differenza verrà neutralizzata. In questo articolo vogliamo verificare se esiste una differenza nella realizzazione intonativa del focus ristretto informativo e contrastivo. Analizzeremo enunciati in cui i due tipi di foci si estendono sull ultimo costituente frasale. In tale posizione, come abbiamo appena visto, possibili effetti di ristrutturazione nella scansione prosodica sono neutralizzati. Pertanto, se esiste una differenza nella produzione di questi due tipi di foci sarà interamente da attribuire al tipo di accento intonativo selezionato dai parlanti. Le analisi che seguono sono dedicate a stabilire quale tipo di rappresentazione in termini di fonologia autosegmentale-metrica dell intonazione si possa adeguatamente assegnare all accento intonativo che marca il focus contrastivo, basandoci su dati fonetici relativi alla collocazione temporale (allineamento) e all altezza relativa (scaling) dei punti target che definiscono tali andamenti. Il tipo di argomentazione è in linea con quanto proposto e discusso recentemente in letteratura, ad esempio da Pierrehumbert & Steele, 1989; Silverman & Pierrehumbert, 1990; Grice, 1995; Prieto et alii, 1995; Arvaniti et alii, 2000; Avesani & Vayra, 2000; Marotta 2000; D Imperio, 2001; D Imperio, 2002; Frota, 2002; Gili Fivela, METODO Abbiamo analizzato una serie di frasi nelle quali la parola finale rappresenta un caso di focus contrastivo o di focus identificativo (cfr. Tav. 1). Le frasi sono state inserite in brevi brani dialogici concepiti per: a) fornire l insieme appropriato di presupposizioni che portino ad una lettura della frase con focus identificativo finale e b) fornire un 6

7 contesto che evochi un insieme chiuso di alternative al referente della parola finale di frase, atto a portare ad una lettura della frase con focus contrastivo finale (cfr. appendice). In ciascuna frase la struttura accentuale della parola target è sistematicamente variata per ottenere una serie che comprenda parole ossitone, piane, sdrucciole, bisdrucciole ( va, Gio vanni / valium, vandali, con validano ). La sillaba tonica può essere iniziale o interna alla parola; può essere seguita da un numero di sillabe atone che varia da 0 a 3; può essere preceduta da un intervallo interaccentuale pari a 2 o 4 sillabe. La struttura della sillaba tonica è la seguente: C 1 V o C 1 VC 2, dove C 1 =/v/, V= /a/ and C 2 =/n, l/. Il corpus è stato letto 5 volte da 3 locuri fiorentini in modo molto naturale, alla velocità più confortevole per ciascuno di essi. Di queste, abbiamo analizzato 4 ripetizioni. Le 144 frasi ottenute sono state digitalizzate a 44KHz, sottocampionate a 11 KHz e analizzate acusticamente con PRAAT 8. Sulla sillaba tonica e pretonica i punti iniziali e finali del movimento tonale rilevante, che chiamiamo targets fonetici h (high) e l (low), sono stati identificati secondo i criteri seguenti: h = è il massimo locale di f 0 alla fine di un movimento ascendente. Nel caso la sillaba sia interessata non da una salita ma da un movimento alto-costante di f 0 (plateau) h corrisponde all ultimo punto del plateau (cfr. D Imperio, 2002). Se il plateau è lievemente discendente, h corrisponde al punto in cui la discesa cambia velocità ed inizia una discesa ripida. l = corrisponde ad un minimo locale all inizio di un movimento ascendente o alla fine di uno discendente di f 0, che precede o segue un massimo locale, e che si mantiene costante per almeno 3 frames (cfr. Avesani & Vayra, 2000). Il valore scelto è il primo di tali frames. L allineamento di h e l ai segmenti è considerato in relazione all onset della sillaba e viene espresso in termini percentuali rispetto alla durata dell unità di riferimento. Non abbiamo preso in considerazione l allineamento rispetto all onset vocalico perché i due tipi di misurazioni hanno dato risultati equivalenti nella valutazione dell allineamento dell accento intonativo in frasi con focus informativo di portata ampia (cfr. Avesani & Vayra, 2003). Focus contrastivo Giovanni ci [VA] F Ho regalato la lavagna a [GIOVANNI] F Sono stati i [VANDALI] F Focus informativo Penso che dirà che gli [va] F Mi ha dato [del valium] F Si erano rotte [le valvole] F Guarda che loro i progetti li [CONVALIDANO] F Hanno detto che lo [convalidano] F Tavola 1: Corpus dell esperimento 5. RISULTATI 5.1 Focus contrastivo I nostri locutori producono l accento nucleare delle frasi dichiarative con focus contrastivo in modo diverso. Uno di essi (RR) produce in 15 casi su 16 sia la sillaba 8 Le segmentazioni nelle figure sono ottenute con PitchWorks. 7

8 tonica che la sillaba atona pretonica della parola focalizzata con un target alto, realizzato o come un picco di f 0 o come un plateau. Le altre due locutrici (SS e MF) producono la sillaba tonica della parola focalizzata con una salita ripida, rappresentabile in termini della successione di un target l e di uno h; l inizio della salita (l) si può collocare immediatamente prima dell onset della sillaba tonica e la fine (h) entro la tonica (SS, 16/16 casi); oppure la salita può iniziare e terminare entro la sillaba tonica (MF, 11/16 casi). La figura 1 mostra l andamento intonativo di una frase con focus contrastivo sulla parola finale di frase prodotta dal locutore RR. La figura 2 mostra l andamento intonativo della stessa frase prodotta da SS. tones words L- L- L- H+ H* L-L% # guarda che loro i progetti li con 'va li dano Hz ms Figura 1: Forma d onda, andamento di ampiezza e f 0 della frase Guarda che loro i progetti li convalidano, pronunciata dal locutore RR tones words H* H+L* H+L* L+ H* L-L% # guarda che loro i progetti li con v a li da no Hz ms Figura 2: Forma d onda, andamento di ampiezza e f 0 della frase Guarda che loro i progetti li convalidano, pronunciata dalla locutrice SS HH: altezza e allineamento alla sillaba La figura 3 mostra l andamento di f 0 sulla parola focalizzata contrastivamente convalidano enunciata dal locutore RR; le curve corrispondono alle quattro ripetizioni della frase. Acusticamente, la sillaba tonica e la sillaba pretonica appaiono di pari altezza; percettivamente sono entrambe molto prominenti sia in questa serie di 8

9 enunciati, sia nelle diverse ripetizioni degli enunciati in cui la parola focalizzata è ossitona, parossitona e proparossitona. 150 H H RR-FC con 'va li dano Figura 3: Quattro ripetizioni della parte finale della frase Guarda che loro i progetti li CONVALIDANO pronunciate dal locutore RR con focus contrastivo finale La figura 4 rappresenta la distribuzione dei punti massimi nelle due sillabe contigue e la loro altezza. In ascissa sono indicate le durate normalizzate dei singoli punti misurati, in ordinata i valori in Hz normalizzati. In ascissa, hanno valori negativi i punti misurati nella sillaba pretonica, valori positivi quelli nella tonica; 0 rappresenta il confine tra pretonica e tonica. F0 normalizzata 1,25 1,2 1,15 1,1 1,05 1,95,9,85,8 H sillaba pretonica sillaba tonica -,6 -,4 -,2 0,2,4,6,8 Posizione nella sillaba. Durata normalizzata H convalidano vandali Giovanni va Figura 4: Altezza e posizione nella sillaba pretonica e tonica dei target h relativi alle frasi con focus contrastivo del locutore RR Ad esempio, un punto che abbia valore 4 in ascissa significa che rispetto alla fine della sillaba pretonica è collocato a una distanza pari al 40% della durata totale della sillaba e rispetto all inizio della sillaba a una distanza pari al 60% della sua durata. Un punto che abbia valore 6 è collocato rispetto alla fine della sillaba tonica a una distanza pari al 40% della durata totale e rispetto all inizio della tonica a una distanza pari al 60% della durata totale della sillaba. In ordinata, un punto che abbia ad esempio valore 1 significa 9

10 che è di altezza pari alla frequenza fondamentale media della frase in cui si colloca quel target. Un analisi della varianza a due vie condotta sui dati relativi all altezza della pretonica e della tonica i cui fattori sono l affiliazione del target (alla sillaba pretonica o tonica) e il numero di sillabe postoniche (da 0 a 3), mostra che l affiliazione al tipo di sillaba non induce differenze statisticamente significative nell altezza dei targets (F:(1,22)=0,034 p=.85). Al contrario, sia la distanza dal confine di parola/frase, sia l interazione tra i due fattori considerati risultano significativi (rispettivamente: F(3,22)= 22,19 p=.<.0001; (F(3,22)=3,75 p=.02). Una serie di test post hoc condotti per indagare ulteriromente su tale interazione rivela che è l altezza della coppia di targets h a cambiare significativamente col variare delle condizioni contestuali: la loro altezza è sensibile alla prossimità del confine di parola/frase e diminuisce in progressione lineare a partire dalle frasi con parole parossitone (tutti i confronti tra coppie di frasi sono significativi ad accezione della coppia Giovanni vs va e convalidano vs va : Games/Howell post-hoc test). Considerando la collocazione temporale dei targets rispetto alla sillaba, notiamo che entrambi sono allineati centralmente rispettivamente alla tonica e alla pretonica. Nella tonica, h si allinea non prima del 26% della durata della sillaba e non oltre il 68%; in quella pretonica h si allinea non prima del 46% e non oltre l 83% della durata della sillaba. Per valutare se tale variazione nell allineamento sia legata al variare delle condizioni contestuali, abbiamo condotto una serie di analisi della varianza a una via per verificare se i targets mostrino spostamenti statisticamente significativi possibilmente legati: i) alla posizione della sillaba tonica nella parola e, quindi, al numero di sillabe atone che la separano dal tono di confine associato al sintagma intonativo (da 0 a 3); ii) alla presenza di un confine di parola tra i due targets (la sillaba pretonica può comparire nella stessa parola della tonica o nella parola precedente); iii) alla grandezza dell intervallo interaccentuale precedente e, dunque, alla distanza che separa il target dai toni che lo precedono (2 o 4 sillabe atone). Le verifiche ai punti i) e iii) sottendono l ipotesi che la vicinanza temporale dei toni possa dare origine ad una competizione nei gesti articolatori che li producono. Se due toni, ad esempio un tono accentuale e un tono di confine, devono essere prodotti nella stessa unità linguistica (ad esempio una sillaba tonica), come nel caso di una sillaba accentata nucleare, il target del tono accentuale può retrocedere nella sillaba per permettere al target del tono di confine di essere prodotto ( tonal repulsion ). Se i targets tonali non mostrano variazioni significative del loro allineamento indotte o dalla composizione tonale dell enunciato (contiguità con altri toni) o dalla presenza di un confine prosodico (di parola) siamo legittimati a pensare che siano eventi di natura fonologica, toni, che entrano nella composizione di un accento intonativo. Per quanto riguarda la sillaba tonica, l analisi della varianza mostra che l allineamento di h rispetto all onset della sillaba non varia al variare del numero delle sillabe postoniche (F(3,11)=2,511 p=112). Per quanto riguarda la sillaba pretonica, l analisi della varianza mostra che la posizione di h rispetto all onset della sillaba non varia significativamente né in relazione alla presenza/assenza di un confine di parola seguente (F(3,11)=0,045 p=.834), né in relazione al numero di sillabe atone che costituiscono 10

11 l intervallo interaccentuale (F(1,13)=0,601 p=.452). Questi risultati permettono di concludere che i targets considerati sono stabilmente allineati, rispettivamente, alla sillaba pretonica e tonica e che tale allineamento non è sensibile al contesto. Possono quindi essere considerati toni H che entrano nella composizione di un accento intonativo bitonale H+H*, usato da RR per veicolare il focus contrastivo in posizione finale di frase LH: altezza e allineamento alla sillaba Le altre due locutrici usano una configurazione diversa per realizzare l accento nucleare del focus contrastivo. Come mostra la figura 2, si tratta di un andamento ascendente il cui picco è allineato centralmente alla sillaba tonica. Le figure 5 (locutrice SS) e 6 (locutrice MF 9 ) mostrano, rispettivamente, i dati normalizzati relativi alla posizione nella sillaba e all altezza del punto di attacco (l) e della fine (h) della salita di f 0. Si può notare come per entrambi i soggetti il picco di f 0 si allinei non prima del 35% e non oltre 85% della durata della sillaba tonica (rispettivamente: SS = 40%-78,5%; MF = 34%-85%). Analisi della varianza a una via condotte separatamente per i due soggetti mostrano che la posizione del target h non varia in modo statisticamente significativo al variare del numero di sillabe atone postoniche (SS: F(3,12)=16,729 p=.0001; MF: F(3,7)=1,186 p=.382); anche se, per MF, i dati mostrano una tendenza di h ad allinearsi prima nella sillaba tonica nel monosillabo rispetto ai polisillabi. Le due locutrici differiscono, invece, nell allineamento del target l. Per SS il punto di attacco della salita è stabilmente allineato alla fine della sillaba pretonica (non prima dell 82% e non oltre la fine della sillaba), non mostra variazioni significative dovute alla grandezza dell intervallo interaccentuale precedente (F(1,14)=1,655, p=.21), né alla presenza di un confine di parola seguente (F(1,14)=3,653, p=.077). Per MF, invece, l si allinea con la sillaba pretonica solo nel caso in cui il focus contrastivo cada su una parola monosillabica; se la parola è polisillabica, l è realizzato all interno della sillaba tonica. Questa variabilità di allineamento non risulta, però, determinata né dalla grandezza dell intervallo interaccentuale precedente (F(1,9)=0,753, p=.4), né dalla presenza di un confine di parola seguente (F(1,9)=0,682, p=.43); risulta legata, invece, alla struttura della parola su cui cade l accento nucleare: mono o polisillabica (F(1,9)=6,569, p=.03), e alla distanza della sillaba accentata dal confine di parola/frase (F(3,7)=9,163, p=.008). MF produce, quindi, un accento ascendente che, nel caso di parola monosillabica, è caratterizzato da una salita che termina nella sillaba tonica anticipatamente rispetto a parole polisillabiche anche se la variazione non risulta significativa e il cui inizio è significativamente arretrato tanto da spostare la sua collocazione temporale alla sillaba pretonica. Questi dati sono compatibili con una rappresentazione bitonale LH dell accento intonativo. Nel caso della locutrice SS, il tono H è associato alla sillaba tonica nucleare e il tono L alla sillaba atona prenucleare; nel caso di MF entrambi i toni risultano associati alla sillaba tonica nucleare. La rappresentazione proposta è dunque L+H* per SS e (L+H)* per MF (cfr. Marotta, 2000). 9 L accento del focus contrastivo è realizzato da questa locutrice come una salita che interessa la sillaba tonica in 11 casi su 16; in 2 casi l accento è una salita in cui non è dato individuare un punto di attacco sulla sillaba stessa o sulla sillaba immediatamente precedente; in 3 casi come una discesa che ha inizio sulla sillaba pretonica e si conclude entro la sillaba tonica. Nella figura 5 sono rappresentati solo i dati relativi agli andamenti ascendenti nei quali è chiaramente individuabile un punto di attacco della salita immediatamente prima dell onset della tonica o entro la tonica. 11

12 1,4 1,3 pretonica tonica 1,2 F0 nor ma lizz ata 1,1 1,9,8 L H,7,6 -,4 -,2 0,2,4,6,8 1 Posizione nella sillaba. Durata normalizzata Figura 5: Altezza e posizione nella sillaba pretonica e tonica dei targets l e h relativi alle frasi con focus contrastivo della locutrice SS 1,8 1,6 pretonica tonica F0 normalizzata 1,4 1,2 1,8 L H,6 -,4 -,2 0,2,4,6,8 1 Posizione nella sillaba. Durata normalizzata Figura 6: Altezza e posizione nella sillaba pretonica e tonica dei targets l e h relativi alle frasi con focus contrastivo della locutrice MF Riassumendo, i nostri locutori producono la sillaba nucleare del costituente in focus contrastivo con andamenti intonativi alti (RR) o ascendenti (SS, MF), i cui massimi e minimi non mostrano variabilità significativamente legata al contesto e che, pertanto, possono essere considerati toni H e L. La successione temporale dei toni HH e LH su sillabe contigue e il loro stabile allineamento entro ciascuna di esse portano a ritenere che la loro organizzazione fonologica possa essere quella di un accento intonativo bitonale entro il quale solo il secondo tono H è associato alla sillaba tonica. La differenza di realizzazione tra i locutori risiede nel tipo di tono che precede (leading tone): H per RR e L per SS e MF. I due accenti intonativi, pertanto, risultano essere H+H* e L+H* (quest ultimo con la variante (L+H)*). La figura 7 esemplifica i due accenti, H+H* (linea continua, locutore RR) e L+H* (linea tratteggiata, locutrice SS), rappresentando la media normalizzata su base sillabica della f 0 del costituente focalizzato contrastivamente. 12

13 Figura 7: Media normalizzata dell andamento di f 0 sul costiruente focalizzato contrastivamente della frase Guarda che loro i progetti li convalidano. Linea continua: locutore RR; linea tratteggiata: locutrice SS 5.2 Focus informativo Anche nel caso delle frasi con focus informativo abbiamo due diversi tipi di andamenti che realizzano l accento intonativo. tones words H* H L L-L% mi ha dato del v a lium Hz ms Figura 8: Forma d onda, andamento di ampiezza e f 0 della frase Mi ha dato del valium, pronunciata dalla locutrice SS Nella figura 8 è rappresentato il tipico andamento discendente prodotto da una locutrice nella totalità dei casi (SS), e dagli altri due locutori nella maggioranza dei casi (rispettivamente: 58% e 66%), per un totale pari al 75% dei casi sui 3 locutori. La sillaba tonica è prodotta con una marcata discesa di f 0, che origina nella sillaba atona precedente e termina nella vocale tonica. Dal punto minimo che costituisce il target fonetico della discesa, la curva di f 0 continua piatta, sugli stessi valori. La configurazione alternativa con la quale viene realizzata la sillaba tonica nel restante 25% dei casi è mostrata nella figura 9. L andamento sulla sillaba è ascendentediscendente: ciò che serve notare è che, diversamente dall accento precedente, il picco è 13

14 realizzato entro la sillaba tonica (non nella pretonica) e la discesa raggiunge il suo target al di là del confine sillabico (non entro la sillaba). tones words mi ha H* dato il H v a L-L% lium 150 Hz ms Figura 9: Forma d onda, andamento di ampiezza e F0 della frase Mi ha dato del valium, pronunciata dalla locutrice MF HL: altezza e allineamento alla sillaba Consideriamo, nella figura 10, i dati relativi all altezza e allineamento del primo tipo di andamento, quello discendente esemplificato nella figura H L 1,3 1,2 tonica 1,1 F0 normalizzata 1,9,8,7,6 va valium valvole,5,4 pretonica -1 -,8 -,6 -,4 -,2 0,2,4,6,8 1 Posizione nella sillaba. Durata normalizzata Figura 10: Altezza e posizione nella sillaba pretonica e tonica dei targets h e l relativi alle frasi con focus informativo. Locutori RR, SS, MF L allineamento del punto iniziale della discesa (h) sulla sillaba pretonica e di quello finale (l) sulla tonica non sono ben distinti in due nuvole separate di punti. Ci sono alcuni dati relativi al target h delle frasi con parola piana ( valium ) e sdrucciola 10 I dati sono relativi alle frasi con parola ossitone, piane e sdrucciole. Abbiamo ritenuto di dover escludere i dati relativi alle produzioni bisdrucciole di due locutori a causa di problemi nelle registrazioni. Pertanto, anche i dati relativi alle frasi bisdrucciole del terzo locutore sono stati esclusi delle statistiche. 14

15 ( valvole ) che si dispongono sul confine tra le due sillabe o all onset della sillaba tonica. 1,3 1,2 1,1 H L tonica F0 normalizzata 1,9,8,7,6 SS RR MF,5 pretonica,4-1 -,8 -,6 -,4 -,2 0,2,4,6,8 1 Posizione nella sillaba. Durata normalizzata Figura 11: Altezza e posizione nella sillaba pretonica e tonica dei targets h e l relativi alle frasi con focus informativo. Locutori RR, SS, MF Questi risultano prodotti dalla locutrice MF (cfr. Fig. 11), per la quale la discesa è interamente concentrata sulla sillaba tonica. Per gli altri due locutori, invece, il target h è allineato alla pretonica (non prima del 27% e non oltre il 79,5% della durata della sillaba), il target l alla tonica (non prima del 41% e non oltre l 86% della durata della sillaba). Separando le produzioni dei diversi locutori ci si accorge che, considerati singolarmente, l allineamento dei targets è sistematico all interno di due sillabe contigue, atona e tonica, per RR e SS, ed entro la sola tonica per MF. Una serie di analisi della varianza condotte sui singoli locutori mostrano che per MF sia h che l non variano significativamente al variare del numero di sillabe postoniche (l: F(2,4)=3.552 p=.129) né dell intervallo interaccentuale (h: F(1,6)=.322 p=.591). Per gli altri due locutori, invece, il contesto influisce significativamente sull allineamento di uno dei due target. Per RR è il target h che varia al variare della distanza dal tono che lo precede (F(1,5)= p=.022), per SS è l a variare con la distanza dal confine di sintagma intonativo (F(2,9)=18.86 p=.0006). Per la locutrice MF la distribuzione e l allineamento dei targets suggeriscono una rappresentazione dell accento come (H+L)*. Per gli altri due locutori, i dati indicano una certa variabilità nell allineamento della discesa ai segmenti, ristretta o all attacco o al punto finale della discesa; tale variabilità non risulta, peraltro, la stessa nei due locutori e non tale da far anticipare l attacco della discesa alla sillaba precedente la pretonica o posticipare la fine della discesa alla sillaba postonica. L andamento dell accento intonativo resta, insomma, saldamente ancorato alle due sillabe contigue e, almeno impressionisticamente, non risulta percettivamente diverso nelle diverse frasi analizzate. Pensiamo, pertanto, che sia legittimo proporre per tale accento la rappresentazione H+L* H: altezza e allineamento alla sillaba L accento alternativo col quale RR e MF realizzano il focus informativo è di tipo ascendente. Nella figura 12 sono confrontati l andamento di f 0 sulla stessa parola 15

16 focalizzata in tre ripetizioni della frase Mi ha dato del valium pronunciate da SS con andamento discendente e da RR con andamento ascendente. Le curve sono allineate rispetto all onset della sillaba tonica. 180 L SS H RR 50 0 v a Time (s) Figura 12: Tre ripetizioni della parte finale della frase Mi ha dato del valium con focus informativo finale pronunciate da RR e SS con due accenti differenti Come si può notare, sulla vocale tonica delle frasi prodotte da RR viene raggiunto un massimo locale entro il range del locutore, mentre nel caso di SS viene raggiunto un minimo. La sillaba pretonica non è percettivamente prominente; la salita sulla consonante è interamente dovuta alle caratteristiche articolatorie della fricativa sonora labiodentale e l allineamento del target h non varia al variare del numero di sillabe postoniche (F(1,6)=2.106 p=.196). Queste considerazioni portano a ritenere che questo tipo di accento intonativo sia rappresentabile come H*. lium 6. DISCUSSIONE In base all analisi dei dati possiamo concludere che il focus contrastivo e il focus informativo, nella varietà di italiano qui studiata, sono realizzati prevalentemente con accenti intonativi diversi: bitonale con target alto, H+H* o L+H* 11 per il focus contrastivo (87% dei casi), bitonale con target basso H+L* per il focus identificativo (75% dei casi). I due tipi di focus sono dunque distinti, nella varietà di italiano qui presa in considerazione, in base alla loro realizzazione prosodico-accentuale (cfr. Tav. 2). In particolare, la nostra analisi indica che esiste un accento specifico per segnalare il focus contrastivo, risultato che è compatibile con quanto sostenuto in Pierrehumbert & Hirschberg (1990) e recentemente dimostrato da Selkirk (2002) per l inglese, da Frota (2000) per il portoghese e da Face (2001) per lo spagnolo. Non è invece compatibile con i risultati riportati in Krahmer & Swerts (2001) per l olandese. 11 L accento focale contrastivo era stato rappresentato precedentemente come H* (Avesani & Vayra, 2000). Si veda anche Avesani (in corso di stampa) per ulteriori motivazioni sulla revisione della rappresentazione. 16

17 Accento intonativo Focus contrastivo H* 4% 25% L+H* 56% 3% H+H* 31% 0 H+L* 8% 75% Focus identificativo Tavola 2: Distribuzione degli accenti intonativi nei due tipi di focus. Tutti i locutori I dati rivelano anche una certa variabilità nella produzione degli accenti intonativi, legata sia al singolo locutore sia all uso che di un accento viene fatto per veicolare le due diverse letture del focus. Abbiamo visto che dei tre locutori una, MF, tende a produrre accenti intonativi bitonali che condividono con quelli prodotti dagli altri locutori la stessa composizione tonale LH o HL, ma il cui allineamento ai segmenti è ristretto alla sillaba tonica. Abbiamo per questo adottato una notazione che indica come in questi accenti entrambi i toni siano associati alla sillaba accentata: (L+H)*, (H+L)* (cfr. Marotta, 2000; Arvaniti, 2000). In tutti gli altri casi, invece, solo il tono asteriscato è associato alla sillaba tonica e quello che lo precede lo è alla pretonica (cfr. Grice, 1995). Accenti di tipo (T+T)*, in cui entrambi i toni sono associati alla sillaba tonica, e accenti T+T*, in cui solo uno dei due toni vi è associato, risultano essere varianti, sia nel caso di accento focale contrastivo LH, sia in quello di accento focale identificativo HL: non si dà, infatti, il caso in cui un locutore usi allineamenti diversi di una medesima sequenza tonale (ad es. (T+T)* vs T+T*) per marcare tipi di focus diversi (contrastivo vs identificativo). Accento H* L+H* H+H* H+L* Focus FC FI FC FI FC FI FC FI Locutori SS 100% % RR 0 41,6% 93,7% 0 6,2% 58,3% MF 12% 33,3% 69% 0 19% 66,6% Tavola 3: Distribuzione degli accenti intonativi nei due tipi di focus ripartita tra i singoli locutori La seconda fonte di variabilità è legata al tipo di accento usato per marcare un determinato tipo di focus. La distribuzione degli accenti prodotti dai diversi locutori (cfr. Tav. 3) mostra che l accento intonativo alternativo a quelli maggiormente usati da RR e MF per marcare entrambi i tipi di foci è H*. Considerando che H* è anche l accento intonativo più usato in posizione prenucleare, si può ipotizzare che costituisca una sorta di accento non marcato, che i parlanti usano per indicare la salienza del referente e il suo status di informazione referenzialmente nuova, lasciando al contesto il compito di disambiguare la natura del focus. Bisogna comunque notare che la variabilità descritta non è tale da impedire che, entro il sistema di ciascun locutore, foci diversi siano sempre (SS) o prevalentemente (RR, MF) segnalati da accenti diversi. Si può, dunque, prevedere che foci diversi (contrastivo vs informativo) di portata ristretta nella stessa posizione finale di frase non daranno origine ad ambiguità di interpretazione. Ambiguità che può sorgere, invece, nella risoluzione della portata del focus (ampia vs ristretta). I nostri risultati, infatti, indicano che il focus informativo con portata ristretta in frasi dichiarative è marcato dallo stesso accento H+L* usato dai 17

18 locutori fiorentini per marcare il focus informativo con portata ampia (cfr. Avesani, 1995; Avesani & Vayra, 2003). In conclusione, la nostra analisi permette di sostenere che solo il tipo di focus è marcato intonativamente da accenti di tipo diverso, mentre la portata del focus non lo è. BIBLIOGRAFIA Arvaniti, A., Ladd, D. R. & Mennen, I. (2000) What is a starred tone? Evidence from Greek. In Papers in laboratory phonology V (M. Broe & J. Pierrehumbert, eds.), pp Cambridge: Cambridge University Press. Avesani, C. (2003) La prosodia del focus ristretto contrastivo. Un accento particolare? In Atti delle XIII Giornate di Studio del GFS, La coarticolazione, Pisa, Novembre 2002 (G. Marotta & N. Nocchi, a cura di), pp Avesani, C. & Vayra, M. (2003) Broad, narrow and contrastive focus in Florentine Italian. In Proceedings of the 15th International Congress of Phonetic Sciences, Barcellona, 4-9 August Avesani, C. & Vayra, M. (2000) Costruzioni marcate e non marcate in italiano. Il ruolo dell intonazione. In Atti delle X Giornate di Studio del GFS, La coarticolazione, Napoli, dicembre 1999 (D. Locchi, a cura di), pp Belletti, A. (1999) Inversion as focalization, Catalan Working Papers in Linguistics, 7, Bolinger, D. (1985) Intonation and its parts. London: Edward Arnold. Bolinger, D. (1989) Intonation and its uses: melody in grammar and discourse. London: Edward Arnold. Bresnan, J. (1971) Sentence stress and syntactic transformations, Laguage, 47, Brown, G., Currie, K. & Kensworthy, J. (1980) Questions of Intonation. London: Croom Helm. Brunetti, L. (2002) On the difference between two focus positions in italian, Quaderni del Dipartimento di Linguistica, Università di Firenze, 12, Chafe, W. (1976) Giveness, contrastiveness, definiteness, subjects, topics and point of view. In Subject and topic (C. Li, ed.), pp New York: Academic Press. Chomsky, N. (1971) Deep structure, surface structure and semantic interpretation. In Sematics, an interdisciplinary reader in linguistics, philosophy and psychology (D. Steinberg & L. Jakobovits, eds.), pp Cambrigde: Cambridge University press. Cresti, E. (1992) Le unità d informazione e la teoria degli atti linguistici. In Atti del XXIV Congresso Internazionale di Studi della SLI, Linguistica e pragmatica (G. Gobber, a cura di), pp Roma: Bulzoni. Culicover, P. & Rochemont, M. (1983) Stress and focus in English, Language, 59, D Imperio, M. (1999) Tonal structure and pitch targets in Italian focus constituents. In Proceedings of the 14th International Congress of Phonetic Sciences, San Francisco, 1-7 August 1999 (J. J. Ohala, Y. Hasegawa, M. Ohala, D. Granville & A. C. Bailey, eds.), pp Berkeley: University of San Francisco. D Imperio, M. (2001) Tonal alignment, scaling and slope in Italian question and statement tunes. In Proceedings of Eurospeech 2001, vol. 1, pp D Imperio, M. (2002) Languge-specific and universal constraints on tonalalignment: the nature of targets and anchors. In Speech Prosody Proceedings of the 1st International Conference on Speech Prosody, Aix-en-Provence, April 2002 (B. Bel & I. Marlien, eds.), pp Tokyo: Keikichi Hirose Laboratory. Face, T. (2001) Focus and early peak alignment in Spanish intonation, Probus, 2, Frascarelli, M. (1999) The prosody of Focus in Italian (and the syntax-phonology interface), Probus, 11, 2, Frota, S. (2000) Prosody and Focus in European Portuguese. New York: Garland. Frota, S. (2002) Tonal association and target alignment in European Portuguese nuclear falls. In Laboratory Phonology VII (C. Gussenhoven & N. Warner, eds.), pp Berlin: Mouton de Gruyter. Gili Fivela, B. (2002) Tonal alignment in two Pisa Italian peak accents. In Speech Prosody Proceedings of the 1st International Conference on Speech Prosody, Aix-en-Provence, April 2002 (B. Bel & I. Marlien, eds.), pp Tokyo: Keikichi Hirose Laboratory. Grice, M. (1995) Leading tone and downstep in English, Phonology, 12,

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