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1 I MINIBOND: nuovi canali di finanziamento alle imprese a supporto della crescita e dello sviluppo 15Luglio 2015 IL FONDO DIFONDI PRIVATE DEBT Dr. Gabriele Cappellini Amministratore Delegato Fondo Italiano di Investimento SGR S.p.A.

2 IL FONDO DI FONDI PRIVATE DEBT I MINIBOND: nuovi canali di finanziamento alle imprese a supporto della crescita e dello sviluppo Gabriele Cappellini- Roma, 15 luglio 2015

3 AGENDA FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO SGR, LA SOCIETÀ DI GESTIONE IL MERCATO DEL PRIVATE DEBT IN ITALIA F-o-F PRIVATE DEBT: CARATTERISTICHE PRINCIPALI 2

4 AGENDA FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO SGR, LA SOCIETÀ DI GESTIONE IL MERCATO DEL PRIVATE DEBT IN ITALIA F-o-F PRIVATE DEBT: CARATTERISTICHE PRINCIPALI 3

5 FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO: LA SGR Fondo Italiano d Investimento SGR SpA («FII» o «SGR») Operativa dal novembre 2010, nasce come progetto condiviso tra Ministero dell Economia e delle Finanze, ABI, Confindustria, Cassa Depositi e Prestiti, Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banca Monte dei Paschi di Siena e Istituto Centrale delle Banche Popolari, con l obiettivo di dare impulso alla crescita patrimoniale e manageriale delle imprese italiane di piccole e medie dimensioni con l ambizione di creare un importante nucleo di «medi campioni nazionali». La SGR è riconosciuta dal mercato come realtà solida, professionale e concreta nel modo di operare e ha consolidato il proprio ruolo di leadership nel mercato italiano: - del private equity (sia diretto che tramite fondi gestiti da terze parti); - del private debt e venture capital (tramite attività Fondi di Fondi). Azionisti FII 12,5% 12,5% 12,5% 12,5% 12,5% 12,5% 12,5% 12,5% 4

6 RISULTATI E PRODOTTI GESTITI: OLTRE 1,5 MILIARDI DI RISORSE IN GESTIONE I fondi gestiti Risultati conseguiti ad oggi FII UNO (commitment 1,2 Mld) Assunzione di partecipazioni dirette in medie e piccole imprese italiane, prevalentemente di minoranza ed in aumento di capitale Sottoscrizione di commitment, nell ambito dell attività di fondo di fondi, in quote ed azioni di altri fondi e veicoli di investimento(attivi nel private equity e nel venture capital) Investimenti diretti: 39 investimenti in medie e piccole imprese italiane deliberati, per un capitale impegnato pari a circa 380 mln. 4 disinvestimenti già realizzati nel 2014, per un capital gain complessivo di circa 45 mln, pari a circa 1,9x il capitale investito e un IRR superiore al 30%. FII UNO ha oggi a disposizione circa 130 mln per nuovi investimenti oltre a circa 100 mln per follow-on; Fondo di Fondi: 21 commitment deliberati in fondi di private equity (con focus nazionale e territoriale) e venture capital per complessivi 440 mln (di cui 80 mln dedicati ai soli operatori di venture capital). Il portafoglio è sostanzialmente completato. Gli investimenti di FII UNO hanno permesso di attivare ulteriori risorse per oltre 2,0 mld di cui circa 750 mln provenienti da primari investitori esteri che costituiscono risorse aggiuntive, rispetto a quelle investite da FII UNO, messe a disposizione delle piccole e medie imprese e start up italiane; Complessivamente, la somma degli impegni investiti e deliberati è di circa 820 mln (pari a circa l 80% del capitale disponibile per investimenti di FII UNO); Le imprese coinvolte, direttamente e indirettamente, nell attività di FII UNO sono oltre 120, per un fatturato aggregato di oltre 5,0 mld e circa dipendenti. F-o-F Private Debt (target 500 Mln) Sottoscrizione di commitment, nell ambito dell attività di fondo di fondi, in quote ed azioni di altri fondi e veicoli di investimento dedicati al private debt Nel mese di aprile 2015 è stata effettuato il secondo closing a 295 mln di cui 250 investiti da CDP; Sono stati pre-selezionati 11 fondi, per 7 dei quali è stata già effettuata la delibera definitiva di investimento. F-o-F Venture Capital (target 150 Mln) Sottoscrizione di commitment, nell ambito dell attività di fondo di fondi, in quote ed azioni di altri fondi e veicoli di investimento dedicati al venture capital (start-up) Nel mese di aprile 2015 è stata effettuato il secondo closing a 60 mln di cui 50 investiti da CDP; Sono stati pre-selezionati 4 fondi, per 2 dei quali è stata già effettuata la delibera definitiva di investimento. 5

7 AGENDA FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO SGR, LA SOCIETÀ DI GESTIONE IL MERCATO DEL PRIVATE DEBT IN ITALIA F-o-F PRIVATE DEBT: CARATTERISTICHE PRINCIPALI 6

8 IL MERCATO DEL PRIVATE DEBT IN ITALIA (1/4) Una attenta analisi dei fattori di sviluppo dal 1970 al 2013 mostra che strutturalmente lo sviluppo si associa sempre più all implementazione di Immobilizzazioni Finanziarie e Immateriali (brevetti, marchi, avviamenti a fronte di acquisizioni di aziende, costi capitalizzati, ecc..). 42,2% Composizione Attivo-Passivo ,3% 49,4% 45,1% 40,5% 36,8% Di fatto, tra il 1970 e il 2013, a fronte di una diminuzione dal 46,0% al 25,1% del peso percentuale delle Immobilizzazioni Materiali, si è assistito infatti ad una crescita dal 11,7% al 34,3% delle Immobilizzazioni Finanziarie e Immateriali. Anche se tale sviluppo sembra essere stato sufficientemente coperto da capitale proprio, (i dati mostrano una crescente capitalizzazione, passata dal 24,7% al 37%), in effetti, si nota come il rapporto tra Patrimonio Netto e le suddette immobilizzazioni si è al contrario progressivamente ridotto, passando da 2,1x a 1,1x. Cioè, la capitalizzazione delle aziende è stata del tutto insufficiente a coprire le nuove esigenze di capitale di funzionamento. 25,1% 26,2% 38,0% 23,0% 46,0% 28,7% 31,9% 34,3% 37,0% 24,7% 21,9% 11,7% Attivo Passivo Attivo Passivo Attivo Passivo IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE E IMMATERIALI IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI NETTE PATRIMONIO NETTO PASSIVO A M/L TERMINE PASSIVO CORRENTE ATTIVO CORRENTE Fonte: Elaborazione FII su dati Mediobanca ReS Evoluzione Patrimonio Netto / Imm. Finanziarie e Immateriali La tendenza, in presenza di ulteriori fasi più o meno accelerate di sviluppo (tecnologia, globalizzazione, ) porterà ad una ulteriore riduzione di tale rapporto, rendendo quindi la capitalizzazione aziendale non più in grado di supportare autonomamente tali modifiche strutturali. In parallelo il ruolo delle banche, già oggi sottocapitalizzate, non potrà, purtroppo, che essere sempre più marginale nel finanziare tale tipologia (asset) di sviluppo. 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0,0 2,1x 1,5x 1,1x Patrimonio Netto/Immobilizzazioni Finanziarie e Immateriali Fonte: Elaborazione FII su dati Mediobanca ReS 7

9 IL MERCATO DEL PRIVATE DEBT IN ITALIA (2/4) Dagli inizi del 2000, secondo i dati forniti dal MISE, il credito bancario in Italia è cresciuto in misura superiore alla dinamica dei fondamentali economici (investimenti e produzione). Dopo il picco di novembre 2011, si è però registrata una contrazione delle erogazioni per un ammontare complessivo stimato a fine 2013 in circa 85 mld, di cui 45 mld nell ultimo anno. Italia - Prestiti alle imprese e principali driver della domanda di credito La crisi economico-finanziaria che ha colpito l Europa negli ultimi anni è infatti stata caratterizzata da un forte rallentamento del credito bancario, con fasi di contrazione (credit crunch) che si sono manifestate in misura più accentuata in Italia rispetto al resto del continente, con conseguenze rilevanti sul sistema delle imprese. Dal punto di vista delle banche, la capacità di erogare credito è condizionata sia dall attuale scenario regolamentare (Basilea) sia da quello macroeconomico nel quale esse operano. È dunque ragionevole attendersi che nei prossimi anni la finanza bancaria non sarà più in grado di soddisfare, da sola, i fabbisogni finanziari dei piani di crescita e/o di investimento delle imprese italiane, le quali, a differenza delle concorrenti europee, presentano mediamente una struttura del debito maggiormente sbilanciata verso il canale bancario e, in particolare, nel breve termine. Fonte: MISE Fonti di finanziamento PMI A partire dal 2012, il peggioramento delle condizioni di accesso al credito ha generato in Italia una forte ripresa delle emissioni obbligazionarie come fonte di finanziamento alternativa al capitale bancario. Tuttavia, le emissioni obbligazionarie in Italia hanno rappresentato finora uno strumento utilizzato da poche grandi imprese che hanno avuto accesso diretto al mercato dei capitali. Fonte: Banca d Italia 8

10 IL MERCATO DEL PRIVATE DEBT IN ITALIA (3/4) Al fine di favorire l accesso diretto al mercato dei capitali da parte delle PMI, i Decreti c.d. «Crescita» (2012) e «Destinazione Italia» (2013) hanno introdotto alcune norme di natura civilistica e fiscale che agevolano l emissione di strumenti di debito da parte di società non quotate. Ad esempio (i) sono stati rimossi molti ostacoli all accesso e alla sollecitazione al mercato dei capitali da parte di emittenti finora esclusi, come le imprese non quotate di media e piccola dimensione, con lo scopo di indirizzare stabilmente parte delle risorse a lungo termine disponibili nel sistema finanziario verso una nuova assetclass: le obbligazioni emesse da medio/piccole imprese non quotate e dalle PMI nazionali e (ii) sono state introdotte delle agevolazioni fiscali per gli emittenti e per gli investitori. Fonte: Banca d Italia Distribuzione aziende italiane con fatturato tra mln % 33% % % 5-10 mln mln mln mln Gli strumenti di private debt rappresentano una forma di finanziamento per le PMI alternativa rispetto al credito bancario, ma non per questo ad esso concorrenziale. Nell attuale contesto macroeconomico, un maggior ricorso al mercato dei capitali è infatti un opportunità da cogliere in quanto rappresenta un beneficio sia per le aziende che per il sistema bancario, rendendo più flessibile il sistema finanziario-industriale. Rating per aziende italiane con fatturato tra mln In Italia, secondo i dati Cerved, ci sono oltre aziende con un fatturato compreso tra 5 e 100 milioni di Euro; di queste è stato calcolato che circa l 80% ha un MOL positivo e oltre il 70% ha un elevata capacità di assolvere alle proprie obbligazioni di pagamento verso terze parti. Fonte: Cerved Group 9

11 IL MERCATO DEL PRIVATE DEBT IN ITALIA (4/4) Tipologia di Gestore N Fondi di private debt N fondi che hanno raccolto Ammontare raccolto ( mln) Dimensione Dimensione teorica totale al teorica totale al target closing minimo ( mln) ( mln)* Gestore fondi private equity-private debt Assetmanager indipendenti Asset manager di natura bancaria/ sourcing di natura bancaria Gestori internazionali n.d. n.d. Totale * Incluso l'ammontare del first closing(o closing successivi) per gli 8 fondi che hanno già raccolto 10

12 AGENDA FONDO ITALIANO D INVESTIMENTO SGR, LA SOCIETÀ DI GESTIONE IL MERCATO DEL PRIVATE DEBT IN ITALIA F-o-F PRIVATE DEBT: CARATTERISTICHE PRINCIPALI 11

13 F-o-F PRIVATE DEBT: CARATTERISTICHE PRINCIPALI Strategia di investimento Il fondo investe in OICR con politiche di investimento focalizzate su strumenti finanziari di debito emessi da medie e piccole imprese italiane. Il ticket di investimento è compreso tra 15 milioni ed 50 milioni. Tale ticket in ogni caso non potrà eccedere il 50% degli importi complessivamente sottoscritti nell ambito di ciascun fondo target. I singoli investimenti non potranno eccedere il 20% del commitment totale del fondo. Strategia dei fondi target I fondi target investiranno in minibond quotati e non, obbligazioni ed altri titoli rappresentativi del capitale di debito(anche di natura partecipativa o con warrant, di nuova emissione o già in circolazione, emessi anche da società non quotate) e altre tipologie di strumenti finanziari di debito, nonché finanziamenti a medio-lungo termine e anticipazioni a fronte di cessione di crediti. Sarà possibile inoltre investire, in misura non eccedente il 20% degli importi sottoscritti, in equity di minoranza(sempre comunque collegata a strumenti di debito). I fondi target non potranno a loro volta investire in OICR o schemi di investimento collettivo(in qualunque forma costituiti). Dimensione del fondo Adapriole2015 èstatoeffettuatoilsecondoclosinga 295,dopoilprimoclosing,effettuato asettembre 2014,di 250 milioni. È prevista la possibilità di effettuare ulteriori closing entro 24 mesi dall approvazione del regolamento del fondo. Ilfondoavràuna dimensionetarget di 500 milioni. Investitori Il primo closing è stato sottoscritto interamente da Cassa Depositi e Prestiti per 250 milioni. Successivamente hanno sottoscritto quote del fondo Intesa Sanpaolo, Istituto Centrale Banche Popolari, Credito Valtellinese. Periodo di investimento e durata del fondo Ilfondoavràuna durata di 12 anni apartire dalprimoclosing,eventualmenteproprogabile perunmassimodi12 mesipernon piùdidue volte. Il periodo di investimento sarà di 6 anni, calcolati a decorrere dal primo closing, eventualmente prorogabili per un massimo di 12 mesi. 12

14 UN PROCESSO DI SELEZIONE RIGOROSO E IMPARZIALE Fase 1 Approvazione lista priorità di investimento: Comitato Tecnico CdA Fase 2 Approvazione finale dei commitment: Comitato Tecnico CdA Fase 1 Fase 2 Il processo di selezione di FII sarà rigoroso e imparziale, soprattutto al fine di garantire la nascita di un mercato di operatori professionali che è ancora in fase embrionale. Attività Analisi preliminare Verifica coerenza strategia di investimento con gli obiettivi di FII Verifica preliminare adeguatezza team di gestione Verifica dei requisiti minimi di corporate governance (indipendenza, dedicazione del team) 2.a. Avvio fase negoziale Comunicazione ai gestori selezionati Invio TermSheetstandard condiviso con CdA di FII 2.b. Due Diligence confirmatoria Signing e Closing Due diligencecommerciale confirmatoria (referencecall, verifica track record) Finalizzazione documentazione del fondo Definizione policy di conflitto Firma del contratto di Due diligenceconfirmatoria sottoscrizione legale e fiscale sulla struttura Closingal raggiungimento Negoziazione di regolamenti, dimensione minima e side lettere contratto di congrua, comunque sottoscrizione entro 4 mesi dalla firma N Fondi Tempistica Ott 14 / Gen 15 Gen 15 2Q Q

15 METODOLOGIA PER LA SELEZIONE DI FONDI MONITORAGGIO ATTIVO INVESTIMENTI TARGET TEAM E TRACK RECORD BASE DEGLI INVESTITORI CORPORATE GOVERNANCE PROCESSO DI SELEZIONE RIGOROSO E IMPARZIALE ACCORDO DI CO- OPERAZIONE CON FEI 14

16 MONITORAGGIO ATTIVO Formale Reportistica mensile e semestrale. Partecipazione ad assemblea degli investitori e advisory board. Partecipazione nei comitati di investimento di discussione. Monitoraggio pro-attivo facendo leva su interazioni formali e informali Informale Continui incontri informali con i gestori dei fondi (membri senior e anche junior) per approfondimento su: (i) sviluppi società in portafoglio, (ii) nuovi investimenti, (iii) pipeline opportunità in esame, (iv) aggiornamento sul team di investimento. Monitoraggio interno a livello di singola società in trasparenza. Proiezione delle aspettative di ritorno a livello di singola società e a livello di singolo fondo(netto di carried interest e commissione). Valutazione del portafoglio a fair market value, secondo principi EVCA, come base di valutazione del rischio. Scambio di informazioni con altri investitori. 15

17 ACCORDO QUADRO DI CO-OPERAZIONE CON FEI Accordo di collaborazione con l European Investment Fund ( FEI ) basato sui seguenti cardini: Condivisione del deal flow e coordinamento della due diligence per le opportunità di interesse comune Piena ed esclusiva indipendenza decisionale da parte dei team di investimento e degli organi decisionali delle due parti Ammontare dedicato al coinvestimento Fondi target e governance 600 milioni in un periodo di 3-4 anni per co-investire in fondi di private equity (con focus su medie e piccole imprese), private debt e venture capital. Congiuntamente investiti ca. 500 milioni investiti in 10 fondi (di private equity con focus su piccole medie imprese e di venture capital) nel periodo Filosofia e principi di investimento e selezione simili 16

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