due grandi maestri incisori del nostro tempo, fuori dal tempo
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- Antonia Leone
- 8 anni fa
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1 Riflessi Riflessi due grandi maestri incisori del nostro tempo, fuori dal tempo
2 Federica Galli
3 Safet Zec
4 La mostra è stata costruita intorno al tema del riflesso, inizialmente inteso nella sua identificazione più descrittiva: i riflessi di uno o più elementi su una superficie acquosa o vitrea e ai riflessi di luce; da qui, in contrapposizione, abbiamo incluso anche le ombre. Per le opere di Safet Zec abbiamo poi ampliato la scelta all ombra intesa come metafora di quella sofferenza e nostalgia che hanno segnato la sua vita personale e di conseguenza la sua arte. Entrami gli incisori si sono cimentati in tecniche esclusivamente calcografiche, nel caso di Federica Galli con la sola acquaforte, mentre Safet Zec sperimenta, e padroneggia, tutte le variabili offerte dalla calcografia. L acquaforte è una tecnica a in cavo: il segno è scavato in una matrice di metallo; inizialmente si usava il rame oggi si predilige lo zinco. L incisione del metallo avviene per corrosione di un acido dopo aver preparato la superficie della lastra spalmandola con un sottile strato di cera o vernice (da liuteria), questa viene poi affumicata così da annerirla e facilitare il lavoro visivo dell incisore e scaldata perché sia stesa con omogeneità. Ora la lastra è pronta per essere incisa, l artista traccia il disegno che vuole stampare asportando la cera con una punta. Tali segni saranno accessibili all azione del acido quando la matrice verrà immersa in una soluzione corrosiva (fase detta morsura). L azione dell acido interesserà le parte graffiate, mentre le zone protette dalla vernice rimangono intatte. In fase di stampa queste ultime risulteranno quindi bianche. Con le morsure gli artisti possono calibrare la profondità dei segni agendo sui tempi d immersione nell acido. Terminata la fase incisoria si passa a quella della stampa, dopo aver asportato la vernice con un solvente. In questa fase la lastra può essere lavorata con altre tecniche, sia dirette, con interventi di bulino e puntasecca, sia indirette con l uso dell acquatinta. L acquaforte e tutte le tecniche che da essa si declinano permettono all incisore un segno fluido e immediato così duttile d essere ancora oggi uno dei mezzi espressivi più diffusi nell ambito della grafica. Le tecniche derivate dall acquaforte sono molte e vanno nella direzione di una ricerca tonale, vale a dire con l obiettivo di ottenere aree di grigi e non solo segni netti. Le principali di queste varianti sono il mezzotinto e l acquatinta attraverso le quali si raggiungono chiaroscuri ed effetti pittorici anche molto marcati. Safet Zec padroneggia l acquatinta come pochi altri artisti contemporanei e proprio con questo mezzo espressivo imposta opere di particolare drammaticità tonale e originalità compositiva.
5 Per poter lavorare per aree e non per linee gli incisori hanno messo a punto degli strumenti quali il raschiatoio, il brunitoio e la mezzaluna. Quest ultimo alla base della tecnica detta mezzotinto, che è di tipo diretto, cioè lo strumento scalfisce la matrice di metallo senza passaggi intermedi. La superficie viene lavorata inizialmente con la mezzaluna che la rende ruvida. Il passaggio dei dentini che caratterizzano questo utensile sollevano molta materia metallica, che vengono dette barbe ; per alleggerire l intensità d inchiostro che esse originano (perché essendo in rilievo trattengono molto inchiostro), l incisore raschia con il sbarbatotio, o raschiatoio (attrezzo a sezione piatta e appuntita), dove desidera delle zone grigie e con il brunitoio (attrezzo a sezione piatta a punta arrotondata) dove vuole delle aree completamente bianche. Un insieme di processi di difficile attuazione anche per coloro che hanno sviluppato una mente atta ad incidere ed è questo il motivo per cui pochi incisori la usano. La caratteristica di questa tecnica è che l incisore inizia a lavorare la matrice per ottenere le parti più scure e via via alleggerisce per raggiungere quelle più chiare, per questo è anche nota con il nome di maniera nera. Con l acquatinta si possono avere sfumature impossibili con le altre tecniche incisorie. Per raggiungere questo risultato l incisore ricopre una matrice uniformemente con uno strato di quarzo e asfalto polverizzato, poi lo scalda leggermente in modo che i granelli di polvere si fissino sul fondo. Con della cera protegge le parti del disegno che non vuole che si incidano e procede con una prima leggera morsura immergendo la lastra nell acido. L acido penetra tra gli interstizi dei granelli e corrode il metallo dandogli una ruvidità che, inchiostrata, darà alla stampa un effetto simile alle velature dell acquerello. In seguito, l artista maschera con la vernice le parti già morse e può procedere a nuove morsure per ottenere molte gradazioni di grigio. Una volta incise e stampate Safet Zec interviene in ogni singolo foglio con significative aggiunte all acquerello, per questo nessun opera è uguale ad un altra e gli riesce difficile considerarle una tiratura. Per tale motivo sin dall inizio della sua carriera ha deciso di non numerare le sue opere che, in ogni caso, sono limitate a meno di trenta esemplari per matrice.
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7 Federica Galli Federica Galli, nata a Soresina nel 1932 e scomparsa nel 2009, ha inciso esclusivamente con l'acquaforte. Sono mille i soggetti delineati dalla sua penna graffiante e acuta, poetica e mai scontata. L'autenticità delle acqueforti è tutelata dalla fondazione omonima voluta dall'artista. Nella sede della fondazione Federica Galli sono conservate le matrici, la biblioteca, gli oggetti, la memoria della più importante esponente della calcografia italiana del '900. Le misure si riferiscono all'impronta della matrice, espressi in millimetri, altezza per base.
8 1. Il canneto,1981 mm 392 x 397 Cat. gen. (op. cit.) n Cascina Rosina, 1983 mm 387 x 390 Cat. gen. (op. cit.) n. 469
9 3. Cascina Mulino Vecchio,1979 mm 392 x 397 Cat. gen. (op. cit.) n Cascina Mulino Pietrasanta, 1982 mm 391 x 394 Cat. gen. (op. cit.) n. 440
10 5. Lanca gelata,1981 mm 595 x 587 Cat. gen. (op. cit.) n. 405
11 6. Grande Lanca,1980 mm 595 x 588 Cat. gen. (op. cit.) n. 384
12 7. Bosco Pisani Dossi: il terzo giorno, 1977 mm 588 x 793 Cat. gen. (op. cit.) n. 345
13 8. Cascina Mora,1979 mm 599 x 600 Cat. gen. (op. cit.) n. 381
14 9. Milano, Giardini pubblici,1989 mm 394 x 795 Cat. gen. (op. cit.) n. 572
15 10. Cascina San Pietro, 1982 mm 347 x 637 Cat. gen. 11. Piemonte,1987 mm 243 x 492 Cat. gen. (op. cit.) n. 559
16 12. Fiume Inn, 1982 mm 394 x 491 Cat. gen. (op. cit.) n La sorgente, 1982 mm 530 x 199 Cat. gen. (op. cit.) n.426
17 14. Lanca dell'inn, 1982 mm 391 x 395 Cat. gen. (op. cit.) n La ruota, 1980 mm 392 x 398 Cat. gen. (op. cit.) n. 394
18 16. Cascina La Grande,1993 mm 490 x 646 Cat. gen. (op. cit.) n. 642
19 17. Lanca del Ticino, 1991 mm 645 x 473 Cat. gen. (op. cit.) n. 600
20 18. Lanca del pesce gentile, 1982 mm 791 x 393 Cat. gen. (op. cit.) n Bosco Pisani Dossi, il posto delle anitre,1977 mm 649 x 349 Cat. gen. (op. cit.) n. 346
21 20. La dimora dei cervi, 2006 mm 650 x 340 Opera inedita fuori catalogo
22 21. Il ruscello,1983 mm 392 x 395 Cat. gen. (op. cit.) n Cascina Gramigna,1983 mm 387 x 390 Cat. gen. (op. cit.) n. 466
23 23. Milano, Parco Lambro,1989 mm 795 x 393 Cat. gen. (op. cit.) n. 571
24 24. Gita in montagna, per la cartella dedicata a Giorgio Soavi,1990 mm 235 x 190 Cat. gen. (op. cit.) n. 591
25 La tavola Gita in Montagna è stata realizzata sul racconto di Giorgio Soavi, per la cartella omonima pubblicata nel Qui alcuni stralci del testo dello scrittore:... Una certa mattina, o forse era ancora buio, presi una giacca a vento, un pò di denaro per l albergo e la cena e partii, da solo, seguendo le chiarissime istruzioni sul foglietto che gli amici mi avevano dato. Sono anni che non mi alzo presto per camminare. È una sensazione talmente indimenticabile che mi auguro di riprovarla: soltanto in montagna si possono assaporare certe sensazioni, perché l uomo è solo e il destino dell uomo è esattamente quello: di essere solo e di camminare. Ci sono i profumi delle piante, il profumo sale anche dal sentiero perché calpestando sassi, muschio e aghi di pino, altri odori si sprigionano sotto i piedi ed è bellissimo sentire che i nostri piedi, calpestando il sentiero, provocano una specie di mosto profumato: la strada in quel momento era già immersa in una specie di tomba verde, di tunnel al di là del quale si intravedevano i cambiamenti della natura. Oltre quel verde più fresco degli alberi di nocciolo, si apriva una gola con un piccolo ponte e, poco più in là, la prima pineta vera e propria. Dopo un ora di marcia mi fermai, per controllare il foglietto con gli appunti, guardarmi attorno e tirare il fiato Che strana cosa le gite in montagna. Voglio dire il loro sviluppo, il modo in cui il progetto dei sentieri è stato fatto. Non ci avevo mai pensato, ma il progetto di una gita, il suo taglio particolare, non sembra essere stato dettato dal caso, ma da una disposizione dell animo, da una specie di summa che spiega bene il destino dell uomo, le stagioni che, obbligatoriamente, egli deve attraversare e tutto questo si presenta sotto forma di un gioco, forse di pazienza, che va sotto il nome di gita. Una gita, dunque, è ogni volta simile al percorso della nostra vita, con le zone di fatica disumana, di sudore, di niente altro: manca l ispirazione, perché il percorso è già tracciato, la bellezza sembra assente. E uno maledice l idea stessa e si chiede affannosamente il perché di quella fatica inutile. Che brutto momento. L immaginazione che ha abbandonato e in quel brutto, penoso momento, ci chiediamo il perché di quel viaggio.... nel posto più bello del mondo, o nella giornata più straordinaria che mi fosse mai capitato di vivere.
26 25. Lunedì, 2001 mm 495 x 330 Cat. gen. (op. cit.) n Il mulino,1980 mm 345 x 247 Cat. gen. (op. cit.) n. 388
27 Fra il 1984 e il 1986 Federica Galli, incoraggiata da Giovanni Testore e Lorenzo Zorzi, si dedica alla rappresentazione di Venezia. Due anni di lavoro intenso la porteranno a realizzare trentanove acqueforti di cui due opere monumentali: Il Bacino di San Marco e Trabucchi, entrambe di oltre cm 250 di base. Nell'insieme la raccolta mostra, ancora una volta, la capacità della Galli di raffigurare elementi o atmosfere naturali di solito ostici agli incisori quali l'acqua, la neve, la notte, la nebbia. Ma la vera sfida nel raffigurare la città lagunare consisteva nell'evitare l'esecuzione di opere scontate, o perché già viste dai grandi maestri del Settecento veneto, o dal grande incisore americano James Whistler. Sappiamo che la Galli si convinse a cimentarsi in questo ciclo dopo numerose visite a Venezia e solo dopo aver compreso che si poteva dare della città un nuovo punto di vista, attraverso uno sguardo innovativo, nonostante la immancabile veridicità, tipica dello sguardo dell'artista lombarda. La riuscita della raccolta le venne riconosciuta con l'esposizione di molte mostre, fra queste la più prestigiosa venne allestita alla Fondazione Giorgio Cini che proprio in quella occasione aprì le sue porte, per la prima volta nella sua storia, a un artista vivente. Acque nere, bianche, ferme e mosse, in ognuna delle tavole realizzate per il ciclo veneziano l'acqua e il riflesso dell'architettura sovrastante è resa dalla Galli con estrema precisione e poesia. In alcune acqueforti ha prediletto il puntinato, in altre il tratto in altre ancora ha sfruttato, con sapienza, la carta bianca.
28 27. Rio del Rimedio,1986 mm 793 x 344 Cat. gen. (op. cit.) n Rio del Piombo,1984 mm 793 x 295 Cat. gen. (op. cit.) n
29 29. Rio dei Furlani, 1985 mm 692 x 290 Cat. gen. (op. cit.) n Calle dei Preti, 1986 mm 642 x 244 Cat. gen. (op. cit.) n
30 31. Rio dei Mendicanti, mm 527 x 794 Cat. gen. (op. cit.) n. 530
31 32. Canal Grande, mm 589 x 794 Cat. gen. (op. cit.) n. 549
32 524 da inserire 33. Valle Liona, 1984 mm 390 x 391 Cat. gen. (op. cit.) n Punta Sabbioni: la Violetta, 1984 mm 391 x 388 Cat. gen. (op. cit.) n. 525
33 35. Tre gondole, 1986 mm 217 x 292 Cat. gen. (op. cit.) n Due gondole, 1986 mm 217 x 294 Cat. gen. (op. cit.) n. 533
34 37. Lo Squero, mm 293 x 791 Cat. gen. (op. cit.) n. 550
35 38. Lago dei Pageri, mm 294 x 793 Cat. gen. (op. cit.) n.526
36 39. Rio San Lorenzo,1987 mm 489 x 485 Cat. gen. (op. cit.) n. 554
37 40. Campo de l Abazia,1984 mm 491 x 243 Cat. gen. (op. cit.) n Fondamenta Osmarin,1986 mm 492 x 389 Cat. gen. (op. cit.) n. 547
SI VA DA UN IMMAGINE MOLTO SCHEMATICA E POCO NATURALISTICA (QUASI ASTRATTA) AD UNA IMMAGINE SEMPRE PIU REALISTICA E DETTAGLIATA, DI TIPO PITTORICO
TECNICHE DI INCISIONE E STAMPA Punto di partenza è la matrice da cui si ricava la stampa Essa può essere di legno, di linoleum, di metallo, di pietra o di stoffa In base al materiale della matrice il disegno
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