Le terapie non convenzionali in Italia

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1 Statistiche in breve del 18 aprile 2001 Le terapie non convenzionali in Italia Settembre-dicembre 1999 Le stime derivanti dall'indagine Multiscopo sulle "Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari ", condotta dall'istat nei mesi di settembre e dicembre 1999 su un campione di circa 30 mila famiglie, pari ad oltre 70 mila individui, mostrano che dal 1991 al 1999 è quasi raddoppiata la quota di persone che utilizza i principali trattamenti non convenzionali. La quota, pur consistente, di popolazione che ricorre a queste pratiche pone, tuttavia, l Italia ai livelli più bassi della media europea, sebbene si evidenzi un atteggiamento non pregiudizialmente negativo nei confronti delle terapie non convenzionali. L'indagine sulle terapie non convenzionali è stata realizzata dall'istat nel quadro di una convenzione con l Istituto superiore di sanità ed è parte integrante del Progetto nazionale "Terapie non convenzionali" coordinato dall Istituto superiore di sanità, che ha tra i suoi obiettivi quello di conoscere i comportamenti, le motivazioni e le caratteristiche della popolazione che ricorre a tali terapie. Il progetto è nato dalla volontà di inquadrare il fenomeno in un contesto di razionalità e di tutela dei diritti e della salute dei cittadini. Un fenomeno in aumento La diffusione delle terapie non convenzionali sembra in notevole aumento nel mondo occidentale: oltre il 25% della popolazione europea avrebbe fatto ricorso almeno una volta, nell arco di un anno, ad un tipo di terapia non convenzionale. In Italia il fenomeno, diversamente da quanto accade in altri paesi industrializzati, è relativamente recente e molto più contenuto, ma comincia a crescere e a diffondersi tra quote importanti di popolazione. Nel 1999 gli Italiani che hanno dichiarato di aver utilizzato metodi di cura non convenzionali, nei tre anni precedenti l intervista, sono circa 9 milioni, pari al 15,6% della popolazione. Fonte: Indagine Multiscopo "Condizione di salute e ricorso ai servizi sanitari" 199 Tra i vari tipi di terapie non convenzionali la più diffusa è l'omeopatia, utilizzata dall'8,2% della popolazione; seguono i trattamenti manuali, scelti dal 7% delle persone, la fitoterapia e l'agopuntura utilizzati rispettivamente dal 4,8% e dal 2,9% della popolazione e, infine, gli altri tipi di terapie non convenzionali (1,3%).

2 Tra il 1991 e il 1999, l'aumento dell'uso di queste terapie è stato sensibile: confrontando i dati disponibili sui tre principali rimedi (agopuntura, omeopatia e fitoterapia), la quota di persone che, negli ultimi 3 anni, ne ha utilizzato almeno uno passa da circa il 7% del 1991 all'8,3% del 1994 fino a raggiungere il 12% nel Tale incremento è soprattutto dovuto alla maggior diffusione dell'omeopatia: il numero di persone che vi hanno fatto ricorso è più che triplicato, passando dal 2,5% all'8,2% nello stesso arco di tempo. In aumento, sia pur contenuto, è anche la fitoterapia, mentre rimane invariata la quota di coloro che si sono curati con l'agopuntura. L incremento del fenomeno risulta ancora più evidente se si considera che solo nell ultimo anno la quota di popolazione che ha fatto ricorso ad almeno un tipo di terapie non convenzionali risulta pari all 11%, un valore elevato se comparato alla percentuale d uso nell ultimo triennio (15,6%). Più donne che uomini Sono più le donne (circa 5 milioni e mezzo, pari al 18,2%) che gli uomini (3 milioni e mezzo, pari al 12,9%) a usare i rimedi non convenzionali. Tavola 2 Persone che nei 3 anni precedenti l intervista hanno fatto uso di almeno un tipo di terapie non convenzionali, per sesso e classi di età. Media settembre/dicembre 1999 (per cento persone dello stesso sesso e classe di età) MASCHI FEMMINE TOTALE fino a 14 anni Almeno un tipo Agopuntura Omeopatia Fitoterapia Trattamenti manuali Altre terapie non convenzionali e più TOTALE fino a 14 anni e più TOTALE fino a 14 anni e più TOTALE

3 Analizzando nel dettaglio i singoli rimedi, emergono differenze di genere soprattutto per ciò che riguarda il ricorso all'omeopatia (utilizzata dal 10,2% delle donne rispetto al 6,1% degli uomini) e alla fitoterapia (5,9% contro 3,7%). Meno accentuate sono, invece, le differenze nel caso dell'agopuntura (3,5% contro 2,3%) e dei trattamenti manuali (7,6% contro 6,4%). In generale sono le persone di età adulta, dai 25 ai 64 anni, a ricorrere in maniera più significativa ai vari tipi di terapie non convenzionali e, in particolare, quelli d'età compresa tra i 35 e i 44 anni: in questa fascia di età, almeno una donna su quattro ha fatto ricorso a rimedi non convenzionali, contro il 18,8% degli uomini della stessa età. Le persone anziane risultano numerose solo nel caso dell'agopuntura, che rappresenta un probabile rimedio al dolore soprattutto per le donne, le quali più frequentemente si trovano a dover affrontare patologie invalidanti e dolorose. I trattamenti omeopatici, così come la fitoterapia, vengono scelti in prevalenza da donne di anni. I bambini I bambini fino a 14 anni sottoposti a trattamenti non convenzionali sono circa il 9,2%. Il tipo di trattamento più usato è l'omeopatia, che riguarda il 7,7% dei bambini. Disaggregando ulteriormente il dato, rileviamo che sono per lo più i bambini dai tre ai cinque anni a essere sottoposti alle cure omeopatiche, il 10,4% della popolazione infantile in quella fascia di età. Tale percentuale si abbassa nei bambini tra 6 e 10 anni (8,8%) e tra quelli compresi tra 11 e 14 anni (7,7%). E interessante rilevare che nel 72% dei casi almeno uno dei due genitori di questi bambini ha fatto ricorso all'omeopatia. Sono soprattutto le madri, quasi due su tre (pari al 63,9%), ad usare l omeopatia e presumibilmente a "promuoverla" in famiglia; tra i padri l utilizzo è inferiore, seppure non trascurabile (38,4%). Complessivamente, oltre il 30,4% dei bambini curati con trattamenti omeopatici ha entrambi i genitori che si curano allo stesso modo. I più istruiti e le persone che vivono nel Nord La propensione a far uso dei metodi di cura non convenzionali aumenta all'elevarsi del titolo di studio: tra le persone di 25 anni e più, il 24,1% di chi è in possesso di una laurea o di un diploma ha fatto ricorso ad almeno un tipo di terapia non convenzionale, contro il 18,8% di coloro che hanno la licenza media e l'11,2% di chi ha conseguito la sola licenza elementare o nessun titolo. In termini relativi il divario è più accentuato nel ricorso all'omeopatia: tra i laureati si raggiunge la quota massima di utilizzo del 14,1% contro il 3,3% di chi ha la sola licenza elementare (Tavola. 3). Questa relazione permane anche se si analizza il fenomeno a parità di età. Tavola. 3 - Persone di 25 anni e più che nei 3 anni precedenti l intervista hanno fatto uso di almeno un tipo di terapia non convenzionale, per titolo di studio. Media settembre/dicembre 1999 (per cento persone con lo stesso titolo di studio) Almeno un tipo Agopuntura Omeopatia Fitoterapia Trattamenti manuali Altre terapie non convenzionali Laurea-diploma Licenza media Licenza elementarenessun titolo TOTALE

4 La distribuzione territoriale del fenomeno rileva alcuni dati significativi: nel Nord - Est quasi un italiano su quattro utilizza almeno una delle terapie non convenzionali, al Centro uno su sei, al Sud uno su quindici. In termini relativi la differenza territoriale è più rilevante nel caso dell'omeopatia per la quale si passa dal 12,8% dell'italia Nord - Orientale, all'8,3% del Centro e al 2,5% dell Italia Meridionale (Tavola 4). Per gli altri tipi di terapia il divario territoriale persiste, anche se più attenuato. Tavola 4 Persone che, nei 3 anni precedenti l intervista, hanno fatto uso di almeno un tipo di terapia non convenzionale per ripartizione territoriale. Media settembre/dicembre 1999 (per cento persone dello stessa area geografica di residenza ) Ripartizione territoriale Almeno un tipo Agopuntura Omeopatia Fitoterapia Trattamenti manuali Altre terapie non convenzionali Italia Nord- Occidentale Italia Nord- Orientale Italia Centrale Italia Meridionale Italia Insulare TOTALE Le opinioni della popolazione sulle terapie non convenzionali A tutti gli intervistati è stato chiesto se ritenevano utili i metodi di cura non convenzionali, anche se non li avevano sperimentati direttamente. Il 39,8% delle persone ha espresso un giudizio positivo sull utilità di almeno un tipo di terapie non convenzionali, il 23,1% le definisce non utili e ben il 34,1% non sa esprimere alcun giudizio. Infine il 3% degli intervistati per alcune terapie non sa esprimere un giudizio e per altre dichiara di non ritenerle utili. Emerge dunque un problema di informazione che riguarda ampi settori di popolazione. Per chi ritiene utili le terapie non convenzionali è generale la tendenza ad attribuire a queste una minore tossicità rispetto alle terapie tradizionali (71%); ben il 22,6% delle persone ritiene inoltre che siano l'unica possibilità di trattamento per alcuni tipi di patologie; il 20,5% attribuisce una maggiore efficacia rispetto alle terapie convenzionali; il 13,2% afferma che queste terapie consentono un miglior rapporto tra medico e paziente (Tavola 5). Il giudizio è evidentemente più positivo tra coloro che ricorrono ad esse rispetto ai non utilizzatori. Chi ha fatto uso dei trattamenti manuali ritiene utile tale terapia nel 91,9% dei casi, chi non vi ha fatto ricorso nel 25,8%; valutazione analoga viene espressa verso i rimedi omeopatici (87,7% contro il 22,6%).

5 Tavola 5 Persone secondo il giudizio espresso sull'utilità delle terapie non convenzionali, per classi di età e sesso. Media settembre / dicembre 1999 MASCHI Persone che ritengono utile almeno un tipo (a) Motivi per cui si ritengono utili Maggiore efficacia Minore tossicità Convinzioni culturali Miglior rapporto medico paziente Non Unica alternativa ritengono utile nessun tipo (a) fino a e più TOTALE FEMMINE fino a TOTALE e più TOTALE fino a e più TOTALE a. per 100 persone dello stesso sesso e classe di età b. per 100 persone che ritengono utile almeno un tipo di terapia non convenzionale Non sa esprimere alcun giudizio (a) L utilizzo delle terapie non convenzionali: come e perché La scelta dei rimedi non convenzionali parte da un iniziativa individuale nel 27,2% dei casi, mentre il consiglio di altre persone ha influenzato il 30,9% degli utilizzatori. Avviene invece su iniziativa dei genitori per il 5,5%, mentre il 4,6% sceglie queste pratiche sulla base di informazioni acquisite dai mass-media. Più spesso è invece un medico (38%) a consigliare questi tipi di trattamento, soprattutto nel caso di persone molto anziane (57,5%). E opportuno sottolineare che, nella maggior parte dei casi (59,6%), il medico di famiglia viene messo al corrente del ricorso del proprio assistito a terapie non convenzionali, ciò è vero in particolare nel caso di pazienti anziani (79%) e di minori (68,6%) (Tavola 6).

6 Tavola 6 Persone che hanno fatto uso di almeno un tipo di terapie non convenzionali, secondo il soggetto che ha fornito l indicazione, per classi di età e sesso. Media settembre / dicembre 1999 (per cento persone dello stesso sesso e classe di età) MASCHI fino a 14 FEMMINE fino a 14 TOTALE Su consiglio di un medico Su consiglio di altro personale sanitario Su indicazione di altre persone (familiari, amici) Di propria iniziativa Su iniziativa dei genitori Sulla base di informazioni dei massmedia Non so Il medico di famiglia è informato e più TOTALE e più TOTALE fino a e più TOTALE Più alto è il titolo di studio, maggiore è l'autodeterminazione delle persone: nel 33,3% dei casi i laureati dichiarano di aver deciso autonomamente il ricorso alle terapie non convenzionali, percentuale che scende al 18,5% tra coloro che hanno un titolo di studio basso. Anche l'influenza dei mass - media è maggiore tra coloro che sono in possesso di un titolo di studio elevato rispetto a chi ha la sola licenza elementare o nessun titolo (6% contro il 2%). La tendenza prevalente tra gli utilizzatori di terapie non convenzionali è quella di affidarsi a un solo trattamento: la maggior parte delle persone (il 65,7 %) fa ricorso a un solo tipo di cura. Tra questi il 27,3% privilegia l'omeopatia, il 20,5% i trattamenti manuali, il 10,5% utilizza solo la fitoterapia mentre l'agopuntura come unica terapia viene praticata dal 5,8% delle persone. Le combinazioni più frequenti tra i vari metodi di cura sono: omeopatia e trattamenti manuali (5,5%) ed omeopatia e fitoterapia (5,4%). Il 3% dichiara, invece, di avere utilizzato tutti i diversi rimedi alternativi.

7 Sono soprattutto le donne comprese nella fascia di età anni a combinare i vari trattamenti (il 37,7% delle donne in questa fascia di età hanno fatto ricorso a più terapie non convenzionali, contro il 27,8% dei maschi). La scelta tra i diversi metodi di cura non convenzionali è connessa al tipo di problema che si deve affrontare. La cura di sindromi dolorose è il principale motivo addotto da quanti hanno fatto ricorso ad agopuntura e trattamenti manuali, rispettivamente il 59,3% e 63,8%, mentre tra coloro che utilizzano la fitoterapia una quota rilevante (44,1%) vi ricorre per migliorare la qualità della vita ed il 28,7% ne fa uso per alleviare il dolore (Tavola 7). Il ricorso all omeopatia non appare associato ad alcuna specifica condizione patologica. Chi usa rimedi omeopatici ritiene di poter curare in questo modo tanto le sindromi dolorose (30%) che le patologie acute (24%) o croniche (11,8%) e ben il 28,6% degli utilizzatori usa trattamenti omeopatici per migliorare la qualità della vita. Tavola 7 Persone secondo i motivi per cui hanno fatto uso di terapie non convenzionali, negli ultimi 3 anni precedenti l intervista, per tipo di trattamento. Media settembre/dicembre 1999 (percentuali di colonna) Motivazioni Agopuntura Omeopatia Fitoterapia Trattamenti manuali Altre terapie non convenzionali Patologie acute Sindromi dolorose Problemi psicologici Migliorare la qualità della vita Malattie croniche E elevato il livello di soddisfazione di chi ha sperimentato le terapie non convenzionali: quasi il 70% di coloro i quali hanno fatto uso dei diversi approcci terapeutici dichiara di averne avuto dei benefici. I più soddisfatti sono gli utenti dei trattamenti manuali (ben il 77,6%), il 17,7% dichiara di aver avuto benefici solo parziali e soltanto il 3,3 % ritiene di non avere avuto alcun beneficio. Elevata anche la percentuale di soddisfatti tra coloro che hanno fatto uso di fitoterapia (74,6% di soddisfatti contro 18,8% di chi dichiara benefici solo parziali). In particolare tra coloro che l'hanno usata per migliorare la qualità della vita, ben tre persone su quattro dichiarano di averne tratto benefici. Poco più basse le percentuali per ciò che riguarda l'omeopatia (72,9% di soddisfatti contro 18,5% di persone che dichiarano benefici solo parziali) (Tavola 8). Tavola 8 Persone che hanno fatto uso di terapie non convenzionali negli ultimi 3 anni secondo i benefici che hanno ottenuto, per tipo di trattamento. Media settembre/dicembre 1999 (per cento persone che hanno utilizzato il tipo di terapia) Nessun beneficio Benefici solo in parte Benefici Agopuntura Omeopatia Fitoterapia Trattamenti manuali ,6 Altre terapie non convenzionali

8 1. Si tratta di un insieme molto eterogeneo di trattamenti e rimedi, denotato con termini diversi, quali medicine alternative, complementari, integrative, tradizionali, non ortodosse, olistiche, naturali, dolci. Il principale elemento comune a questi approcci è il fatto di avere radici e ispirazioni estranee al modello della moderna medicina scientifica, paradigma di riferimento nei paesi occidentali. Il termine che più probabilmente, per via della sua neutralità, definisce meglio questo universo è "non convenzionale". 2. Sono poche le statistiche disponibili, derivanti da tipologie di studi molto diverse e non sempre confrontabili tra loro. 3. Per una sintesi di questi studi si veda Menniti Ippolito F. De Mei B. Caratteristiche d'uso e livelli di diffusione della medicina non Convenzionale 1999 Annali ISS 35 (4) pagg Per trattamenti manuali si intendono quei trattamenti di manipolazioni dell'apparato osteo-articolare (ad esempio osteopatia e chiropratica). Il periodo di riferimento è sempre costituito dagli ultimi 3 anni se non diversamente specificato. La somma delle percentuali è superiore a cento in quanto gli intervistati potevano fornire più risposte. Informazioni e chiarimenti: Istat - Struttura e dinamica sociale Lidia Gargiulo tel

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