Azienda può essere vista come: - ORGANIZZAZIONE ECONOMICA - SISTEMA SOCIALE - STRUTTURA PATRIMONIALE

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1 Fini aziendali

2 Azienda può essere vista come: - ORGANIZZAZIONE ECONOMICA - SISTEMA SOCIALE - STRUTTURA PATRIMONIALE

3 ORGANIZZAZIONE ECONOMICA Scopo: il soddisfacimento dei bisogni umani attraverso l utilizzo di risorse limitate SISTEMA SOCIALE Azienda:insieme di rapporti sociali, di scambio distribuisce ricchezza creata strumento per il soddisfacimento di necessità interne ed esterne STRUTTURA PATRIMONIALE Azienda: complesso di beni organizzati e gestito per svolgere processi produttivi per produrre reddito Due elementi: - il capitale - la capacità imprenditoriale

4 SOGGETTO ECONOMICO Un azienda è l espressione di una volontà imprenditoriale tesa ad ottenere determinate finalità. Il diverso soggetto economico non condiziona solo le scelte aziendali ma ne determina i fini. SOGGETTO ECONOMICO Il soggetto economico può essere classificato in SOGGETTO ECONOMICO PATRIMONIALE: SOGGETTO ECON MANAGERIALE.

5 TEORIA DELLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO Il profitto, secondo la teoria economica classica, è il compenso che spetta all imprenditore per l organizzazione dei fattori produttivi. Il profitto quale corrispettivo che spetta a colui che ordina l impiego dei fattori produttivi. Una categoria economica simile al salario, alla rendita e all interesse. Il profitto come un premio di assicurazione per l investimento del capitale destinato a ripagare il rischio corso dall imprenditore. Secondo Schumpeter il profitto è un premio che spetta a colui che promuove l innovazione. il profitto come il risultato dell acquisizione di posizioni monopolistiche.

6 Concetto di profitto sicuramente concetto composito Non viene messo in discussione Non perde la sua ragione di essere in rapporto alla natura giuridica della proprietà Si può discutere la sua misura e la sua destinazione: - in relazione alla azienda privata o pubblica - in un economia chiusa o aperta. L obiettivo della massimizzazione deve essere letto tenendo in considerazione - il fattore rischio - il fattore tempo Che cosa vuol massimizzare l imprenditore? Il risultato di una o più operazioni o il risultato della gestione aziendale nel lungo periodo?

7 LA TEORIA DELLA SOPRAVVIVENZA AZIENDALE La critica più consistente alla teoria della massimizzazione del profitto: l avvenuta separazione tra la proprietà e il governo dell impresa comporta mutamento dei fini della gestione stessa. (economisti sociali ) I proprietari sono preoccupati di ottenere il massimo profitto dall impresa i manager sono preoccupati in primo luogo della sopravvivenza aziendale il fine diventa quello di assicurare la continuità dell azienda. Il profitto diventa il mezzo per ottenere il fine che è la continuità questa teoria ambientata nelle aziende in cui il soggetto economico è di tipo manageriale

8 LA TEORIA DEL VALORE DELL IMPRESA Il fine dell impresa: massimizzare il suo valore espresso in termini di capitalizzazione di borsa o di valore di mercato. l azienda come un investimento l azienda sarà giudicata per il suo rendimento. L ottica è abbastanza simile a quella della teoria della massimizzazione del profitto ma ambientata nella realtà delle pubblic companies. Questa teoria ha una matrice tipicamente nordamericana la creazione e diffusione del valore vengono ricercate nel breve periodo.

9 LA TEORIA DELLO SVILUPPO DIMENSIONALE evoluzione manageriale dell impresa necessità di capire le motivazioni che i manager hanno nel gestire le imprese. i manager sono più interessati all espansione dell impresa intesa come: - irrobustimento dell organizzazione - assunzione di una forza maggiore rispetto alla concorrenza Scopo : ottenere obiettivi di stabilità, di prestigio e di miglioramento economico. Obiettivo primario: non il profitto ma il volume di affari il volume di affari diventa: l indicatore del successo il volume di affari permette di migliorare gli sviluppi della carriera dei dirigenti Il volume di affari facilita i rapporti con le banche, i fornitori, ecc. rapporto molto stretto tra tasso di sviluppo e la massimizzazione del profitto: l aumento della dimensione passa attraverso una adeguata fonte di autofinanziamento. non vi è antitesi tra questa teoria e quella classica della massimizzazione del profitto

10 Come dice Sciarelli: vi è l esistenza nell impresa di un sistema di obiettivi e quindi la necessità di stabilire fra essi un criterio di gerarchia. Tale gerarchia è destinata ad essere ordinata prevalentemente in funzione: - del fattore tempo - del fattore rischio. Nel corso della gestione si potranno perseguire obiettivi di breve periodo o di lungo Si tratta di individuare qual è l obiettivo di lungo periodo legato all intera esistenza dell azienda. Per alcuni è il massimo profitto, per altri il massimo sviluppo dimensionale. Quindi per alcuni il fine diventa il mezzo e viceversa.

11 TEORIA DEI LIMITI SOCIALI ALLA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO il concetto di profitto è inteso come: - il compenso per il lavoro imprenditoriale - il premio per il rischio - la contropartita dell innovazione - la rendita per la posizione monopolistica obiettivo del soggetto economico è massimizzare il profitto:inteso come cash-flow.

12 La realizzazione di questo obiettivo è ostacolata dalla conflittualità che contraddistingue la vita aziendale. I vari gruppi di attori possono essere: manodopera fornitori clienti finanziatori azionisti pubblica amministrazione

13 sono coinvolti nella gestione aziendale con ispirazioni diverse pongono limiti nella scelta degli obiettivi e delle strategie I conflitti possono essere originati da motivi e attori sia interni che esterni all azienda. motivi e attori esterni all azienda: - il prezzo, le modalità di vendita e i clienti - le politiche concorrenziali e i concorrenti - i prezzi, le modalità d acquisto e i fornitori - il costo del danaro e i finanziatori

14 motivo interno di conflittualità: la distribuzione dei ricavi tra le varie categorie sociali presenti in azienda Diversa è la capacità in queste situazioni di composizione da parte dell azienda e dipendono: - dalla sua capacità contrattuale - dalla legislazione vigente per la tutela della risorsa umana

15 La teoria dei limiti sociali al massimo profitto pone in rilievo: - l aspetto conflittuale dell organizzazione aziendale l organizzazione aziendale è una coalizione particolare: fra gli attori vi è non solo un rapporto di collaborazione ma anche di contrapposizione. ogni impresa, pur avendo un fine primario o di lungo periodo persegue un insieme di obiettivi. Gli obiettivi. discendono dalle mete che ciascun gruppo sociale si pone nel partecipare alla vita aziendale. il gruppo imprenditoriale: il fine a cui tende nel lungo periodo è quello della massimizzazione del profitto che però può essere perseguito attraverso vie od obiettivi diversi che possono sembrare contrastanti nel breve periodo. I Simon conclude che il profitto massimo a cui tende l imprenditore si trasforma in un profitto soddisfacente cioè in un obiettivo reddituale che date le condizioni del mercato e dell ambiente in generale risulti appagante in termini di investimento di tempo e di denaro nell impresa.

16 MODELLO NORD-AMERICANO - soggetto economico è di tipo manageriale sono pubblic- companies realtà economica caratterizzata da : - mercati finanziari molto attivi - presenza dei grandi investitori istituzionali. Elementi caratterizzanti tale modello PRODOTTI FEDE NELLA CONCORRENZA SU: SERVIZI CONTROLLO DEL CAPITALE RICERCA DEL PROFITTO A BREVE TERMINE i manager sono valutati dal mercato, senza profitti a breve vedono messa a rischio la loro posizione. FLUIDITA DEL LAVORO dipendenti e manager cambiano frequentemente per opportunità posto di lavoro l azienda valuta i fornitori per il prezzo e le condizioni di fornitura mettendo in concorrenza i fornitori tra loro e scegliendo la combinazione ottimale di volta in volta. MASSIMIZZAZIONE DEL DIVIDENDO AGLI AZIONISTI NEL BREVE PERIODO

17 MODELLO GIAPPONESE MODELLO GIAPPONESE E caratterizzato da questi elementi: FORNITORI RIGIDITA DI RAPPORTI NEI CONFRONTI: MANAGER AZIONISTI DIPENDENTI L azienda ha con i fornitori rapporti di partnership stabili e continuativi, I manager e i dipendenti aspirano a impieghi vitalizi, la fedeltà all azienda è motivo di orgoglio e ben considerata sia in ambito aziendale che in ambito sociale ATTENZIONE AI RISULTATI DI LUNGO PERIODO Anche gli azionisti esprimono fedeltà al loro investimento nonostante un dividendo modesto, dando peso maggiore al capitain gain. Il tipo di rapporto che lega le aziende ai propri manager e ai propri azionisti permette di poter mirare a risultati di lungo periodo.

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