Il sistema di rilevazione dei danni
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- Gastone Cattaneo
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1 Il ruolo degli Enti Locali nel sistema regionale di Protezione Civile Il sistema di rilevazione dei danni Ing. Alberto Biancardi Dirigente U.O. Protezione Civile
2 L Unità Organizzativa Protezione Civile Dirigente UOPC Ing. Biancardi Dirigente UOPC Ing. Biancardi Centro Funzionale Monitoraggio Rischi Ing. Molari Segreteria Coordinatore di di Emergenza Arch. De Vita Antincendio Boschivo Arch. Merzagora Struttura Pianificazione di di Emergenza E Volontariato Ing. Facconi Comunicazione/Formazione Progetti UE Arch. Belloni Segreteria Piani emergenza Centri Polif emerg Geol. Caldiroli
3 Il Sistema regionale di protezione civile Il Sistema si base principalmente sulle seguenti strutture e servizi: Sala Operat iva reg ionale Service H24 Servizio reperibilità Unità di crisi Regionale/Task Force Volontariato - Colonna Mobile Regionale Centro Funzionale per il Monitoraggio dei Rischi naturali Direttiva A llertamento per Rischio idrogeologico Servizio Meteorologico Regionale di Arpa Lombardia Centro Operativo Antincendi boschivi Servizio elicotteri Centri Polifunzionali di Emergenza (CPE) Scuola superiore della Protezione Civile
4 Le attività dei comuni nell ambito dell Antincendio Boschivo I riferimenti normativi Legge quadro in materia di incendi boschivi (l. n. 353 del 21 novembre 2000) Creazione da parte dei comuni di un apposito catasto degli incendi Piano regionale per la programmazione delle attività di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi (dgr n. 7/15534 del 12 dicembre 2003) Definizione degli indirizzi e delle procedure sperimentali per l identificazione delle superfici bruciate
5 Le attività dei comuni nell ambito dell Antincendio Boschivo Attività di sperimentazione Sin dal 2003 Regione Lombardia, in collaborazione con CFS ed ERSAF, sta lavorando per individuare una metodologia concordata per il rilievo delle superfici bruciate a supporto delle amministrazioni comunali È stato pubblicato un opuscolo che identifica le Linee Guida definite dalla sperimentazione
6 SISTEMA RASDA Schede di 1 livello SCOPO: snellire ed omogeneizzare la raccolta dei dati, consentendo una rapida trasmissione degli stessi e la successiva elaborazione Il sistema fornisce agli utenti autenticati (Comuni, Province, AIPO e Sedi Territoriale) un supporto via Internet alla compilazione delle schede danni relative ad un evento calamitoso ASPETTO PREMIANTE trasferimento delle segnalazioni in tempo reale tramite Internet pur sottolineando che un successivo momento di controllo dovrebbe precedere l erogazione di contributi per il ristoro danni
7 Accedere al sistema è semplice! Dal sito della Protezione Civile di regione Lombardia:
8 Scheda A Primo accertamento dei danni causati da un evento calamitoso verificatosi sul territorio. Legge di ordinanza: dichiarazione di stato di emergenza Schede B1 e B2 Valutazione danni opere pubbliche e territorio Schede C1 e C2 Valutazione danni proprietà private e attività produttive Schede D1 e D2 Riepiloghi
9 La compilazione delle schede avviene per fasi successive: Definizione del dichiarante Indicazione dei danni Specifiche e valutazione economica Riepilogo dei dati Stampa Invio pratica
10 La procedura RASDA e la modulistica allegata, sono applicabili ad eventi calamitosi di tipo naturale o indotti dall attività umana e costituiscono patrimonio informativo necessario alla conoscenza dell evento calamitoso. Le informazioni di sintesi opportunamente elaborate forniscono indicazioni su tipologia del danno (inondaz ione, frana, grandinata o tromba d aria, incendio boschivo, emissioni radioattive ed esplosioni in impiant i industriali) scenario di evento verifica strutturale dei beni danneggiati entità del danno subito
11 Richiesta di un contributo a seguito di eventi calamitosi gli Enti Locali entro 7 giorni dalla data dell evento compilano on-line la SCHEDA A di primo accertamento danni consente una prima ricognizione del territorio colpito per stimare l entità dei danni a INFRASTRUTTURE PUBBLICHE, TERRITORIO, BENI PRIVATI ed ATTIVITA PRODUTTIVE
12 SCHEDA A: PRIMO ACCERTAMENTO DANNI DANNI AD EDIFICI E INFRASTRUTTURE PUBBLICHE DANNI AL TERRITORIO DANNI A BENI DI PROPRIETA PRIVATE DANNI AD ATTIVITA PRODUTTIVE
13 DANNI AD EDIFICI E INFRASTRUTTURE PUBBLICHE ACQUEDOTTI E FOGNATURE BENI MOBILI COMPARTO AGRICOLO EDIFIC I D I CULTO EDIFICI PUBBLICI VIABILITA DANNI AD EDIFICI E INFRASTRUTTURE PUBBLICHE COMPARTO AGRICOLO IDROGEOLOGICO PATRIMONIO BOSCHIVO RETE IDROGRAFICA
14 DANNI A BENI DI PROPRIETA PRIVATE NUMERO ABITAZIONI DANNEGGIATE: DA 1 A 10 DA 10 A 50 OLTRE 50 NUMERO DELLE PERSONE EVACUATE: NUMERO DEI NUCLEI FAMILIARI EVACUATI: ALTRI BENI INTERESSATI: DANNI AD ATTIVITA PRODUTTIVE NUMERO DI IMPRESE AGRICOLE DANNEGGIATE: NUMERO DI IMPRESE NON AGRICOLE DANNEGGIATE:
15 Al termine dell evento, l Amministrazione Comunale inizia la ricognizione analitica dei danni e trasmette segnalazione dettagliata con apposita scheda a seconda delle categorie Spese sostenute da enti in fase di emergenza l Ente trasmette entro 30 giorni dalla pubblicazione su Gazzetta Ufficiale dell atto col quale viene riconosciuto lo stato di emergenza da parte del Governo la SCHEDA B1 Rimborso per spese effettivamente sostenute dagli enti richiedenti per interventi urgenti di primo soccorso per rimborsare interventi a VIABILITA, ACQUEDOTTI E FOGNATURE, EDIFICI PUBBLICI, BENI MOBILI e SPESE PER VOLONTARI ED ALLOGGIO SFOLLATI
16 SCHEDA B1: DANNI AD OPERE PUBBLICHE Rimborso per spese effettivamente sostenute dagli enti richiedenti per interventi urgenti di primo soccorso DESCRIZIONE DANNI E INTERVENTI STIMA VIABILITA ACQUEDOTTI E FOGNATURE EDIFICI PUBBLICI BENI MOBILI SPESE PER VOLONTARI ED ALLOGGIO SFOLLATI
17 Danni occorsi ad infrastrutture pubbliche e al territorio l Ente trasmette entro 30 giorni dalla pubblicazione su Gazzetta Ufficiale dell atto col quale viene riconosciuto lo stato di emergenza da parte del Governo le SCHEDE B2 Ripristino infrastrutture pubbliche SCHEDE B3 Interventi di difesa del suolo utilizzate per la valutazione ed il coordinamento degli interventi straordinari, per il ripristino delle infrastrutture pubbliche danneggiate, per la pulizia e la manutenzione straordinaria degli alvei dei corsi d acqua e per la stabilizzazione dei versanti nonché per la realizzazione di adeguate opere di prevenzione dei rischi e per la messa in sicurezza relativa ai dissesti idrogeologici
18 SCHEDA B2: DANNI AD OPERE PUBBLICHE Ripristino infrastrutture pubbliche DESCRIZIONE DANNI SUBITI E INTERVENTI NECESSARI AL RIPRISTINO STIMA VIABILITA ACQUEDOTTO E FOGNATURE EDIFICI PUBBLICI EDIFICI DI CULTO
19 SCHEDA B3: DANNI AD OPERE PUBBLICHE Interventi di difesa del suolo. TIPO DI DISSESTO: IDROGEOLOGICO RETE IDROGRAFICA PATRIMONIO BOSCHIVO
20 DISSESTO IDROGEOLOGICO D.1 INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO ABITATI D.2 INTERVENT I SULLA RETE IDROGR. MINORE INSIST ENTE SUL VERSANT E INSTABILE D.3 INTERVENTI DI CONSOLIDAMENTO DEI VERSANT I D.4 INTERVENTI DI DIFESA DALLE VALANGHE D.5 INTERVENTI DI FORESTAZIONE D.6 SISTEMAZIONI IDRAULICO-FOREST ALI D.7 RECUPERO SUOLI ABBANDONAT I E RECUPERO NAT URALIST ICO D.8 SALVAGUARDIA ECOSISTEMI VULNERABILI
21 DISSESTO RETE IDROGRAFICA I.1 OPERE DI DIFESA ARGINALE E SPONDALE I.2 SISTEMAZIONI DI FOCI DI CORSI D'ACQUA I.3 BACINI DI LAMINAZIONE DELLE PIENE I.4 SCOLMATORI DI PIENE I.5 OPERE DIREZIONALI IN ALVEO I.6 OPERE DI STABILIZZAZIONE PROFILI DI FONDO DEI CORSI D'ACQUA I.7 OPERE DI REGOLAZIONE DEI LAGHI I.8 INTERVENTI DI SISTEMAZIONE INTEGRATA DI ALVEI IN DISSESTO
22 ELEMENTI DI RISCHIO (VULNERABILITA ) R1 - AREE DISABITATE O IMPRODUTTIVE R2 - EDIFICI ISOLATI, INFRASTRUTTURE VIARIE MINORI, ZONE AGRICOLE R3 - NUCLEI ABITATI, INSEDIAMENTI INDUSTRIALI, ARTIGIANALI, COMMERCIALI, VIABILITA' R4 - CENTRI URBANI, GRANDI INSEDIAMENTI INDUSTRIALI, BENI ARCHITETTONICI, STORICI, ARTISTICI, PRINCIPALI STRUTTURE VIARIE, SERVIZI DI RILEVANT E INTERESSE LOCALE.
23 Danni a privati cittadini e attività produttive possono beneficiare di eventuale contributo a ristoro dei danni subiti solo nel caso in cui hanno compilato rispettivamente SCHEDA C1 Segnalazione danni a privati SCHEDA C2 Segnalazione danni ad attività produttive la Regione Lombardia valuta gli importi richiesti, in relazione alle somma stanziate mediante apposita legge/ordinanza e rende noti gli importi che verranno corrisposti ai Comuni sulla base delle segnalazioni pervenute entro 60 giorni dalla data dell evento mediante PROSPETTO RIEPILOGATIVO D1 E D2
24 SCHEDA C1: DANNI A PRIVATI Dichiarazione da parte del privato: Ubicazione abitazione Stato (distrutta, inagibile, danneggiata) Descrizione immobile e danni riscontrati Eventuale risarcimento da compagnie assicurative Unità immobiliari danneggiate non sono state realizzate in difformità o in assenza delle autorizzazioni o concessioni previste dalla legge Se il totale dei danni supera la cifra di ,00 allega perizia asseveratagiurata redatta da professionista
25 SCHEDA C2: DANNI AD ATTIVITA PRODUTTIVE Dichiarazione da parte del titolare: Ubicazione attività Stato (distrutta, inagibile, danneggiata) Descrizione immobile e danni riscontrati Eventuale risarcimento da compagnie assicurative Unità immobiliari danneggiate non sono state realizzate in difformità o in assenza delle autorizzazioni o concessioni previste dalla legge Se il totale dei danni supera la cifra di ,00 allega perizia asseveratagiurata redatta da professionista
26 Il privato o il titolare di attività economica deve dichiarare: UBICAZIONE DELL ABITAZIONE STATO (agibile, inagibile, danneggiata) DESCRIZIONE DELL IMMOBILE E DANNI RISCONTRATI EVENTUALE RICONOSCIMENTO ASSICURATIVO UNITA IMMOBILIARI NON SIANO STATE REALIZZATE IN DIFFORMITA O IN ASSENZA DELLE AUTORIZZAZIONIO CONCESSIONI PREVISTE DALLA LEGGE Se il totale dei danni supera la cifra di , 00 allega perizia asseveratagiurata redatta da professionista
27 Il ruolo degli Enti Locali nel sistema regionale di Protezione Civile La pianificazione di emergenza e le attività di volontariato nei Comuni Ing. Roberto Facconi Dirigente Struttura Pianificazione di emergenza
28 Normativa di riferimento Norme (specifiche in materia di Protezione Civile e di altro tipo) che obbligano esplicitamente i Comuni a dotarsi di un piano di emergenza: L. 267/98 (Legge Sarno) L.R. 12/2005 (Legge urbanistica regionale) PAI (Piano per l Assetto Idrogeologico del Bacino del Po) Direttive Seveso (Industrie ad elevato rischio di incidente)
29 Normativa di riferimento In realtà, secondo le norme esistenti che regolano l attività degli Enti Locali, il servizio di protezione civile (ed il piano di emergenza comunale) DEVE essere garantito come un SERVIZIO ESSENZIALE (es. anagrafe, uff. tecnico, ). Cfr: D.Lgs. 267/2000, D.M
30 Le Direttive Regionali - 1 La Direttiva Regionale per la Pianificazione di Emergenza degli Enti Locali è stata pubblicata per la prima volta nel 1999, aggiornata nel 2003 ed attualmente è in corso di ulteriore rivisitazione (entro il 2006 verrà pubblicata la Terza Edizione). Cfr: DGR del 21 febbraio 2003
31 Le Direttive Regionali - 2 Per il Rischio Industriale, ove non presente un Piano di Emergenza Esterno ai sensi delle Leggi Seveso, la pianificazione di emergenza può prendere spunto dalla Direttiva Regionale Grandi Rischi Linee Guida per la Gestione delle Emergenze Chimico-Industriali. Cfr: DGR del 5 dicembre 2003
32 I contributi per i Piani di Emergenza Tra il 2000 ed il 2005 la Regione Lombardia, tramite un bando generale ed altre iniziative specifiche, ha erogato circa in contributi a Comuni e Comunità Montane per la redazione di piani di emergenza comunali e sovracomunali. Nel complesso circa 620 comuni hanno usufruito dei fondi.
33 Il Bando 2007 Alla fine del 2006, a seguito della pubblicazione dell aggiornamento delle Linee Guida, verrà emanato un NUOVO BANDO per l erogazione di fondi per la redazione dei piani di emergenza comunali. Si auspica una vasta partecipazione all iniziativa.
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