La celebrazione liturgica

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1 Omelia per la Dedicazione della nuova Chiesa di Guardavalle 4 febbraio 2012 Ne 8,2-10 / Sal 18,8-15 / 1Pt 2, 4-9 / Lc 19, 1-10 Indirizzo di saluto Volgiti alla preghiera del tuo servo e alla sua supplica, Signore mio Dio; ascolta il grido e la preghiera che il tuo servo oggi innalza davanti a te! Siano aperti i tuoi occhi notte e giorno verso questa casa, verso il luogo di cui hai detto: lì sarà il mio nome. Ascolta la preghiera che il tuo servo innalza in questo luogo. Ascolta la supplica del tuo servo e di Israele tuo popolo, quando pregheranno in questo luogo. Ascoltali dal luogo della tua dimora, dal cielo; ascolta e perdona! Vorrei che queste parole che il grande re Salomone pronunciò nel tempio di Gerusalemme il giorno in cui l arca dell Alleanza vi trovò dimora, diventassero la nostra preghiera quotidiana, elevata a Dio ogni qualvolta varchiamo le porte di questo luogo santo. Saluto mons. Raffaele Facciolo, nostro amato Vicario generale, i carissimi confratelli nel sacerdozio, il carissimo don Angelo, e voi carissimi fratelli e sorelle, e le Autorità civili e militari, di ogni ordine e grado. sono lieto di vivere con voi questo profondo momento di comunione, di gioia e di gratitudine a Dio. Coloro che hanno lavorato, qui a Guardavalle, per ripristinare questa chiesa sono certamente molti, ma in modo particolare tu, carissimo don Angelo, che con la tua ferma volontà e per il bene di tutta la comunità a te affidata ci sei riuscito ed oggi gioisci. Da sempre l uomo religioso ha cercato in tutti i modi di rendere presente e visibile la divinità, anche quando si trattava di un Dio invisibile ed inaccessibile. Ora ammiriamo compiaciuti, soddisfatti e grati la casa di Dio, bella e degna e delle celebrazioni e delle funzioni liturgiche. Carissimi, vi saluto con infinito affetto e lasciate che il mio saluto spazi per entrare in tutte le case di questa comunità parrocchiale: in particolare, in quelle che sono provate dal disagio, dalla fatica, dalla malattia, dalla paura, dall angoscia, forse anche dal dramma e dalla disperazione. Il saluto del Vescovo sia un piccolo vero segno della benedizione del Signore nel nome del quale tutti possiamo comprendere il cammino della vita nel segno di una maggiore speranza e di un più grande coraggio. Vorrei raccogliere, dalle letture che abbiamo ascoltato, un messaggio che serve a ricordarci l essenza, il cuore, il nucleo più vivo e più vitale del nostro essere Chiesa. Questo nucleo vivo e vitale, questo cuore vivo e palpitante è una persona! 1

2 Ricordiamoci che il Gesù in cui crediamo non è un idea da condividere, un maestro di morale da seguire, un profeta da ascoltare. E il Figlio di Dio fatto uomo, il Risorto, il Vivente in mezzo a noi. È la persona del Signore Gesù, che continuamente viene a visitarci perché vuole rimanere in mezzo a noi. La bellezza e il fascino della Chiesa è tutto qui: non è fatta soltanto da noi come comunità cristiana, ma è fatta anche e innanzitutto da lui, dal nostro Signore Gesù. Come Gesù un tempo è entrato nella casa di Zaccheo, così è entrato ormai in ogni casa, quindi nelle nostre giornate. La celebrazione liturgica La liturgia odierna è ricca di tanti segni. Mi è stata consegnata la nuova chiesa mediante le chiavi con le quali ho autorizzato il parroco ad aprire il portale. Ora, dopo aver recitato le litanie, deporrò le reliquie dei santi alla base dell altare. Poi procederò all unzione dello stesso con il sacro crisma. Ed ancora, a seguire, ungerò le dodici croci poste sulle pareti del tempio ed incenserò l altare. Finalmente, la chiesa verrà illuminata a festa. Tutti questi segni mi offrono l occasione per delle riflessioni, sulle quali vorrei richiamare brevemente la vostra attenzione. Una prima riflessione ce la suggerisce il legame della dedicazione della chiesa con la prima lettura in cui viene raccontata la proclamazione del libro della legge. La seconda riflessione ci viene offerta dalla liturgia stessa della dedicazione. È una liturgia antichissima, affonda le sue radici nella Bibbia, in particolare nella dedicazione del tempio di Gerusalemme. E come quella dedicazione divenne occasione per ricordare le vicende del popolo d Israele, così noi siamo invitati a fare memoria della storia meravigliosa della comunità cristiana ed a lodare il Signore per tutti voi qui convenuti. Questa chiesa è come il monte santo della nostra esperienza di fede, il monte da cui s irradia il fascino e lo splendore del Mistero, dove sentiamo la gioia di essere eletti e fondati sulla sicura roccia che è nostro Signore Gesù Cristo Redentore. Gesù è il vero tempio di Dio, come scrive l evangelista Giovanni nel suo Vangelo; è Lui la vera Chiesa, la vera e piena realizzazione dell uomo, il bene ultimo e definitivo, che dà significato ai beni che sono oggetto d ogni desiderio, d ogni ricerca, d ogni speranza. Diceva sant Agostino in una bella omelia per la Dedicazione: «Se queste pietre materiali non fossero unite tra loro con la carità, se non combaciassero facilmente, se non si amassero in qualche modo aderendo tra loro vicendevolmente, questo tempio non ci sarebbe». Con la dedicazione di questa chiesa anche noi desideriamo essere uniti nell amore vicendevole, per vivere con passione il presente ed aprirci con fiducia al futuro, nella certezza che Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre (Eb 13,8). Nel Concilio Vaticano II i Padri dedicarono al Mistero della Chiesa la costituzione dogmatica, Lumen gentium, vero capolavoro di ecclesiologia. La Chiesa viene chiamata con lo stupendo nome di "luce delle genti", attribuendo ad essa 2

3 il ruolo di "casa" da mettere al centro della comunità, "una casa" dove vi è la vera vita, quella con Dio, e dove tutti, superando individualità che a volte sono emarginazione e non amore, ritrovano la gioia immensa di essere una famiglia. Uscire dalla luce della Chiesa è uscire dalla Luce di Cristo e dalla gioia di appartenere al Padre con i fratelli. Amiamo allora la nostra Chiesa e tutti gli uomini come figli di Dio, esortando al tempo stesso la Chiesa a non avere porte ermeticamente chiuse, per essere, come felicemente annotava Giovanni XXIII, «la fontanella posta al centro della piazza del paese, dove tutti, ma proprio tutti, coloro che hanno sete, senza alcuna distinzione, possano bere». Carissimi, la chiesa è il luogo dell incontro del cielo con la terra, della voce di Dio con il grido dell uomo, della gioia per una vita che entra nel mondo con il pianto per una vita che esce da questo mondo. Nel tempio di Dio veneriamo la croce, memoriale di speranza, così come veneriamo l altare, memoriale di amore. La volta della chiesa non vuole chiudere il cielo fuori di noi, ma, con il dialogo fecondo della preghiera, invitarci a ritrovare il cielo che è dentro di noi. La chiesa è il luogo dove il fariseo proclama la sua giustizia e pretende la sua lode, e il luogo dove il pubblicano riconosce la propria colpa e implora il suo perdono. E il luogo di preghiera del santo che teme di diventare peccatore e del peccatore che prega di diventare santo. E il luogo di chi ringrazia per la salute riavuta e di chi piange per l amore tradito. La Chiesa è il luogo di tutti, dove ognuno si sente a casa sua, perché Dio ama tutti indistintamente, ricchi e poveri, giovani e adulti, devoti e meno devoti. Non bisogna dimenticare, tuttavia, che si loda Dio oltre che nel tempio di pietra anche e soprattutto nel tempio del corpo, che non può essere profanato; nel tempio della coscienza, che non può essere violato; nel tempio della vita che non può essere disprezzata o tolta per decisione umana. Il tempio interiore dei nostri sentimenti, delle nostre decisioni, dei nostri gesti di lealtà, delle nostre scelte generose rende sacra ogni nostra azione e la trasforma in lode al Signore (1Pt 2, 9). Nutro viva speranza che chiunque verrà in questo edificio sacro per pregare e lodare il Signore otterrà la pace del cuore e la fecondità dello spirito. Come ben sapete, la Chiesa costruita con le pietre vive, quali noi siamo, si presenta come pellegrina di umanità e di speranza; come una grande famiglia, nella quale ognuno si sente accolto, amato, perdonato, corresponsabile; come guidata dallo Spirito Santo, che insegna ai suoi figli a tenere l'orecchio sul cuore di Dio e la mano sul polso del tempo. Tutti siamo destinati a diventare pietre vive di un edificio spirituale. Il richiamo ad essere pietre vive va preso sul serio. La chiesa, infatti, è bella ma non ha anima. La sua anima sono i canti e le preghiere della comunità parrocchiale. Sono le lacrime di 3

4 gioia per il perdono ricevuto, le voci interiori che danno un senso alla sofferenza, la partecipazione alla celebrazione del mistero di Cristo nei tempi della liturgia. Se troviamo la nostra forza nella gioia del Signore e se siamo capaci di trasformare la nostra vita in un tempio spirituale di pietre vive saremo in grado di confessare che Gesù è il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Altare Vorrei infine far convergere la vostra attenzione sull altare: centro della celebrazione liturgica e dell intera chiesa. È costruito in modo da attirare lo sguardo di tutti noi, ornato di candelieri che illuminano il memoriale eucaristico che vi si celebra. L altare è il segno del sacrificio della croce come memoriale, è la mensa eucaristica, è il simbolo del sepolcro lasciato vuoto dal Risorto. L altare è il segno di Cristo stesso, o secondo un affermazione divenuta classica l altare è Cristo stesso. In questo sta la sua vera dignità, tanto da essere nel contesto solenne della liturgia di per sé oggetto di incensazione, riverenza, devozione e venerazione. L urgenza che si presenta oggi alla liturgia della chiesa è quella di disporre ogni cosa, nel luogo della celebrazione, per favorire il più possibile l adorazione del Signore che si manifesta al suo popolo nella Parola e nel sacramento, e del quale i celebranti sono solo umili e discreti servitori. Ciò è particolarmente evidente nella collocazione del tabernacolo in un luogo a parte, ma sempre centrale e di facile accesso, dove la santa Eucaristia conservata permetterà la Santa Comunione ai malati e agli assenti; per manifestare la presenza reale del Signore oltre la celebrazione, in vista dell adorazione personale e comunitaria dei fedeli che si recano a pregare in questa chiesa o altrove, dovunque ci sia la croce. Il tabernacolo è bello, illuminato, come la lode al Cristo realmente presente. Tutto nella chiesa deve riportare al significato della Sposa del Signore, la chiesa fatta dal popolo dei battezzati, pronta e adorna per il suo Sposo. «La chiesa-edificio - dice il noto liturgista Crispino Valenziano, nel suo libro L anello della sposa - rispetto alla chiesa di persone è l abito che la protegge, la significa nelle sue funzioni, la illumina nella sua simbolicità e la orna della sua bellezza». Questo è valido per tutti noi, oggi, se affermiamo con convinzione che la sposa conta infinitamente più dell abito! È festa di popolo, questa nostra assemblea: la presenza di tutti testimonia l affetto e la riconoscenza per la Chiesa universale e quella particolare della nostra amata Arcidiocesi, che oggi offre al popolo di Dio questo luogo in cui coltivare i sentimenti più fervidi di fede in Cristo Redentore. Congedo Con la dedicazione di questa nuova chiesa vi viene affidata una grande missione: portare Guardavalle nel cuore della chiesa e la chiesa nel cuore di Guardavalle! Cioè portare qui in chiesa tutti i vostri progetti, i vostri sogni, le vostre 4

5 attese, ma anche le vostre famiglie, i giovani, gli anziani e gli ammalati, i bambini, gli operai e le casalinghe, per presentarli al Signore, che tutti ascolta e ama! Allo stesso tempo, portare la Chiesa nel cuore di Guardavalle : sono sicuro che voi farete di tutto perché la voce di Dio risuoni nelle vostre famiglie e nelle vostre case come conforto, grazia e speranza. Sono anche certo che presto di voi si potrà dire: guarda come si amano!. Proprio così! Siate la meravigliosa famiglia che gusta nella contemplazione del mistero eucaristico il silenzio della lode e allo stesso tempo scopre ogni giorno di più l inedito fascino della Presenza di Cristo, Redentore del mondo, in questa chiesa dedicata a Santa Maria delle grazie e delle anime del Purgatorio titolare di questa Chiesa Fate della Madonna il modello di fedeltà e di docilità alla voce dello Spirito. Che Ella vi aiuti a perseverare nell ascolto e a custodire nel cuore le Parole del Figlio Suo. Amen. Vincenzo Bertolone 5