Donne tra lavoro e pensione

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1 Donne tra lavoro e pensione Parità e differenze perché non ha senso innalzare l età pensionabile delle donne di Luciano Caon Segretario nazionale Spi-Cgil Febbraio

2 L età per la pensione di vecchiaia delle lavoratrici del pubblico impiego A decorrere dal 1996, con la riforma Dini, le lavoratrici del pubblico impiego possono accedere alla pensione di vecchiaia una volta raggiunti i 60 anni di età. Raggiunti i 60 anni, sia nei settori pubblici che in quelli privati, le donne possono scegliere di continuare a lavorare fino a 65 anni per raggiungere gli stessi limiti di età previsti per gli uomini da disposizioni legislative, regolamentari e contrattuali. Si tratta di una facoltà e non di un obbligo 2

3 La flessibilità in uscita Per le donne dei settori privati e per alcune tipologie di lavoro dei settori pubblici (esempio operaie dello Stato) la flessibilità in uscita già esiste ed è incentivata. Nel regime retributivo e misto, ogni anno di lavoro oltre il 60 anno di età vale lo 0,5% in più Da questo beneficio è esclusa la maggior parte delle donne che lavorano nei settori pubblici. 3

4 La sentenza della Corte europea Riguarda le donne che lavorano nei settori pubblici. Secondo quanto afferma la sentenza, la diversa e più bassa età di pensionamento fissata per le donne non compensa gli svantaggi ai quali sono esposte le carriere dei dipendenti pubblici di sesso femminile. Una affermazione non condivisibile alla luce della realtà dei fatti.. 4

5 L età effettiva di uscita dal lavoro dei dipendenti pubblici 5

6 L influenza delle riforme annunciate sulle scelte individuali La decisione di andare in pensione è influenzata, oltre che da esigenze personali, da fattori esterni. La paura dello scalone e il dibattito sul calcolo contributivo in pro-quota, nel 2007, ha spinto molti ad anticipare l uscita dal lavoro. Il fenomeno ha riguardato anche i maschi, sia pure in misura minore. Nel 2009 si sta verificando lo stesso fenomeno per paura dell innalzamento dell età. 6

7 L età di pensionamento dei dipendenti pubblici distinta per sesso Per le donne,la maggiore frequenza si realizza a 61 anni. Per gli uomini a anni 7

8 L età di pensionamento dei dipendenti pubblici distinta per sesso Sempre per le donne, la maggiore frequenza è scesa a 57 anni. Succede sempre prima di ogni riforma annunciata 8

9 L effetto delle riforme sul pensionamento dei dipendenti pubblici In dieci anni l età media è aumentata del 9% mentre l anzianità contributiva è aumentata del 29% La fuga nel 1997 e nel

10 Le pensioni liquidate dall INPDAP La pensione media delle donne è di circa il 20% inferiore a quella degli uomini. Tale differenza, più che nell età pensionabile, è da ricercare nella discontinuità delle carriere professionali nel tipo di mansione svolta nelle discriminazioni professionali che tutt ora persistono 10

11 Inpdap: cause di cessazione dal servizio distinte per sesso età e contribuzione media donne uomini anzianità Pensioni di vecchiaia anzianità Come si può vedere, non ci sono sostanziali differenze tra uomini e donne. Le pensioni di vecchiaia si conseguono con una età anagrafica superiore a quella legale e con una anzianità contributiva media assai elevata Anche nel regime misto l età media si colloca per tutti al di sopra dei 60 anni. 11

12 Le pensioni INPS importo annuo medio di anzianità e vecchiaia liquidate nel 2007 gestione uomini donne lavoratori , ,48 dipendenti lavoratori autonomi , ,61 media totale , ,59 Nel 2007, la pensione media delle donne è stata circa il 58% di quella degli uomini (49% tra i lavoratori dipendenti) (62% tra i lavoratori autonomi) Una condizione, più grave di quella che ha dato luogo alla sentenza, causata da bassi salari, basa anzianità contributiva, forte discontinuità nel lavoro 12

13 Età media di uscita dal lavoro nei settori pubblici e privati uomini donne inps 60 anni e 9 mesi 60 anni e 1 mese inpdap 60 anni e 4 mesi 59 anni e 9 mesi Si tratta di dati che confermano l avvenuta omogeneizzazione delle regole che disciplinano i trattamenti previdenziali dei lavoratori pubblici e privati. Le differenze, pur se minime, sono spiegabili con la diversa continuità di lavoro. Con l innalzamento a 60 anni dell età minima per accedere alla pensione di anzianità l età media di uscita dal lavoro aumenterà per tutti Elaborazione SPI su dati Inps e inpdap

14 Età legale della pensione età media di uscita dal mercato del lavoro differenze retributive ETA'LEGALE ETA'MEDIA diff di retribuzione M F M F F GERMANIA 65/67 65/67 62,6 61,5-22% SPAGNA ,8 62,4-13% FRANCIA 60/65 60/65 59,5 59,4-11% ITALIA ,0 59,8-9% REGNO UNITO ,6 61,7-21% ZONA EURO 61,6 60,9 Eurostat 2007 Le differenze retributive non dipendono né dall età legale di pensione né dall età di uscita dal lavoro. Dipendono dal mercato del lavoro e dalla collocazione delle donne in questo mercato 14

15 Età legale della pensione età media di uscita dal mercato del lavoro differenze retributive Il dato del 9%, stimato da Eurostat, trova una possibile spiegazione anche nella funzione che, nel nostro paese, svolge (ha svolto?) il contratto nazionale. Altre fonti, utilizzando altre modalità di ricerca, arrivano a diverse differenze retributive: Eurispes - 16%; Banca d Italia -23% Il fenomeno della discriminazione deve essere verificato sia all interno dello stesso comparto sia tra i comparti con diversa prevalenza di lavoro femminile. 14

16 Un caso attuale di discriminazione Le donne laureate e con figli devono scegliere tra il riscatto della laurea e quello dei periodi di astensione facoltativa per maternità intervenuta fuori dal rapporto di lavoro. Non è consentito il riscatto di entrambi i periodi. Al contrario, la legge non pone limiti al cumulo del servizio militare con il riscatto della laurea. 16

17 Una prima conclusione La corte europea ha individuato nella diversa età pensionabile una discriminazione da sanare. Il Governo si è difeso (volutamente?) male durante il processo. Ora strumentalizza la sentenza per innalzare l età pensionabile delle donne per fare cassa. Diciamo no perché la vera discriminazione si consuma nel corso della vita lavorativa e non al momento della pensione. 17

18 Il valore del lavoro delle donne 18

19 19

20 Al momento della pensione il danno è già fatto Cause obiettive e pratiche apertamente discriminatorie non spiegano, da sole, il persistere delle differenze retributive tra uomini e donne per gli stessi lavori o lavori di eguale valore. Tali differenze sono dovute a più fattori di ordine giuridico, sociale, economico. Il mercato del lavoro ne è insieme il prodotto e la causa. 20

21 Il valore del lavoro La base giuridica della sentenza della Corte Europea è l articolo 141 del Trattato europeo il quale stabilisce che per un lavoro di eguale valore deve essere assicurata la stessa retribuzione sia agli uomini che alle donne. Ciò solleva la questione della valorizzazione del lavoro di ciascuno ed, in particolare, della valutazione delle funzioni svolte, materia riservata alla contrattazione collettiva. 21

22 Il valore del lavoro Secondo la Commissione Europea, lo scarto tra le remunerazioni esprime una minore e sistematica valutazione del lavoro a prevalenza femminile rispetto a quello a prevalenza maschile, senza che vi sia alcuna giustificazione obiettiva. Normalmente, a fronte di eguale qualificazione professionale, la forza fisica è più valorizzata rispetto alla capacità in materia di relazioni umane. 22

23 Temi da approfondire Analisi degli inquadramenti nei settori a prevalente lavoro femminile. Effetti della contrattazione di secondo livello sulla retribuzione di fatto delle donne. Vincoli orari che incidono sul lavoro e sulla retribuzione delle donne. Si tratta di alcuni temi che sarebbe utile indagare sapendo che non tutti esprimono una discriminazione negativa, specialmente quando si tratta di orario di lavoro 23

24 Il tempo di lavoro 24

25 La conciliazione dei tempi di vita e di lavoro Le donne subiscono più degli uomini la difficoltà di conciliare la vita professionale con quella privata. Questo influisce sulla scelta del lavoro, favorendo il ricorso al tempo parziale in misura maggiore rispetto agli uomini, con conseguenze negative sulla carriera professionale e sul trattamento previdenziale. 25

26 Il lavoro a tempo parziale sul totale degli occupati % ZONA A EURO 14,4 19,7 136,8 GERMANIA 16,7 26,0 155,7 SPAGNA 7,6 11,8 155,3 FRANCIA 16,3 17,2 105,5 ITALIA 6,5 13,6 209,2 REGNO UNITO 24,6 25,2 102,4 Fonte eurostat 26

27 Il lavoro a tempo parziale degli uomini % ZONA A 4,7 7,5 159,6 EURO GERMANIA 3,8 9,4 247,4 SPAGNA 3,0 4,1 136,7 FRANCIA 5,3 5,7 107,5 ITALIA 3,0 5,0 166,7 REGNO UNITO 8,4 10,8 128,6 27

28 % ZONA A EURO 28,5 35,2 123,5 GERMANIA 33,9 45,8 135,1 SPAGNA 16,5 22,8 138,2 FRANCIA 30,0 30,2 100,7 ITALIA 12,9 26,9 208,5 REGNO UNITO 44,6 42,2 94,6 28

29 Tasso di occupazione totale anni (2007) UOMINI DONNE ZONA A EURO 69 73,4 47,4 58,0 GERMANIA 72, ,3 64 SPAGNA 62, ,1 54 FRANCIA 67, ,2 60 ITALIA 66, ,0 47 REGNO UNITO 75, ,5 65 L occupazione maschile è in linea con l obiettivo europeo. L occupazione femminile, pur essendo cresciuta, ne è lontana e difficilmente si riuscirà a raggiungerlo nei tempi previsti 29

30 Tasso di occupazione per sesso età anni maschi Inc.% femmine Inc.% ZONA A EURO 44,3 52,3 118,1 22,6 34,7 153,5 GERMANIA 47,8 59,7 124,9 28,2 43,6 154,6 SPAGNA 50 60,0 120,0 17, ,5 FRANCIA 33,6 40,5 120,5 25,5 36,2 142,0 ITALIA 43,9 45,1 102,7 14,5 23,3 160,7 REGNO UNITO 57,1 66,3 116,1 38,7 48,9 126,4!""#$%%& ' $(#)**()+ + 30

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32 32

33 Le donne nel mercato del lavoro una donna su due in età da lavoro (15-64 anni) non svolge alcuna attività remunerata e non cerca un impiego 2. il tasso di occupazione per le donne poco scolarizzate è il più basso dell Unione Europea 3. nel pieno della maturità professionale (35-54 anni ) lavorano solo quasi una donna occupata su cinque svolge un lavoro temporaneo 33

34 Tra il 1993 e il 2007 l occupazione femminile è cresciuta molto di più di quella maschile. L impiego part-time, in particolare, ha registrato l incremento maggiore (ad esso è imputabile più del 50% della nuova occupazione femminile). Oggi più di una donna occupata su quattro svolge un lavoro a tempo parziale (media 2007=26,9%) Tra le famiglie bireddito con figli sotto i 15 anni nel 49% dei casi la donna lavoro part-time (IRES, 2007) Gli orari di lavoro part-time si riducono 34

35 Nello stesso periodo anche l occupazione femminile instabile (dipendenti a tempo determinato, collaboratrici occasionali) è aumentata più di quella maschile La tendenza recente dimostra che l occupazione femminile rappresenta ancora la componente più dinamica ma con il baricentro spostato sul lavoro dipendente a termine 35

36 La durata dei contratti è mediamente più breve per le donne che per gli uomini: tre su quattro hanno contratti non superiori ad un anno e una su tre a 6 mesi Le donne sono impegnate in media meno ore degli uomini: il 46% non lavora per più di 30 ore Lavorano a part-time, soprattutto le diplomate (51%9), per scelta o per necessità; le donne con titolo universitario rappresentano il 21% delle instabili occupate a tempo parziale Il tempo parziale rappresenta una scelta consapevole solo per una minoranza di lavoratrici instabili (36%). Nelle occupazioni a tempo indeterminato, invece, il part-time è principalmente volontario (57%) 36

37 ! " # $ le donne con occupazioni instabili sono relativamente più adulte impieghi marginali, contratti di breve durata, impegni orari limitati e imposti, minori opportunità di transizione verso occupazioni stabili (intrappolamento) uscita del mercato: più del 70% delle lavoratrici instabili di età anni occupate lascia l anno successivo il mercato del lavoro principalmente per dedicarsi alla cura della casa e/o della famiglia 37

38 % &'% (! &'')* (! &''+ 38

39 , -. %,/ " 0 +)1!" 39

40 .)-)/ " /, # "#$ % & ' "() 40

41 .)-)/ " 2 " 3 )% ) ##*) 41

42 42

43 45 +'% / ++% / 43

44 , # TAB. 1 SPERANZA DI VITA ALLA NASCITA 2003 % Uomini % Donne Differenza Austria 75,9 81,6 5,7 Belgio 75,9 81,7 5,8 Cipro 77 81,4 4,4 Danimarca 75,1 79,9 4,8 Estonia 66,6 76,9 10,3 Finlandia 75,1 81,8 6,7 Francia 76,7 83,8 7,1 Germania 75,7 81,4 5,7 Grecia 76,5 81,3 4,8 Irlanda 75,8 80,7 4,9 Italia 76,8 82,5 5,7 Lettonia 65,7 75,9 10,2 Lituania 66,5 77,7 11,2 Lussemburgo ,0 Malta 76,7 80,7 4,0 Paesi Bassi 76,2 80,9 4,7 Polonia 70,5 78,8 8,3 Portogallo 74,2 80,5 6,3 Regno Unito 76,2 80,7 4,5 Repubblica Ceca 72,1 78,7 6,6 Slovacchia 69,9 77,8 7,9 Slovenia 72,6 80,4 7,8 Spagna 76,9 83,6 6,7 Svezia 77,9 82,5 4,6 Ungheria 68,4 76,7 8,3 Eur 25 (s) 73,8 (s) 80,4 (s) + 6,5 44

45 , 66'-&')' Struttura per età della popolazione Anno % 0-14 %15-64 %65 + % ,8 68,5 14,7 1, ,2 66,4 19,5 2, ,0 65,5 20,5 2, ,2 63,7 23,2 3, ,2 60,8 27,0 4, ,4 55,6 32,0 5, ,7 53,7 33,6 7,8 45

46 3 "$ 3 7# 3 Con conseguenze dirette per quanto riguarda la maturazione dei diritti pensionistici futuri Tutto questo nonostante il fatto che le donne dispongano in media di titoli di studio più elevati degli uomini 46

47 , " 5 2 # 8 " $ 1. Fattori socio-culturali con riferimento al ruolo delle donne nella società 2. Ruolo delle istituzioni nel fornire servizi pubblici alle famiglie, quali asili nido ecc ( - 47

48 ,!9,929 I dati dimostrano che in Italia sono pochi, costano molto e in alcune regioni sono di fatto assenti L Italia è all undicesimo posto nell Europa a 15 per sussidi agli asili nido pubblici Il numero di posti in asili nido sia pubblici che privati è tra i più bassi d Europa meno del 10% contro il 50% in Danimarca e il 35-40% in Svezia e Francia Il Sud d Italia è quasi inesistente con l 1-2% con il 15% del Nord Alcuni studi dimostrano che per arrivare a un livello di partecipazione femminile al mercato del lavoro del 60% come fissato da Lisbona ci dovrebbe essere una offerta del 40% - insieme ad una riorganizzazione degli orari 48

49 : 49

50 7 7 $ Lo sviluppo delle regioni meridionali L occupazione giovanile L occupazione femminile L occupazione tra 55 e 64 anni,' + 50

51 7 " Offrire servizi per il lavoro di cura, dei figli o dei famigliari non autosufficienti, che le obbliga a scegliere lavori flessibili, a tempo parziale, discontinui - precari o a subire interruzioni di carriera Rimuovere gli ostacoli all accesso a posti di responsabilità e meglio retribuiti Prevedere misure per assicurare la continuità previdenziale del rapporto 51

52 ,!-).!#) / 0-) 1 #0) &%% $#( 1.!") '.!$) 52

53 , 4 ; 53

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