Basilea 2 : problemi e opportunità
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- Gabriella Mori
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1 UNIONE PARMENSE DEGLI INDUSTRIALI ASSOCIAZIONE LAUREATI IN ECONOMIA Basilea 2 : problemi e opportunità OBIETTIVI E CARATTERISTICHE DI BASILEA 2 Relazione di Eugenio Pavarani Dipartimento di Economia Università di Parma Parma, 22 giugno 2004 Palazzo Soragna
2 LE DOMANDE Cosa propone il nuovo Accordo di Basilea (B2)? Quali conseguenze determina per le banche? Come inciderà sui rapporti banca impresa? Cosa devono fare le imprese?
3 IL COMITATO DI BASILEA Costituito dai rappresentanti delle Banche centrali del G10; opera dal 1974 presso la BRI Obiettivo: definire norme regolamentari per assicurare la stabilità del sistema creditizio
4 Stato Patrimoniale delle aziende di credito L obiettivo delle autorità di vigilanza è garantire la stabilità delle banche a tutela dei depositanti IMPIEGHI RACCOLTA Il valore degli impieghi è a rischio PATRIMONIO DI VIGILANZA Funzione di cuscinetto a protezione della solvibilità
5 Accordo Basilea 1 ( oggi) Ogni CATEGORIA DI IMPIEGO di capitale (imprese, mutui ipotecari, banche, titoli pubblici, ecc.) comporta un diverso grado di rischio il rischio viene quantificato con un peso sul nominale e deve essere coperto da un adeguata dotazione di Mezzi Propri ( capitale di vigilanza ) pari all 8% dell attivo ponderato
6 I coefficienti di ponderazione di B1 Attività di rischio verso. 0% Governi, banche centrali, ecc. 20% Enti pubblici, banche, ecc. 50% Crediti ipotecari per l acquisto di immobili resid.li 100% Imprese
7 Accordo Basilea 1 ( oggi) IMPORTO NOMINALE x PESO = IMPORTO A RISCHIO x 8% = REQUISITO DI CAPITALE Esempio: prestito non garantito ad impresa privata: x 100% x 8% = euro Indipendentemente dal reale rischio dell impresa che riceve il prestito
8 Stato Patrimoniale delle aziende di credito IMPIEGHI RACCOLTA VINCOLO GESTIONALE PATRIMONIO DI VIGILANZA > 8% dell attivo ponderato
9 CRITICITA DELL ACCORDO DEL 1988 medesima ponderazione per ogni impiego ad imprese non considera la maggioranza delle garanzie ed alcuni strumenti di mitigazione del rischio di credito (credit derivatives, ecc.) non considera la vita residua delle esposizioni non considera la diversificazione del portafoglio
10 L ITER PROCEDURALE DEL NUOVO ACCORDO (B2) COMITATO DI BASILEA Nuovo Accordo Testo Testo definitivo definitivo fine fine giugno giugno CONSIGLIO EUROPEO Direttiva Tra Tra luglio luglio ee settembre settembre BANCHE Applicazione Applicazione // di di fatto: fatto: STATI MEMBRI Legge/regolamentazione nazionale
11 Il nuovo accordo Basilea 2 Innovazione: misurazione puntuale del rischio attraverso diverse variabili tra cui il RATING Obiettivo: accantonare quote di capitale in proporzione al rischio di ogni singolo credito
12 Evoluzione dell analisi del rischio di credito Dal naso dell analista (con molta soggettività e poca oggettività)... alla strutturazione delle informazioni ai sistemi di rating interno (permane peraltro la capacità/professionalità dell analista come vettore fondamentale) al calcolo puntuale del prezzo del rischio
13 RISCHIO DI CREDITO - OPZIONI REGOLAMENTARI Flessibilità Benefici crescenti Diversi metodi IRB Foundation IRB Advanced Standard Complessità realizzativa e costi crescenti
14 Metodo standard In In luogo di di un un solo coefficiente di di ponderazione del del rischio (100%), sono previsti coefficienti diversi a seconda del tipo di di prenditore e del rating del medesimo (se (se presente). I I crediti sono ponderati in in base alla alla valutazione espressa da da agenzie esterne di di rating: da: da: AAA A+ A+ BBB Inferiore a: a: AA- AA- A- A- BB- BB- a BB- BB- Unrated pesi: 20% 20% 50% 50% 100% 150% 100% In linea con il precedente accordo
15 Metodi basati sui rating interni (IRB) Anche i i metodi IRB IRB determinano coefficienti di di ponderazione diversi a seconda del del tipo tipo di di prenditore e del del suo suo specifico rating. Tuttavia la la stima del rating è gestita direttamente dalle banche le le metodologie di di calcolo sono sviluppate internamente e avallate dall autorità nazionale di di vigilanza.
16 Il calcolo dei requisiti patrimoniali nei due metodi Metodo Standard Esposizione Coefficiente di x 8% ponderazione x = Requisito Patrimoniale x x x +/- x = EAD PD LGD M Granularity 8% Requisito Patrimoniale Le Le componenti principali del del rischio rischio di di credito credito Metodo IRB
17 Le componenti principali del rischio di credito È la probabilità che una controparte vada in default. L intervallo temporale di validità considerato dall Autorità di Vigilanza è di 12 mesi. È una stima percentuale della perdita in caso di default. Il valore di questo indicatore è fortemente correlato alla natura del finanziamento ed alle garanzie. È l importo dell esposizione che la banca si troverà ad avere nei confronti di un determinato cliente nel momento in cui si verificherà il default.
18 Nuova visione del rischio di credito INCERTEZZA PRIMO ARGINE SECONDO ARGINE PROBABILITA DI INSOLVENZA PERDITA IN CASO DI INSOLVENZA rischio impresa rischio operazione rating dell impresa (PD) esposizione al momento del default (EAD) Perdita in caso di default (LGD ) Sintesi del rischio EL = PD x EAD x LGD
19 PERCHE B2 E SCRITTO PER LE BANCHE MA RIGUARDA LE IMPRESE? RISCHIO CAPITALE COSTI CAP.LE OP.VI E MARGINE TASSO SUL FINANZIAMENTO Dal rischio al capitale di vigilanza Dal rischio al pricing
20 DAL RISCHIO AL PREZZO DEL CREDITO Rating del debitore Rating del garante Forma tecnica Garanzie reali Forma tecnica Margine disponibile In che percentuale di casi si rischia una perdita? Quale percentuale si perderà in caso di default? Su quale esposizione effettiva? livello dei dei tassi CAPITALE costo costi operativi costi operativi redditività di di cliente PREZZO politica commerciale
21 COME CAMBIA LA QUANTIFICAZIONE DEI TASSI Fonte: Accenture
22 Sistema di Rating Interno Il modello concettuale di Centrale Bilanci PROFILO AZIENDALE Analisi Qualitativa Score qualitativo Analisi Ecofinanziaria Rating di Bilancio Rating di Impresa Score settoriale Caratteristiche ambientali Esame integrato del profilo aziendale PROFILO COMPORTAMENTALE Analisi dati Centrali Rischi RATING INTERNO COMPLESSIVO Score andamentale di CR Score andamentale Score andamentale interno Analisi Rapporto B/I Esame integrato del profilo comportamentale
23 Basilea 2 - PMI e Retail Il documento pubblicato nel gennaio 2001 non distingueva le PMI nel portafoglio Corporate Mediamente le PMI sono caratterizzate da una PD più elevata. Questa proposta avrebbe comportato: rischio di innalzamento dei tassi per le PMI effetti asimmetrici sulle economie europee (particolarmente esposte Italia e Germania)
24 Basilea 2 - PMI e Retail Proposta del terzo documento dell aprile 2003 Le imprese con fatturato tra 5 e 50 milioni di Euro saranno soggette a requisiti patrimoniali inferiori, fino al 20% a seconda delle dimensioni, rispetto alle grandi imprese Alle PMI con esposizioni verso la singola Banca inferiori a 1 milione di Euro si potranno applicare i coefficienti di ponderazione più contenuti previsti per il retail (crediti al dettaglio)
25 Basilea 2 - PMI e Retail Fatturato >= 50 mln Euro < 50 e >= 5 mln Euro < 5 mln Euro esposizione <= 1 mln Euro CORPORATE PMI CORPORATE PMI RETAIL Requisiti di capitale decrescenti (effetto diversificazione) da analisi complesse ad analisi semplificate crescente automazione e standardizzazione dei processi
26 Relazione tra probabilità di insolvenza e patrimonio di vigilanza aggiustamenti 35% 2 30% 25% Patriminio di Vigilanza 20% 15% 10% 8% % 0% 0,0% 0,5% 1,0% 1,5% 2,0% 2,5% 3,0% 3,5% 4,0% 4,5% 5,0% 5,5% 6,0% 6,5% 7,0% 7,5% PD 1 accordo gennaio novembre corporate ottobre SME 25 mln euro - ottobre 2002 sconto 10% 6 SME 5 mln euro - ottobre 2002 sconto 20% Fonte : ABI novembre 2002
27 Rapporto banca - PMI Pricing Ruolo delle garanzie Intensità di relazione Ruolo dei Confidi Le condizioni di pricing basate sul rating non sono, in prima istanza, penalizzanti, considerando il rating medio delle PMI italiane che si colloca in area BB Solo verso i prenditori con i rating peggiori la curva di prezzo salirà, ma sarà modificabile grazie al riconoscimento delle garanzie concesse Sarà enfatizzato il ruolo delle banche nel proporre alle imprese strumenti per affrontare i mercati finanziari e per ottimizzare la composizione delle fonti di finanziamento Per l ottenimento di tassi più favorevoli potrebbero svolgere un ruolo determinante i Confidi, sempreché mettano in atto una serie di interventi correttivi
28 Evoluzione attesa nel rapporto banca - impresa DA Numero elevato relazioni bancarie (pluriaffidamento) Valutazione empirica/ poco trasparente imprese clienti Pricing soggettivo e poco correlato al rischio Richiesta di garanzie sostitutive della valutazione dell impresa Redazione del bilancio a fini meramente civilistici e fiscali A Minor numero di relazioni qualificate Sistema obiettivo di valutazione (rating) Pricing più oggettivamente legato al rischio effettivo Corretta valorizzazione delle garanzie Arricchimento del contenuto dell informativa di bilancio e di report gestionali
29 COSA POSSONO FARE LE IMPRESE? Richiedere l assegnazione dei rating a banche già in grado di applicarli e individuare i punti di debolezza Analisi di sensitività dei dati che più influenzano il rating per verificare eventuali linee di intervento Avvio di un programma aziendale orientato al rispetto e/o miglioramento continuo dei parametri sensibili Aumentare il peso delle valutazioni di natura finanziaria rispetto a quelle, fino ad ora prevalenti, di natura fiscale Analizzare i risvolti finanziari prospettici dei programmi dell impresa e pianificare le scelte finanziarie Verificare quali informazioni sono apprezzate dalla banca ed attrezzarsi per la produzione sistematica
30 COSA POSSONO FARE LE IMPRESE? IN SINTESI BASILEA 2 PREMIERA LE IMPRESE CHE MEGLIO SAPRANNO ESTRARRE COMPETITIVITA DALL AREA FINANZA DEDICANDO ADEGUATE PROFESSIONALITA
31 Grazie per l attenzione Grazie per l attenzione
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