Sistema pensionistico italiano. Corso di Scienza delle Finanze Cleam, classe 3 a.a Dott.ssa Simona Scabrosetti

Transcript

1 Sistema pensionistico italiano Corso di Scienza delle Finanze Cleam, classe 3 a.a Dott.ssa Simona Scabrosetti

2 Il sistema pensionistico italiano Sistema a ripartizione dal 1970 Anni 80: inizia a manifestarsi la crisi finanziaria delle gestioni pensionistiche Anni 90: esigenza di contenere spesa pensionistica/pil. Riforma Amato (1992) e riforma Dini (1995) Riforma 2004 (legge delega 28/07/2004) Protocollo Welfare (17 ottobre 2007) 2

3 Interventi su: - requisiti per il pensionamento; - metodo di calcolo della pensione. Effetti in termini di: - equità (previdenziale, attuariale e assistenziale); - ripartizione dei rischi. 3

4 Requisiti per il pensionamento Riforma Amato (1992): inasprimento requisiti pensioni di vecchiaia. Riforma Dini (1995): - per coloro che al 1/01/1996 erano già sul mercato del lavoro intro requisito anzianità anagrafica pensioni di anzianità; - per coloro che iniziano a lavorare dal 1/01/1996 solo pensioni di vecchiaia con età anagrafica flessibile. 4

5 Metodo di calcolo della pensione (sistema a ripartizione) Regime pre-1992: - retributivo, β=2%, Rp = media delle retribuzioni degli ultimi 5 anni, rivalutate sulla base dell inflazione. Riforma Amato: - retributivo, β=2%, Rp = media delle retribuzioni di tutta la vita, rivalutate sulla base dell inflazione. 5

6 Riforma Dini: - contributivo (P=MC/a) con fase di transizione. MC calcolato rivalutando i contributi versati ad un tasso (r) pari alla media del tasso di variazione del PIL nominale dei cinque anni precedenti; a = coefficiente di trasformazione che riflette la speranza di vita al momento del pensionamento (aggiornato (?) ogni 10 anni in base alle nuove tendenze demografiche); aliquota contributiva α=33%. 6

7 Fase di transizione fino al In particolare: - per coloro che entrano nel mercato del lavoro a partire dal 1/01/1996: metodo di calcolo contributivo applicato pienamente; - per coloro che al 1/01/1996 avevano meno di 18 anni di contributi: metodo di calcolo misto (retributivo e contributivo); - per coloro che al 1/01/1996 avevano 18 o più anni di contributi: metodo di calcolo retributivo (riforma Amato). 7

8 Interventi su: - requisiti per il pensionamento (inasprimento); - metodo di calcolo della pensione (da retributivo a contributivo). Effetti in termini di: - equità (previdenziale, attuariale e assistenziale); - ripartizione dei rischi. 8

9 Funzione previdenziale e assicurativa Riforma Amato (metodo retributivo con Rp = media delle retribuzioni di tutta la vita): - no equità previdenziale: tassi di sostituzione che penalizzano le carriere dinamiche; - no equità attuariale: rispetto al regime precedente, TIR più bassi soprattutto per le carriere dinamiche. 9

10 Riforma Dini (metodo contributivo): - no equità previdenziale: tassi di sostituzione crescenti con l età di pensionamento e più bassi per le carriere dinamiche; - equità attuariale: per definizione. 10

11 Funzione assistenziale Lungo periodo di contribuzione (15 e poi 20 anni), integrazioni al minimo, pensioni di invalidità e pensioni sociali fanno sì che la componente assistenziale del sistema pensionistico italiano sia molto consistente, almeno fino alla riforma Dini. Riforma Dini: indebolisce funzione assistenziale sistema pensionistico. 11

12 Ripartizione dei rischi (inflazione e salariale) Riforma Amato e Dini: - rischio inflazione a carico dei lavoratori (indicizzazione delle pensioni all inflazione, anche se variabile con Dini); - rischio salariale a carico dei pensionati (deindicizzazione delle pensioni ai salari). 12

13 Ripartizione dei rischi (rischio demografico) Rischio rilevante (vedi piramide età, Istat) Risposte: - spostamento in avanti dell età di pensionamento (riforma Amato); - età di pensionamento flessibile, ma pensione inversamente proporzionale al coefficiente di trasformazione (riforma Dini). 13

14 Piramide dell età della popolazione italiana (2010) - Sistema pensionistico - 14

15 15

16 La riforma del 2004 Legge delega 28/07/2004 (Riforma Maroni) Requisiti dal 1 gennaio 2008 Per coloro che al 1/01/1996 erano già sul mercato del lavoro: - pensioni di anzianità: requisito unico (40 anni di contributi) oppure 60 anni (scalone) + 35 anni di contributi nel 2008 (61 dal 2010 e 62 dal 2014) Per coloro che hanno iniziato a lavorare dal 1/01/1996: - pensioni di vecchiaia: viene meno la flessibilità d età anagrafica prevista da Dini; - pensioni di anzianità: re-introdotte con requisito unico (40 anni di contributi). 16

17 Protocollo Welfare 2007 Modifiche alla riforma Maroni (requisiti pensioni di anzianità) Scalone sostituito da un nuovo sistema: 35 anni di contributi + nuovi requisiti età anagrafica (previsto un aumento graduale da 57 a 60 anni e poi oltre); oppure possibilità di pensionamento al raggiungimento di quote (somma di età anagrafica e anzianità contributiva). Nuovi coefficienti di trasformazione con effetto dal 1/01/2010 da aggiornare ogni 3 anni con decreto del Ministero del Lavoro in concerto con quello dell Economia. 17

18 18