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1 INSEGNAMENTO DI STORIA CONTEMPORANEA LEZIONE IX LA SHOAH PROF. MANRICO GESUMMARIA

2 Indice 1 La shoah Le persecuzioni naziste ed i crimini contro l umanità Le colpevoli responsabilità del fascismo di 10

3 1 La shoah 1.1. Le persecuzioni naziste ed i crimini contro l umanità Intorno alle ore 15 del 27 gennaio 1945 i soldati sovietici della Prima Armata del Fronte Ucraino, comandata dal maresciallo Koniev, entrarono nel campo di sterminio nazista di Auschwitz-Birkenau. Fu così che gli Alleati scoprirono l agghiacciante "vergogna" di Auschwitz. In base alle indagini svolte immediatamente dopo la "scoperta" del lager, esperti inglesi, americani e russi, che lavorarono di comune accordo, stimarono in circa quattro milioni le persone che trovarono la morte nei forni crematori di Auschwitz-Birkenau. Stime più recenti parlano di circa un milione e mezzo di vittime. L'avanzata delle truppe sovietiche in Polonia, in direzione della Germania, obbligò i gerarchi hitleriani a evacuare i prigionieri da decine di lager e a distruggere gli impianti di sterminio, che secondo le stime più attendibili servirono complessivamente per il genocidio di circa sei milioni di ebrei europei. L'ultimo trasporto dei prigionieri di ambo i sessi verso Auschwitz avvenne a piedi. Era il 18 gennaio. Nei giorni che precedettero la liberazione c'era nei prigionieri - secondo quanto riferirono i pochi sopravvissuti - una tensione drammatica. Nel campo si trovavano soprattutto coloro che non potevano camminare. Quasi subito dopo l'ultimo trasporto, gli ufficiali delle SS cominciarono a bruciare i magazzini appiccando il fuoco con i vestiti imbevuti di benzina, strappati agli uomini uccisi nelle camere a gas. Il 20 gennaio le SS fecero esplodere i forni crematori numero 2 e 3, e la notte tra il 25 e il 26 anche il crematorio 5. Con il termine Shoah venne ufficialmente indicato lo sterminio degli ebrei operato dai nazisti. Questo vocabolo venne usato per la prima volta nel 1938 nella Palestina sottoposta al mandato britannico durante una riunione del Comitato Centrale del Partito Socialista, in riferimento al pogrom della cosiddetta Notte dei Cristalli. Nella parola Shoah, voce biblica che significa catastrofe, disastro, è implicito che quanto è accaduto non ha alcun significato religioso, contrariamente a ciò che richiama il termine olocausto, che rinvia a un idea di sacrificio e di espiazione. La Shoah è piuttosto un genocidio, ovvero un azione criminale che, attraverso un complesso e preordinato insieme di azioni, è finalizzata alla distruzione di un gruppo etnico, nazionale, razziale o religioso. 3 di 10

4 Ben sei milioni di ebrei (secondo fonti tedesche), giovani, vecchi, neonati e adulti, furono uccisi dalla violenza nazista. La Shoah si sviluppò in cinque diverse fasi: I. la privazione dei diritti civili dei cittadini ebrei; II. la loro espulsione dai territori della Germania; III. la creazione di ghetti circondati da filo spinato, muri e guardie armate nei territori conquistati a est dal Terzo Reich, dove gli ebrei furono costretti a vivere separati dalla società e in precarie condizioni sanitarie ed economiche; IV. i massacri delle Einsatzgruppen (squadre di riservisti incaricate di eliminare ogni oppositore del nazismo nei territori conquistati dell Ucraina e della Russia) durante le azioni di rastrellamento; V. la deportazione nei campi di sterminio in Polonia dove, dopo un immediata selezione, gli ebrei venivano o uccisi subito con il gas o inviati nei campi di lavoro e sfruttati fino all esaurimento delle forze, per essere poi comunque eliminati. Queste tappe possono essere suddivise in due periodi storici: - dal 1933 al 1940, quando il nazismo vide la soluzione della questione ebraica nell emigrazione; - dal 1941 al 1945, quando venne attuato lo sterminio quale scellerata soluzione finale. Il nazismo fece dell attacco agli ebrei uno dei propri elementi fondanti. Dal momento in cui giunse al potere, si scagliò contro i cittadini ebrei con ogni mezzo di propaganda e con una fitta campagna di leggi. Per convincere anche la pubblica opinione della necessità di questa lotta, furono utilizzate le accuse di deicidio, di inquinamento della razza ariana e di arricchimento mediante lo sfruttamento del lavoro e delle disgrazie economiche altrui. Gli ebrei, secondo i piani dei gerarchi nazisti, avrebbero dovuto scomparire dalla faccia della terra. Il progetto di Hitler, infatti, era quello di rendere tutto il mondo Judenfrei (libero dagli ebrei). Dal momento dell entrata in guerra, la Germania rese sempre più violenta la lotta contro i civili ebrei fino a giungere all eliminazione fisica. Con il proseguire del conflitto, più si profilava certa una sconfitta per il Terzo Reich, più si faceva intensa la guerra dei nazisti agli ebrei, come se la loro distruzione totale potesse costituire una vittoria compensatrice. La furia violenta del nazismo si scagliò però non solo contro gli ebrei, ma anche contro: i tedeschi dissidenti (dall apertura del campo di Dachau, 1933); gli zingari (discriminati già nel 1935 e deportati dal 1939); i Testimoni di Geova (perseguitati nel 1933 e internati dal 1935); i prigionieri 4 di 10

5 di guerra (dall inizio del 1939); i partigiani (dal momento in cui venivano annessi nuovi territori al Reich); gli omosessuali (incarcerati e condannati dal 1934); i portatori di handicap (sterilizzati dal 1933; nel 1939 i primi a essere gassati in apposite case di cura o su camion destinati alla gassazione, in base al Programma Eutanasia); una parte del clero (dal 1937, quando papa Pio XI, nell Enciclica Mit Brennender Sorge, prese aperta posizione contro la Germania hitleriana). Bisogna però ricordare che, mentre ebrei e zingari furono vittime dello sterminio sistematico di interi gruppi familiari, colpevoli solo di esistere, tutti gli altri vennero perseguitati perché avversari del regime al potere o non adatti al nuovo ideale nazista di uomo tedesco. Questa differenza si rispecchiava anche nelle diverse tipologie di campi creati dai nazisti per i propri nemici. In base a un indagine compiuta da G. Schwarz, uno dei maggiori studiosi dell universo concentrazionario, i gerarchi nazisti istituirono più di campi sul suolo del Terzo Reich. Cinquanta erano le categorie in cui venivano suddivisi i lager, in base alle diverse finalità, ma sei in tutto erano i campi di sterminio dove i deportati venivano selezionati e uccisi con il gas, creati solo per ebrei e zingari: sono questi i luoghi della Shoah. I lager più tristemente noti: Bergen Belsen, Ravensbruck, Dachau, Neuengamme, Buchenwald, Auschwitz-Birkenau, Belzec, Treblinka, Sobibor, Mauthausen e quelli in territorio italiano della Risiera di San Sabba, Bolzano, Ferramonti, Fossoli, Campagna. Il principale responsabile del "sistema concentrazionale" fu, sin dal 1936, Heinrich Himmler, che si considerava la reincarnazione di Enrico I di Sassonia e dal quale dipendeva l'intera gestione dei campi. E a lui che si deve l incremento del numero dei prigionieri non politici, con l aggiunta di nuove categorie di persone quali omosessuali, prostitute, zingari e disoccupati. Furono rinchiusi nei campi di concentramento anche i testimoni di Geova e coloro che si erano battuti in Spagna per la Repubblica, principalmente per essere sfruttati nelle industrie belliche naziste. Con le leggi di degiudeizzazione del 1933, con cui veniva ordinato il licenziamento e l esclusione degli ebrei da tutte le funzioni pubbliche, Hitler diede subito prova di mantener fede agli impegni elettorali, ponendo le basi dello Stato razziale e creando nuovi posti di lavoro per gli ariani. Egli aveva vinto le elezioni, infatti, promettendo Arbeit und Brot (pane e lavoro) e la riscossa comune contro i nemici interni ed esterni del Reich. In base a un ordine del 22 marzo 1933 venne ufficializzato per questo scopo l utilizzo di campi di concentramento con l apertura di Dachau, dove i primi a essere deportati furono gli oppositori, i Testimoni di Geova, gli zingari e chiunque fosse risultato sospetto al nuovo regime. Nel frattempo erano costanti i soprusi ai danni degli ebrei 5 di 10

6 tedeschi, che venivano descritti dalla propaganda nazionalsocialista imbastita dal ministro Joseph Goebbels, fedelissimo di Hitler fino alla fine, come estranei al popolo della Grande Germania. Contrariamente a quanto sostenuto dalla propaganda, da anni la comunità ebraica era parte integrante della società tedesca, diversamente da quanto accadeva nell Europa dell Est, dove l integrazione sociale e culturale della minoranza ebraica era progredita più lentamente. Goebbels fu il principale artefice delle campagne di "arianizzazione" della cultura, che costrinsero all'esilio centinaia di artisti e scienziati, ebrei e non. Tra gli altri, furono costretti a fuggire: Albert Einstein, Sigmund Freud, Bertolt Brecht, Marlene Dietrich e Thomas Mann. Con le leggi di Norimberga del 15 settembre 1935, Hitler diede ufficialità alle proprie idee antisemite già espresse nel Mein Kampf. Da quel momento gli ebrei divennero ufficialmente cittadini inferiori per legge e nascita. Numerose furono le leggi che scandirono la loro vita diversa, come quella per cui dovevano frequentare solo luoghi a loro riservati (esistevano addirittura panchine solo per ebrei) o quella per cui dovevano premettere ai nomi propri Israel, se maschi, o Sarah, se femmine. Sin da quei primi anni, quindi, possiamo oggi capire come la Germania nazista combatté due guerre parallele: una contro i nemici esterni, che ebbe inizio il 1 settembre 1939 e sfociò nel dramma della seconda guerra mondiale; l altra contro gli ebrei, cittadini inermi, secondo le leggi naziste colpevoli di esistere. Da qui ebbe origine la Shoah, la cui legalizzazione si formulò in tre tappe fondamentali: 1935: leggi di Norimberga; 1939: leggi sull emigrazione forzata degli ebrei dal territorio tedesco verso i ghetti nella Polonia occupata; 1942: Conferenza di Wannsee. Questi tre eventi furono scanditi da una serie di provvedimenti burocratici che permettevano a qualsiasi uomo ariano di commettere crimini contro un suo simile pur continuando a considerarsi un buon cittadino, e anzi per questo essere ricompensato dallo Stato. L orrore vissuto dall umanità intera riecheggia nei nomi dei lager più tristemente noti, così come fa ancora rabbrividire ai testimoni scampati alla follia nazista il nome di Heinrich Himmler, primo responsabile dell orrore dei lager, e quello di Josef Mengele, il medico tedesco che effettuò esperimenti pseudo scientifici su esseri umani all'interno del campo di concentramento di Auschwitz; l'assoluta convinzione della validità della teoria di disparità delle razze umane che si concretizzò nel disprezzo delle vite che egli reputava «inferiori», soprattutto ebrei e zingari. La 6 di 10

7 durezza e la severità con cui trattava gli internati furono così abnormi da valergli soprannomi quali "L'angelo della morte", "Il dottor morte" ed "Il boia di Auschwitz", seppure il suo comportamento non si discostasse troppo da quello di altri medici impiegati all'interno dei lager Le colpevoli responsabilità del fascismo Per sette anni, dal 1938 al 1945, anche l Italia fascista fu un Paese ufficialmente e concretamente antisemita; più precisamente, dapprima (fino al 25 luglio 1943) si ebbe la persecuzione dei diritti degli ebrei, poi (dall 8 settembre 1943 al 25 aprile 1945) la persecuzione delle vite degli ebrei. Il periodo della persecuzione dei diritti può essere convenzionalmente fatto iniziare il febbraio 1938, quando il Ministero dell Interno dispose il censimento della religione professata dai suoi dipendenti. Il 22 agosto dello stesso anno venne effettuato un censimento generale degli ebrei a impostazione razzista. Nel frattempo in luglio era stato diffuso il documento teorico Il fascismo e i problemi della razza (poi noto col titolo fuorviante Manifesto degli scienziati razzisti ) e in ottobre il Gran Consiglio del fascismo approvò una Dichiarazione sulla razza. La persecuzione dei diritti (introdotta dalle leggi per la difesa della razza e da numerosi provvedimenti amministrativi) colpì in particolare i settori del lavoro e della cultura: gli ebrei vennero espulsi dalla scuola (2 settembre 1938) e da tutti gli impieghi pubblici (10 novembre 1938), compreso l esercito, vennero sostanzialmente emarginati dalle libere professioni ed eliminati dalle attività culturali; inoltre vennero loro progressivamente limitati gli impieghi presso ditte private, la gestione di attività commerciali, le iscrizioni nelle liste di collocamento al lavoro. Vennero posti limiti al possesso di case, terreni e aziende. La persecuzione fu di tipo razzista e non religioso (il bambino nato da due genitori ariani era classificato ariano, anche se professante la religione ebraica; e viceversa). Vennero assoggettate alla persecuzione circa 51 mila persone, cioè poco più dell 1 per mille della popolazione della penisola. Vennero vietati nuovi matrimoni razzialmente misti di ariani con semiti (10 novembre 1938; il divieto riguardava anche i matrimoni con camiti, oggetto peraltro questi ultimi di una normativa persecutoria autonoma, varata a partire dal 1936). L antisemitismo permeò la vita del Paese in tutti i suoi comparti, a iniziare da quello scolastico. La persecuzione doveva concludersi con l allontanamento di tutti gli ebrei dalla Penisola. Mussolini decise nel settembre 1938 l espulsione della maggioranza degli ebrei stranieri e nel febbraio di 10

8 l espulsione entro dieci anni degli ebrei italiani. L ingresso dell Italia in guerra il 10 giugno 1940 bloccò l attuazione di queste decisioni, e gli ebrei rimasero bloccati in un Paese che non li voleva. Il fascismo aggravò la persecuzione dei diritti, istituendo nel giugno 1940 l internamento degli ebrei italiani giudicati maggiormente pericolosi (per il regime) e degli ebrei stranieri i cui Paesi avevano una politica antiebraica, nel maggio 1942 il lavoro obbligatorio per alcune categorie di ebrei italiani e nel maggio-giugno 1943 dei veri e propri campi di internamento e lavoro forzato per gli ebrei italiani. Durante il periodo dei quarantacinque giorni, il nuovo governo Badoglio annullò quest ultima decisione, revocò alcune norme persecutorie minori, ma lasciò in vigore tutte le leggi antiebraiche. Il periodo della persecuzione delle vite degli ebrei ebbe inizio l 8 settembre e non riguardò gli ebrei dell Italia meridionale e insulare, liberata dalle truppe anglo-americane entro la fine di quel mese. Tuttavia la grande maggioranza dei perseguitati abitava nell Italia centro-settentrionale, assoggettata all occupazione tedesca e al nuovo Stato fascista poi denominato Repubblica Sociale Italiana. In queste regioni, la persecuzione fu gestita da tedeschi e da italiani, tranne che nelle zone di operazione Alpenvorland e Adriatisches Kuestenland (Prealpi e litorale adriatico), ove fu gestita solo da tedeschi. I nazisti intrapresero subito la loro politica di arresto-concentramento-deportazioneeliminazione e di rapina dei beni. Già il settembre 1943 arrestarono e deportarono 22 ebrei di Merano e, negli stessi giorni, rapinarono e uccisero quasi 50 ebrei (tra i quali, vari milanesi) sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. La prima retata attuata da un reparto specializzato di polizia fu quella del 16 ottobre 1943 a Roma: quel sabato vennero rastrellati ebrei; due giorni dopo di essi vennero deportati ad Auschwitz (tra di essi vi era anche un bambino nato dopo l arresto della madre). Il 1 dicembre anche le autorità italiane cominciarono ad arrestare gli ebrei e a internarli in campi provinciali; alla fine di quel mese iniziarono a trasferirli nel campo nazionale di Fossoli, nel comune di Carpi, in provincia di Modena. Nella prima metà del dicembre 1943 le autorità di Berlino esaminarono la politica intrapresa dalla Repubblica Sociale Italiana e decisero di lasciarle il ruolo principale nell organizzazione degli arresti e nella gestione dei campi provinciali. Nelle settimane seguenti i due governi conclusero un accordo terribile e segreto (oggi non attestato da alcuna documentazione, ma comprovato logicamente dai fatti noti) per l assegnazione ai tedeschi degli ebrei che venivano trasferiti dagli italiani nel campo di Fossoli (nel marzo 1944 anche la gestione del campo di Fossoli fu consegnata ai tedeschi i quali, a fine luglio-inizio agosto 1944, lo spostarono a Gries, nel comune di Bolzano). 8 di 10

9 Così, i convogli di deportazione allestiti dai tedeschi dopo il gennaio 1944 trasportarono anche le vittime arrestate da italiani e consegnate consapevolmente ai tedeschi. Nell Adriatisches Kuenstenland gli ebrei arrestati furono raccolti dapprima nel carcere di Trieste e poi nel campo allestito nella Risiera di San Sabba, e vennero deportati con convogli autonomi. Dalla Penisola vennero deportate circa persone identificate (di esse, quasi 6 mila furono uccise) e circa persone non identificate. La grande maggioranza dei deportati fu inviata ad Auschwitz; di questi, pochissimi fecero ritorno. Inoltre più di 300 ebrei furono uccisi in territorio italiano. Tra tutti gli ebrei, il gruppo maggiormente colpito fu quello dei 21 rabbini-capo delle Comunità Israelitiche: 9 di essi furono deportati (tutti ad Auschwitz, e nessuno sopravvisse). Uno dei fatti più gravi avvenuti in territorio italiano, con gravissime corresponsabilità degli stessi italiani, fu l eccidio delle fosse Ardeatine. Per la sua efferatezza, l'alto numero di vittime, e per le tragiche circostanze che portarono al suo compimento, è diventato l'evento simbolo della rappresaglia nazista durante il periodo dell'occupazione. Il 23 marzo 1944 in un azione di guerra a Roma in via Rasella, un gruppo di partigiani dei Gap, Gruppi d Azione Patriottica delle brigate Garibaldi, uccideva 33 soldati del battaglione Bozen e ne feriva 38 facendo scoppiare una carica esplosiva e attaccando la colonna nemica con armi automatiche e il lancio di bombe da mortaioleggere. Accuratamente preparata, l azione colpiva uno dei battaglioni specializzati in azioni di rappresaglia e faceva seguito a una serie di massacri perpetrati nei mesi precedenti dai tedeschi nelle zone intorno alla capitale ai danni di persone innocenti, spesso donne, vecchi e bambini: 18 vittime a Canale Monterano, 32 a Saturnia, 14 a Blera, 40 a San Martino, 14 a Velletri ecc. In seguito all azione partigiana Hitler comunicò che Roma doveva essere interamente distrutta e tutta la popolazione deportata, ma subito dopo rettificò che per la vendetta sarebbe stato sufficiente radere al suolo l intero quartiere nel quale si era svolta l azione. Infine Kesselring e il comandante della piazza di Roma, Kurt Maeltzer, stabilirono le modalità della rappresaglia: dieci italiani per ogni soldato tedesco ucciso. L eccidio avvenne immediatamente e fu affidato al colonnello Herbert Kappler, coadiuvato dal capitano Priebke: il giorno dopo l azione partigiana, 335 uomini furono uccisi alle Fosse Ardeatine, ciascuno con un colpo alla nuca. Un drammatico errore di calcolo, inoltre, costò la vita a 5 persone in più rispetto al numero previsto dalla rappresaglia. La maggior parte delle vittime venne prelevata dal carcere di Regina Coeli e dal comando di via Tasso, cinquanta furono scelte e consegnate dal questore fascista Caruso. Le "Fosse Ardeatine", antiche cave di pozzolana site nei pressi della via Ardeatina, scelte quali luogo 9 di 10

10 dell'esecuzione e per occultare i cadaveri degli uccisi, sono diventate un monumento a ricordo dei fatti e sono oggi visitabili. I perseguitati che non vennero deportati o uccisi in Italia furono circa 35 mila. Circa 500 di essi riuscirono a rifugiarsi nell Italia meridionale; 5-6 mila riuscirono a rifugiarsi in Svizzera; gli altri 29 mila vissero in clandestinità nelle campagne e nelle città, protetti da antifascisti e persone dotate di buon cuore e senso della giustizia. Circa ebrei parteciparono attivamente alla Resistenza; circa 100 di essi caddero in combattimento o, arrestati, furono uccisi nella Penisola o in deportazioni. Non è facile trovare nei nostri giorni documentazioni riguardanti i campi di detenzione in Italia nel corso della Seconda guerra Mondiale gestiti generalmente dalle milizie del governo fascista di Mussolini. Alcuni storici, interessati allo studio di questo periodo storico italiano, affermano che si trovarono ubicati in quasi tutte le regioni più di 400 campi di concentramento e luoghi di detenzione nazifascisti. Ancora oggi è difficile stabilire con precisione il numero dei campi di concentramento istituiti in Italia nel corso della seconda guerra mondiale. Furono istituiti anche campi di concentramento per l'internamento civile, ed erano sottoposti alla giurisdizione del Ministero dell'interno, che, per garantire l'applicazione delle disposizioni prevista per l'internamento, aveva nominato cinque "Ispettori Generali di Pubblica sicurezza". Dei "futuri campi", segnalati nelle relazioni degli Ispettori, ne furono istituiti, nel 1940, circa 40. I campi erano dislocati nelle province centro meridionali. Va precisato che la realtà vissuta nei campi di detenzione italiani, era ben differente da quella dei campi di concentramento nazisti. I lager italiani erano si, luoghi di internamento, ma non vigeva il terrore dello sterminio sistematico come nei lager polacchi. La vita al suo interno, era abbastanza dignitosa e le punizioni non facevano parte della quotidianità, e in certi periodi l'alimentazione era piuttosto sufficiente. Solo nei campi gestiti dalle milizie naziste come, Fossoli di Carpi, Bolzano Gries e la Risiera di San Sabba le condizioni di vita erano peggiori, pur sempre lontane dalle realtà dai campi di Dachau, Buchenwald e altri. Nella Risiera di San Sabba esisteva un forno crematorio e celle di punizione. Nei campi di concentramento e nei luoghi di detenzione fascisti non esistevano strumenti di tortura e di morte. 10 di 10

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