I INCONTRO CONSULTA ECCLESIALE DEGLI ORGANISMI SOCIO- ASSISTENZIALI
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- Modesto Volpi
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1 I INCONTRO CONSULTA ECCLESIALE DEGLI ORGANISMI SOCIO- ASSISTENZIALI IL DISEGNO DI LEGGE DELEGA DI RIFORMA DEGLI ORGANISMI DEL III SETTORE: OPPORTUNITA E POTENZIALITA 11 NOVEMBRE 2014 MARCO LIVIA DIRETTORE IREF
2 IL VARIEGATO MONDO DEL III SETTORE ITALIANO:I NUMERI ISTAT LA DEFINIZIONE UTILIZZATA DALL ISTAT PER IL II CENSIMENTO DEL 2011: Le singole realtà coinvolte nel Censimento sono state individuate conformandosi alla definizione internazionale del System of National Accounts (SNA), che considera principalmente il criterio del divieto di distribuzione di profitti o altri guadagni diversi dalla remunerazione del lavoro prestato ai soggetti che l hanno istituita o ai soci.
3 I PROTAGONISTI: I CITTADINI SOLIDALI ENTI NON PROFIT CENSITI 4,7 milioni di volontari, 681 mila dipendenti, 270 mila lavoratori esterni e 5 mila lavoratori temporanei 19 mila lavoratori comandati/distaccati, 40 mila religiosi 19 mila giovani del servizio civile LA FORZA LAVORO E PREVALENTEMENTE FEMMINILE: 1,8 milioni di volontarie 494 mila dipendenti 142 mila lavoratrici esterne 3 mila lavoratrici temporanee 9 mila comandate/distaccate, 26 mila religiose 10 mila giovani del servizio civile
4 I SERVIZI EROGATI DAL NON PROFIT Cultura, sport e ricreazione: organizzazione di eventi sportivi (23,7%), di corsi per la pratica sportiva (20%) e di eventi, feste, sagre e altre manifestazioni (19,7%); Istruzione e ricerca: servizi per le scuole dell infanzia e la formazione (35,3%) e aggiornamento professionale (28,2%); Sanità: donazione di sangue, organi, tessuti e midollo (33,6%) e soccorso e trasporto sanitario (19%); Assistenza sociale e protezione civile: integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio (27,5%) e sostegno socio-educativo (24,2%); Ambiente: interventi di salvaguardia del territorio (47%) e soccorso e ospitalità degli animali (22,4%). Sviluppo economico e coesione sociale: il servizio Maggiormente erogato (49,3%) è l inserimento lavorativo in impresa o cooperativa
5 Numero di associazioni non profit, per regioni Lombardia Veneto Emilia-Romagna Lazio Piemonte Toscana Trentino Alto Adige Sicilia Puglia Campania Friuli-Venezia Giulia Liguria Marche Sardegna Umbria Calabria Abruzzo Basilicata Molise Valle d'aosta In totale sono 301mila le strutture non profit in Italia Le prime 6 del centro/nord da sole enti Al sud in 7 regioni solo enti
6 Organizzazioni profit/non profit attive nel settore sanità e assistenza sociale Confronto numero organizzazioni profit e non profit Imprese attive (sanità e assistenza sociale) Totale non profit ITALIA 246, ,191 Rapporto Istituzioni Non profit/profit Rapporto dipendneti Non profit - Profit Confronto numero dipendenti profit e non profit Territorio Organizzazioni profit Organizzazioni non profit* Italia 518, ,692 *Coop. Sociali, Associazioni riconosciute e non
7 Composizione istituzioni non profit, per regione e forma giuridica (%) 4,8 3,8 3,2 5,6 2,1 2,1 1,1 1,4 6,0 4,4 3,9 4,1 4,9 4,5 5,0 4,3 1,8 3,6 1,2 1,5 1,0 6,3 5,2 5,0 4,1 3,6 3,1 3,0 2,0 3,7 2,6 2,0 2,5 5,9 2,2 2,2 2,5 1,2 3,9 2,8 4,7 5,9 2,4 1,5 1,8 1,6 0,8 6,5 7,1 1,1 0,9 2,9 5,1 6,1 2,1 5,5 5,5 3,8 3,3 6,9 2,3 2,4 2,3 19,9 22,7 19,7 22,2 22,1 23,1 21,4 23,9 22,7 21,6 21,3 21,8 22,3 24,8 21,4 26,1 26,8 26,4 27,4 30,5 32,7 66,7 73,1 70,3 69,7 68,7 68,5 67,8 67,7 67,5 66,7 66,7 66,2 65,7 65,6 64,8 63,1 62,8 62,7 60,9 59,7 57,9 associazione non riconosciuta associazione riconosciuta società cooperativa sociale fondazione altra istituzione non profit
8 Risorse umane (dipendenti/volontari) nelle organizzazione del non profit, per regione Lombardia Veneto Emilia-Romagna Lazio Piemonte Toscana Trentino Alto Adige Sicilia Puglia Campania Friuli-Venezia Giulia Liguria Marche Sardegna Umbria Calabria Abruzzo Basilicata Molise Valle d'aosta In totale sono 5.381mln gli operatori del non profit in Italia Le prime 6 del centro/nord da sole 3.608mln addetti Al sud in 7 regioni solo 1.036mln addetti
9 Emilia Romagna Asili nido [occupazione femminile] Copertura potenziale del servizio di asilo nido e tasso di occupazione femminile Toscana Valle d'aosta Lazio Liguria Marche Umbria Piemonte Lombardia Friuli Venezia Giulia Italia Trentino Alto Adige Sardegna Veneto Abruzzo Basilicata Sicilia Molise Puglia Campania Calabria Tasso di occupazione femminile 11,6 10,4 9,1 8,9 8,3 8,2 8,1 7,3 6,5 6,5 6,5 4,9 4,7 4,4 3,8 3,5 3,1 1,5 1,0 0,9 15,2 27,1 29,5 28,4 28,8 (Fonti: cittadinanza attiva e Istat; 2012; %) Copertura del servizio 35,8 39,7 38,4 44,2 46,5 48,5 53,7 53,5 53,8 55,7 57,3 55,2 53,4 59,6 56,4 60, ,0
10 IL DDL III SETTORE GLI AMBITI RIFORMA DEL LIBRO I TITOLO II DEL COD. CIV. INDIVIDUAZIONE ATTIVITA E FINALITA - PERSONALITA GIURIDICA GOVERNANCE E REMUNERAZIONI OBBLIGHI DI COMUNICAZIONE E RENDICONTAZIONE- CRITERI DI AFFIDABILITA SERVIZI REGISTRO UNICO ISTITUZIONE DI UN ORGANISMO INDIPENDENTE.
11 IL DDL III SETTORE GLI AMBITI Attività associative, di volontariato e di promozione sociale armonizzazione delle diverse discipline vigenti in materia di attività associative, di volontariato e di promozione sociale riconoscimento e valorizzazione delle reti associative di secondo livello; promozione della cultura del volontariato tra i giovani, anche attraverso apposite iniziative da svolgersi nell ambito delle attività scolastiche
12 IL DDL III SETTORE GLI AMBITI IMPRESA SOCIALE riordino e revisione della disciplina in materia di impresa sociale ampliamento dei settori di attività previsione di forme di remunerazione del capitale sociale e di ripartizione degli utili possibilità di accedere a forme di raccolta di capitali di rischio tramite portali on line, in analogia a quanto previsto per le start-up innovative introduzione di misure fiscali di favore, anche volte a favorire gli investimenti di capitale nelle imprese sociali
13 IL DDL III SETTORE GLI AMBITI SERVIZIO CIVILE NAZIONALE UNIVERSALE PROGRAMMAZIONE TRIENNALE ACCREDITAMENTO TERRITORIALITA (ANCHE EXTRA EUROPEA) RICONOSCIMENTO DELLE COMPETENZE MODALITA DI COLLEGAMENTO CON L INSERIMENTO LAVORATIVO
14 IL DDL III SETTORE GLI AMBITI MISURE FISCALI E DI SOSTEGNO ECONOMICO NUOVE MODALITA DEL REGIME DI TASSAZIONE RAZIONALIZZAZIONE DETRAIBILITA E DEDUCIBILITA STABILIZZAZIONE DEL 5 X 1000 INTRODUZIONE DEITITOLI DI SOLIDARIETA E DI NUOVE FORME DI FINANZA SOCIALE ASSEGNAZIONE BENI CONFISCATI ALLA MAFIA
15 POTENZIALITA ED OPPORTUNITA MAGGIORE PROPENSIONE DEI CITTADINI ALLA NASCITA DI FORME GIURIDICHE ASSOCIATIVE DEDICATE ALLA SOLIDARIETA GRAZIE ALLA SEMPLIFICAZIONE DEL RICONOSCIMENTO DELLA PERSONALITA GIURIDICA MAGGIORE CHIAREZZA NELLA DISTINZIONE DELLA MISSION E DELLE FINALITA MUTUALISTICHE E DI VOLONTARIATO OPPORTUNITA OCCUPAZIONALI E DI CRESCITA DEL BENESSERE TERRITORIALE SEMPLIFICAZIONE E TRASPARENZA NELLA GESTIONE E NELLA RACCOLTA DELLE DONAZIONI E DEL 5 X 1000 PROMUOVE NUOVE FORME DI FINANZIAMENTO (SOCIAL BOND)
16 POTENZIALITA ED OPPORTUNITA CHIAREZZA DI RAPPORTO TRA ATTIVITA ECCLESIALI E ATTIVITA ASSOCIATIVE E/O IMPREDITORIALI DI TIPO SOCIALE INCREMENTO DEL RICAMBIO GENERAZIONALE FAVORISCE I LEGAMI TERRITORIALI TRA LE COMUNITA E PROMUOVE L INCLUSIONE SOCIALE FAVORISCE LA CORRETTA GESTIONE DEGLI ENTI ASSOCIATIVI E L EMERSIONE DEI COSIDETTI «ENTI FASULLI» FAVORISCE L EMERSIONE DEL LAVORO NERO E L AVVICINAMENTO AL MONDO DEL LAVORO DEI NEET INCREMENTA IL LEGAME CON IL TERRITORIO E LE COMUNITA IN ESSO PRESENTI LA SUA PROMOZIONE E LA SUA TUTELA PUO SOSTENERE CON VIGORE LA LOTTA ALLA CRIMINALITA ATTRAVERSO IL RAFFORZAMENTO DEI LEGAMI COMUNITARI
17 POTENZIALITA ED OPPORTUNITA DIMENSIONE EUROPEA FAVORITA DAGLI INVESTIMENTI DEI FONDI A FAVORE DELL ECONOMIA SOCIALE: OBIETTIVO TEMATICO 9 - PROMUOVERE L INCLUSIONE SOCIALE, COMBATTERE LA POVERTÀ E OGNI FORMA DI DISCRIMINAZIONE RA 9.1 Riduzione della povertà, dell esclusione sociale e promozione dell innovazione sociale RA 9.2 Incremento dell occupabilità e della partecipazione al mercato del lavoro delle persone maggiormente vulnerabili RA 9.3 Aumento/consolidamento/qualificazione dei servizi e delle infrastrutture di cura socio-educativi rivolti ai bambini e dei servizi di cura rivolti a persone con limitazioni dell autonomia e potenziamento della rete infrastrutturale e dell offerta di servizi sanitari e sociosanitari territoriali RA 9.4 Riduzione del numero di famiglie con particolari fragilità sociali ed economiche in condizioni di disagio abitativo RA 9.5 Riduzione della marginalità estrema e interventi di inclusione a favore delle persone senza dimora e delle popolazioni Rom, Sinti e Camminanti RA 9.6 Aumento della legalità nelle aree ad alta esclusione sociale e miglioramento del tessuto urbano nelle aree a basso tasso di legalità RA 9.7 Rafforzamento dell'economia sociale
18 Via E. Bezzi, 23 Tel Fax Riferimenti
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