Gli Standard Internazionali B.R.C. E I.F.S: normativa e procedure di attuazione Caltanissetta 24 settembre 2013

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3 Trattamento delle biomasse Meccanizzazione e ciclo dei rifiuti Dott. Filippo Passaro Caltanissetta 24/09/2013

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5 DIGESTORE ANAEROBICO L attenzione all Ambiente, con soluzioni in grado attuare politiche di protezione, agevolando le richieste e le esigenze di un mercato in continua evoluzione, si pone come obiettivo primario di diminuire gli impatti negativi e valorizzare le fonti rinnovabili, trasformando l obbligo morale verso le future generazioni in reale necessità di sviluppo sostenibile. 5

6 Oggi si corre nella direzione di una sostanziale riduzione dell uso di combustibili fossili, favorendo ed incentivando la produzione di biogas per la produzione di energia dai rifiuti a basso impatto di CO 2.

7 Nella continua ricerca di sempre nuove soluzioni per il miglior utilizzo delle risorse che abbiamo a disposizione, evitando inutili sprechi e favorendo la produzione di energia al suo consumo, sono nati, negli ultimi anni, impianti in grado di trasformare i rifiuti organici in energia e compost.

8 Il processo è molto semplice e si basa sulla capacità dei microrganismi di digerire il materiale organico, con produzione di biogas dal quale si ricava energia elettrica.

9 Il tutto con un impatto bassissimo, dal momento che l impianto non produce rifiuti, poiché il materiale digestato è trasformato in compost.

10 Questo processo è caratterizzato dalla produzione di energia da biomassa tramite digestori, ossia contenitori di digestione costruiti a forma di garage. I digestori vengono realizzati in modo ermetico al gas e sono movimentati direttamente con pala gommata per le operazioni di svuotamento/riempimento.

11 FUNZIONALITÀ I rifiuti, provenienti dalla raccolta differenziata dell umido, dai mercati ortofrutticoli, dagli sfalci di potatura di giardini e parchi, e da altre tipologie di raccolta e conferimento della componente organica degli stessi, vengono trattati attraverso un trito-vagliatore, al fine di uniformare e ridurre la pezzatura della massa in ingresso al digestore 11

12 all interno del digestore avviene la fermentazione anaerobica con produzione di biogas il biogas in uscita dal fermentatore è trasformato in energia elettrica e termica il digestato in uscita, a completa trasformazione del biogas (di solito un ciclo completo varia, a seconda del tipo di impianto, da 21 a 28 giorni), è inviato in un apposita area per la completa maturazione e la trasformazione, stavolta in presenza d ossigeno, in compost

13 la gestione dell impianto è molto semplice si tratta di un reattore chiuso. non c è bisogno di operatori che lo mantengano in esercizio. limitata alle fasi di carico e scarico (che possono essere meccanizzate).

14 Il sistema chiuso permette di controllare gli odori, con l aria di processo, carica di composti odorigeni, avviata ad un sistema filtrante per ottenere l abbattimento delle componenti fino a ad ottenere un effluente a scarso rilievo percettivo

15 Il processo è continuo, dalla fase di ingresso alla fase di scarico. I cicli di carico si ripetono favorendo una maggiore resa in termini di produzione di biogas Il biogas prodotto può essere commercializzato sotto due forme prevalenti: produzione di calore per il teleriscaldamento e produzione di energia elettrica

16 il biogas prodotto, previo trattamento in altra tipologia di impianto, può dar luogo, anche, al biofuel. Con la digestione anaerobica dei rifiuti organici si ottiene principalmente un vantaggio ecologico, rispecchiando il ciclo naturale di trasformazione della materia Il digestore si va ad integrare in modo ottimale con gli impianti di compostaggio, migliorandone la produttività

17 Gli impianti di digestione anaerobica sono modulari, consentendo di rispondere alle diverse esigenze in termini di potenzialità e superfici occupate, riducendo al massimo l investimento iniziale

18 TIPOLOGIE DI IMPIANTI Impianto ad umido Impianto a secco 18

19 Impianto ad umido Fino ad oggi la tecnologia del biogas si è principalmente concentrata alla classica digestione ad umido di liquami ottenuti da processi agricoli o di rifiuti biologici urbani 19

20 Lo svantaggio di questa soluzione sta nel fatto che le materie prime rinnovabili con elevate concentrazioni di sostanza secca (ad esempio insilato di mais) o letami solidi possono essere alimentati in modo dosato solo con determinate condizioni Il costo presunto per la realizzazione di un impianto ad umido, con una potenzialità che varia tra e tonnellate annue di rifiuti in ingresso, è di circa ,00

21 Impianto a secco La cosiddetta digestione a secco consente una rapida e semplice digestione di biomasse eterogenee perfino contenenti sostanze complicate sia derivanti dal contesto agricolo che dalla raccolta di rifiuti urbani, senza dispendiosi cicli di riciclaggio o trattamento 21

22 Si può realizzare la fermentazione di biomasse con una concentrazione di sostanza secca fino al 50% Il materiale da sottoporre alla digestione non deve essere ulteriormente trattato in un substrato liquido pompabile Il costo presunto per la realizzazione di un impianto ad umido, con una potenzialità che varia tra e tonnellate annue di rifiuti in ingresso, è di circa ,00

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