Spese alimentari. pane e cereali 15% dolci e drogheria 14% carni 24%
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- Gianpiero Cuomo
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1 Come e quanto si spende sotto la Mole Aumentano le spese necessarie e diminuiscono quelle accessorie: abitazione e trasporti assorbono oltre la metà delle spese non alimentari, mentre tengono le spese per il tempo libero, pur inferiori a quelle del Tra le nuove tendenze acquisti equo e solidali, biologici e on line. Frequente il ricorso al credito al consumo e al pagamento rateale. Torino, 5 luglio 2005 **** Quanto spende mensilmente una famiglia media a Torino e provincia? Quali i comportamenti di consumo emergenti? L Osservatorio sulle spese delle famiglie torinesi della Camera di commercio di Torino, condotto dall Ascom Torino, che ha preso vita nel 1996 ed è giunto oggi all 8 edizione, monitora la struttura e i livelli della spesa sostenuta dai nuclei familiari, in base alle loro caratteristiche, individuando abitudini di acquisto e preferenze dei consumatori. Un utile strumento sottolinea Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino per analizzare i consumi, argomento di grande interesse sia per gli operatori sia per chi deve prendere decisioni di politica economica. La ricerca si inserisce in un progetto di studio condiviso con la Camera di commercio di Milano: l edizione del 2005 sarà in grado di offrire, infatti, dei risultati comparabili tra le due città, e sarà condotta oltre che dall Ascom Torino anche dalla Confesercenti. L indagine Nell indagine, presentata in conferenza stampa dal prof. Luigi Bollani, docente di Statistica alla Facoltà degli Studi di Torino, si prendono in considerazione le famiglie in quanto primo nucleo di riferimento in cui la realtà del consumo prende vita, sulla base della condivisione delle risorse e dell abitudine al confronto, necessario in una convivenza. L indagine, di cui erano stati presentati risultati provvisori nell ambito dell analogo Osservatorio condotto da Unioncamere Piemonte e Regione Piemonte, coinvolge un campione di 200 famiglie residenti nella città di Torino e in provincia, alle quali viene proposto l utilizzo di un libretto di acquisti, dove riassumere le spese correnti della famiglia nel corso della settimana, e di un questionario, dove annotare le spese effettuate a intervalli più lunghi (p. es. per beni durevoli). Il campione rispecchia in modo proporzionale la distribuzione delle famiglie secondo il numero dei componenti, la situazione famigliare (single, coppia senza figli, coppia con figli), le categorie di reddito, di istruzione, lo stato di lavoro o inoccupazione. Breve sintesi dei risultati della ricerca Spesa alimentare: vale 350 euro mensili, un quarto destinato a carne e salumi. Indica chiaramente l indice di risparmio: chi vive con un altra persona risparmia oltre il 32% rispetto a un single. Spesa non alimentare: supera i euro mensili, con un aumento rispetto al 2003 di circa euro mensili. L abitazione, in aumento, vale oltre il 32%, crescono le spese sanitarie. Scende l abbigliamento, tiene il tempo libero. I profili di famiglie: il gruppo dei low consumers vale il 16% delle famiglie e mostra una spesa molto più bassa della media, decisamente orientata al soddisfacimento del bisogno alimentare. Gli high consumers invece rappresentano il 4,5% delle famiglie: la loro spesa è influenzata soprattutto dai trasporti. Comportamenti di consumo emergenti: diffusi i prodotti biologici, si fa strada la scelta dei prodotti del commercio equo-solidale. Si affacciano alla realtà torinese anche gli acquisti on line. In espansione il ricorso al prestito.
2 Spese alimentari Il paniere bevande 8% frutta 7% pane e cereali 15% verdura 11% dolci e drogheria 14% latticini 14% oli 2% carni 24% pesce 5% Sul totale dei consumi mensili (2.380 euro a famiglia), la spesa alimentare rappresenta il 14-15% della spesa totale, con un valore di poco inferiore a 350 euro, e un aumento di più di 35 euro rispetto all anno precedente. È un incremento che avvicina il dato torinese alla media regionale (359 euro) e fa riflettere anche sulla dinamica all aumento dei prezzi del comparto agroalimentare. La ripartizione in categorie merceologiche delle spese alimentari mostra che circa un quarto della spesa è destinata a carni e salumi (24%), cui seguono pane e cereali (15%), latte e formaggi e dolciumi (entrambi 14%). Meno rilevanti le spese per legumi e ortaggi (11%), bevande (8%), frutta (7%), pesce (5%) e oli e grassi (2%). Livelli e struttura di spesa differiscono in base alla dimensione familiare (al suo crescere aumentano i consumi ma diminuiscono quelli pro capite). Single Famiglie con 2 componenti Famiglie con 3 componenti Famiglie con 4 componenti 261 euro 354 euro (177 procapite) 417 euro (139 procapite) 497 euro (124,25 procapite) Il calcolo di indici di risparmio pro capite, che accompagna la convivenza di più membri, evidenzia che chi vive con un altra persona risparmia mediamente il 32% rispetto al single, chi ha una famiglia con altri due componenti il 47% e chi convive con altre tre persone il 52%. Differenze rilevanti si notano anche rispetto all età della persona di riferimento. Le famiglie con la persona di riferimento tra 26 e 40 anni spendono 321 euro, quelle con capofamiglia tra 41 e 65 anni spendono 379 euro; le famiglie con capofamiglia di età superiore a 65 anni spendono invece 296 euro. Ciò rispecchia la naturale tendenza delle famiglie più giovani a crescere dimensionalmente e al successivo ridimensionamento delle famiglie con capofamiglia che diventa anziano.
3 Spese non alimentari Mobili, arredamenti, ecc. per la casa 6% Combustibili, energia elettrica 8% Ricreazione, spettacolo, cultura 6% Altro 13% Altro 23% - Auto, scooter (acquisto) 8% - Benzina, gasolio 4% - Altro trasporti 10% Abitazione 32% Vestiario, calzature 4% - Comunicazioni 1% La spesa media mensile per generi non alimentari nelle famiglie campione ha superato i euro, l 85% della spesa totale, escluse le manutenzioni alla casa, con un aumento di euro rispetto all anno precedente; l incremento è spalmato su più voci, ma riguarda soprattutto abitazione e spesa sanitaria. La ripartizione in tipologie merceologiche delle spese non alimentari mostra che il 32% è dedicato all abitazione (quasi il 90% sono dovute all affitto, ma incidono anche le spese condominiali e l imposta sui rifiuti), seguono trasporti e comunicazioni con quasi un quarto della spesa non alimentare (23%), quindi combustibili e energia elettrica (8%), mobili e arredi per la casa (6%), ricreazione, spettacolo, cultura (6%), vestiario e calzature (4%), e altre voci minori. La comparazione con la struttura della spesa dell anno 2003 evidenzia una contrazione della quota destinata al vestiario da 103 a 87 euro mensili: a contrarsi soprattutto l abbigliamento, mentre resistono le calzature. L abitazione assorbe una quota sempre più rilevante della spesa complessiva (il 32% contro il 30,4% del totale delle spese non alimentari del 2003 e il 28,2% del 2002), insieme anche alla componente mobili, arredamenti, oggetti per la casa e apparecchi domestici (il 6,4% contro il 5,3% dell anno precedente). Tengono le spese per tempo libero, divertimenti e cultura, anche se il valore registrato (118 euro mensili in media) è ancora inferiore a quello evidenziato nel 2002, dopo la caduta dell anno successivo. Come per la componente alimentare, anche la spesa non alimentare si modifica secondo la tipologia delle famiglie. In base alla condizione professionale, le famiglie con la persona di riferimento non occupata od operaia, sostengono spese inferiori alla media rispettivamente del 30% e del 5%; gli impiegati e i lavoratori in proprio sono rispettivamente l 11% e il 23% sopra la media, mentre i liberi professionisti e gli imprenditori del campione consumano circa il doppio della media. Posizione e condizione professionale della persona di riferimento del nucleo familiare Consumi non alimentari famigliari Indice di spesa non alimentare famigliare Numero famiglie Non occupato Operaio Dirigente e impiegato Lavoratore in proprio Imprenditore e libero professionista Tutte le famiglie
4 Struttura generale dei consumi: i profili di spesa È stato calcolato infine per ciascuna delle 200 famiglie incluse nel campione, la percentuale di spesa dovuta alle varie categorie (alimentari e non). Si è poi proceduto a raggruppare le famiglie con profili di spesa più simili, cercando di ottenere gruppi omogenei al loro interno e il più possibile diversificati l uno rispetto all altro; si sono così individuati sei gruppi di famiglie, in particolare: - un gruppo di low consumer (gruppo 3) che rappresenta il 16% delle famiglie, più orientato al soddisfacimento del bisogno alimentare - tre gruppi di medium consumers che insieme valgono il 76% delle famiglie e che all interno si distinguono per propensioni di acquisto differenti: gruppo 1 (spesa medio bassa 30% delle famiglie), impegnato più degli altri due nelle spese dovute all abitazione; gruppo 2 (spesa media 22%); gruppo 4 (spesa medio alta 24%), orientato più degli altri due verso beni non necessariamente legati all abitudine quotidiana (vestiario, mobili, assicurazioni, vacanze, pasti fuori casa) - un piccolo gruppo di high consumers (gruppo 6), che rappresenta il 4,5% delle famiglie, con una propensione molto più elevata degli altri alla spesa per trasporti - un piccolo gruppo a sé stante (gruppo 5), che coinvolge il 3,5% delle famiglie, con livello di spesa media, orientata più che altrove al soddisfacimento di bisogni collegati alla salute. Spesa elevata e % alimentari bassa GRUPPO_5 MEDICI GRUPPO_6 TRASPORTI Spesa media e % alimentari media GRUPPO_3 ALCOOL ANALCOOL PESCE ISTRUZ CARNI PANE LATTE DOLCI GRUPPO_2 OLI VERDURA TABACCHI ENERGIA TELEFONO FRUTTA VESTIARIO GRUPPO_1 MOBILI ABITAZIONE RICREAZIONE GRUPPO_4 ALTRO Spesa bassa e % alimentari alta
5 Nuove tendenze L indagine ha considerato esplicitamente alcune tipologie e comportamenti di consumo emergenti. Il commercio equo e solidale, nato come approccio alternativo al commercio convenzionale per riequilibrare, almeno su determinate categorie di prodotti, i rapporti di scambio con i Paesi più poveri, è ormai una realtà abbastanza diffusa in Italia e all estero. Nell indagine per Torino 2004 si riscontra che il 30% delle famiglie campione fa uso di tali prodotti, anche se più del 20% li consuma saltuariamente. Il consumo di prodotti biologici, alimentato dal desiderio di alimenti più genuini e sani, è un fatto relativamente diffuso tra le famiglie torinesi, benché in misura inferiore alla media piemontese. La percentuale di famiglie consumatrici, saltuaria o non abituale, è intorno al 35%; il consumo abituale supera invece di poco il 5%. È consueto che le famiglie si orientino su una quota abbastanza piccola della spesa alimentare; i generi sono vari, ma i più citati sono verdura e frutta. I prestiti personali, nella forma di credito al consumo con pagamento rateale, stanno diventando una realtà significativa a Torino. Nel campione indagato l acquisto rateale interessa più del 20% delle famiglie, una percentuale superiore al campione piemontese esaminato da Unioncamere Piemonte (il 17,8%). L uso frequente è però confinato a percentuali inferiori al 5%: nel campione piemontese la suddetta percentuale era pari all 1,9%. Gli acquisti on line cominciano ad affacciarsi alla realtà torinese. Il fenomeno ha interessato il 7% delle famiglie campione, in cui si riscontra l uso, in genere saltuario, di questa forma di acquisto. Gli acquisti che le famiglie riferiscono sono quasi esclusivamente dovuti a biglietti aerei, CD e libri. La percentuale rilevata per Torino è lievemente inferiore alla media piemontese (9%): in regione il ricorso ad internet è diffuso anche per l acquisto di abbigliamento, biglietti per mostre e concerti, prenotazione vacanze, pagamento dell assicurazione auto e delle ricariche telefoniche. Per informazioni Ufficio Stampa Camera di commercio di Torino tel /7 ufficio.stampa@to.camcom.it
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