La Luce per le Chiese

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1 La Luce per le Chiese

2 Sommario Prefazione 3 Università Pontificia Lateranense S.E. Mons. Angelo Scola Vescovo Emerito di Grosseto, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense Uno spazio speciale per un linguaggio teologico 5 Prof. Armando Ginesi Storico e Semiologo dell Arte, Professore Emerito di Storia dell Arte Livelli di illuminamento dei poli liturgici 6 Presbiterio Area destinata ai fedeli Battistero, coro, custodia eucaristica Livelli di illuminamento dello spazio architettonico 7 L ambiente Affreschi, tele e cappelle La collocazione dei centri luminosi 8 Piano di calpestio Volte Quadri e affreschi Progetti di illuminazione Postfazione 75 La bellezza della luce Padre Ferdinando Campana Docente di Liturgia all Istituto Teologico Marchigiano Ministro Provinciale dei Frati Minori delle Marche

3 2 La Pontificia Università Lateranense è l Università del Sommo Pontefice, è collegata con la Santa Sede con singolare rapporto ed è luogo di studio delle scienze ecclesiastiche in Roma e conferisce i gradi accademici.

4 Prefazione Università Pontificia Lateranense C è da compiacersi per il sapiente intervento illuminotecnico - frutto di studio attento e di approfondita analisi - che la iguzzini Illuminazione ha posto in essere in alcuni ambiti della nostra Pontificia Universitas Lateranensis. Il dosaggio della luce artificiale ha tenuto conto della specificità funzionale degli spazi e ne ha esaltato la destinazione allo studio, alla riflessione, talora alla meditazione. Così come gli apparecchi erogatori della luce sono stati scelti in piena consonanza con le forme e le linee dell architettura. Un esempio bello e intelligente di rispetto dell ambiente: un felice connubio tra l evoluzione tecnologica e il senso e lo spirito di ciò che le pre-esiste. Come dire: una modernità efficiente saldamente ancorata alla sapienza della tradizione. 3 S.E. Mons. Angelo Scola Vescovo Emerito di Grosseto, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense

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6 Uno spazio speciale per un linguaggio teologico Secondo Mario Botta, lo spazio di una chiesa è uno spazio forte. Le chiese, inoltre, per usare le parole del Cardinale Virgilio Noè (Arciprete della Basilica Vaticana e Vicario Generale del Papa per la Città del Vaticano) pronunciate durante il Congresso Internazionale di Liturgia, Architettura e Arte del 999, sono luoghi che parlano un linguaggio teologico. Due importanti Note Pastorali emanate dalla Commissione Episcopale Italiana, rispettivamente nel 993 e nel 996, nel parlare dell edificio-chiesa, così lo definiscono: il luogo nel quale si riunisce la comunità cristiana per ascoltare la parola di Dio, per innalzare a Lui le preghiere d intercessione e di lode e soprattutto per celebrare i santi misteri..., immagine speciale della Chiesa, tempio di Dio, edificato con pietre vive (La progettazione di nuove chiese, 993); i luoghi di culto sono i luoghi privilegiati per l incontro sacramentale con Dio (L adeguamento delle chiese secondo la riforma liturgica, 996). Quanto sopradetto chiarisce, io credo, il significato di quell aggettivazione forte che Botta usa per qualificare lo spazio della chiesa. Per quel che mi riguarda, nel mio recente volume Per una teoria dell illuminazione dei Beni Culturali, io sostengo che uno spazio riconosciuto come sacro è uno spazio speciale. Di ciò va tenuto conto ogniqualvolta si sia chiamati ad intervenirvi per qualsiasi ragione e ogni tipo di intervento deve ricondursi con rispetto a questa specialità di cui va riconosciuta la preminenza assoluta rispetto a qualsiasi altra ragione di tipo tecnico, funzionale e così via. L intervento di tipo illuminotecnico, ovviamente, non sfugge alla sopradetta regola fondamentale, tanto più che trattasi di un azione che introduce luce artificiale nella spazialità dell edificio e perciò interagisce con la sua dimensione simbolica. Infatti non bisognerà mai dimenticare, prima dell elaborazione di ogni ipotesi progettuale, che l edificio-chiesa, nel racchiudere e definire lo spazio sacro, si presenta sotto tre aspetti strettamente correlati: simbolico, liturgico e architettonico. La terza dimensione quella architettonica non può prescindere dai significati profondi di natura extraempirica che sono insiti nelle altre due. Perché, come ho scritto nel volume già citato, nella chiesa l architettura interpreta e rende praticabile la dimensione simbolica della religione, attraverso la creazione di condizioni pratiche atte allo svolgimento della liturgia. Quest ultima, come atto rituale, si costruisce e si sviluppa attorno alla potenza espressiva del simbolo che ne costituisce il nucleo fondante. Di conseguenza nell edificio-chiesa si troveranno a convivere la rappresentazione degli elementi simbolici nei quali si riassumono le verità teologiche e la possibilità attuativa delle azioni rituali (liturgiche) che da quei simboli derivano. L intervento della luce sia naturale che artificiale gioca in tutto ciò un ruolo di radicale importanza, in particolar modo per quel che riguarda l interno dell edificio dove la comunità dei fedeli si raduna e vive la dimensione ecclesiale meditando, pregando e onorando Dio attraverso atti liturgici. Sicché il light-designer deve sentire tutto intero il carico della responsabilità che si assume allorché si risolve a dare senso ad uno spazio speciale, a plasmarlo anch egli, come ha già fatto l architetto, per consentirne l uso ma soprattutto per sottolinearne l alta qualità simbolica, la valenza liturgica, la capacità d espressione della fede, in altri termini la sua specialità. La conclusione del discorso è che la progettazione illuminotecnica di una chiesa si palesa come opera di grande complessità e che quindi non può essere affrontata con superficialità o, ancor peggio, con improvvisazione. A questo proposito si rivela illuminante quanto raccomandato dalla già citata Nota Pastorale della CEI del 996: Considerata la delicatezza del problema, è necessario che il progetto dell illuminazione artificiale venga studiato da specialisti del settore insieme a esperti di liturgia. 5 Prof. Armando Ginesi Storico e Semiologo dell Arte Professore Emerito di Storia dell Arte La cupola al di sopra della Santa Casa nella Basilica di Loreto con gli affreschi di Cesare Maccari.

7 Livelli di illuminamento dei poli liturgici Presbiterio L illuminamento del presbiterio deve assolvere alle seguenti finalità: a) consentire al celebrante la lettura del messale ed in generale a lui e ai suoi coadiutori lo svolgimento delle proprie funzioni: a tale scopo necessitano gli illuminamenti di almeno 300 lx () sui piani orizzontali dell altare, dell ambone (piano di lettura per i coadiutori del sacerdote) e delle posizioni in cui si somministra l eucarestia e illuminamenti non inferiori a 50 lx nella restante area del presbiterio (fig.); b) consentire al pubblico di seguire la funzione, con la dovuta attenzione e concentrazione: occorre a tale fine assegnare illuminamenti dell ordine di lx ai piani verticali rivolti verso il pubblico per tutte le posizioni in cui si vengono a trovare il celebrante e i suoi coadiutori (fig.2). Quando il presbiterio è visto da tre lati - dalla navata e dai due lati del transetto (fig.2) - i piani verticali da illuminare ad uso dei fedeli sono quelli rivolti verso le tre direzioni sopra citate. Durante le funzioni religiose, l illuminazione dei piani verticali del presbiterio deve prevalere su ogni altra, allo scopo di favorire la concentrazione dei fedeli sullo svolgimento delle funzioni (fig.2) Area destinata ai fedeli L illuminazione di questa area deve consentire l agevole partecipazione dell assemblea alle celebrazioni, la lettura e la preghiera. In condizioni medie di esercizio può considerarsi sufficiente un livello di illuminamento dell ordine di 50 lx (fig.-2). Battistero, coro, custodia eucaristica È richiesto un livello di illuminamento adeguato alle funzioni che vi si svolgono. Per il battistero e il coro è ritenuto necessario un livello di almeno 300 lx sul piano orizzontale della fonte battesimale o del piano di lettura. Per la custodia eucaristica, si può prevedere un livello compreso fra 300 e 500 lx. Piani orizzontali dove si svolgono le 2 varie fasi delle funzioni religiose e illuminamenti necessari ad uso del sacerdote e dei suoi coadiutori.. zona altare: 300 lx 2. zona ambone: 300 lx 3. altre zone del presbiterio: lx 4. somministrazione della SS. Eucaristia: 300 lx 5. sede del Presidente 6. area destinata ai fedeli Piani verticali dove si svolgono le varie fasi delle funzioni religiose e illuminamenti necessari ad uso dei fedeli.. zona altare: lx 2. zona ambone: 300 lx 3. altre zone del presbiterio: lx 4. somministrazione della SS. Eucaristia: 300 lx 5. sede del Presidente 6. area destinata ai fedeli

8 Livelli di illuminamento dello spazio architettonico L ambiente L illuminazione ambientale - l illuminazione delle varie superfici che delimitano l ambiente ecclesiale - è necessaria tanto per rendere confortevole e qualificante la comunione dell assemblea, durante le funzioni religiose, quanto per consentire il pieno apprezzamento dell architettura e degli arredi della Chiesa ai fedeli e ai visitatori (fig.). Il livello necessario per la prima esigenza sopra accennata può essere individuato entro una gamma che va da 20 a 80 lx, in relazione alla chiarezza delle superfici, allo scopo di assicurare una luminanza delle stesse dell ordine di 5 cd/m 2 (3). Per il secondo dei due obiettivi - l apprezzamento dell aspetto monumentale - ove sia necessario un livello maggiore di quello sopra indicato, per la preziosità delle opere esposte, è raccomandabile un illuminamento di 50 lx. I due livelli di illuminamento citati vanno forniti nei tempi appropriati. Affreschi, tele e cappelle Si possono prevedere, come per l ambiente architettonico, almeno due livelli di illuminamento: (fig.2) uno minimo, per le funzioni religiose usuali, e uno più elevato, per le funzioni solenni e per le visite al di fuori delle celebrazioni liturgiche. I due livelli sono gli stessi citati per l ambiente architettonico; per le tele e gli affreschi non collocati negli ambienti liturgici - ad esempio le tele e gli affreschi delle cappelle e del coro - può non essere necessaria l illuminazione del primo livello e quindi può essere prevista soltanto l illuminazione del secondo livello, quella di tipo monumentale. 7 piano lucido S' I S 2 3 Il livello di 5 cd/m2 è sufficiente alla percezione a grandi linee di elementi architettonici e decorativi, da distanze di qualche decina di metri, quali si riscontrano all interno di una Chiesa. Il valore inferiore d illuminamento - 20 lx - è adatto a superfici molto chiare (fattore di riflessione uguale o maggiore di 0,7) mentre quello più alto - 80 lx - si applica a superfici molto scure (fattore di riflessione inferiore a 0,2). I valori compresi tra questi estremi si applicano alle superfici con fattori di riflessione intermedi.

9 La collocazione dei centri luminosi Piano di calpestio h La collocazione dei centri luminosi per l illuminazione del piano di calpestio dipende essenzialmente dalle dimensioni trasversali della chiesa, dal tipo di plafone e dalla presenza sullo stesso di affreschi o decorazioni. Occorre innanzitutto tener presente che la buona illuminazione del presbiterio e dell area destinata ai fedeli non può generalmente essere attuata che in modo diretto, cioè indirizzando il flusso luminoso emesso dalle sorgenti direttamente verso queste superfici. La soluzione alternativa, cosiddetta indiretta, consistente nell indirizzare la luce sul plafone e sulle pareti, ottenendo l illuminazione delle superfici inferiori per riflessione, presuppone che le prime superfici siano molto chiare - per ottenere una buona riflessione - e prive di affreschi e decorazioni. Tale soluzione richiede inoltre l impiego di potenze consistenti, per ottenere le alte luminanze delle superfici destinate a fungere da sorgenti luminose secondarie. W/2 8 h 2 A A A W'/2 W'/2 W' W W' Apparecchi incassati Negli schemi di fig.-2, i centri luminosi sono incassati nel plafone (o controsoffitto) a volta o piano. Tali schemi si caratterizzano come segue: a) si addicono generalmente a plafoni non affrescati oppure dotati di decorazioni distribuite in modo tale da risultare compatibili con la formazione di forature per l inclusione dei proiettori; b) presentano il vantaggio di una immediata accessibilità, nel caso in cui se ne preveda il sollevamento sul sovrastante vano di sottotetto, mediante la predisposizione di semplici cavalletti dotati di argani anche manuali, per le operazioni di manutenzione; c) danno luogo ad un impatto estetico minimo; d) hanno il vantaggio di consentire l installazione delle condutture elettriche al di fuori della chiesa, lungo il sottotetto; e) è indispensabile richiedere un secondo posizionamento di centri luminosi per l illuminazione del plafone, nel caso che questa illuminazione sia ritenuta necessaria (fig.). h Apparecchi a plafone Nello schema di fig.3, i centri sono sospesi al di sotto del plafone e aderenti allo stesso. Questa soluzione è adatta ai casi in cui la presenza del gruppo di proiettori non risulti incompatibile con gli eventuali affreschi o decorazioni sul plafone. Con questa soluzione, l accessibilità dei centri luminosi non è così immediata come nell esempio precedente: è opportuno, in questo caso, prevedere la discesa a terra evitando la modifica dei puntamenti dei proiettori per effetto degli scuotimenti che la struttura subisce durante la sua movimentazione. W/2 3 Apparecchi a parete Lo schema di fig.4 utilizza dei centri luminosi disposti a parete, in un unico posizionamento tanto per l illuminazione del piano di calpestio quanto per quella del plafone. Questa soluzione è quella che rende massimo l impatto dei centri luminosi sull ambiente chiesa, per la loro ridotta altezza d installazione - per la loro collocazione direttamente sulla parete. h W/ Collocazioni dei centri luminosi in chiese a sezione stretta (w/h<). 2 Collocazioni dei centri luminosi per l illuminazione del piano di calpestio in chiese a sezione larga (w/h = da,5 a 2).

10 La collocazione dei centri luminosi h C W/2 Apparecchi a sospensione Negli schemi e 2, del tipo a sospensione, i centri luminosi sono raccolti in gruppi e sospesi ad una certa distanza dal plafone; nella fig., l altezza dei centri coincide con quella del cornicione, in modo da lasciare libera la visuale al di sotto dello stesso elemento architettonico. Questa soluzione ha il notevole vantaggio di raccogliere in un unica struttura sia i centri che illuminano il piano di calpestio, sia quelli rivolti verso il plafone: in tal modo si evita l installazione dei centri luminosi e delle relative linee elettriche d alimentazione sulle superfici interne della muratura, con evidente semplificazione dell impianto. Tale schema è adatto per chiese in cui le volte o i plafoni sono estesamente affrescati o decorati e non vi è la possibilità di collocare sulle murature laterali i centri luminosi destinati ad illuminare il plafone. Data l altezza non rilevante dei lampadari l accesso ai centri luminosi può essere previsto a mezzo di piattaforma ad elevazione motorizzata. C2 C2 C2 C C C linea di osservazione h 9 W'/2 W'/2 W' W' W Apparecchi a scomparsa Lo schema di fig.4-5 rappresenta un caso particolare in cui i centri che illuminano il piano di calpestio sono installati sull intradosso degli archi o delle travi lungo i colonnati che dividono le tre navate; mentre i centri che illuminano la volta sono collocati sul cornicione, in posizione non visibile dal basso. Anche questa soluzione presuppone, come la precedente, che la decorazione sugli intradossi sia compatibile con detta collocazione e siano fra loro compatibili decorazione e disegno degli apparecchi. Una soluzione alternativa raccomandabile è quella di favorire un parziale occultamento dei corpi illuminanti, collocandoli, ove possibile, al riparo di modanature, sopra o sotto cornicioni, inseriti nei pertugi e così via (fig.5). Ma quando essi dovessero apparire visibili per forza di cose occorrerà che la loro presenza risulti il più possibile accettabile all interno dello spazio storicamente e artisticamente connotato. In altre parole la loro collocazione dovrà avvenire in maniera soft, senza violenze - né grandi né piccole - alla qualità di ciò che li ospita. Ciò lo riteniamo realizzabile mediante l applicazione di tre criteri fondamentali, che definiamo le regole dei raccordi, e che sono: raccordo morfologico, raccordo dimensionale, raccordo cromatico. 5-2 L altezza dei centri luminosi può variare dai 4 metri circa delle chiese con sezione allargata ad un massimo generalmente di 0 metri di quelle di tipo tradizionale a sezione stretta. 3 Occorre controllare che il posizionamento e l orientamento dei proiettori che illuminano il plafone siano tali da evitare la vista della loro superficie luminosa e possibilmente di qualsiasi loro parte da ogni punto del piano di calpestio.

11 La collocazione dei centri luminosi Volte Anche per le volte e per i plafoni, la collocazione degli apparecchi dipende dalle dimensioni trasversali della chiesa e dalla presenza sul plafone di affreschi o decorazioni. Le possibili collocazioni sono quelle delle figg.-2-3, sulle cui caratteristiche e campi d applicazione valgono le considerazioni espresse nel precedente paragrafo. Si può in genere affermare che l illuminazione dei plafoni e delle volte non pone le difficoltà viste per l illuminazione del piano di calpestio; essendo agevole, nella maggior parte dei casi, l occultamento dei proiettori alla vista dei fedeli e dei visitatori. C h h W/2 W/2 W/ Quadri e affreschi Possono essere illuminati dagli stessi centri luminosi, o quanto meno, dalle stesse postazioni dei centri che illuminano il piano di calpestio se i quadri e gli affreschi si trovano lungo le pareti del vano in cui sono installati i gruppi di apparecchi (chiese a navata unica) e se la configurazione geometrica dell insieme non dà luogo a riflessioni speculari, in particolare nel caso di quadri o affreschi con superficie lucida. In generale, possono dirsi idonee tutte le collocazioni nelle quali l immagine delle sorgenti luminose riflessa sulla tela non viene vista da nessuna delle possibili posizioni d osservazione. La distanza minima dell osservatore dal quadro, per una confortevole visione d assieme del dipinto, può essere ritenuta almeno pari all altezza del bordo superiore del quadro rispetto ai suoi occhi. Per evitare che le immagini riflesse delle sorgenti appaiano sulle opere, rendendone difficoltosa l osservazione, è necessario che il posizionamento dei centri luminosi che illuminano una tela o un affresco di tipo lucido sia tale da evitare che: la retta congiungente gli occhi dell osservatore (ubicato nelle posizioni usuali di osservazione dell opera) con l immagine S di ciascun centro luminoso S, speculare rispetto il piano lucido, non intersechi la superficie dell opera (fig.4-5-6). piano lucido piano lucido piano lucido h S' S S' S I I S' I S Posizionamento dei centri luminosi per l illuminazione di quadri con superficie lucida: in A la posizione è scorretta: l intersezione O-S interseca il quadro nel punto I; nelle fig.5-6 le posizioni sono corrette: l intersezione I cade al di fuori del quadro. S: centro luminoso S : immagine speculare (rispetto al piano lucido) del centro luminoso

12 Progetti di illuminazione I Lampadari della Basilica 3 Basilica della Santa Casa - Loreto La forza della semplicità 9 Cripta dei Santi Pellegrini - Loreto Tecnologia nascosta 2 Basilica S. Maria degli Angeli - Assisi La luce indiretta del Duomo 27 Duomo di Lucca Un luogo della memoria, dell impegno, della preghiera 3 Oratorio S. Maria della Vita - Bologna La chiesa: un opera d arte speciale 35 S. Carlino alle Quattro Fontane - Roma Il centro della chiesa 39 S. Croce in Gerusalemme - Roma Il Presente nel Passato 43 S. Luigi dei Francesi - Roma La chiesa come identità di una comunità 47 S. Maria di Montserrat - Roma Le chiese a pianta centrale: ineludibile punto d incontro 5 SS. Nome di Maria - Roma Una chiesa e il suo territorio 55 SS. Annunziata, Complesso di S. Maria della Scala - Siena La chiesa: un contenitore di opere d arte 59 S. Francesco, Chiesa Auditorium - Montefalco (Perugia) La chiesa è un bene culturale 6 Chiesa di S. Adalberto - Broumov (Rep. Ceca) Un messaggio luminoso nella città 65 Duomo di Lecce L edificio-chiesa : un bene architettonico e monumentale 67 Cattedrale di S. Barbara - Kutna Hora (Rep. Ceca) Nel nuovo millennio: speciale S. Giovanni Rotondo 7 Santuario di Padre Pio - S. Giovanni Rotondo (Foggia) La metodologia di intervento illuminotecnico privilegiata in tutti gli esempi riportati nella pubblicazione è stata quella di dare soluzione specifica e fortemente mirata ad ogni singola chiesa a seconda delle sue esigenze stilistiche, storiche e funzionali.

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14 Basilica della Santa Casa - Loreto Progetto illuminotecnico: Mario Bonomo per Enel Consulenza illuminotecnica: iguzzini illuminazione I Lampadari della Basilica Progettare l illuminazione degli interni della Basilica di Loreto ha significato conciliare la funzionalità visiva della luce, per le celebrazioni e la grande partecipazione dei pellegrini, e l architettura sviluppata su tre navate con piccole cappelle laterali, una grande cupola al di sopra della Santa Casa magnificamente affrescata e le nove cappelle laterali sui tre absidi del transetto e del presbiterio. 3 Loreto è un luogo della fede per eccellenza perché da sempre esprime attraverso le sue forme architettoniche simboliche e la pia tradizione della Casa della Vergine Maria, il messaggio universale cristiano. La storia architettonica della Basilica iniziò nel 469 in un epoca che vede il passaggio tra il gotico e l arte rinascimentale. Ancora oggi i segni architettonici di questo passaggio sono presenti, a testimonianza dei molti artisti che sono intervenuti nell edificazione del monumento: architetti, pittori, scultori che contribuirono dall inizio fino al 700 a dare forma alla Basilica. I numeri del progetto Consistenza dell impianto. L impianto è costituito da 338 apparecchi d illuminazione incorporati nei lampadari per una potenza effettiva di W. La luce di emergenza è incorporata nei lampadari. Sorgenti Luminose. Le lampade impiegate sono 542: 47 lampade ad alogeni 7 lampade ad alogenuri metallici 4 lampade al sodio a luce bianca 20 lampade a incandescenza La temperatura di colore di tutte le lampade è di 3000 K. Prestazioni illuminotecniche Sono stati previsti i seguenti livelli d illuminamento, in condizioni medie di esercizio: - per l illuminazione del piano di calpestio nelle aree destinate ai fedeli: 50 lux; - per le volte delle navate e dei vani di raccordo: 00 lux; - per i piani degli altari, i piani di lettura del coro e le aree contigue agli altari in cui si officiano le Messe: 300 lux (anche sui piani verticali dell Officiante in direzione dei fedeli); - sul rivestimento marmoreo della Santa Casa: 00 lux; - su tutti gli affreschi e le tele delle Cappelle e della Cupola: da 00 a 50 lux.

15 La luce artificiale non può prescindere dagli oggetti che la producono, qualsiasi apparecchio di illuminazione è una soluzione diversa che concretizza l effetto luminoso ideato dal progettista. Lo studio del nuovo sistema di illuminazione ha portato alla realizzazione di una struttura ovale sospesa che incorpora diversi apparecchi. La collocazione dei lampadari a vista ed al centro delle navate ha influito in modo fondamentale sulla morfologia degli apparecchi. Il loro design è in sintonia con la circolarità e l andamento curvilineo della sommità architettonica nonché dei medaglioni dipinti nelle vele. Invece da un punto di vista strettamente illuminotecnico, queste strutture permettono di proiettare la luce direttamente sui piani di calpestio, e sulle volte, grazie a degli apparecchi incassati sul piatto ovale. 4 Superficie luminosa del proiettore Angolo di schermatura Sospensione prodotto speciale Gli apparecchi incassati possono ruotare in senso orizzontale e verticale, in questo modo consentono l orientabilità della luce ed un perfetto puntamento. Ogni apparecchio è stato dotato di un fermo meccanico che blocca l orientabilità desiderata, evitando nelle operazioni di manutenzione delle lampade di rimuovere accidentalmente il puntamento.

16 Questo sistema di illuminazione a luce diretta e indiretta è l elemento centrale di tutta l illuminazione della Basilica ed è appositamente collocato all altezza dei capitelli dei colonnati (a circa 0 metri di quota) in modo da lasciare sgombra la visuale in tutto lo spazio delimitato superiormente dalla linea di demarcazione tra colonnati e volte. L impianto di illuminazione è progettato in modo da poter usufruire separatamente della luce dei lampadari a seconda dei periodi liturgici dell anno e delle funzioni che si svolgono nella Basilica. Anche le luci che valorizzano i capolavori artistici sono separate dall impianto generale di illuminazione, per consentire ai numerosi turisti e pellegrini di visitare la Basilica ed ammirare, con la giusta luce, le opere d arte che vi si conservano, a prescindere dall illuminazione funzionale del resto del tempio. 5 0 m

17 6 L enorme importanza attribuita dalla Chiesa alla reliquia della Santa Casa, spinse Giulio II ed i suoi successori a progettare un opera senza precedenti capace di magnificare la centralità del culto mariano. Il rivestimento marmoreo della Santa Casa è il risultato straordinario dell ingegno dei grandi artisti che si sono succeduti nel tempo. Il Bramante che ebbe il primo incarico, Andrea Sansovino, Antonio da Sangallo, i fratelli Lombardi, fino ai Della Porta, hanno contribuito alla nascita del più grande e completo ciclo scultoreo del Rinascimento mondiale. Per valorizzare questa grande opera, sono stati impiegati alcuni incassi dei lampadari, orientati dall alto verso il basso sul rivestimento. I lampadari circondano tutto il perimetro della Santa Casa, che si trova al centro del transetto e della navata centrale.

18 All interno delle absidi (la principale centrale e le altre laterali) sono collocate le Cappelle. Le pareti interamente affrescate sono illuminate con dei lampadari di dimensioni ridotte, per lasciare il più possibile sgombra la visuale in tutto lo spazio. La ricchezza degli affreschi, ma anche le immagini devozionali e le funzioni feriali che vi si svolgono, hanno determinato la qualità e la quantità di luce necessarie. La luce illumina a diverse altezze, le volte, il pavimento e le pareti, orientando i raggi a volte con una emissione indiretta, a volte con una emissione diretta; in entrambi i casi per esaltare l architettura e facilitare le funzioni. 7 2 Sospensione prodotto speciale -2 Le luci dei proiettori sono orientate a diverse altezze: le parti alte a 2 metri dal pavimento, le basse ad 8 o in alcuni casi a 2 metri dal pavimento.

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20 Cripta dei Santi Pellegrini - Loreto Progetto illuminotecnico: Renzo Mancini, Angelo Qualiani, Alessandro Del Bufalo (Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici) Consulenza illuminotecnica: iguzzini Illuminazione La forza della semplicità L ambiente interno è semplice, quasi spoglio, con una presenza iconografica ridotta all essenziale; l aula principale è rettilinea e termina con un presbiterio evidenziato con mattoni a vista. La luce è nel complesso sobria, sottolinea l ambiente, in modo da costituire il contesto che dà risalto e favorisce l assemblea celebrante, che è la protagonista delle azioni liturgiche. Inoltre il progetto illuminotecnico tiene conto della mancanza di luce naturale nell ambiente, per questo l illuminazione diffusa in tutto l ambiente è di maggior apporto al luogo di celebrazione del rito eucaristico. Il progetto fa proprie le indicazioni della Nota Pastorale: La progettazione di nuove chiese che la Commissione Episcopale per la liturgia ha emanato il 8 febbraio del Pixy Quasar Base Lighting I numeri del progetto Consistenza dell impianto. 3 Plafoniere Base Lighting per illuminare la navata centrale 20 incassi Quasar per l illuminazione delle navate laterali 4 incassi Pixy per l illuminazione delle scale Sorgenti Luminose. Le lampade impiegate sono: 26 fluorescenti compatte da 24W 20 alogene dicroiche da 50W 4 alogene da 5W La temperatura di colore di tutte le lampade è di 3000 K. Realizzata in occasione del Giubileo, come ulteriore spazio per i numerosi pellegrini in visita a Loreto, la cripta è interrata al di sotto della Basilica. Prestazioni illuminotecniche. Condizioni medie di esercizio: 60 lux sui piani di calpestio 40 lux sulle navate laterali 00 lux sul piano dell altare

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22 Basilica S. Maria degli Angeli - Assisi Progetto illuminotecnico: Sergio Aristei, Daria Ripa di Meana, Bruno Salvatici Consulenza illuminotecnica: iguzzini Illuminazione Tecnologia nascosta Fra il 997 ed il 999 l Ordine dei Frati Minori ha deciso di restaurare la Basilica a seguito degli eventi sismici ed in previsione dell anno giubilare. Anche l illuminazione ha subito un totale rinnovo e la luce è stata progettata, garantendone l uso corretto ai fini liturgici secondo le indicazioni della Nota Pastorale della Conferenza Episcopale Italiana (996). Le indicazioni principali per la stesura del progetto, riguardavano: un adeguata illuminazione degli ampi spazi della basilica, una corretta illuminazione a servizio dei momenti liturgici, centralizzare e semplificare i comandi, evidenziare la Porziuncola ed infine valorizzare le opere d arte. Il tutto nel modo più discreto possibile, al fine di interpretare il messaggio francescano nella sua essenzialità. 2 S.Maria degli Angeli sorge dove S.Francesco fondò l ordine, dimorò e morì. E uno dei maggiori Santuari d Italia, costruito nelle sue forme rinascimentali dal 569 al 679 su progetto di Galeazzo Alessi La facciata baroccheggiante è del 928. Sotto la cupola centrale all interno è la Cappella della Porziuncola, semplice oratorio dei sec. X-XI, decorato all esterno da affreschi del I numeri del progetto Consistenza dell impianto. L impianto è costituito da più di.000 punti luce diversificati per applicazione e tipologia. Sorgenti Luminose. Le lampade impiegate sono: ad alogeni con riflettore; ad alogenuri metallici La temperatura di colore di tutte le lampade è di 3000 K. Prestazioni illuminotecniche. Sono stati previsti i seguenti livelli d illuminamento, in condizioni medie di esercizio: - per l illuminazione del piano di calpestio nelle aree destinate ai fedeli: lux; - per le volte delle navate e dei vani di raccordo: lux; - per i piani degli altari, e le aree contigue: lux (anche sui piani verticali dell Officiante in direzione dei fedeli); I valori di illuminamento possono variare per esigenze liturgiche, grazie ad un programma computerizzato che regola le accensioni e i livelli di quantità e qualità di luce.

23 Il risultato del progetto è una realizzazione complessa, che comprende oltre 000 punti luce controllati e comandati secondo scenari predeterminati da una stazione centrale, costituita da un quadro sinottico affiancato da un personal computer. Grazie a questi sistemi articolati di controllo, la luce è modulata nella quantità e nella qualità dell emissione. 22 La navata centrale è l area in cui si sono realizzati gli interventi illuminotecnici più significativi ed innovativi. L illuminazione generale della volta è stata ottenuta con una luce indiretta, prodotta dalla riflessione della luce emessa dagli apparecchi sulla superficie di colore bianco e priva di affreschi.

24 Questo tipo di illuminazione si è ottenuto posizionando gli apparecchi Platea sulla cornice di imposta della volta, che ha una larghezza di circa un metro, consentendo il perfetto inserimento degli stessi e la facilità di manutenzione, in quanto si accede facilmente attraverso una scala a chiocciola interna. Sono stati utilizzati i proiettori con ottica asimmetrica per l utilizzo con lampade ad alogenuri metallici da 250W. Si è pensato di integrare l illuminazione indiretta, in occasione di eventi liturgici particolari, con una seconda modalità di illuminazione di tipo diretto. Un ulteriore serie di proiettori, sempre posizionati sulla cornice, ma rivolti verso il basso. Gli apparecchi sono dotati di un braccio retrattile, che consente di nascondere i proiettori alla vista, quando non sono necessari, e di farli sporgere solo in caso di funzionamento Platea Zoom Sotto la volta della navata principale corre, a 6 metri di altezza dal suolo e per tutto il perimetro, un cornicione che ospita le canaline con i cavi e gli apparecchi di illuminazione. 2 Il movimento dei bracci, ottenuto con un motorino elettrico, è sincronizzato con l andata a regime della lampada. In questo modo gli apparecchi vengono fatti sporgere, incrementando l illuminamento senza creare disturbi durante lo svolgimento delle cerimonie.

25 Nel transetto è collocata la Porziuncola. I criteri e le soluzioni adottati per l illuminazione sono analoghi a quelli previsti per la navata. L area del transetto può essere illuminata indipendentemente dall accensione dell impianto della navata centrale e dell abside per accentuare l effetto scenico prodotto dal piccolo edificio che si frappone tra la navata e l abside. La Porziuncola, la piccola chiesa da cui S.Francesco ha iniziato a predicare il suo messaggio, è posta all interno di un altra chiesa. La luce fa emergere questa architettura minuta e sobria nel grande spazio determinato dalla Basilica. Più che sulla differenza di illuminamento, la soluzione impiegata accentua il contrasto cromatico esistente tra le pareti bianche della Basilica, rese brillanti dalla luce diffusa dei Platea, e le pareti in mattoni il cui colore caldo è stato ulteriormente valorizzato dalle lampade alogene utilizzate nei proiettori Woody. 24 Woody Sui quattro pilastri che sorreggono la cupola e che permettono di illuminare le quattro pareti esterne ed il tetto della chiesetta, sono posizionati 8 proiettori Woody con lampade alogene da 00W.

26 Le cappelle laterali conservano le pitture parietali e gli altari sormontati da una grande dipinto. Considerato che il punto di vista privilegiato è quello frontale per chi osserva, gli apparecchi di illuminazione sono stati totalmente occultati per non interferire visivamente con le decorazioni presenti sulle pareti e sono stati scelti e posizionati diversificando gli effetti luminosi. Le pareti laterali sono illuminate omogeneamente da 4 apparecchi Cestello con alogene da 00W posizionati dietro il pilastro della parete opposta. Per l altare sono impiegati altri 4 apparecchi Cestello, posizionati due a destra e due a sinistra, dietro i pilastri che delimitano l arco di ingresso. In questo modo le ombre sono attenuate per evitare effetti esageratamente drammatici sui volumi dell altare. Le luci creano, così, complessivamente un atmosfera più intima che favorisce il raccoglimento e la preghiera, raccordandosi con il resto dell ambiente. 25 Cestello Gabbiano Per l illuminazione della volta sono stati utilizzati dei proiettori Gabbiano con ottica asimmetrica, per lampade alogene a tensione di rete da 300W, posti sulla cornice di imposta della volta e dietro il timpano di coronamento.

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28 Duomo di Lucca Progetto illuminotecnico: SOLE luce per l Arte Consulenza illuminotecnica: iguzzini illuminazione La luce indiretta del Duomo Il progetto di illuminazione del Duomo di Lucca, ha considerato la luce in funzione della preghiera e come elemento indispensabile alla restituzione dei valori architettonici ed artistici che caratterizzano l ambiente. Per le funzioni religiose e per le visite, la luce potrà essere modulata e regolata grazie all estrema flessibilità dell impianto. L idea progettuale è incentrata sulla composizione degli effetti, equilibrando i chiari e gli scuri tra le diverse zone, al fine di realizzare un rapporto tra le luminanze che costituisce il principale obbiettivo. Fondamentale nell illuminazione delle navate l utilizzo della luce indiretta. Questa tecnica che prevede l esatto studio della riflessione delle superfici e l accurato puntamento dei fasci luminosi verso l alto, risulta indispensabile per la completezza di qualsiasi illuminazione di grandi spazi dove sia necessario valorizzare le soffittature e sfruttarne le riflessioni. Guardando le magnifiche volte del Duomo si ricava l impressione di trovarsi di fronte ad una delle stupende stoffe intessute nei telai dell epoca. 27 La cattedrale di S.Martino fu eretta nei secoli XI-XIII, sostanziali modifiche avvennero nei secoli XIV-XV. L asimmetrica facciata marmorea romanica (204) è opera in gran parte di Guidetto da Como. I fianchi della cattedrale sono trecenteschi e l imponente abside è di tarda derivazione pisana. L interno in forme gotiche è a tre navate su pilastri, con transetto a due navate e alti matronei a trifore. I numeri del progetto Consistenza dell impianto. 262 apparecchi di illuminazione raggruppati in 29 accensioni separate, 53 circuiti (di cui 3 di emergenza) Sorgenti Luminose. Le lampade impiegate sono: alogenuri metallici per la luce diretta alogene con riflettore per la luce indiretta. La temperatura di colore di tutte le lampade è di 3000 K. Prestazioni illuminotecniche. L illuminamento medio in esercizio è di: 0 lux sui piani di calpestio 95 lux sulle volte della navata centrale 75 lux sulle volte delle navate laterali lux l altare (anche sui piani verticali).

29 La luce indiretta contribuisce fortemente all illuminazione complessiva di una chiesa, sia in termini di quantità di luce (perché si aggiunge ai valori della diretta), sia in termini di qualità di luce perché con la sua riflessione ammorbidisce l emissione luminosa, restituendo un atmosfera austera scevra da effetti drammatici. 28 Miniwoody Per le volte delle cappelle, vengono impiegati quattro apparecchi montati ognuno su un capitello delle colonne agli angoli delle cappelle.

30 Le volte delle navate laterali sono illuminate direttamente tramite proiettori, collocati sull aggetto del primo ordine dei capitelli ad un altezza di circa metri da terra. I proiettori sono puntati in modo tale che il fascio luminoso sottolinei le volte. Una illuminazione d accento è destinata alle pale e alle opere custodite sulle navate laterali. Anche questa luce durante le funzioni religiose e per le visite dei turisti potrà essere modulata e regolata grazie alla grande flessibilità dell impianto. 29 Miniwoody Le volte della navata centrale e del transetto utilizzano una illuminazione indiretta che fuoriesce dalle trifore dove sono posizionati i proiettori. Il livello di illuminamento medio in esercizio è di 0 lux.

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32 Oratorio S. Maria della Vita - Bologna Progetto e Direzione dei lavori: Francisco Giordano Consulenza illuminotecnica: iguzzini illuminazione Un luogo della memoria, dell impegno, della preghiera Il complesso architettonico che racchiude l oratorio è il Santuario di S.Maria della Vita nel centro storico di Bologna. E un luogo famoso nel mondo, non solo per l imponente cupola alta 52 metri disegnata da Antonio Bibiena, ma soprattutto perché al suo interno si conservano diversi gruppi scultorei in terracotta eseguiti in epoche diverse da Nicolò Dell Arca e Alfonso Lombardi. Alla fine del XIII secolo un frate minore (poi proclamato beato), Riniero Barcobini Fasani, di nobile famiglia, fondò la Confraternita dei Battusti Bianchi e un ospedale, che grazie alle frequenti guarigioni fu chiamato della Vita. Successivamente intorno alla chiesa e all ospedale sorse un grande santuario intitolato a S.Maria della Vita. Espropriata la Confraternita dei suoi beni in seguito alle leggi napoleoniche, l ospedale di Bologna fu unito ad altri e divenne l attuale Ospedale Maggiore, oggi di proprietà dell AUSL cittadina, che possiede dunque anche il Santuario. Per le celebrazioni religiose del 2000, l azienda sanitaria, ha progettato il recupero dell intero complesso con un investimento di circa sei miliardi. Obbiettivo principale il restauro dell Oratorio e la creazione di un Museo della Sanità cittadina e dell Istituto per la Storia della Chiesa di Bologna. 3 L oratorio deve le sue forme attuali al progetto dell architetto bolognese Floriano Ambrosini tra il 604 ed 67. La vasta aula rettangolare, provvista di cantoria e organo,venne completamente decorata con eleganti e fastosi stucchi dorati, opera di Giulio Cesare Conventi e Antonio Martini. Oggi l Oratorio viene utilizzato non solo come luogo di culto, ma anche come sala da concerti di musica sacra. I numeri del progetto Consistenza dell impianto. 2 Cestelli per l illuminazione generale 4 proiettori Woody per l illuminazione della cupola 4 proiettori Woody per l illuminazione del gruppo scultoreo 2 frangiluce a nido d ape per i Cestello. 2 proiettori Sirio F per l illuminazione indiretta sopra l altare. Sorgenti Luminose. Le lampade impiegate sono: alogene dicroiche da 50W con coni di luce diversificati: 24 sulle pareti 38 orientate verso l alto 38 con schermo frangiluce orientate sul piano di calpestio. I proiettori Woody utilizzano alogene da 75W con ottica flood. I proiettori Sirio F utilizzano alogene lineari da 300W. La temperatura di colore di tutte le lampade è di 3000 K. Prestazioni illuminotecniche. L illuminamento medio in esercizio è di: 46 lux sui piani di calpestio, 44 lux sui soffitti decorati 22 lux sulle pareti laterali 63 lux sulla zona dell altare 62 lux sul gruppo scultoreo.

33 Il gruppo scultoreo I Funerali della Vergine è uno degli esempi più importanti dell arte di Alfonso Lombardi, realizzato intorno al 522. Notevoli sono i riferimenti linguistici e formali alle opere di Michelangelo e Raffaello, anche sé l immaginario a cui Lombardi attingeva è più vasto e di certo non estraneo alle rappresentazioni pubbliche di eventi sacri praticati all epoca. E noto che i funerali della Vergine non sono menzionati nei testi canonici, sono invece ampiamente descritti nei vangeli apocrifi. Le quattordici figure policrome evocano con forza drammatica, il momento in cui l ebreo tenta di capovolgere il feretro su cui giace il corpo della Vergine. L intensità con cui ciascun personaggio partecipa alla scena trova il suo apice nell impetuoso gesto dell apostolo che sta per scaraventare il testo sacro sull ebreo disteso seminudo, a cui si contrappone il contegno, non meno vigoroso, di chi assiste pregando. La drammatica espressività dei volti è sottolineata con una luce d accento direzionata dal basso verso l alto. 32 Woody I quattro proiettori Woody sono nascosti alla vista e collocati al di sopra del basamento del gruppo scultoreo, opportunamente distanti dalle sculture, per non creare eccessivi problemi di calore.

34 Il progetto di illuminazione segue alcuni criteri fondamentali: la minor visibilità possibile degli apparecchi quindi la loro integrazione alle architetture; la necessità di orientare le luci per rendere flessibile l illuminazione per i diversi impieghi previsti; la valorizzazione dei gruppi scultorei, dei dipinti e delle decorazioni. I proiettori Cestello sono collocati a 3 metri di altezza, per permettere di orientare le luci sulle pareti opposte, incrociandole per far luce sui dipinti e le decorazioni. Le luci sono diversificate nei coni di luce in base all utilizzo: i coni di luce da 24 sono rivolti verso le pareti e le 38 sono indirizzate verso l alto ed il basso, su quest ultime sono stati impiegati dei frangiluce per evitare abbagliamenti. 33 Sirio F In alcune zone particolarmente significative come l altare, la cupola (affrescata da Gaetano Gandolfi) i dipinti, sono stati collocati sul cornicione dell imposta dei proiettori Sirio a luce indiretta.

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36 S. Carlino alle Quattro Fontane - Roma Progetto illuminotecnico: Paola Degni (Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici) Consulenza illuminotecnica: iguzzini illuminazione La chiesa: un opera d arte speciale La testimonianza del passato è un valore prezioso non solo per la storia dell arte ma anche per la teologia liturgica: oltre certi limiti si rivela la fondamentale ispirazione liturgica nella ideazione architettonica di opere e forme. Francesco Borromini crea in San Carlino alle Quattro Fontane un complesso architettonico, che è non solo un modello importante nella storia del barocco italiano, ma rappresenta anche un segno nella storia dell Ordine Trinitario e della sua missione particolare: l esercizio della carità redentiva e speciale culto alla Santissima Trinità. La chiesa di San Carlino ha una singolare pianta ellittica, aperta in profonde nicchie ed è sormontata da una cupola, rivestita da cassettoni a bugno d api. Gli elementi architettonici nascono uno dall altro senza soluzione di continuità e tutti insieme si esaltano nella concavità della cupola, raccordata alle sottostanti strutture di cui accresce a sua volta l effetto spaziale. E nella cupola che tutta la chiesa acquista il senso più forte dell altezza, leggerezza e profondità. Ottagoni, esagoni e croci greche, disposte in prospettiva, danno una completa direzione verso il centro, verso la lanterna, divisa in superfici convesse, dove si aprono piccole finestre, e nel cui fondo prendono speciale rilievo i simboli allusivi della Santissima Trinità. 35 San Carlino rappresenta il capolavoro di Francesco Castelli, detto il Borromini. Vero gioiello del barocco romano del Seicento, che riassume dal principio alla fine la sua attività artistica. Infatti, il chiostro, il convento e la chiesa furono costruiti dal , mentre il progetto della facciata è del 664. I numeri del progetto Consistenza dell impianto. 20 proiettori per l illuminazione indiretta 2 proiettori Cestello per l illuminazione dell altare Sorgenti Luminose. Le lampade impiegate sono 26 alogene con riflettore. La temperatura di colore è di 3000 K. Prestazioni illuminotecniche. L illuminamento medio in esercizio è di: 26 lux sui piani di calpestio 63 lux sulla zona dell altare.

37 Il progetto di illuminazione è stato ideato con una particolare attenzione alla conformazione architettonica, in modo da valorizzare con effetti plastici lo spazio e nel contempo creare un ambiente raccolto e mistico. Al di sopra delle cornici mistilinee, sono collocati gli apparecchi di illuminazione che direzionano la luce verso l alto, opportunamente distanziati per ottenere una ottimale uniformità di illuminazione. L illuminazione investe tangenzialmente le superfici curve; a sua volta la curvatura della luce si diffonde sobriamente e concorre con il bianco dominante a creare morbidi effetti chiaroscurali La cupola riflette anche nella struttura esterna la funzione coordinatrice di tutti gli elementi architettonici che ha all interno. Il vano ellissoidale è mascherato da un tamburo dal quale dopo tre gradini si innalza il lanternino, composto da nicchie a cui si addossano colonnette, con una cornice mistilinea nella parte superiore.

38 Le decorazioni e le strutture assumono una leggerezza fantastica, si raccordano in un serrato andamento plastico che riporta lo sguardo dell osservatore al centro della cupola al sommo del lanternino, dove su un fondo dorato si staglia la Divina Colomba. La luce concorre insieme alla forma architettonica alla significazione simbolica ed alle specifiche funzioni e collocazioni degli elementi rituali. La concezione centrale dello schema spaziale e strutturale di San Carlino, la sua deformazione ottica, passa alla organica forma ellittica grazie all impiego di una illuminazione che si fa interprete della sua storia speciale. 37 WZ2 Gabbiano prodotto speciale Cestello La posizione prescelta per il posizionamento dei proiettori è il piano superiore delle cornici mistilinee ad un altezza circa di 6 metri da terra. Opportunamente nascosti alla vista, si distanziano a gruppi di due seguendo il sinuoso percorso delle colonne.

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40 S. Croce in Gerusalemme - Roma Consulenza illuminotecnica: iguzzini illuminazione Il centro della chiesa Il punto di riferimento dell assemblea durante le celebrazioni è l altare. Questa centralità dell altare è nello spazio che gli gravita attorno con i suoi simboli e i suoi elementi che lo compongono: l ambone, la sede, la croce. Non è quindi solo un punto geometrico (quasi sempre nelle piante a croce latina l incrocio tra la navata centrale e la trasversalità del transetto) ma è anche e soprattutto il punto d incontro ineludibile e necessario d ogni linea, d ogni percorso, d ogni sguardo, d ogni azione. Un centro che tutto attrae e da cui tutto parte s irradia, indissolubilmente legato alla misura dell assemblea da accogliere. 39 S.Croce in Gerusalemme è uno dei primi luoghi di testimonianza del culto cristiano. La prima costruzione risale agli inizi del sec. IV, la chiesa fu riedificata in forma di basilica nel e successivamente del tutto ricostruita nel 743 su ordine di Benedetto XIV. Settecentesche sono la facciata, l atrio ellittico e l interno. I numeri del progetto Consistenza dell impianto. 8 proiettori Lingotto per l illuminazione indiretta dell abside 6 proiettori Cestello per l illuminazione del presbiterio Sorgenti Luminose. Le lampade impiegate sono: 36 alogene da 00W con riflettore, 8 alogenuri metallici da 50W La temperatura di colore è di 3000 K Prestazioni illuminotecniche. Sono stati previsti i seguenti livelli di illuminamento in condizioni medie di esercizio: - per la volta della abside 00 lux; - per il piano degli altari, la sede del presidente e le aree contigue agli altari in cui si officiano le Messe: 300 lux (anche sui piani verticali).

41 Nell ideazione del progetto di illuminazione di S.Croce in Gerusalemme si è tenuto in particolare attenzione questo aspetto. La luce nell abside e sull altare si differenzia per qualità e quantità dagli altri spazi della chiesa, in modo da evidenziare visivamente la centralità del luogo dove si svolgono le principali funzioni liturgiche Cestello L altare si trova al di sotto della struttura a baldacchino, che a sua volta è sostenuto dalle colonne dell antico Ciborio con uno sviluppo di architravi marmorei reso pesante da un affollarsi di angeli in bronzo. Al centro l urna di basalto che conserva i corpi dei S.S. Cesareo e Anastasio. 2 L ubicazione dei proiettori Cestello è nella parte posteriore delle colonne, completamente nascosti alla vista dei fedeli.

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