PIANO STRATEGICO PER IL SISTEMA AGROALIMENTARE E RURALE DELLA PROVINCIA DI SIENA

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1 PROVINCIA DI SIENA ASSESSORATO AGRICOLTURA E SVILUPPO RURALE PIANO STRATEGICO PER IL SISTEMA AGROALIMENTARE E RURALE DELLA PROVINCIA DI SIENA

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3 INDICE 1. PREMESSA LO SCENARIO DI RIFERIMENTO IL SISTEMA AGROALIMENTARE SENESE I CARATTERI STRUTTURALI GLI ASPETTI PRODUTTIVI GLI ASPETTI SOCIOECONOMICI LE ALTRE PECULIARITÀ TERRITORIALI LE PRINCIPALI FILIERE PRODUTTIVE E I PRODOTTI DI QUALITÀ CERTIFICATA I PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEL SISTEMA GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO DI LUNGO PERIODO OBIETTIVO OBIETTIVO OBIETTIVO OBIETTIVO I PRINCIPALI STRUMENTI A SOSTEGNO CONCLUSIONI Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 3

4 1. PREMESSA Nei prossimi anni, lo sviluppo dei territori rurali sarà profondamente influenzato da fattori evolutivi di natura sociale, economica e normativa. L approvazione della nuova Politica Agricola Comune, da molti ritenuta rivoluzionaria, ha costretto il sistema delle imprese agricole italiane a rivedere le proprie strategie produttive e commerciali, spostando la propria attenzione alla domanda di mercato piuttosto che alle produzioni maggiormente sovvenzionate dalla politica. Un mercato che, causa una significativa concentrazione dei grandi operatori distributivi e un forte inasprimento concorrenziale dovuto anche all ingresso di nuovi competitor (basti pensare, a tale proposito, al caso del vino e dei nuovi produttori dell Emisfero Sud) diventa sempre più competitivo e di difficile accessibilità. Senza contare che, in conseguenza di una stagnazione dei consumi alimentari in Italia che perdura ormai da diversi anni, i mercati più profittevoli vanno ricercati lontano dai confini nazionali; e anche questo obiettivo mal si attaglia sia alla polverizzazione del nostro sistema agricolo, sia al nanismo che contraddistingue le imprese alimentari. Il nuovo Piano Regionale di Sviluppo Rurale rappresenta indubbiamente il principale strumento per gli investimenti nel settore agricolo. Uno strumento che, a dispetto di quelle che erano le intenzioni originarie alla base della riforma PAC (spostamento progressivo e rilevante delle risorse dal I al II pilastro), risulta sempre più oggetto di attacchi da parte dei diversi governi nazionali dei Paesi UE (in particolare di quelli del Centro-Nord Europa), finalizzati a limitare il contributo di ogni singolo Stato alla formazione del budget comunitario. Senza contare che lo stesso Commissario Europeo all Agricoltura se, da un lato, tende a rassicurare le imprese agricole sulla stabilità del budget dedicato al settore fino al 2013, dall altro arriva a dare quasi per scontato una forte riduzione dello stesso dopo tale data. In virtù di questi preoccupanti segnali e dello scenario competitivo con il quale si trovano a confrontarsi quotidianamente le imprese agricole ed alimentari, risulta quindi di fondamentale importanza adottare una visione strategica di sviluppo Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 4

5 ragionata del sistema agroalimentare e rurale della provincia di Siena che possa trovare nel nuovo Piano Locale di Sviluppo Rurale uno strumento operativo efficiente ed efficace. In altre parole, occorre innanzitutto conoscere con precisione sia il posizionamento competitivo del sistema agroalimentare senese, sia lo scenario normativo e di mercato - attuale e futuro con il quale si troveranno a confrontarsi le stesse aziende agricole ed alimentari del territorio provinciale. Ciò al fine di individuare un percorso di sviluppo che dia garanzia di continuità e sostenibilità economica al medesimo sistema produttivo locale e che, di conseguenza, trovi un valido supporto per l implementazione degli interventi collegati a tali obiettivi di crescita proprio nel nuovo Piano Locale di Sviluppo Rurale. La Conferenza Provinciale dell Agricoltura e dello Sviluppo Rurale, svoltasi il 24 novembre 2006, ha rappresentato il punto di partenza di questo percorso di sviluppo. Tale evento si è infatti configurato non solo come momento per fare il punto sullo stato di salute e sulla competitività del sistema agroalimentare provinciale (soprattutto in relazione agli scenari evolutivi), ma anche come occasione di confronto e dibattito tra le imprese, le associazioni e le istituzioni pubbliche per porre le basi e le fondamenta di quello che sarà il percorso operativo al termine del quale si giungerà alla formulazione del Piano Locale di Sviluppo Rurale La Conferenza ha quindi esercitato la funzione di momento di ascolto per acquisire da tutti i soggetti pubblici e privati indicazioni, suggerimenti, proposte. Tuttavia, è anche bene sottolineare come lo strumento del PLSR non sia in grado di soddisfare tutti i fabbisogni e gli obiettivi di sviluppo del sistema agroalimentare e rurale senese, dovendo rispondere a requisiti e spazi di manovra limitati e determinati a livello regionale in conseguenza di una necessaria coerenza richiesta con quanto stabilito in materia di sviluppo rurale a livello nazionale e, ancor prima, comunitario. Per tale motivo, il Piano Locale di Sviluppo Rurale rappresenta il principale ma non l unico strumento operativo in grado di implementare strategie di sviluppo di lungo periodo in ambito agricolo, alimentare e rurale. Alla luce di tali considerazioni e del percorso intrapreso ed iniziato con la Conferenza Agraria provinciale del 2006, si è ritenuto quindi opportuno realizzare il seguente Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese affinché possa essere delineato - in un orizzonte di lungo periodo - un obiettivo di crescita e di sviluppo del suddetto sistema provinciale che, seguendo l iter di condivisione e concertazione Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 5

6 avviato con le istituzioni, gli attori economici, le associazioni e le organizzazioni di rappresentanza, possa condurre le imprese e il territorio ad una sostenibilità economica ed ambientale in grado di autorigenerarsi in un contesto di supporto parziale derivante dal Piano Locale di Sviluppo Rurale. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 6

7 2. LO SCENARIO DI RIFERIMENTO Al fine di inquadrare in un contesto competitivo le peculiarità, i punti di forza e quelli di debolezza del sistema agroalimentare e rurale senese, occorre innanzitutto identificare i principali fattori in grado di influenzare lo scenario concorrenziale e normativo di riferimento per le imprese agroalimentari. Tale descrizione per quanto sintetica risulta inoltre necessaria per la definizione degli obiettivi di sviluppo del sistema provinciale in un ottica di lungo periodo. Innanzitutto è bene premettere come negli ultimi tempi l agricoltura sia tornata ad occupare lo spazio centrale del dibattito politico ed economico in virtù della propria funzione produttiva di beni alimentari e, secondariamente, energetici. Ciò è avvenuto in quanto l intensità della crescita economica a livello globale di questi ultimi anni ha reso sempre più evidente e preoccupante il problema dello squilibrio tra sviluppo e risorse utilizzate e disponibili. Da qui l incremento nei prezzi dei prodotti agricoli: basti infatti pensare che dal 2003 ad oggi i prezzi delle principali commodity sono più che raddoppiati, quelli di burro e latte quasi triplicati, il prezzo del riso ha subito incrementi intorno al 50% solo negli ultimi cinque mesi. Il rialzo dei prezzi è principalmente la conseguenza dello squilibrio tra domanda e offerta e dei ridotti livelli delle scorte alimentari. I tre grandi temi che condizionano il presente e sono destinati a condizionare in futuro i modelli di crescita sono quelli energetico, ambientale e, appunto, alimentare. Grandi questioni tra loro intimamente connesse e rispetto alle quali ha progressivamente acquisito importanza il ruolo del settore agricolo, anch esso protagonista di enormi cambiamenti in questi ultimi anni. Sono mutati il ruolo e il peso dell agricoltura in termini economici e sociali e nel rapporto con l ambiente; è profondamente cambiata l articolazione dei rapporti tra produzione, trasformazione, distribuzione e consumo. In merito a quest ultimo punto occorre infatti sottolineare come l evoluzione dei consumi alimentari sia contraddistinta da forti cambiamenti nei gusti e negli stili di vita degli stessi consumatori. Un evoluzione che si ripercuote su tutti gli stadi della Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 7

8 filiera agroalimentare con impatti più significativi sulle fasi di produzione. Nello specifico, vi è una forte influenza dei recenti modelli organizzativi dell economia e della società sull evoluzione dei consumi alimentari, specie nei paesi più sviluppati. Le principali tendenze in atto attengono alla crescente attenzione verso gli aspetti dietetico salutistici dei prodotti, alla continua omologazione dei comportamenti di consumo e di acquisto ma, in termini complementari alla globalizzazione dei comportamenti, si affermano anche stili alimentari con elevato grado di personalizzazione, fortemente condizionati da variabili di carattere sociodemografico, culturali e geografiche. Il risultato delle dinamiche descritte è una maggiore articolazione dei segmenti di mercato e dei modelli di consumo alimentari, sempre più influenzati da un mix di variabili, oltre a quella reddituale che però, in considerazione di una fase economica stagnante che perdura ormai da diversi anni, conduce ad importanti riorganizzazioni del paniere di spesa alimentare (beni primari assumono quasi carattere voluttuario e prodotti tecnologici diventano necessari a scapito di alcuni di natura alimentare). Queste spinte producono chiaramente effetti diretti sui sistemi produttivi locali, imponendo azioni di adeguamento e ristrutturazione della componente produttiva in direzione delle recenti dinamiche di consumo. Accanto a questo occorre segnalare la centralità ormai assunta dalla Distribuzione Moderna nel veicolare il prodotto alimentare al consumo: nell ambito delle vendite alimentari presso tale tipologia commerciale, in Italia il 30% risulta ormai di pertinenza di appena 5 imprese (a livello europeo, la concentrazione della quota arriva al 98% in Svezia ed è comunque superiore al 50% nella gran parte dei Paesi UE). E bene poi sottolineare come le insegne estere coprono quasi il 25% del mercato italiano e la quota delle centrali di acquisto legate a gruppi internazionali arriva al 58%. Anche questo aspetto ha un forte impatto sui modelli organizzativi e produttivi delle fasi a valle, fino a determinare vere e proprie opzioni di riposizionamento funzionale delle unità produttive in favore delle logiche delle moderne catene distributive. La liberalizzazione dei commerci, la progressiva apertura del mercato comunitario e lo sviluppo del sistema dei trasporti e delle comunicazioni a livello mondiale stanno inoltre portando una maggior pressione competitiva sui prodotti alimentari italiani, sia sul mercato interno che su quelli esteri. In particolare, relativamente a questi ultimi, occorre inoltre sottolineare come stiano sempre più affermandosi nuovi mercati Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 8

9 profittevoli e dinamici ma geograficamente distanti dall Italia - in considerazione degli importanti cicli di sviluppo economico cui risultano interessati, ormai da diversi anni, alcuni grandi Paesi Emergenti, la cui domanda alimentare è in larga parte fonte delle pressioni inflazionistiche che si sono verificate sui prezzi di molti prodotti agricoli. Infine, ma non meno importante, il capitolo normativo. Dopo la radicale modifica della PAC del 2003, meglio nota come Riforma Fischler, l agenda delle riforme nel quadro di regolamentazione del settore agroalimentare europeo è risultata, in questi ultimi tempi, molto fitta: dalle nuove OCM ortofrutta e vino all healt check dell attuale PAC, dal prossimo avvio della programmazione dei fondi strutturali al riesame intermedio delle spese e risorse comunitarie. Accanto a queste modifiche ed appuntamenti, la sempre minor certezza di un budget dedicato al settore agricolo (per lo meno nelle stesse dimensioni di quello attuale) dopo il 2013, non fa che proiettare diverse ombre sul futuro del settore, inducendo le imprese e le istituzioni nazionali, regionali e locali ad interrogarsi sui possibili percorsi di crescita e di sviluppo da intraprendere nel prossimo futuro per garantire una continuità di lungo periodo all intero sistema. Più in particolare, le evoluzioni normative richiamate si inseriscono in un contesto di continua liberalizzazione del commercio imposto in sede WTO (World Trade Organization) alle economie partecipanti, allo scopo di ridurre il livello di distorsione nel commercio, migliorare il livello di competizione e, in definitiva, il benessere delle popolazioni coinvolte. Come accennato, però, le questioni sul tappeto sono molteplici e di importanza cruciale per il futuro sviluppo dei sistemi agroalimentari e rurali europei. Senza la presunzione di assegnare ordini di priorità ai diversi temi, è indispensabile comunque riconoscere un ruolo di primo piano a due aspetti fondamentali: 1. Il continuo processo di riorientamento della PAC verso un modello di politica che non produca effetti distorsivi sul commercio internazionale e sulle scelte produttive e strategiche dei produttori agricoli e che, allo stesso modo, risulti attenta a tutta una serie di nuove istanze collettive demandate al settore primario. Infatti, se è vero che riacquistano centralità molti aspetti di carattere produttivistico legati ai vecchi obiettivi identificati nei documenti di istituzione della politica agricola comunitaria (essenzialmente per le questioni legate ai recenti problemi di approvvigionamento alimentare determinati dalle spinte di Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 9

10 nuovi consumi delle economie emergenti nonché per gli obiettivi legati alle energie rinnovabili di natura agricola e ad elementi di natura congiunturale), è anche vero che la ristrutturazione dell economia e della società ha portato ad identificare una serie di questioni nuove che possono essere efficacemente demandate al settore primario: solo per citare alcuni esempi la salvaguardia ambientale, il presidio territoriale nonché la partecipazione ad obiettivi di natura climatica e di gestione di risorse strategiche come acqua e energia portano il settore verso una nuova centralità e definiscono un nuovo protagonismo delle aree rurali europee, identificabili non più esclusivamente come spazi di produzione, ma sempre più come spazi di produzione e consumo. 2. Il secondo punto attiene a quelle che sono le previsioni finanziare legate al bilancio della PAC; infatti, come accennato, esistono una serie di spinte verso un continuo calo delle risorse finanziarie da destinare a tale politica nel suo complesso e, contemporaneamente, uno spostamento di risorse dalla politica dei prezzi e dei mercati alla politica di sviluppo rurale. Da più parti sono arrivate pressioni sulla necessità di ridurre le risorse a disposizione della PAC (una delle politiche più importanti dell Unione Europea considerato che assorbe circa il 50% dell intero budget comunitario); tuttavia, oltre a ridurre le ingenti risorse è anche necessario qualificare ulteriormente le azioni che tale politica incentiva: infatti, è ipotizzabile quasi con certezza che le uniche azioni compatibili con i nuovi scenari di regolamentazione del commercio internazionale saranno quelle destinate a favorire lo sviluppo rurale e di forme di gestione del rischio attive da parte delle aziende agricole. Questi saranno probabilmente le questioni più urgenti e delicate che la PAC dovrà affrontare nel prossimo futuro, di cui in parte si hanno già i primi segnali nel processo di health check in corso, in particolare nella possibilità di incrementare il tasso di modulazione obbligatorio delle risorse dal primo al secondo pilastro in favore dello sviluppo rurale. Si tratta di aspetti fondamentali, che avranno un impatto forte sui sistemi agroalimentari e rurali europei, poiché si rafforza il percorso di orientamento al mercato avviato con la Riforma Fischler del Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 10

11 3. IL SISTEMA AGROALIMENTARE SENESE 3.1. I CARATTERI STRUTTURALI L analisi dei dati relativi all evoluzione delle aziende agricole in provincia di Siena, in particolare di quelle iscritte alla CCIAA, mette in luce come l evoluzione intervenuta negli ultimi anni ( ), seppur di carattere negativo, posizioni la provincia in termini migliori di quanto accade invece nella regione Toscana e in Italia. In particolare, si nota come nell intervallo di tempo considerato, a fronte di diminuzioni per tutti e tre gli aggregati territoriali individuati, la provincia di Siena lasci registrare la minore contrazione percentuale. Nello specifico, tra il 2000 e il 2007 la diminuzione percentuale delle aziende agricole senesi è del 4,7%, mentre nella regione Toscana e in Italia si registrano tassi di decremento rispettivamente del 10,3% e del 13,1% (figura 1). Figura 1 Andamento delle imprese agricole (imprese attive, 2000 = 100) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Movimprese. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 11

12 Per quanto attiene invece la verifica legata all evoluzione della Superficie Agricola Utilizzata (SAU), è necessario in questo caso basarsi su dati censuari, l unica fonte in grado di restituire la reale evoluzione intervenuta. Dai dati riportati nella tabella 1 si nota come la provincia di Siena confermi in parte la sua tenuta relativa rispetto alle dinamiche regionali e nazionali; infatti, nel decennio intercensuario le variazioni della SAU, sia in Toscana che in Italia, hanno fatto registrare dati poco confortanti: nello specifico, a livello nazionale si registra una contrazione del 12,2%, mentre nella regione Toscana la variazione tra il 1990 e il 2000 è del 7,5%. Nella provincia di Siena, che detiene il 21,5% della SAU regionale al 2000, la contrazione intervenuta è invece del 5,4%, ben inferiore al dato nazionale e regionale, a testimonianza di un settore vitale e in grado di mantenere le proprie posizioni, testimoniato appunto dalla ridotta variazione della SAU. Tabella 1 Trend della SAU in provincia di Siena e in regione Toscana SAU 1990 (HA) SAU 2000 (HA) Var. % 1990/2000 Siena ,4% Toscana ,5% Italia ,2% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT. Accanto al comparto primario, il sistema agroalimentare senese vede una ridotta presenza di un industria di trasformazione alimentare, principalmente focalizzata sulla produzione dolciaria (tabella 2). Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 12

13 Tabella 2 L industria alimentare senese (imprese registrate, 2007) Provincia di Siena Imprese di trasformazione dei prodotti agricoli e forestali (unità) 489 di cui: Produzione, lavorazione e conservazione di carni 53 Lavorazione e conservazione di pesce 1 Lavorazione e conservazione di frutta ed ortaggi 3 Produzione di oli e grassi vegetali ed animali 18 Industria lattiero casearia e dei gelati 46 Lavorazione granaglie e prodotti amidacei 15 Prodotti per l'alimentazione degli animali 10 Altri prodotti alimentari* 311 Industria delle bevande 32 * pane,pasta, prodotti dolciari, ecc. Fonte: elaborazioni Nomisma su dati CCIAA GLI ASPETTI PRODUTTIVI Passando ad analizzare invece la composizione tipologica della SAU, ossia la sua destinazione fra i diversi tipi di attività colturali, si nota come la destinazione prevalente in termini di superficie investita sia legata, nel 2007, alla produzione di frumento duro, con oltre ettari (tabella 3). Sebbene tale estensione denoti una variazione negativa del 19% rispetto alla SAU del 2000 e dopo aver toccato il suo massimo nel 2004 con ben ettari, le stime relative alle semine del 2008 evidenziano una forte ripresa della coltivazione di tale coltura a seguito del favorevole momento di mercato che, come descritto precedentemente, segnala importanti aumenti dei prezzi di vendita. Occorre ricordare come l abbandono della coltivazione nelle aree più marginali della provincia a partire dal 2005 sia stata principalmente determinata dalla riforma PAC (disaccoppiamento degli aiuti). Una diminuzione testimoniata anche dal contestuale incremento delle superfici a foraggere (oggi seconda coltura per superficie investita in provincia), i cui costi di produzione sono notoriamente più ridotti di quelli del frumento duro. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 13

14 Un altra coltura molto importante per il sistema agroalimentare senese è rappresentata dalla vite che, con ettari nel 2007 occupa il terzo posto in termini di destinazione di SAU, con una variazione positiva rispetto al 2000 del 5,7%. Questa produzione è di assoluto rilievo per il sistema territoriale nel suo insieme, sia perché la maggior parte della produzione vitivinicola può vantare un riconoscimento di qualità apprezzato in tutto il mondo sia perché questo tipo di produzione attiva la valorizzazione di altre risorse territoriali di indubbio valore. Anche le produzioni olivicole, con una SAU di ettari al 2007, rappresentano una coltivazione molto diffusa per il territorio senese, la cui produzione risulta di buona qualità (sul territorio insistono 2 Dop e 1 Igp) seppure i quantitativi commercializzati risultano esigui rispetto al potenziale ottenibile nell area. In particolare c è stata una diminuzione degli ettari coltivati ad olivo, ma un incremento del numero di piante. Tabella 3 Superficie investita per principali coltivazioni in provincia di Siena (ettari) Var. % 2000/2007 Frumento duro ,0% Pascoli ,5% Vite ,7% Olivo ,4% Foraggere temporanee ,0% Girasole ,3% Mais ,3% Orzo ,3% Avena ,0% Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT GLI ASPETTI SOCIOECONOMICI Al fine di comprendere la specializzazione e la vocazionalità produttiva del sistema agroalimentare senese, è utile analizzare il valore della produzione agricola e la sua composizione percentuale. Nel 2006, tale valore è risultato pari a 286 milioni di euro, con un impatto sul totale della produzione agricola toscana del 12,5%. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 14

15 La verifica della composizione percentuale indica come il maggior contributo al risultato finale è dato dalle produzioni vitivinicole che, con un incidenza del 34,1% sul totale, si collocano al primo posto nel panorama produttivo provinciale; segue, seppur a distanza, il comparto delle carni, che arriva ad incidere sul totale della produzione agricola per il 18,9%. Con circa il 12% di peso sul totale figurano i cereali, mentre le produzioni olivicole e le altre legnose agrarie, incidono per un altro 6,6% (figura 2). Figura 2 Composizione della produzione agricola senese (2006) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istituto G. Tagliacarne. La figura 3 mostra invece l andamento delle principali colture nel periodo , dove si evince in particolare la performance altalenante dei cereali; infatti, ai valori maggiori registrati nel 2001 e nel 2004 si contrappongono anni difficili, come il 2003 e il , dove evidenti sono gli effetti del riorientamento della PAC. Tuttavia, le prime stime sugli anni successivi ipotizzano una netta ripresa per questo comparto, tenuto conto delle dinamiche di prezzo che stanno riguardano i cereali a livello internazionale negli ultimi periodi. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 15

16 Figura 3 Evoluzione del valore della produzione per comparti principali ( ) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istituto G. Tagliacarne. In termini occupazionali il settore agricolo riveste un ruolo di primo piano nell economia provinciale, fino a collocarsi tra i primi posti nella graduatoria delle province del centro-nord in termini di percentuale di addetti in agricoltura sul totale dell occupazione; in questa sede (figura 4), il confronto viene proposto esclusivamente con le province del centro-nord, più simili alla realtà senese in termini di sviluppo e di terziarizzazione dell economia (è infatti risaputo che nelle regioni del Meridione il diverso grado di sviluppo economico complessivo porta ad avere ancora un alta percentuale di occupati in agricoltura rendendo di fatto il paragone falsato). Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 16

17 Figura 4 Percentuale di occupati in agricoltura sul totale occupati (2005) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT Come si nota dalla figura riportata (figura 4), la provincia di Siena si colloca al secondo posto tra le province del centro-nord in termini di importanza del settore agricolo sul complesso dell economia in termini occupazionali; infatti, con una percentuale dell 8,9% di occupati in agricoltura è seconda solo alla provincia di Cuneo (10,3%). Seguono, comunque con valori importanti, la provincia di Grosseto (a pari merito con l 8,9%), di Imperia (8,4%) e di Asti (8,0%). Si tratta di dati estremamente significativi, che testimoniano come il settore primario sia una componente essenziale dell economia locale senese, anche tenuto conto che lo stesso dato a livello di regione Toscana è pari al 2,9%, mentre a livello complessivo Italia è del 4,1% LE ALTRE PECULIARITÀ TERRITORIALI Siena, con una superficie di kmq, è la seconda provincia della Toscana per estensione territoriale. La popolazione residente nel territorio della provincia di Siena supera le unità, cioè un numero pari a circa il 7% del totale della Toscana. La quasi totalità dei comuni (cioè 33 su 36) ha meno di abitanti. Siena e la sua provincia occupano però più del 16% della superficie regionale, evidenziando pertanto una densità Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 17

18 abitativa tra le più basse della regione, superiore solo a quella della provincia di Grosseto 1. Accanto alla bassa pressione antropica che contraddistingue il sistema rurale della provincia di Siena, occorre ricordare la consistente superficie boschiva presente: oltre ettari di cedui e quasi di fustaie tra semplici e composte, intendendo compresi in tale area anche i giovani cedui e le giovani fustaie (tabella 4). Tabella 4- La superficie boschiva in provincia di Siena Provincia di Siena (ettari) Fustaie: di cui: Conifere Latifoglie Miste conifere e latifoglie Cedui: di cui: Semplici Composti Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat. I dati ISTAT non tengono conto di circa ettari di terreni saldi, a tutti gli effetti considerati bosco. Allo stesso modo, analizzando le peculiarità ambientali della provincia di Siena nella logica di una corretta gestione del territorio e delle sue risorse, vanno segnalate le aree cui è garantita una rigida protezione ambientale (tabella 5) nonché la presenza di tre parchi per una superficie complessiva di oltre ettari (tabella 6). 1 La densità abitativa è il rapporto degli abitanti per Kmq ed è pari a 68,5 ab/kmq per la provincia di Siena e 47,9 ab/kmq per quella di Grosseto (Istat Censimento sulla popolazione 2001) a fronte di 154,3 ab/kmq della Toscana. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 18

19 Tabella 5 - Superficie ed aree protette Provincia di Siena (ettari) Superficie aree protette di cui: ,2 Riserve naturali 9.071,9 Alto Merse 1.952,1 Basso Merse 1.418,5 Bosco di S. Agnese 261,7 Castelvecchio 628,1 Cornate e Fosini 393,1 Crete dell'orcia 521,1 Farma 86,2 Il Bogatto 588,1 La Pietra 102,5 Lago di Montepulciano 455,0 Lucciola Bella 1.183,0 Pietraporciana 336,5 Pigelleto 871,9 Ripa d'orcia 274,2 Superfici ANPIL ,3 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ARTEA. In dettaglio, le aree protette 14 riserve naturali e 3 aree ANPIL - coprono poco meno del 20% della superficie provinciale. In particolare, le sole riserve naturali si estendono su oltre ettari, una superficie pari al 2,4% della superficie provinciale. Tabella 6- Parchi nazionali, regionali e provinciali Provincia di Siena Ettari Parchi provinciali di cui: ,3 Parco dell'elsa 203,3 Val d'orcia ,0 Lago di Chiusi 818,1 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Regione Toscana D.G. Politiche Territoriali Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 19

20 Accanto a tali riserve ed aree protette, è poi importante ricordare la particolare attenzione posta dalla provincia di Siena alla valorizzazione degli alimenti sani e di qualità che ha dunque favorito il diffondersi di metodi di coltivazione eco compatibile in generale, biologici in particolare. L opzione biologica costituisce una forma di differenziazione dell offerta agricola locale, dal momento che, a partire dalla seconda metà degli anni novanta, la sensibilità dell'opinione pubblica per il modo in cui il sistema primario coltiva le materie prime è mutata. In particolare, si presta una maggiore attenzione alle tematiche dell'ambiente, della produzione eco-compatibile, del benessere degli animali, e, di riflesso, anche il mercato chiede risposte concrete su queste problematiche. La SAU investita a tale metodologia di coltivazione ammonta infatti ad oltre ettari, facendo di Siena la prima provincia a livello regionale e nazionale per superficie biologica. Per le dimensioni economiche dei comparti che lo compongono e le professionalità imprenditoriali coinvolte, anche il sistema zootecnico svolge un ruolo importante nel panorama agro-alimentare senese, soprattutto in quelle aree più marginali dove non risulta sviluppata la vitivinicoltura. La zootecnia rappresenta oggi una delle principali voci che concorrono alla definizione del valore complessivo della produzione agricola locale. In particolare, il dato relativo alla consistenza ovi-caprina ( capi) dimostra il persistere di una vocazione pastorale nel territorio della provincia. La mandria bovina è invece molto più contenuta, intorno ai capi, prevalentemente da carne, parte dei quali allevati allo stato semibrado (tabella 7). Tabella 7 - Il patrimonio zootecnico in provincia di Siena (2007) Capi (n.ro) Patrimonio zootecnico (n.ro capi) di cui: Bovini Ovi-caprini Fonte: elaborazioni Nomisma su dati USL 27- Siena Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 20

21 Tra le attività di natura multifunzionale riconducibili al settore agricolo una delle più diffuse è sicuramente l agriturismo. In tale ambito, la Toscana e in particolare la provincia di Siena, vantano una forte diffusione di questa attività grazie a strutture ricettive che sono tra le più numerose a livello nazionale. Nel corso del tempo, in provincia di Siena le aziende agrituristiche sono infatti progressivamente aumentate di numero. L unicità del paesaggio e del territorio senese unito alle bellezze architettoniche ed artistiche di Siena e di altri centri artistici della provincia (San Gimignano, Pienza, Montalcino, ecc.) hanno indubbiamente favorito lo sviluppo di tale attività tra le aziende agricole. Le attività di ricezione ed ospitalità esercitate dagli imprenditori agricoli sono dunque oggi in un rapporto di stretta connessione con quelle legate alla coltivazione del fondo, alla silvicoltura ed all allevamento degli animali. La figura 5, che riporta l evoluzione del numero di aziende agrituristiche tra il 1997 e il 2007, mostra come questo tipo di attività ha conosciuto uno sviluppo notevole, passando dalle 374 unità del 1997 alle del Figura 5 Evoluzione del numero di agriturismi in provincia di Siena Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Osservatorio turistico provinciale. All evoluzione del numero di esercizi preposti all ospitalità rurale si affianca lo sviluppo del numero dei posti letto dedicati; anche in questo caso il dato provinciale mostra come gli operatori rurali hanno cercato di cogliere tutte le opportunità derivanti dallo sfruttamento dei flussi turistici presenti in provincia, poiché il numero di posti letto in Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 21

22 agriturismo ha conosciuto una crescita notevole. Infatti, come sintetizzato in figura (figura 6), tra il 1997 e il 2007 il numero di posti letto dedicato è quasi triplicato, passando dai unità a oltre Per il prossimo futuro è ipotizzabile una crescita meno sostenuta delle attività agrituristiche, mentre risulta indispensabile lavorare maggiormente sulla qualificazione delle strutture già operanti, con l obiettivo di migliorare il livello dei servizi offerti nonché incrementare il livello di collegamento tra l attività primaria e la ricezione turistica. Figura 6 Evoluzione del numero dei posti letto in agriturismo in provincia di Siena Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Osservatorio turistico provinciale LE PRINCIPALI FILIERE PRODUTTIVE E I PRODOTTI DI QUALITÀ CERTIFICATA Il vino, che è tra i più antichi ed importanti derivati della trasformazione delle materie prime agricole territoriali costituisce un elemento distintivo della produzione agroalimentare senese. In particolare, il territorio di Siena è da sempre tra quelli che possiedono una maggiore vocazione per il vino all interno dell intera regione Toscana nonché nel panorama vitivinicolo nazionale e garantisce un offerta ampia ed articolata. La posizione raggiunta dalla provincia di Siena è stata favorita da un intelligente Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 22

23 applicazione delle opportunità fornite dall Organizzazione Comune di Mercato (Ocm) di settore tramite la quale, allo scopo di favorire la concentrazione della produzione nelle zone più tipiche dei territori dei singoli stati membri dell Ue, sono stati sostenuti finanziariamente molteplici progetti per la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti senesi. Il risultato più evidente è stata la progressiva diminuzione della produzione di vino da tavola ed Igt a vantaggio di Doc e Docg, che rappresentano oggi la quota più consistente dell offerta di vino della provincia di Siena (figura 7). Figura 7 Andamento della produzione di vino per tipologia in provincia di Siena Ettolitri DOCG IGT Da tavola Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT. Anche l olivicoltura riveste un ruolo economico di rilievo per il sistema agricolo della Toscana in generale e della provincia di Siena, in quanto la presenza di questa pianta caratterizza molte zone marginali, visto che si adatta ad essere coltivata anche su terreni inadatti a venire sottoposti ad altre pratiche colturali. In particolare, sono molte le imprese che presentano l olivo come coltura secondaria nei propri Orientamenti Tecnici Economici. Il patrimonio della provincia è dunque ricco e diversificato, potendo disporre di varietà autoctone di elevato pregio e spiccata tipicità che possono contribuire all'affermazione di un'olivicoltura di qualità. In effetti, allo stato attuale, la Toscana contribuisce solo per il 3% alla produzione nazionale di olio d oliva ed in ambito regionale, la produzione olivicola senese rappresenta circa il 12% Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 23

24 del volume totale, anche se una quota importante di questa produzione è costituita da oli certificati Dop e Igp. L offerta provinciale ha nelle produzioni a marchio tutelato a livello comunitario, Dop dell Olio Chianti Classico e Terre di Siena i suoi fiori all occhiello. L offerta è poi completata dall Olio Toscano Igp. In generale, il comparto olivicolo senese è condizionato nei suoi risultati economici dall eccessiva frammentazione delle aziende. La consistenza produttiva di molte imprese, al netto del fabbisogno della famiglia, è infatti di pochi quintali di prodotto, motivo per cui è essenziale è che la forbice tra costi di produzione e ricavi non si restringa oltre un determinato limite. D altra parte, gli imprenditori agricoli spesso sono chiamati a lavorare su terreni collinari, che necessitano di macchinari particolari, con costi di manodopera elevati. Inoltre, le piccole dimensioni delle imprese sono un ostacolo alla certificazione del processo di tracciabilità del olio prodotto, che costituisce un fattore di competitività irrinunciabile sul mercato moderno. Basti infatti pensare, a tale proposito, che la produzione attuale certificata di Terre di Siena e Chianti Classico Dop è appena un quarto di quella che annualmente viene ottenuta a livello provinciale. In questo contesto, la scelta di puntare su una produzione di eccellenza grazie ad un territorio di eccellenza costituisce un valido percorso di valorizzazione della produzione: la garanzia dell origine locale della materia prima - garantita tramite la Dop e l Igp - è dunque il contributo del territorio di Siena alla collocazione di uno dei suoi prodotti più caratteristici. Figura 8 Superficie e produzione di olio in provincia di Siena 30,0 25,0 20,0 15,0 10,0 5, S.A.U. (000. Ha) Olio (000. q.li) Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 24

25 Nel corso degli ultimi anni, la SAU ad olivo in provincia di Siena è diminuita, attestandosi attorno ai ettari. Con una produzione di olio pari a circa quintali, Siena contribuisce al 12,8% della produzione totale regionale. Le forti oscillazioni della produzione di olio registrate da un anno all altro vanno considerate come fisiologiche, in considerazione del fatto che l andamento della produzione alterna annate di carico produttivo ad altre di scarico. In ultimo, vale la pena di spendere alcune parole anche sulla filiera cerealicola dal momento che tra tutte le province toscane quella di Siena è, insieme a Pisa, quella che maggiormente contribuisce alla produzione regionale di cereali. In effetti, se l analisi viene spostata sul medio periodo, la produzione e la coltivazione di cereali ha subito negli ultimi anni una contrazione sia in termini di superfici che di quantità prodotte in tutto il territorio nazionale. Il motivo è collegato all introduzione del disaccoppiamento degli aiuti comunitari previsto dalla revisione di medio termine della Politica Agricola Comune (reg. CE 1782/2003). L andamento provinciale riflette dunque quello nazionale, anche se le dimensioni delle fluttuazioni sono diverse. In particolare, la provincia di Siena appare come l area della Toscana dove maggiore è la superficie coltivata a cereali (31,9% della regione) e più elevati sono i livelli di produzione (26,2% del totale). In particolare, circa i quattro quinti della SAU cerealicola sono coltivati a grano duro, che costituisce il oltre il 70% della produzione raccolta. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 25

26 Figura 9 Superficie e produzione di cereali in provincia di Siena.000 ha.000 q.li SAU Produzione Fonte: elaborazioni Nomisma su dati ISTAT. Come dimostra l analisi della filiera del vino, dell olio e dei cereali, il rafforzamento del sistema produttivo locale deve comunque andare di pari passo con quello dell organizzazione commerciale soprattutto per la crescente importanza che vanno assumendo i mercati esteri quale destinazione finale dei prodotti agroalimentari. In generale, la bilancia commerciale esprime l apprezzamento degli altri paesi per la produzione alimentare italiana. In tal senso, il comparto agro-alimentare senese ha compiuto uno sforzo importante di riscoperta del patrimonio culturale della tradizione locale, cogliendo dei risultati importanti che si sono sostanziati in un costante incremento delle esportazioni. Tale risultato favorevole si deve anche al dinamismo dell industria alimentare che a livello provinciale ha evidenziato una significativa crescita in termini strutturali, addirittura superiore a quella regionale (figura 10). Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 26

27 Figura 10 - La dinamica delle imprese alimentari nella provincia di Siena ed in regione (imprese attive nel settore alimentare, indice 2000= 100) 130,0 125,0 120,0 115,0 110,0 105,0 100,0 95,0 90, Siena Toscana Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Movimprese. Tuttavia, analizzando l andamento delle esportazioni agroalimentari della provincia senese, si scopre una forte specializzazione verso l export solamente di vino, relegando le altre produzioni alimentari a ruoli secondari della bilancia commerciale (tabella 8). Tabella 8 - Le esportazioni alimentari della provincia di Siena (euro) Prodotti Var. 07/06 (euro) (euro) (%) Prodotti dell'agricoltura ,2% Prodotti dell'industria alimentare ,1% di cui: - vino e bevande ,4% - oli e grassi ,7% - altri prodotti alimentari* ,5% - carni e prodotti a base di carne ,2% - prodotti della macinazione, amidi e fecole ,2% - lattiero caseari e gelati ,4% - preparati e conserve di frutta e ortaggi ,0% TOTALE EXPORT AGROALIMENTARE ,1% * prodotti da forno, dolciari, ecc. Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Istat. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 27

28 In effetti, con oltre duecento milioni di euro di valore esportato il vino rimane il prodotto leader dell export alimentare della provincia di Siena. Una produzione export-oriented che nell ultimo quinquennio non solo ha consolidato le proprie posizioni sui mercati internazionali tradizionali ma è riuscita ad incrementare le in quelli emergenti. Basti infatti pensare, a tale proposito, che rispetto al 2000, le esportazioni di vini senesi sono cresciute complessivamente del 10% in valore, grazie soprattutto ad un incremento di oltre il 35% delle vendite negli Stati Uniti Alle spalle dell export di vino, seppur a grande distanza per il giro d affari generato, si collocano gli oli e grassi vegetali. E importante sottolineare, a tale proposito, come la vendita oltre frontiera di quest ultima produzione riguardi sostanzialmente quantitativi di olio importato e lavorato sul territorio (basti infatti pensare che le importazioni superano l export), senza alcun collegamento con le olive ottenute dalle imprese locali. La presenza sul territorio provinciale di un importante impresa specializzata nella lavorazione e confezionamento di olio d oliva (anche per c/terzi) fornisce così una visione distorta della propensione all export di tale prodotto ed accentua una volta di più lo scarso collegamento con il mercato delle produzioni locali, evidenziando la necessità di una maggior organizzazione di filiera per valorizzare l olio di qualità senese. Con la normativa comunitaria sulle Denominazioni di origine protetta (DOP) e le Indicazioni geografiche protette (IGP), sono tutelati i prodotti tipici originari di ristretti ambiti territoriali. In provincia di Siena insistono 19 denominazioni registrate attinenti vini (su un totale regionale di 45 denominazioni) e 11 riferite a prodotti alimentari Dop e Igp (rispetto a 19 denominazioni il cui disciplinare prevede la produzione nel territorio toscano). E doveroso sottolineare come dei 11 prodotti Dop e Igp realizzabili nel territorio senese, solamente l Olio Terre di Siena e lo Zafferano risultano di esclusiva pertinenza del territorio provinciale; altri 5 prodotti sono condivisi con altre province toscane (Olio Toscano, Olio Chianti Classico, Pecorino Toscano, Prosciutto Toscano, Suino Cinto Toscano e Castagna dell Amiata), mentre i rimanenti 3 prodotti (Mortadella di Bologna, Vitellone Bianco dell Appennino Centrale e Salamini Italiani alla Cacciatora) sono di carattere interregionale, nel senso che il disciplinare ne prevede la produzione in diverse regioni italiane. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 28

29 Un quadro di sintesi dei principali dati economici e strutturali di alcune produzioni Dop e Igp della Toscana e della provincia di Siena è riportato nella tabella 9. Tabella 9 Caratteri quantitativi ed economici di alcuni prodotti Dop e Igp toscani e senesi PRODOTTI Imprese di trasform. (n.) Produzione certificata 2006 (tonn.) TOSCANA Valore al consumo (Mln. Euro) Valore alla trasform. (Mln. Euro) 2006 (tonn.) Produzione certificata Var.% 06/05 SIENA Valore al consumo (Mln. Euro) Valore alla trasform. (Mln. Euro) Prosciutto Toscano ,0 22, ,3 14,4 Pecorino Toscano ,5 14, ,8% 3,4 1,7 Olio Toscano ,1 24, ,7% 2,4 1,8 Olio Terre di Siena ,0 0, ,3% 1,0 0,8 Olio Chianti Classico ,5 1,1 62-0,6 0,5 Fonte: elaborazioni Nomisma su dati Consorzi di Tutela. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 29

30 4. I PUNTI DI FORZA E DI DEBOLEZZA DEL SISTEMA In questa parte del Piano Strategico, tenuto conto delle evidenze emerse nei paragrafi precedenti, si cercherà di riassumere in modelli solitamente utilizzati in analisi di questo tipo i principali punti di forza e di debolezza del territorio provinciale nel suo complesso, in particolare per quanto attiene agli aspetti produttivi agroalimentari, ambientali e rurali/multifunzionali. Questa operazione utilizza lo strumento della SWOT analysis, che consente di organizzare le informazioni statistiche precedentemente illustrate e commentate in uno schema di più facile lettura e interpretazione: la SWOT analysis infatti altro non è che la traduzione delle informazioni statistiche in punti di forza e di debolezza relativamente al sistema territoriale indagato. Inoltre, i punti di forza e di debolezza così individuati sono analizzati anche in rapporto alle principali minacce ed opportunità di contesto con cui i territori rurali nel loro complesso devono confrontarsi. Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 30

31 Tabella 10 SWOT Analysis aspetti produttivi del sistema agroalimentare senese PUNTI DI FORZA Elevata specializzazione qualitativa delle produzioni agricole rappresentative del tessuto produttivo provinciale PUNTI DI DEBOLEZZA Ridotta incidenza dei processi di ricambio generazionale in agricoltura e conseguente invecchiamento dei conduttori agricoli Territorio ad elevata ruralità caratterizzato da una ridotta pressione antropica sul territorio di riferimento (bassa densità abitativa) Alto tasso di attività in agricoltura con una tenuta del numero degli addetti in agricoltura rispetto al contesto regionale e nazionale Elevata diversificazione dei modelli aziendali all interno dell area provinciale Incremento della popolazione di riferimento: assenza di fenomeni di abbandono territoriale e tenuta dei livelli di presidio ambientale-territoriale Insufficiente qualificazione professionale degli addetti del settore agricolo e forestale Contrazione delle aziende impegnate nell allevamento Riduzione consistente del numero dei capi zootecnici, con una tenuta relativa rispetto all andamento regionale solo per ovicaprini ed equini Alta frammentazione e carattere artigianale dell industria alimentare, associata però alla presenza di alcune imprese grandi con scarso collegamento territoriale Crescita consistente di strutture ricettive collegate all attività agricola e conseguente diversificazione reddituale degli operatori primari Aumento del numero di presenze turistiche Elevata distintività ambientale-paesaggistica Sostanziale tenuta delle aziende agricole provinciali, specie in relazioni alle dinamiche regionali e nazionali Contrazione della SAU inferiore alla variazione regionale e nazionale Presenza di produzioni zootecniche e lattiero-casearie con elevata distintività sui mercati di riferimento Produzioni olivicole di buona qualità ma con evidenti difficoltà in termini di organizzazione e di approdo sui mercati Significativa propensione all export per le produzioni vitivinicole con denominazioni di origine Incremento negli ultimi cinque anni delle superfici a legnose agrarie collegate anche alla forte valorizzazione mercantile, sia nazionale che internazionale, delle produzioni di qualità Sostanziale tenuta del valore aggiunto agricolo e incidenza percentuale doppia sul totale dell economia rispetto alla regione Consistente patrimonio di produzioni con marchio di Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 31

32 denominazione di origine e di carattere tradizionale Buona presenza di aree forestate Elevata superficie destinata ad agricoltura biologica, in particolare cereali, vite e olivo MINACCE Continua liberalizzazione degli scambi e crescenti fenomeni di concorrenza sui mercati Incremento significativo dei costi legati all energia con conseguenti riflessi sui prezzi dei prodotti agricoli e alimentari Evoluzione delle norme comunitarie relative al settore agricolo e rischi di abbandono (settoriale e territoriale) per alcune colture/produzioni in vista di una continua riduzione del sostegno finanziario OPPORTUNITA Maggiore sensibilità sociale nei confronti dell ambiente, dello spazio rurale e di una maggiore sostenibilità dell attività agricola Aumento della domanda legata alle recenti attività di sviluppo rurale e conseguente diversificazione economico-reddituale delle aziende agricole Incremento della domanda di prodotti agricoli veicolati al mercato attraverso forme di coordinamento innovative come ad esempio la vendita diretta o i farmer markets Incremento degli standard di riferimento relativi alla difesa dell ambiente, al benessere degli animali e alle norme di sicurezza sul lavoro e relative alla sicurezza alimentare Difficoltà nel creare e mantenere rapporti di filiera equilibrati tra i diversi segmenti: sempre maggiore supremazia delle fasi a valle dell agricoltura Innovazione e personalizzazione delle abitudini di consumo alimentare Forte attenzione per le fonti di energia rinnovabile specie per quelle collegate al comparto agricolo e forestale Incremento della domanda legata alle produzioni tipiche, biologiche o comunque con una forte connotazione territoriale Incremento dei prezzi per alcune produzioni agricole (cereali in particolare) Possibilità di innescare fenomeni di trascinamento tra prodotti: quelli ad elevata distintività possono fungere da traino per altre produzioni provinciali Possibilità di riconvertire alcune superfici rispetto ad usi e produzioni più in linea con le recenti istanze collettive Crescente attenzione delle politiche in favore del ricambio generazionale e di una maggiore qualificazione professionale degli operatori primari Aumento delle superfici nelle moderne catene distributive destinate ai prodotti regionali e con forte connotazione territoriale Possibilità di incrementare la competitività del sistema attraverso una maggior diffusione delle conoscenze tecniche, economiche, ambientali e di mercato mediante i servizi di consulenza e le azioni di formazione Piano Strategico per il sistema agroalimentare e rurale senese 32

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