FLESSIBILITA : Una leva strategica per la gestione del cambiamento
|
|
- Giuseppe Natali
- 8 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 POLITECNICO DI BARI Corso di GESTIONE DEI PROGETTI DI INNOVAZIONE A.A. 2006/07 2 semestre Corso di Laurea in Ingegneria Informatica, Automatica, delle Telecomunicazioni, Elettronica FLESSIBILITA : Una leva strategica per la gestione del cambiamento A cura di Dr. Ing. Domenico Aprile
2 INDICE Introduzione SCM (Supply Chain Management) e imprese multisito Supply Chain Supply Chain Management (SCM) FLESSIBILITA : un paradigma per l impresa moderna Il concetto di flessibilità Classificazione della flessibilità Misura della flessibilità
3 Introduzione Il mondo industriale sembra trovarsi di fronte ad un punto di svolta importante, poiché è sottoposto a continue sollecitazioni di carattere innovativo, derivanti dai turbolenti cambiamenti, a volte anche repentini, dell ambito competitivo. Tra le principali cause di tali turbolenze vanno inquadrati due concetti che risultano di assoluto rilievo e, in qualche modo, tra loro collegati: la crescente globalizzazione dei mercati; il ruolo centrale del cliente. Alcuni studiosi sono concordi nell affermare che il fenomeno globale affonda le sue radici nelle politiche colonialiste della metà dell ottocento e nel riconoscere in esso le caratteristiche di un processo storico, che ha tratto linfa e benefici dall assurgere dell economia a ruolo di volano del sistema socio-politico-economico (anni 40 del novecento). Per questo motivo, oggi la globalizzazione, piaccia o meno, è un fatto acquisito, con cui le aziende devono fare i conti, nel senso che tale fenomeno ha determinato una serie di cambiamenti che hanno influito su aspetti riguardanti sia il mondo esterno all azienda, che l organizzazione stessa della produzione, ovvero il sistema produttivo aziendale. Come può essere definita la globalizzazione? Come un processo, continuo e crescente, di scambio di materiali, tecniche ed informazioni fruibili su scala mondiale. Per il mondo industriale, ciò determina, da un lato, grandi opportunità legate alla possibilità di individuare modelli innovativi di sviluppo, dall altro rischi connessi alla turbolenza ed incertezza dei mercati. Un primo mutamento di scenario, dovuto alla globalizzazione, è la sofisticazione dei bisogni dei clienti, dovuta proprio allo scambio di gusti esigenze e culture, derivante dal contatto tra mondi diversi. Questo ha evidenziato la necessità di orientare la strategia di produzione verso il concetto di marketing, alla cui base c è l idea del customer satisfaction. In altri termini, non è più possibile perseguire il profitto pensando di poter creare i bisogni del cliente, tentando di vendere un prodotto che non lo soddisfa o, peggio, inutile; occorre, invece, saper interpretare e, al limite, influenzare, i bisogni della clientela ed organizzare la produzione in relazione al loro soddisfacimento. Proprio a causa di questa sofisticazione della clientela, unita alla crescita del fenomeno globale, è avvenuto lo stravolgimento del concetto di mercato locale, in cui era ben chiaro all azienda chi fossero i potenziali clienti, fornitori e, soprattutto, concorrenti. L avvento della competizione globale, favorita dell evoluzione dei trasporti e, in particolare, dalle comunicazioni, ha consentito ad alcune aree geografiche svantaggiate di colmare i gap geografici, culturali e tecnologici, coinvolgendo nella competizione nuovi soggetti (clienti, fornitori e imprese) che, con le loro caratteristiche, conferiscono una maggiore complessità e turbolenza al sistema economico mondiale. 3
4 L aumento della concorrenza e la necessità di soddisfare i bisogni della clientela, determinano la necessità che un impresa sia abile e tempestiva, più dei suoi concorrenti, nell individuare ciò che il mercato richiede e nel contenere il tempo di risposta alle richieste del mercato (Time-to-market). Non a caso si parla di Time Based Competition. Queste necessità determinano un aumento della complessità della produzione e, in particolare, della progettazione. Tale complessità induce le imprese a focalizzare la propria attenzione sulle cosiddette core activities, ossia su quelle attività assolutamente vitali per l impresa stessa, facendo ricorso, in modo sempre più massiccio all outsourcing (esternalizzazione delle risorse) per le altre attività, mantenendo, però, un controllo continuo e costante anche su di esse, attraverso, ad esempio, nuove forme di partnership con i fornitori, il cui ruolo diventa sempre più importante nel raggiungimento del vantaggio competitivo fissato dagli obiettivi strategici, tanto che essi diventano parte integrante del processo produttivo come avviene in una supply-chain, la cui corretta gestione è un importante critical success factor per il management. Alla luce di quanto detto, la gestione di un processo produttivo diventa sempre più complessa sia per la presenza di un gran numero di agenti (concorrenti, fornitori, mercati), sia per la elevata incertezza, esogena (domanda dei mercati e capacità di approvvigionamento) ed endogena (oscillazione della capacità produttiva dovuta non solo a guasti ed inefficienze ma anche ai tempi di set-up d impianto ai fini di poter adeguarsi alle richieste del mercato). In questo contesto, è essenziale la capacità dell impresa di mettere in piedi una struttura reticolare decentrata e ramificata che, seguendo i principi del network based business, renda flessibile la risposta del sistema, al fine di cogliere le migliori opportunità offerte dal sistema competitivo mondiale. La parola chiave per far fronte a tale turbolenza è, dunque, flessibilità: nella produzione, nella strategia e nell organizzazione della produzione. La flessibilità va intesa come una leva strategica cui l impresa può far ricorso per adeguarsi al cambiamento, ovvero come uno strumento che consenta all impresa di imparare a gestire l incertezza in un ottica che mira al raggiungimento di una stabilità dinamica, intesa come la capacità di ridurre i transitori di adattamento a nuovi scenari, raggiungendo un meccanismo adattativo che consenta il soddisfacimento delle mutevole richieste dei consumatori. 4
5 1. SCM (Supply Chain Management) e imprese multisito. Il fenomeno della globalizzazione investe tutte le dimensioni del vivere e dell agire quotidiano (politica, economia, cultura, informazioni, ecc ), a tal punto da diventare qualcosa di familiare e allo stesso tempo inconcepibile, difficile da affermare, ma che trasforma radicalmente la vita quotidiana, con una forza ben percepibile, costringendo tutti ad adeguarsi. Tuttavia, l aspetto che rappresenta il motore della globalizzazione è la nascita di una nuova economia virtuale, basata su flussi transnazionali, sempre meno materiali e più orientati ai dati ed alle informazioni. Come si esplica la globalizzazione nell economia? Ovvero: quali sono le conseguenze da essa provocate sulle imprese? La più evidente conseguenza del cambiamento imposto è, sicuramente, la nascita di un mercato-mondo. In altri termini, le imprese si sono trovate letteralmente catapultate in un ambito competitivo non più limitato (regionale o nazionale) ma, assolutamente, illimitato (mondiale), globale appunto. E chiaro che in questo contesto ha giocato e gioca tuttora un ruolo fondamentale l ICT, ossia l Information & Communication Technology, ed, in particolare, la diffusione della Rete delle Reti (Internet di massa). Per fronteggiare questo cambiamento, il mondo industriale ha adottato un concetto nuovo di espansione, ovvero di internazionalizzazione, che può ritenersi articolato in tre fasi. Durante la prima fase, l impresa ha esportato utilizzando fornitori e distributori locali. L offerta sui mercati esteri veniva ad essere soddisfatta attraverso l esportazione dei prodotti finiti. Nella seconda fase, pur conservando un elevato tasso di nazionalizzazione, ossia pur essendo fortemente legata alla propria nazionalità, l impresa ha iniziato ad installare proprie attività produttive in paesi esteri ritenuti chiave per il successo della propria strategia di sviluppo. Tuttavia, in questa fase, le varie unità produttive geograficamente distribuite, presentavano dei problemi di bassa integrazione reciproca, essendo state originate da esperienze contingenti e non essendo il frutto di un piano organico di sviluppo a livello mondiale. Infine, è arrivata la radicazione della propria attività nei vari contesti internazionali, quando l impresa ha cominciato a costruire le proprie reti di commercializzazione, decentrando, a volte, perfino un attività ritenuta chiave come la R&D (Research and Development, ricerca e sviluppo). Ed è proprio in quest ultima fase che è abbastanza agevole ritrovare i fondamenti, le idee che hanno portato alla costituzione dei sistemi aziendali multisito, per i quali risulta di assoluta rilevanza strategica la corretta e puntuale gestione della catena di fornitura (la supply chain). 5
6 1.1. Supply Chain Una delle conseguenze della globalizzazione più immediatamente visibili consiste nell emergere, sempre più come dominante, del concetto di network based business (NBB), ossia l impresa non più intesa a livello locale, bensì come una rete attraverso cui viaggiano risorse (umane e materiali) ed informazioni. Il NBB è attuale per una grande vastità di tipologie di business: telecomunicazioni, finanziarie, trasporti, ecc.in altri termini, è possibile affermare che la struttura reticolare proposta interessa, più o meno, tutti i tipi di produzione. Il concetto di NBB si esplica nella rappresentazione del sistema aziendale multisito, ovvero di una struttura produttiva reticolare, basato sulla teoria dei grafi, in cui ciascun nodo rappresenta un agente (sia esso mercato, impianto di produzione o di assemblaggio o, ancora, fornitore) e gli archi sono, invece, i vettori di veicolazione delle risorse, di qualunque natura e genere (informazioni, materie prime, semilavorati, prodotti finiti, ecc ). Quindi, l impresa a rete è un insieme di agenti (players) tra cui i principali sono: fornitori, impianti di produzione, distributori, rivenditori. Questo insieme coordinato di attori, informazioni, risorse (umane e materiali), teso a sviluppare valore per il cliente finale è definito, in letteratura, come Supply Chain (SC). Figura 1 un esempio di SC Una SC è un sistema complesso i cui diversi attori hanno spesso obiettivi conflittuali. Per esempio, i fornitori vorrebbero ricevere dagli impianti produttivi (o, più in generale, dallo stadio immediatamente a valle) ordini sufficientemente grandi in modo tale da stabilizzare la propria 6
7 produzione, senza dover ri-attrezzare continuamente i propri impianti (set-up). Sfortunatamente, tale desiderio contrasta con la necessità dei produttori di essere il più possibile flessibili per andare incontro alle esigenze della clientela, la cui domanda cambia continuamente. Ancora: nonostante i produttori tendano a perseguire una produzione a lotto continuo (in modo da evitare i set-up continui), i distributori preferiscono, invece ricevere piccoli lotti di merce, per evitare di doverli stoccare (immagazzinare), occupando spazio fisico in magazzino (ciò implica costo di giacenza a scorta), anche se questo implica un aumento dei costi di trasporto. Una SC è una struttura intrinsecamente dinamica e cambia continuamente nel tempo: ciò implica una continua evoluzione della domanda di mercato, della capacità di approvvigionamento dei fornitori e, più in generale, delle relazioni interne. Questo dinamismo può determinare alcune inefficienze come il Bullwhip Effect, ossia una amplificazione della varianza dell ordine procedendo da valle (clienti) verso monte (fornitori) della SC. Figura 2 Il Bullwhip effect 1.2. Supply Chain Management (SCM) Il Supply Chain Management (SCM) si riferisce la corretta gestione dei processi di una SC. Il SCM riguarda ogni attività coinvolta nella rete logistica, che ha un impatto sui costi, considerando anche i fornitori dei fornitori e i clienti dei clienti, le loro attività e le modalità con cui queste impattano sulle prestazioni dell intera catena di fornitura (la supply chain, appunto). Di conseguenza, il SCM deve essere orientate verso un efficiente e efficace gestione dell intera catena di fornitura, attraverso un approccio sistemico che riduca i costi dell intero sistema (scorte, trasporti, produzione, ecc ). 7
8 2. FLESSIBILITA : un paradigma per l impresa moderna. L instabilità economica che ha colpito i Paesi industrializzati durante gli anni settanta e la successiva globalizzazione dei mercati, a partire dai primi anni ottanta, hanno indotto il mondo industriale a considerare come cruciale la flessibilità di produzione. In realtà il paradigma competitivo basato sul concetto di flessibilità ha radici più lontane, dato che è, fino ad oggi, il punto di arrivo di una sorta di percorso che ha preso origine dal concetto di efficienza, passando attraverso l affermazione del concetto strategico di qualità, recepito piuttosto tardivamente dal mondo occidentale come fonte di vantaggio competitivo. L efficienza come prestazione fondamentale è stata la luce guida, l obbiettivo primario ed imprescindibile, nei primi anni del secolo scorso, in un epoca di grande crescita dell economia. Basato sul modello fordista-taylorista e, quindi, sulla standardizzazione del prodotto, affondava le sue radici nello scientific management e consentiva la crescita della produttività e l abbattimento dei costi grazie alle economie di scala ed all innovazione tecnologica, attraverso cui le imprese governavano i temporanei turbamenti dei mercati, stabilizzandoli o razionalizzandoli. Il modello fordista fu messo in crisi allorquando il mondo industriale classico (occidentale, insomma) entrò in competizione con i Paesi orientali (Giappone in primis). Questi recepirono prima e meglio le teorie di due studiosi americani (Deming e Juran) circa il concetto di qualità, da perseguire come leva per l ottenimento di un vantaggio competitivo sostenibile e, di conseguenza, riuscirono a far fronte in modo più efficace alle trasformazioni economiche sociali e tecnologiche in atto. Proprio le conseguenze di queste trasformazioni, ovvero la maggiore sofisticazione dei consumatori e l innalzamento del livello di competizione (conseguenza diretta della globalizzazione dei mercati), ha fatto assurgere il paradigma della flessibilità, a vari livelli, a strumento fondamentale per fronteggiare i continui cambiamenti di scenario, al fine di conseguire nuovi e più proficui vantaggi competitivi. In effetti, l offerta di una gamma più ampia di prodotti e la elevata frequenza di introduzione di nuovi prodotti sul mercato, ha acuito l attenzione verso prestazioni quali il time-to-market e l affidabilità delle consegne, che sono perseguibili a livelli ottimali solo attraverso l adozione di una adeguata flessibilità strategica ed operativa Il concetto di flessibilità La flessibilità deve essere considerata come un vero e proprio orientamento strategico che consente di affrontare la variabilità e l incertezza, sia esterna (fluttuazioni della domanda, variazioni 8
9 degli stock di fornitura) che interna (variazioni del volume e del mix di produzioni in seguito a guasti, set-up d impianto, ecc ) all azienda. Spesso, la flessibilità risulta essere una leva strategica che si affianca ad altre strategie del management quale, ad esempio, lo scaricare le fluttuazioni del mercato su altri anelli della supplychain. È interessante notare che la complessità ambientale determina, in modo oramai pressante, un cambiamento della flessibilità richiesta, poiché si passa da una flessibilità di tipo statico, basata su investimenti tecnologici e di impiantistica, ad una di tipo dinamico, ossia basata sulle capacità delle risorse umane di capire e, soprattutto, gestire il cambiamento. La flessibilità consente un rapido cambiamento delle priorità delle prestazioni a breve termine (bassi costi piuttosto che alta qualità, ecc ) nell ottica strategica del raggiungimento di un trade-off tra le varie prestazioni. Nel mondo competitivo moderno, il problema non è più monodimensionale, bensì multidimensionale. Infatti le aziende non tendono più a fissare una priorità assoluta di un obbiettivo e quindi definire gli altri in funzione di esso, determinando così, in modo automatico, ma non ottimale, il proprio posizionamento strategico sul mercato. Si preferisce agire su tutti gli indici prestazionali contemporaneamente al fine di determinare l ottimale posizione strategica. Alla luce di quanto detto finora, è evidente che il concetto di flessibilità è piuttosto vago, pur essendo critico per la competitività. Esiste una ampia letteratura che, tuttavia, sfocia nella seguente definizione, piuttosto generale: la flessibilità è la capacità del sistema di reagire ai cambiamenti causati sia da fonti endogene che esogene al sistema stesso. Da questa definizione scaturiscono alcune interessanti considerazioni. In primis, la flessibilità può essere vista tanto come una caratteristica potenziale del sistema, quanto come una sua prestazione effettiva. Nel primo caso, l analisi di basa su delle simulazioni basate su modelli di tipo probabilistico; nel secondo caso si fa riferimento a qualche misura operativa di flessibilità in seguito alla reazione del sistema a dei cambiamenti già avvenuti. In secondo luogo, la flessibilità può essere vista come uno strumento reattivo-difensivo (così come è intesa nella precedente definizione) ovvero proattivo-offensivo. In realtà, il primo aspetto sottintende al secondo, poiché l adattamento al cambiamento è condizione indispensabile da considerare anche in sede di progettazione e, quindi, di definizione degli obbiettivi strategici aziendali. 9
10 2.2. Classificazione della flessibilità La scarsa uniformità riscontrata nella definizione del concetto di flessibilità si riflette, inevitabilmente, sulla sua classificazione. In letteratura, infatti, esiste una gran varietà terminologica che rende difficoltoso identificare una tassonomia univoca. I criteri in base ai quali effettuare una classificazione variano dalle fasi di produzione o della catena del valore, alla distinzione tra flessibilità esterna o interna all azienda o, ancora, alla distinzione temporale della flessibilità ed altri ancora. Per gli scopi di questo lavoro, la flessibilità è da intendersi come capacità potenziale del sistema aziendale ad adeguarsi al cambiamento, ed è su questo criterio che vale la pena di insistere, anche perché è tra i più utilizzati. Tuttavia, proprio per questo motivo, esistono numerose varianti di tale criterio che sono state riassunte, nelle seguenti dimensioni principali, riassunte nella tabella 2.1. Accanto a queste dimensioni se ne potrebbero citare molte altre tra le quali, la più importante (e più citata) è la flessibilità di produzione, intesa come gamma di prodotti realizzabili dal sistema (varietà più che variazione della produzione). Tale concetto introduce il problema della misurazione della flessibilità, in quanto non è possibile, a-priori, conoscere l intero insieme di prodotti, e le possibile modifiche, potenzialmente realizzabili dal sistema. 10
11 FLESSIBILITÀ DESCRIZIONE Capacità del sistema di realizzare un nuovo prodotto in di prodotto relazione alle strategie di marketing Capacità del sistema di realizzare modifiche ad un prodotto in relazione alle richieste del mercato alle modifiche di prodotto (versione soft della flessibilità di prodotto, perché meno costosa) Capacità del sistema di far fronte a fluttuazioni del di volume volume della domanda di mercato attraverso variazioni del volume di produzione Capacità del sistema di realizzare combinazioni di mix differenti di prodotti a parità di volume complessivo Possibilità di investire per aumentare i volumi di di espansione (di capacità produttiva) produzione in maniera modulare Capacità del sistema di eseguire lavorazioni su di processo prodotti differenti attraverso set-up di impianti (cambi di attrezzaggio) Capacità del sistema di allocare i diversi prodotti alle di movimentazione proprie risorse in modo ottimale Capacità del sistema di realizzare un prodotto di percorso (routing flexibility) attraverso percorsi interni diversi. È strettamente legata alla flessibilità di movimentazione e di processo Capacità del sistema di operare in condizioni di ai materiali variabilità degli input. Coinvolge i rapporti con i fornitori Capacità di determinare cambi di programmazione in di programmazione base all assegnazione di priorità alle commesse Tabella 2.1 Dimensioni della flessibilità intesa come capacità di reazione al cambiamento 11
12 2.3. Misura della flessibilità Dalla definizione e successiva classificazione delle dimensioni della flessibilità dovrebbe essere chiaro che la flessibilità è, oggi, una leva strategica, uno strumento aziendale utile per conseguire altre prestazioni. Inoltre, l ampio filone di letteratura, che sfocia in una gran varietà tassonomica e nella conseguente difficoltà a definire la flessibilità, nonché la difficoltà nell individuare dei criteri oggettivi in base ai quali classificarla, conferiscono al concetto una complessità e poliedricità notevoli. Ciò si riflette nella difficoltà ad esprimere una misura della flessibilità che includa tutti gli aspetti del problema. Pur essendo presenti, in letteratura, dei tentativi di sintesi, la misura della flessibilità rimane, comunque, legata al contesto ed agli obiettivi dell analisi. Pur essendo presenti varie teorie miranti ad una misura diretta della flessibilità, spesso la misura della stessa avviene per via indiretta, ossia attraverso l analisi di altre prestazioni e caratteristiche influenzate dalla flessibilità. esempio: Le misure dirette si suddividono in oggettive e soggettive. Tra le prime vanno annoverate, ad range di opzioni disponibili in un dato istante; entropia ed aspetti collegati ad aleatorietà e gradi di libertà; analisi della varietà dell output. Tra le seconde vanno ricordati i giudizi espressi mediante le scale di Likert. Le grandezze adoperate come misura indiretta della flessibilità si suddividono in caratteristiche che la favoriscono e prestazioni ad essa collegate. Le prime possono essere di natura tecnologica (FMS) o organizzativa - gestionale (team working e modular design). Le seconde possono essere suddivise in vari modi. Uno di questi prescrive l individuazione di due categorie: economiche (costi e ricavi) e non-economiche (qualità e tempi). Un'altra suddivisione può essere fatta in base al contesto di analisi, ovvero al comportamento del sistema, tra valori di performance: statiche (vendite perse, utilizzo della capacità produttiva, ecc ) e dinamiche (work in process, lead time di impianto o di sistema, ecc ). E chiaro che una classificazione non esclude l altra e, spesso, sono trasversali tra di loro. 12
Le prestazioni della Supply Chain
Le prestazioni della Supply Chain L ottenimento dell adattamento strategico e la sua portata Le prestazioni della Supply Chain 1 Linea guida Le strategie Competitiva e della supply chain L ottenimento
DettagliTITOLO DELL INSEGNAMENTO CFU. Principali conoscenze e/o Abilità. Obiettivo. Organizzazione didattica. Strategia d Impresa e Marketing 10 CFU
TITOLO DELL INSEGNAMENTO Strategia d Impresa e Marketing CFU 10 CFU Principali conoscenze e/o Abilità L American Marketing Association (1995) ha definito il marketing come il processo di pianificazione
DettagliAnalisi della catena logistica. Analisi della catena logistica 1
Analisi della catena logistica Analisi della catena logistica 1 La visione tradizionale della logistica nel settore manifatturiero Utile 4% Costi della Logistica 21% Utile Costi logistici Costi del Marketing
DettagliIL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:
IL MARKETING E QUELLA FUNZIONE D IMPRESA CHE:! definisce i bisogni e i desideri insoddisfatti! ne definisce l ampiezza! determina quali mercati obiettivo l impresa può meglio servire! definisce i prodotti
DettagliLA LOGISTICA INTEGRATA
dell Università degli Studi di Parma LA LOGISTICA INTEGRATA Obiettivo: rispondere ad alcuni interrogativi di fondo Come si è sviluppata la logistica in questi ultimi anni? Quali ulteriori sviluppi sono
DettagliIl sistema logistico integrato
Il sistema logistico integrato Che cos è la logistica? Il concetto di logistica è spesso poco chiaro Per logistica, spesso, s intendono soltanto le attività di distribuzione fisica dei prodotti (trasporto
Dettaglimanifatturiera e per i servizi
CAPITOLO 7 Tecnologie per la produzione manifatturiera e per i servizi Agenda Tecnologia e core technology Processi core ed ausiliari Tecnologia e struttura organizzativa Tecnologia core manifatturiera
DettagliConcetto e sistema di Marketing
Università degli Studi di Urbino Carlo Bo Facoltà di Economia Corso di Laurea in INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE ECONOMIA, GESTIONE E INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE Prof. Fabio Musso A.A. 2008-09
DettagliOrganizzazione e pianificazione delle attività di marketing
Organizzazione e pianificazione delle attività di marketing Il continuum delle strutture tra efficienza ed efficacia Struttura funzionale Struttura divisionale Struttura a matrice Struttura orizzontale
DettagliCapitolo 1. Il marketing: costruire una relazione profittevole con il cliente. Capitolo 1- slide 1
Capitolo 1 Il marketing: costruire una relazione profittevole con il cliente Capitolo 1- slide 1 Obiettivi di apprendimento Che cos è il marketing? Comprendere il mercato e i bisogni del consumatore Obiettivi
DettagliDIFFERENZIARE LE CAMPAGNE DI MARKETING La scelta del canale adeguato
Via Durini, 23-20122 Milano (MI) Tel.+39.02.77.88.931 Fax +39.02.76.31.33.84 Piazza Marconi,15-00144 Roma Tel.+39.06.32.80.37.33 Fax +39.06.32.80.36.00 www.valuelab.it valuelab@valuelab.it DIFFERENZIARE
DettagliSistemi informativi aziendali struttura e processi
Sistemi informativi aziendali struttura e processi Concetti generali sull informatica aziendale Copyright 2011 Pearson Italia Prime definizioni Informatica Scienza che studia i principi di rappresentazione
DettagliEconomia e gestione delle imprese - 05
Economia e gestione delle imprese - 05 Prima parte: la gestione delle operation Seconda parte: la gestione dei rischi e la protezione delle risorse aziendali Sommario: La gestione delle operation 1. Le
DettagliPiani integrati per lo sviluppo locale. Progetti di marketing territoriale. Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali
Piani integrati per lo sviluppo locale Progetti di marketing territoriale Progettazione e start-up di Sistemi Turistici Locali Sviluppo di prodotti turistici Strategie e piani di comunicazione Percorsi
DettagliGli Elementi fondamentali della Gestione Aziendale
Gli Elementi fondamentali della Gestione Aziendale n La Pianificazione n L Organizzazione n Il Coinvolgimento del Personale n Il Controllo Componenti del Sistema di Pianificazione n Valutazioni interne
DettagliProgetto Atipico. Partners
Progetto Atipico Partners Imprese Arancia-ICT Arancia-ICT è una giovane società che nasce nel 2007 grazie ad un gruppo di professionisti che ha voluto capitalizzare le competenze multidisciplinari acquisite
DettagliCap.1 - L impresa come sistema
Cap.1 - L impresa come sistema Indice: L impresa come sistema dinamico L impresa come sistema complesso e gerarchico La progettazione del sistema impresa Modelli organizzativi per la gestione Proprietà
DettagliGUIDA - Business Plan Piano d impresa a 3/5 anni
GUIDA - Business Plan Piano d impresa a 3/5 anni 1 Executive summary...2 2 Business idea...2 3 Analisi di mercato...2 4 Analisi dell ambiente competitivo...2 5 Strategia di marketing...3 5.1 SWOT Analysis...3
DettagliTecnologie dell informazione e della comunicazione per le aziende
! "#$%&"'$(&)*++,%#,"'"(&("##&-"!"# "!$"#% "#. "/$)#&,0$($'$&01,%2"3&,0&&0 "3&$0("'"*03&,0$&)#$2&01,%2"#&4&!!" 5 "+&"0&1&-"3&,0$($')&)#$2"&01,%2"#&4, "3&$0("'$ &0(&4&(*"3&,0$$'"0"'&)&($'$+,))&6&'&"%$$
DettagliCAPITOLO 11 Innovazione cam i amen o
CAPITOLO 11 Innovazione e cambiamento Agenda Ruolo strategico del cambiamento Cambiamento efficace Cambiamento tecnologico Cambiamento di prodotti e servizi i Cambiamento strategico e strutturale Cambiamento
DettagliCapitolo sette. Investimenti diretti esteri. Investimenti diretti esteri nell economia mondiale
EDITORE ULRICO HOEPLI MILANO Capitolo sette Investimenti diretti esteri Investimenti diretti esteri nell economia mondiale 7-3 Il flusso di IDE è l ammontare di investimenti esteri realizzati in un dato
DettagliMarketing Management
Marketing Management Modulo 1 Il marketing: costruire una relazione profittevole con il cliente Modulo 1 - slide 1 Obiettivi di apprendimento Obiettivi di apprendimento Che cos è il marketing? Comprendere
DettagliLa tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane
La tecnologia cloud computing a supporto della gestione delle risorse umane L importanza delle risorse umane per il successo delle strategie aziendali Il mondo delle imprese in questi ultimi anni sta rivolgendo
DettagliL ORGANIZZAZIONE AZIENDALE
L ORGANIZZAZIONE AZIENDALE CONCETTO: L ORGANIZZAZIONE SI PONE COME OBIETTIVO LO STUDIO DELLE COMPOSIZIONI PIU CONVENIENTI DELLE FORZE PERSONALI, MATERIALI E IMMATERIALI OPERANTI NEL SISTEMA AZIENDALE.
DettagliDiventa fondamentale che si verifichi una vera e propria rivoluzione copernicana, al fine di porre al centro il cliente e la sua piena soddisfazione.
ISO 9001 Con la sigla ISO 9001 si intende lo standard di riferimento internazionalmente riconosciuto per la Gestione della Qualità, che rappresenta quindi un precetto universale applicabile all interno
DettagliLA PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ AZIENDALI E.R.P. (ENTERPRISE RESOURCE PLANNING)
LA PIANIFICAZIONE DELLE ATTIVITÀ AZIENDALI E.R.P. (ENTERPRISE RESOURCE PLANNING) L IMPATTO SULLA GESTIONE LA MISURAZIONE DELL IMPATTO IL SUPPORTO ALLA CREAZIONE DEL VALORE L INTEGRAZIONE ESIGENZE DEL BUSINESS
DettagliLogi.C.A. Consulting 1
La Logistica La logistica, nell ambito del processo di gestione della supply chain : Pianifica Implementa Controlla l efficiente ed efficace flusso e immagazzinamento dei beni commerciali, l efficiente
DettagliLa riorganizzazione della Supply Chain secondo i principi lean :
Consulenza di Direzione Management Consulting Formazione Manageriale HR & Training Esperienza e Innovazione La riorganizzazione della Supply Chain secondo i principi lean : un passo chiave nel percorso
DettagliPrincipi di marketing
Principi di marketing Corso di Gestione e Marketing delle Imprese Editoriali (A Z) Prof.ssa Fabiola Sfodera Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione Anno Accademico 2013/2014 1 L utilità
DettagliBusiness Intelligence Revorg. Roadmap. Revorg Business Intelligence. trasforma i dati operativi quotidiani in informazioni strategiche.
soluzioni di business intelligence Revorg Business Intelligence Utilizza al meglio i dati aziendali per le tue decisioni di business Business Intelligence Revorg Roadmap Definizione degli obiettivi di
DettagliParte 1 La strategia di espansione internazionale
Prefazione alla seconda edizione Autori Ringraziamenti dell Editore XIII XVI XVIII Parte 1 La strategia di espansione internazionale Capitolo 1 L internazionalizzazione delle imprese: scenari e tendenze
DettagliIl catalogo MARKET. Mk6 Il sell out e il trade marketing: tecniche, logiche e strumenti
Si rivolge a: Forza vendita diretta Agenti Responsabili vendite Il catalogo MARKET Responsabili commerciali Imprenditori con responsabilità diretta sulle vendite 34 di imprese private e organizzazioni
DettagliSegmentare ovvero capire il contesto di mercato di riferimento
Lezione n. 5 Segmentare ovvero capire il contesto di mercato di riferimento Prof.ssa Clara Bassano Corso di Principi di Marketing A.A. 2006-2007 Verso la strategia aziendale Mission + Vision = Orientamento
DettagliIntroduzione al processo di Marketing Management Cap. 1
Introduzione al processo di Marketing Management Cap. 1 Introduzione al processo di Marketing Management 1) La filosofia del marketing, ovvero il marketing concept 2) Che cos è il marketing 3) La funzione
DettagliANTONELLA LAVAGNINO COMUNICAZIONE & MARKETING
ANTONELLA LAVAGNINO COMUNICAZIONE & MARKETING CREARE OPPORTUNITÀ PER COMPETERE Oggi le imprese di qualsiasi settore e dimensione devono saper affrontare, singolarmente o in rete, sfide impegnative sia
DettagliI sistemi di accumulo di energia elettrica nel residenziale. Roma, 17 settembre 2013
I sistemi di accumulo di energia elettrica nel residenziale Roma, 17 settembre 2013 Intervento di Claudio Andrea Gemme, Presidente ANIE Confindustria Signore e Signori, buongiorno. Grazie a tutti voi per
DettagliObiettivi conoscitivi
Corso di International Accounting Università degli Studi di Parma - Facoltà di Economia (Modulo 1 e Modulo 2) LAMIB Strumenti avanzati di management accounting. Profili internazionali. Anno Accademico
DettagliMarketing relazionale. Eleonora Ploncher 27 febbraio 2006
Marketing relazionale Eleonora Ploncher 27 febbraio 2006 1. Gli obiettivi Gli obiettivi della presentazione sono volti a definire: 1. I presupposti del marketing relazionale 2. Le caratteristiche principali
DettagliIL PATRIMONIO INTANGIBILE. Idee e metodologie per la direzione d impresa. Marzo 2004
Marzo Inserto di Missione Impresa dedicato allo sviluppo pratico di progetti finalizzati ad aumentare la competitività delle imprese. IL PATRIMONIO INTANGIBILE COSA SI INTENDE PER PATRIMONIO INTANGIBILE?
DettagliChe volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile
Che volontari cerchiamo? Daniela Caretto Lecce, 27-28 aprile Premessa All arrivo di un nuovo volontario l intero sistema dell associazione viene in qualche modo toccato. Le relazioni si strutturano diversamente
DettagliL ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO
L ANALISI ABC PER LA GESTIONE DEL MAGAZZINO È noto che la gestione del magazzino è uno dei costi nascosti più difficili da analizzare e, soprattutto, da contenere. Le nuove tecniche hanno, però, permesso
DettagliArea Marketing. Approfondimento
Area Marketing Approfondimento CUSTOMER SATISFACTION COME RILEVARE IL LIVELLO DI SODDISFAZIONE DEI CLIENTI (CUSTOMER SATISFACTION) Rilevare la soddisfazione dei clienti non è difficile se si dispone di
DettagliCRM: IL FUTURO DEL MARKETING ATTRAVERSO LA CONOSCENZA DEL CLIENTE
UNIVERSITÁ DEGLI STUDI DI UDINE FACOLTÁ DI ECONOMIA Corso di Laurea in Economia Aziendale Esame di Laurea CRM: IL FUTURO DEL MARKETING ATTRAVERSO LA CONOSCENZA DEL CLIENTE Tutore: Prof. Maria Chiarvesio
DettagliINDICOD-ECR Istituto per le imprese di beni di consumo
INDICOD-ECR Istituto per le imprese di beni di consumo GLOBAL SCORECARD Uno strumento di autovalutazione, linguaggio e concetti comuni Versione base - Entry Level Introduzione Introduzione La Global Scorecard
DettagliS i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i
S i s t e m a d i v a l u t a z i o n e d e l l e p r e s t a z i o n i d e i d i p e n d e n t i P r o d o t t o d a A l b e r t o P a o l i n i G r o s s e t o P a r c h e g g i s r l V e n g o n o p
DettagliTECNICO SUPERIORE DEI TRASPORTI E DELL INTERMODALITÀ
ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE SETTORE TRASPORTI TECNICO SUPERIORE DEI TRASPORTI E DELL INTERMODALITÀ STANDARD MINIMI DELLE COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI TECNICO SUPERIORE DEI TRASPORTI E
DettagliProject Management. Modulo: Introduzione. prof. ing. Guido Guizzi
Project Management Modulo: Introduzione prof. ing. Guido Guizzi Definizione di Project Management Processo unico consistente in un insieme di attività coordinate con scadenze iniziali e finali, intraprese
DettagliIntroduzione Azienda ed organizzazione
Introduzione Azienda ed organizzazione 1 L AZIENDA E IL SUO AMBIENTE AZIENDA: sistema aperto che instaura rapporti di input e output con l ambiente esterno, sociale e naturale Condizioni fondamentali per
DettagliInformation summary: Il marketing
Information summary: Il marketing - Copia ad esclusivo uso personale dell acquirente - Olympos Group srl Vietata ogni riproduzione, distribuzione e/o diffusione sia totale che parziale in qualsiasi forma
DettagliProvincia di Reggio Calabria
Provincia di Reggio Calabria Sett.1 AA.GG, Giunta, URP, Segr./Direz. Generale, Contratti- -Assistenza Giuridico Amm.va ai Comuni, Controllo Strategico/Direzionale, Pari Opportunità, Consigliera di parità
DettagliLESS IS MORE MODELLO PER LA COMPILAZIONE DEL BUSINESS PLAN PROGETTO D IMPRESA LESS IS MORE
LESS IS MORE MODELLO PER LA COMPILAZIONE DEL BUSINESS PLAN PROGETTO D IMPRESA LESS IS MORE INDICE DEL BUSINESS PLAN 1. SINTESI DEL PROGETTO IMPRENDITORIALE 2. LA COMPAGINE IMPRENDITORIALE 3. LA BUSINESS
DettagliL UOMO L ORGANIZZAZIONE
UNITÀ DIDATTICA 1 L UOMO E L ORGANIZZAZIONE A.A 2007 / 2008 1 PREMESSA Per poter applicare con profitto le norme ISO 9000 è necessario disporre di un bagaglio di conoscenze legate all organizzazione aziendale
DettagliCICLO DI LEZIONI per Progetto e Gestione della Qualità. Facoltà di Ingegneria INTRODUZIONE. Carlo Noè
CICLO DI LEZIONI per Progetto e Gestione della Qualità Facoltà di Ingegneria INTRODUZIONE Carlo Noè Università Carlo Cattaneo Istituto di Tecnologie e-mail: cnoe@liuc.it 1 LE LEVE COMPETITIVE Le LEVE COMPETITIVE
DettagliManuale della qualità. Procedure. Istruzioni operative
Unione Industriale 19 di 94 4.2 SISTEMA QUALITÀ 4.2.1 Generalità Un Sistema qualità è costituito dalla struttura organizzata, dalle responsabilità definite, dalle procedure, dai procedimenti di lavoro
DettagliLEZIONE N. 1. Il Marketing Concetti Introduttivi. Alessandro De Nisco. Università del Sannio. Corso di Marketing
LEZIONE N. 1 Il Marketing Concetti Introduttivi Alessandro De Nisco Università del Sannio Corso di Marketing Il Corso OBIETTIVI DEL CORSO Fornire agli studenti conoscenze e competenze su: i concetti fondamentali
DettagliCorso di Marketing Lezione 1 Concetti base di marketing
Corso di Marketing Lezione 1 Concetti base di marketing Prof. Elena Cedrola elena.cedrola@unimc.it http://docenti.unimc.it/docenti/elena-cedrola Elena Cedrola - Marketing - Università degli Studi di Macerata
DettagliEasyMACHINERY ERPGestionaleCRM. partner
ERPGestionaleCRM partner La soluzione software per le aziende di produzione di macchine Abbiamo trovato un software e un partner che conoscono e integrano le particolarità del nostro settore. Questo ci
DettagliCRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino
CRITICITA, PRIORITA E PUNTI DI FORZA NELL AVVIO DELLA GESTIONE ASSOCIATA DEL PERSONALE a cura di Andrea Pellegrino In un contesto normativo e sociale caratterizzato da una costante evoluzione, al Comune,
DettagliCOME GESTIRE LA NUOVA IMPRESA: FORNIRE CONOSCENZE, METODI E SISTEMI DI DI LAVORO SULLE AREE DELLA GESTIONE AZIENDALE
COME GESTIRE LA NUOVA IMPRESA: FORNIRE CONOSCENZE, METODI E SISTEMI DI DI LAVORO SULLE AREE DELLA GESTIONE AZIENDALE PROF. VALTER CANTINO 1 L AZIENDA Soggetto unitario composto di più elementi diversi
DettagliGESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI
GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI Divulgazione Implementazione/Modifica Software SW0003784 Creazione 23/01/2014 Revisione del 25/06/2014 Numero 1 Una gestione avanzata dei materiali strategici e delle materie
DettagliI FATTORI CRITICI DI SUCCESSO NEGLI ACCORDI TRA BANCHE E RETI DISTRIBUTIVE DI MUTUI IMMOBILIARI
I FATTORI CRITICI DI SUCCESSO NEGLI ACCORDI TRA BANCHE E RETI DISTRIBUTIVE DI MUTUI IMMOBILIARI Roma, 22 novembre 2011 Direzione Retail Funzione C.A.E. L EVOLUZIONE DEL SETTORE Gli ultimi cinque anni hanno
DettagliSERGIO ALABISO TEMPORARY MANAGER
TEMPORARY MANAGER Il Business Plan Temporary Manager La difficoltà non sta nel credere nelle nuove idee, ma nel fuggire dalle vecchie. John Maynard Keynes Che cosa e e a cosa serve E un documento volto
DettagliManagement Game 2011
Management Game 2011 La Mobilé Inc 1 Introduzione 1.1 La Mobilé Inc in breve Mobilé Inc è un azienda produttrice di telefonini che ha sede negli Stati Uniti che si è concentrata sulla produzione di telefonini
DettagliEVOLUZIONE DELLE INIZIATIVE PER LA QUALITA : L APPROCCIO SIX SIGMA
http://www.sinedi.com ARTICOLO 3 LUGLIO 2006 EVOLUZIONE DELLE INIZIATIVE PER LA QUALITA : L APPROCCIO SIX SIGMA A partire dal 1980 sono state sviluppate diverse metodologie per la gestione della qualità
DettagliEconomia e gestione delle imprese
Economia e gestione delle imprese Le funzioni di gestione dell impresa: la gestione della produzione e la gestione finanziaria dott. Matteo Rossi Benevento, 21 gennaio 2008 La funzione produzione La produzione
DettagliALBERT. copyright hventiquattro
ALBERT ALBERT MONETIZZARE LE SCORTE Il tuo magazzino: da deposito a risorsa Albert agisce sulle fonti di finanziamento interno. Non tanto in termini di puro taglio dei costi, quanto di recupero di flussi
DettagliIl Marketing Strategico
Il Marketing Strategico La mente del mercato aspetta solo di essere esplorata Definizione di Marketing Marketing: un processo attuo a definire, prevedere, soddisfare, creare, distribuire, promuovere beni
DettagliBelowthebiz idee in rete
Le 5 forze di Porter Nella formulazione di una strategia un passo fondamentale è la definizione e lo studio delle principali caratteristiche del settore in cui si opera. Lo schema di riferimento più utilizzato
DettagliPowerSchedo. Un sistema di supporto alla decisione nel settore dell'oil&gas. For further information: www.mbigroup.it
PowerSchedo Un sistema di supporto alla decisione nel settore dell'oil&gas For further information: Introduzione PowerSchedO è uno strumento software di supporto alle decisioni per problemi nel settore
DettagliSeminario di Formazione Sales & Marketing Alberghiero SALES & MORE CONSULTING FORMAZIONE
Seminario di Formazione Sales & Marketing Alberghiero SALES & MORE CONSULTING FORMAZIONE Marketing Strategico L'analisi attenta del mercato di riferimento può aprire nuove prospettive al business alberghiero:
DettagliTECNICO SUPERIORE DELLA LOGISTICA INTEGRATA
ISTRUZIONE E FORMAZIONE TECNICA SUPERIORE SETTORE TRASPORTI TECNICO SUPERIORE DELLA LOGISTICA INTEGRATA STANDARD MINIMI DELLE COMPETENZE TECNICO PROFESSIONALI TECNICO SUPERIORE DELLA LOGISTICA INTEGRATA
DettagliLa gestione dell incertezza nella Supply Chain: la scorta di sicurezza. La scorta di sicurezza nella supply chain 1
a gestione dell incertezza nella Supply Chain: la scorta di sicurezza a scorta di sicurezza nella supply chain 1 Il ruolo della giacenza nella supply chain Migliora l adattamento di domanda / fornitura
DettagliRestaurant Manager Academy
Restaurant Manager Academy 1 La conoscenza non ha valore se non la metti in pratica L Accademia Un percorso formativo indispensabile per l attività di un imprenditore nel settore della ristorazione e dell
DettagliIl Marketing Concetti Introduttivi
Il Marketing Concetti Introduttivi Alessandro De Nisco Università del Sannio Corso di Marketing Il Corso OBIETTIVI DEL CORSO Fornire agli studenti conoscenze e competenze su: i concetti fondamentali del
DettagliPIANO DI LAVORO. Prof. BRACCINI MARUSCA DISCIPLINA: MARKETING. Classe 5 Sezione CLM
PIANO DI LAVORO Prof. BRACCINI MARUSCA DISCIPLINA: MARKETING Classe 5 Sezione CLM MODULI DURATA (IN ORE) L ambiente economico competitivo dell impresa 25 Il marketing operativo 30 Il piano di marketing
DettagliIL MODELLO SCOR. Agenda. La Supply Chain Il Modello SCOR SCOR project roadmap. Prof. Giovanni Perrone Ing. Lorena Scarpulla. Engineering.
Production Engineering Research WorkGROUP IL MODELLO SCOR Prof. Giovanni Perrone Ing. Lorena Scarpulla Dipartimento di Tecnologia Meccanica, Produzione e Ingegneria Gestionale Università di Palermo Agenda
DettagliOtto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005
Questionario di Autovalutazione di un Sistema di Gestione per la Qualità verso: Otto Principi sulla Gestione per la Qualità previsti dalla ISO 9000:2005 newsletter TECSE N. 02- Febbraio 2012 (Allegato
DettagliCapitolo quindici. Produzione globale, outsourcing e logistica. Caso di apertura
EDITORE ULRICO HOEPLI MILANO Capitolo quindici Produzione globale, outsourcing e logistica Caso di apertura 15-3 Quando ha introdotto la console video-ludica X-Box, Microsoft dovette decidere se produrre
DettagliIL NUOVO INDIRIZZO AMMINISTRAZIONE, FINANZA E MARKETING
IL NUOVO INDIRIZZO AMMINISTRAZIONE, FINANZA E MARKETING Itis Galilei di Roma - 4 dicembre 2009 - VI CONFLUISCONO GLI INDIRIZZI PREESISTENTI: ISTITUTI TECNICI COMMERCIALI Ragioniere e perito commerciale
DettagliPolitica Economica Istituzioni e Efficienza
Politica Economica Istituzioni e Efficienza 2 Introduzione al concetto di Istituzioni Le istituzioni riducono il tasso di incertezza creando delle regolarità nella vita di tutti i giorni. Sono una guida
DettagliIl servizio nel marketing del turismo e il comportamento del consumatore
Lezione n. 2 Il servizio nel marketing del turismo e il comportamento del consumatore Prof.ssa Clara Bassano Corso di Principi di Marketing A.A. 2006-2007 Il fine del marketing è di rendere superflua la
DettagliIl nostro concetto di business
Il nostro concetto di business Il concetto di business GOANDPLY ruota attorno a tre elementi principali: la volontà di mettere a disposizione delle aziende le proprie idee, creatività, knowledge ed esperienza
DettagliIL PROCESSO DI BUDGETING. Dott. Claudio Orsini Studio Cauli, Marmocchi, Orsini & Associati Bologna
IL PROCESSO DI BUDGETING Dott. Claudio Orsini Studio Cauli, Marmocchi, Orsini & Associati Bologna Il processo di budgeting Il sistema di budget rappresenta l espressione formalizzata di un complesso processo
DettagliCAPITOLO 5. Relazioni Interorganizzative
CAPITOLO 5 Relazioni Interorganizzative Agenda Le relazioni interorganizzative Modello interorganizzativo Dipendenza dalle risorse Network collaborativi Ecologia delle Popolazioni Istituzionalismo 2 Le
DettagliCorso di Marketing Industriale
U N I V E R S I T A' D E G L I S T U D I D I B E R G A M O Corso di Prof Ferruccio Piazzoni ferruccio.piazzoni@unibg.it La scelta della strategia di marketing I Mktg-L04 Principali scenari di sviluppo
DettagliI valori distintivi della nostra offerta di BPO:
Business Process Outsourcing Partner 3M Software è il partner di nuova generazione, per la progettazione e la gestione di attività di Business Process Outsourcing, che offre un servizio completo e professionale.
DettagliISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE
ISTITUZIONI DI ECONOMIA AZIENDALE 1 a) Il principio di economicità aziendale b) L economicità e l efficienza c) Il sistema dei rischi nella gestione d impresa d) L economicità e l equilibrio finanziario
DettagliCorso di Marketing Industriale
U N I V E R S I T A' D E G L I S T U D I D I B E R G A M O Facoltà di Ingegneria Corso di Marketing Industriale Prof Ferruccio Piazzoni ferruccio.piazzoni@unibg.it Pianificazione e sviluppo di un nuovo
DettagliMission dell Area Tecnica: Logistica ed Impiantistica
Mission dell Area Tecnica: Logistica ed Impiantistica Direttore Tecnico: ing. Angelo Violetta DOC_LI002 ξ - CSI Centro di Ateneo per i Servizi Informativi Angelo Violetta - 1 Area Situazione Lʹarea LOGISTICA
Dettagli4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI
Unione Industriale 35 di 94 4.5 CONTROLLO DEI DOCUMENTI E DEI DATI 4.5.1 Generalità La documentazione, per una filatura conto terzi che opera nell ambito di un Sistema qualità, rappresenta l evidenza oggettiva
DettagliCompetere nei mercati internazionali
Corso di Strategie d impresa A.A. 2009/2010 Prof. Tonino Pencarelli - Dott. Simone Splendiani Competere nei mercati internazionali A cura di: Martina Fiordigigli Silvia Gardini Cap. 7, Thompson A., Strickland
DettagliL ergonomia dei sistemi informativi
Strumenti non convenzionali per l evoluzione d Impresa: L ergonomia dei sistemi informativi di Pier Alberto Guidotti 1 L ergonomia dei sistemi informativi CHI SONO Pier Alberto Guidotti Fondatore e direttore
DettagliPARTNER DI PROGETTO. Università degli Studi di Palermo Dipartimento di Ingegneria Industriale
PARTNER DI PROGETTO Il raggruppamento dei soggetti attuatori è altamente qualificato. Da una parte, la presenza di quattro aziende del settore ICT garantirà, ognuna per le proprie aree di competenza, un
DettagliLa Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile. Dr. Giacomo Gelmi
La Qualità il Controllo ed il Collaudo della macchina utensile Dr. Giacomo Gelmi Che cosa è una macchina utensile? E uno spazio fisico in cui si collocano, sostenuti da adeguate strutture ed in posizioni
DettagliIl controllo operativo nell area produzione - approvigionamenti. Corso di Gestione dei Flussi di informazione
Il controllo operativo nell area produzione - approvigionamenti Corso di Gestione dei Flussi di informazione Programmazione operativa della produzione Processo di approvigionamento Programmazione operativa
DettagliALLEGATO H VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE INDIVIDUALE DEI DIPENDENTI COMUNE DI CINISI Prov. Palermo
SCHEDA di 3 II Fattore di Valutazione: Comportamenti professionali e organizzativi e competenze Anno Settore Servizio Dipendente Categoria Profilo professionale Responsabilità assegnate DECLARATORIA DELLA
DettagliComunicazione per le PMI nuove soluzioni a un problema di sempre una practice di Orga 1925
Comunicazione per le PMI nuove soluzioni a un problema di sempre una practice di Orga 1925 1 LA PRATICA SOLITA La comunicazione delle PMI si basa di regola sull assoluto privilegio della comunicazione
DettagliCODICE DI COMPORTAMENTO DELLA GALBUSERA ASSICURAZIONI S.A.S.
CODICE DI COMPORTAMENTO DELLA GALBUSERA ASSICURAZIONI S.A.S. E DEI PROPRI COLLABORATORI 1. CODICE DI COMPORTAMENTO DELLA GALBUSERA ASSICURAZIONI s.a.s. VERSO IL CLIENTE 2. CODICE DI COMPORTAMENTO DELLA
DettagliGESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI
GESTIONE AVANZATA DEI MATERIALI Divulgazione Implementazione/Modifica Software SW0003784 Creazione 23/01/2014 Revisione del 27/06/2014 Numero 1 Una gestione avanzata dei materiali strategici e delle materie
DettagliUniversità degli Studi di Roma Tor Vergata Facoltà di Lettere
Università degli Studi di Roma Tor Vergata Facoltà di Lettere CORSO DI ECONOMIA AZIENDALE Lezione 4: Le funzioni aziendali Le funzioni aziendali OBIETTIVI DELLA LEZIONE Definire il concetto di funzione
Dettagli