Disegno Tecnico Industriale
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- Michele Guidi
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1 Università degli Studi di Catania Facoltà di Ingegneria Corso di laurea in Ingegneria Industriale Disegno Tecnico Industriale Filettature unificate Organi di collegamento filettati Prof. Ing. S. M. Oliveri
2 Filettature Nozioni generali sulle filettature L utilizzo di elementi filettati costituisce il sistema più utilizzato per unire fra loro parti di macchine che debbano essere facilmente smontati. La superficie filettata può considerarsi originata dal moto elicoidale di rivoluzione a contatto della superficie di un cilindro di una figura piana convessa (ad es. un triangolo) giacente in un piano assiale del cilindro. L intersezione della filettatura con un piano contenente l asse dell elemento filettato stesso determina il profilo di filettatura.
3 Introduzione Filettature Concetti generali Elementi di una filettatura Tipi di filettature Realizzazione di filettature Rappresentazione degli elementi filettati
4 Filettature - Concetti Generali (1) Definizione di filettatura Risalto di sezione costante (filetto), avvolto ad elica sulla superficie esterna di un elemento cilindrico o conico, che prende il nome di vite, o sulla superficie interna di un elemento analogo, che prende il nome di madrevite E un elemento (caratteristica, feature) funzionale che permette il collegamento smontabile di parti diverse Collegamenti smontabili (temporanei): quando le parti unite si possono separare l una dall altra con semplici operazioni
5 Filettature - Concetti Generali (2) Elica: curva descritta da un punto che si muove contemporaneamente con due moti uniformi, uno circolare e uno rettilineo, su di una superficie cilindrica o conica
6 Filettature - Concetti Generali (3) Gli elementi filettati assolvono due compiti principali: funzione di collegamento funzione di trasmissione (viti di manovra)
7 Elementi di una filettature (1) Dal punto di vista geometrico (ma anche costruttivo) gli elementi fondamentali per la definizione delle filettature sono: forma del profilo passo (e/o passo apparente) e avanzamento numero di filetti diametro nominale senso di avvitamento
8 Elementi di una filettature Forma del profilo (2) In base alla forma del profilo (intersezione del filetto con un semipiano avente per origine l asse della filettature) si avranno viti a profilo rettangolare, viti triangolari, trapezie, ecc. Il profilo di base (usato per caratterizzare la filettatura) può differire da quello nominale per via di troncature ed arrotondamenti e quest ultimo differisce da quello di esecuzione per via di inevitabili imperfezioni costruttive.
9 Elementi di una filettature Passo (3) Si definisce passo, la distanza, misurata in direzione assiale tra due punti omologhi di uno stesso filetto. L avanzamento (al giro) rappresenta lo scorrimento assiale relativo di vite e madrevite a fronte di una rotazione relativa dei due elementi attorno all asse comune di 360
10 Elementi di una filettature Numero di filetti (4) Se si avvolgono contemporaneamente più filetti aventi stessa geometria si avranno le viti a più principi. In tal caso il passo della filettatura (passo effettivo o avanzamento), L, è pari al passo del filetto (passo apparente), p, moltiplicato il numero di principi. Le viti a più princìpi hanno lo scopo di realizzare grandi passi senza alleggerire eccessivamente il nocciolo, che comprometterebbe la resistenza meccanica della vite stessa. Un principio Due principi Tre principi
11 Elementi di una filettature Diametro nominale (5) Il diametro nominale (d, D) è il parametro dimensionale che viene utilizzato per la designazione convenzionale di una filettatura ed è uguale per vite e madrevite. Coincide (ad eccezione delle filettature gas) con il diametro esterno della vite (diametro misurato in corrispondenza delle creste) e con il corrispondente diametro della madrevite (diametro misurato in corrispondenza dei fondi). Tre principi
12 Elementi di una filettature Diametro nominale (6) Il diametro di nocciolo (dn, Dn) è il diametro misurato sul fondo dei filetti della vite e sulla cresta dei filetti della madrevite. Il diametro medio (dm, Dm) è il diametro misurato sulla generatrice intermedia tra cresta e fondo. Per il calcolo di resistenza della vite si fa riferimento alla media tra il diametro di nocciolo ed il diametro medio, da cui la sezione resistente di una vita è data da:
13 Elementi di una filettature Senso di avvitamento (7) Le viti si definiscono destrorse quando, durante l avvitamento, la vite ruota in senso orario; sinistrorse nel caso contrario. L angolo di inclinazione dell elica α m (convenzionalmente quella media) è legato al passo p, mediante la relazione: Nelle viti di collegamento tale angolo è di pochi gradi (2 5) al fine di evitare fenomeni di svitamento spontaneo (α < ρ con ρ angolo d attrito). Da notare che per garantire l efficacia di un collegamento filettato è sufficiente avere una lunghezza d accoppiamento, misurata in direzione assiale, pari a volte il diametro nominale. Valori superiori non aumentano la resistenza del collegamento.
14 Tipi di filettature (1) Gli elementi caratterizzanti le filettature sono: la forma del profilo; i valori dei diametri nominali; i valori dei passi (per dato diametro); le tolleranze di lavorazione. I sistemi di filettature utilizzati e normalizzati a livello nazionale ed internazionale sono i seguenti: 1. Filettature Metriche ISO; 2. Filettature Withworth; 3. Filettature Gas; 4. Filettature Trapezie; 5. Filettature a denti di sega; 6. Filettature speciali
15 Si osservi che le dimensioni che proporzionano la forma del filetto (parametro H) sono funzioni del passo Il profilo ideale delle filettature metriche ISO è un triangolo equilatero Il profilo nominale della madrevite presenta troncamenti (sia in cresta che in fondo) rispetto al profilo di base. Il profilo nominale della vite presenta troncamenti in testa ed arrotondamenti nel fondo. Il profilo di esecuzione di vite e madrevite presenta comunque sempre arrotondamenti nel fondo. Tipi di filettature Metriche ISO (1)
16 Tipi di filettature Metriche ISO (2) I valori dei diametri ed i relativi passi sono riportati in tabella (estratto). Si notano tre classi di diametri (a, b, c) cui corrispondono un passo grosso ed uno o più passi fini. Va data la preferenza alla serie a poi alla b ed infine alla c.
17 Tipi di filettature Metriche ISO (3) La filettatura ISO viene indicata con la lettera M seguita dal valore del diametro nominale, eventualmente seguito dal segno x e dal passo. L indicazione del passo viene omessa quando trattasi di filettatura a passo grosso. Se la filettatura ha dimensioni non unificate si indica, rispettivamente, il diametro nominale, seguito dal segno x, dal passo e per ultimo dalla lettera M. In alcuni casi occorrono altre precisazioni per completare l indicazione della filettatura: Se la filettatura ha più principi si dovrà indicare il passo della filettatura (L), seguito dal passo del profilo (P). Esempio: M20 x L3 P1,5. Se la filettatura ha elica sinistra anziché destra si deve aggiungere l abbreviazione LH (Left Hand). Esempio: M12 x 1,25 LH.
18 Tipi di filettature Metriche ISO (4) Esempi: Filettatura metrica ISO unificata a passo grosso: M 10 (passo = 1,5 mm) Filettatura metrica ISO unificata a passo fine: M 10 x 1 (passo = 1 mm) Filettatura metrica ISO non unificata: 10 x 0,5 M (passo = 0,5 mm)
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20 Tipi di filettature Whitworth (1) Il profilo generatore è un triangolo con angolo del profilo di 55. Sia il fondo che la cresta del filetto sono raccordati sia sulla vite che sulla madrevite. Le dimensioni sono espresse in pollici e sue frazioni.
21 z = n. filetti per pollice P = 25,4/z Nelle filettature Whitworth, a differenza delle metriche ISO, a fronte di un valore unificato del diametro nominale esiste un solo valore unificato del passo. A parità di diametro nominale il passo delle Withworth è maggiore del passo grosso ISO. Tipi di filettature Whitworth (2)
22 Tipi di filettature Whitworth (3) La filettatura Whitworth viene designata indicando: il diametro nominale (in pollici e/o frazioni di pollice), la lettera W. Se la filettatura ha un passo diverso da quello unificato si indicano, nell ordine: diametro nominale, segno x, numero di filetti per pollice e lettera W. Esempi: Filettatura Withworth unificata: ¾ W Filettatura Withworth non unificata: ¾ x 14 W N.B. 14 rappresenta il numero di filetti per pollice
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24 Tipi di filettature Gas (1) Sia le filettature metriche ISO che le Withworth non garantiscono la tenuta tra vite e madrevite (rispetto al passaggio di fluidi). Le filettature Gas possono invece garantirla. Il profilo delle filettature gas è uguale a quello delle Whitworth, ma i passi sono più fini. Il diametro nominale è convenzionale: si riferisce al diametro interno teorico del tubo su cui è usata la filettatura. N.B. La denominazione Gas è dovuta al loro iniziale impiego nelle giunzioni di tubature per gas
25 Tipi di filettature Gas (2) Le Norme UNI ISO 228 e UNI ISO 7 prevedono due tipi di filettature: non a tenuta stagna (vite e madrevite sono cilindriche) ed a tenuta stagna (vite conica e madrevite cilindrica o conica). Esempi di designazione Filettature gas non a tenuta stagna Filettature gas a tenuta stagna Designazione (UNI ISO 228/1) Designazione (UNI ISO 7) Filettatura interna: G 1 ¼ Filettatura esterna: G 1 ¼ A A = classe di tolleranza (A o B) Filettatura interna cilindrica: Rp 1 ¼ Filettatura interna conica: Rc 1 ¼ Filettatura esterna conica: R 1 ¼
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27 Tipi di filettature Trapezie e a dente di sega Le filettature trapezie sono utilizzate come viti comando grazie al maggior rendimento; a pari passo e diametro esterno presentano una sezione del filetto all incastro maggiore di quelle a pane rettangolare. Le filettature a dente di sega rispetto alle trapezie hanno il vantaggio di avere un lato poco inclinato (~3 ) e pertanto un rendimento maggiore (a condizione che il contatto tra i filetti avvenga sui questi fianchi) Esempi di designazione Tr 50 8 filettatura trapezia con diametro nominale di 50 mm e passo 8 mm. Tr (P8) LH filettatura trapezia sinistra (Left Hand) a 3 principi (24/8=3) 80 SgN 2 fil sin filettatura a denti di sega con diametro nominale 80 mm a 2 filetti sinistra
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32 Realizzazione di filettature (1) I procedimenti per la realizzazione di filettature sono sostanzialmente di due categorie: per deformazione plastica per asportazione di truciolo Lavorazioni per deformazione plastica: rullatura. Con la rullatura si realizzano elementi filettati maschio. Si tratta di un procedimento per deformazione plastica a freddo, adatto a grosse produzioni. Il procedimento di produzione induce buone caratteristiche meccaniche sulle filettature così realizzate. Può non essere adatto per materiali molto resistenti o poco duttili, e quando si richiedano elevate caratteristiche di precisione. Grazie all incrudimento indotto dal processo il filetto risulta più resistente all usura e alla fatica meccanica.
33 Realizzazione di filettature (2) Lavorazioni per asportazione di truciolo: maschiatura. Con la maschiatura è possibile filettare fori semplici. La maschiatura si esegue utilizzando un utensile chiamato maschio ed un giramaschio. I maschi sono utensili costituiti da un corpo cilindrico munito di pettini filettatori. Per garantire la fuoriuscita del truciolo sono presenti delle scanalature (rettilinee o elicoidali). La prima parte del maschio è conica sia per favorire l imbocco che per ridurre le sollecitazioni di taglio. Mediante il giramaschio si applica la coppia necessaria per l esecuzione della lavorazione.
34 Realizzazione di filettature (3) Lavorazioni per asportazione di truciolo: filettatura con filiera. Con la filiera è possibile realizzare filettature su barre cilindriche aventi il diametro corrispondente al diametro nominale della filettatura che si vuole realizzare. Sulla filiera sono riportate (vedi figura a lato), il materiale con il quale è realizzato l utensile (HSS High Speed Steel), la tolleranza di lavorazione (6g) e ovviamente il diametro nominale della vite (M14).
35 Maschi e filiere Diametro filetto Diametro foro 1,5 2,5 3,2 4,2 5 6,5 8,5 10
36 Realizzazione di filettature (4) Lavorazioni per asportazione di truciolo: tornitura. Con il tornio è possibile realizzare filettature interne ed esterne. Normalmente le filettature al tornio sono eseguite montando un opportuno inserto in metallo sinterizzato, che assicura un elevata accuratezza del profilo.
37 Realizzazione di filettature (5) Confronto tra filettatura ad asportazione di truciolo e filettatura rullata
38 Rappresentazione degli elementi filettati La rappresentazione degli elementi filettati può essere realizzata in maniera illustrativa o schematica (è preferita per la rapidità d esecuzione). In alcuni casi si può anche rappresentare il solo asse con linee di richiamo per la designazione. Vite reale Illustrativa Schematica
39 Rappresentazione degli elementi filettati (1) Rappresentazione convenzionale delle filettature esterne Diametro nominale linea continua grossa (A) Diametro di nocciolo linea continua fine(b)
40 Rappresentazione degli elementi filettati (2) Rappresentazione convenzionale delle filettature interne Diametro di nocciolo linea continua grossa (A) Diametro nominale linea continua fine (B)
41 Rappresentazione degli elementi filettati (3) Nella vista laterale di una vite si rappresenta la cresta del filetto con una circonferenza intera, con linea continua grossa e il fondo con linea continua fine tracciata per ¾ di circonferenza. Fare attenzione tra perno e foro: nel perno la circonferenza interrotta è interna, mentre nel foro è esterna.
42 Rappresentazione degli elementi filettati (4) Accoppiamenti filettati La vite penetra nella madrevite e nel tratto di accoppiamento la madrevite è coperta dalla vite, di conseguenza quest ultima viene rappresentata in primo piano Nella rappresentazione è raffigurato, in sezione, un accoppiamento filettato parziale, cioè la vite entra parzialmente nel foro filettato (madrevite). Notare che nella parte accoppiata prevale la rappresentazione della vite. Nella rappresentazione è raffigurato, in sezione, un doppio accoppiamento filettato: quello di sinistra è completo e quindi la rappresentazione prevalente è quella della vite; quello di destra è con ricoprimento parziale e quindi prevale la rappresentazione della vite solo nella parte accoppiata. Nella restante parte si usano le usuali convenzioni di rappresentazione della filettature per viti e madreviti.
43 Rappresentazione degli elementi filettati (5) Esecuzione di un foro filettato cieco: si noti la sequenza tecnologica e la conseguente quotatura
44 Rappresentazione degli elementi filettati (6) Quotatura delle filettature: deve tenere in considerazione gli aspetti funzionali al collegamento filettato. Diametro nominale Tratto utile della filettatura
45 Rappresentazione degli elementi filettati (7) Errori di rappresentazione
46 Organi filettati Viti (1) Le viti sono elementi filettati maschio costituiti da un gambo cilindrico (filettato in tutto o in parte) e da una testa, che consente attraverso un forma opportuna, l applicazione di un attrezzo (chiave, cacciavite, brugola) per serrare o allentare il collegamento. Esistono svariate tipologie di viti che si differenziano in base alla forma della testa e dell estremità del gambo.
47 Organi filettati Dadi (2) Il dado è un elemento a forma di prisma esagonale o quadrato con foro filettato, utilizzato per realizzare collegamenti mediante bullone o prigioniero. Esistono diverse tipologie di dadi i più comuni sono del tipo alto, normale e basso, per i quali il rapporto tra l altezza ed il diametro, H/D, vale rispettivamente ~1, ~0.8, ~0.5.
48 Collegamenti filettati Bullone (1) L insieme di una vite (passante) ed un dado da origine al collegamento denominato bullone I fori sui due (o più) elementi sono di diametro maggiore della vite per consentire un agevole inserimento della stessa
49 Collegamenti filettati Vite mordente (2) Il foro sull elemento superiore è maggiore di quello della vite per consentire un agevole inserimento della stessa. Il tratto utile di filettatura si estende oltre la fine della vite. Il foro sull elemento inferiore si estende oltre il tratto utile di filettatura.
50 Collegamenti filettati Vite prigioniera (3) Si tratta di elementi cilindrici filettati da entrambe le parti (è dunque assente la testa) e sono costituiti da radice, che si avvita a fondo con forzamento (fino a snervamento) in un foro e dal gambo che sporgendo permette il serraggio mediante dado. Montaggio e smontaggio di un prigioniero. Si effettua avvitando sul lato gambo due dadi (dado e controdado). Una volta a contatto la rotazione di uno dei due dadi provoca la rotazione del prigioniero.
51 Esempi di errori di rappresentazione
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53 Dispositivi anti-svitamento Durante il funzionamento di un organo filettato può aversi il progressivo allentamento del contatto trai filetti della vite e quelli della madrevite con conseguente possibile svitamento del collegamento. Per evitare lo svitamento spontaneo si può agire in due modi: 1. garantendo sempre una certa trazione e quindi un adeguato contatto vite/madrevite; 2. impedendo con un ostacolo la rotazione relativa tra vite e madrevite
54 Filettature Dispositivi antisvitamento In presenza di vibrazioni, i collegamenti realizzati mediante elementi filettati sono soggetti ad allentarsi se non vengono adottati dei particolari dispositivi studiati proprio per evitare questo inconveniente. La soluzione indicata a lato prevede la foratura trasversale del gambo della vite e l utilizzo di un dado con degli intagli nella parte superiore. Inserendo nel foro una spina elastica oppure una copiglia (come nella soluzione illustrata), si evita la rotazione del dado e quindi l allentamento del collegamento filettato: Quando le vibrazioni non sono molto forti, un altra soluzione consiste nell utilizzo di rosette elastiche di acciaio. Le più comunemente utilizzate sono le rosette Grower (vedere fig. a lato). Essendo elementi unificati, tutte le caratteristiche geometriche si possono trovare nelle corrispondenti tabelle UNI 1751 (serie normale) e UNI 9195 (serie pesante). Quando il materiale dei pezzi da collegare è sufficientemente duro, le Grower possono essere sostituite da altre rosette dentellate sulla circonferenza esterna o su quella interna e costruite con acciaio per molle.
55 Filettature Dispositivi antisvitamento Un altro metodo molto semplice per realizzare un dispositivo antisvitamento è quello di sovrapporre al dado del collegamento, un secondo dado detto controdado. Il forzamento elastico che si ottiene serrando il controdado sul dado comporta un aumento delle azioni di attrito tra vite e madrevite. A lato, un esempio: Altre soluzioni vengono realizzate utilizzando i cosiddetti dadi e viti autobloccanti; questi sono muniti, ad un estremità, di un anello (nel caso dei dadi) o di un blocchetto (nel caso delle viti) di materiale plastico, che durante l avvitamento si deforma ed impedisce quindi l allentamento. Nel caso in cui sia previsto l utilizzo del collegamento filettato in situazioni con temperature elevate, si trovano anche dadi che al posto dell inserto in materiale plastico presentano una lamina di acciaio per molle. Nelle figure a lato, alcuni esempi di dadi autobloccanti:
56 Filettature Dispositivi antisvitamento Qualora gli spazi a disposizione e la forma del pezzo lo consentano, è possibile utilizzare anche piastrine di fermo i cui bordi vengono ripiegati sia su una faccia del dado che su una superficie fissa appartenente al pezzo collegato. Nella pagina sono riportati alcuni esempi di applicazione delle più comuni piastrine unificate:
57 Classi di resistenza di viti e dadi La normativa UNI EN stabilisce nove classi di resistenza per le viti e sei classi di resistenza per i dadi. Per le viti la classe di resistenza è indicata da due cifre, la prima indicante il carico di rottura in centinaia di N/mm2, la seconda la frazione decimale del rapporto tra carico di snervamento e carico di rottura. Per i dadi la classe di resistenza può riferirsi alla sola durezza (numero + lettera) o alla durezza associata a carico di rottura (solo numero)
58 Classi di resistenza di viti e dadi La designazione degli elementi unificati è indicata, specificamente, nelle normative relative a ciascun elemento. In generale la designazione comprende le seguenti parti: 1) Vite a testa esagonale con filettatura metrica a passo fine, M 10, lunghezza (sotto testa) 60 mm, classe di resistenza 8.8 2) Dado esagonale normale con filettatura metrica a passo fine M 20 x 2, acciaio di classe 10 3) Prigioniero a radice media con filettatura a passo grosso M 10, lunghezza 50 mm, classe di resistenza 8.8
59 Classi di tolleranze per filettature Posizioni delle tolleranze per filettature esterne ed interne La tabella UNI 5541 definisce il sistema di tolleranze da adottare per le filettature metriche ISO. Le tolleranze vengono previste: 1.sul diametro esterno della vite 2.sul diametro medio della vite 3.sul diametro di nocciolo della madrevite 4.sul diametro medio della madrevite Viti - h gioco radiale min. e qualità precisa - g facile avvitamento e si prevede un rivestimento galvanico - e da usare in casi eccezionali per rivestimenti di grande spessore Madreviti - H per tutte le applicazioni - G da usare in casi eccezionali per rivestimenti di grande spessore
60 Classi di tolleranze per filettature Designazione delle tolleranze degli accoppiamenti vite-madrevite
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63 APPENDICE LA VITE
64 Una VITE è una barra cilindrica con un filetto elicoidale inciso sulla superficie, utilizzata prevalentemente per fissare oggetti tra loro. E una macchina semplice in grado di trasformare il moto circolare in moto rettilineo. La VITE presenta rispetto al chiodo il vantaggio di potere essere smontata e rimontata senza perdere efficacia. Normalmente le viti si avvitano con rotazione in senso orario ( destrorsa). Molto raramente sono usate viti con filetto sinistrorse,in particolare dove queste siano soggette a sollecitazioni rotazionali che tenderebbero a svitare un filetto destrorso
65 CENNI STORICI L invenzione della vite è comunemente attribuita al matematico greco Archita. Nel I secolo AC viti di legno erano già in uso nel mondo mediterraneo, per esempio nei torchi per la produzione di olio e vino. Le viti metalliche apparirono per la prima volta in Europa nel XV secolo, ma non divennero di uso comune fino a quando non fu inventato un sistema per la loro produzione di massa nel XVIII secolo. Durante la seconda guerra mondiale la standardizzazione dei filetti ebbe un forte incremento, per permettere alle nazioni alleate di scambiarsi componenti e pezzi di ricambio. La vite con testa a croce fu inventata dall americano J.P. Thompson
66 I TIPI DI VITI Vite semplice Bullone vite e dado
67 La vite semplice si avvita nel materiale da fissare per mezzo di un filetto complementare in esso praticato. Appartengono a questo tipo le Le viti autofilettanti che hanno una estremità appuntita per favorire l imbocco nel foro e a volte l intero corpo è conico invece che cilindrico. Le viti autoperforanti che hanno una punta appuntita è sono in grado di perforare materiali sottili come lamiere e materiali plastici, senza foro di invito. Le viti trilobate o automaschianti, che possono sostituire le normali viti metriche in molte occasioni, soprattutto dove i particolari da accoppiare siano costituiti di materiali non troppo duri.
68 Il bullone: vite e dado è l accoppiamento smontabile costituito da una vite e da un dado. Normalmente la vite è a testa esagonale e, più raramente, a testa cilindrica con esagono incassato o quadrata. La vite ha una testa di dimensioni maggiori del foro. Viene spesso interposta tra pezzo e dado di una rondella per evitare il contatto diretto tra i due. Il dado ha solitamente forma esagonale e presenta un foro in cui è ricavata una filettatura complementare a quella della vite. La filettatura della vite può non essere presente per tutta la sua lunghezza. Una variante è costituita da una barra interamente filettata dotato di due dadi. Essa ha il vantaggio di essere smontata da ambo i lati.
69 LA VITE E LE SUE TESTE a) testa cilindrica b) testa a bottone c) testa tonda d) testa mezza tonda e) testa svasata piana f) testa svasata con calotta
70 TIPI DI INNESTI Esistono diversi tipi di attacchi per innestare il cacciavite. I più comuni sono quello a taglio e a stella detto anche phillips. a) a taglio b) Phillips o a croce c) Pozidriv d) Torx e) esagonale o a brugola f) Robertson g) Tri Wing h) Torq Set i) Spanner
71 ALTRI USI DELLA VITE Le viti sono impiegate per applicazioni differenti dal semplice fissaggio. La funzione di conversione del moto circolare in lineare è sfruttata in moltissime applicazioni, dal tornio per l avanzamento automatico del carrello al cavatappi. (Schema di principio di un trasportatore a vite di Archimede) MATERIALI COSTRUTTIVI Le viti ed i bulloni sono prodotti in un ampia gamma di materiali, il più usato dei quali è l acciaio, seguito dall ottone. Dove sia richiesta resistenza agli agenti corrosivi si utilizza acciaio inossidabile, titanio o bronzo. Vengono utilizzati anche materiali plastici quali nylon e teflon dove sia richiesta elevata resistenza alla corrosione ed isolamento elettrico senza eccessiva forza di unione.
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