Neve, brina e galaverna

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1 Neve, brina e galaverna La neve I diversi tipi di fiocchi I fattori che influenzano il manto nevoso Previsione del limite delle nevicate Le nevicate in Valle d Aosta ed in Italia La brina, la galaverna ed il gelicidio

2 LA NEVE, LA SUA FORMAZIONE NELLE NUVOLE LA NEVE SI FORMA CON TEMPERATURE NEGATIVE GRAZIE AL FATTO CHE L UMIDITL UMIDITÀ CONDENSATA NELLE NUVOLE PUÒ RIMANERE ALLO STATO LIQUIDO (STATO SOPRAFFUSO) FINO A TEMPERATURE MOLTO BASSE (-40( 40 C) -> > PROCESSO DI BERGERN-FINDEISEN PRESENZA DI NUCLEI DI CONGELAMENTO ASSIEME AD ACQUA SOPRAFFUSA INTERVENTO DELLA TENSIONE DEL VAPORE ACQUEO

3 LA NEVE, LA SUA FORMAZIONE NELLE NUVOLE ED IL PERCHÉ DEI DIFFERENTI TIPI DI FIOCCHI I VALORI DI TEMPERATURA RILEVATI ALL INTERNO DELLA NUVOLA DETERMINANO VARIAZIONI DELLA TENSIONE DELLE MOLECOLE DI VAPORE SATURO DI ACQUA E DI GHIACCIO. QUESTE VARIAZIONI CONSENTONO DIVERSI PROCESSI DI ACCRESCIMENTO DEI CRISTALLI DI GHIACCIO CON CONSEGUENTE DIVERSITÀ DEI TIPI DI FIOCCHI

4 IL PERCHÉ DEI DIFFERENTI TIPI DI FIOCCHI

5 IL PERCHÉ DEI DIFFERENTI TIPI DI FIOCCHI A SECONDA DELLA TEMPERATURA DI FORMAZIONE I FIOCCHI DI NEVE HANNO UNA FORMA DIVERSA

6 IL PERCHÉ DEI DIFFERENTI TIPI DI FIOCCHI A SECONDA DELLA TEMPERATURA DI FORMAZIONE I FIOCCHI DI NEVE HANNO UNA FORMA DIVERSA

7 IL PERCHÉ DEI DIFFERENTI TIPI DI FIOCCHI A SECONDA DELLA TEMPERATURA DI FORMAZIONE I FIOCCHI DI NEVE HANNO UNA FORMA DIVERSA

8 LA NEVE AL SUOLO, I FATTORI METEOROLOGICI CHE POSSONO INFLUENZARE LA «QUALITÀ» DELLA NEVE IL TIPO DI FIOCCO E FUNZIONE DELLA TEMPERATURA DI FORMAZIONE, MA LA NEVE CHE CADE AL SUOLO, OLTRE ALLA FORMA DEL FIOCCO, PRESENTA DELLE CARATTERISITCHE LEGATE ALLE TEMPERATURE DELLA COLONNA D ARIA NELLA QUALE SCENDE: -NEVE BAGNATA: CON TEMPERATURE SUPERIORI A 0 C (FINO A +3/+4 C, eccezionalmente anche oltre) -NEVE UMIDA: CON TEMPERATURE DI 0/+2 C -NEVE ASCIUTTA: CON TEMPERATURE NEGATIVE -ANCHE POLVEROSA CON TEMPERATURE ASSAI NEGATIVE (INFERIORI A 5/-10 C)

9 NEVICA

10 LA DISTRIBUZIONE DELLA NEVE La distribuzione della neve su una catena montuosa varia con la quota e l esposizione alle correnti umide prevalenti

11 LA DISTRIBUZIONE DELLA NEVE La distribuzione della neve su una catena montuosa varia con la quota e l esposizione alle correnti umide prevalenti

12 LA NEVE AL SUOLO, I FATTORI METEOROLOGICI CHE POSSONO INFLUENZARE IL MANTO NEVEVOSO NUOVI APPORTI DI NEVE FRESCA GLI APPORTI DI NEVE SONO MOLTO VARIABILI NEL TEMPO E NELLO SPAZIO (ESPOSIZIONE, QUOTA): TALVOLTA TRACCE ED IN CERTI CASI PIÙ DI 1 METRO. SULLE ALPI I MASSIMI QUANTITATIVI OSSERVATI IN 24 ORE SONO DI CIRCA 2 METRI.

13 LE NEVICATE IN VALLE D AOSTA LA DIREZIONE DI PROVENIENZA DEI VENTI UMIDI IN QUOTA (3000 m) E DETERMINANTE PER LA DISTRIBUZIONE DELLA NEVE. ATTENZIONE ANCHE A UN EVENTUALE RICHIAMO DI ARIA UMIDA DA SUD-EST NEI BASSI STRATI CON FLUSSO OCCIDENTALE la NEVICATA PUO INTERESSARE GRAN PARTE DELLA REGIONE, TALVOLTA RIMANE ESCLUSA LA BASSA VALLE. IL SETTORE CENTRO-OCCIDENTALE OCCIDENTALE E COMUNQUE QUELLO PIU INTERESSATO. IL «MURO DEL FOEHN» GENERALMENTE SI FORMA AI CONFINI COL PIEMONTE! IN CASO DI FLUSSO UMIDO OCCIDENTALE CONTINUO, GLI ACCUMULI POSSONO ESSERE ABBONDANTI ANCHE NEL FONDOVALLE

14 LE NEVICATE IN VALLE D AOSTA CON FLUSSO DA NW la NEVICATA SI CONCENTRA IN PROSSIMITA DELLA DORSALE DI CONFINE CON FRANCIA E SVIZZERA, IN PARTICOLARE SUL MONTE BIANCO, MENTRE SUL RESTO DELLA REGIONE SPIRA IL FOEHN VI E UN FORTE GRADIENTE (DIMINUZIONE DI INTENSITA ) ALLONTANANDOSI DALLA DORSALE LA PROFONDITÀ DEL SETTORE INTERESSATO («( MURO DEL FOEHN») È FUNZIONE DELL INTENSIT INTENSITÀ E DELL UMIDITA UMIDITA DEL FLUSSO GLI ACCUMULI POSSONO OCCASIONALMENTE ESSERE ABBONDANTI SOLO SULLA DORSALE DI CONFINE

15 LE NEVICATE IN VALLE D AOSTA CON FLUSSO DA SE I SETTORI PIÙ COLPITI SONO DI SOLITO QUELLI SUD-ORIENTALI, IN PARTICOLARE: VALLE DEL LYS, AYAS E GRUPPO DEL ROSA, VALLE DI CHAMPORCHER, SPESSO ANCHE COGNE E VALTOURNENCHE SE IL FLUSSO E MOLTO INTENSO LA NEVICATA PUO TALVOLTA ESSERE PIU INTENSA SUL SETTORE CENTRALE ED INTERESSARE COMUNQUE TUTTA LA REGIONE IN CASO DI STAU CONTINUO, GLI ACCUMULI POSSONO ESSERE ABBONDANTI FINO IN FONDOVALLE SU QUASI TUTTA LA REGIONE

16 LE NEVICATE IN VALLE D AOSTA CON FLUSSO MERIDIONALE PUO ESSERE INTERESSATA TUTTA LA REGIONE, MA I QUANTITATIVI MAGGIORI DI SOLITO SI CONCENTRANO SUL SETTORE MERIDIONALE, ZONA DEL GRAN PARADISO.

17 LE NEVICATE IN VALLE D AOSTA CON FLUSSO DA SW PUO ESSERE INTERESSATA TUTTA LA REGIONE, MA I QUANTITATIVI MAGGIORI DI SOLITO SI CONCENTRANO SUL SETTORE NORD-OCCIDENTALE OCCIDENTALE (SPECIE ZONA DEL MONTE BIANCO), TALVOLTA VALPELLINE E SETTORE SUD-OCCIDENTALE

18 LE NEVICATE IN VALLE D AOSTA 3 e 4 marzo 2006: nevicata intensa con vento in quota da ovest

19 LE NEVICATE IN VALLE D AOSTA 3 e 4 marzo 2006: nevicata intensa con vento in quota da ovest

20 LE NEVICATE IN VALLE D AOSTA 3 e 4 marzo 2006: nevicata intensa con vento in quota da ovest Muro del foehn sul Canavese

21 LE NEVICATE IN VALLE D AOSTA 3 e 4 marzo 2006: nevicata intensa con vento in quota da ovest Quasi un metro di neve fresca in Valdigne, 50 cm ad Aosta. Il 4 in tarda mattinata, sotto i 1500 / 1600 m, la neve si trasforma in pioggia, per l avvezione di aria mite in quota, nonostante nel fondovalle le temperature si mantengano di poco sopra lo zero. Morgex, 4 marzo 2006 Morgex, 4 marzo 2006

22 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE IL LIMITE DELLE NEVICATE DIPENDE DA NUMEROSI FATTORI QUOTA DELLO ZERO TERMICO INTENSITA E DURATA DELLA PRECIPITAZIONE NEVOSA PRESENZA DI UNO STRATO D INVERSIONE TERMICA CONFIGURAZIONE TOPOGRAFICA, LOCALE EFFETTO FOEHN POSIZIONE GEOGRAFICA: ZONE INTERNE DELLA CATENA ALPINA, ZONE VICINE ALLA PIANURA, CRESTE DI CONFINE

23 LA NEVE IN PIANURA O SUL MARE PREVISIONE NON SEMPRE FACILE IN QUANTO LA SOGLIA TERMICA FRA LA NEVE E LA PIOGGIA È PIUTTOSTO LABILE -> DIVERSE SITUAZIONI POSSONO PRESENTARE DIFFICOLTÀ PREVISIONALI. ESEMPIO: LA TEMPERATURA AL LIVELLO DEL SUOLO SI AGGIRA ATTORNO A 0 C O MENO, MENTRE SOPRAGGIUNGE UN FRONTE CALDO -> > LA PRECIPITAZIONE PUÒ INIZIARE COME PIOGGIA AD UNA TEMPERATURA DI +2/+3 C, MA VIA VIA CHE LA NEVE SI FONDE IN PIOGGIA E CHE LA PIOGGIA EVAPORA NELL ARIA SOTTOSTANTE LA NUBE, RAFFREDDA L ARIA STESSA, COSÌ CHE LA PRECIPITAZIONE PUÒ RAGGIUNGERE IL SUOLO SOTTO FORMA DI NEVE O PIOGGIA MISTA A NEVE. SI VERIFICA SPESSO CON FORTE INTENSITÀ DELLA PRECIPITAZIONE.

24 LA NEVE IN PIANURA O SUL MARE PUÒ CAPITARE PERÒ CHE L ARIA IN QUOTA SIA, O DIVENTI, TANTO CALDA DA FAR FONDERE LA NEVE, ALLORA PUÒ PIOVERE ANCHE SE AL SUOLO LE TEMPERATURE SONO DA «NEVE». DI REGOLA SI CONSIDERA CHE PUÒ NEVICARE IN PIANURA SE LO ZERO TERMICO SI TROVA A CIRCA 400 m DI QUOTA, OPPURE SE LA TEMPERATURA A 850 hpa E ATTORNO A 7 C (1440 m), MA SE IL LIVELLO 850 SI TROVA A 1300 m O MENO LA TEMPERATURA DI RIFERIMENTO SARÀ PIÙ ELEVATA. ALTRE REGOLE CONSUETAMENTE USATE SONO LA QUOTA DI 5240 m DELLO SPESSORE 500/1000 hpa, OPPURE IL DISLVELLO DI 1520 m FRA I LIVELLI 850 E 700 hpa.

25 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE IN FUNZIONE DELL INTENSITÀ ILLUSTRAZIONE

26 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE IN FUNZIONE DELL INTENSITÀ ILLUSTRAZIONE

27 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE IN FUNZIONE DELL INTENSITÀ ILLUSTRAZIONE

28 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE IN FUNZIONE DELL INTENSITÀ QUADRO DI SINTESI

29 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE LA PRESENZA DI UNO STRATO D INVERSIONE TERMICA

30 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE LE CONFIGURAZIONI TOPOGRAFICHE LOCALI E LA POSIZIONE GEOGRAFICA

31 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE LE CONFIGURAZIONI TOPOGRAFICHE LOCALI E LA POSIZIONE GEOGRAFICA

32 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE VARIAZIONI DEL LIMITE IN FUNZIONE DELL INTENSITÀ E DELLA DURATA, CON SPESSORE DELLA COLONNA D ARIA SOTTOSTANTE DI 1000 m

33 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE VARIAZIONI DEL LIMITE IN FUNZIONE DELL INTENSITÀ E DELLA DURATA, CON SPESSORE DELLA COLONNA D ARIA SOTTOSTANTE DI 1000 m

34 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE VARIAZIONI DEL LIMITE IN FUNZIONE DELL INTENSITÀ E DELLA DURATA, CON SPESSORE DELLA COLONNA D ARIA SOTTOSTANTE DI 1000 m

35 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE VARIAZIONI DEL LIMITE IN FUNZIONE DELL INTENSITÀ E DELLA DURATA, CON SPESSORE DELLA COLONNA D ARIA SOTTOSTANTE DI 600 m

36 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE VARIAZIONI DEL LIMITE IN FUNZIONE DELL INTENSITÀ E DELLA DURATA, CON SPESSORE DELLA COLONNA D ARIA SOTTOSTANTE DI 600 m

37 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE VARIAZIONI DEL LIMITE IN FUNZIONE DELL INTENSITÀ E DELLA DURATA, CON SPESSORE DELLA COLONNA D ARIA SOTTOSTANTE DI 600 m

38 PREVISIONE DEL LIMITE DELLE NEVICATE Variazioni del limite durante l episodio nevoso

39 VARIAZIONI DEL LIMITE DELLA NEVE NEL CORSO DI UN EPISODIO VARIAZIONI ALTITUDINALI DEL LIMITE DELLA NEVE IN RELAZIONE AL TRANSITO DI UNA PERTURBAZIONE

40 QUANTITATIVI DI NEVE FRESCA ATTESI LAVORANDO SULLA BASE DELLE CARTE PLUVIOMETRICHE, CONVIENE IN PRIMO LUOGO STIMARE IL RAPPORTO PIOGGIA - NEVE IN GENERE SI CONSIDERA CHE 1 mm D ACQUA CORRISPONDE A CIRCA 1 cm DI NEVE FRESCA (RAPPORTO DI 1/10) MA LA REALTÀ È SPESSO DIVERSA: OCCORRE CONSIDERARE SIA LE TEMPERATURE CHE IL VENTO

41 QUANTITATIVI DI NEVE FRESCA ATTESI Linea rossa: senza vento Linea azzurra: con vento

42 QUANTITATIVI DI NEVE FRESCA ATTESI

43 LA NEVE AL SUOLO, I FATTORI METEOROLOGICI CHE POSSONO INFLUENZARE IL MANTO NEVOSO LA NEVE FRESCA IL VENTO LA RADIAZIONE LE TEMPERATURE LA PIOGGIA

44 LA NEVE AL SUOLO, I FATTORI METEOROLOGICI CHE POSSONO INFLUENZARE IL MANTO NEVOSO IL VENTO Il vento è uno dei principali agenti meteorologici in grado di modificare il manto nevoso Il trasporto della neve al suolo ridistribuisce il manto nevoso con spostamenti dei grani di neve che creano zone di ACCUMULO ed altre di EROSIONE con forme particolari come le CORNICI e i LASTRONI DA VENTO

45 LA NEVE AL SUOLO, I FATTORI METEOROLOGICI CHE POSSONO INFLUENZARE IL MANTO NEVOSO IL VENTO

46 LA NEVE ED IL VENTO Il trasporto eolico della neve è un importante caratteristica del manto nevoso in quanto la ridistribuzione della neve trasportata dal vento può essere causa di distacco di valanghe (LASTRONI DA VENTO) Tipologie di trasporto

47 LA NEVE ED IL VENTO EROSIONE PRIMA FASE, ACCUMULO SECONDA FASE

48 IL VENTO, I LASTRONI DA VENTO E LE CORNICI GLI ACCUMULI DA VENTO DANNO LUOGO AI LASTRONI DA VENTO CORNICI LASTRONI

49 IL VENTO, I LASTRONI DA VENTO LA FORMAZIONE DEI LASTRONI E LA LORO DISTRIBUZIONE

50 IL VENTO, I LASTRONI DA VENTO LA FORMAZIONE DEI LASTRONI E LA LORO DISTRIBUZIONE

51 IL VENTO, I LASTRONI DA VENTO E LE CORNICI

52 La radiazione solare e la neve La radiazione solare (onda corta) è la fonte di energia che fa muovere l atmosfera, anzi essa si muove per cercare di ridistribuire l energia che il sole non onestamente distribuisce maggiormente su alcune regioni rispetto ad altre. La terra emette radiazione, a causa del riscaldamento solare, ad onda lunga (IR), largamente assorbita (e ri-emessa) dalle nubi. La neve riflette % (se n. fresca) o il % (se n. vecchia) dell onda corta, mentre emette - e quindi assorbe % dell onda lunga -> La neve resiste anche al sole, fino a che si libera il terreno. A quel punto inizia a fondere sempre più rapidamente. Quando è nuvoloso (con temperature positive) la neve si scalda di più!

53 LA NEVE AL SUOLO, I FATTORI METEOROLOGICI CHE POSSONO INFLUENZARE IL MANTO NEVOSO IL SOLE, LA RADIAZIONE E LE TEMPERATURE ESSENDO UN CORPO BIANCO, LA NEVE RIFLETTE GRAN PARTE DELLA RADIAZIONE SOLARE DIRETTA, ASSORBE INVECE LA RADIAZIONE EMESSA DA NUBI, OGGETTI E TERRENO

54 LA NEVE AL SUOLO, I FATTORI METEOROLOGICI CHE POSSONO INFLUENZARE IL MANTO NEVOSO IL SOLE, LA RADIAZIONE E LE TEMPERATURE

55 LA RADIAZIONE

56 LA NEVE AL SUOLO, I FATTORI METEOROLOGICI CHE POSSONO INFLUENZARE IL MANTO NEVOSO I RAGGI INFRAROSSI E LA NEVE COLORATA

57 LA NEVE COLORATA IMMAGINE MODIS CON NEVE COLORATA SULLE ALPI SUD-OCCIDENTALI: LA PRECIPITAZIONE È CADUTA INSIEME CON SABBIA DI ORIGINE SAHARIANA TRASPORTATA FINO SULLE ALPI DA INTENSE CORRENTI DI SCIROCCO

58 LE TEMPERATURE GLI SCAMBI TERMICI FRA L ATMOSFERA E IL MANTO NEVOSO SONO ELEMENTI IMPORTANTI PER L EVOLUZIONE DEL MANTO NEVOSO STESSO IN QUANTO PROVOCANO IL METAMORFISMO DELLA NEVE: COSTRUTTIVO (raffreddamento del manto nevoso) DISTRUTTIVO (riscaldamento del manto nevoso) LE TEMPERATURE SUPERIORI A 0 C PROVOCANO LA FUSIONE DEL MANTO NEVOSO.

59 SCAMBI TERMICI ARIA-NEVE SITUAZIONI CON RIMESCOLANZA AEROLOGICA DIURNA

60 SCAMBI TERMICI ARIA-NEVE SITUAZIONI CON RIMESCOLANZA AEROLOGICA NOTTURNA

61 SCAMBI TERMICI ARIA-NEVE SCAMBI IN ASSENZA DI RIMESCOLANZA

62 GLI SCAMBI TERMICI NEVE - ATMOSFERA SCAMBI TERMICI NEVE - ATMOSFERA: IN CASO DI FOEHN, CON INTENSO SCORRIMENTO DI ARIA MITE E SECCA SOPRA LA NEVE, SI HA UNA FORTE EROSIONE DEL MANTO NEVOSO, IN PARTE PER FUSIONE, MA ANCHE PER SUBLIMAZIONE DELLA NEVE CHE PASSA DALLO STATO SOLIDO ALLO STATO GASSOSO

63 LE TEMPERATURE LA TEMPERATURA DEL ARIA DETERMINA IL TIPO DI NEVE CHE SI DEPOSITA AL SUOLO IN SEGUITO LE TRASFORMAZIONI DEL MANTO NEVOSO SONO STRETTAMENTE COLLEGATE ALLA SITUAZIONE TERMICA IN ATTO

64 LE TEMPERATURE

65 LA COMPARSA D ACQUA ALL INTERNO DEL MANTO NEVOSO LA PERCENTUALE DI ACQUA LIQUIDA ALL INTERNO DEL MANTO NEVOSO È UN U FATTORE IMPORTANTE PER CAPIRE LA COESIONE O MENO DEL MANTO DAL 3 ALL 8% -> > L ACQUA SI TROVA AL LIVELLO CAPILARE E TENDE A CREARE LEGAMI FRA I GRANI E QUINDI RAFFORZA LA COESIONE DEI GRANI FRA DI LORO (AGGREGAZIONE). OLTRE 8% -> > L ACQUA DIVENTA UN ELEMENTO LUBRIFICANTE E IL MANTO NEVOSO PERDE PARTE DELLA SUA COESIONE CON GRANI CHE TENDONO A DISGREGARSI SI FUSIONE PRIMAVERILE O PIOGGIA

66 LA NEVE AL SUOLO, I FATTORI METEOROLOGICI CHE POSSONO INFLUENZARE IL MANTO NEVOSO PIOGGIA SULLA NEVE LA PIOGGIA TENDE A RISCALDARE IL MANTO NEVOSO, MA LA QUANTITÀ DI CALORE È MOLTO MODESTA, SOPRATTUTTO SE FREDDA, IN QUANTO CI VOGLIONO MOLTE CALORIE PER FONDERE UNA DETERMINATA MASSA DI NEVE, SPECIE SE DENSA. - L ASPETTO IMPORTANTE INVECE E L APPESANTIMENTO DEL MANTO NEVOSO CHE ASSORBE L ACQUA PIOVANA. IL PESO AGGIUNTO E LA PERCOLAZIONE HANNO EFFETTI IMPORTANTI SULLE PROPRIETÀ MECCANICHE DEGLI STRATI NEVOSI SOTTOSTANTI. - ALTRO RISCHIO, ACQUA CHE GHIACCIA IN SUPERFICIE O ALL INTERNO DEL MANTO NEVOSO, CON FORMAZIONE DI LIVELLI DI SLITTAMENTO OPPURE CON LIBERAZIONE DI CALORE LATENTE NELLA FASE DI CONGELAMENTO.

67 BRINA E GALAVERNA Brina: formazione di ghiaccio a partire dallo stato di vapore -> simile alla rugiada, ma con T suolo negative!

68 BRINA E GALAVERNA La Thuile - seggiovia P.S. Bernardo, 14 agosto 2006 Galaverna: formazione di ghiaccio a partire dallo stato liquido -> può formarsi per pioggia con T suolo negative o per nubi / nebbia che gelano sugli oggetti che incontrano La galaverna ci può consentire di capire da dove proveniva il vento nel momento della sua formazione. Basta non confondersi infatti la galaverna si forma sopravento e non sottovento come potrebbe venire spontaneo pensare!

69 BRINA E GALAVERNA Ecco i possibili effetti della galaverna sugli alberi e sugli escursionisti (Alpi Liguri, 13/1/2008)

70 IL GELICIDIO

71 IL GELICIDIO PERCHE POSSA VERIFICARSI IL GELICIDIO OCCORRONO CONDIZIONI PARTICOLARI DI FREDDO DINAMICO E NON SOLO GELATE NOTTURNE DI TIPO RADIATIVO. IL SUOLO INFATTI DEVE GELARE IN MANIERA DUREVOLE IN MODO TALE DA POTER FAVORIRE IL CONGELAMENTO INSTANTANEO DELLA PIOGGIA AL SUO CONTATTO. SULLA BASE DELLE RICERCHE EFFETTUATE DA METEO FRANCE SI CONSIDERA CHE L INTENSITÀ DEL GELO DEVE SUPERARE I 5 C E CHE LE TEMPERATURE DEVONO MANTERNERSI SOTTO ZERO PER ALCUNI GIORNI, ANCHE DI GIORNO. LE SITUAZIONI PIÙ RISCHIOSE SONO LE PERTURBAZIONI ATLANTICHE CON AVVEZIONE CALDA IN SEGUITO AD ONDATE DINAMICHE DI FREDDO INTENSO.

72 NEVE - PIOGGIA - GHIACCIO Lo strato di aria fredda intrappolato nel fondovalle fa sì che la pioggia si ritrasformi in palline di ghiaccio (non certo in veri fiocchi di neve quelli, come abbiamo visto, si formano negli strati alti della troposfera con temperature molto basse) prima di giungere al suolo. Neve Morgex, 9 marzo 2006 Pioggia Ghiaccio Ore 7: Morgex 1.6 C Courmayeur +1.6 C

73 ITER PREVISIONALE DI UNA SITUAZIONE PERTURBATA CON NEVE PRIMA TAPPA: ANALISI ED OSSERVAZIONE DELLA SITUAZIONE ATTUALE ANALISI DELLA SITUAZIONE IN ATTO CON VISUALIZZAZIONE DELLE CARTE DI ANALISI AL SUOLO DELLE ORE 6, ANCHE DEI LIVELLI 850, 700 E 500 hpa DELLE ORE 00 VISUALIZZAZIONE DEI DATI STAZIONI AUTOMATICHE VISUALIZZAZIONE DELLE IMMAGINI SATELLITARI ED IN CASO DI DIFFICOLTÀ INTERPRETATIVE SI RICERCA L AUSILIO L DEL SATREP LETTURA DELLA SITUAZIONE ATTUALE SUL SISTEMA SYNERGIE ED IN CASO DI PRECIPITAZIONI SGUARDO ALLE ULTIME IMMAGINI RADAR L ANALISI DELLA SITUAZIONE INIZIALE SUL PROPRIO TERRITORIO E FONDAMENTALE

74 ITER PREVISIONALE DI UNA SITUAZIONE PERTURBATA CON NEVE PASSO SUCCESSIVO: LA PREVISIONE NUMERICA LETTURA E RAFFRONTO DEI MODELLI GLOBALI CON LA SITUAZIONE IN ATTO: IN QUESTO MODO SI POSSONO INDIVIDUARE LE QUALITÀ E LE LACUNE DELLE PROEZIONI NUMERICHE TAPPA CHIAMATA «EXPERTISE UMANA» SCELTA DEL MODELLO RITENUTO COME PIÙ ATTENDIBILE, MA CONSERVANDO UN MINIMO DI SPIRITO CRITICO, SPECIE IN CASO DI DISCREPANZE FRA LA SITUAZIONE OSSERVATA E IL MODELLO STESSO, APPORTANDO LE CORREZIONI NECESSARIE AD UNA BUONA PREVISIONE LA PRESTAZIONE PREVISIONALE SI MISURA VALUTANDO LE CARATERISTICHE DEGLI ERRORI FRA I VALORI PREVISTI ED I VALORI OSSERVATI. GLI ERRORI INIZIALI TENDONO AD AMPLIFICARSI CON IL PASSARE DEL TEMPO.

75 ITER PREVISIONALE DI UNA SITUAZIONE PERTURBATA CON NEVE DOPO L APPROCCIO ANALITICO E LA VISUALIZZAZIONE CRITICA DEI MODELLI GLOBALI, SI GUARDANO LE CARTE TEMATICHE: PRECIPITAZIONI, CAMPI TERMICI E VENTI A 700, 850 hpa ED AL SUOLO. RICERCA DI ELEMENTI PARTICOLARI SOVENTE MAL PERCEPITI DAI MODELLI NUMERICI: - FI (Front intensification) - DISCONTINUITÀ POST-FRONTALI (linee( di instabilità), - ANDAMENTO BARICO NON LINEARE CON QUELLO PREVISTO (isolamento di una depressione sottovento), - ORIENTAMENTO ED INTENSITÀ DEI VENTI - ANTICIPAZIONE DELLE PRECIPITAZIONI PER EFFETTO STAU -VALUTAZIONE SPAZIO TEMPORALE DELLE FENOMENOLOGIE E DELLA LORO INTENSITÀ

76 ITER PREVISIONALE DI UNA SITUAZIONE PERTURBATA CON NEVE LAM: previsione precipitazioni

77 ITER PREVISIONALE DI UNA SITUAZIONE PERTURBATA CON NEVE LAM: previsione T a 850 hpa

78 ALLERTE METEOROLOGICHE IN CASO DI SITUAZIONI NEVOSE ESEMPIO DI METEO FRANCE

79 CONCLUSIONE LE NEVICATE A BASSA QUOTA IN ITALIA LA PREVISIONE NEVE RIMANE IN MOLTE SITUAZIONI UN AZZARDO BISOGNA PRESTARE ATTENZIONE ALL OSSERVAZIONE DIRETTA, CONOSCERE BENE LE TEMPERATURE SOTTO IL LIVELLO 850 hpa, SPECIE IN CASO DI NEVICATE DA CUSCINETTO. NON CI SI PUÒ BASARE SOLO SUI PROFILI TERMICI RELATIVI AI RADIOSONDAGGI DI MILANO, CUNEO, LIONE E PAYERNE, OCCORRE MONITORARE CON ATTENZIONE LO STRATO LIMITE.

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