Giugno 2011 numero 3. Osservatorio sui protesti e i pagamenti delle imprese

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1 Giugno 2011 numero 3 Osservatorio sui protesti e i pagamenti delle imprese

2 I miglioramenti sono diffusi a tutta la Penisola e a quasi tutti i settori Calano i protesti tra le PMI, migliora la puntualità Sintesi dei risultati Dopo un lungo periodo di difficoltà sul fronte dei pagamenti e della liquidità delle imprese, nella prima parte del 2011 la situazione sembra aver finalmente iniziato un inversione di rotta: i dati tratti dagli archivi di Cerved Group indicano infatti che al calo del numero di imprese protestate corrisponde un miglioramento nella puntualità dei pagamenti delle aziende, accompagnata da una diminuzione di società che hanno accumulato ritardi gravi con i fornitori. Tra gennaio e marzo del 2011 sono state protestate 65 mila aziende, il 6,6% in meno rispetto allo stesso periodo Le variabili osservate Imprese protestate: aziende (codici fiscali attribuibili a persone giuridiche o a persone fisiche cui corrisponde un impresa individuale) cui è stato levato almeno un protesto in un dato trimestre. Termini concordati: giorni tra la data di emissione di una fattura e la sua scadenza. Giorni di pagamento: giorni tra la data di emissione e l effettiva liquidazione della fattura. Puntualità dell impresa e giorni di ritardo: differenza tra giorni di pagamento e termini concordati. Quando la differenza è negativa, l impresa è puntuale, altrimenti la differenza corrisponde ai giorni di ritardo. del 2010 e l 1,6% in meno rispetto agli ultimi tre mesi del Dal picco raggiunto nel terzo trimestre del 2009, quando 72 mila aziende erano incappate in uno o più protesti, il fenomeno ha iniziato un percorso di graduale ritorno verso i valori che precedevano lo scoppio della crisi, pur rimanendo il numero di società protestate nel primo trimestre del 2011 ancora del 9,9% superiore rispetto a quanto osservato in media tra l inizio del 2007 e la metà del Il calo di imprese protestate ha interessato praticamente tutti i settori di attività (fanno eccezione le sole società immobiliari), ma sono pochi i comparti in cui il numero dei protesti è già tornato al di sotto del periodo precrisi: si tratta del sistema moda, del settore dei beni di consumo, dell hi tech, dei prodotti intermedi, della chimicafarmaceutica Le imprese protestate aziende cui è stato levato almeno un protesto o una cambiale (1q q 2010) I settori in cui i protesti sono già sotto i livelli precrisi numero di protesti, il valore indicato è la differenza % tra 1q 2011 e media 1q 20072q 2008 media 1q q q q q 2q 3q 4q 1q 2q 3q 4q 1q 2q 3q 4q 1q 2q 3q 4q 1q ,8% 14,1% sistema moda altri beni di consumo largo consumo 13,6% 6,5% elettrotecnica e informatica 4,5% prodotti intermedi 0,5% chimica e farmaceutica Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

3 I settori in cui i protesti sono più lontani dai livelli precrisi numero di protesti, il valore indicato è la differenza % tra 1q 2011 e media 1q 20072q 2008 Le imprese protestate per area geografica imprese protestate, il valore indicato si riferisce alla differenza % del valore del 1q 2011 rispetto al periodo precrisi media 1q q q q ,9% +17,7% media 1q q q q ,2% +11,1% +9,9% ,1% +12,6% +12,7% +15,5% +17,3% s. casa logistica elettro costruzioni mezzi info e meccanica trasporto intratt. +28,2% +66,1% +22,1% servizi utility serv. immob. finanziari % Nord Est Nord Ovest Centro Sud e Isole Viceversa, immobiliare, servizi (finanziari e non), informazione e intrattenimento, filiera auto e costruzioni sono i comparti che rimangono più distanti da una situazione di normalità. A livello geografico, il calo osservato sul territorio nazionale nei primi tre mesi dell anno ha interessato tutta la Penisola, anche se con diversa intensità: è il Nord Ovest a guidare il ritorno verso la normalità (le imprese protestate nei primi tre mesi dell anno sono del 6,2% maggiori rispetto al valore trimestrale medio osservato nell anno e mezzo che ha preceduto lo scoppio della crisi), con una riduzione dei protesti dell 8,1% su base tendenziale, mentre nel Nord Est il calo è più lento (2,6% sul tendenziale, e ancora +17% rispetto al periodo precrisi), soprattutto a causa della cattiva performance del Veneto (+31% rispetto al periodo precrisi). I segnali positivi emersi sul fronte dei protesti sono confermati dai dati di Payline, il database di Cerved Group che monitora le abitudini di pagamento di oltre un milione di aziende italiane: per il secondo trimestre consecutivo è infatti aumentato il numero di aziende che saldano le fatture entro i termini concordati con i fornitori, passando dal 40,9% del quarto trimestre 2010 al 42,2% del primo A questo dato se ne aggiunge un altro ancora più importante per la solidità economicofinanziaria del Le imprese puntuali percentuale imprese con giorni medi di pagamento inferiori a quelli concordati Le imprese che pagano in grave ritardo percentuale imprese che hanno accumulato ritardi superiori a 60 giorni 41,8% 41,7% 41,9% 42,5% 43,5% 42,0% 42,2% 7,2% 7,2% 7,0% 39,6% 40,9% 6,6% 6,4% 6,6% 6,2% 6,5% 6,2% 1q2009 2q2009 3q2009 4q2009 1q2010 2q2010 3q q q q2009 2q2009 3q2009 4q2009 1q2010 2q2010 3q q q I dati sui pagamenti si riferiscono a campioni chiusi annuali a scorrimento: di conseguenza, i dati pubblicati nel precedente numero dell Osservatorio possono subire lievi aggiustamenti (v. nota metodologica Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

4 48,6% Le imprese puntuali per area imprese per cui i giorni medi di pagamento sono inferiori ai termini medi concordati % rispetto al totale dell'area Le imprese che hanno concordato termini brevi in fattura percentuale imprese con termini medi inferiori a 30 giorni 41,7% 46,1% 38,0% 38,0% 36,0% 45,7% 43,3% 43,3% 37,0% 38,8% 37,9% 45,2% 44,7% 39,7% 38,5% 47,2% 46,8% 39,9% 38,0% 38,2% 45,2% 43,5% 41,8% 44,1% 41,5% 39,3% 40,8% 39,1% 37,3% 37,1% 37,7% 44,5% 42,7% 41,0% 39,7% 41,9% 39,7% 36,9% 37,3% 32,7% 32,2% 31,6% 31,6% 33,4% Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole 1q2009 2q2009 3q2009 4q2009 1q2010 2q2010 3q2010 4q2010 1q2011 1q2009 2q2009 3q2009 4q2009 1q2010 2q2010 3q q q 2011 nostro sistema produttivo: diversamente dal trimestre scorso quando al miglioramento nella puntualità era corrisposto un aumento di aziende con ritardi di oltre 60 giorni nei primi tre mesi del 2011 è diminuito il numero di imprese che hanno accumulato ritardi gravi. La maggiore puntualità delle aziende non dipende da pagamenti più rapidi, ma è favorita dall allungamento delle scadenze pattuite: dopo lo scoppio della crisi, i fornitori avevano iniziato sempre più spesso a pretendere pagamenti a breve termine, ottenendo condizioni in fattura più stringenti; nel primo trimestre del 2011 questa tendenza si è invece interrotta, generando un miglioramento della puntualità diffuso alle piccole, alle medie, alle grandi imprese, a tutti i settori e a tutte le aree geografiche. La puntualità osservata nei diversi settori è fortemente influenzata dal peso delle società di minore dimensione nell ambito dei diversi comparti (le imprese maggiori sfruttano spesso il loro potere negoziale non rispettando le scadenze pattuite). Un focus sulle sole PMI con un fatturato compreso tra 2 e 50 milioni di euro (sono quindi escluse le microimprese) ha permesso di neutralizzare questo effetto: a sorpresa, i settori in cui si riscontra una maggiore presenza di imprese puntuali risultano essere il sistema moda (il 45,5% delle PMI), la filiera auto (il 43,1%), l agricoltura e la prima trasformazione (35,7%); viceversa, quelli in cui è maggiore la presenza di imprese in grave ritardo risultano l immobiliare (9,8%), i servizi finanziari e assicurativi (7,6%) e i servizi non finanziari (7,4%). I settori con la maggiore presenza di PMI puntuali % rispetto al totale delle società di capitale nella fascia di fatturato 250 milioni del settore (primo trimestre 2011) 45.5% 43.1% 9.8% I settori con la maggiore presenza di PMI in grave ritardo % rispetto al totale delle società di capitale nella fascia di fatturato 250 milioni del settore (primo trimestre 2011) 35.7% 34.9% 34.3% 7.6% 7.4% 7.0% 6.8% 6.6% 6.4% sistema moda mezzi di trasporto agricoltura e prima trasformazione chimica e farmaceutica immobiliari immobiliari servizi finanziari e assicurativi servizi non finanziari logistica e trasporti carburanti, energia e utility distribuzione costruzioni Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

5 I protesti Nei primi tre mesi del 2011 è proseguito il calo nel numero di imprese cui è stato levato almeno un protesto o una cambiale: secondo gli archivi di Cerved Group, tra gennaio e marzo sono state protestate 65 mila aziende (il 6,6% in meno rispetto allo stesso periodo del 2010 e l 1,6% in meno rispetto all ultimo trimestre del 2010). Negli stessi tre mesi, il totale degli effetti protestati ammonta a 210 mila, per un importo di 741 milioni di euro: si tratta di valori leggermente superiori rispetto al trimestre precedente (rispettivamente +0,4% e +4,2%, su cui pesano fenomeni di stagionalità), ma notevolmente inferiori rispetto allo stesso periodo del 2010 (10% e 12,1%), a conferma del graduale ritorno del fenomeno verso i livelli precrisi. I dati indicano che i protesti sono un fenomeno che tocca principalmente imprese di dimensione piccola o microscopica: nel 70% dei casi si tratta di soggetti titolari di ditte individuali, nel 18% di società di capitali e nel restante 12% di società di persone o altre forme giuridiche (tra le quali, il 90% non supera i 2 milioni di euro di fatturato). Il calo di soggetti incappati in un protesto ha riguardato tutte le forme giuridiche considerate, ma è stato maggiore tra le imprese individuali (7% rispetto al primo trimestre 2010) e tra le società di persone e le altre forme giuridiche (7,2%), rispetto a quanto osservato tra le società di capitale (4,4%). Risultano invece in forte aumento (+20%) i protesti tra le società con ricavi inferiori a 2 milioni di euro. Le imprese protestate aziende cui è stato levato almeno un protesto o una cambiale (1q q 2010) Titoli e importo dei protesti levati alle imprese effetti protestati e valore dei protesti (scala dx, '000 ) q 2q 3q 4q 1q 2q 3q 4q 1q 2q 3q 4q 1q 2q 3q 4q 1q protesti importi protestati (scala dx) 1q 2q 3q 4q 1q 2q 3q 4q 1q 2q 3q 4q 1q 2q 3q 4q 1q Le imprese protestate per forma giuridica imprese protestate, il valore indicato si riferisce al tasso 1q 2011 /1q 2010 Le società di capitale protestate per dimensione imprese protestate, il valore indicato si riferisce al tasso 1q 2011 /1q q q q % q q q % ,4% 7,2% imprese individuali Società di capitali Società di persone e altre forme % 3,6% 12,3% no bilancio <2 mil 210 mil 1050 mil >50 mil 6,3% Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

6 Gli andamenti settoriali La riduzione del numero di imprese protestate tra il primo trimestre del 2011 e lo stesso periodo del 2010 ha riguardato tutti i settori 2 (fanno eccezione le sole società immobiliari, +3,1%), con cali particolarmente evidenti nel sistema moda (19,9%), nella siderurgia (19,3%), nel largo consumo (18,4%), tra le aziende che producono prodotti intermedi (12,4%). Nella maggior parte dei comparti, il numero di società protestate rimane però maggiore rispetto a quanto osservato nel periodo precrisi: se si confronta con il numero medio di imprese protestate in un singolo trimestre tra l inizio del 2007 e il giugno del 2008, il dato del primo trimestre 2011 risulta maggiore soprattutto per le I settori in cui i protesti sono più lontani dai livelli precrisi numero di protesti, il valore indicato è la differenza % tra 1q 2011 e media 1q 20072q ,1% media 1q q q q ,6% I settori in cui i protesti sono già sotto i livelli precrisi numero di protesti, il valore indicato è la differenza % tra 1q 2011 e media 1q 20072q 2008 media 1q q q q ,8% +12,7% 14,1% sistema moda altri beni di consumo +13,9% +15,5% +17,3% s. casa logistica elettro costruzioni mezzi info e meccanica trasporto intratt. largo consumo 13,6% +17,7% 6,5% elettrotecnica e informatica +28,2% +66,1% +22,1% servizi utility serv. immob. finanziari 4,5% prodotti intermedi 0,5% chimica e farmaceutica società immobiliari (+66%), ma anche per i servizi finanziari e assicurativi (+28,2%), nelle utility (+22,1%), nei servizi (+17,7%), nell informazione e intrattenimento (+17,3%), nella filiera auto (+15,5%), nelle costruzioni (+13,9%), nella meccanica (+12,7%), nella logistica e trasporti (+12,6%) e nel sistema casa (+12,1%). Viceversa, hanno già recuperato rispetto ai livelli precrisi il sistema moda (14,8%), il settore degli altri beni di consumo (14,1%), del largo consumo (13,6%), dell elettrotecnica e informatica (6,5%), dei prodotti intermedi (4,5%), della chimica e farmaceutica (0,5%). La frequenza dei protesti nei vari settori dipende da vari fattori, tra i quali giocano un ruolo importante la diffusione di assegni e cambiali come mezzo di pagamento e la popolazione delle imprese operative. Mezzi di trasporto (1,8 protesti ogni 100 imprese operative), costruzioni (1,77), sistema casa (1,55), logistica e trasporti (1,49) e distribuzione (1,43) sono i comparti in cui si osserva la maggiore incidenza dei protesti; viceversa, società immobiliari (0,29), elettrotecnica e informatica (0,46), aziende agricole e di prima trasformazione (0,50), servizi finanziari e assicurativi (0,53) e chimica (0,61) i comparti meno colpiti. 2 Da questo numero, i dati vengono analizzati secondo la classificazione settoriale SIRC di Cerved Group. Rispetto alla classificazione Ateco, che ha un approccio merceologico (distingue i settori in base agli input utilizzati nella produzione dalle imprese), la classificazione SIRC adotta un approccio di mercato (distingue i settori in base ai mercati finali in cui operano le imprese) Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

7 L'incidenza dei protesti nei settori imprese protestate sulle operative nel settore 1.79% 1.77% 1.55% 1.49% 1.43% 1.21% 1.18% 1.13% 1.11% 1.03% 0.98% 0.89% 0.82% 0.64% 0.61% 0.53% 0.50% 0.46% 0.29% mezzi di trasporto costruzioni sistema casa logistica e trasporti distribuzio ne metalli e lavorazione dei metalli prodotti intermedi servizi non finanziari sistema moda informazio ne, comunicazi altri beni di consumo elettromec canica largo consumo 45% carburanti, energia e utility chimica e farmaceuti ca servizi finanziari e assicurativi aziende agricole e di prima elettrotecn ica e informatica immobiliari Gli andamenti territoriali A livello geografico, il calo osservato sul territorio nazionale nei primi tre mesi dell anno ha interessato l intera Penisola, anche se in tutte le macroaree il numero di aziende protestate rimane su livelli ben superiori rispetto a quanto osservato prima della crisi. Nel Nord Est, il calo tra gennaio e marzo del 2011 è minore rispetto alla media nazionale (2,6% sullo stesso periodo del 2010 e 2,7% sul quarto trimestre 2010): su questo incide soprattutto il dato negativo del Veneto, in cui le imprese protestate risultano in aumento (rispettivamente, +0,4% e +3,5%). Con società protestate nella prima parte del 2011, il Nord Est pur confermandosi l area con la minore incidenza dei protesti è anche la zona in cui la situazione è più lontana rispetto ai livelli che si osservavano prima della crisi (+17% rispetto al valore medio delle imprese protestate in un singolo trimestre tra l inizio del 2007 e la metà del 2008). Su questo pesa soprattutto il dato del Veneto, la regione italiana che fatica di più a tornare verso i livelli precrisi (+31%), seguito a una certa distanza dall Emilia Romagna (+11,7%) e dal Friuli (+6,3%); viceversa il Trentino Alto Adige è già sceso al di sotto (7,3%). Il Nord Ovest è l area in cui le imprese protestate sono diminuite più rapidamente nei primi tre mesi del 2011 (8,1% rispetto allo stesso periodo del 2010 e 2% rispetto al quarto trimestre), grazie a miglioramenti che hanno interessato tutte le regioni (6% in Liguria, 7,4% in Lombardia, 11,5% in Piemonte, 18% in Val d Aosta) e che hanno portato l area ai livelli più prossimi a quelli precrisi Andamento dei protesti nel Nord Est tassi di variazione % 1q 2011/1q q2011/ media 1q 20072q 2008 Andamento dei protesti nel Nord Ovest tassi di variazione % 1q 2011/1q q2011/ media 1q 20072q ,9% 9,0% 5,1% 9,9% 11,7% 6,3% 0,4% 4,8% 3,5% 1,7% 7,3% Emilia romagna Friuli Trentino a.a. Veneto 6,0% 7,4% 11,5% 10,7% 18,0% Liguria Lombardia Piemonte Valle d'aosta Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

8 Andamento dei protesti nel Centro tassi di variazione % 1q 2011/1q q2011/ media 1q 20072q 2008 Andamento dei protesti nel Sud e nelle Isole tassi di variazione % 1q 2011/1q q2011/ media 1q 20072q ,8% 19,7% 15,9% 19,7% 18,6% 9,7% 3,0% 6,6% 11,9% 2,4% 6,8% 10,0% 3,0% 11,4% 11,6% 11,7% 1,4% Lazio Marche Toscana Umbria 1,4% 4,2% 2,8% 5,3% 3,8% 8,4% 7,9% Abruzzo Basilicata Calabria Campania Molise Puglia Sardegna Sicilia (+6,2%). A parte la Val d Aosta (le società protestate sono scese al di sotto del livello precrisi), è soprattutto la Lombardia ad aver recuperato rapidamente (+5,1%), mentre Piemonte e Liguria evidenziano differenze maggiori (+9,9% e +9%). Nelle regioni del Centro sono state protestate quasi 17 mila imprese (1,5% sul trimestre precedente e 8,8% sul primo del 2010), un valore dell 11% maggiore rispetto a quello medio precrisi. I cali più consistenti si osservano nel Lazio e nelle Marche (11,6% e 11,7% rispetto al primo trimestre del 2010); in Toscana la riduzione è solo dell 1,4% mentre in Umbria il numero di società protestate risulta addirittura in aumento (+6,6%). Toscana e Umbria risultano anche le regioni in cui la situazione, confrontata al periodo precrisi, è più difficile: rispettivamente +17,8% e +19,7% contro il +9,7% del Lazio e il +3% delle Marche. Storicamente, il Mezzogiorno è l area del Paese in cui il fenomeno dei protesti è più diffuso: nel primo trimestre 2011 si contano oltre 26 mila società protestate, un valore comunque in calo del 5,1% rispetto allo stesso periodo del 2010 e dell 1,1% rispetto al trimestre precedente. Ad eccezione della Calabria, in cui le imprese protestate crescono del 2,4% rispetto allo stesso periodo del 2010, i valori sono in calo in tutto il Mezzogiorno. Le riduzioni maggiori si osservano in Campania (8,4%) e in Puglia (7,9%), le regioni che stanno tornando più rapidamente alla situazione precrisi (rispettivamente +6,8% e +3% sul livello medio 2007metà 2008); viceversa Calabria e Sardegna sono le regioni in cui il numero di società protestate rimane più distante dal livello precrisi (+19,7% e +18,6%). L'incidenza dei protesti nelle regioni italiane 2,00% 1,95% protesti su 100 imprese operative nella regione 1,58% 1,52% 1,35% 1,33% 1,24% 1,20% 1,12% 1,01% 0,98% 0,90% 0,75% 0,71% 0,69% 0,64% 0,54% 0,51% 0,38% 0,22% Calabria Lazio Campania Sicilia Puglia Lomb. Abruz. Basilicata Molise Marche Umbria Tosc. Sardegna Emilia Piemonte Liguria Veneto Friuli Valle romagna d'aosta Trentino a.a Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

9 I pagamenti I segnali positivi emersi dall andamento dei protesti delle imprese sono ampiamente confermati dai dati di Payline, il database di Cerved Group che monitora le abitudini di pagamento di oltre un milione di aziende italiane. Per il secondo trimestre consecutivo è infatti aumentato il numero di aziende che saldano le fatture entro i termini concordati con i fornitori: sono puntuali il 42,2% delle società monitorate, contro il 40,9% del trimestre precedente (e il 39,6% del terzo trimestre del 2010). Mentre nell ultima parte del 2010 all aumento della puntualità era coinciso un incremento dei gravi ritardi, nel primo trimestre del 2011 si osserva uno spostamento dell intera distribuzione verso ritardi meno gravi: la percentuale di aziende che salda dopo oltre 60 giorni rispetto alle scadenze pattuite passa dal 7% al 6,2% e quella di imprese che paga con un ritardo superiore ai 30 giorni dal 16,2% al 14,4%. La puntualità nei pagamenti percentuale imprese per giorni di ritardo rispetto ai termini concordati puntuali 030 giorni 3060 giorni oltre 60 giorni 44,9% 43,2% 42,8% 43,4% 41,9% 42,5% 43,5% 42,0% 43,1% 41,8% 41,7% 41,2% 40,6% 40,9% 42,0% 40,9% 42,2% 39,6% 9,7% 8,8% 6,6% 6,4% 7,2% 7,2% 6,6% 6,2% 6,5% 7,0% 6,2% La maggiore puntualità delle imprese osservata nel primo trimestre è stata favorita in maniera decisiva dall allungamento delle scadenze di pagamento pattuite tra fornitori e clienti. Dopo lo scoppio della crisi, i fornitori avevano iniziato sempre più spesso a pretendere pagamenti a breve termine, ottenendo condizioni in fattura più stringenti; nel primo trimestre del 2011 questa tendenza si è invece interrotta: la percentuale di aziende che hanno concordato termini brevi (inferiori a 30 giorni) si è ridotto dal 33,7% del quarto trimestre al 31%; ne è seguito un aumento degli accordi tra uno e due mesi (dal 31,4% al 33,6%), tra due e tre mesi (dal 21% al 21,5%) e oltre 90 giorni (dal 13,7% al 14,1%). I tempi effettivi di liquidazione delle fatture osservati tra gennaio e marzo del 2011, non molto diversi 10,3% 9,1% 8,9% 8,5% 9,0% 9,2% 1q2009 2q2009 3q2009 4q2009 1q2010 2q2010 3q q q ,2% 41,9% 22,8% 22,0% 13,3% 39,7% 25,5% 11,3% Distribuzione per termini concordati percentuale imprese per termini medi concordati in fattura 36,9% 37,3% 26,1% 23,6% 24,4% 26,8% 23,2% 12,7% 12,6% 32,7% 28,2% 24,7% 14,4% 33,3% 33,7% 31,6% 32,2% 31,5% 31,6% 22,4% 23,0% 12,1% 33,4% 31,0% 21,0% 21,5% 13,8% 13,7% 14,1% 030 giorni 3060 giorni 6090 giorni oltre 90 giorni 33,9% 26,2% 16,5% 33,0% 27,5% 18,9% 29,7% 28,1% 23,4% 23,3% 20,5% 18,9% Distribuzione per tempi di pagamento percentuale imprese per giorni medi di pagamento 31,0% 28,7% 29,0% 28,3% 27,2% 27,6% 25,6% 26,4% 25,5% 25,7% 25,2% 23,6% 24,1% 23,6% 25,2% 23,6% 23,1% 24,2% 23,5% 23,5% 23,4% 21,0% 20,3% 20,6% 030 giorni 3060 giorni 6090 giorni oltre 90 giorni 1q2009 2q2009 3q2009 4q2009 1q2010 2q2010 3q q q q2009 2q2009 3q2009 4q2009 1q2010 2q2010 3q q q Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

10 Le imprese puntuali per area imprese per cui i giorni medi di pagamento sono inferiori ai termini medi concordati 48,6% % rispetto al totale dell'area 46,1% 47,2% 45,7% 45,2% 46,8% 45,2% 44,7% 44,1% 43,3% 43,3% 43,5% 41,8% 41,5% 41,7% 39,7% 39,9% 40,8% 38,8% 39,3% 39,1% 38,0% 38,0% 37,3% 38,5% 37,9% 38,0% 38,2% 37,7% 37,0% 37,1% 36,0% 44,5% 42,7% Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole 41,0% 39,7% 1q2009 2q2009 3q2009 4q2009 1q2010 2q2010 3q2010 4q2010 1q ,9% 7,6% Le imprese che pagano con ritardi superiori a 2 mesi per area imprese per cui i giorni medi di pagamento sono superiori ai termini medi concordati di oltre 60 gg % rispetto al totale dell'area 10,8% 7,3% 11,3% 11,8% 8,0% 8,2% 10,9% 10,8% 10,9% 8,1% 6,1% 5,6% 5,6% 5,6% 5,2% 4,9% 4,6% 4,8% 4,5% 4,6% 4,6% 3,9% 4,2% 4,3% 4,1% 3,6% 3,6% 3,8% 7,4% 7,6% Nord Ovest Nord Est Centro Sud e Isole 11,8% 8,1% 10,6% 1q2009 2q2009 3q2009 4q2009 1q2010 2q2010 3q2010 4q2010 1q2011 7,3% da quelli del trimestre precedente, confermano che la maggiore puntualità delle aziende è attribuibile principalmente all allungamento delle scadenze. Nei primi tre mesi del 2011 è infati diminuita la quota di aziende che saldano le fatture entro un mese (dal 25,2% al 24,1%), a favore dei pagamenti tra 30 e 60 giorni (dal 27,6% al 29%), mentre è rimasta sostanzialmente immutata la percentuale di società che liquidano i fornitori tra due e tre mesi e oltre i tre mesi. Gli andamenti territoriali La maggiore puntualità nei pagamenti e la minore presenza di imprese in grave ritardo, favorita dall allungamento delle scadenze pattuite tra clienti e fornitori, è un fenomeno diffuso a tutte le aree del Paese. Con una percentuale di imprese puntuali pari al 44,5%, è il Nord Ovest l area in cui si osserva la maggiore presenza di aziende che saldano le fatture entro i tempi concordati (in crescita rispetto al 44,1% del trimestre precedente). La puntualità cresce in Piemonte (dal 44,5% al 45,2%), in Val d Aosta (dal 35,7% al 37,2%), in Liguria (dal 42,3% al 45,6%), ma rimane sostanzialmente stabile in Lombardia (diminuisce dal 44,4% al 44,2%). Cala di oltre un punto percentuale la presenza di aziende in grave ritardo nell area (dal 5,6% al 4,5%), con riduzioni generalizzate a tutto il Nord Ovest. Nel Nord Est la presenza di imprese puntuali cresce dal 41,5% del quarto trimestre 2010 al 42,7% dei primi tre mesi del 2011, mentre la percentuale di aziende in grave ritardo rimane sostanzialmente stabile (cala leggermente dal 4,3% al 4,1%), attestandosi sui livelli più bassi tra quelli osservati in tutte le aree della Penisola. Mentre in Friuli il miglioramento della 44,5% 45,2% Nord Ovest: le imprese puntuali imprese per cui i giorni medi di pagamento sono inferiori ai termini medi concordati % rispetto al totale della regione 37,2% 35,7% 44,4% 44,2% 4q2010 1q ,6% 42,3% Piemonte Valle d'aosta Lombardia Liguria Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

11 Nord Est: le imprese puntuali imprese per cui i giorni medi di pagamento sono inferiori ai termini medi concordati % rispetto al totale della regione 4q2010 1q ,9% 41,3% 40,1% 41,4% 43,5% 44,4% 42,2% 41,7% 39,3% 39,7% Centro: le imprese puntuali imprese per cui i giorni medi di pagamento sono inferiori ai termini medi concordati % rispetto al totale della regione 47,1% 47,3% 37,7% 35,2% 4q2010 1q ,2% 41,3% Trentino a.a. Veneto Friuli Emilia romagna Umbria Marche Lazio Toscana puntualità si traduce in un aumento della presenza di aziende che saldano entro le scadenze (dal 42,2% al 43,5%) e in una riduzione dei gravi ritardi (dal 5,2% al 4%), in Emilia Romagna cresce la presenza di imprese puntuali (di 2,7 punti, dal 41,7% al 44,4%) ma anche quella di società con ritardi superiori a 60 giorni (dal 3,9% al 4,3%). In Trentino, la riduzione della puntualità (dal 40,9% al 40,1%), coincide con una minore percentuale di aziende in grave ritardo (cala dal 3,5% al 2,9%); in Veneto invece la puntualità delle aziende rimane sostanzialmente stabile (41,4% contro il 41,3% del trimestre precedente), mentre si riduce la percentuale di società in grave ritardo (dal 4,8% al 4,2%). In tutte le regioni del Centro Italia cresce il numero di aziende che saldano le fatture entro le scadenze pattuite: con una percentuale di imprese puntuali del 47,3% (47,1% nel trimestre precedente), le Marche sono la regione più virtuosa dell area, seguite dalla Toscana (43,2% contro il 41,3%), dall Umbria (39,7% contro 39,3%) e dal Lazio (37,7% contro 35,2%). Anche il calo dei gravi ritardi è un fenomeno che interessa tutte le regioni dell area: Lazio e Umbria rimangono quelle con una maggiore presenza di aziende che hanno accumulato ritardi di oltre 60 giorni rispetto alle scadenze (rispettivamente, 8,8% e 6,2%). Nel Mezzogiorno la puntualità è in aumento di due punti percentuali (dal 37,7% al 39,7%) ed è al di sopra del 40% in Sardegna (44,2%, +1,9% rispetto al trimestre precedente), in Abruzzo (42,8%, +4,8%), in Puglia (41%, +2,3%) in Campania (40,5%, +2,1%) e in Basilicata (40,1%, +0,9%), mentre rimane a livelli particolarmente bassi in Sicilia (32,7%) e in Molise (35,9%). Nonostante il trend in miglioramento osservato in tutte le regioni dell area tra quarto 38,0% 42,8% Sud e Isole: le imprese puntuali imprese per cui i giorni medi di pagamento sono inferiori ai termini medi concordati % rispetto al totale della regione 35,0% 35,9% 40,5% 41,0% 38,4% 38,7% 40,1% 39,2% 4q2010 1q ,2% 42,3% 39,5% 37,2% 32,7% 32,2% Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

12 trimestre 2010 e primo trimestre 2011, rimane elevata la presenza di aziende in grave ritardo (pari al 10,6%, contro l 11,8% del trimestre precedente), con percentuali particolarmente critiche in Sicilia (14,7%), Calabria (11,5%), Basilicata (11%), Campania (10,7%) e in Puglia (10%). Gli andamenti per dimensione e forma giuridica I dati per forma giuridica e per classe di fatturato dimostrano che le società di dimensione maggiore sfruttano il loro potere negoziale non solo spuntando scadenze in fattura più vantaggiose, ma anche sforando più frequentemente i termini (più favorevoli) pattuiti con la controparte. Nel primo trimestre 2011, in tutte le forme giuridiche e in tutte le classi dimensionali considerate si sono allungate le scadenze pattuite tra clienti e fornitori: la diffusione di accordi a breve termine (entro trenta giorni) diminuisce dal 38,2% al 36,4% tra le imprese individuali, dal 32,2% al 29,7% tra le società di persone e dal 30,5% al 26,5% tra le società di capitale; tra queste ultime, che hanno l obbligo di deposito del bilancio e tra le quali si può distinguere in base alla dimensione, gli accordi brevi si riducono dal 34,1% al 30,5% tra le società minori, dal 27,3% al 22,2% tra quelle con ricavi compresi tra 2 e 10 milioni di euro, dal 22,4% al 18% tra quelle nella fascia 1050 milioni e dal 14,2% all 11% tra le società di capitale. Termini brevi per forma giuridica e dimensione imprese per cui i termini medi concordati in fattura sono inferiori a 30 giorni % rispetto al totale della forma giuridica o delle imprese nella classe di fatturato I termini in fattura più lunghi hanno favorito un recupero generalizzato della puntualità, che è passata dal 43,3% al 45,4% tra le imprese individuali, dal 41,9% al 43,4% tra le società di persone, dal 37,9% al 38,1% tra le società di capitali. La puntualità è in leggero calo tra le aziende di minore dimensione (dal 42,9% al 42,6% meno di 2 milioni di euro di fatturato), mentre aumenta tra le società con ricavi 45% 40% 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% imprese società di individuali persone altre forme giuridiche 4q2010 1q2011 società di capitali senza 02 mil 210 mil 1050 mil oltre 50 bilancio mil società di capitali 10% 9% 8% 7% 6% 5% 4% 3% 2% 1% 0% imprese società di individuali persone Gravi ritardi per forma giuridica e dimensione imprese che hanno accumulato ritardi superiori a 60 giorni % rispetto al totale della forma giuridica o delle imprese nella classe di fatturato altre forme giuridiche 4q2010 1q2011 società di capitali senza 02 mil 210 mil 1050 mil oltre 50 bilancio mil società di capitali 50% 45% 40% 35% 30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% La puntualità delle imprese per forma giuridica e dimensione imprese che pagano entro le scadenze concordate % rispetto al totale della forma giuridica o delle imprese nella classe di fatturato imprese società di individuali persone altre forme giuridiche 4q2010 1q2011 società di capitali senza 02 mil 210 mil 1050 mil oltre 50 bilancio mil società di capitali Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

13 compresi tra 2 e 10 milioni (dal 34% al 34,9%), tra quelle con fatturato compreso tra 10 e 50 milioni (dal 25,8% al 27,1%) e tra le società di maggiore dimensione (dal 14,7% al 16%). La diminuzione di imprese in grave ritardo ha interessato tutte le forme giuridiche e tutte le fasce di fatturato, con una riduzione particolarmente evidente tra le imprese di dimensione maggiore (dal 9% al 6,6%). Gli andamenti settoriali L allentamento delle condizioni in fattura, che si è tradotto in una maggiore diffusione di accordi a lungo termine in luogo di quelli a breve scadenza, è un fenomeno diffuso a tutti i settori di attività. Le condizioni di pagamento più favorevoli hanno consentito ovunque una riduzione delle situazioni di maggiore criticità (ritardi oltre 60 giorni), spesso accompagnata da un aumento della puntualità. Risultano invece in controtendenza (pur diminuendo i gravi ritardi, peggiora la puntualità tra quarto trimestre 2010 e primo trimestre 2011) il comparto degli altri beni di consumo, del sistema moda, del sistema casa, dei metalli e della loro lavorazione, della chimica e farmaceutica, della meccanica, della logistica e dei trasporti. In termini di livelli, i settori che evidenziano la maggiore presenza di imprese puntuali sono l immobiliare (52,4%), i servizi finanziari e assicurativi (51,3%), il sistema moda (48,2%), quello degli altri beni di consumo (46,3%). Viceversa, quelli con la minore presenza di società che regolano le fatture entro i termini concordati sono chimica e farmaceutica (35,9%), largo consumo (36,7%), distribuzione (36,9%). Nonostante il miglioramento registrato nel primo trimestre, rimane alta la percentuale di aziende che hanno accumulato ritardi gravi (oltre 60 giorni) nell agricoltura e prima trasformazione (9,1%), nella distribuzione (7,7%), nei servizi non finanziari (7,1%), nel largo consumo (6,5%). I settori con la maggiore presenza di imprese puntuali imprese per cui i giorni medi di pagamento sono inferiori ai termini medi concordati % rispetto al totale del settore I settori con la minore presenza di imprese puntuali imprese per cui i giorni medi di pagamento sono inferiori ai termini medi concordati % rispetto al totale del settore 4q2010 1q2011 4q2010 1q ,4% 51,3% 48,2% 46,3% 45,9% 45,7% 45,6% 45,6% 45,3% 45,3% 44,7% 43,0% 41,8% 41,5% 40,4% 39,5% 36,9% 36,7% 35,9% immobiliari servizi sistema modaaltri beni di mezzi di finanziari e consumo trasporto assicurativi costruzioni sistema casa servizi non agricoltura e metalli e finanziari prima lavorazione de trasformazione metalli info, comunicazione e intrattenimento hi tech carburanti, prodotti energia e utility intermedi elettromeccanica logistica e trasporti distribuzione largo consumo chimica e farmaceutica Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

14 I settori con la maggiore presenza di imprese in grave ritardo imprese con ritardi accumulati superiori a 60 giorni % rispetto al totale del settore (primo trimestre 2011) I settori con la maggiore presenza di PMI puntuali % rispetto al totale delle società di capitale nella fascia di fatturato 250 milioni del settore (primo trimestre 2011) 9,1% 7,7% 7,1% 6,5% 6,4% 5,5% 5,1% 5,1% 45,5% 43,1% 35,7% 34,9% 34,3% 33,9% 33,8% 33,3% 33,2% 33,0% agricoltura e prima trasformazione distribuzione servizi non finanziari largo consumo logistica e trasporti sistema moda immobiliari mezzi di trasporto sistema moda mezzi di agricoltura e chimica e immobiliari carburanti, costruzioni altri beni di sistema casa prodotti trasporto prima farmaceutica energia e utility consumo intermedi trasformazione Su questi diversi livelli, gioca una notevole influenza la composizione dimensionale dei diversi settori: al crescere della presenza di imprese più strutturate (sia in termini di forma giuridica che di volume di affari realizzato), che più frequentemente utilizzano i ritardi nei pagamenti come leva per gestire le proprie politiche di liquidità, diminuisce la puntualità osservata. Un focus sulle società di capitale con un fatturato compreso tra 2 e 50 milioni di euro (con una buona approssimazione, le PMI ad eccezione delle microimprese) restituisce un quadro della situazione piuttosto diverso. Tra le PMI, i settori con la maggiore presenza di aziende in regola con in fornitori sono il sistema moda (45,5%, confermando il dato emerso a livello complessivo) e la filiera auto (43,1%), seguite a una certa distanza dall agricoltura e prima trasformazione (35,7%), dalla chimicafarmaceutica (34,9%, che invece a livello complessivo è il comparto con la performance peggiore). Viceversa, i settori in cui è più raro imbattersi in PMI che rispettano le scadenze sono quello dell informazione, comunicazione e intrattenimento (28,8%), la logistica e i trasporti (29,6%), la distribuzione (29,7%, conferma il dato generale), il largo consumo (29,8%), i servizi finanziari (29,9%, uno dei settori più puntuali considerando tutte le dimensioni di impresa). Tra le PMI, le situazioni di maggiore criticità si registrano tra le società immobiliari (9,8%), nei servizi (sia finanziari, 7,6%, che non finanziari, 7,4%), nella logistica e trasporti (7%). I settori con la minore presenza di PMI puntuali % rispetto al totale delle società di capitale nella fascia di fatturato 250 milioni del settore (primo trimestre 2011) I settori con la maggiore presenza di PMI in grave ritardo % rispetto al totale delle società di capitale nella fascia di fatturato 250 milioni del settore (primo trimestre 2011) 32,8% 32,7% 32,6% 32,2% 29,9% 29,8% 29,7% 29,6% 28,8% 9.8% 7.6% 7.4% 7.0% 6.8% 6.6% 6.4% servizi non finanziari hi tech elettromeccanica metalli e lavorazione servizi largo consumo distribuzione logistica e informazione, finanziari trasporti comunicazione e intrattenimento immobiliari servizi finanziari e assicurativi servizi non finanziari logistica e trasporti carburanti, energia e utility distribuzione costruzioni Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

15 Nota metodologica L Osservatorio trimestrale sui protesti e sui pagamenti delle imprese italiane analizza i protesti levati verso l universo delle aziende italiane e le abitudini di pagamento di insiemi estesi di imprese monitorate in Payline, il database di Cerved Group che contiene oltre 20 milioni di informazioni sulle esperienze di pagamento delle aziende italiane, fornite dagli aderenti alla business community sulle abitudini dei loro clienti nelle transazioni commerciali. I dati sui protesti si riferiscono all universo delle imprese italiane e sono ottenuti selezionando tra i protesti quelli che si riferiscono a codici fiscali di persone fisiche titolari di imprese individuali e a codici fiscali che corrispondono a persone giuridiche. Le statistiche sulle abitudini di pagamento si riferiscono a insiemi di imprese chiusi a un anno che devono rispettare alcuni criteri di qualità e di continuità nella disponibilità dei dati. In base all aggiornamento dei campioni, in ogni nuovo numero si aggiornano i valori relativi agli ultimi trimestri esposti nel precedente Osservatorio. Il campione di imprese relativo agli ultimi quattro trimestri comprende circa 395 mila imprese Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

16 Gli ultimi studi pubblicati su Osservatorio sulla crisi di impresa n. 7 Maggio 2011 Cerved Group Risk Index Il rischio di insolvenza delle società italiane n. 2 Maggio 2011 Osservatorio sui bilanci 2009 n. 3 Aprile 2011 Osservatorio sui protesti e i pagamenti delle imprese n. 2 Marzo Cerved Group Spa Tutti i diritti riservati Riproduzione vietata

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