LA FASE SUCCESSIVA ALLO SCAVO
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- Sofia Pellegrini
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1 Latinitas or Europa: from present to past, from past to present LA FASE SUCCESSIVA ALLO SCAVO INDICE 1. LA PROCEDURA SUCCESSIVA ALLO SCAVO 2. IL TRASPORTO DEI REPERTI 3. LA CLASSIFICAZIONE 4. LA CATALOGAZIONE 5. LA SERIAZIONE 6. LE IPOTESI 7. IL RESTAURO 8. LE DIFFICOLTÀ 9. I TEMPI E LE RISORSE UMANE IMPIEGATE 10. I RINVENIMENTI IN VENETO 11. SCHEMA RIASSUNTIVO Fig.1 Fondamenta di domus romana con anfore capovolte per impedire all umidità di entrare. Dopo aver consultato diversi libri e fonti riguardanti questa fase dello scavo abbiamo compreso che la miglior soluzione era rivolgersi a un esperto nel campo dell archeologia. Il dott. Francesco Sartor gentilmente ci ha concesso questa intervista. La proponiamo qui di seguito: 1. Qual è il procedimento successivo allo scavo? Prima di spiegare la fase post-scavo credo sia necessario chiarire che cos è uno scavo archeologico. Un deposito archeologico è costituito dalla sovrapposizione dì tutti gli eventi naturali e degli interventi antropici, ossia realizzati dall uomo, che si sono conservati nel terreno. Lo scavo è un operazione distruttiva, nel senso che per arrivare alla comprensione di un deposito bisogna distruggerlo, asportando uno per
2 volta tutti gli strati che si sono sovrapposti nel corso della storia e recuperando i manufatti in esso contenuti. Nel compiere questa operazione, bisogna avere cura di distinguere gli strati uno dall altro e leggere attentamente le informazioni che ci possono rivelare (è uno strato naturale o antropico cioè frutto dell azione dell uomo? Se è antropico, qual è l azione dell uomo che lo ha generato? Dopo che si è depositato, quali trasformazioni ha subito? E naturalmente fondamentale non fare confusione con i materiali, evitando di attribuire ad uno strato i materiali dello strato successivo o precedente: i manufatti sono gli oggetti che ci permettono di datare (vedi la classi cazione) uno strato e gli eventi che in esso sono contenuti, e pertanto sono indispensabili per calibrare quella che altrimenti sarebbe una semplice successione di avvenimenti slegati da qualsiasi riferimento temporale. Ma se il lavoro in scavo non viene eseguito accuratamente e non viene realizzata una stratigra a sicura (ovvero una lettura attenta e in dettaglio della sovrapposizione degli strati) lo studio dei materiali non porterà mai a conclusioni corrette e, in ultima analisi, non sarà possibile una ricostruzione veritiera della storia del deposito e, più in generale non si otterrà quello che è la nalità principale dell archeologia, che è quella di fare storia. Una volta terminata la fase sul campo, in cui si recuperano le Fig.2 - Questa foto rappresenta l identiczoane tramite cartellini dei reperti dislocati nel terreno. informazioni contenute negli strati di terreno, si passa al lavoro a tavolino in cui si ordinano i dati e si tirano le somme del lavoro. Vengono messe in ordine le fotogra e, i disegni a matita realizzati in cantiere vengono ripassati a china, gli appunti presi vengono trasformati in un testo organico. Questa fase, chiamata documentazione, generalmente non porta a nuove scoperte, nel senso che è una sintesi e una messa in serie dei dati già raccolti in scavo e si deve arrivare a questo momento già con le idee chiare su quello che si è fatto: è dif cile riuscire a formulare nuove ipotesi sulla base di fotogra e e disegni, pertanto è indispensabile che la fase di raccolta dati sul campo sia completa di tutte le veri che necessario e della documentazione di tutti i passaggi; come ho ricordato all inizio lo scavo è distruttivo e deve essere possibile ricostruire il deposito (seppure virtualmente) e la sua storia. 2. Come vengono trasportati i reperti dal sito al vostro laboratorio? Dopo essere stati recuperati, i materiali come ceramica e ossa (naturalmente separati fra di loro) vengono riposti in sacchetti di plastica con all interno un cartellino che ne indica il settore e lo strato di provenienza. Materiali più delicati come oggetti in bronzo o vetro, vengono riposti in scatole rigide per evitare che si rompano. Nel caso di situazioni più complesse, come ad esempio le tombe ad incinerazione che sono costituite da un grande vaso contenitore con all interno le ossa bruciate del defunto ed il corredo, per il loro recupero viene di solito contattato un restauratore che provvede al loro prelievo dopo averle avvolte con della carta elastica assicurata con nastro adesivo. In questo modo si cerca di far sì che il vaso arrivi ai laboratori della Soprintendenza integro ed il contenuto possa venire asportato in laboratorio; questa tecnica richiede molto tempo e viene riservata a quelli Fig.3 - Esempio di trasporto di anfore romane da parte della sovrintendenza di Padova.
3 che si ritengono essere contesti di rilievo, che si sono conservati in buono stato e che pertanto possono contenere molte informazioni. 3. Cos è la classi cazione? La classi cazione dei materiali consiste nel riconoscimento della presenza ricorrente di elementi tecnici, formali, dimensionali dei manufatti, funzionale alla costruzione di cronologie relative; un cronologia relativa è una sequenza (di strati, di oggetti ecc.) ordinata secondo un criterio cronologico, per esempio dal più antico al più recente. In una classi cazione i materiali che si somigliano per forma, materiale, dimensione, funzione vengono considerati indicatori di contemporaneità, così come le differenze indicano una distanza cronologica. Con questo criterio, la classi cazione viene utilizzata per costruire una griglia cronologica di partenza per lo studio delle culture del passato. 4. E diversa dalla catalogazione? La catalogazione consiste nell inventariare i materiali rinvenuti in uno scavo. Per farlo, bisogna lavarli, disegnarli e descriverli in apposite schede in uso presso la Soprintendenza; ad ogni pezzo viene attribuito un suo numero di I.G. (Inventario Generale) a cui fa riferimento la scheda dell oggetto stesso. Ciò dovrebbe permettere di recuperare rapidamente le informazioni relative all oggetto stesso. 5. Cos è la seriazione? La seriazione è un passaggio successivo alla classi cazione e alla tipologia e prevede l associazione in una tabella di tipi ordinati nel tempo (di solito sulla linea delle ordinate) e dei contesti archeologici che li contengono (sulle ascisse). In questo modo si ottiene una griglia di cronologia relativa di più contesti archeologici sulla base della presenza o della assenza di alcuni materiali all interno dei contesti stessi. Per ottenere una seriazione credibile bisogna avere fatto una buona tipologia prima, cioè aver ordinato con un criterio cronologico sicuro i materiali (o i gruppi di materiali) presi in considerazione. 6. Come procedete per fare delle ipotesi? Le ipotesi si formulano in base alle conoscenze pregresse che si hanno per studio (è fondamentale in questo lavoro, come in molti altri ambiti del resto, un continuo aggiornamento) e/o esperienza e come in ogni processo scienti co vanno sottoposte a veri ca ed eventualmente corrette o riformulate. 7. E per il restauro? Per quanto riguarda il restauro ci sono laboratori appositi, della soprintendenza, dei musei, o privati a cui ci si rivolge in caso di necessità. Fig.4 - Piatti in ceramica ricostruiti con una soluzione a base di gesso. 8. Quali di tutte queste fasi è la più dif cile e perché? La vasta gamma di specializzazioni che l archeologia comporta (è, o dovrebbe essere, più di ogni altro un lavoro di équipe, in cui si combinano e si confrontano saperi diversi) fa sì che ognuno ritenga il proprio il lavoro più dif cile ed importante. Noi crediamo che la fase sul campo, in cui si acquisiscono i dati, sia il momento più delicato e complesso.
4 9. Quanto tempo impiegate dallo scavo alla catalogazione? Quante persone di solito lavorano ad un progetto? Il tempo varia moltissimo dal tipo di intervento richiesto. Si va dai pochi giorni per un deposito esiguo che richiede solo qualche disegno e foto ed il recupero dei materiali, a mesi per scavi più ingenti, no al perdurare per anni (magari con pause per la documentazione) di scavi realizzati da università, che si svolgono su siti molto ampi e che dovendo avere nalità didattiche hanno tempi più dilatati. Analogamente il numero di persone non è mai costante, anche all interno di uno stesso scavo può capitare che vi siano momenti di maggiore attività in cui è richiesto un maggior numero di persone e momenti in cui bastano pochi operatori. 10. Quali manufatti sono frequenti nel territorio veneto? Risalenti a che epoca e civiltà? In Veneto si trovano materiali che vanno dal paleolitico (sulle Alpi) ai giorni nostri. Questo dipende dalle zone dove si interviene, in quanto l uomo ha scelto zone differenti per abitare a seconda delle epoche in cui è vissuto preferendo ora siti d altura, ora siti pianeggianti, in relazione ad esigenze abitative e mutamenti climatici. Solo dall età del ferro (IX sec. a.c.) comincia una diffusione del popolamento più capillare sul territorio e comincia quella che viene de nita civiltà dei veneti antichi che vede il sorgere delle città di Este e Padova come centri egemoni e di controllo territoriale. La civiltà veneta antica ci ha lasciato molte testimonianze soprattutto all interno dei centri urbani che hanno continuato a crescere su se stessi e hanno conservato le strutture antiche al di sotto degli edi ci più recenti. I contesti che si sono conservati meglio sono le necropoli in quanto le tombe sono contesti chiusi e sepolti sotto la super cie antica (a parte Fig.5 - Resti di anfore romane. Da notare il coperchio appartenente all anfora di sinistra. quando le tombe venivano scoperte in antico e riaperte per depredarle dei materiali di valore) e realizzate in materiale non deperibile (pietra o grossi vasi di ceramica). Gli abitati erano realizzati in legno o impasti di argilla cruda e pertanto erano soggetti a ristrutturazioni continue, incendi o distruzioni e hanno lasciato tracce più deboli e più dif cili da leggere. Con l epoca romana (in veneto dal III sec. a.c. in poi) comincia un occupazione ed un organizzazione del territorio più massiccia con la realizzazione di infrastrutture (strade, ponti, acquedotti) e strutture (necropoli monumentali, case in muratura o pietra ecc) che hanno lasciato evidenze più ingenti per quantità e visibilità. Si ringrazia, dunque, il dott. Francesco Sartor per la collaborazione.
5 11. Schema riassuntivo Naturale SCAVO ARCHEOLOGICO PROCEDURA DI RINVENIMENTO PER STRATI Antropico Quale azione umana lo ha provocato Trasformazioni subite nel tempo Manufatti Fotografie Disegni Appunti Consentono di datare uno strato e gli eventi in esso contenuti Ceramica - ossa Trasporto Bronzo - vetro Tombe ad incinerazioni Viene contattato un restauratore che le avvolge con della carta elastica assicurata con nastro adesivo In sacchetti di plastica con relativo cartellino In scatole rigide perché fragili
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