Il problema del solido di rivoluzione, avente resistenza minima all'avanzamento, nei "Principia" di Newton. Vittorio Banfi 1
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- Miranda Ricciardi
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1 Il problema el solio i rivoluzione, avente resistenza minima Vittorio Banfi - Introuzione Nello Scolio ella Proposizione XXXIV (Libro II ei "Philosophiae Naturalis Principia mathematica", I. Newton presenta il problema el solio rotono che sperimenta la minima resistenza all'avanzamento uano si muove, attraverso un mezzo non molto enso, con velocità costante iretta secono l'asse el corpo. La precisazione: mezzo non molto enso, si riferisce all'assunzione, a parte i Newton, i resistenza proporzionale al uarato ella velocità el corpo stesso rispetto al mezzo. La formulazione el problema può enunciarsi sinteticamente così: "Cercasi la curva passante per ue punti ati e che, ruotano attorno a un asse passante per le ascisse i etti punti, genera un solio il uale muovenosi immerso in un mezzo nella irezione el suo asse, incontri una resistenza minima". Ancorché formulazioni generali su problemi i stazionarietà i certe granezze nello stuio elle proprietà el mono fisico fossero state espresse, seppur vagamente, a Galileo e a A. Borelli nel XVII secolo, sicuramente il problema i Newton appartiene al rango i uelli attinenti al calcolo elle variazioni, in senso proprio e contemporaneo el termine. Per comprenere i risultati analitici e le conclusioni i Newton occorre premettere alcune consierazioni i natura storica. I contemporanei i Newton ebbero aluante perplessità a fronte elle affermazioni e elle consierazioni a carattere geometrico, alcune el tutto incomprensibili, contenute nei "Principia". A una prima lettera, con richiesta i spiegazioni, a parte i D. Gregory, fu risposto al Nostro con un ocumento esplicativo, allo stesso Gregory incluso in un libro al titolo "Newtoni methous fluctionum". Ulteriori ettagli chiarificatori contenuti in una secona lettera i Newton a Gregory, furono "salvati" a J.C. Aams in un'appenice al suo "Catalogo ella collezione i Portsmouth i libri e articoli scritti a o appartenenti a Sir I. Newton" (Cambrige, 888. Con i ettagli ei calcoli così resi isponibili, una ricostruzione el suo metoo è stata possibile a parte i O. Bolza (bibl., A.R. Forsyth e E.T. Whitesie (bibl.. Nel prosieguo i uesto scritto saranno consierati uesti stui nella traccia el commento generale i S. Chanrasekhar (bibl.. - La soluzione oierna meiante le euazioni i Eulero-Lagrange Prima i presentare il metoo i Newton è utile consierare la soluzione offerta oggigiorno al calcolo elle variazioni. E rappresentata in Figura la curva yy(x, che con la rotazione attorno al proprio asse genera il solio i rivoluzione che si esiera abbia la minima resistenza. In base a uanto etto al paragrafo, etta resistenza è fornita alla formula Cv, con C opportuna costante, uano è sperimentata all'elemento superficiale, perpenicolare al vettore v r. Sia nn la tangente in N inclinata rispetto all'asse, coinciente con l'asse x, i un angolo ϑ. La resistenza offerta al mezzo è fornita all'integrale seguente: R Cv s s π y sinϑ sin ϑ ( ove s è l'arco misurato lungo la curva (a partire a un'origine prefissata s 0, y è l'orinata ella curva nel punto generico N, esseno poi C e v noti. La curva yf(x cercata sia espressa in forma parametrica (parametro t ossia Centro i Astroinamica G. Colombo
2 x x y y ( t ( t ( Figura La curva yy(x che, con la rotazione attorno al proprio asse (coinciente con l asse x, genera il solio i minima resistenza entrante nel mezzo con velocità v. y x &, y& t t Inichiamo con, le erivate prime, rispetto al parametro t ato, elle ue variabili x e y. Inoltre t s & y, ( pertanto y& sinϑ cosϑ y y& ( ( ( Sostitueno le preceenti formule nella ( otteniamo
3 s yy R πcv s Cv x y x y π ( t t yy x y t. (4 Nella (4 t è il valore el parametro t in corrisponenza el punto P, t uello in corrisponenza el punto P. La (4 si scrive anche t yy t R πcv t t πcv t Ft x y (5 esseno F F ( x, & y, & y. (6 Le euazioni i Eulero-Lagrange, nel nostro caso, porgono t t F F y& F x F y F F y& t t (7 Poiché F è inipenente a x [in conseguenza ella (6], alla prima elle (7 euciamo F 0 ossia F costante K. Derivano poi rispetto a l'espressione F otteniamo F ( K e uini
4 ( K costante. (8 A uesto punto, utilizzano le (, poniamo cosϑ ϑ sin ϑ y& cot (9 Dalla (8 euciamo K 4 y& y y ( ; (0 la preceente consente i esprimere la variabile y in funzione i. Infatti si ha K ( K y ( e uini y K ( y Ma l'espressione è legata a uella i in moo semplice: y y y cot ϑ. y Allora alla ( ricaviamo K che, integrata, porge 4
5 x K ln C 4 4 0, ( con C 0 costante 'integrazione. E sufficiente porre le conizioni al contorno per calcolare le costanti K e C 0. Nel punto P (Figura abbiamo tt e (ati e ugualmente nel punto P abbiamo tt e. Pertanto K e C 0 risultano eterminate. Il solio i rotazione poi, oltre la superficie consierata (cioè uella causata alla rotazione el tratto P P, è completato a una porzione terminale tronco-conica, meiante consierazioni contenute nelle pagine e 56- ella bibl.. - La soluzione ottenuta a Newton Innanzitutto viene stabilito al Nostro che la soluzione richiee le conizioni i stazionarietà ella uantità t t t t t Ft, (4 in base alla (4 el paragrafo preceente. Newton intene stazionarietà, perché uest'ultima proprietà implica necessariamente la minimizzazione, per ovvie consierazioni i natura fisica. Nel suo calcolo elle flussioni la uantità a estra el segno uguale nella (4 è il limite ella sommatoria N Fn n t n, ei prootti F n (cioè lungo la curva tra t e t per i piccoli intervalli t n aiacenti (uguali o no tra loro, non importa, uano N tene all'infinito e insieme i t n tenono a zero. Consierano l'infinitesimo, così ottenuto sotto il segno i integrale, avremo t y ( y ( t ( t yy t ( ( y y. (5 Con riferimento alla Figura, consieriamo un trapezoie elementare costruito intorno a un punto generico D, el tratto compreso tra P e P. Il punto D avrà coorinate correnti x e y; siano uini ADEe, δyαdaa, yab, δxαeh, mentre ovviamente il tratto elementare i curva interessato,, è ato a BD. Segueno il ragionamento i Newton l'area el trapezoie BDHEB, e uini l'espressione (5, eve risultare stazionaria, al variare el tratto (cioè BD, se uest'ultimo è un tratto infinitesimo ella curva cercata. Successivamente, "sommano" tutte ueste aree infinitesime (in numero infinito, si ottiene l'integrale (4, che risulterà effettivamente stazionario. 5
6 Supponiamo ora i effettuare uno spostamento el tratto i curva (teneno B e fissi in moo a ottenere un tratto "variato" ', pari a BC nella Figura, ove ε è una uantità anch'essa infinitesima. A uesto punto, per imostrare che il tratto BD è effettivamente un tratto elementare ella curva cercata, è sufficiente scrivere che la uantità ottenuta sommano uella relativa ai ue trapezoii DeEB e HeD è uguale alla uantità ottenuta sommano uella relativa ai ue trapezoii Ce'EB e He'C. In termini analitici y y y y δy δx y ( y y ( ε y y δy ( δx ε y e uini yy y y δ y. ( δx ε y ( δx y ( ε ( y y Quest'ultima si può scrivere, per efinizione i erivata parziale, nel seguente moo: yy ε ( y δy y ε. (6 ( y ( δx( δx y Questa uguaglianza eve essere ottenuta per ualsiasi valore arbitrario i δx e δy. Quini anche per δxδy0. Pertanto alla (6 yy costante, (7 y ( cioè anche, ivieno per t numeratore e enominatore ella preceente, y y t t y t costante, (8 ossia 6
7 ( costante, che è ientica alla (8. Figura Trapezoie elementare intorno al punto generico D ella curva (nel tratto compreso tra P e P. 4 - Una conclusione contenuta nei "Principia" Nel citato Scolio (vei introuzione ei "Principia", I. Newton (bibl.4 propone un'affermazione, accompagnata a una costruzione geometrica, che risulta comprensibile solo alla luce ella preceente ricostruzione analitica (basata a sua volta principalmente sulle lettere inirizzate a Newton a D. Gregory. Ecco il passo in oggetto: "Se la figura DNFG è una curva i tipo tale che se a un suo punto ualsiasi N viene abbassata verso l'asse AB la perpenicolare NM, e al punto ato G viene conotta la retta GR che sia parallela alla retta tangente alla figura in N, e che tagli in R l'asse prolungato, MN starà a GR come (GR a 4BR(GB, il solio che viene escritto meiante la rivoluzione i uesta figura intorno all'asse AB, muovenosi nel preetto mezzo raro a A verso B, subisce una resistenza minore i uella i ualunue altro solio circolare escritto con la meesima lunghezza e larghezza". 7
8 Figura Diagramma originale contenuto nei Principia. Ripreniamo la (9 el paragrafo, ossia cosϑ ϑ sin ϑ y& cot (9 e inoltre la ( riscritta così y K ( ( y, (9 esseno il punto N inicato in Figura, intermeio tra P e P sulla curva. Il punto G, che efiniremo in seguito, ha per orinata y BG, mentre N ha per orinata mm on ymn, cot ϑ, in cui cos ϑ e sin ϑ. Ripreneno la (9 e nn nn consierano il membro a sinistra calcolato nel punto generico N e assumeno il punto G tale per cui (ossia ϑ 45, avremo y cosϑ sin ϑ y 4 e uini MN cos sin BG 4 ϑ ϑ. (0 8
9 Ora, per costruzione, valgono le formule BR cos ϑ GR e BG sin ϑ GR che, sostituite nella (0, porgono ( BG ( GR 4 BR MN GR e finalmente MN GR 4BR ( GR ( BG BG. ( La ( è il risultato enunciato nello Scolio, che sarebbe incomprensibile se non fosse erivato alla preceente trattazione. 5 - Osservazioni finali Il ragionamento escritto al paragrafo ha consentito a Newton i giungere alle euazioni risolventi e uini all'affermazione contenuta nello Scolio. Tutto ciò è escritto nel lavoro i J.C. Aams citato nell'introuzione. Nel testo i E.T. Bell (bibl.5 si trova, alla pagina 6, il seguente passo: "Se i suoi premurosi amici lo avessero lasciato in pace, Newton avrebbe facilmente trovato il calcolo elle variazioni, uesto strumento i scoperta matematica e fisica superato solo al calcolo ifferenziale e integrale, invece i lasciarne il compito ai Bernoulli, a Eulero e a Lagrange. Nei suoi "Principia" ne aveva avuto un barlume uano aveva eterminato la forma ella superficie i rivoluzione capace i attraversare un fluio con la minima resistenza; c'erano in lui le ualità necessarie per isegnare le grani linee i tutto il metoo." Bibliografia. O. Bolza, Bibliotheca Mathematica Ser.,, (9.. E.T. Whitesie, "The mathematical papers of Isaac Newton", vol. IV, Cambrige Univ. Press (974.. S. Chanrasekhar, "Newton's PRINCIPIA for the common reaer", Clarenon Press, Oxfor ( I. Newton, "Principi matematici ella filosofia naturale", a cura i A. Pala, Utet (97, pp E.T. Bell, "I grani matematici", Sansoni, Firenze (977. 9
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