Ridurre i costi della politica

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1 Giovedì 31 Marzo 2011 Anno 13 n. 2 Unione italiana lavori agroalimentari Unione italiana lavori agroalimentari EDITORIALE Ridurre i costi della politica DI STEFANO MANTEGAZZA Si moltiplicano i segnali che indicano la necessità di una nuova politica economica e di una profonda riforma fiscale come da tempo chiede la Uil. Pochi giorni fa i leader dei 27 Stati membri dell Ue hanno dato il via libera a una accelerazione, a partire dal 2012, del risanamento economico per i paesi dell Unione a elevato debito pubblico; deficit da ridurre almeno dello 0,5% l anno. Contemporaneamente andrà ulteriormente finanziato il fondo Ue salva-stati. Per l Italia, ciò comporta un ulteriore intervento miliardario fatto di tagli e/o nuove imposte. Sul fronte interno mentre aumenta il costo dei prodotti petroliferi, anche grazie all incremento delle accise deciso dal governo, nuove imposte potrebbero arrivare dal federalismo fiscale. È vero che la girandola di decreti che lo promulgano è accompagnata da puntuali dichiarazioni di esponenti della Lega che si affannano a spiegare che il gettito fiscale resterà invariato. I conti fatti dalla Uil raccontano però un altra verità: l addizionale fiscale regionale Irpef passerebbe per i lavoratori dipendenti e pensionati, in media, dagli attuali 273 a 499 pro-capite. Rispetto ai consumi, l anno si è aperto con un - 1,2% (peggiore risultato da maggio 2010) a conferma che la crisi perdura e le famiglie, vedendo ridotto il proprio potere d acquisto, tagliano i consumi. Se questi dati non fossero sufficienti a far capire che, a politiche di bilancio invariate, l Italia non riesce a uscire dalla crisi e tantomeno è in grado di pagare nuovi dazi per sé e per l Europa, arrivano i dati delle dichiarazioni dei redditi 2009 da cui spiccano alcune evidenze. Il 90% dei contribuenti dichiara fino a , meno dell 1% ha redditi superiori a Aumentano i contribuenti appartenenti alla fascia di reddito negativo e diminuiscono quelli con redditi elevati. Il reddito medio delle imprese cala drasticamente, aumentano le partite Iva tra i giovani e tra chi è stato espulso dai ranghi del lavoro dipendente. Spicca poi una forte evasione fiscale nonostante i passi avanti compiuti. Purtroppo 2010 e 2011 andranno solo un po meglio. È evidente che il paese non ce la fa più, è stremato da mille balzelli che rafforzano l elusione e l evasione; la scelta del ministro Tremonti di tenere in ordine i conti pubblici, seppur encomiabile e condivisibile perché ci salva da guai più grandi, non è sufficiente a far ripartire il paese. Urge cambiare rotta. L Italia deve tornare a crescere sostenendo i consumi delle famiglie. Lo sviluppo della domanda interna deve essere al centro di una rinnovata politica economica che trovi le risorse per cogliere questa opportunità. Debiti, come giustamente dice Tremonti, non ne possiamo più fare ma per far ripartire i consumi bisogna tagliare le tasse. La Uil ha indicato dove trovare le risorse utili per ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti e pensionati: riducendo drasticamente i costi della politica. Di una politica sorda a ogni richiamo; proprio in queste ore si sta consumando il braccio di ferro tra presidenza della Repubblica e maggioranza parlamentare che, di nuovo, cerca di aumentare per decreto il numero di assessori e consiglieri comunali. Come Uil diciamo basta a questo andazzo vergognoso che ci pone in Europa come il paese che paga di più la politica e ne riceve di meno. Lo studio che la Uil pubblicizza in questi giorni per l Italia, dice che oltre 1,3 milioni di persone vivono di politica. Un esercito che costa oltre 18 miliardi di euro. Noi pensiamo che se ne potrebbero risparmiare oltre un terzo se le province si limitassero a spendere le risorse solo per i compiti attribuitigli dalla legge (-1,2 miliardi annui), se si accorpassero i 7.400comuni con meno di abitanti (-3,2 miliardi annui) se vi fosse una gestione più sobria degli uffici regionali (-1,5 miliardi annui). Vorremmo utilizzare queste risorse per una permanente detassazione della tredicesima per lavoratori e pensionati. Meglio così che sfornare nuovi assessori e consiglieri comunali. FUORIGIOCO Dopo 150 anni s è fatta l Italia, ma non ancora gli italiani Un fuorigioco speciale per un evento speciale: il testo che segue è tratto da I miei ricordi di Massimo D Azeglio ( ), scrittore e uomo politico italiano nel periodo precedente all unificazione del paese. Un testo scritto circa 150 anni fa che abbiamo scelto di riproporre proprio in occasione del 150 anniversario dell Unità d Italia. Il motivo della nostra scelta è semplice: son passati 150 anni ma i problemi dell Italia, anzi forse, il problema dell Italia, sembra essere rimasto sempre lo stesso L Italia da circa mezzo secolo s agita, si travaglia per divenire un sol popolo e farsi nazione. Ha riacquistato il suo territorio in gran parte. La lotta collo straniero è portata a buon porto, ma non è questa la difficoltà maggiore. La maggiore, la vera, quella che mantiene tutto incerto, tutto in forse, è la lotta interna. I più pericolosi nemici d Italia non sono gli austriaci, sono gli italiani. E perché? Per la ragione che gli italiani hanno voluto far un Italia nuova, e loro rimanere gl Italiani vecchi di prima, colle dappocaggini e le miserie morali che furono ab antico il loro retaggio; perché pensano di riformare l Italia e nessuno s accorge che per riuscirci bisogna, prima, che si riformino loro, perché l Italia, come tutti i popoli, non potrà divenire nazione, non potrà essere ordinata, ben amministrata, forte così con lo straniero, come contro i settari dell interno, libera e di propria ragione, finché grandi e piccoli e mezzani, ognuno nella sua sfera non faccia il suo dovere, e non lo faccia bene, od almeno il meglio che può. Ma a fare il proprio dovere, il più delle volte fastidioso, volgare, ignorato, ci vuol forza di volontà e persuasione che il dovere si deve adempiere non perché diverte o frutta, ma perché è dovere; e questa forza di volontà, questa persuasione, è quella preziosa dote che con un solo vocabolo si chiama carattere, onde, per dirla in una parola sola, il primo bisogno di Italia è che si formino italiani dotati d alti e forti caratteri. E pur troppo si va ogni giorno più verso il polo opposto: pur troppo s è fatta l Italia, ma non si fanno gli italiani. Ora, se le materie, i racconti, gli esempi contenuti in questo libro, potessero avere per effetto di contribuire a formare un solo alto carattere, io crederei aver reso un gran servizio al mio paese; poiché se è vero, come dice il proverbio, che un pazzo ne fa cento (e grandi esempi ne vediamo tutto dì), è vero altrettanto che anche un alto e forte carattere può farne cento e mille, e dare vita, calore, e, per dir così, intonazione più degna e più generosa per anni ed anni ad un intero paese. Massimo D Azeglio Detassazione solo con accordi di 2 livello Quest anno, a differenza di quanto avvenuto finora, potrà essere detassato solo il salario di produttività regolato da accordi aziendali o ter- ritoriali. Per questo motivo Cgil-Cisl-Uil hanno convenu to con Confindustria (e successivamente con altre associazioni imprenditoriali) un accordo-quadro da sottoscrivere a livello territoriale per l applica zione della tassazione sostitutiva del 10% alle voci incentivanti della retribuzione erogata nel In assenza di una intesa territoriale, sono esclu si dalla detassazione gli istituti retributivi previsti solo dal Ccnl a partire dai minimi tabellari sulla cui base viene corrisposta la quota oraria detassa bile del lavoro notturno, festivo e straordinario. L accordo-quadro territoriale, che dovrà esse re concordato in sede interconfederale, è per sua natura generale, in quanto si rivolge a imprese e lavoratori di categorie diverse, titolari di diffe renti Ccnl ed è efficace dalla data in cui viene sottoscritto. Perciò, non è da solo sufficiente ad assicurare la detassazione del salario di produttività regola to dal solo Ccnl industria alimentare ed erogato prima della sua sottoscrizione. Tuttavia, nella maggior parte dei gruppi e in moltissime imprese alimentari sono in corso le trattative per il rinnovo degli accordi di gruppo e aziendali, per lo più scaduti il 31 dicembre È del tutto evidente e pacifico che la decorrenza di quegli accordi, una volta rinnovati, non potrà che essere il 1 gennaio E dal 1 gennaio 2011 decorreranno, perciò, anche le specifiche di -sposizioni che (come suggerito dalla stessa Agen zia delle entrate) recepiscano e replichino nei nuovi accordi di gruppo e aziendali le particolari voci incentivanti della retribuzione al momento regolate solo dal Ccnl. Perciò, è opportuno, anzi indispensabile, che in questi nuovi accordi siano inserite le disposizioni necessarie e sufficienti a garantire la tassazione -sostitutiva al 10 % del salario nazionale di pro duttività corrisposto nell intero 2011, anche pri ma della sottoscrizione del corrispondente accordo territoriale confederale. Come sembra opportuno, a scanso di equivoci, che i nuovi accordi impegnino i datori di lavoro a certificare nel Cud dei loro dipendenti la cor- retta applicazione dell aliquota sostitutiva del 10 % alle voci incentivanti della retribuzione loro corrisposte nell intero Ci auguriamo che questa sia l ultima volta che il legislatore metta mano a una materia così com plessa e delicata (i contratti di 2 livello e quelli nazionali hanno validità triennale e non si può ogni anno cambiare un riferimento normativo) pena il mancato adeguamento di gran parte del sistema. RIFORMA PAC Proposte condivise dalla filiera da portare in Europa a pagina 4 PESCA Ccnl imbarcati: Fai-Flai-Uilapesca inviano piattaforma a Federpesca a pagina 5 CONCILIAZIONE Parti sociali e Ministero lavoro hanno siglato un avviso comune a pagina 6 PARMALAT Ore decisive: Lactalis sale al 29% dal governo decreto salva imprese a pagina 7 ALIMENTARE Avviate trattative rinnovi di 2 livello: Uila impegnata per chiusure unitarie a pagina 8

2 2 Giovedì 31 Marzo 2011 Accordo regionale sulla forestazione Campania, risorse e «cabina di regia» DI GAETANO RIVETTI Dopo mesi di lotte e di confronto serrato con le istituzioni, i lavoratori forestali della Campania hanno ottenuto un primo importante risultato: il 21 febbraio è stato infatti sottoscritto un accordo con la regione nel quale viene esplicitato che la forestazione farà parte del piano di governo del territorio, con fondi previsti in bilancio 2011 e altri da reperire nei fondi comunitari. L accordo prevede anche l istituzione di una cabina di regia (composta da assessori competenti, autorità di gestione dei fondi comunitari, segretari generali di Fai-Flai-Uila) che dovrà determinare le spese di investimento necessarie per realizzare il piano 2011 nonché monitorare i bilanci delle comunità montane. Per contenere i costi complessivi si è concordato il blocco del turn-over per i prossimi 3 anni. Un accordo sicuramente positivo (che la Uila considera un punto di partenza e non di arrivo) che è stato possibile grazie alla grande mobilitazione messa in campo da Fai-Flai-Uila ma soprattutto allo spirito unitario (fortemente voluto dalla Uila) con il quale siamo riusciti a incidere positivamente sulle sensibilità dei nostri interlocutori, soprattutto il vice presidente Giuseppe De Mita e l assessore all agricoltura Vito Amendolara, ai quali va riconosciuto il merito di aver fatto riconsiderare, all intera giunta regionale, la centralità e la rilevanza strategica del comparto forestale per la difesa e tutela del patrimonio boschivo della Campania, nonostante le difficoltà di bilancio. Ora, per mettere completamente in sicurezza tutti i lavoratori (Oti e Otd), pensiamo sia necessario mettere a sistema una moderna forestazione, partendo da nuove funzioni da attribuire alle comunità montane per rilanciare questo settore che riguarda il 75% del territorio campano, impegnando i lavoratori idraulico-forestali oltre che nella prevenzione e nello spegnimento degli incendi boschivi, anche in interventi di protezione civile in montagna. Una forestazione diversa che si inserisca nella filiera foresta-legno-energie-turismo e accompagnata da processi di formazione continua per i lavoratori addetti. U I L A Fare impresa con il sistema forestale DI PIERLUIGI TALAMO I mesi appena trascorsi sono stati caratterizzati da una forte vertenzialità sul fronte dei problemi legati ai lavoratori forestali. Da un lato il contratto collettivo di lavoro, chiuso a dicembre 2010 dopo un anno di estenuanti trattative, dall altro il pagamento degli stipendi agli addetti al settore che in molti casi ha raggiunto ritardi di molti mesi, fino al caso della Campania dove si è arrivati allo sciopero generale, poi scongiurato per la decisione di buon senso della regione Campania di aprire un tavolo di confronto e formalizzare una cabina di regia. Entrambi i problemi hanno una matrice comune: il taglio drastico delle risorse del governo centrale verso le regioni. I pesanti e indiscriminati tagli operati ai bilanci regionali ci pongono, pertanto, di fronte a un problema insormontabile e d ora in avanti non potremo più prescindere da questa scelta del governo. Dico questo perché credo che l approccio alla soluzione, che in questo caso riguarda i lavoratori forestali, non possa che essere completamente diverso. D ora in poi il problema non dovrà più essere come pagare gli stipendi ai forestali ma come attuare adeguate politiche di sviluppo del territorio mettendo così al centro il tema del lavoro forestale inteso, non già come mero assistenzialismo ma come volano di adeguate politiche a difesa del territorio. Questo dovrà consentire nel tempo di capovolgere il problema e di rendere il lavoro forestale elemento imprescindibile di un sistema integrato di tutela dell ambiente. I temi che oggi ruotano intorno al sistema forestale sono fortemente sensibili e sotto la lente d ingrandimento di tutto il mondo: la difesa del territorio e dell ambiente circostante, oggi più che mai anche alla luce dei continui drammi che il paese attraversa per la mancanza di manutenzione e che causa continui dissesti idrogeologici. L eco-sostenibilità, il complesso sistema delle bonifiche e, non ultime, le iniziative da intraprendere per raggiungere gli obiettivi fissati dal protocollo di Kyoto. Questo a riprova di quanto sia fondamentale il ruolo del sistema forestale nel nostro paese. A tutto ciò si aggiunga quanto importante sia il tema della forestazione produttiva sul quale nessuno si impegna e che invece potrebbe essere altrettanto importante nel sostenere la filiera. Oggi l Italia, grande produttrice di manufatti in legno, continua ad essere dipendente dalle importazioni di legname, malgrado le potenzialità produttive della nazione siano enormi; basti pensare che più della metà del paese è ricoperto da boschi ma nessuno si è mai preoccupato di fare sistema. Occorre, quindi, trovare al più presto gli interlocutori adatti per fare delle proposte serie in ordine al sistema produttivo, prima fra tutte la possibilità di attuare una organizzazione di filiera che metta a fattore comune le esigenze dei produttori, siano essi consorzi, enti parco, regioni o demanio, con i trasformatori per la stipula di patti e accordi, al pari di quelli da sempre esistenti nel sistema agricolo. Questi sono i temi sui quali puntare e che devono diventare d ora in avanti la nostra parola d ordine se vogliamo davvero dare risposte adeguate ai lavoratori forestali e trovare il modo di superare quel vecchio retaggio che li vede legati alla logica dell assistenzialismo fine a se stesso. Occorre quindi mettere in campo, insieme a Fai e Flai, la capacità contrattuale per affermare questo principio basilare in tutte le sedi competenti e aprire al più presto un tavolo di confronto dove porre le questioni esposte e sostenerle con tutta la forza necessaria. INAIL Infortuni agricoli in calo Definita la piattaforma di rinnovo del Ccnl Tabacco in foglia, parte il negoziato Contro la crisi, diversificazione produttiva Ciccolella avvia una nuova fase Incidenti in calo nelle campagne anche nel I dati resi noti dall Inail confermano la regressione costante del fenomeno infortunistico. Il calo degli incidenti mortali rispetto al 2009 è stato complessivamente del 6,9% con il miglior risultato messo a punto dall agricoltura con un -10%. La flessione degli infortuni per l agricoltura è stata del 4,9% a fronte di una lieve crescita dell occupazione pari allo 0,7%. L agricoltura si colloca al secondo posto dopo l industria che ha registrato - 6,1% con un calo però di occupati del 2,9%. Dai dati Inail emerge quindi che l agricoltura in dieci anni ha registrato il miglior risultato con una riduzione degli incidenti del 38% e del 25% dei casi mortali. Infatti, analizzando l ultimo triennio, nel 2010 gli infortuni sono stati a fronte dei del 2009 e degli del Rispetto agli infortuni mortali, infine, nel 2010 si segnalano 115 morti, 128 nel 2009 e 154 nel Èiniziata la fase di rinnovo del Ccnl per i dipendenti dalle aziende di lavorazione della foglia di tabacco secco allo stato sciolto con l invio da parte di Fai, Flai e Uila all Apti, il 10 marzo scorso, della piattaforma rivendicativa. Questo rinnovo si inserisce in un momento difficile per il settore che si trova alle prese con le scelte dell Oms e delle istituzioni europee, che vanno verso l eliminazione indiscriminata degli ingredienti nella coltivazione del tabacco e che intendono ridurne drasticamente i consumi. Ciò comporta una riduzione della coltivazione e della produzione di tabacco nel nostro continente, mettendo in discussione migliaia di posti di lavoro in Europa e in Italia, che ad oggi è ancora primo produttore di tabacco. All interno di questo scenario le proposte di Fai, Flai e Uila si muovono verso quattro direttive principali. La prima: sottolineando il valore aggiunto dato dal secondo livello di contrattazione, si richiedono tempi certi per la costituzione della Commissione paritetica nazionale (già prevista nel precedente Ccnl) da articolare su base regionale affinché possa costituire, con il governo regionale, organismi bilaterali in grado di individuare forme di sostegno alla tabacchicoltura e curare la formazione specifica per il settore. Inoltre, rilevando che ad oggi, a causa della particolare dislocazione delle aziende la contrattazione di secondo livello non ha dato risultati apprezzabili, si vuole procedere ad una contrattazione su base regionale, definendo così obiettivi e parametri di riferimento utili alla determinazione del premio per obiettivi. La seconda: data la presenza di un numero sempre crescente di lavoratori migranti impiegati nel settore, si richiede di introdurre norme specifiche per favorire la loro integrazione in grado di soddisfare loro particolari esigenze riguardo formazione, ferie e festività religiose. La terza: per compiere un sostanziale passo in avanti verso la conciliazione tra tempi di vita privata e di lavoro, si richiede di prevedere nel contratto una modulazione flessibile degli orari che possa agevolare lavoratrici e lavoratori a dedicarsi alla cura dei bambini. Infine, una richiesta di incremento salariale che intende salvaguardare il potere d acquisto delle retribuzioni attraverso una proposta di incremento pari all 11%, in linea con la storia salariale del settore. DI PASQUALE PAPICCIO Il più grande polo floricolo italiano ed europeo che conta cinque siti produttivi in Italia, collocati in Puglia e Basilicata e altri due in Olanda, 500 milioni di euro di fatturato e 1800 occupati, avvia una fase nuova, quella della riconversione e diversificazione produttiva. La crisi economica ha colpito duramente anche il settore floricolo. Riduzione significativa dei consumi (-10%), aumento dei prezzi dei mezzi di produzione, difficoltà a riscuotere i crediti commerciali con conseguente riduzione della liquidità, hanno creato seri problemi anche a un colosso del settore come il gruppo Ciccolella. A tutto ciò si è aggiunta la forte concorrenza in termini di prezzo dei fiori recisi provenienti dal continente africano (Kenia, Etiopia, ecc.). Ciccolella ha deciso di reagire a questa situazione di difficoltà, non con un ridimensionamento produttivo ed occupazionale, bensì con un progetto di graduale sostituzione della produzione di rose, più esposte alla concorrenza africana, con colture nuove nel comparto delle piante ornamentali e delle produzioni ortofrutticole, abbinate allo sviluppo delle energie rinnovabili (fotovoltaico e cogenerazione). Un progetto che il sindacato ha da subito condiviso perché rappresenta un importante esempio di come si possa superare positivamente una fase di crisi con scelte diverse, innovative e soprattutto coraggiose. Piuttosto che ricorrere alle delocalizzazioni o alle riduzioni selvagge di personale, Ciccolella ha invece deciso di investire e realizzare quelle innovazioni idonee a salvaguardare i volumi produttivi e i livelli occupazionali. Ora si apre una fase delicata, che consiste nella difesa dei posti di lavoro e dei redditi per il periodo necessario alla realizzazione del progetto, che si prevede avrà una durata di mesi. Diventa indispensabile l attivazione degli ammortizzatori sociali in deroga in quanto i tre mesi della Cisoa ordinaria sono del tutto insufficienti. Le segreterie nazionali di Fai, Flai e Uila si sono già attivate investendo della questione le regioni Puglia e Basilicata e hanno richiesto, insieme all azienda, un incontro urgente con il Ministero del Lavoro. C è da augurarsi che in tempi rapidi le istituzioni coinvolte sappiano individuare una soluzione che supporti il progetto di un azienda che scommette sul futuro e dia risposte idonee alla salvaguardia dell occupazione.

3 Giovedì 31 Marzo La Filiera presenta al governo il documento che ribadisce la centralità dell agricoltura e del lavoro L Italia agricola è unita sulla Pac Mantegazza: ora serve un gioco di squadra a Bruxelles DI FABRIZIO DE PASCALE Dopo anni di divisioni e incomprensioni reciproche, il mondo agricolo italiano è riuscito ad esprimere una posizione condivisa sulle proposte che l Italia dovrà portare al tavolo delle trattative a Bruxelles sul futuro dell agricoltura europea; e in questa posizione condivisa il lavoro agricolo, dipendente e autonomo, assume un importanza centrale. Un risultato di grande rilievo per il sindacato agroalimentare italiano e per la Uila, in particolare, che ha contribuito con forza e decisione a raggiungerlo. Il documento di filiera «La Pac dopo il 2013» (vedi il testo a pag.4) è stato sottoscritto, lo scorso 22 febbraio, da Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Copagri, Fedagri-Confcooperative, Legacoop-agroalimentare, Agci-Agrital, Unci-Coldiretti, Flai-Cgil, Fai- Cisl, Uila-Uil ed è stato presentato, lo stesso giorno, nell ambito del forum sul futuro della Pac organizzato dal ministero per le politiche agricole. Un tempismo che ha fatto di questo documento l argomento centrale di discussione del forum stesso, al quale hanno partecipato i rappresentanti di tutte le organizzazioni del mondo agroalimentare italiano. Unanime quindi l apprezzamento del documento, sia nei suoi contenuti, sia perché esso segna la riunificazione di tutta la filiera agroalimentare e potrà quindi consentire al nostro paese di arrivare alle trattative di Bruxelles con una posizione italiana forte e condivisa. Nei contenuti il documento indica come priorità da perseguire per l Italia innanzitutto la conferma del budget comunitario da destinare all agricoltura e il mantenimento dell attuale distribuzione fra gli stati membri. Per quanto riguarda i pagamenti diretti si chiede il superamento del criterio storico per abolire la rendita fondiaria e di attribuire i premi Pac solo agli agricoltori attivi e professionali. Tra i criteri di ripartizione delle risorse, ad integrare il criterio dimensionale delle aziende si chiede di tener conto anche della produzione lorda vendibile, il valore aggiunto per ettaro e la quantità e qualità del lavoro, dipendente e autonomo, utilizzato dall azienda. Promuovere e qualificare l occupazione agricola viene indicato, nel documento, sia come uno degli obiettivi generali della Pac che come obiettivo specifico da perseguire nel capitolo relativo allo sviluppo rurale. Una vittoria del sindacato DI STEFANO MANTEGAZZA Per il sindacato agroalimentare il documento congiunto sulla Pac è un risultato straordinario. Per la Uila, in particolare, è una grande soddisfazione: fu proprio al IV congresso nazionale, poco più di un anno fa, che venne lanciata ai presidenti delle organizzazioni imprenditoriali e cooperative la proposta di un documento di filiera che mettesse il lavoro al centro della futura Pac. Oggi possiamo dire che, con l impegno e il sacrificio di tutti, un primo risultato è stato raggiunto: almeno in Italia abbiamo sconfitto l idea che dietro i profitti della filiera agroalimentare ci fossero dei fantasmi e non dei lavoratori in carne ed ossa con la loro professionalità e i loro diritti. L altra scelta di fondo condivisa è che la Pac non dovrà più finanziare la rendita fondiaria ma, al contrario, dovrà mirare a sostenere le aziende che creano ricchezza, sviluppo e occupazione. Ma il documento italiano è solo il primo passo, ora dobbiamo convincere l Europa. Il nostro governo però non ha più alibi e non può più giocare sulle differenze di posizione delle diverse associazioni. L Italia deve giocare di squadra a Bruxelles ed è quindi necessario che i ministri dell economia e degli esteri si impegnino, insieme al ministro dell agricoltura, per sostenere in maniera univoca la proposta italiana e soprattutto per confermare le risorse finanziarie indispensabili per il nostro settore. Con il nuovo sistema della co-decisione è mutato il processo decisionale dell Ue e nella definizione della futura Pac la commissione agricoltura del parlamento europeo e il suo presidente avranno dunque un ruolo essenziale. Quindi basta con le polemiche, giochiamo tutti con la stessa maglia che è quella dell Italia e giochiamo con la voglia di vincere. Dall abbondanza alla scarsità: la sicurezza alimentare di nuovo in agenda DI PAOLO DE CASTRO * Riproponiamo questo articolo (pubblicato da Repubblica Affari e Finanza il 7/3/2011) in quanto riteniamo che in esso sia ben descritto il nuovo quadro internazionale entro cui dovrà operare la futura Pac A febbraio l indice dei prezzi alimentari della Fao ha toccato il nuovo massimo storico. Secondo i dati della Banca Mondiale, è stato proprio questo aumento, che dura da 8 mesi, a spingere, tra giugno e dicembre, 44 milioni di persone oltre la soglia della povertà estrema. L equazione è fin troppo nota: povertà + alti prezzi alimentari = fame. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Il Nord Africa e alcuni paesi del Medio oriente sono sconvolti da tensioni sociali innescate tutte, forse con la sola eccezione della Libia, dall aumento dei prezzi dei generi alimentari di prima necessità: grano, mais, zucchero, oli vegetali. Paesi totalmente dipendenti dalle importazioni di cereali si sono trovati a gestire prezzi all esportazione cresciuti di almeno il 70% rispetto al febbraio dello scorso anno. E la tendenza al rialzo continuerà. Non c entra, almeno non quanto comunemente si pensi, la «speculazione». Dalla Fao alla Commissione europea, non esiste nessuno studio che mostri una correlazione diretta tra instabilità dei prezzi e speculazione. Esistono invece dati stringenti che testimoniano un grave squilibrio tra domanda e offerta globale, tra produzione e approvvigionamento alimentare. Squilibrio crescente se si guarda al ritmo annuale di crescita della domanda di cibo mondiale che è circa doppio rispetto alla crescita dell offerta. Dati come la crescita demografica, con 9 miliardi di individui che abiteranno il Pianeta nel Ma soprattutto il boom delle economie emergenti, con quote sempre più rilevanti della popolazione mondiale che stanno migliorando le loro condizioni di vita e hanno accesso a consumi alimentari più ricchi, ma dall impatto ambientale maggiore: entro il 2050, i paesi in via di sviluppo acquisteranno il 65% di proteine animali in più (carne e latte). O, ancora, gli studi (della Fao, dell Ifad, del governo britannico, ecc.) che valutano l aumento della domanda di acqua, ma anche gli sprechi nell utilizzo delle risorse naturali (acqua e suolo), l avanzamento della desertificazione, la perdita della biodiversità, per arrivare a quantificare gli effetti economici dei cambiamenti climatici sulla produzione agricola, con conseguenze come l aumento dei prezzi del cibo, che potrebbe raddoppiare da qui a 40 anni. Forse non sembra un problema a noi europei, che per mangiare spendiamo il 13% del nostro reddito. Lo è sicuramente per tutti gli esseri umani che per «fare la spesa» ogni giorno impegnano più della metà delle loro entrate. E nella globalizzazione il concetto di «noi» e «loro» è diventato molto relativo, se, come vediamo in queste settimane, gli affamati di pane e democrazia fuggono dai loro paesi per venire, giustamente, a cercare condizioni migliori sulle nostre sponde. Potrebbe essere ancora niente. In tutto il mondo si moltiplicano le acquisizioni di terra su larga scala, con grandi corporation e fondi sovrani di Stati ricchi di liquidità ma poveri di risorse che stanno comprando migliaia di ettari, interi pezzi di territorio, nei paesi più poveri. È il caso degli acquisti di terra africana da parte dei cinesi che ha preso il nome di «landgrabbing» letteralmente accaparramento di terra! Un fenomeno nuovo le cui conseguenze sui futuri assetti geopolitici mondiali non si stanno valutando con attenzione! Il terremoto economico e sociale che stiamo vivendo è frutto di un era di nuova scarsità. Un epoca cominciata dopo la metà degli anni novanta, quando, dopo decenni di relativa stabilità, i prezzi delle materie prime agricole cominciarono a salire. Soprattutto l andamento dei prezzi del grano evidenzia il passaggio da una fase di stabilità (intervallata solo dalla crisi petrolifera degli anni 70), che aveva caratterizzato il dopoguerra, ad una fase di incremento. Lo spartiacque, alla fine degli anni novanta, coincide con l accelerazione della crescita economica dei paesi cosiddetti emergenti. Nel , abbiamo assistito al primo scossone. Allora, in un solo anno, ci furono 100 milioni di persone spinte oltre la soglia della povertà estrema. Oggi siamo di fronte a una nuova manifestazione dello stesso fenomeno. Che potrebbe farsi ancora più seria, con la crisi nord africana a spingere in alto il prezzo del petrolio. La scarsità, la sua percezione come minaccia reale e concreta, è diventato un fatto strutturale. Nell era della scarsità basta un nulla, lievi oscillazioni della domanda o dell offerta, per far entrare in fibrillazione i mercati. Nell era della scarsità se un solo paese, come accaduto con la Russia, decide unilateralmente il bando dell export di grano, finisce per compromettere la stabilità degli scambi commerciali per mesi. E se alla scelta di quel paese si aggiungono gli effetti catastrofici sulle rese di eventi climatici estremi (come quelli verificatisi in Australia e Cina) ecco che possono scatenarsi crisi che mandano in frantumi regimi durati 50 anni. Nell era della scarsità il tema della sicurezza alimentare e quindi dell agricoltura torna centrale! Le politiche agricole devono tornare in cima all agenda della politica mondiale. Così come rinnovata importanza assume l attività che della produzione di cibo fa il suo scopo primario e incide direttamente sul mantenimento delle risorse naturali e sulla lotta al cambiamento climatico, cioè l agricoltura. La sostenibilità nell uso delle risorse naturali diventa un obbligo imprescindibile per preservare le produzioni di cibo future! Le politiche agricole, come quelle ambientali, vanno ripensate in un ottica globale, di coordinamento tra stati e entità sovranazionali. Serve un nuovo impegno e uno slancio riformatore comune, analogo a quello che si tenta di portare avanti, soprattutto da parte dell Unione europea, sul versante della lotta per la riduzione delle emissioni di gas serra. L iniziativa francese di mettere la questione sul tavolo del G20 è un buon inizio. Ma sono l Europa e gli Stati Uniti, che amministrano le due politiche agricole più antiche e importanti del mondo (la Pac e il Farm Bill), a dover farsi carico di guidare il cambiamento. Per trovare strumenti e azioni che assicurino l accesso al cibo a prezzi ragionevoli alle generazioni future. Se non si affronta subito e a livello internazionale il tema della sicurezza alimentare, e se non si affronta in sede politica, corriamo il rischio di doverci abituare ad uno stillicidio di nuovi primati. Nuovi record dei prezzi alimentari, di numero di individui in condizioni di povertà estrema, di persone in fuga dalla fame, oltre che dalla dittatura. E i record, purtroppo, sono fatti per essere battuti. * presidente commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo

4 4 Giovedì 31 Marzo 2011 Documento sottoscritto il 22 febbraio 2011 da: Coldiretti, Cia,Confagricoltura, Copagri, Fedagri-Confcooperative, Legacoop-agroalimentare, Agci-Agrital, Unci-Coldiretti, Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil Premessa Il peso strategico della filiera agroalimentare si sta accentuando sulla scorta dei profili evolutivi attualmente in atto nel mondo. Le imprese agricole e dell industria alimentare garantiscono ai consumatori europei alti livelli di approvvigionamento, coniugati a standard elevati di sicurezza alimentare (food security, food safety, food quality). Si prevede che la domanda globale di prodotti agricoli aumenterà di circa il 70% nei prossimi quaranta anni. Si tratta di un incremento esposto ai rischi dei cambiamenti climatici in corso, legato alla maggiore domanda generata sia dall imponente crescita demografica attesa nei prossimi decenni sia dalla necessità di recuperare le fasce di sotto nutrizione attuali. Le tensioni che, dopo la crisi del , si stanno nuovamente abbattendo sulle quotazioni internazionali delle commodity alimentari sono sintomatiche di equilibri domanda-offerta troppo spesso precari, con scarsi margini di scorta e di compensazione. Tali situazioni innescano fenomeni speculativi, con dolorose ricadute e pericolosi disagi socio-economici nei Paesi più poveri del Pianeta. Sono tensioni che, in un economia globalizzata, investono tutti i mercati, compreso quello europeo. Esse impongono alla futura PAC di assicurare come parametri prioritari di riferimento i più alti livelli di produttività e di competitività all agricoltura e all intera filiera agroalimentare comunitaria, anche valorizzando le distintività territoriali, riscattando per quanto possibile il sistema da situazioni di eccessiva dipendenza dai trader internazionali. In particolare, gli interventi della PAC devono tenere in considerazione il differenziale di competitività a carico degli agricoltori europei dovuto a norme comunitarie più rigorose rispetto agli standard internazionali, il valore delle produzioni, la quantità e la qualità del lavoro dipendente e autonomo, gli svantaggi naturali, gli impegni in campo ambientale e forestale. È necessario ripartire dalla centralità del territorio, dall economia reale, caratterizzata da produzioni, da beni, da servizi certi, verificabili, misurabili, frutto di lavoro, di ricerca, di impegno. Deve ritrovare diritto di cittadinanza la capacità imprenditoriale e il prodotto. Gli obiettivi della PAC debbono essere adeguati alle nuove esigenze delle imprese, dei consumatori e dei cittadini europei, valorizzando il ruolo degli agricoltori e di tutti gli operatori della filiera agroalimentare come produttori di alimenti e di ricchezza per l Unione Europea. La PAC deve porre al centro le imprese agricole e agroalimentari, deve premiare l economia reale, promuovere l innovazione ed il ricambio generazionale ed incentivare la produzione alimentare, anche facendo leva sul valore aggiunto dei territori. È fondamentale, in particolare: - favorire lo sviluppo di un agricoltura competitiva e sostenibile sotto il profilo economico, sociale e ambientale; - innovare e migliorare le condizioni per la commercializzazione, la programmazione e la gestione dell offerta; - rispondere alla domanda di informazione e di trasparenza dei mercati e dei prodotti, da parte dei consumatori; - creare le condizioni giuridiche per la gestione da parte degli agricoltori di filiere corte e trasparenti; - promuovere e qualificare l occupazione agricola autonoma e dipendente. 2. Budget La Politica agricola comunitaria (Pac) dopo il 2013 La PAC interessa il 47% della superficie europea e oltre 18 milioni di occupati: il suo futuro dovrà essere pensato per rispondere alle nuove esigenze delle diverse agricolture che caratterizzano il territorio dell Unione. Un ruolo rilevante a cui non possono che essere assegnate risorse adeguate. Oggi il bilancio Ue rappresenta il 2% della spesa pubblica complessiva dei Paesi membri; per ogni 100 euro di Pil europeo meno di un euro è destinato al bilancio comunitario e solo 40 centesimi sono destinati alla spesa agricola. Inoltre, raffrontando la spesa agricola al consolidato di tutte le spese nazionali, il suo peso non arriva all 1%. Il budget destinato all agricoltura va quindi confermato nel suo complesso e va sostanzialmente mantenuta la sua attuale distribuzione tra Stati membri. La decisione è demandata ai Ministri dell Economia e delle Finanze: le organizzazioni della filiera chiedono, alla nostra delegazione, e al Governo nella sua massima espressione, una posizione forte ed autorevole a difesa dell agricoltura europea e degli interessi nazionali. L Italia è un contribuente netto su tutte le politiche comunitarie, oltre che sulla Pac; questa sua particolare posizione deve essere fatta pesare nelle trattative. 3. Ripartizione delle risorse per Paese Il nostro sistema agroalimentare poggia le sue capacità competitive, prevalentemente, sulle specificità produttive e sulle produzioni di qualità. Un patrimonio che consente all Italia di vincere le sfide sui mercati mondiali. Pertanto, nel ridefinire la ripartizione delle risorse tra i Paesi, è necessario utilizzare oltre al criterio dimensionale una serie di parametri oggettivi. Tra questi vanno considerati prioritari: la Plv e il valore aggiunto per ettaro; la quantità e qualità del lavoro, sia dipendente che autonomo. 4. Pagamenti diretti C è piena consapevolezza che l attuale sistema basato sul criterio storico vada superato, anche per contrastare posizioni di rendita fondiaria, ed è inoltre necessario indirizzare i benefici della PAC prioritariamente verso gli agricoltori attivi, vale a dire le imprese agricole che sono orientate al mercato e operano sul territorio, anche attraverso forme di aggregazione e di integrazione, che in modo professionale creano reddito e producono alimenti ed effetti positivi per la società. Da ciò consegue una redistribuzione dell entità dei pagamenti diretti tra i beneficiari particolarmente marcata in Italia, che si caratterizza per una forte differenziazione della propria agricoltura. È dunque indispensabile un periodo transitorio per avviare il nuovo sistema, insieme ad un adeguato margine di flessibilità per gestire il processo di transizione con la dovuta gradualità. In questo quadro una parte delle risorse finanziarie, gestite a livello nazionale, potrebbe essere utilizzata per assicurare un atterraggio morbido del sistema. Inoltre è necessario potenziare strumenti sul modello dell articolo 68 per costituire una politica agricola nazionale capace, oltre che di premiare comportamenti virtuosi, di intervenire in determinati settori strategici o in ristrutturazione. Si assumono comunque fin da ora tra i criteri guida del nuovo sistema a regime quelli individuati in premessa. 5. Strumenti di gestione dei mercati Il primo pilastro della PAC non significa solo pagamenti diretti. Esistono anche tutta una serie di interventi di mercato, di fatto neutralizzati dalle passate riforme, che dovranno essere rivisitati per rispondere ad una serie di nuove esigenze dell agricoltura, prima fra tutte la stabilità dei redditi. Oggi tali strumenti di mercato assorbono meno del 9% della spesa del primo pilastro. Per disporre di strumenti efficaci di gestione delle politiche di mercato è necessario rafforzare la possibilità di gestire a livello nazionale strumenti di interventi selettivi sul modello di quelli oggi previsti dall articolo 68 (come il sistema assicurativo). La filiera agroalimentare italiana ritiene che debba essere introdotta nella Pac post 2013, una effettiva rete di sicurezza che permetta di affrontare in maniera tempestiva ed efficace le situazioni di crisi e le oscillazioni dei redditi di tutti i soggetti della filiera, anche in risposta alla forte volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli. Di particolare rilevanza in questo contesto sarà l adeguamento dei parametri che attualmente determinano l attivazione degli strumenti esistenti, tenendo conto soprattutto delle specificità delle agricolture dei Paesi membri. In assenza di un risultato soddisfacente su questo fronte, occorrerà richiedere strumenti alternativi per compensare in misura adeguata i danni provocati dalle crisi. Il complesso degli interventi deve assicurare nuove e più efficaci misure di regolazione del mercato, che siano in grado di assicurare la trasparenza, il corretto funzionamento della catena alimentare e un reale accorciamento della filiera evitando intermediazioni, anche attraverso accordi locali di fornitura e vendita diretta e, allo stesso tempo, mettendo a disposizione adeguati strumenti finanziari e normativi. In questo quadro è necessario prevedere il finanziamento di misure quali: - assicurazione agevolata a favore dei produttori (sia assicurazione contro le calamità naturali che assicurazione al reddito) e costituzione di fondi mutualistici; - garanzia e tutela del reddito nei momenti di crisi di mercato; - misure per il miglioramento della commercializzazione sui mercati interni e della penetrazione sui mercati terzi al fine di creare nuovi sbocchi per le produzioni europee e sostenere il reddito dei produttori; - programmazione e la gestione dell offerta e per il suo miglioramento qualitativo; - miglioramento dei rapporti interprofessionali e della contrattualistica, utilizzando tutte le forme di aggregazione, comprese le reti d impresa; - promozione al consumo di prodotti momentaneamente eccedentari; - destinazioni alternative a quelle tradizionali (ad esempio energie da biomasse) o distribuzione finalizzata presso scuole ed istituti di accoglienza; - attività di stoccaggio privato. Si potrebbe consentire a ciascuno Stato membro di attribuire alle strutture dedicate all organizzazione economica (cooperative, società di capitali controllate dagli agricoltori, organizzazioni dei produttori, organismi interprofessionali e in generale strutture di aggregazione dell offerta) competenze specifiche per i rispettivi associati nella gestione degli strumenti di mercato sopra descritti, nel rispetto delle fondamentali regole della concorrenza. Ciò consentirebbe di rafforzarne il ruolo e le prerogative. 6. Sviluppo rurale La futura PAC dovrà puntare a sostenere e rafforzare la competitività dell agricoltura europea sulla base di un nuovo modello produttivo che combini sostenibilità economica, ambientale e sociale. La politica di sviluppo rurale dovrà rappresentare lo strumento principale per il raggiungimento di tali obiettivi. Ciò pone l esigenza di una caratterizzazione più agricola del complesso degli indirizzi e degli orientamenti programmatori. Specificità che va garantita specie se dovesse prevalere l orientamento per una gestione coordinata di tutti i fondi europei, compreso il FEARS. Va evitato in ogni modo il ricorso alle risorse del secondo pilastro per finanziare progetti non finalizzati al rafforzamento delle imprese e delle relazioni di mercato. L attuale assetto appare chiaramente non congeniale alle esigenze specifiche del settore agricolo che i grandi mutamenti in atto hanno determinato e va quindi razionalizzato e semplificato. La futura politica di sviluppo rurale dovrebbe pertanto: - sostenere gli investimenti aziendali, con particolare priorità a quelli indirizzati alla introduzione di innovazione tecnologica e organizzativa nelle imprese ed al consolidamento, promozione e qualificazione delle produzioni, tesi anche all accorciamento, l efficienza e alla trasparenza delle filiere. - promuovere il ricambio generazionale, focalizzando e rivedendo le due misure del primo insediamento e del prepensionamento; - sostenere la realizzazione di azioni di integrazioni di filiera e di progetti integrati territoriali; - supportare progetti di infrastrutturazione di sistema capaci di migliorare le relazioni fra imprese agricole e servizi a monte e a valle del processo produttivo; - consolidare, promuovere e qualificare l occupazione agricola, sia dipendente, sia autonoma. Tutto ciò presuppone un adeguata capacità di gestione delle politiche di sviluppo rurale, con la necessità di riconoscere e sostenere nella regolamentazione europea di un forte coordinamento a livello nazionale, specie in realtà (come quella italiana) caratterizzate da un forte decentramento amministrativo. Occorre infine rafforzare la sussidiarietà, sia aumentando la flessibilità e le regole di programmazione e di gestione dei PSR, sia favorendo una sensibile semplificazione delle procedure gestionali e di accesso alle misure. In quest ottica si chiede di poter superare il parametro del limite dimensionale per quelle imprese agroalimentari controllate direttamente dai produttori agricoli. Coldiretti Cia Confagricoltura Copagri Fedagri-Confcooperative Legacoop-agroalimentare Agci-Agrital Unci-Coldiretti Flai-Cgil Fai-Cisl Uila-Uil Roma, martedì 22 febbraio 2011

5 U I L A P E S C A Inviata a Federpesca la piattaforma unitaria di rinnovo del Ccnl imbarcati Rafforzare la bilateralità Un fondo sanitario per il settore pesca industriale DI GUIDO MAJRONE Il nove marzo le segreterie nazionali di Fai, Flai e Uila Pesca hanno inviato a Federpesca la piattaforma per il rinnovo del Ccnl per il personale imbarcato su navi adibite alla pesca marittima; il testo, approvato all unanimità dalle assemblee dei lavoratori, contiene, al contrario di quanto sarebbe dovuto essere, proposte sia economiche che normative per gli oltre lavoratori interessati, nonostante la scadenza riguardi solo l incremento delle retribuzioni. Infatti, la nostra controparte ci ha proposto, e noi abbiamo accettato ben volentieri, di adeguare la struttura contrattuale a quella individuata negli ultimi due anni dai rinnovi del comparto agroalimentare. Perciò, il Ccnl Federpesca, ultimo accordo nazionale rinnovato secondo le regole del 23 luglio 1993, concluderà il ciclo negoziale dei Ccnl rinnovati da Fai, Flai e Uila (Uila pesca in questo caso) in un contesto di relazioni industriali italiane alquanto complicato che, però, non ha impedito al sindacato agroalimentare italiano di negoziare importanti risultati per oltre un milione di addetti del settore, tenendo unita e coesa la categoria. Quindi, la prima sottolineatura da fare sulle richieste presenti in piattaforma riguarda la durata del contratto, che è triennale e la conseguente unificazione dei tempi e delle procedure di rinnovo delle parti economiche e normative. Molto interessanti sono anche le proposte di nuovi articolati contrattuali; fra tutte vogliamo sottolineare quella riguardante l introduzione nel comparto di un fondo sanitario nazionale integrativo alle prestazione del servizio sanitario pubblico i cui costi (la richiesta è di 12 euro al mese per addetto) dovranno essere totalmente a carico del sistema delle imprese. Si va a rafforzare così lo storico e collaudato impianto di bilateralità del comparto della pesca industriale, primo fra gli altri a prevedere la contrattualizzazione del diritto alle prestazioni bilaterali dei lavoratori e la relativa responsabilità per gli armatori inadempienti, tramite l erogazione delle stesse e di una parte salariale aggiuntiva. Merita di essere citata anche la richiesta di normare, all interno del Ccnl, la procedura usata l anno scorso, in sede di commissione consultiva nazionale, per disciplinare le deroghe ai fermi tecnici durante le festività natalizie; in questi periodi di forte richiesta di pescato, le parti stipulanti il contratto nazionale potranno inviare all amministrazione proposte finalizzate a poter uscire in mare in alcune giornate in cui la pesca è vietata per decreto, prevedendo altresì date vicine per il recupero, sia nell interesse della risorsa alieutica che del sacrosanto diritto dei pescatori di programmare il loro tempo libero. La piattaforma, inoltre, prevede l incremento degli istituti contrattabili a livello regionale o di singola marineria: in particolare, si richiede di prevedere ulteriori agibilità per i rappresentanti alla sicurezza e di definire quali parti di retribuzione siano assoggettabili alla vigente disciplina sulla detassazione dei salari variabili. In tema di struttura retributiva Fai, Flai e Uila pesca propongono l erogazione del minimo contrattuale garantito ogni mese, incrementandolo, ove ne sussistano le condizioni, con il ricavato della parte riferito a quel periodo di tempo. Infine le richieste economiche: nel triennio il minimo monetario garantito andrà incrementato dell 8,5%, con il conseguente ricalcolo sulle tabelle per la contribuzione malattia e infortunio, mentre l aumento richiesto per la voce convenzionale ai fini previdenziali è pari al 15%, con il chiaro obiettivo di innalzare i versamenti ai fini pensionistici, soprattutto a favore di quei lavoratori ai quali si applicherà in toto il sistema di calcolo contributivo. Riteniamo di aver inviato alla nostra controparte una piattaforma di rinnovo sicuramente responsabile, visto il periodo di crisi che attraversa il comparto, ma anche moderna, con riferimento, ad esempio, all introduzione del fondo sanitario integrativo. Da Federpesca ci aspettiamo ora un atteggiamento analogo, così come dimostrato nei precedenti rinnovi, per poter addivenire quanto prima alla stipula dell accordo di rinnovo. Giovedì 31 Marzo CCNL COOP A TERRA Rinnovato il biennio economico Fai, Flai, Uilapesca e le tre centrali cooperative hanno sottoscritto il 9 marzo il rinnovo del biennio economico del Ccnl per il personale non imbarcato dipendente da cooperative di pesca. Le trattative sono state lunghe e difficili a causa dalla grave crisi del settore che pone i lavoratori in condizioni economico-sociali sempre più deboli e costringe i datori di lavoro a costi sempre più elevati. Infatti, al depauperamento delle risorse ittiche si è aggiunto l aumento del costo del gasolio che incide notevolmente sui costi d impresa. Nonostante ciò, si è giunti a un accordo economico importante. È stato riconosciuto un aumento medio di 75 parametrati che sarà erogato in due tranche uguali di 35,70 dal 1 marzo 2011 e dal 1 ottobre Inoltre, nella busta paga di marzo sarà erogato un importo forfettario una tantum di 150 lordi. È un ottimo risultato considerando anche il momento di non facili rapporti con le controparti. PESCA ILLEGALE Barche pirata finanziate dall Ue FORMAZIONE Al via il corso Uilapesca sul Fep SANT ANTIOCO La Uilapesca incontra i pescatori A Roma forum organizzato dal Mipaaf Pcp, proposta Ue prevista a luglio Soldi pubblici europei sono serviti a finanziare la pesca illegale: dal 1994 al 2010, oltre 26 milioni sono andati a favore di circa 130 pescherecci (per lo più italiani, francesi e spagnoli) che in molti casi erano già stati sanzionati per infrazioni gravi. È la denuncia emersa nel corso di un seminario organizzato il 23 marzo a Bruxelles da Luigi de Magistris, presidente della commissione controllo bilanci del parlamento europeo. Come è possibile? I fondi passano dall Europa agli stati membri, i cui ministeri competenti li distribuiscono tramite le regioni ai pescatori, non tenendo conto delle infrazioni commesse. La pesca illegale produce un fatturato di 10 miliardi l anno e raggiunge livelli ragguardevoli anche in acque europee. È una situazione gravissima e paradossale che deve cambiare in fretta ha detto De Magistris al termine del seminario la Commissione ha ribadito la sua volontà di recuperare le somme erroneamente erogate. In questa vicenda ci sono costi enormi, oltre che sotto il profilo ambientale anche sotto quello sociale: chi pesca onestamente fatica a continuare la sua attività mentre i disonesti vengono premiati. Si svolgerà a Rimini dal 13 al 15 aprile il primo dei due moduli formativi, destinati ai delegati e ai quadri della Uilapesca, decisi dal comitato centrale dell organizzazione lo scorso 23 febbraio. Il primo modulo sarà dedicato al Fondo europeo della pesca (Fep) e servirà ad approfondirne contenuti ed opportunità. Il corso si aprirà con un introduzione del segretario generale della Uilapesca Guido Majrone e sarà animato dagli interventi di Roberto Odorico, vicepresidente della cooperativa ShoreLine, Rossella Salvatori, dirigente del Ministero per le politiche agricole (Dg pesca), Piergiorgio Vasi, responsabile fondi strutturali europei della regione Emilia Romagna. Il programma prevede anche una tavola rotonda con i segretari regionali della Uilapesca sulla loro esperienza in materia di Fep, moderata dal segretario nazionale Fabrizio De Pascale. Un secondo modulo formativo sui temi della contrattazione e della previdenza nel settore pesca è previsto a Fiuggi dal 18 al 20 maggio prossimi. Entrambi i momenti formativi si svolgeranno in collaborazione con l ufficio formazione della Uila nazionale. Si è svolto il 25 marzo a Sant Antioco (Ca) un incontro organizzato dalla Uilapesca con i pescatori locali per ascoltare la loro voce e discutere con loro i problemi e le prospettive del settore. All incontro ha partecipato Mario Cro, segretario provinciale Uil Sulcis Iglesiente. I lavori sono stati introdotti dalla relazione del segretario generale della Uilapesca Guido Majrone e dal saluto del sindaco di Sant Antioco Mario Corongiu. È poi iniziato il dibattito nel quale sono intervenuti, tra gli altri, Marcello Abis, in rappresentanza del consigliere regionale Adriano Salis, Angelo Cremone consigliere provinciale Sulcis Iglesiente, Luciano Marica, pescatore, Pasquale Deiana segretario regionale Uila Sardegna. Numerosi anche gli interventi dei pescatori e dei lavoratori presenti. Ha concluso i lavori Pietro Pellegrini, segretario nazionale della Uila. Pagina realizzata con il contributo del Ministero per le politiche agricole, alimentari e forestali Entro il prossimo mese di luglio, o al più tardi in settembre, la commissione europea presenterà una comunicazione e la relativa proposta di regolamento per la politica comune della pesca (Pcp) del dopo È quanto hanno spiegato Franz Lamplmair e Giorgio Galizioli, della Dg Mare della commissione Ue, nel corso della riunione del dialogo sociale europeo sulla pesca, svoltasi a Bruxelles lo scorso 24 marzo. Si tratterà, probabilmente, di una proposta complessiva che riguarderà tutti gli aspetti della politica comunitaria della pesca (acquacoltura, finanziamenti al settore, ecc.). Il sindacato europeo della pesca (Etf), di cui la Uilapesca fa parte, si è molto adoperato nei mesi scorsi affinché la futura riforma tenga maggiormente conto della dimensione sociale della pesca. In particolare, nel documento trasmesso alla commissione, l Etf chiede l introduzione del principio di condizionalità: il rispetto delle regole sociali e ambientali deve essere una conditio sine qua non per l assegnazione di fondi, aiuti pubblici, diritti di pesca, licenze ed altro. Questo significa che, per ottenere quote, fondi e licenze, le imprese devono dimostrare di ottemperare alla legislazione sociale ed ambientale, di rispettare i contratti collettivi di lavoro e di impegnarsi nel dialogo sociale. Una posizione che la Uilapesca porta avanti da tempo anche sul piano nazionale, condividendola con Fai e Flai. Posizione che è stata peraltro ribadita unitariamente nel corso del recente Forum sulla riforma della Pcp, organizzato dal Mipaaf e svoltosi lo scorso 4 marzo, nel corso del quale, anche a nome di Fai e Flai è intervenuto il segretario nazionale della Uilapesca Fabrizio De Pascale che ha detto, tra l altro: la commissione ha riconosciuto, nel Libro Verde, il fallimento della Pcp e l esigenza di cambiare rotta. Vogliamo leggere questa affermazione come una autocritica costruttiva che, ci auguriamo, possa avere dei tangibili riscontri nella definizione della futura Pcp. Così come ci auguriamo che la commissione terrà in conto i risultati della consultazione pubblica che hanno evidenziato un consenso generalizzato sull esigenza di garantire la sostenibilità economica e sociale del settore; e, in particolare, che terrà conto del parere espresso dal parlamento europeo che ha sollevato la questione sociale della riforma e ha chiesto un aumento delle risorse finanziarie per la politica della pesca.

6 6 Giovedì 31 Marzo 2011 UILA Avviso comune tra parti sociali e Ministero del lavoro Conciliazione, è intesa Più sostegno ai genitori che lavorano DI RAFFAELLA SETTE Parti sociali e Ministero del Lavoro hanno siglato, lo scorso 8 marzo, un avviso comune sulle misure a sostegno delle politiche di conciliazione tra famiglia e lavoro che ha l obiettivo di favorire l occupazione femminile implementando politiche sociali e contrattuali a sostegno della conciliazione con soluzioni innovative dal punto di vista normativo e organizzativo. L intesa, che rappresenta un passo in avanti delle relazioni industriali, prevede l istituzione di un tavolo tecnico per la verifica, entro 90 giorni dalla firma, della possibilità di adottare nuove e buone pratiche di flessibilità e di conciliazione, tra quelle individuate dall Osservatorio affidato alla Consigliera nazionale di parità. Entro il prossimo anno verrà poi effettuata una verifica sulla loro effettiva attuazione. L accordo introduce regimi di orario di lavoro modulati su base semestrale o annuale a fronte di impegni contrattuali; sottolinea l importanza di incentivare un maggiore e migliore utilizzo su base volontaria e compatibilmente con le esigenze aziendali, del telelavoro e di tipologie contrattuali come part time, lavoro ripartito, lavoro intermittente e prevede che le politiche aziendali di conciliazione possono beneficiare delle misure fiscali di detassazione del salario di produttività. Tra gli altri punti: la possibilità per il lavoratore padre e la lavoratrice madre di beneficiare, entro i primi 3 anni di vita del bambino, di flessibilità di orario in entrata e in uscita; la trasformazione temporanea del rapporto di lavoro da tempo pieno in tempo parziale, per i primi 5 anni di vita del bambino o in caso di particolari esigenze di cura dei familiari. Inoltre, alla lavoratrice che si assenta per maternità deve essere garantito il mantenimento del posto e delle mansioni che svolgeva in precedenza o che non vanifichino la professionalità già acquisita. Altra agevolazione, prevista in via prioritaria ai lavoratori con oggettive esigenze, è la possibilità di utilizzare i permessi accantonati in flessibilità individuale o banca ore, e i genitori di bambini in età fino a 24 mesi potranno accantonare e utilizzare una banca ore con le ore straordinarie. Infine, l opportunità di usufruire di un orario di lavoro concentrato, ossia continuato dei propri turni giornalieri, e nuove competenze agli enti bilaterali in materia di conciliazione. La Uila, da sempre attenta alle politiche di conciliazione, ha accolto con grande favore l avviso comune. Siamo convinti che questo tema debba avere la stessa attenzione di tanti altri aspetti contrattuali, e lo dimostrano i risultati ottenuti dai rinnovi dei contratti nazionali e di secondo livello degli ultimi anni; così come, in questa stagione di rinnovo dei contratti di secondo livello dell industria alimentare, abbiamo previsto che ogni piattaforma contenga norme di sostegno alla donna che lavora, alla famiglia, e alle politiche di conciliazione. L auspicio ora è che le importanti opportunità offerte dall avviso comune vengano colte da tutti in modo da veicolare le future relazioni industriali a maggiori e nuove sensibilità lavoratori in stato di agitazione Apa, più chiarezza sui finanziamenti DI GIUSEPPE SORINO Il sistema allevatoriale rischia di collassare, con effetti drammatici sull occupazione e sulle attività delle associazioni provinciali allevatori (Apa), a causa dei tagli dei finanziamenti decisi dal governo. È quanto hanno denunciato Fai, Flai, Uila e Confederdia in una conferenza stampa congiunta svoltasi l 11 marzo a Noci (Ba) in occasione della 43 mostra nazionale del libro genealogico della razza bruna. Nonostante le numerose richieste di incontro con le istituzioni competenti assistiamo a un silenzio assordante e a un pietoso scaricabarile tra i ministeri interessati e le regioni. Vogliamo essere partecipi di questi discorsi e rivendichiamo un ruolo attivo nelle decisioni, in quanto sono a rischio, oltre al sistema, anche l occupazione di migliaia di lavoratori altamente qualificati. Siamo ancora in attesa dell apertura di un tavolo interministeriale, concordato il 24 febbraio in conferenza stato regioni, che gestisca l emergenza e si ponga come obiettivo una programmazione di lungo periodo e di sviluppo del sistema. L attività svolta dal settore (controlli funzionali, tenuta libri genealogici, miglioramento genetico) è fondamentale per il miglioramento quanti-qualitativo della zootecnia italiana, per la sicurezza alimentare e la tracciabilità dei prodotti; il mancato finanziamento del settore, da più parti sbandierato come eccellenza del sistema Italia, vanificherebbe un grande patrimonio di competenze e conoscenze, comprometterebbe gravemente la qualità del prodotto italiano, elemento di competitività sul mercato mondiale, e porrebbe la zootecnia italiana in completa dipendenza dall estero. Crea sconcerto il fatto che, mentre ai tavoli di discussione sulla futura riforma della Pac, sui concetti di competitività, biodiversità, tracciabilità e sicurezza alimentare le parti sociali e istituzionali siano disposte a fare fronte comune nei confronti dei colleghi europei, sulla questione della zootecnia, nel nostro paese si stia, al contrario configurando una politica di disimpegno che rischia di lasciare un vuoto che altri attori europei sono pronti a riempire. Uila, formazione per tutti Con il mese di marzo si è concluso il corso Uila di formazione sindacale, avviato nel novembre scorso. Oltre 20 i partecipanti fra delegati e collaboratori della Uila, originari di paesi stranieri tra cui Senegal, Camerun, Marocco, Albania, Bosnia, Romania, India e Repubblica Santo Dominicana. Un grande impegno indispensabile per valorizzare le conoscenze sindacali di coloro che, a vari livelli, sono impegnati all interno della Uila e per coinvolgere sempre più i nuovi italiani nell attività sindacale. Il corso è stato suddiviso in cinque moduli incentrati su temi quali: la storia d Italia, le politiche migratorie, la contrattazione, il welfare e la comunicazione. Le relazioni sono state svolte da esperti quali il vicepresidente dell Iss della Uil Gianni Salvarani, il senatore Luigi Covatta, il giornalista Sandro Roazzi, il segretario confederale Uil Guglielmo Loy e, sempre della Uil, Giuseppe Casucci e Roberto Calzolari, inoltre per l Ital nazionale sono intervenuti il vicepresidente Alberto Sera, Piero Bombardieri, Michele Zerillo e Andrea Mariotti; per la Uila oltre al responsabile del corso Pasquale Papiccio hanno partecipato il segretario generale Stefano Mantegazza e i segretari nazionali Tiziana Bocchi e Pietro Pellegrini; per la Uimec è intervenuto il vicepresidente Mauro Sasso, infine ha partecipato a tutto il corso l esperto di formazione Geo Brenna. Il percorso formativo non si conclude qui; dato l interesse suscitato la Uila riunirà i partecipanti del corso per conoscere i percorsi che ognuno avrà intrapreso a livello territoriale. La stagione formativa della Uila prosegue anche a livello territoriale. Dopo i corsi di Abruzzo e Umbria l agenda si infittisce di nuovi appuntamenti il prossimo sarà a Ravenna, poi sarà la volta del Veneto e di Catania per poi ritornare in Umbria e affrontare il secondo modulo formativo incentrato sulla busta paga e sul ruolo che deve essere svolto dalle Rsu. di Alice Mocci

7 U I L A Lactalis cresce al 29%, il governo interviene per decreto Parmalat, ore decisive Urgente un buon piano industriale DI TIZIANA BOCCHI Sono state giornate dai ritmi serrati, stampa e televisione hanno dedicato spazio e tempo all agroalimentare italiano, alla Parmalat. E così, a pochi giorni dalla convocazione del consiglio di amministrazione che avrebbe dovuto approvare il bilancio ed eleggere il nuovo board, l Italia ha scoperto che Parmalat è un patrimonio nazionale e che, come tale, va tutelato. Tra i silenzi assordanti della politica sono emersi solo due interventi: quello del sottosegretario Gianni Letta, finalizzato a difendere il tesoretto di Parmalat da un utilizzo meramente finanziario e quello del ministro Giulio Tremonti, con un decreto legge finalizzato, invece, a proteggere le nostre imprese strategiche da scalate straniere. E mentre l Italia cercava di fare un corso accelerato su come si fa sistema, la società francese Lactalis, mostrando capacità e tempismo, ha realizzato il controllo di Parmalat acquistando il 15% delle azioni dai fondi esteri e raggiungendo così il 29% del pacchetto azionario. Da tempo Lactalis non faceva mistero del suo interesse per Parmalat, da tempo i fondi esteri premevano per una maggiore remunerazione del capitale investito a scapito del rafforzamento industriale del gruppo, da tempo Fai- Flai-Uila avevano posto all attenzione dell azienda, dei ministeri interessati e delle forze politiche, i rischi che potevano derivare da una tale situazione. Inutile dire che nessuno dei soggetti interpellati ha mostrato interesse alle questioni poste. La filiera lattiero-casearia italiana, la qualità delle sue produzioni (dalla materia prima al prodotto finito), le professionalità espresse dai suoi lavoratori fanno fatica ad essere considerate un valore economico, produttivo e occupazionale del nostro paese.poi arriva all improvviso (?) un gruppo francese, un grande gruppo industriale, Lactalis, e realizza un proposito già espresso.indignazione e stupore per tanto ardire hanno animato numerose dichiarazioni; improvvisamente si è scoperta l importanza dell agroalimentare italiano, altrettanto improvvisamente si è scoperta la necessità di mettere in campo un alleanza di sistema per tutelare e promuovere le nostre produzioni, in questo caso Parmalat. Tante parole ma pochi fatti e, soprattutto, fuori tempo. Rimane, invece, l urgenza di un piano industriale che riguardi in particolare Parmalat Italia. La vicenda Parmalat è direttamente legata alla precaria situazione del settore che si può affrontare e vincere solo con una politica che aggredisca il mercato e i tanti competitors, che investa sulle attuali produzioni, diversifichi e ampli il portafoglio prodotti, valorizzi la materia prima italiana di qualità, tuteli e promuova le tante professionalità. Abbiamo evitato il pericolo più grande di consegnare Parmalat ai fondi esteri e di vedere disperso questo grande patrimonio. Il Presidente di Lactalis Italia ha dichiarato che il tesoretto sarà utilizzato unicamente per investire sul perimetro industriale, di voler difendere l italianità del gruppo e di non escludere la possibilità di creare sinergie con soggetti industriali italiani: ci sembra una buona premessa per un confronto. Giovedì 31 Marzo 2011 Riunito il comitato dialogo sociale Ue Zucchero, sistema quote da difendere Si è svolto a Bruxelles il 28 febbraio il comitato di dialogo sociale del settore bieticolo saccarifero con la commissione Ue, preceduta dalla riunione delle organizzazioni sindacali facenti parte dell Effat. Le criticità descritte dai partecipanti dei vari stati presenti, sono forti e delineano uno scenario assai complesso anche in vista della prossima scadenza che riguarda la nuova Pac del dopo Il problema lamentato da tutti è che la riforma dello zucchero non è riuscita a centrare gli obiettivi che si era posta. Se da un lato si è colto l obiettivo di assicurare maggiore produttività e competitività, dall altro si sono persi però migliaia di posti di lavoro non ancora recuperati. L esperienza italiana presenta dati sconfortanti; dei 15 progetti di riconversione degli zuccherifici chiusi a causa della riforma, solo due iniziano a vedere la luce mentre gli altri sono ancora in alto mare. La stessa corte dei conti europea, nella sua relazione 2010, ha fortemente criticato questo aspetto denunciando tutti i limiti di questa Ocm. 7 Il confronto con i tecnici della commissione si è basato proprio su questo tema e, nel suo interevento, il responsabile Uila del settore Pierluigi Talamo ha denunciato quanto sia pericolosa la fine del regime di aiuti disaccoppiati a partire dal 2011 (che potrebbe causare un ennesimo contraccolpo alla trasformazione delle bietole nel nostro paese) e di quanto sia utile aprire una discussione in questo senso. Oggi le nostre aziende non riescono più a stipulare accordi con i bieticoltori a causa di un prezzo per ettaro ormai troppo basso e poco remunerativo per i produttori. Essi, infatti, sono attratti giustamente da guadagni più alti di altre colture, ad esempio seminativi (mais) oggi molto utilizzati per approvvigionare le centrali bioenergetiche e che assicurano guadagni più alti. L altro grande problema in prospettiva è quello del sistema delle quote, oggi ancora non in discussione, ma da rivedere a partire dal 2013; un sistema che va difeso se vogliamo continuare a garantire l occupazione esistente nel settore nel nostro paese. RINNOVO RSU Successo per la Uila in 4 aziende A GENNAIO 2011 Consumi alimentari in forte calo Accordo su professionalità, modelli organizzativi e valorizzazione addetti Manifatture Sigaro Toscano, nuovo sistema classificatorio Buoni risultati per la Uila nelle elezioni di rinnovo delle Rsu in 4 aziende dell industria alimentare. Al pastificio Pasta Zara di Trieste, la Uila, presentatasi per la prima volta, ha ottenuto il 17% dei voti, affermandosi seconda organizzazione; Giuliano Furlan è stato eletto Rsu. Risultato straordinario all Eridania Sadam di San Quirico (Pr) dove la Uila con il 65% dei voti ha incrementato i consensi, e si è aggiudicata 4 Rsu su 6 nelle persone di Matteo Placentino, Claudio Minardi, Rudi Caffarri, Pasquale Milazzi. Alla Kraft Food di Andezeno (To) la Uila si conferma prima organizzazione con il 55,8% dei consensi ed eleggendo Andrea Errico eraffaele Marzullo Rsu. La Uila si è affermata come secondo sindacato nei siti di Nogarole Rocca e Zevio (Vr) del gruppo Aia (Agricola Tre Valli) dove hanno votato in oltre Nel primo stabilimento con il 29,7% dei voti (Fai 38,3%, Cisal 24,1%, Flai 7,9%) sono state elette Rsu Uila: Maria Teresa Gandini, Hudson Kennedy Aiwaguore, Adriana Fasoli, Roger John Ekkator, Maria Cristina Damiani, Tony Asemota, John Obi Igwilo. Mentre a Zevio la Uila ha avuto il 28,2% dei consensi e Reginetta Tosi, Elena Bendazzoli, Roberto Berti sono stati eletti Rsu. Le vendite al dettaglio a gennaio sono calate dell 1,2% rispetto a un anno fa e dello 0,3% rispetto a dicembre. Lo rileva l Istat, aggiungendo che su base mensile pesa sopratutto la performance del comparto alimentare (-0,5%). Se le vendite di prodotti alimentari scendono dello 0,5% rispetto a dicembre 2010, quelle di prodotti non alimentari dello 0,2%. Invece, su base annua il calo è lo stesso per entrambi i settori (-1,2%). Una riduzione così forte non si registrava da maggio Guardando alla tipologia dei punti vendita, la diminuzione a confronto con 12 mesi prima deriva da cali dello 0,9% per la grande distribuzione e dell 1,4% per le imprese operanti su piccole superfici. Più in particolare nella Gdo, tra gli esercizi a prevalenza alimentare, sono rilevanti le riduzioni delle vendite nei supermercati (-1,4%) e sopratutto negli ipermercati (-2,7%), mentre meno forte è la discesa nei discount alimentari (-0,6%). Secondo le rilevazioni dell osservatorio nazionale Federconsumatori, negli ultimi tre anni vi è stata una caduta dei consumi del -6,5%, con una contrazione della domanda di circa 51 miliardi di euro. DI PIETRO PELLEGRINI Nuove competenze e ruoli che migliorano il livello di inquadramento (ai sensi dell art. 26 del Ccnl), passando dal 5 livello al 4 del Ccnl, per la maggior parte dei lavoratori addetti alle operazioni dirette sul ciclo produttivo (cosiddetti operai diretti) a partire dal 1 gennaio 2011; definizione di due livelli intermedi, un 4 livello super (4s) e un 3 livello super (3s), corrispondenti, rispettivamente, al parametro 126 e 138, con un valore del minimo contrattuale al 1 gennaio 2011, rispettivamente, di 1.017,65 e 1.114,59. Sono questi gli aspetti più rilevanti e di grande valore, scaturiti dall accordo sottoscritto da Fai, Flai e Uila l 11 febbraio 2011 alla presenza del Coordinamento Nazionale delle RSU con il gruppo Manifatture Sigaro Toscano. Una firma che segna la fine di un percorso iniziato nel 2008, il cui obiettivo è stato la valorizzazione delle risorse umane, come componente strategica della competitività aziendale e dell innovazione. La premessa è partita con l accordo di dicembre 2006, dove si prevedeva un organizzazione del lavoro delle due manifatture di Lucca e Cava dei Tirreni che rispondesse a criteri di maggior efficienza delle produzioni, con il superamento del concetto di norma di lavoro e quindi delle risorse dedicate alla produzione e al principio di flessibilità, attraverso la partecipazione di tutto il personale alle varie fasi del processo produttivo, il tutto gestito con modalità previste negli accordi locali. Successivamente, con l accordo del 24 luglio del 2008, si è avviato un percorso formativo senza precedenti, realizzato tramite un progetto articolato che ha coinvolto tutti i lavoratori dei due stabilimenti, con commissioni paritetiche a livello sia locale che nazionale, che hanno verificato lo sviluppo del progetto, procedendo anche a variazioni condivise, in relazione alle opportunità e alle difficoltà rinvenute nel programma di formazione. Per 24 mesi, ogni lavoratore ha seguito un percorso di qualificazione professionale, durante il quale ha acquisito maggiore specializzazione e la capacità di svolgere funzioni complementari, in virtù dei concetti di polivalenza e polifunzionalità. In particolare, l azione formativa ha contribuito a ridurre le fasi di assistenza in tema di controllo qualità e di manutenzione, riducendo gli scarti e ottimizzando la resa del tabacco e permettendo altresì una diminuzione degli interventi, sia interni che esterni, attraverso azioni di manutenzione programmata. Ma la vera innovazione del nuovo accordo sta nell aver istituito, come punto di arrivo del percorso formativo, oltre al passaggio dal 5 al 4 livello che ha interessato la maggior parte dei lavoratori interessati, due nuovi livelli intermedi, riconosciuti ai lavoratori in funzione delle nuove competenze acquisite. Con i nuovi livelli, ai lavoratori viene corrisposta una retribuzione mensile aggiuntiva, calcolata in base alla scala parametrale, con un incremento salariale che incide su tutti gli istituti contrattuali, previdenziali ed economici della retribuzione. È la prima volta che la possibilità riconosciuta dal Ccnl di concordare nuovi inquadramenti a livello aziendale viene effettivamente espletata, valorizzando un importante accordo, raggiunto tra le parti a livello nazionale. Con la firma di questo accordo Fai, Flai e Uila hanno imboccato la strada dell innovazione, riconoscendo l importanza di lanciare nuovi modelli organizzativi in grado di accrescere l efficienza aziendale valorizzando, nel contempo, le persone.

8 8 Giovedì 31 Marzo 2011 Primi incontri per illustrare le piattaforme di rinnovo degli accordi di gruppo Alimentare, trattative al via Impegno Uila per l unità d azione con Fai e Flai Le piattaforme per il rinnovo degli accordi di gruppo scaduti sono state approvate e avviate alle controparti, molte trattative di rinnovo sono iniziate o stanno per iniziare, in tante imprese si stanno negoziando i nuovi accordi aziendali. Fin qui siamo arrivati tutti assieme: Fai, Flai e Uila. C è voluto tanto impegno da parte di tutti e non è stato un successo da poco. Per andare avanti tutti assieme, di qui in poi, ancor più servirà l intelligenza negoziale di ognuno e la buona volontà unitaria di tutti. Perché, se non è stato semplice confezionare in relativamente poco tempo un gran numero di piattaforme unitarie, tutt altro che semplice sarà ricomporre nei compromessi necessari ad ogni accordo, le priorità sindacali di ognuno e gli interessi negoziali di tutti. Lo scenario esterno non ci aiuta. Sono tuttora forti le tensioni che dividono e i dissensi che contrappongono le Gruppo Approvazione piattaforma Invio a controparte richiesta salariale Apertura trattative Unilever 8 novembre dicembre Barilla 13 dicembre dicembre marzo 2011 Colussi 13 dicembre dicembre marzo 2011 Coca Cola 18 gennaio gennaio (6 aprile 2011) Heineken 19 gennaio gennaio marzo 2011 Nestlè 20 gennaio gennaio marzo 2011 Kraft 25 gennaio gennaio marzo 2011 Campari spirits 26 gennaio gennaio (20 aprile 2011) Campari wines 26 gennaio gennaio (20 aprile 2011) Atisale 31 gennaio febbraio Galbani 7 febbraio febbraio (18 aprile 2011) MST 7 febbraio febbraio febbraio 2011 Number One 7 febbraio febbraio (5 aprile 2011) Granarolo 22 febbraio marzo confederazioni. Tra scioperi e accordi separati, lungo linee di frizione che minacciano di prolungarsi alle categorie e sul territorio. Dai rami della crisi tuttora pendono i frutti avvelenati delle ristrutturazioni aziendali e della disoccupazione dei giovani, del ristagno economico e della precarietà sociale. E, infatti, qualche incrinatura sta già venando questa stagio- ne dei rinnovi contrattuali nell industria alimentare. Venature per ora appena percettibili, ma che rischiano di allargarsi. Nessuno può augurarsi che si estendano oltre il punto di rottura, vogliamo credere che nessuno se lo auguri. Abbiamo aperto tutti assieme le trattative di gruppo, tutti assieme dobbiamo concluderle, senza veti ideologici e senza egoismi di organizza- zione. Veti ed egoismi che possono dare qualche effimera soddisfazione a chi li pone e li pratica. A spese, però, degli interessi contrattuali dei lavoratori e a costo di esporre più di qualche rinnovo a serio rischio di fallimento. Abbiamo fatto e faremo quanto possibile per impedirlo, non possiamo, e nemmeno intendiamo, farlo da soli. CASSA RISCHIO VITA 130mila lavoratori assicurati Il 23 febbraio si è svolta a Roma, presso la sede di Confindustria, l assemblea dei delegati della cassa assicurativa rischio vita per i dipendenti dell industria alimentare (introdotta dal rinnovo del Ccnl del 2009) che ha approvato all unanimità la relazione del presidente Giandomenico Auricchio e il bilancio. Nel corso dell assemblea il presidente Auricchio ha fornito i principali dati riferiti al mese di gennaio I lavoratori assicurati sono circa , di cui il 70% uomini; le aziende iscritte alla cassa sono 4.350; i premi versati alla cassa hanno superato un milione di euro, mentre l importo da indennizzare è stato pari a euro. Rispetto la distribuzione degli iscritti alla cassa per età, risulta che il 10% della popolazione ha meno di 30 anni, il 50% ha un età inferiore ai 43 anni, mentre gli under 55 rappresentano il 90% degli iscritti. CCNL ARTIGIANI Firmata la stesura del contratto È stata firmata il 1 marzo la stesura del Ccnl area alimentazione-panificazione, siglato il 27 aprile 2010 tra le associazioni artigiane e Fai, Flai e Uila. La versione definitiva del contratto è stata adeguata all accordo interconfederale per la costituzione del fondo nazionale di assistenza sanitaria integrativa, già previsto nel Ccnl sottoscritto ad aprile, e all atto di indirizzo siglato a livello confederale sulla bilateralità. Il lavoro delle organizzazioni sindacali, che ha consentito di rafforzare i rapporti con le controparti, ha ottenuto un risultato notevole per un settore che interessa circa addetti e imprese. Infatti, la carenza di un testo completo del Ccnl dal 2001 è stata colmata dopo ben 10 anni con la firma, unitaria, della stesura. Si tratta di un risultato molto importante che permetterà a tutti i lavoratori di poter consultare facilmente un testo completo che oltre a prevedere la contrattualizzazione del diritto alle prestazioni bilaterali (sostegno al reddito, rappresentanza territoriale delle organizzazioni sindacali in tema di sicurezza sul lavoro), contiene molte norme che rafforzano i diritti e la tutela degli addetti al settore. GRUPPO ARENA Fileni rileva Avicola Marchigiana DI MARIA LAURENZA Fai, Flai e Uila hanno siglato lo scorso 5 marzo un accordo con Carnj Coop srl del gruppo Fileni che acquisisce definitivamente lo stabilimento di Castelplanio (Mc) del gruppo Arena. L operazione era iniziata a settembre 2008 quando, in seguito alla crisi di Arena che avrebbe altrimenti portato alla chiusura di Castelplanio, la Fileni sottoscrisse un contratto di affitto di ramo d azienda che riguardava attività produttive e dipendenti. Oggi, l affitto si è convertito in acquisizione dell attività che garantisce occupazione agli attuali 515 dipendenti già in forza a Carnj Coop, che conserveranno tutti i diritti e le condizione economiche individualmente maturate. Si è così positivamente concluso, dopo oltre due anni, un percorso complesso che da subito ha impegnato Fai, Flai e Uila nella salvaguardia dell occupazione. Con questa ulteriore acquisizione il gruppo Fileni (che nei giorni precedenti aveva acquisito il 50% della Mgm, azienda leader nel mercato dei pulcini broiler) si colloca ai vertici nazionali del settore avicunicolo e, in un momento di crisi come quello attuale, questi investimenti sono un segnale di vitalità per il sistema produttivo del paese.

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