SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO
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1 AUTORITÀ DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE COMITATO TECNICO REGIONALE CRITERI PER L ELABORAZIONE DEI PIANI DI BACINO SCHEMA DI NORMATIVA TIPO DI UN PIANO DI BACINO STRALCIO PER L ASSETTO IDROGEOLOGICO RACCOMANDAZIONE numero 6 La presente raccomandazione fornisce lo schema in base al quale redigere la normativa di un piano di bacino stralcio per l assetto idrogeologico. É, infatti, proposta la struttura dell articolato di tale normativa con i relativi contenuti schematici, al fine principale di disporre di norme omogenee sul territorio. 79
2 1 Finalità generali del piano. Il piano persegue gli obiettivi generali previsti dalle leggi di settore e quelli particolari relativi alle specificità del singolo Bacino. 2 Ambito di applicazione. Il piano riguarda l intero bacino idrografico (o sottobacino se trattasi di stralci territoriali). Il piano indica gli Enti Locali territorialmente interessati (Provincia, Comunità Montane, Comuni, Enti Parco). I. Finalità contenuti elaborati piano. di 3 Contenuti del piano. Elencazione dei principali contenuti del piano con riferimento a quanto previsto dalle leggi di settore (in particolare art. 17 legge 183/1989, art. 5 l.r. 9/1993; art. 1 legge 267/1998 e relativi atti di indirizzo). 4 Elaborati di piano. Occorre distinguere gli elaborati contenenti previsioni di piano (relazione, norme di attuazione, elaborati grafici nelle opportune scale, contenenti zonizzazioni e indicazioni di intervento) da quelli di indagine e studio da elencare per eventuali riferimenti, ma non costituenti elaborati di piano. 5 Classificazione dei bacini montani. Il piano indica le parti di territorio classificate montane ai sensi e per gli effetti del R.D. 3267/ Consolidamento abitati. Il piano classifica le opere di consolidamento di abitati in frana ai sensi del d.lgs 30 giugno 1918, n
3 7 Articolazione del territorio in categorie (versanti, fondovalle fascia costiera urbanizzati e non). Il piano suddivide il territorio in grandi categorie morfologiche a diverso grado di urbanizzazione per le quali individua un apposita normativa di assetto idrogeologico e specifica i rapporti di questa con i restanti strumenti di pianificazione. Norme specifiche per ciascuna categoria di area. II. Disciplina dell assetto idrogeologico del Territorio 8 Disciplina dell assetto idrogeologico dei versanti. 9 Disciplina dell assetto idrogeologico dei fondovalle. Il piano disciplina gli interventi riguardanti il suolo, la copertura vegetale, gli insediamenti, la rete idrografica minore che possono incidere sulla stabilità, l erosione ed il corretto assetto idrogeologico dei versanti urbanizzati e non. Il piano individua in particolare le aree a rischio di frana e le relative norme di salvaguardia. Il piano disciplina gli interventi riguardanti il suolo, la copertura vegetale, gli insediamenti, i corsi d acqua e le falde che possono incidere sulla permeabilità dei suoli e sul corretto deflusso delle acque superficiali e profonde. 10 Aree inondabili. Fasce di inondabilità e riassetto fluviale. Il piano individua le aree inondabili e specifica le norme relative alle singole fasce, sulla base delle indicazioni dell Autorità di Bacino. 11 Disciplina dell assetto delle zone focive e della fascia costiera. Il piano disciplina gli interventi riguardanti la sistemazione idraulico-ambientale della zona fociva e l assetto geomorfologico della fascia costiera sottesa al bacino, nell ambito dell unità fisiografica di appartenenza, in coerenza con le indicazioni sui fenomeni erosivi riguardanti il bacino stesso. 12 Cave, discariche o riempimenti. Il piano analizza l'impatto sull'assetto idrogeologico di discariche o riempimenti esistenti o programmati e dà indicazione sulla sistemazione e la riqualificazione delle aree 81
4 interessate e sul loro regime anche a fine utilizzo. Indirizzi e norme di carattere generale. II. Disciplina dell assetto idrogeologico del Territorio 13 Indirizzi per un corretto assetto idrogeologico del territorio. 14 Norme di carattere idraulico. Il piano contiene indirizzi generali per la difesa del suolo e la regimazione delle acque. Riguardanti in particolare: indicazioni dei corsi d acqua pubblici; distanze dai corsi d acqua, portate di piena di progetto; deflusso nella rete di drenaggio; eventuali sdemanializzazioni; adeguamento delle opere in concessione. 15 Norme riguardanti infrastrutture pubbliche di particolare rilevanza. Il piano può prevedere tipologie di infrastrutture pubbliche da autorizzare a precise condizioni anche in deroga alle restanti norme. 16 Vincolo idrogeologico. Il piano individua le zone da sottoporre al vincolo idrogeologico di cui al R.D. 3267/1923 aggiornando le determinazioni vigenti. 17 Indirizzi per la pianificazione in zone sismiche. Il piano valuta le condizioni di rischio complessive del territorio, indicando se del caso ulteriori modalità di intervento per le zone anche a rischio sismico. 82
5 Interventi di mitigazione del rischio di inondazione. 18 Interventi strutturali. Il piano elenca gli interventi strutturali per la riduzione del rischio di inondazione e fornisce indicazioni per la loro attuazione anche al fine di un corretto inserimento ambientale. 19 Interventi diffusi. Il piano elenca gli interventi diffusi che concorrono alla riduzione del rischio d inondazione, anche con riferimento a tipologie predefinite. III. Interventi di sistemazione idrogeologica e di mitigazione 20 Interventi non strutturali. Il piano prevede norme volte alla riduzione del rischio, al monitoraggio e alla manutenzione dell alveo dei corsi d acqua indicandone le modalità. Interventi di sistemazione idrogeologica dei versanti e di mitigazione del rischio di frana. del rischio 21 Interventi puntuali. Il piano elenca gli interventi puntuali per la riduzione del rischio di frana, indicando le tipologie delle opere per la stabilità ed il ripristino dei pendii. 22 Interventi diffusi. Il piano elenca gli interventi diffusi per la stabilizzazione dei versanti e la reintegrazione ambientale, anche con riferimento a tipologie predefinite. Indirizzi di Carattere generale 83
6 23 Indirizzi di carattere generale relativi agli interventi di sistemazione idrogeologica e di mitigazione del rischio. Il piano contiene indirizzi generali per gli interventi di sistemazione e manutenzione dei corsi d acqua, la stabilità dei versanti, la riqualificazione dell ambiente, la gestione forestale ed il miglioramento fondiario, la rinaturazione, la tutela, valorizzazione e fruizione degli ecosistemi naturali. III. Interventi di sistemazione idrogeologica e di mitigazione del rischio 24 Piani di protezione civile. 25 Assicurazioni. Incentivi e disincentivi. Danni non risarcibili. Il piano, individuando le zone a rischio, fornisce ai soggetti competenti gli elementi necessari per le attività di pianificazione e intervento in ambito di protezione civile. Il piano indica e promuove piani di prevenzione, incentivi alla rilocalizzazione e disincentivi e può prevedere la non risarcibilità di danni in caso non ci si attenga a tali indicazioni. 84
7 26 Effetti del piano nei confronti dei restanti strumenti di pianificazione territoriale. Il piano stralcio esplicita i rapporti tra le disposizioni in esso contenute (relative alla disciplina del territorio o alle indicazioni di intervento) e quelle degli altri strumenti di pianificazione territoriale o programmazione di settore, con particolare riferimento alle norme ed alle previsioni degli strumenti urbanistici comunali, specificando, per ciascuna previsione normativa contenuta nei singoli articoli, quale abbia valore di prevalenza, quale richieda un adeguamento e quale abbia carattere di direttiva vincolante. IV. Attuazione del piano. 27 Gestione del piano soggetti preposti alla sua applicazione. Il piano indica i soggetti (Comuni, Comunità Montane, Province, Enti Parco altri Enti) preposti alla sua attuazione, alla corretta applicazione delle norme in esso previste ed alla divulgazione dei suoi contenuti. 28 Classificazione delle opere e indicazione dei soggetti attuatori. Il piano classifica le opere idrauliche e di sistemazione idrogeologica e indica i soggetti preposti alla loro attuazione. 29 Programmi d intervento. Il piano fornisce gli elementi necessari per la formazione di programmi d intervento individuando le priorità in relazione alle situazioni di maggior rischio o alle iniziative di maggior rilevanza strategica in relazione agli indirizzi della pianificazione. 30 Monitoraggio sull attuazione del piano. Il piano prevede interventi e attività periodiche di controllo della sua attuazione, al fine di verificare l efficacia delle scelte operate e la necessità del loro aggiornamento. 85
8 V. Disposizioni finali. 31 Rapporti con il bacino nel suo complesso. 32 Durata del piano e suo adeguamento. Il piano stralcio deve specificare le interrelazioni con i settori (o le parti di territorio) che non ne costituiscono l oggetto e indicare misure cautelative e di raccordo in relazione agli aspetti non ancora compiutamente disciplinati. Il piano individua le modifiche puntuali e le integrazioni che non incidono sulla sua impostazione e sulle linee fondamentali del suo assetto, per le quali sono previste procedure semplificate di approvazione. 86
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