GIS E STORIA URBANA. Keti Lelo

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1 Keti Lelo GIS E STORIA URBANA Studiare la storia della città, della sua struttura edilizia, amministrativa, sociale ed economica in una prospettiva multidisciplinare, vuol dire scoprire e analizzare con maggiore efficacia i rapporti tra componenti e attori che hanno dato vita alle trasformazioni, considerandone in una luce nuova dinamiche e complessità. Tale prospettiva di ricerca si profila particolarmente impegnativa, soprattutto se la città presa in esame è Roma, che dalle origini ha subito innumerevoli sovrascritture: nella forma urbis, così come negli usi degli spazi fisici. Nell ambito del progetto dell Atlante di Roma moderna, la ricostruzione dell evoluzione della città è basata sull analisi spaziale della documentazione d archivio che consente, in virtù di una comune matrice territoriale, la lettura comparativa di informazioni storiche riguardanti ambiti tematici diversi. Tale approccio è reso possibile dallo strumento informatico che consente di gestire notevoli quantità di dati. La possibilità di integrare nelle cartografie storiche banche dati tematiche spesso di grande dettaglio, trasformandole così in veri e propri contenitori di informazioni, rappresenta forse una novità per quanto riguarda lo studio storico della città. Il presente contributo illustrerà la metodologia adottata per l informatizzazione delle cartografie storiche e la costruzione di una banca dati geografica riguardante Roma e dintorni nell arco temporale tra il XVIII e il XIX secolo. L approccio alla ricerca Come già accennato, l informazione geografica riferita ad ambiti dimensionali che variano dal dettaglio dell unità catastale all area vasta della campagna romana costituisce l elemento unificante grazie al quale diventa possibile lo studio delle componenti del territorio, in termini di rapporti reciproci e di sviluppo, e la lettura delle trasformazioni storiche e ambientali. La costruzione di una base cartografica informatizzata, in grado di accogliere banche dati provenienti da diverse fonti, ha richiesto l impostazione e lo sviluppo di un complesso sistema informativo geografico.

2 192 Keti Lelo Nella letteratura scientifica, i sistemi informativi geografici (GIS 1 ) vengono definiti come sistemi di calcolo computerizzato, utilizzati per costruire, gestire, analizzare, estrarre e visualizzare informazione geografica. Tale definizione identifica il concetto fondamentale del GIS: lo spazio geografico. Altrettanto fondamentale è il concetto del tempo, in quanto i fenomeni descritti fanno riferimento a un preciso momento dell arco temporale, al di fuori del quale le loro caratteristiche fisico-tematiche possono subire mutamenti. Le possibili applicazioni dei sistemi informativi geografici sono innumerevoli. La componente territoriale interessa indagini in campi e discipline scientifiche tra le più diverse fra loro, e gli ultimi sviluppi delle tecnologie GIS cercano di venire incontro anche alle richieste più diversificate. Nel campo degli studi storici le esperienze sono tuttora limitate, sia per quanto riguarda la quantità di ricerche che fanno uso dei GIS che per quanto riguarda l opportuno sfruttamento delle potenzialità che tali strumenti possono offrire 2. Per la presente ricerca su Roma, adottare una prospettiva spaziale ha voluto dire in primo luogo creare una semplice ma efficace struttura di gestione per grandi quantità di dati, assicurando l accesso all informazione in base alla posizione relativa degli oggetti o degli eventi. Inoltre, di fondamentale importanza si è rivelata la possibilità di effettuare studi diacronici, grazie al processo formalizzato nel GIS come sovrapposizione. Informatizzazione delle cartografie storiche I supporti cartografici più adatti all associazione e rappresentazione dei vari strati tematici sono stati identificati tenendo conto della differente modalità di distribuzione e della densità spaziale dei temi trattati; le informazioni di tipo naturalistico sono più rappresentate all esterno dell abitato e spesso hanno un livello di dettaglio minore rispetto alle informazioni di carattere 1 L uso del termine GIS (Geographical Information System) risale alla metà degli anni Sessanta del Novecento. All origine vi sono due esperienze diverse maturate nel Nordamerica. In Canada studi effettuati per la gestione dei dati geografici nell ambito dell Inventario Nazionale del Territorio mostrarono per la prima volta come l impiego di un computer rendeva possibile l interrogazione simultanea di due mappe, in modo più efficiente e con risultati più accurati rispetto alle misurazioni manuali. Contemporaneamente negli Stati Uniti l utilizzo del calcolo elettronico si rivelò uno strumento indispensabile per la gestione dell enorme quantità di dati necessari per modellare i sistemi di trasporto su vasta scala. 2 Cfr. F. PALAZZO-C.M. TRAVAGLINI, Per un Atlante storico ambientale di Roma tra XVII e XX secolo, in «Roma moderna e contemporanea», 1998, 1/2, pp ; K. LELO, Il GIS dell Atlante storico ambientale di Roma tra XVIII e XX secolo, in «Roma ricerca e formazione», 2000, 6/10, pp

3 GIS e storia urbana 193 storico ed urbanistico. Da questa constatazione è nata l idea di avviare la costruzione di due distinte matrici di carte di base: carte di dettaglio (scala compresa tra 1:1000 ed 1:5000), riferite principalmente al Centro storico; carte di media scala (1:25000), a copertura di un territorio più esteso (porzione dell area rurale del Comune di Roma). La mancanza di coordinate negli elaborati cartografici storici ha suggerito una procedura di informatizzazione che si muovesse a ritroso nel tempo, utilizzando come base d appoggio la cartografia contemporanea per spostarsi verso documenti ottocenteschi e settecenteschi. Tale approccio ha consentito di recuperare condizioni di massima confrontabilità tra elaborati in sequenza, in virtù dell elevato numero di punti che fungono da ancoraggio. Nel contesto del presente studio, per informatizzazione di una cartografia storica non si intende la semplice fotografia della fonte e la sua archiviazione su supporto digitale, ma l intera procedura al termine della quale l elaborato è in grado di ospitare banche dati esterne e di assumere condizioni di confrontabilità con altre cartografie. Le fasi principali di tale procedura si possono così riassumere: acquisizione in formato digitale raster del dato originale. Il risultato di questa operazione è un immagine (TIFF, GIF, BMP, JPEG, eccetera). Tale procedura permette la visualizzazione delle mappe sullo schermo di un computer e la loro gestione da parte di differenti software di grafica; georeferenziazione in ambiente GIS dell immagine raster. Si tratta di assegnare all immagine della cartografia storica delle coordinate geografiche, facendo sì che la sua posizione sulla superficie della Terra sia definita in modo univoco; vettorializzazione in ambiente GIS. Acquisizione in formato vettoriale di informazioni grafiche presenti sulla cartografia storica tramite procedure di digitalizzazione. Il dato vettoriale 3 riflette in maniera semplificata l apparenza che gli elementi hanno nella cartografia storica. 3 I dati geografici vettoriali sono caratterizzati da due componenti fondamentali: la dimensione fisica e/o la classe dei fenomeni e la loro posizione geografica. Esempi di dimensione fisica possono essere la larghezza di una strada, l altezza di un edificio. La classe potrebbe essere la tipologia di una strada, o di un edificio. La posizione geografica fa riferimento a un comune sistema di coordinate. I dati vettoriali possono essere rappresentati in un GIS come punti, linee o aree. Il punto è utilizzato per rappresentare l esatta posizione di un fenomeno, oppure oggetti troppo piccoli per essere rappresentati come aree o linee. La linea costituisce un set ordinato di punti connessi, ed è utilizzata per rappresentare elementi che teoricamente non hanno larghezza (ad esempio i confini politici), oppure oggetti troppo stretti per essere rappresentati come aree. L area è uno spazio racchiuso da linee. Le estensioni geografiche di una città, una foresta, un lago costituiscono aree. Tali elementi in ambiente GIS sono rappresentati da poligoni (cfr. S. ARONOFF, Geographic Information Systems: a management perspective, Ottawa, Canada, WLD Publications, 1989).

4 194 Keti Lelo La procedura di georeferenziazione rappresenta uno degli elementi fondamentali che contraddistinguono questa ricerca da altri lavori svolti sulle piante storiche di Roma. Si è pertanto ritenuta opportuna una descrizione del procedimento che restituisce alle cartografie storiche un sistema di coordinate geografiche. La georeferenziazione è un operazione complessa che richiede l attenta valutazione delle caratteristiche di ogni singola fonte. Le tecniche cartografiche premoderne variano dalla modalità simbolica delle figurazioni del XIII secolo alla modalità plastigrafica delle vedute a volo d uccello tra XVI e XVIII secolo a quella iconografica delle piante in proiezione dall alto 4. Le rappresentazioni dell ultimo gruppo, anche se costruite con metodi diversi, risultano geometricamente confrontabili con le cartografie attuali. Si deve però tener presente il fatto che queste cartografie, nonostante siano di notevole precisione per l epoca in cui sono state realizzate, presentano spesso problemi legati ad errori metrici superiori all errore di graficismo convenzionalmente accettato. Le tecniche GIS impiegate nel corso di questo lavoro permettono di ridurre gli effetti della deformazione dei supporti cartacei e quelli dovuti ai diversi sistemi di rappresentazione e di rilievo, rendendo possibile il confronto tra le cartografie. Le diverse cause che gravano sull errore complessivo 5 presente nelle carte storiche sono state oggetto di un esame attento, rivolto a definire l influenza sull accuratezza e la qualità del prodotto finale. Figura 1. Roma nelle rappresentazioni cartografiche premoderne. Da sinistra a destra: I) rappresentazione simbolica dei monumenti di Roma (secolo VIII) 6 ; II) interpretazione libera degli edifici più significativi della città (secolo XV) 7 ; III) rappresentazione plastigrafica ortogonale, presa dal colle Gianicolo (Falda, 1676) 8. 4 Cfr. P. MARCONI, Uno strumento per una città migliore, in Atlante di Roma del Centro storico in scala 1:1000 nel fotopiano e nella carta numerica, Venezia, Marsilio, 1996, pp Le principali cause di errore identificate e analizzate sono: a) deformazioni della cartografia storica rispetto a quella attuale, dovuta ai problemi di conservazione del supporto cartaceo e probabilmente alla differente proiezione; b) errore storico di rilevamento ovvero propagazione di errori grossolani lungo la rete del rilievo; c) errore storico di rappresentazione, dovuto alla presenza nelle mappe di particolari inesistenti o aggiunti per motivi estetici; d) errore contemporaneo di in-

5 GIS e storia urbana 195 Posta la circostanza che le cartografie storiche mancano di un sistema di riferimento geografico, o ne possiedono uno diverso da quelle contemporanee, la loro georeferenziazione avviene tramite l identificazione di punti invariati nel tempo, riconoscibili su cartografie attuali o sul terreno, che vengono utilizzati per l assegnazione delle coordinate geografiche. Questa procedura ha dei limiti di precisione metrica, ma nella maggior parte dei casi risulta l unica attuabile. Il modo più rapido per determinare le coordinate di particolari presenti sulla cartografia storica e tuttora individuabili potrebbe essere quello di ricavarle da cartografie attuali sulle quali gli stessi elementi siano identificabili senza equivoci. È comprensibile che per un procedimento rigoroso la cartografia attuale deve essere a scala maggiore della cartografia storica, altrimenti si rischia di forzare quest ultima ad una geometria meno accurata dell originale. Purtroppo, nel nostro caso non è stato possibile reperire, quando veniva richiesta, una cartografia a scala maggiore rispetto al dato storico, e il confronto con cartografie attuali a minor scala ha dato spesso risultati contraddittori. Per questa ragione si è deciso di procedere con un rilievo GPS 9 differenziale di alcuni punti per po- terpretazione, dovuto alla mancanza di informazione dettagliata ed uniformemente distribuita sui cambiamenti morfologici subiti dagli edifici considerati come elementi invariati tra due cartografie successive; e) errore contemporaneo cartografico, dovuto alle imprecisioni presenti nella cartografia contemporanea utilizzata come base d appoggio per il georiferimento della cartografia storica. 6 Pianta di Roma nel secolo VIII secondo l Itinerario Einsiedlense di Cristiano Hülsen (1907). Cromolitografia. Proiezione e figurazione: verticale con alzato schematico, orografica. Orientamento: nord in alto. Archivio Storico Capitolino. Ricostruzione sulla base delle indicazioni toponomastiche contenute nel manoscritto dell Itinerario di Roma, detto Einsiedlense dal luogo dove si trovava (una abbazia benedettina in Svizzera), dove l anonimo pellegrino ha elencato i monumenti che incontrava a destra e a sinistra dei vari percorsi compiuti attraverso la città. Si sostiene che l Itinerario fosse annesso a una pianta di tipo circolare (cfr. A.P. FRUTAZ, Le piante di Roma, 3 voll., Roma, Istituto di studi Romani, 1962, cit., I, p. 107). 7 Pianta di Roma nel secolo XV. Miniatura di Anonimo. Proiezione e figurazione: obliquoverticale con alzato, panoramica. Orientamento: nord in basso. Collezione privata. La pianta in questione si distingue dalle altre della sua specie per il maggiore numero di edifici rappresentati. Il Campidoglio è accuratamente disegnato. Le mura della città sono alte, turrite e merlate (cfr. FRUTAZ, cit., I, p. 126). 8 Pianta di Roma nel 1676 di Giovanni Battista Falda. Incisione in rame, 12 fogli cm 39x51 (pianta grande). Proiezione e figurazione: verticale con alzato. Orientamento: nord a sinistra, indicato da una rosa dei venti. Biblioteca dell Istituto di Archeologia e Storia dell arte, Roma (cfr. FRUTAZ, cit., I, p. 221). 9 Global Positioning System (GPS): è un sistema di radionavigazione satellitare, grazie al quale è possibile rilevare, utilizzando particolari ricevitori, le coordinate assolute di punti sulla superficie della Terra. Il rilievo GPS nel corso del presente lavoro è stato pensato principalmente per scopi di controllo e progettato per dare una copertura omogenea del Centro storico. Per questa ragione nella prima fase del lavoro si è eseguita una ricerca di punti idonei sulla cartografia storica. Tale ricerca non si presenta semplice, poiché i punti devono essere determinabili in modo univoco ed essere rimasti immutati nel corso dei secoli. Per questa ragione i

6 196 Keti Lelo terne trovare la posizione in un sistema di riferimento assoluto. Ottenuta la serie di punti adatti ad essere utilizzati quali punti di controllo, si è potuto cominciare a valutare i parametri statistici di scostamento. La rispondenza geometrica tra i punti rilevati e i corrispondenti punti sulla cartografia storica è risultata incoraggiante considerando che si lavora su cartografie storiche. Successivamente all assegnazione delle coordinate, le immagini raster delle carte storiche hanno subito una procedura di trasformazione di proiezione, che ha avuto come risultato la loro proiezione nel sistema coordinativo nazionale 10. Una descrizione delle fonti, con i rispettivi livelli di acquisizione, utilizzate come basi cartografiche nel progetto dell Atlante è rappresentata dalla tabella 1. Tabella 1. Livello di acquisizione delle cartografie storiche di Roma impiegate nel progetto. Cartografia storica Anno Scala Fogli Livello di acquisizione Carta del Nolli :2910 circa scansione, georeferenziazione Carta del Catasto urbano : scansione, Pio-Gregoriano georeferenziazione, vettorializzazione Carta della Direzione : scansione, Generale del Censo georeferenziazione, vettorializzazione punti idonei risultano essere punti caratteristici di corpi principali di fabbricati (ad esempio spigoli di mura), che però per la maggior parte non si possono rilevare alla loro base per il semplice motivo che il ricevitore non riesce a guardare una parte di cielo sufficientemente grande da consentire una buona copertura GPS. D altra parte, il rilievo di uno spigolo di muro o di edificio dalla sua sommità comporta un aggravio di problemi logistici di accesso. Meno adatti risultano particolari altrettanto univocamente riconoscibili, ma che avrebbero potuto subire modificazioni nel corso degli anni quali fontane, obelischi, colonne che potrebbero essere stati spostati per il rifacimento di fondi stradali. Ad ogni modo, individuati un certo numero di punti idonei sulla carta, è necessario un successivo lavoro di ricognizione sul campo durante il quale, confrontando la situazione reale con quella riportata sulla cartografia antica e su quella moderna (e se possibile con una sovrapposizione delle due cartografie), si possono individuare i punti realmente utilizzabili e quindi procedere al loro rilievo (Cfr. V. BAIOCCHI, K. LELO, Georeferenziazione di cartografie storiche in ambiente GIS e loro verifica mediante rilievi GPS, in La qualità nell informazione geografica. Atti della 5a Conferenza nazionale ASITA, 2 voll., Rimini, 2001, I, pp ). 10 Sistema GAUSS-BOAGA, Datum Roma40, Fuso EST. 11 La scala metrica della pianta grande di Nolli è di 1:2910; il calcolo è stato fatto sulla base del valore del palmo romano di m 0, (cfr. M. BEVILACQUA, Roma nel secolo dei Lumi. Architettura erudizione scienza nella Pianta di G.B. Nolli celebre geometra, Napoli, Electa, 1998, cit., p. 81).

7 Altre cartografie di Roma 12 di scale variabili, comprese nel periodo tra la fine dell Ottocento e la fine del Novecento, sono state impiegate come fonti per la raccolta di dati aggiuntivi, quali coordinate geografiche, altimetrie (curve di livello e punti quotati), formazioni geologiche e litologia, eccetera. Le piante di Roma. Indagini ed elaborati GIS e storia urbana 197 La Pianta topografica di Roma, edita nel 1866 dalla Direzione Generale del Censo, è la fonte che ha permesso la costruzione della prima cartografia tematica digitale espressa in coordinate geografiche della serie prevista per l Atlante di Roma moderna. La scelta della fonte è basata principalmente sul fatto che questa pianta rappresenta la città alla fine del potere temporale dei papi. Si tratta quindi dell ultima carta, redatta con un livello di accuratezza accettabile, che inquadra la forma fisica della città prima delle importanti trasformazioni avvenute in seguito all unificazione d Italia. Inoltre, la scelta di una cartografia di fine Ottocento consente di avere migliori condizioni di confrontabilità con la situazione attuale e con le cartografie contemporanee usate come riferimento per la georeferenziazione. L indagine svolta per ottenere indicazioni circa le modalità della produzione di questo elaborato e il suo grado di accuratezza dal punto di vista topografico ci ha guidati verso una serie di considerazioni riguardanti le cartografie precedenti servite come base per la sua compilazione. Difatti, la pianta è l aggiornamento di una precedente edizione del 1829, compilata sulla base dei rilievi eseguiti per il Catasto urbano ( ) 13. La stampa, in scala 12 Le cartografie impiegate sono: Piano topografico di Roma e suburbio, IGM ( ), foglio 8, scala 1:5000; Carta topografica d Italia, fogli 149 I NO, 149 I SE, 149 II NE, 150 IV NO, 150 IV SO, 150 III NO, IGM ( ), scala 1:25000; Forma Urbis Romae di R. Lanciani ( ), scala 1:1000; Carta tecnica regionale del Lazio (1990), scala 1:10000; Carta dello spessore dei terreni di riporto (1995), scala 1:10000, Carta geologica di Roma (1995), scala 1:10000; Nuova Cartografia del Comune di Roma, volo del 1998, scala 1:2000, CARTESIA. (Cfr. A.P. FRUTAZ, Le piante di Roma, 2 voll., Roma, Istituto di studi Romani, 1962; A.P. FRUTAZ, Le carte del Lazio, 3 voll., Roma, Istituto di studi Romani, 1972; La geologia di Roma. Il Centro storico, in Memorie descrittive della Carta Geologica d Italia, I, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1995). 13 Il Catasto urbano fa parte del primo catasto geometrico-particellare realizzato su tutto lo Stato pontificio tra il 1818 e il 1824, meglio conosciuto come il Catasto Pio-Gregoriano. L esecuzione delle mappe fu ordinata con l articolo 191 del Motu proprio del 6 luglio 1816, emanato da papa Pio VII, ma il catasto fu attivato quale strumento di imposizione fiscale in sostituzione del Catasto Piano solo nel 1835, sotto il pontificato di Gregorio XVI. La Congregazione dei Catasti, poi Presidenza del Censo, è il dicastero centrale al quale era affidato il compito di

8 198 Keti Lelo 1:4000, è stata decisa dalla Presidenza del Censo pochi anni prima del suo scioglimento. In realtà ambedue gli elaborati (quello del 1829 e quello del 1866) costituiscono degli aggiornamenti ridotti in scala della carta in rapporto 1:1000 del Catasto urbano. Per quanto riguarda le procedure di rilevamento topografico di quest ultima, le fonti d archivio non sono in grado di chiarire in modo soddisfacente modalità e tecniche 14. Sembrerebbe che gli architetti romani Salvi e Palazzi, membri dell Accademia di San Luca, incaricati dalla Reverenda Camera Apostolica di eseguire il lavoro 15, avessero proposto, in alternativa a un rilievo della città ex novo, di avvalersi della pianta di Roma di Giambattista Nolli 16 del 1748, apportandovi tutte le necessarie rettifiche per correggerla ed integrarla laddove [ ] si erano avute delle variazioni. Il lavoro sarebbe iniziato a tavolino con un ingrandimento in scala 1:1000 della pianta del Nolli, fase durata circa quattro mesi, per proseguire con le più lunghe e complesse operazioni sul terreno (la suddivisione delle isole in particelle catastali, il rilievo dei cortili, eccetera) 17. Il rigoroso lavoro del Nolli, protrattosi per circa dodici anni e pubblicato nel 1748, è caratterizzato dall altissimo livello di dettaglio e dall accurato rilevamento di ogni singolo isolato e monumento, anche in caso di edifici [ ] di cui si sarebbe potuto avvalere di rilievi già eseguiti e pubblicati 18. La sua precedente esperienza di lavoro nelle operazioni catastali di Lombardia aveva contribuito alla sua formazione tecnica anche per quanto riguarda l utilizzo della tavoletta pretoriana 19 da lui impiegata durante le operazioni di ri- dirigere e coordinare le operazioni di rilevamento del nuovo catasto (cfr. Censimento pontificio, 5 voll., Roma, Tipografia camerale, ; V. VITA SPAGNUOLO, I catasti generali dello Stato pontificio. La Cancelleria del Censo di Roma poi Agenzia delle imposte Dirette, Roma, Archivio di Stato di Roma, 1995, cit., pp ). 14 Il Regolamento sulla misura e formazione delle mappe, emanato il 22 febbraio 1817, che stabilisce il metodo da tenere dagli aiutanti de geometri per annotare le misure in campagna, non fa cenni sui procedimenti da adottare durante il rilievo delle aree urbane (cfr. Censimento pontificio, II, 1844, cit., pp ). 15 L atto notarile che obbliga i signori Gaspare Salvi e Giacomo Palazzi Architetti Accademici di San Luca di elevare la pianta di Roma è riprodotto in V. VITA SPAGNUOLO, I catasti generali dello Stato pontificio, 1995, cit., pp Giovanni Battista Nolli da Como ( ), architetto ed incisore, realizzò nel 1748 La Nuova Pianta di Roma, la prima ad essere orientata con il nord magnetico in alto. 17 Cfr. A. RUGGERI-L. LONDEI, Il catasto urbano di Roma ( ), in Eventi e documenti diacronici delle principali attività geotopografiche in Roma, a cura di A. Cantile, Firenze, Istituto Geografico Militare, supplemento a «L universo», 6/2000, cit., p Cfr. M. BEVILACQUA, Roma nel secolo dei Lumi, cit., p La tavoletta pretoriana è formata da un piano di lavoro in legno, applicato tramite una giuntura snodabile a un cavalletto. Ad esso è appoggiato il foglio di carta su cui l operatore delinea direttamente il rilevamento con l aiuto di una bussola e di un alidada mobile munita di due traguardi per il tracciamento delle linee e degli angoli. Messa a punto tra la fine del Cinquecento e l inizio del Seicento dal matematico e astronomo tedesco Johanes Richter detto Praetorius, nel corso del XVII secolo la tavoletta pretoriana si diffuse in tutta Europa. In Italia è

9 GIS e storia urbana 199 levamento (cfr. figura 2). Perfettamente cosciente che la tavoletta pretoriana nonostante l alta precisione non poteva garantire un risultato dai ridotti margini di approssimazione, Nolli eseguì una triangolazione di inquadramento dell intero territorio della città entro le Mura Aureliane, basata su punti di controllo situati su colonne e obelischi nonché sull asse del Corso. Di conseguenza si poté avviare il rilevamento dei singoli settori urbani, partendo dalle piazze, vie e monumenti principali, ripartendo le eventuali discrepanze su strade e lotti meno significativi. Il procedere con metodo e scrupolosità del rilevamento del Nolli ha restituito un elaborato cartografico che è rimasto alla base dei lavori successivi per un lungo periodo, fino alla realizzazione delle prime cartografie IGM di fine Ottocento. Figura 2. La tavoletta pretoriana e il suo uso. Stando a tale costruzione, la Pianta della Direzione Generale del Censo del 1866 può ritenersi un aggiornamento delle precedenti cartografie catastali, a loro volta basate sulla cartografia del Nolli, l unica ad essere stata eseguita a partire da un vero e proprio rilevamento topografico all interno delle Mura Aureliane. Pur tenendo ben presente le oggettive difficoltà a confrontare tali elaborati fra di loro e con cartografie attuali realizzate con tecniche profondamente diverse (rilievi aerofotogrammetrici), la prospettiva di uno studio diacronico dell area del Centro storico e i risultati incoraggianti ottenuti dalle indagini relative all in- stata introdotta verso i primi decenni del Settecento in occasione delle discussioni tecniche riguardanti le operazioni catastali lombarde dal matematico di corte Marinoni (cfr. M. BEVILAC- QUA, Roma nel secolo dei Lumi, cit., pp ).

10 200 Keti Lelo formatizzazione precedentemente descritte ci hanno condotto verso la messa a punto definitiva di una procedura che comprende operazioni di calibrazione, georeferenziazione e trasformazione di proiezione, rivolte specificatamente alle carte del Nolli e del Censo. Il risultato, come illustrato dalla figura 3, consente la sovrapposizione delle fonti e la successiva analisi del livello di accuratezza. Figura 3. Carta del Nolli (a sinistra) e carta Censo (a destra) a confronto con una cartografia attuale in formato vettoriale. I casi riportati dimostrano una maggiore esattezza della carta del Nolli rispetto a quella del Censo. Il primo confronto riguarda le diverse rappresentazioni della chiesa di Sant Agostino, a nord di piazza Navona. La forma della chiesa nel Nolli corrisponde quasi perfettamente con la forma attuale. Nella carta del Censo invece, l isolato che ospita la chiesa riporta, nei confronti della planimetria attuale, uno spostamento maggiore rispetto agli isolati adiacenti. Il secondo confronto riguarda una frazione delle Mura Aureliane nella zona di San Giovanni in Laterano. La carta del Censo riporta un tracciato completamente diverso rispetto alle altre due rappresentazioni. Si tratta in questo caso di un errore ereditato dalla carta del Catasto urbano.

11 GIS e storia urbana 201 La carta della Direzione Generale del Censo è stata inoltre sottoposta anche a una procedura di vettorializzazione. Una volta ottenuto uno spazio di lavoro con le giuste coordinate, è possibile visualizzare l immagine della carta originale, e tramite un editore grafico in ambiente GIS, digitalizzare su schermo gli elementi ritenuti utili per la costruzione della cartografia. Questa fase di lavoro si conclude con l applicazione di procedure standard di pulizia volte alla restituzione di un elaborato in formato vettoriale pronto ad accogliere attributi tematici, che nel caso specifico riguardano gli usi del suolo di Roma all interno delle Mura Aureliane. L informazione sugli usi è ottenuta tramite un attenta interpretazione della cartografia stessa; la carta del Censo non ha una legenda relativa agli usi del suolo, ma il disegno presenta segni convenzionali che servono a renderlo comprensibile. Questa caratteristica permette una facile distinzione, in primo luogo, tra edificato e non edificato, mentre le numerose indicazioni toponomastiche e di carattere descrittivo che si trovano sulla carta, insieme ai minuziosi dettagli presenti nel disegno, rendono possibile una buona ricostruzione degli usi riguardanti gli spazi aperti: vigna, orto, giardino, prato eccetera. In questo modo è stata costruita una legenda comprendente 12 classi (ad ogni entità spaziale, ovvero poligono, corrisponde una classe), che fornisce un quadro complessivo sugli usi del suolo di Roma nel 1866 (cfr. figura 4). N W E S edificato non edificato (vigna, orto, prato) parchi, giardini Meters Figura 4. Usi del suolo di Roma nel 1866 (versione semplificata).

12 202 Keti Lelo La carta del Catasto urbano Pio-Gregoriano è stata sottoposta a un elaborazione ancora più articolata. L acquisizione di questa cartografia, congiuntamente alle informazioni presenti nei registri catastali, ha aperto la strada a un importante e impegnativo percorso di analisi tematica che consente di ricostruire la forma fisica e le condizioni socio-economiche di Roma negli anni Venti dell Ottocento, con un altissimo livello di dettaglio. Le procedure di acquisizione per ottenere questa cartografia sono, per quanto riguarda la georeferenziazione e digitalizzazione su schermo, simili a quelle descritte precedentemente per la carta del Censo. L unica differenza consiste nell utilizzo, come cartografia di riferimento per l assegnazione delle coordinate, della già informatizzata carta della Direzione Generale del Censo. Questa scelta è stata adottata per migliorare le condizioni di confrontabilità fra elementi riconoscibili nelle due cartografie. Le informazioni che riguardano gli attributi tematici provengono dai registri catastali (brogliardi) che fanno riferimento alla cartografia stessa. I numeri delle particelle (cfr. figura 5) fanno riferimento all informazione elencata nei registri catastali, che, come verrà illustrato successivamente, organizzati in banche dati relazionali 20, sono stati collegati alla cartografia, consentendo la costruzione di una serie di carte tematiche quali: tipologie di proprietà, usi del suolo, consistenza edilizia, eccetera. Figura 5. Informatizzazione della carta del Catasto urbano. Particolare del rione Sant Angelo. Da sinistra a destra: I) frammento della carta originale 21 ; II) dato vettoriale riguardante la stessa area; III) ricostruzione degli usi del suolo sulla base delle informazioni contenute nel brogliardo. 20 I dati contenuti nei registri catastali sono stati raggruppati in quattro tipologie principali: (i) informazione che riguarda l indirizzo e la posizione della particella catastale; (ii) informazione che descrive il proprietario o i proprietari che hanno possedimenti all interno della particella; (iii) informazione che descrive il fondo, ovvero edificio o parte di edificio posseduto da uno o più proprietari; (iv) l estimo catastale, ovvero il valore di uno o più fondi posseduti da uno o più proprietari. I complessi rapporti di interdipendenze che si verificano nei brogliardi, specialmente per quanto riguarda i proprietari e i fondi, vengono gestiti all interno della banca dati in modo tale da evitare il più possibile le ripetizioni. L informazione raccolta tramite una

13 GIS e storia urbana 203 Oltre alle procedure di informatizzazione delle carte di dettaglio riguardanti l estensione urbana di Roma, un altra importante fronte di indagine è costituita dalla costruzione di alcuni elaborati cartografici digitali di media scala, riguardanti le aree attorno alla città. La decisione di ridurre la scala di lavoro è dovuta alla maggiore estensione territoriale presa in esame, al minore livello di dettaglio degli elementi cartografici presenti nelle fonti e alla scala delle cartografie utilizzate come base. La fonte del Catasto Pio-Gregoriano è stata ampiamente utilizzata nell ambito del progetto, anche per lo studio del Suburbio (territorio che si estende intorno alle Mura per un raggio di circa sei miglia) e dell Agro Romano (tenute e vigne confinanti con il Suburbio). Le cosiddette mappe che rappresentano i territori fuori le Mura vennero costruite in rapporto 1:2000 nel periodo compreso tra il 1818 e il I relativi registri catastali contenenti l informazione su proprietà e proprietari si presentano meno complicati rispetto a quelli del Catasto urbano. Mentre la composizione della banca dati relativa ai brogliardi risulta facilitata, la procedura di georeferenziazione delle mappe presenta una serie di problematiche. La pressoché totale trasformazione del territorio ad opera dell urbanizzazione progressiva avvenuta dopo l unificazione d Italia rende spesso impossibile il riconoscimento di punti invariati ai quali assegnare coordinate geografiche. È da notare anche il fatto che sull allora aperto territorio di campagna i possibili punti di ancoraggio sarebbero stati veramente pochi (qualche chiesa, pochi incroci stradali), e di conseguenza insufficienti per garantire un risultato accurato dal punto di vista topografico per un lavoro da realizzare alla stessa scala della fonte. Si è dovuto a questo punto ricorrere a un metodo alternativo che però ha comportato una consistente riduzione di scala degli elaborati. I limiti delle particelle catastali sono stati ricostruiti utilizzando come base i fogli nel rapporto 1:25000 della Carta Topografica d Italia, realizzati dall IGM nel periodo compreso tra fine Ottocento ed inizi Novecento. L interpretazione è stata facilitata perché l area di studio nella rappresentazione IGM, in quel periodo sgombra dagli edifici, recava ancora buona parte delle caratteristiche presenti nella fonte, e i confini delle particelle, che interessavano prevalentemente aree di vaste dimensioni, si sono potuti riportare con facilità sul rilievo topografico. serie di maschere di inserimento confluisce, raggruppata per tipologia, in cinque differenti tabelle: particelle, ubicazioni, proprietari, fondi ed estimi, collegabili tra di loro tramite chiavi composte. 21 Disegno eseguito con inchiostro di china, acquerellato. La pianta del Catasto urbano, in rapporto 1:1000, era composta di tante mappe quanti erano i rioni. La rappresentazione grafica delle mappe seguiva il regolamento del 1817 (cfr. Censimento pontificio, 1844, cit., p. 80).

14 204 Keti Lelo Figura 6. Informatizzazione della Mappa 1 del Catasto dell Agro Romano. Da sinistra a destra: I) quadro d unione della carta originale; II) interpretazione sulla base cartografica IGM di fine Ottocento dei confini di particelle; III) ricostruzione degli usi del suolo sulla base delle informazioni contenute nel brogliardo. Per quanto riguarda l aspetto tematico, l integrazione tra la cartografia e i registri catastali ha seguito le modalità illustrate precedentemente per il Catasto urbano. La sperimentazione riguarda solo una parte del Suburbio (cfr. figura 6), ma i risultati ottenuti hanno dimostrato che il metodo di acquisizione può essere applicato anche a un territorio più vasto della Campagna Romana. Una rappresentazione storica del territorio, tipologicamente diversa rispetto a quelle fin qui illustrate, riguarda la ricostruzione della morfologia 22, nell ultimo ventennio del diciannovesimo secolo, di una vasta area che comprende la città storica e si estende verso sudovest (fino all attuale Casal Palocco). L elaborato è stato ottenuto avvalendosi delle informazioni altimetriche rinvenibili da più fonti storiche integrate: la carta del Lanciani del 1901, la topografia dell area di Roma desumibile dalle carte IGM e descrizioni di misure topografiche effettuati dal Canevari all indomani della grande piena del Tale elaborato, anche se di un ordine di accuratezza medio, risulta di grande utilità in quanto restituisce un pezzo di territorio nella sua morfologia originale, o almeno com era prima del fenomeno dell ur- 22 Nel caso specifico, i dati topografici, per la loro caratteristica di una distribuzione continua nello spazio, sono rappresentati sotto forma di una griglia quadrata, dove ogni unità (pixel), dalle dimensioni definite in base alla scala in cui si lavora, è identificata dalla sua posizione geografica e da un valore di altimetria. Questo tipo di rappresentazione è conosciuto come modello digitale del terreno (DTM) e costituisce la base per il calcolo di pendenze ed esposizioni. 23 Per verificare e correggere eventuali discrepanze altimetriche tra i valori rilevati da Lanciani e quelli rilevati dall IGM, le due produzioni cartografiche sono state comparate e analizzate, ipotizzando, una volta quantificate e descritte tali discrepanze, di arrivare a definire un indice di correzione da utilizzare per rettificare le quote rinvenibili nella carta IGM ma non

15 GIS e storia urbana 205 Figura 7. Il modello digitale del terreno di Roma a fine Ottocento. Particolare con l area urbana sovrapposta al rilievo ombreggiato. banizzazione, costituendo una valida base per lo studio integrato della forma del territorio e quella della città, e della loro evoluzione. Banche dati geografiche Un altro filone della ricerca, che si sviluppa contemporaneamente all acquisizione delle cartografie storiche, riguarda l elaborazione di tecniche e metodi di analisi e di confronto tematico e temporale tra dati geogra- nella carta del Lanciani. L errore altimetrico medio (o differenza media di valori) è risultato essere pari a 4,6 m (l equidistanza tra le curve di livello nell IGM è di 5 m). L analisi qualitativa condotta per localizzare le aree con quote discrepanti ha mostrato che le differenze tra le due campagne di misurazione possono essere derivate da reali mutamenti morfologici o da errori di lettura strumentale, ma non appare probabile una propagazione dell errore a partire da un caposaldo di misurazione. Si è dunque optato per un integrazione delle informazioni che rispettasse il più possibile la morfologia derivante dalla cartografia IGM, ma che desse maggior risalto alle informazioni altimetriche (senza dubbio più precise) desumibili dalla carta del Lanciani.

16 206 Keti Lelo fici, nonché la loro applicazione al materiale che si viene man mano producendo. In questo contesto sono stati individuati due percorsi analitici principali: rapporti diacronici o verticali, che si basano sul confronto tra dati di epoche differenti, riferiti ad uno stesso tema; rapporti sincronici o orizzontali, che si basano sul confronto tra dati riferiti a una stessa epoca, relativi a temi diversi. Un esempio di analisi diacronica delle fonti è illustrato da un caso di studio sul rione Sant Angelo. Una serie di cartografie, selezionate e acquisite con le tecniche precedentemente descritte, ha permesso la ricostruzione dell evoluzione della forma fisica del rione, sfruttando la capacità di sovrapposizione dei prodotti cartografici in ambiente GIS. Successivamente è stato possibile integrare i layer cartografici in successione temporale con informazioni tematiche coeve ad esempio: usi del suolo, toponomastica, edifici sottoposti a particolari vincoli, eccetera e studiarne le dinamiche. Le fonti cartografiche utilizzate sono, in ordine temporale: la carta del Nolli (1748), la carta del Catasto urbano ( ), la carta della Direzione Generale del Censo (1866) e una cartografia IGM (1907). I principali aspetti che emergono dal confronto temporale riguardano soprattutto la trasformazione del tessuto urbano e l evoluzione della rappresentazione cartografica della città. Si notano ad esempio i principali cambiamenti quali la demolizione del Ghetto, l isolamento del Teatro di Marcello e la costruzione dei muraglioni del Tevere (cfr. figura 8). Una prima osservazione riguarda l interpretazione della forma della città. Le cartografie precedenti all IGM riproducevano i piani terreni; per questa ragione gli ingressi carrabili, per il modo in cui sono rappresentati, in presenza di un fittissimo tessuto urbano, con isolati posti a breve distanza, non si possono a volte distinguere dai vicoli, dando l impressione errata di avere a che fare con più di un edificio. Dall altra parte, la cartografia contemporanea fotografa gli oggetti dall alto, facendo perdere l informazione su piani terreni. Scompaiono infatti sotto tetti e terrazzi, ingressi carrabili, portici e le caratteristiche sezioni delle chiese. Altro argomento di interesse è lo studio dell errore cartografico. Le due carte messe a confronto in figura 8 dimostrano che i problemi principali non riguardano l errore complessivo di posizionamento, bensì le diverse geometrie che i medesimi edifici riportano nelle due planimetrie. Le discordanze in alcuni punti si portano a valori di circa 4 metri. La sovrapposizione delle due carte storiche ad una foto aerea contemporanea ha rivelato che la carta meno accurata è quella più recente, ovvero la carta dell IGM.

17 GIS e storia urbana 207 Figura 8. Sovrapposizione tra carta del Nolli (sotto) e carta IGM (sopra, campitura semi-trasparente). La sovrapposizione tra le carte del Catasto urbano e del Censo (cfr. figura 9) ha dimostrato una maggiore coerenza, dovuta forse al fatto che la prima rappresenta un derivato ridotto in scala della seconda. L indagine diacronica applicata su tutta l area edificata con riferimento a diverse epoche e a differenti livelli di dettaglio cartografico (dalla particella catastale, all isolato ed infine al rione) costituisce un elemento fondamentale nella ricostruzione dell evoluzione storica e ambientale della città. Le applicazioni possono essere numerose: trasformazione della forma fisica, movimenti demografici, caratteristiche socio-economiche, evoluzione della toponomastica, eccetera, e consentono l analisi qualitativa e quantitativa dei tematismi.

18 208 Keti Lelo Figura 9. Sovrapposizione tra foto aerea del 1985, Carta del Censo (linea scura) e Catasto urbano (linea chiara). In questo caso le trasformazioni che si possono osservare, oltre le demolizioni nel Ghetto, sono: l isolamento del Teatro di Marcello e gli sventramenti di via delle Botteghe Oscure, via Arenula, largo di Torre Argentina, via del Teatro di Marcello. L indagine che riguarda l integrazione tra la banca dati costruita sulle informazioni presenti nei registri catastali e la cartografia informatizzata ha evidenziato, come accennato in apertura, le potenzialità di ciò che si può definire una banca dati geografica rispetto a una banca dati tradizionale. Si tratta di applicazioni che riguardano alcuni significativi rapporti sincronici, rappresentabili tramite una cartografia collegata con una o più banche dati. Ai poligoni che rappresentano le particelle catastali è stata associata l informazione inserita nella banca dati informatizzata del secondo bro-

19 GIS e storia urbana 209 gliardo 24. Il dato tematico di partenza è stato organizzato in modo tale da consentirne l interrogazione su base di una o più chiavi di ricerca e la visualizzazione delle risposte sulla cartografia associata. Il caso illustrato dalla figura 10 fa riferimento a una serie di operazioni effettuate in ambiente GIS, che fanno parte di un complesso sistema di interfacce disegnate per guidare e facilitare l interrogazione della banca dati. Esso riguarda in particolare la richiesta di visualizzare sulla cartografia il tematismo tipologia di proprietà. Il pannello Visualizza elenchi permette, grazie al collegamento dinamico tra cartografia e banche dati, di visualizzare in tempo reale i fondi e i proprietari che insistono su ogni particella al momento della sua selezione. Il sistema rende inoltre possibile la visualizzazione sulla cartografia di risultati di ricerche svolte partendo dagli indirizzi o dai nomi dei proprietari. Questa applicazione ha un immediato impatto visivo e offre una facile lettura della distribuzione spaziale dei tematismi. La possibilità di effettuare analisi quantitativa a livello di particella catastale, isolato o rione, e di gestire, raggruppare e rappresentare valori e indici relativi a campi presenti nella banca dati, quali: superficie, numero di piani, numero di vani, totale di fondi e di proprietari per particella, totali di estimi e pigioni, eccetera, munisce questo progetto di un importante strumento di sintesi. La successiva integrazione al supporto informatizzato di altri registri catastali, come catastini o aggiornamenti, permetterà una serie di confronti tematici del tutto inedita, riguardante un arco temporale cha va dagli anni Venti dell Ottocento fino all unificazione dell Italia. Inoltre, la stessa struttura catastale è in grado di ospitare informazioni provenienti da altre banche dati storiche, ammesso che queste ultime siano messe nelle condizioni di accessibilità rispetto alla base cartografica. È il caso di alcune sperimentazioni svolte sulla banca dati degli Stati delle anime 25, che verrà ad integrare la base cartografica catastale in corrispondenza degli anni presi in esame nei brogliardi. Sarà così possibile completare le informazioni già esistenti sulla struttura fisica e socio-economica della città, con una ricca serie di dati demografici. 24 I registri catastali che fanno riferimento alla medesima cartografia sono diversi, e coprono un arco temporale di più di 50 anni. Il primo brogliardo risale al periodo compreso tra il 1818 e il Il secondo brogliardo, rilevato tra il 1822 e il 1824, si distingue dal primo per l aggiunta delle informazioni sugli estimi catastali e le pigioni. Inoltre, esistono i catastini degli anni 1824 e 1868, gli aggiornamenti del 1871, le volture ( ) e i trasporti ( ) (cfr. Censimento pontificio, 5 voll., ; V. VITA SPAGNUOLO, I catasti generali dello Stato Pontificio, 1995). 25 Gli Stati delle anime sono registri contenenti: nome, professione, età e stato sociale degli abitanti di Roma, divisi per parrocchie. Tali registri venivano compilati in modo sistematico almeno dal 1630 (cfr. C. SBRANA-R. TRAINA-E. SONNINO, Gli Stati delle anime a Roma dalle origini al secolo XVI, Roma, 1977).

20 210 Keti Lelo In conclusione si può affermare che l impiego dello strumento informatico in chiave territoriale ha offerto un ampia prospettiva di ricerca nel cam- Figura 10. Collegamento tra banca dati dei brogliardi e carta del Catasto urbano. Particolare del rione Campitelli. La finestra 1 rappresenta graficamente le tipologie di proprietà. La finestra 2 visualizza l elenco dei proprietari e dei fondi corrispondenti alla particella catastale selezionata.

21 GIS e storia urbana 211 po dell analisi storica. Le applicazioni possono essere numerose, in quanto è stata impostata una struttura flessibile, in grado di supportare livelli di complessità sempre maggiori, accogliendo una vasta gamma di informazioni provenienti da fonti storiche diverse. I più recenti sviluppi dei sistemi informativi geografici e delle applicazioni web potranno rendere inoltre possibile la messa a disposizione di queste banche dati per una consultazione via internet. Figura 11. Tematismi derivati dall integrazione della banca dati dei brogliardi con la cartografia del Catasto urbano. Il caso del rione Sant Angelo.

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