della morfologia cerebrale, attivando, ad esempio, cambiamenti a carico della plasticità sinaptica, modificando i sistemi della memoria implicita ed

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1 Indice 1. Introduzione Il concetto di farmaco tra storia e filosofia La rivoluzione psicofarmacologica I neurotrasmettitori, la base per la comprensione per la psicofarmacologia Farmacocinetica e farmacodinamica Le classi di psicofarmaci: effetti desiderati ed effetti collaterali Antipsicotici Antidepressivi Litio e stabilizzatori dell'umore Ansiolitici o sedativo- ipnotici L effetto placebo tra psicologia e neuroscienze Origine e storia del placebo Effetto nocebo Effetto placebo nella pratica clinica Neurobiologia dell effetto placebo Azione psicoterapeutica e azione psicofarmacologica a confronto Studi di psicoterapia psicodinamica Studi di psicoterapia cognitivo- comportamentale Studi di terapia psicofarmacologia Il confronto Conclusioni Bibliografia

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3 1. Introduzione Psicofarmaci e psicoterapia nella maggior parte dei casi vengono considerati come due polarità del continuum delle possibilità di trattamento terapeutico, oppure, nei casi di riduzionismo più estremo, la psicoterapia è stata considerata come ancillare rispetto al trattamento psicofarmacologico. Tale convinzione nasce dal presupposto fallace e antiquato che gli psicofarmaci curino il cervello mentre la psicoterapia (in ogni suo approccio) si occuperebbe della mente, come se mente e cervello rappresentassero due entità distinte o distinguibili. Stante la facile quantificabilità, in termini di dosaggio e di tempi di somministrazione, lo studio sull effetto degli psicofarmaci ha goduto finora di maggiore verificabilità scientifica nell indagine degli effetti (positivi e negativi) sul sistema nervoso, conducendo a risultati replicabili e quindi empiricamente considerati più validi. Tuttavia, la ricerca scientifica si è recentemente rivolta con successo agli studi di efficacia della psicoterapia utilizzando anche metodiche di neuroimmagine, come la tomografia ad emissione di positroni (PET) e la risonanza magnetica funzionale (fmri), dimostrando come anche gli interventi psicoterapeutici portino alla modifica del funzionamento e 5

4 della morfologia cerebrale, attivando, ad esempio, cambiamenti a carico della plasticità sinaptica, modificando i sistemi della memoria implicita ed esplicita, alterando il metabolismo di aree corticali e sottocorticali coinvolte nelle emozioni e nella cognizione. Questo breve saggio, pensato dagli psicologi per gli psicologi, si propone una duplice funzione. Da un lato intende presentare gli aspetti fondamentali che possano aiutare lo psicologo a districarsi nel complesso panorama della psicofarmacologia, ormai richiesta implicita ma inderogabile per tutti i colleghi che direttamente o indirettamente hanno a che fare con la salute mentale di altri individui. Dall altro lato, senza negare le potenzialità indiscutibili che il trattamento psicofarmacologico può offrire, si propongono spunti utili a mantenere quel sano spirito critico che lo psicologo deve nutrire nel momento in cui vengono integrati nella propria professione prodotti concettuali o concreti provenienti da altre discipline. In altre parole, si tratta di un esortazione alla conoscenza di base della psicofarmacologia, che, in un afflato di integrazione con la psicologia clinica, non dovrebbe diventare né la conditio sine qua non di affiancamento al trattamento psicologico, né uno spauracchio minaccioso da evitare ad ogni costo. Specificatamente, saranno esposte l'origine, le caratteristiche, gli assunti di base, i meccanismi d'azione, i processi e gli effetti degli psicofarmaci. Verranno poi presi in considerazione recenti studi sull effetto placebo, al fine di evidenziare il ruolo importante che la componente individuale gioca nel momento dell assunzione di sostanze considerate utili per la propria salute psichica. Infine, verranno esposti 6

5 recenti studi in merito alle prove di efficacia della psicoterapia, in termini di modifiche morfo- funzionali dell assetto cerebrale e confrontate con il trattamento psicofarmacologico, relativamente a un terreno di indagine comune frequentemente affrontato dalla letteratura scientifica: quello del disturbo depressivo maggiore. La chiave di lettura di questo testo è, in ultima istanza, quella del concetto di trattamento per raggiungere o recuperare la salute mentale. Tale concetto può essere interpretato come farmaco di sintesi chimica gestito ma, soprattutto, attraverso la parola e la relazione terapeutica. 7