Struttura e produzioni delle aziende agricole Anno 2005

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1 27 dicembre 2006 Struttura e produzioni delle aziende agricole Anno 2005 L Istat presenta i principali risultati della rilevazione sulla struttura e le produzioni delle aziende agricole con riferimento all annata agraria 1 novembre ottobre L indagine è stata eseguita in collaborazione con le Regioni e Province autonome competenti per territorio e in attuazione di diverse normative comunitarie (vedi la nota informativa alla fine del testo). Con il questionario (intervista diretta del conduttore aziendale) sono stati rilevati dati sulle diverse coltivazioni e sugli allevamenti, nonché informazioni strutturali sulla forma organizzativa, sulla manodopera impiegata, sui rapporti dell azienda con il mercato, sulle pratiche ambientali e sulle eventuali attività extragricole condotte in azienda (agriturismo, trasformazione dei prodotti agricoli, ecc.). Allo scopo di consentire confronti omogenei tra Paesi comunitari, è stato convenzionalmente utilizzato il riferimento all universo UE, costituito dall insieme delle aziende che possiedono almeno un ettaro di SAU o con un valore della produzione superiore ai euro. Ufficio della comunicazione tel Centro di informazione statistica tel Informazioni e chiarimenti Servizio Agricoltura Via Ravà, Roma Massimo Greco tel Nel 2005 le aziende agricole operanti in Italia sono circa 1,7 milioni, con una riduzione del 12% rispetto a due anni prima (prospetto 1). Il calo del numero delle aziende è stato più rilevante nel Mezzogiorno (-14,5%) e nel Centro (-11,8%); meno marcato al Nord (-5,9%) dove, tuttavia, si era registrata una sensibile flessione tra il e il (-16,8%). Nel complesso, quindi, l agricoltura italiana ha visto scomparire in cinque anni circa un quinto delle proprie aziende dell Universo UE. Il trend negativo è stato graduale negli anni per le regioni del Centro, più anticipato al Nord e più ritardato nel Sud. Inoltre, esaminando la distribuzione delle aziende per classi di ampiezza (tavola 2 in allegato) si rileva che la flessione è maggiormente concentrata nella classi fino a 2 ettari e in quelle superiori ai 20 ettari. Le aziende di media ampiezza, invece, subiscono lievi diminuzioni (classe dai 2 ai 10 ettari) o tendono, addirittura, ad aumentare (classe dai 10 ai 20 ettari). La superficie agricola utilizzata (SAU), pari a 12,7 milioni di ettari, si riduce solo del 3,1% rispetto al, mentre prosegue l incremento della dimensione media della SAU aziendale che passa, a livello nazionale da 6,7 ettari del a 7,4 ettari del 2005 (+10,1%). Rispetto all ultimo Censimento del le aziende hanno guadagnato mediamente 1,3 ettari di SAU (+21,2%) con un picco rilevante nel Centro (+1,9 ettari e +28,2%). La dimensione aziendale è in costante crescita dal al 2005 in tutte le ripartizioni geografiche (grafico 1), anche se persistono le differenze tra il Nord (10,1 ettari), il Centro (8,3 ettari) ed il Mezzogiorno (5,8 ettari). 1

2 Prospetto 1 - Aziende agricole e superficie agricola utilizzata per ripartizione geografica - Anni, e 2005 REGIONI AZIENDE VARIAZIONI % / / 2005/ ITALIA ,0-8,8-19,7 Nord ,9-16,8-21,8 Centro ,8-15,0-25,0 Mezzogiorno ,5-3,0-17,1 SUPERFICIE AGRICOLA UTILIZZATA (SAU) (superficie in ettari) / / 2005/ ITALIA ,1 0,4-2,7 Nord ,9-2,9-5,7 Centro ,3-0,7-3,9 Mezzogiorno ,2 3,7 0,3 SAU MEDIA AZIENDALE / / 2005/ ITALIA 7,4 6,7 6,1 10,1 10,1 21,2 Nord 10,1 9,8 8,4 3,2 16,7 20,5 Centro 8,3 7,5 6,4 9,7 16,9 28,2 Mezzogiorno 5,8 5,2 4,8 13,2 6,9 21,0 Grafico 1 - Superficie agricola utilizzata media aziendale in ettari per ripartizione - Anni 2005, e ,1 9, ,4 6,7 6,1 8,4 8,3 7,5 6,4 5,8 5,2 4, ITALIA Nord Centro Mezzogiorno 2

3 Il confronto regionale (tavola 1 in allegato) mostra come la riduzione delle aziende rispetto al sia generalizzata; le maggiori diminuzioni si registrano in Calabria (-24,6%), Sardegna (-20,1%), Basilicata (- 19,6%), Liguria (-18,1%) e Lazio (-17,8%). In quest ultima regione sono scomparse circa un terzo delle aziende UE (-33,8%) rispetto all ultimo Censimento del. Per la SAU le riduzioni risultano, nel complesso, più contenute e, anzi, in alcune regioni si registrano recuperi di superficie. Per la dimensione economica complessiva si riscontra un significativo incremento (+13,9%) rispetto al ; tale aumento è da mettere in relazione in gran parte ad una revisione da parte dell Italia dei Redditi Lordi Standard 1 che rappresentano l unità di misura per il calcolo delle dimensioni economiche aziendali. La crescita maggiore si verifica nelle regioni del Nord (+20,3%), seguite da quelle del Mezzogiorno (+9,3%) e del Centro (+7,7%). L analisi della struttura media delle aziende agricole, in termini di Unità di Dimensione Economica europea (UDE), evidenzia un incremento a livello nazionale del 29,5% (grafico 2), passando da 9,9 del a 12,8 UDE del Grafico 2 - Dimensione economica media aziendale in UDE per ripartizione - Anni 2005, e 25,00 22,84 20,00 17,86 15,74 15,00 10,00 12,77 9,86 8,85 11,06 9,06 7,32 8,64 6,76 5, ,00 0,00 ITALIA Nord Centro Mezzogiorno La tavola 2 in allegato evidenzia come il complessivo incremento di UDE sia dovuto alla positiva dinamica di tutte le classi di aziende ad eccezione di quelle comprese tra i 20 ed i 30 ettari di SAU (-0,3%). In particolare il maggiore aumento si verifica nelle aziende con 100 ettari ed oltre di SAU (+25,8%). Per quanto concerne l orientamento produttivo (OTE) le aziende specializzate (tavola 3 in allegato), che rappresentano l 86,1 del complesso delle aziende, hanno avuto un incremento del 13,7% del Reddito Lordo Standard, misurato in UDE. L incremento è soprattutto concentrato nelle aziende granivore, cioè con allevamenti suini e/o avicoli. Anche per le aziende miste si registra un aumento del Reddito Lordo standard (+15,4%), maggiormente concentrato in quelle con poliallevamento. La dimensione media aziendale in termini di SAU (grafico 3) aumenta in tutti gli orientamenti tecnico-economici ad eccezione delle aziende con poliallevamenti e con coltivazioni associate ad allevamenti. 1 Per la definizione vedi glossario alla fine del testo 3

4 Grafico 3 - Superficie agricola utilizzata media aziendale in ettari per orientamento tecnico-economico generale - Anni 2005, e 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 AZIENDE SPECIALIZZATE Seminativi Ortofloricoltura Coltivazioni permanenti Erbivori Granivori AZIENDE MISTE Policoltura Poliallevamento Coltivazioni-Allevamento 2005 Nel periodo (Prospetto 2) sono nate oltre nuove aziende (la loro distribuzione regionale è riportata nella tavola 6 in allegato) provenienti dallo smembramento di circa aziende e dalla fusione di altre 3.400; il fenomeno risulta più accentuato nel Mezzogiorno. La dimensione media delle nuove aziende è maggiore di quella del complesso delle aziende in termini di SAU (8,5 ettari contro 7,4), ma minore in termini di UDE (5,4 contro 12,8). Prospetto 2 - Aziende fuse, smembrate e nuove rispetto all'indagine, superficie agricola utilizzata e dimensione economica per ripartizione territoriale - Anno 2005 (superficie in ettari, dimensione economica in UDE) RIPARTIZIONE TERRITORIALE AZIENDE FUSE AZIENDE SMEMBRATE AZIENDE NUOVE Numero SAU UDE Numero SAU UDE Numero SAU UDE ITALIA Nord Centro Mezzogiorno Continua ad avere una significativa incidenza nel nostro Paese il fenomeno dell, pur essendo in calo rispetto al (prospetto 3 e tavola 5); l 11,9% delle aziende italiane ricorrono a questo titolo di possesso per una superficie agricola pari al 23,1% del totale. Il fenomeno è maggiormente rilevante al Nord, dove il 34,3% delle aziende hanno superfici in ; tale percentuale scende al 14,1% nel Mezzogiorno. Le aziende che utilizzano tali terreni sono mediamente più grandi di quelle che non hanno terreni in. Particolarmente interessante è il fenomeno della crescita delle superfici di aziende composte solo da terreni presi in (+11,5%); questo fenomeno riguarda tutte le ripartizioni geografiche ed in particolare il Mezzogiorno (+20,3%). 4

5 Prospetto 3 - Aziende e relativa superficie agricola utilizzata in per ripartizione territoriali - Anno 2005 (superficie in ettari) INDAGINE 2005 VARIAZIONI % 2005/ Aziende con SAU Superficie agricola utilizzata Aziende SAU RIPARTIZIONI TERRITORIALI Con SAU in Di cui solo Incidenza % aziende con SAU in sul totale aziende con SAU Incidenza % aziende con SAU solo in su aziende con SAU in In Di cui solo Incidenza % SAU in sul totale SAU Incidenza % solo in sul totale SAU in Con SAU in Di cui solo In Di cui solo ITALIA ,9 28, ,1 9,0-15,9-2,8-7,1 11,5 Nord ,2 21, ,3 11,4-9,0-2,3-6,9 8,4 Centro ,2 39, ,7 11,8-4,0 13,0 1,2 7,4 Mezzogiorno ,6 34, ,1 6,0-29,2-10,8-12,4 20,3 Coltivazioni Le superfici investite a seminativi (7 milioni di ettari) assorbono oltre la metà della SAU (tavola 7 in allegato), mentre la restante superficie si divide tra coltivazioni legnose agrarie (2,3 milioni di ettari), prati permanenti e pascoli (3,3 milioni di ettari), orti familiari (34 mila ettari). Per quanto riguarda la superficie non rientrante nella SAU, quella a boschi è pari a 3,7 milioni di ettari. Rispetto al la SAU diminuisce in tutte le sue componenti ad eccezione dei prati permanenti e pascoli (+0,3%). Si riduce anche la superficie non utilizzata (-17,8%) mentre rimane sostanzialmente invariata l altra superficie (-0,5% rispetto al ), ossia, quella occupata da fabbricati, cortili, strade poderali, ecc. Se il complesso della superficie investita a seminativi si riduce del 3,3%, al suo interno l andamento si presenta molto differenziato; queste coltivazioni, avendo cicli per lo più annuali, sono maggiormente soggette alle dinamiche del mercato che influenzano fortemente gli investimenti ed i piani colturali aziendali. Non è, pertanto, indicativo esaminare le variazioni dei diversi seminativi, fenomeno tipicamente congiunturale, nell ambito di un indagine biennale. Bisogna, però, sottolineare che il 2005 è il primo anno di applicazione della nuova PAC che prevede, tra l altro, la norma del disaccoppiamento; in base a tale principio l erogazione di contributi alle aziende agricole avviene non più secondo il tipo di coltura praticata ma alla media degli importi percepiti dall'agricoltore in un dato periodo di riferimento. La riduzione delle superfici a seminativi ed il contemporaneo aumento dei terreni a riposo (+4,6%) potrebbe essere un primo effetto della nuova politica comunitaria. Molte aziende, infatti, potrebbero essere state disincentivate ad investire a seminativi potendo continuare comunque a percepire dei finanziamenti comunitari in base all attività svolta nel passato. A sostegno di questa tesi si consideri che nel triennio -, invece, l area a seminativi era rimasta praticamente costante ed i terreni a riposo si erano ridotti di oltre il 20%. Anche le coltivazioni legnose agrarie fanno registrare una diminuzione di aziende (-13%) e superfici (-7,2%) rispetto al ; in aumento sono soltanto le superfici a mandarino (+7,9%) e a melo (+3,3%). Infine, la relativa scomparsa delle aziende di piccola dimensione ha causato, tra l altro, anche una riduzione degli orti familiari (-11,4%), aree tipicamente associate ad aziende non orientate al mercato. Le regioni che possiedono il maggior numero di ettari di SAU (tavola 8.1 in allegato) sono la Sicilia e la Puglia (rispettivamente, 9,8% e 9,6% della SAU nazionale) seguite dalla Sardegna (8,4%), dall Emilia- Romagna e dal Piemonte (8,1% per entrambe). Per quanto riguarda i seminativi, il Mezzogiorno ed il Nord si dividono la maggior quota di superficie (rispettivamente, 40,2% e 38,9%); a livello regionale l Emilia-Romagna detiene l 11,4% della superficie seminativa nazionale, seguita dalla Lombardia (9,9%), dalla Puglia (9,3%) e dalla Sicilia (8,7%). 5

6 Il Mezzogiorno presenta il 64,1% della superficie complessiva delle coltivazioni permanenti, seguito dal Nord (19,9%) e dal Centro (16%). A livello regionale le quote maggiori sono detenute dalla Puglia (20,8%) e dalla Sicilia (17,4%). Per quanto riguarda i prati permanenti e pascoli, il 44,5% appartiene al Mezzogiorno, contro il 40,9% del Nord e il 14,6 del Centro. La Sardegna, con il 18% è di gran lunga la regione più rappresentativa in tale forma di utilizzazione del terreno, seguita dal Piemonte (12,3%) e dal Trentino Alto-Adige (10,5%). Rispetto alla dimensione in termini di SAU (Tavola 8.2 in allegato), i seminativi e le coltivazioni permanenti sono aumentati prevalentemente nelle classi intermedie mentre i prati permanenti e pascoli nelle aziende di maggiore dimensione. Allevamenti I risultati sulla consistenza degli allevamenti (tavole in allegato) registrano una diminuzione del 15,7% del numero di aziende zootecniche, in gran parte determinato dalla crisi del settore ovino e degli allevamenti avicoli. L andamento è però fortemente differenziato a livello territoriale con alcune regioni che vedono, invece, incrementare il numero di aziende zootecniche rispetto al. La Campania è la regione che detiene il maggior numero di aziende con allevamenti (11,4%), seguita dal Lazio (8,6%) e dalla Lombardia (7,8%). A livello nazionale si registrano rispetto al incrementi nel numero di capi equini (+17,8%), suini (+2,1%) e caprini (+2,2%), mentre sono in diminuzione i bovini e bufalini (-1,3%), i conigli (-4,5%), gli ovini (-14,4%) e gli allevamenti avicoli (-13,8%). Quest ultimo risultato è sicuramente da mettere in relazione all epidemia di influenza aviaria che ha investito i nostri allevamenti proprio durante il periodo della raccolta dei dati presso le aziende. Per i bovini e bufalini, il 67,1% dei capi sono concentrati nel Nord; la Lombardia detiene un quarto dei capi nazionali di queste specie seguita dal Veneto (13,9%) e dal Piemonte (12,7%). Il Nord si conferma inoltre la ripartizione territoriale maggiormente dedita all allevamento dei suini (85,9% dei capi nazionali); oltre i due terzi dei capi totali sono allevati in tre sole regioni, la Lombardia (47,1%), l Emilia Romagna (15,3%) ed il Piemonte (11,5%). Gli ovini ed i caprini sono, invece, tradizionalmente diffusi nelle regioni meridionali (rispettivamente 73,4% e 79% sul totale nazionale) ed in particolare in Sardegna. Il 79,8% dei capi avicoli è allevato nel Nord con punte del 27,2% in Veneto, del 22,5% in Lombardia e del 21,4% in Emilia-Romagna. Lavoro A livello nazionale (tavola 10.1 in allegato) diminuisce il numero complessivo di persone impegnate nell attività agricola (-11,8%); tale riduzione riguarda la manodopera familiare (-13,2%) e gli operai a tempo determinato (-10,9%). Il forte aumento, invece, del numero di dipendenti a tempo indeterminato deriva probabilmente da una più precisa raccolta delle informazioni presso le aziende da parte della rete di rilevazione per questa categoria di manodopera. La categoria degli operai a tempo indeterminato (prospetto 4) è anche quella con la maggiore media di giornate lavorate (210), seguita dal conduttore (80). Le giornate di lavoro (tavola 11.1 in allegato) diminuiscono del 5,8% nel complesso con una riduzione dell 8,8% per la manodopera familiare e del 9,9% per l altra manodopera a tempo determinato. Aumenta l intensità del lavoro per gli operai a tempo indeterminato, le cui giornate di lavoro crescono in misura maggiore (+62%) rispetto all incremento del loro numero. Nel Nord (grafico 4) si lavora mediamente di più (96 giornate/uomo) rispetto al Centro (68) e al Mezzogiorno (52), anche se la variabilità fra queste tre aree risulta più contenuta rispetto al. Il maggior numero di persone impegnate nei lavori agricoli (tavola 10.1 in allegato) risiede nel Mezzogiorno (60,2%) con 2,5 milioni di persone; segue il Nord con poco più di 1 milione (25,4%) e il Centro con 600 mila (14,4%). 6

7 Le regioni che assorbono le maggiori quote di forza lavoro agricola sono la Puglia (17,7% delle persone), la Sicilia (12,9) e la Campania (10,2%). Prospetto 4 - Numero di giornate di lavoro/uomo per categoria di manodopera aziendale - Anno 2005 Conduttore 80 Coniuge 49 Altri familiari 64 Parenti 52 Totale manodopera familiare 68 Operai a tempo indeterminato 210 Operai a tempo determinato 40 Totale altra manodopera 56 TOTALE GENERALE 65 Grafico 4 - Media di giornate di lavoro/uomo ITALIA Nord Centro Mezzogiorno La multifunzionalità delle aziende agricole La diversificazione delle attività delle aziende agricole può essere misurata attraverso la rilevazione di attività diverse da quelle prettamente agricole di coltivazione e allevamento ma ad esse connesse e svolte comunque mediante utilizzo di risorse dell azienda o di suoi prodotti. Le attività connesse all agricoltura rilevate dall indagine sono: l agriturismo, le attività di artigianato, la lavorazione dei prodotti agricoli vegetali, la lavorazione dei prodotti agricoli animali, la lavorazione del legno, la produzione di energia rinnovabile, l acquacoltura, i lavori per conto terzi effettuati utilizzando le attrezzature dell azienda, le attività ricreative, la produzione di mangimi completi e complementari e le altre attività. Le aziende agricole con attività multifunzionali sono 105 mila; pur rappresentando solo il 6,1% complessivo delle aziende sono comunque aumentate di circa 16 mila unità rispetto al (+17,7%). Tale 7

8 crescita è sicuramente un dato da sottolineare; le nuovi fonti di reddito consentono, infatti, il consolidamento dell azienda agricola nel territorio orientando lo sviluppo rurale verso la multifunzionalità. Dalla tavola 12 in allegato si nota come le aziende multifunzionali siano maggiormente localizzate nel Mezzogiorno (40,8%) anche se tendono a diminuire rispetto al (-7,2%); sensibile è l aumento di tali aziende nel Nord (+32,4%), mentre è forte la crescita nel Centro (+71,5%), anche se il loro numero rimane inferiore rispetto alle altre due ripartizioni. Le tavole allegate 12, 13 e 14 mostrano come le aziende multifunzionali siano per lo più di piccola o media dimensione; il 21,7% di queste sono distribuite nella classe di ampiezza inferiore ad 1 ettaro. In questa classe sono principalmente concentrate le aziende con solo una attività connessa (23,2% del complesso); all aumentare della multifunzionalità corrisponde però una maggiore dimensione aziendale: la classe più numerosa per le aziende con due attività connesse è infatti quella da 3 a 5 ettari (17,7% del complesso), per quelle con tre o più attività, da 5 a 10 ettari (24,1% del complesso). Per quanto riguarda le principali forme di attività, le più rappresentative sono la trasformazione di prodotti vegetali (73,9 mila aziende), quelle riconducibili alla trasformazioni dei prodotti animali (17,6 mila) e l agriturismo (12,7 mila). Nota informativa L'indagine Struttura e produzione delle aziende agricole 2005 (SPA 2005) viene effettuata in attuazione delle seguenti normative comunitarie: Regolamento CEE 571/88 del 29 febbraio 1988 relativo alla organizzazione delle indagini comunitarie sulla struttura delle aziende agricole, emendato dal regolamento CE 143/2002 del 24 Gennaio 2002; Regolamento CEE 837/90 del 26 marzo 1990 relativo alle informazioni statistiche che gli stati membri devono fornire in merito alla produzione di cereali; Regolamento CEE 959/93 del 5 aprile 1993 relativo alle informazioni statistiche che gli stati membri devono fornire sulla produzione di seminativi diverse dai cereali, emendato dai regolamenti della commissione CE 2197/95 e CE 296/; Direttiva CEE 93/23 del 1 giugno 1993 riguardante le indagini da effettuare nel settore della produzione di suini; Direttiva CEE 93/24 del 1 giugno 1993 riguardante le indagini da effettuare nel settore della produzione di bovini; Direttiva CEE 93/25 del 1 giugno 1993 riguardante le indagini statistiche da effettuare nel settore della produzione di ovini e caprini; Direttiva CEE 96/16 del 19 marzo 1996 relativa alle indagini statistiche da effettuare nel settore del latte e dei prodotti lattiero-caseari. La rilevazione è di interesse pubblico ed è inserita nel Programma statistico nazionale (cod. IST ), approvato con DPCM del 23 Aprile 2004 (S.O. n. 134 alla G.U. n 177 del 30 luglio 2004). Il piano di campionamento adottato per l indagine SPA 2005 è del tipo ad uno stadio stratificato con inclusione certa delle aziende di maggior dimensione. La dimensione complessiva del campione è di aziende (prospetto 5) selezionate tra le circa aziende dell universo UE rilevate al 5 Censimento generale dell agricoltura del. La stratificazione delle aziende è avvenuta in tre fasi. In primo luogo sono state individuate aziende autorappresentative (ovvero aziende che entrano nel campione con probabilità 1 sulla base della loro 8

9 dimensione economica e/o della loro superficie agricola utilizzata e/o del numero di capi animali espressi in termini di UBA 2. Le rimanenti aziende dell universo UE sono state suddivise in strati utilizzando criteri geografici, dimensionali - espressi in termini di SAU e/o numero di capi animali (UBA) e/o reddito lordo standard - e tipologici. Le aziende appartenenti esclusivamente all universo Italia (esclusivamente forestali) sono state suddivise solo su base regionale ovvero in 21 strati. L allocazione del campione tra gli strati è stata definita sulla base di alcune soglie di errore ritenute ammissibili nella stima di parametri aventi particolare interesse a livello regionale e nazionale. In particolare, a livello nazionale, è stato imposto un errore massimo del 3% sulla stima del totale per UDE, SAU, UBA, cereali, piante industriali, ortive, seminativi, vite, olivo, frutta fresca, legnose agrarie, bovini, ovini e suini ed un errore del 10% sulla stima del totale delle colture proteiche, barbabietola, fiori e piante ornamentali, bufalini, caprini, equini. A livello regionale è stato imposto un errore massimo del 4% per le variabili UDE e SAU e del 5% per un insieme di altre variabili di particolare interesse regionale. La selezione è avvenuta cercando la massima sovrapposizione con il campione selezionato per l indagine SPA. Per la progettazione del questionario, l organizzazione e la conduzione della rilevazione, l Istat si è avvalso della collaborazione degli Uffici di statistica delle Regioni o, in loro vece, degli Assessorati regionali all'agricoltura. Nell ambito di ciascuna Provincia, il coordinamento operativo è stato assicurato da un responsabile designato dalla Regione, scelto di norma tra il personale da essa dipendente. Per le Province autonome il coordinamento delle operazioni di rilevazione è stato svolto dall Istituto provinciale di statistica di Bolzano e dal Servizio di statistica di Trento ai quali competono le funzioni in materia di statistica. La raccolta dei dati, eseguita con intervista diretta del conduttore aziendale, è stata eseguita da personale esperto selezionato dagli uffici su menzionati e appositamente istruito sulle modalità di raccolta dei dati in modo da garantire la buona qualità delle notizie raccolte. Inoltre, il numero dei rilevatori ha garantito il rispetto dei tempi previsti per la raccolta dei dati. Queste modalità di rilevazione hanno garantito anche un buon tasso di risposta come si evince dal Prospetto 5, qui di seguito riportato. 2 Questa variabile è ottenuta come combinazione lineare del numero di capi animali presenti in ciascuna azienda. I coefficienti utilizzati per ottenere il numero di UBA in ciascuna azienda sono i seguenti: 0.8 per Bovini e bufalini; 0.14 per ovini e caprini, 0.6 per equini, 0.27 per suini, per avicoli, per conigli, 0.2 per struzzi. 9

10 Prospetto 5 Distribuzione del campione, esiti e tasso di risposta (%) per regione Regione Campione iniziale Aziende rilevate Aziende Rispondenti di cui nuove unità di cui non più esistenti Aziende non rispondenti Tasso di risposta (%) ITALIA ,0 Piemonte ,7 Valle d Aosta ,2 Lombardia ,8 Bolzano-Bozen ,4 Trento ,3 Veneto ,7 Friuli Venezia-Giulia ,1 Liguria ,0 Emilia Romagna ,5 Toscana ,2 Umbria ,3 Marche ,8 Lazio ,9 Abruzzo ,4 Molise ,6 Campania ,4 Puglia ,7 Basilicata ,0 Calabria ,9 Sicilia ,1 Sardegna ,6 I questionari compilati sono stati revisionati a cura degli Uffici di statistica delle Regioni e Province autonome secondo le modalità descritte nel seguito. La registrazione dei dati è avvenuta tramite un software di registrazione controllata sviluppato in BLAISE dall Istat. Allo scopo di migliorare la collaborazione degli operatori del settore e delle aziende agricole incluse nel campione, prima della visita dell incaricato alla raccolta dei dati, l Istat ha inviato alle aziende campione una lettera informativa. Le modalità di rilevazione dell'indagine - sotto il profilo tecnico e organizzativo - sono state definite dall Istat, di concerto con il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali (MiPAF) e con le singole Regioni e Province autonome. I risultati riportati in questo comunicato sono ottenuti utilizzando uno stimatore diretto in cui i pesi campionari sono ottenuti come prodotto di tre fattori: il peso campionario diretto derivante dal disegno di campionamento adottato, l inverso del tasso di risposta in ciascuno strato; un correttore utilizzato per calibrare l insieme delle unità rispondenti ai risultati censuari. Glossario Azienda agricola Per azienda agricola si intende l unità tecnico-economica costituita da terreni, anche in appezzamenti non contigui, ed eventualmente da impianti ed attrezzature varie, in cui si attua la produzione agraria, forestale e zootecnica ad opera di un conduttore, cioè persona fisica, società od ente che ne sopporta il rischio sia da solo (conduttore coltivatore o conduttore con salariati e/o compartecipanti), sia in associazione ad un mezzadro o colono parziario. 10

11 Conduttore Responsabile giuridico ed economico dell'azienda. Può essere una persona fisica, una società od un Ente pubblico. Nel caso di colonia parziaria appoderata (mezzadria) come conduttore di azienda è considerato il mezzadro. Nel caso di soccida quale conduttore di azienda è considerato il soccidante. Dimensione Economica (DE), (Decisione 85/377/CE della Commissione della Comunità Europea) La dimensione economica dell'azienda viene definita in base al reddito lordo standard totale dell'azienda stessa ed è espressa in unità di dimensione europea (UDE). Un UDE corrisponde a ECU di RLS aziendale. Famiglia del conduttore Per famiglia, si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune. Sono considerate facenti parte della famiglia come membri aggregati di essa, anche le persone addette ai servizi domestici, nonché le altre persone che, a qualsiasi titolo, convivono abitualmente con la famiglia stessa. I caratteri distintivi della famiglia sono: - la relazione di parentela, affinità o affettività che unisce tra loro più persone; - la coabitazione, cioè la convivenza di tutti i membri nello stesso alloggio e la conseguente condizione della loro dimora abituale in uno stesso comune. Giornata di lavoro Prestazione lavorativa non inferiore alle otto ore. Se il lavoro prestato giornalmente presso l azienda è inferiore alle 8 ore si convertono le ore di lavoro in giornate di 8 ore. Se invece le ore di lavoro giornaliero superano le 8 ore non si opera alcuna conversione. Il numero delle giornate di lavoro fa riferimento a quelle effettivamente prestate con esclusione di giorni di congedo, ferie e malattia. Lavoro Lavori agricoli sono quelli che contribuiscono al conseguimento della produzione agricola, forestale e zootecnica, ad eccezione dei lavori domestici (pulizia dell abitazione, preparazione dei pasti per la famiglia, ecc.). Sono considerati lavori agricoli, purché effettuati dalla manodopera aziendale, la direzione e la sorveglianza dei lavori, l organizzazione e la gestione aziendale, la conservazione, la lavorazione, la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti nonché la manutenzione di fabbricati, macchine ed impianti ed il trasporto per conto dell azienda. Sono esclusi i lavori effettuati dalla manodopera aziendale presso altre aziende agricole, nonché i lavori di stoccaggio, condizionamento, trasformazione, vendita e trasporto dei prodotti di altre aziende. E esclusa la manodopera fornita da imprese di esercizio e noleggio di mezzi meccanici da imprese industriali od a titolo di aiuto reciproco. Manodopera agricola Persone di 15 anni e più occupati nei lavori agricoli dell azienda. Manodopera extrafamiliare (altra manodopera aziendale) Operai a tempo indeterminato, categorie speciali, impiegati, dirigenti, operai a tempo determinato e coloni impropri. Manodopera familiare Persone di 15 anni e più appartenenti alla famiglia del conduttore (v. famiglia del conduttore) che svolgono lavoro agricolo nell azienda. 11

12 Operai a tempo determinato Operai assunti con un rapporto individuale di lavoro a tempo determinato per l esecuzione di lavori di breve durata, stagionale o a carattere saltuario, oppure assunti per fase lavorativa o per la sostituzione di operai per i quali sussista il diritto alla conservazione del posto. Agli operai a tempo determinato sono assimilati, i compartecipanti, intendendosi per tali i lavoratori ai quali vengono affidati, nel corso dell annata agraria, tutti o soltanto una parte dei lavori che richiede una determinata coltivazione, ricevendo come compenso una quota parte del prodotto. Operai a tempo indeterminato Lavoratori assunti con rapporti di lavoro senza prefissione di termine ed ai quali il datore di lavoro garantisce 181 giornate annuali di effettivo lavoro per tutta la durata del rapporto e la cui retribuzione, riferita ad anno, viene corrisposta mensilmente, a norma del contratto nazionale di lavoro per gli operai agricoli con l integrazione dei contratti provinciali. Orientamento Tecnico-Economica (OTE), (Decisione 85/377/CE della Commissione della Comunità Europea) È determinato dall'incidenza percentuale delle varie attività produttive dell'azienda rispetto al suo reddito lordo standard totale. Reddito Lordo Standard (RLS), (Decisione 85/377/CE della Commissione della Comunità Europea) Esprime in termini monetari la differenza fra il valore della produzione lorda e l'importo dei costi specifici sostenuti per ottenere tale produzione; tale differenza viene determinata per ogni singola specie vegetale od animale in ciascuna regione. Il reddito lordo standard totale della azienda corrisponde alla somma dei valori ottenuti per ogni speculazione moltiplicando il reddito lordo standard unitario per il numero di unità rispettive. Superficie Agricola Utilizzata (SAU) L insieme dei terreni investiti a seminativi, orti familiari, prati permanenti e pascoli, coltivazioni legnose agrarie e castagneti da frutto 12

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