InterProcess Communication (IPC)

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "InterProcess Communication (IPC)"

Transcript

1 CdL MAGISTRALE in INFORMATICA A.A corso di Sistemi Distribuiti 5. IPC (Inter Process Communication) (parte 2): da RPC a RMI Prof. S.Pizzutilo InterProcess Communication (IPC) Modelli e tecnologie per la comunicazione e la sincronizzazione fra processi: I tipi di comunicazione: Comunicazione diretta (es. client/server) e indiretta (es.multicast) Comunicazione discreta (es. socket) e a flussi (streaming) Le forme ed i modelli della comunicazione : Ø Sistema di comunicazione basato sui messaggi ( MOM = Message Oriented Middleware). Ø Chiamata a procedura remota (es. RPC) e la comunicazione tra oggetti (es. RMI). Ø Comunicazione Multicast. CdL in Informatica- Magistrale Università di Bari Sistemi Distribuiti 1

2 I modelli di comunicazione Client-server Function shipping Group multicast Peer to Peer 1) trasmissione di una richiesta da un processo (client) ad un altro processo (server) 2) esecuzione della richiesta sul server 3) trasmissione di una risposta dal server al client Ogni richiesta contiene un identificatore che viene usato anche dal server per trasmettere la risposta al client. E una estensione del modello client-server in cui il client non invia un messaggio con solo dati, bensì la procedura intera con cui il server deve operare sui dati. Il server in tal caso opera come ambiente di esecuzione (o interprete) dei programmi che il client gli invia. Corrisponde ad un message passing con un target multiplo, formato da un gruppo di processi destinatari/server. In questo caso ad un singolo send corrisponde un receive eseguito da ciascun membro di un gruppo di processi. Per localizzare un oggetto. Per aumentare fault tolerance. Per un multiple update. Ogni computer (nodo autonomo ed indipendente) può operare indifferentemente come client o come server, consentendo accessi condivisi a diverse risorse (come file, periferiche e sensori) senza la necessità di un server centrale. Ciò comporta che ciascun computer della rete utilizzi programmi compatibili che consentano questo tipo di comunicazione. Da message passing a procedure call ü L IPC basato sui messaggi consente due operazioni: Send (messaggio) la dimensione del messaggio può essere fissa o variabile Receive (messaggio) ü Se P e Q vogliono comunicare, hanno bisogno di: stabilire un canale di comunicazione fra di loro, fisicamente (es. memoria condivisa, bus hardware) logicamente (es. proprietà logiche) scambiare messaggi per mezzo di send e receive 2

3 Encoding e decoding dei messaggi Conservazione della semantica dei messaggi tra sistemi disomogenei Nodo A Nodo B buffer messaggio encoding Messaggio codificato I valori dei puntatori perdono il loro significato quando sono trasferiti da uno spazio degli indirizzi di un processo ad un altro. Oggetti diversi di un programma occupano spazio di memoria diverso a seconda delle architetture messaggio decoding Messaggio codificato buffer Tagged representation : nel messaggio vengono codificati il tipo ed il valore degli oggetti Untagged representation : il messaggio contiene solo il valore dell oggetto senza alcuna specifica del tipo. Presuppone che il programma ricevente sappia decodificare i dati ricevuti. Istruzioni di chiamata a procedura locale ü ü L istruzione di chiamata ( Call ) è un istruzione di salto, il cui operando è l indirizzo della prima istruzione della procedura, detto entry-point address L istruzione di ritorno ( Return ), al termine della esecuzione della procedura chiamata, è una istruzione di salto alla procedura chiamante, alla istruzione che segue immediatamente la istruzione di call: Necessità di conservare l indirizzo di tale istruzione, detto return address main. call A.. call A Proc A call B... return Proc B... return Il return address può essere conservato in: Registri o locazioni di memoria Difficoltà nel chiamare un altra procedura all interno di quella chiamata (procedure nidificate) Locazione di memoria associata alla procedura L istruzione di return è una istruzione di salto alla locazione di memoria che conserva l indirizzo della istruzione della procedura chiamante È possibile la nidificazione delle procedure Stack È possibile sia la nidificazione delle procedure che la ricorsività (abilità di una procedura a chiamare se stessa) 3

4 Passaggio dei parametri tra procedure La procedura chiamante può passare alla procedura chiamata dei valori detti parametri (o argomenti o dati ). La procedura chiamata fornisce dei parametri ( o risultati) alla procedura chiamante La procedura chiamante pone i parametri nello stack, prima di effettuare la chiamata (trasmissione per valore), da dove vengono letti dalla procedura chiamata La procedura chiamante pone gli indirizzi dei parametri nello stack (trasmissione per indirizzo o referenza), la procedura chiamata legge gli indirizzi per accedere ai valori e modificarli o calcolarne di nuovi. Trasmissione per copia/ripristino : il chiamante pone i parametri nello stack, il chiamato li legge dallo stack e pone i risultati nello stack, il chiamante legge dallo stack e ricopia i dati in memoria sovrascrivendo i parametri precedentemente trasmessi. I protocolli per la comunicazione tra processi remoti Le caratteristiche principali di un DCE (Distributed Computing Environment) sono: p. Un tool di rappresentazione dei dati indipendente dalla macchina (per permettere a macchine diverse di scambiarsi i dati), p. un protocollo per specificare responsabilità a basso livello del client e del server durante la comunicazione, p. un compilatore di protocollo che generi le componenti necessarie alla comunicazione, p. servizi di autenticazione per migliorare la sicurezza, p. servizi di naming di rete, p. servizio di DFS (Distributed File System) per eliminare ridondanza di files. Client Risposta Richiesta Client Richiesta Risposta Richiesta Server Risposta Client 4

5 RPC (Remote Procedure Call) L'RPC permette la chiamata di procedure esterne che risiedono su diversi spazi di indirizzi in modo simile ad una chiamata locale. u Gli argomenti e i valori di ritorno sono automaticamente impacchettati e inviati dalle procedure locali a quelle esterne, in modo da mantenere la semantica delle chiamate delle procedure remote simile a quella delle chiamate locali. u L'RPC è stato progettato per la creazione di applicazioni distribuite su ambienti eterogenei, quindi l attività di marshalling dei dati è fondamentale : i parametri trasmessi tra le procedure in RPC devono essere impacchettati in un formato canonico indipendente dall'architettura prima di essere passati alle procedure remote. u Una tipica applicazione RPC è costituita da un client ed un server che comunicano tra loro per mezzo dei rispettivi stub che si occupano di convertire i dati dal formato della macchina a quello generale e viceversa. RPC (Remote Procedure Call) L RPC opera a livello di sessione del modello ISO-OSI, utilizzando l XDR a livello di presentazione come modo di rappresentazione dei dati. In una chiamata a procedura remota il chiamante (client) e il chiamato (server) interagiscono nel seguente modo: Il client esegue una chiamata ad una funzione server e si blocca sino a che non ottiene il risultato. Un processo di gestione delle RPC raccoglie i valori dei parametri, forma un messaggio (stub) e lo invia al server remoto. Il kernel del server riceve la richiesta, spacchetta i parametri, invoca la procedura e invia indietro la risposta al client. 5

6 Procedura Chiamante Procedure call e RPC Chiamata a procedura locale argomenti Procedura Chiamata risultato La differenza fra una call locale ed una remota consiste nello spazio di indirizzi su cui le procedure operano. argomenti messaggio Chiamata a procedura remota risultati risultati argomenti Il processo client effettua una call richiesta messaggio messaggio locale allo stub del client ; lo stub la risposta messaggio risposta richiesta intercetta insieme ai suoi argomenti, RETE lo impacchetta e genera un trap al kernel del client con il messaggio di richiesta. Questo viene inviato sulla rete dal kernel della macchina client utilizzando un protocollo di trasmissione (TCP,UDP,...), raggiungendo così lo stub del server. Il kernel della macchina server lo riceve, lo spacchetta e lo trasforma in una call locale al processo server. I risultati vengono inseriti nel messaggio di risposta, che lo stub del server invia sulla rete allo stub del client con lo stesso meccanismo. Client Processo Chiamante Client Stub Server Processo Chiamato Server Stub Marshalling dei dati Lo stub contiene l interfaccia di comunicazione e i dati. Gli stub possono essere generati automaticamente da un compilatore di protocollo e sono trasparenti all utente. Il client ed il server stub si occuperanno di: Ø Risolvere problemi riguardanti la diversa rappresentazione dei dati (big endian, little endian), implementando meccanismi di marshalling in un formato canonico (XDR). Ø Passaggio dei parametri puntatore: al server viene passato il dato e non il puntatore, questo sarà memorizzato in una locazione del server e creato un puntatore alla locazione (tecnica del copia / ripristino). 6

7 Standard di Network Computing OpenNetworkComputing RPC (Sun, AT&T, Novell, Netwise) Application Programs NFS NIS REX NLM RPC Transport Level Interface XDR Socket Low level network protocols (TCP, UDP, OSI, SPX/IPX) OpenSoftwareFoundation NCS/NCA RPC (HP, Apollo, IBM, DEC, Microsoft) Application Programs Location Broker Global Local RPC NDR Low level network protocols (TCP, UDP, OSI, SPX/IPX) ONC-RPC binding Tutto il meccanismo avviene dopo che fra il client ed il server è stata creata una connessione (binding), che viene realizzata, durante l esecuzione del client, da un istruzione della RPC che crea un handle (un puntatore al CLIENT). La clnt_create() restituisce un puntatore ad un indirizzo che contiene la posizione del server. Questa viene individuata da un servizio del sistema server (il portmapper) che conserva il numero di porta di connessione su cui il processo server si è registrato ed è in ascolto (1). Una volta che il client ottiene il numero di porta del server (2) inviando anche l indirizzo dove ricevere le risposte, apre una connessione, che resta aperta (3) fino a quando non viene invocata la funzione clnt_destroy() che la chiude. Client 2 Server Portmapper 1 porte di com. Programma client 3 Programma Server 7

8 Il binding (cont.) RETE Fino a quando la connessione resta aperta, il client può invocare tutti i servizi del server (send). Durante una richiesta il client resta in attesa della risposta (blocked). Il processo server invece è sempre in attesa (in receive) e si attiva solo quando riceve una richiesta di servizio (messaggio) sulla porta di ascolto. Allora invoca la procedura richiesta e, dopo averla eseguita, assembla la risposta. Quindi la invia (send) al client, che a questo punto può riprendere la sua esecuzione, e si rimette in receive. Macchina client programma client attesa... Call rpc() con richiesta return() con risposta Macchina server demone del servizio in ascolto invoca il servizio chiamata alla procedura Return() risultato esecuzione della proc. richiesta esaurita costruzione della risposta demone del servizio in ascolto Higher level RPC e Lower level RPC Esistono due modi per utilizzare il meccanismo RPC: ad alto livello (Higher level RPC) ed a basso livello (Lower level RPC). Nell' Higher level RPC la specifica dei tipi di dati che si passano e l identificazione della procedura server remota è a carico del programmatore che genera manualmente gli stub (per il server e per il client). Per la specifica dei tipi di dati si definisce un file header che verrà incluso sia nel codice client che nel codice server. Per comunicare al portmapper la registrazione del programma server si usa l'istruzione Register_rpc( ) in cui sono specificate le procedure contenute e le versioni corrispondenti; sono anche specificati i filtri di codifica e decodifica (XDR). In questo modo il portmapper assegna una porta al programma server e invia informazioni ai client circa gli indirizzi assegnati al programma server. Dopo il Register_rpc( ), il server, con il comando Svc_run( ), si mette in ascolto sulla socket e aspetta le richieste del client. Con questa procedura il server verifica l'indirizzo e la versione del client, una volta accettata la sua richiesta. Il client deve solo richiamare una RPC con il comando Callrpc( ). Questo comando contiene il numero di porta dell'host remoto, il numero di programma e di versione settando il canale di comunicazione I/O per l'esecuzione in remoto della procedura richiesta. 8

9 Lower level RPC Nel Lower level RPC non è invece necessario inserire nel codice server e client i protocolli di trasmissione perché le relative funzioni sono implementate negli stub del server e del client. Gli stub vengono generati automaticamente dal compilatore di protocollo con il comando RPCGEN nomefile.x. Il file nomefile.x si scrive in un linguaggio simile al C, l RPCL (RPC Language) che fornisce le primitive per la definizione dei dati e delle procedure delle RPC. Si definiscono i tipi di dati utilizzati ( se non predefiniti), ed alcune informazioni proprie delle RPC quali il nome del programma, un numero e una versione di programma per i prototipi delle funzioni remote. Lower level ONC-RPC RPCGEN supporta entrambi i protocolli di trasmissione (TCP e UDP), permette più flessibilità nella stesura del codice client con un piccolo aumento di tempo di esecuzione dovuto ad una maggiore complessità dei programmi generati. Specifiche RPC nomefile.x Oltre agli stub (nomefile_clnt.c e nomefile_svc.c) viene generato anche un file header (nomefile.h) da far condividere al client e al server e un file contenente i filtri (contenuti in una libreria RPC) per la comunicazione tra i due processi (nomefile_xdr.c). Client stub nomefile_clnt.c Header nomefile.h RPCGEN Filtri XDR nomefile_xdr.c Server stub nomefile_svc.c Nel file nomefile_xdr.c sono specificate le procedure di conversione del formato dei dati, affinchè i processi client e server possano comunicare ( Marshalling dei dati). Questo perché client e server devono comunicare usando una rappresentazione di dati indipendente dalla macchina. ONC RPC usa un formato canonico per la rappresentazione dei dati ( XDR). Compilatore C Compilatore C Compilatore C Client stub nomefile_clnt.o Filtri XDR nomefile_xdr.o Server stub nomefile_server.o La compilazione del client avviene linkando il codice sorgente della procedura client (nomefile_client.c) con lo stub del client ed il filtro XDR e generando così l eseguibile client. Linker Programma client nome_client.o Client eseguibile nome_client Linker Programma server nome_server.o La compilazione del server avviene linkando il codice sorgente della procedura server (nomefile_server.c) con lo stub del server ed il filtro XDR, generando così l eseguibile server. Compilatore C Programma client nome_client.c Server eseguibile Nome_server Compilatore C Programma server nome_server.c 9

10 Il marshalling dei dati Il trasferimento dei dati tra i due processi (client e server) richiede la codifica e la decodifica del messaggio stesso. E questa l operazione che viene conosciuta come marshalling dei dati nei sistemi RPC. Nello standard ONC-RPC la codifica e la decodifica sono eseguite tramite dei filtri XDR (External Data Representation), i quali operano delle conversioni di tipo sugli argomenti delle procedure. Nel file nomefile_xdr.c sono contenute le definizioni dei tipi e delle costanti che vengono utilizzati. Tale file è generato sulla base di ciò che è specificato nel file nomefile.x. Tipicamente le operazioni di marshalling sono: acquisizione degli argomenti dal processo client, o dei risultati dal processo server, che formeranno i dati del messaggio da inviare al processo remoto, codifica dei dati del messaggio passati dal mittente, decodifica dei dati del messaggio sulla macchina ricevente. L'ordine e il metodo di rappresentazione usati per i risultati e gli argomenti devono essere conosciuti sia dal client che dal server. Il processo di marshalling deve riflettere le strutture di tutti i tipi di dati usati nel programma oggetto, includere i tipi di primitive, i tipi strutturati ed i tipi definiti dall'utente. Un buon sistema RPC può generare codice marshalling in linea per ogni chiamata remota, in tal modo l'utente è sollevato dallo scrivere le proprie procedure di marshalling. Ma in pratica è difficile realizzare questo metodo di RPC perché così si dovrebbe generare una grande quantità di codice per manipolare tutti i tipi possibili di dati. Esempio di applicazione ONC-RPC (realizzato da :Cozzolongo Giovanni e Spina Maria Antonietta) I due processi possono risiedere su macchine separate o essere situate sulla stessa postazione. Questo comunque non inficia sul buon funzionamento del sistema perché all avvio del processo client sarà necessario specificare il nome dell Host su cui è attivo il processo server, e le RPC trattano i due casi allo stesso modo. Al processo server sono affidati tutti i compiti relativi alla elaborazione dei dati; al processo client sono invece affidati i compiti relativi alla interfaccia con l utente. Ricerca.x rpcgen %#define DATABASE "archivio.txt" %#define HELP "help.txt" %#define MAXSTR 130 struct LINEA { string CORRENTE<MAXSTR>; int TROVATO; }; program ANALIZZA{ version ANALIZZAV{ LINEA ANALIZZA_GH (LINEA) =1; int APRIARCHIVIO (LINEA) =2; LINEA LEGGITESTO (LINEA) =3; }=1; }=0x ; Ricerca.h Ricerca_svc.c Ricerca_clnt.c Ricerca_xdr.c Server.c #include <rpc/rpc.h> #include <stdio.h> Client.c #include <stdlib.h> #include <stdio.h> #include <string.h> #include <stdlib.h> #include "ricerca.h" #include <string.h> /* dichiarazioni delle funzioni RPC */ #include <rpc/rpc.h> LINEA *analizza_gh_1(linea *gh); #include "ricerca.h" int *apriarchivio_1(linea *testo); void menu(char *); /* interfaccia utente*/ LINEA *leggitesto_1(linea *testo); void analisi(char *); /* ricerca nell'archivio */ /* procedura locale */ void elenca (char *,char *); /* visualizza l'archivio int */ ricerca(linea *gh); void chiamata (char *); /* crea l'handle e verifica FILE la presenza *fp=null; del server */ void stampa(char *,char); /* stampa i messaggi di FILE output *hp=null; */ static LINEA *result=null; CLIENT *cl=null; /* variabile che contiene l'handle per la comunicazione RPC */ /* MAIN *****/ main (argc,argv) int argc; char *argv[]; { char *server; server = (char *)malloc (sizeof (char *)); if (argc!=2) LINEA *tempgh=null; /* definizione di analizza_gh_1 */ LINEA *analizza_gh_1(gh) LINEA *gh; { if (!tempgh) {.. { fprintf(stderr,"sintassi: %s server \ninserire nome del server:\t", argv[0]); scanf("%s",server); } else (strcpy(server,argv[1]));... 10

11 RPC sincrono ed asincrono 2-12 a) Interconnessione tra client e server nellrpc tradizionale b) Linterazione mediante un RPC asincrono Dalla chiamata a procedura alla invocazione di metodi (O-O) Ad esempio RMI RMI è il meccanismo fornito da Java per invocare metodi di oggetti distribuiti su macchine virtuali diverse sparse sulla rete. Con l'rmi è possibile passare e ritornare oggetti in modo trasparente durante una chiamata a un metodo oltre che tipi di dati predefiniti.. RMI consente al programmatore di scrivere solo una volta il codice per implementare un oggetto che sarà immediatamente visibile sia al client (tramite la sua interfaccia) che al server (sul quale è implementato).. RMI permette sulle applicazioni distribuite l uso di thread da parte di un server RMI per garantire la gestione ottimale della concorrenza tra oggetti distribuiti. 11

12 Java Remote Object Invocation (RMI) Java RMI permette di eseguire classi di funzioni remote usando la stessa semantica delle function call locali Local Machine (Client) Remote Machine (Server) SampleServer remoteobject; int s; s = remoteobject.sum(1,2); 1,2 3 public int sum(int a,int b) { return a + b; } System.out.println(s); Remote Method Invocation RMI richiede l utilizzo esclusivo di Java come linguaggio di sviluppo e consiste in: un operazione di LOCALIZZAZIONE DI OGGETTI REMOTI mediante meccanismi di REGITRY degli oggetti, Un operazione di COMUNICAZIONE con gli oggetti remoti mediante funzioni di INVOCAZIONE dei metodi appartenenti ad oggetti remoti da parte dei client, Un operazione di CARICAMENTO delle definizioni delle CLASSI degli oggetti remoti: (Dynamic Code Loading) possibilità di scaricare il bytecode di una classe se la classe non è definita nella virtual machine del ricevente, mantenendo la definizione dei tipi e il loro comportamento Perche RMI? L obiettivo è di permettere ad una applicazione in esecuzione su una macchina locale di invocare i metodi di un oggetto in esecuzione su un altro computer. Si definisce client il programma chiamante che ottiene riferimento all oggetto remoto, server il programma che crea gli oggetti remoti. Tali applicazioni sono anche denominate distributed object application. Quali vantaggi? miglioramento delle prestazione complessive semplicità nella gestione delle risorse distribuite incremento della potenza operativa Ad es: suddivisione di una computazione pesante in procedure più piccole, eseguite tutte su macchine diverse diminuendo in tal modo il tempo complessivo di esecuzione 12

13 Componenti base dell RMI Client (Interfaccia) Server (Implementazione) Stub Skeleton Remote Reference Layer Remote Reference Layer Transport Layer (Connessione TCP/IP) Un client è dotato dell'interfaccia dei metodi disponibili sul server remoto, ma tutta l'implementazione è lasciata sul lato server. Nel programma client i dettagli dell'implementazione dei metodi remoti sono quindi invisibili. Ciò che realmente collega il client e il server in un sistema RMI è una connessione stratificata, trasparente agli sviluppatori, effettuata dal sottosistema RMI delle due macchine virtuali coinvolte. Lo Stub e lo Skeleton RMI Client Stub call skeleton RMI Server return Il client invoca un metodo remoto sul proprio stub. Lo stub è responsabile della spedizione del call remoto allo skeleton del server. Lo stub apre una socket con il server, facendo il marshalling (serializzazione) dei parametri ed inviando allo skeleton del server un data stream. Lo skeleton del server contiene un metodo per ricevere i remote call dai client, per deserializzare (unmarshalling) i parametri ed invocare limplementazione delloggetto remoto (a lui locale). 13

14 Architettura generale di RMI Il server deve innanzitutto registrarsi (bind ad un registry) Il client cerca il nome del server nel registry per stabilire i riferimenti remoti. Lo Stub serializza i parametri verso lo skeleton sul server localizzato. Lo Skeleton invoca il metodo remoto (locale al server) e serializza il risultato verso il client stub. Remote Machine bind RMI Server Registry skeleton return call lookup stub RMI Client Local Machine Architettura di RMI La struttura di un applicazione RMI è organizzata in strati orizzontali sovrapposti Simulazione locale sul client RMI Client Stubs Java Virtual Machine RMI Server Skeleton Oggetto reale eseguito sul server Il primo livello di questa connessione stratificata è rappresentato dagli stub (lato client) e gli skeleton (loto server) ai quali si riferiscono rispettivamente il client e il server senza occuparsi di ulteriori dettagli di più basso livello. Remote Reference Layer Transport Layer Connessione virtuale Connessione fisica Remote Reference Layer Transport Layer A loro volta gli stub e gli skeleton d e m a n d a n o l'esecuzione di ciascuna a t t i v i t à a l l o s t r a t o immediatamente sottostante: il remote reference layer (RRL) che gestisce i riferimenti delle variabili agli oggetti remoti, usando la connessione TCP/IP del Transport layer sottostante. 14

15 Architettura di RMI Lo strato più alto è costituito da applicazioni (client e server) eseguite dalla Java Virtual Machine. Lo stub e lo skeleton forniscono la rappresentazione dell oggetto remoto: lo stub gestisce la simulazione locale sul client e, agendo come proxy, consente la comunicazione con l oggetto remoto; lo skeleton invece consente l esecuzione dell oggetto remoto sul server. Il client esegue i metodi dell oggetto remoto in modo del tutto analogo alla chiamata locale: ris = OggettoRemoto. nomemetodo (par1, par2,..) senza preoccuparsi dei dettagli della comunicazione. Passaggio di parametri Qualsiasi classe, i cui oggetti devono essere trasmessi con una connessione RMI, deve essere dichiarata come tale indicando che deve implementare l'interfaccia java.io.serializable. Ogni parametro passato o ritornato da un metodo remoto deve essere o un oggetto di una classe primitiva Java, o un tipo di dato primitivo oppure un oggetto che implementa l'interfaccia java.io.serializable. Un client richiede al server un riferimento ad un oggetto usando lo stub sul lato client. Il server ottiene la richiesta dallo skeleton sul lato server. Tra i due c'è il remote reference layer che negozia le richieste convertendo gli oggetti in un formato trasmissibile attraverso la rete. Questa conversione è chiamata marshalling. Se i dati da trasmettere non sono né primitivi né serializzabili, lo stub lancerà un'eccezione MarshalException. Percorso dei parametri: Serializzati dalla Virtual Machine Inviati sotto forma di stream al server Deserializzati del server che li utilizza all interno del corpo del metodo invocato Il risultato segue il percorso inverso fino ad arrivare al client 15

16 La serializzazione Il meccanismo alla base utilizzato da RMI per la trasmissione dei dati fra client e server è quello della serializzazione che permette il flusso di dati complessi all interno di stream (può venir usata indipendentemente da applicazioni RMI). La serializzazione consiste nella trasformazione automatica di oggetti e strutture in sequenze di byte manipolabili coi vari stream del package java.io Gli stream sono associabili sia a socket che a file ad es: Record record = new Record() ObjectOutputStream oos = new ObjectOutputStream(myos) oos.writeobject(record); La serializzazione (2) Un oggetto è serializzabile se implementa l interfaccia Serializable Si possono serializzare oggetti con struttura e complessità arbitraria, senza particolari differenze, a patto che l oggetto sia serializzabile (implementi cioè l interfaccia Serializable) Ad es: public class Record implements Serializable{ private String Nome; public Record(String Nome){ this.nome = Nome } } La serializzazione è ricorsiva ( un oggetto serializzabile deve contenere oggetti serializzabili) La maggior parte delle classi del JDK è serializzabile (eccetto alcune che adottano strutture dati binarie dipendenti dalla piattaforma) 16

17 Gli strati RRL e TL Si occupano della gestione a basso livello ( all interno dell architettura RMI) della comunicazione. Il Remote Reference Layer (RRL) ha il compito di instaurare un connessione virtuale fra il client e il server ( esegue operazioni di codifica e decodifica dei dati). RRL adotta un protocollo generico e indipendente dal tipo di stub o skeleton utilizzato. Il Transport Layer esegue la connessione vera e propria tra le macchine utilizzando le specifiche standard di networking di Java, e quindi le socket con il protocollo TCP/IP. Il TL è quindi responsabile del controllo dello stato delle vari connessioni. Il TL si incarica di localizzare il server RMI relativo all oggetto remoto richiesto ed segue la connessione per mezzo di una socket. SVILUPPARE UN APPLICAZIONE RMI Così come altre applicazioni scritte in Java, un applicazione distribuita costruita con RMI è fatta sostanzialmente di interfacce e classi. Le interfacce dichiarano i metodi. Le classi implementano i metodi dichiarati nelle interfacce più altri metodi, se necessario. In una applicazione distribuita certe classi (implementazioni di metodi) possono non risiedere su una particolare macchina virtuale ma possono essere disponibili in remoto su altre macchine virtuali (oggetti remoti). Un oggetto diventa remoto implementando una interfaccia remota con le seguenti caratteristiche: Una interfaccia remota ESTENDE (extends) l interfaccia java.rmi.remote. Ciascun metodo dell interfaccia DICHIARA (declares) java.rmi.remoteexception nella sua clausola throws, oltre alle altre eccezioni specifiche della particolare applicazione. 17

18 SVILUPPARE UN APPLICAZIONE RMI Le classi e i metodi sono contenuti nei package java.rmi e java.rmi.server. Ø Disegnare ed implementare le componenti dell applicazione distribuita. Definire l interfaccia remota ( i metodi che possono essere invocati in remoto dai client ), con i tipi di oggetti che potranno essere usati (come i parametri e i valori di ritorno di questi metodi ) Implementare gli oggetti remoti che devono implementare una o più interfacce remote. Si definisce oggetto remoto un oggetto che implementi l interfaccia Remote i cui metodi possono essere eseguiti da un applicazione client posta su un altra macchina virtuale. Implementare il programma client. Ø Compilare i sorgenti con Javac (ed rmic con piattaforme Java antecedenti alla 5.0) e generare lo stub e lo skeleton. Ø Rendere accessibili in rete le classi (start dell RMI registry). Ø Start dell applicazione server e run del client. 18

CdL MAGISTRALE in INFORMATICA A.A. 2014-2015. corso di Sistemi Distribuiti. Le Socket

CdL MAGISTRALE in INFORMATICA A.A. 2014-2015. corso di Sistemi Distribuiti. Le Socket CdL MAGISTRALE in INFORMATICA A.A. 2014-2015 corso di Sistemi Distribuiti 6. Strumenti per l IPC : dalle socket a RPC/RMI Prof. S.Pizzutilo Le Socket Una socket è una astrazione software rappresentante

Dettagli

Java Remote Method Invocation

Java Remote Method Invocation Java Remote Method Invocation Programmazione in Rete e Laboratorio Comunicazione distribuita Port1 Java VM1 Java VM2 Port 2 Matteo Baldoni Dipartimento di Informatica Universita` degli Studi di Torino

Dettagli

Socket & RMI Ingegneria del Software - San Pietro

Socket & RMI Ingegneria del Software - San Pietro Socket & RMI Ingegneria del Software - San Pietro Socket È possibile trattare la comunicazione di rete allo stesso modo con cui è possibile trattare la lettura da file. La classe Socket rappresenta la

Dettagli

Chiamate a Procedure Remote

Chiamate a Procedure Remote FACOLTA DI SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI Corso di Laurea Magistrale in Informatica Corso di Sistemi Distribuiti Anno Accademico 2012/2013 Relazione sullo sviluppo di Chiamate a Procedure Remote

Dettagli

RMI Remote Method Invocation

RMI Remote Method Invocation RMI Remote Method Invocation [Pagina intenzionalmente vuota] (1 12 2004) slide 4:1/18 (p.106) Un applicazione RMI è un applicazione distribuita ad oggetti. Applicazione RMI tipica, strutturata in: server:

Dettagli

Comunicazione tra Computer. Protocolli. Astrazione di Sottosistema di Comunicazione. Modello di un Sottosistema di Comunicazione

Comunicazione tra Computer. Protocolli. Astrazione di Sottosistema di Comunicazione. Modello di un Sottosistema di Comunicazione I semestre 04/05 Comunicazione tra Computer Protocolli Prof. Vincenzo Auletta auletta@dia.unisa.it http://www.dia.unisa.it/professori/auletta/ Università degli studi di Salerno Laurea in Informatica 1

Dettagli

RMI. Java RMI RMI. G. Prencipe prencipe@di.unipi.it

RMI. Java RMI RMI. G. Prencipe prencipe@di.unipi.it Java Remote Method Invocation -- RMI G. Prencipe prencipe@di.unipi.it RMI RMI è una tecnologia JAVA che permette a una JVM di comunicare con un altra JVM per farle eseguire metodi È possibile che oggetti

Dettagli

Sistemi Operativi (modulo di Informatica II)

Sistemi Operativi (modulo di Informatica II) Sistemi Operativi (modulo di Informatica II) La comunicazione tra processi Patrizia Scandurra Università degli Studi di Bergamo a.a. 2008-09 Sommario Processi cooperanti La comunicazione tra processi Necessità

Dettagli

Reti di Telecomunicazione Lezione 6

Reti di Telecomunicazione Lezione 6 Reti di Telecomunicazione Lezione 6 Marco Benini Corso di Laurea in Informatica marco.benini@uninsubria.it Lo strato di applicazione protocolli Programma della lezione Applicazioni di rete client - server

Dettagli

MODELLO CLIENT/SERVER. Gianluca Daino Dipartimento di Ingegneria dell Informazione Università degli Studi di Siena daino@unisi.it

MODELLO CLIENT/SERVER. Gianluca Daino Dipartimento di Ingegneria dell Informazione Università degli Studi di Siena daino@unisi.it MODELLO CLIENT/SERVER Gianluca Daino Dipartimento di Ingegneria dell Informazione Università degli Studi di Siena daino@unisi.it POSSIBILI STRUTTURE DEL SISTEMA INFORMATIVO La struttura di un sistema informativo

Dettagli

Cenni di programmazione distribuita in C++ Mauro Piccolo piccolo@di.unito.it

Cenni di programmazione distribuita in C++ Mauro Piccolo piccolo@di.unito.it Cenni di programmazione distribuita in C++ Mauro Piccolo piccolo@di.unito.it Socket Nei sistemi operativi moderni i servizi disponibili in rete si basano principalmente sul modello client/server. Tale

Dettagli

Introduzione alle applicazioni di rete

Introduzione alle applicazioni di rete Introduzione alle applicazioni di rete Definizioni base Modelli client-server e peer-to-peer Socket API Scelta del tipo di servizio Indirizzamento dei processi Identificazione di un servizio Concorrenza

Dettagli

6. Strumenti per l IPC : dalle socket a RPC/RMI

6. Strumenti per l IPC : dalle socket a RPC/RMI CdL MAGISTRALE in INFORMATICA A.A. 2015-16 corso di Sistemi Distribuiti 6. Strumenti per l IPC : dalle socket a RPC/RMI Prof. S.Pizzutilo Le Socket Una socket è una astrazione software rappresentante un

Dettagli

ARCHITETTURA DI RETE FOLEGNANI ANDREA

ARCHITETTURA DI RETE FOLEGNANI ANDREA ARCHITETTURA DI RETE FOLEGNANI ANDREA INTRODUZIONE È denominata Architettura di rete un insieme di livelli e protocolli. Le reti sono organizzate gerarchicamente in livelli, ciascuno dei quali interagisce

Dettagli

Programmazione di sistemi distribuiti

Programmazione di sistemi distribuiti Programmazione di sistemi distribuiti I Sistemi Distribuiti, per loro natura, prevedono che computazioni differenti possano essere eseguite su VM differenti, possibilmente su host differenti, comunicanti

Dettagli

Reti di Telecomunicazione Lezione 8

Reti di Telecomunicazione Lezione 8 Reti di Telecomunicazione Lezione 8 Marco Benini Corso di Laurea in Informatica marco.benini@uninsubria.it Livello di trasporto Programma della lezione relazione tra lo strato di trasporto e lo strato

Dettagli

Approccio stratificato

Approccio stratificato Approccio stratificato Il sistema operativo è suddiviso in strati (livelli), ciascuno costruito sopra quelli inferiori. Il livello più basso (strato 0) è l hardware, il più alto (strato N) è l interfaccia

Dettagli

1. RETI INFORMATICHE CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA INFORMATICA SPECIFICHE DI PROGETTO A.A. 2013/2014. 1.1 Lato client

1. RETI INFORMATICHE CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA INFORMATICA SPECIFICHE DI PROGETTO A.A. 2013/2014. 1.1 Lato client RETI INFORMATICHE - SPECIFICHE DI PROGETTO A.A. 2013/2014 1. RETI INFORMATICHE CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA INFORMATICA SPECIFICHE DI PROGETTO A.A. 2013/2014 Il progetto consiste nello sviluppo di un

Dettagli

Università di Torino Facoltà di Scienze MFN Corso di Studi in Informatica. Programmazione I - corso B a.a. 2009-10. prof.

Università di Torino Facoltà di Scienze MFN Corso di Studi in Informatica. Programmazione I - corso B a.a. 2009-10. prof. Università di Torino Facoltà di Scienze MFN Corso di Studi in Informatica Programmazione I - corso B a.a. 009-10 prof. Viviana Bono Blocco 9 Metodi statici: passaggio parametri, variabili locali, record

Dettagli

Università di Roma Tor Vergata Corso di Laurea triennale in Informatica Sistemi operativi e reti A.A. 2014-15. Pietro Frasca. Parte II Lezione 5

Università di Roma Tor Vergata Corso di Laurea triennale in Informatica Sistemi operativi e reti A.A. 2014-15. Pietro Frasca. Parte II Lezione 5 Università di Roma Tor Vergata Corso di Laurea triennale in Informatica Sistemi operativi e reti A.A. 2014-15 Parte II Lezione 5 Giovedì 19-03-2015 1 Intensità del traffico e perdita dei pacchetti La componente

Dettagli

SISTEMI OPERATIVI DISTRIBUITI

SISTEMI OPERATIVI DISTRIBUITI SISTEMI OPERATIVI DISTRIBUITI E FILE SYSTEM DISTRIBUITI 12.1 Sistemi Distribuiti Sistemi operativi di rete Sistemi operativi distribuiti Robustezza File system distribuiti Naming e Trasparenza Caching

Dettagli

Il client deve stampare tutti gli eventuali errori che si possono verificare durante l esecuzione.

Il client deve stampare tutti gli eventuali errori che si possono verificare durante l esecuzione. RETI INFORMATICHE CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA INFORMATICA SPECIFICHE DI PROGETTO A.A. 2010/2011 Il progetto consiste nello sviluppo di un applicazione client/server. Sia il server che il client dovranno

Dettagli

Comunicazione tra Processi

Comunicazione tra Processi Comunicazione tra Processi Comunicazioni in un Sistema Distribuito Un sistema software distribuito è realizzato tramite un insieme di processi che comunicano, si sincronizzano, cooperano. Il meccanismo

Dettagli

Comunicazione tra Processi

Comunicazione tra Processi Comunicazione tra Processi Comunicazioni in un Sistema Distribuito Un sistema software distribuito è realizzato tramite un insieme di processi che comunicano, si sincronizzano, cooperano. Il meccanismo

Dettagli

Concetto di Funzione e Procedura METODI in Java

Concetto di Funzione e Procedura METODI in Java Fondamenti di Informatica Concetto di Funzione e Procedura METODI in Java Fondamenti di Informatica - D. Talia - UNICAL 1 Metodi e Sottoprogrammi Mentre in Java tramite le classi e gli oggetti è possibile

Dettagli

Funzioni in C. Violetta Lonati

Funzioni in C. Violetta Lonati Università degli studi di Milano Dipartimento di Scienze dell Informazione Laboratorio di algoritmi e strutture dati Corso di laurea in Informatica Funzioni - in breve: Funzioni Definizione di funzioni

Dettagli

10.1. Un indirizzo IP viene rappresentato in Java come un'istanza della classe InetAddress.

10.1. Un indirizzo IP viene rappresentato in Java come un'istanza della classe InetAddress. ESERCIZIARIO Risposte ai quesiti: 10.1. Un indirizzo IP viene rappresentato in Java come un'istanza della classe InetAddress. 10.2. Un numero intero in Java è compreso nell'intervallo ( 2 31 ) e (2 31

Dettagli

TECNOLOGIE E PROGETTAZIONE DI SISTEMI INFORMATICI E DI TELECOMUNICAZIONI

TECNOLOGIE E PROGETTAZIONE DI SISTEMI INFORMATICI E DI TELECOMUNICAZIONI TECNOLOGIE E PROGETTAZIONE DI SISTEMI INFORMATICI E DI TELECOMUNICAZIONI Confronto tra ISO-OSI e TCP/IP, con approfondimento di quest ultimo e del livello di trasporto in cui agiscono i SOCKET. TCP/IP

Dettagli

Sistemi Operativi STRUTTURA DEI SISTEMI OPERATIVI 3.1. Sistemi Operativi. D. Talia - UNICAL

Sistemi Operativi STRUTTURA DEI SISTEMI OPERATIVI 3.1. Sistemi Operativi. D. Talia - UNICAL STRUTTURA DEI SISTEMI OPERATIVI 3.1 Struttura dei Componenti Servizi di un sistema operativo System Call Programmi di sistema Struttura del sistema operativo Macchine virtuali Progettazione e Realizzazione

Dettagli

HTTP adaptation layer per generico protocollo di scambio dati

HTTP adaptation layer per generico protocollo di scambio dati HTTP adaptation layer per generico protocollo di scambio dati Sandro Cavalieri Foschini 101786 Emanuele Richiardone 101790 Programmazione in Ambienti Distribuiti I - 01FQT prof. Antonio Lioy A.A. 2002-2003

Dettagli

Pronto Esecuzione Attesa Terminazione

Pronto Esecuzione Attesa Terminazione Definizione Con il termine processo si indica una sequenza di azioni che il processore esegue Il programma invece, è una sequenza di azioni che il processore dovrà eseguire Il processo è quindi un programma

Dettagli

Reti e Internet: introduzione

Reti e Internet: introduzione Facoltà di Medicina - Corso di Laurea in Logopedia Corso di Informatica III anno Prof. Crescenzio Gallo Reti e Internet: introduzione c.gallo@unifg.it Reti e Internet: argomenti Tipologie di reti Rete

Dettagli

FONDAMENTI di INFORMATICA L. Mezzalira

FONDAMENTI di INFORMATICA L. Mezzalira FONDAMENTI di INFORMATICA L. Mezzalira Possibili domande 1 --- Caratteristiche delle macchine tipiche dell informatica Componenti hardware del modello funzionale di sistema informatico Componenti software

Dettagli

Nelle reti di calcolatori, le porte (traduzione impropria del termine. port inglese, che in realtà significa porto) sono lo strumento

Nelle reti di calcolatori, le porte (traduzione impropria del termine. port inglese, che in realtà significa porto) sono lo strumento I protocolli del livello di applicazione Porte Nelle reti di calcolatori, le porte (traduzione impropria del termine port inglese, che in realtà significa porto) sono lo strumento utilizzato per permettere

Dettagli

Reti di Telecomunicazioni Mobile IP Mobile IP Internet Internet Protocol header IPv4 router host indirizzi IP, DNS URL indirizzo di rete

Reti di Telecomunicazioni Mobile IP Mobile IP Internet Internet Protocol header IPv4 router host indirizzi IP, DNS URL indirizzo di rete IP Analizziamo con sufficiente dettaglio il sistema denominato IP, usato per consentire a due computer mobili di spostarsi liberamente in altre reti pur mantenendo lo stesso indirizzo IP. In particolare,

Dettagli

Registri RMI. Massimo Merro Univ. Verona Programmazione di Rete 90 / 247

Registri RMI. Massimo Merro Univ. Verona Programmazione di Rete 90 / 247 Registri RMI Per poter interagire con un server remoto, un client deve essere in possesso di una sua referenza remota (ovvero un oggetto stub). Un servizio di Naming è una risorsa centralizzata che può

Dettagli

Introduzione alla programmazione in C

Introduzione alla programmazione in C Introduzione alla programmazione in C Testi Consigliati: A. Kelley & I. Pohl C didattica e programmazione B.W. Kernighan & D. M. Ritchie Linguaggio C P. Tosoratti Introduzione all informatica Materiale

Dettagli

Con il termine Sistema operativo si fa riferimento all insieme dei moduli software di un sistema di elaborazione dati dedicati alla sua gestione.

Con il termine Sistema operativo si fa riferimento all insieme dei moduli software di un sistema di elaborazione dati dedicati alla sua gestione. Con il termine Sistema operativo si fa riferimento all insieme dei moduli software di un sistema di elaborazione dati dedicati alla sua gestione. Compito fondamentale di un S.O. è infatti la gestione dell

Dettagli

12 - Introduzione alla Programmazione Orientata agli Oggetti (Object Oriented Programming OOP)

12 - Introduzione alla Programmazione Orientata agli Oggetti (Object Oriented Programming OOP) 12 - Introduzione alla Programmazione Orientata agli Oggetti (Object Oriented Programming OOP) Programmazione e analisi di dati Modulo A: Programmazione in Java Paolo Milazzo Dipartimento di Informatica,

Dettagli

FPf per Windows 3.1. Guida all uso

FPf per Windows 3.1. Guida all uso FPf per Windows 3.1 Guida all uso 3 Configurazione di una rete locale Versione 1.0 del 18/05/2004 Guida 03 ver 02.doc Pagina 1 Scenario di riferimento In figura è mostrata una possibile soluzione di rete

Dettagli

Protocolli applicativi: FTP

Protocolli applicativi: FTP Protocolli applicativi: FTP FTP: File Transfer Protocol. Implementa un meccanismo per il trasferimento di file tra due host. Prevede l accesso interattivo al file system remoto; Prevede un autenticazione

Dettagli

Programmazione distribuita

Programmazione distribuita Programmazione distribuita 1 Architettura client-server È il modo classico di progettare applicazioni distribuite su rete Server offre un servizio "centralizzato" attende che altri (client) lo contattino

Dettagli

Java Virtual Machine

Java Virtual Machine Java Virtual Machine programmi sorgente: files.java compilatore files.class bytecode linker/loader bytecode bytecode Java API files.class interprete macchina ospite Indipendenza di java dalla macchina

Dettagli

GESTIONE DEI PROCESSI

GESTIONE DEI PROCESSI Sistemi Operativi GESTIONE DEI PROCESSI Processi Concetto di Processo Scheduling di Processi Operazioni su Processi Processi Cooperanti Concetto di Thread Modelli Multithread I thread in Java Concetto

Dettagli

Programmazione dei socket con TCP #2

Programmazione dei socket con TCP #2 I Il Server e il Client si scambiano messaggi attraverso la rete mediante un dell API (Application Programming Interface) Telematica II 10. Esercitazione/Laboratorio 3 Server ports Clients user space Socket

Dettagli

Seminario di Sistemi Distribuiti RPC su SOAP

Seminario di Sistemi Distribuiti RPC su SOAP Seminario di Sistemi Distribuiti RPC su SOAP Massimiliano Vivian [777775] Massimiliano Vivian 1 Introduzione La comunicazione delle informazioni è l elemento fondamentale per lo sviluppo dei sistemi. SOAP

Dettagli

Le reti. Introduzione al concetto di rete. Classificazioni in base a

Le reti. Introduzione al concetto di rete. Classificazioni in base a Le reti Introduzione al concetto di rete Classificazioni in base a Software di rete OSI e TCP/IP Definizione di rete Vantaggi delle reti Reti ad architettura centralizzata e distribuita Sistemi aperti

Dettagli

Gli array. Gli array. Gli array. Classi di memorizzazione per array. Inizializzazione esplicita degli array. Array e puntatori

Gli array. Gli array. Gli array. Classi di memorizzazione per array. Inizializzazione esplicita degli array. Array e puntatori Gli array Array e puntatori Laboratorio di Informatica I un array è un insieme di elementi (valori) avente le seguenti caratteristiche: - un array è ordinato: agli elementi dell array è assegnato un ordine

Dettagli

I Socket. Laboratorio Software 2008-2009 M. Grotto R. Farina

I Socket. Laboratorio Software 2008-2009 M. Grotto R. Farina M. Grotto R. Farina Sommario 1. Applicazioni Distribuite 2. I Socket Introduzione Interfacce e protocolli Descrizione Stile di comunicazione Namespace e protocollo Include e system call Creazione e chiusura

Dettagli

Architettura del. Sintesi dei livelli di rete. Livelli di trasporto e inferiori (Livelli 1-4)

Architettura del. Sintesi dei livelli di rete. Livelli di trasporto e inferiori (Livelli 1-4) Architettura del WWW World Wide Web Sintesi dei livelli di rete Livelli di trasporto e inferiori (Livelli 1-4) - Connessione fisica - Trasmissione dei pacchetti ( IP ) - Affidabilità della comunicazione

Dettagli

Introduzione alle tecnologie informatiche. Strumenti mentali per il futuro

Introduzione alle tecnologie informatiche. Strumenti mentali per il futuro Introduzione alle tecnologie informatiche Strumenti mentali per il futuro Panoramica Affronteremo i seguenti argomenti. I vari tipi di computer e il loro uso Il funzionamento dei computer Il futuro delle

Dettagli

INFORMATICA 1 L. Mezzalira

INFORMATICA 1 L. Mezzalira INFORMATICA 1 L. Mezzalira Possibili domande 1 --- Caratteristiche delle macchine tipiche dell informatica Componenti hardware del modello funzionale di sistema informatico Componenti software del modello

Dettagli

Gestione dei File in C

Gestione dei File in C Gestione dei File in C Maurizio Palesi DIIT Università di Catania Viale Andrea Doria 6, 95125 Catania mpalesi@diit.unict.it http://www.diit.unict.it/users/mpalesi Sommario In questo documento saranno introdotte

Dettagli

Reti e Sistemi per l Automazione MODBUS. Stefano Panzieri Modbus - 1

Reti e Sistemi per l Automazione MODBUS. Stefano Panzieri Modbus - 1 MODBUS Stefano Panzieri Modbus - 1 La Storia Diventa uno STANDARD nel 1979 Nato come protocollo di comunicazione SERIALE si è successivamente adattato alle specifiche TCP/IP Permette una comunicazione

Dettagli

2.5. L'indirizzo IP identifica il computer di origine, il numero di porta invece identifica il processo di origine.

2.5. L'indirizzo IP identifica il computer di origine, il numero di porta invece identifica il processo di origine. ESERCIZIARIO Risposte ai quesiti: 2.1 Non sono necessarie modifiche. Il nuovo protocollo utilizzerà i servizi forniti da uno dei protocolli di livello trasporto. 2.2 Il server deve essere sempre in esecuzione

Dettagli

connessioni tra i singoli elementi Hanno caratteristiche diverse e sono presentati con modalità diverse Tali relazioni vengono rappresentate QUINDI

connessioni tra i singoli elementi Hanno caratteristiche diverse e sono presentati con modalità diverse Tali relazioni vengono rappresentate QUINDI Documenti su Internet LINGUAGGI DI MARKUP Internet permette (tra l altro) di accedere a documenti remoti In generale, i documenti acceduti via Internet sono multimediali, cioè che possono essere riprodotti

Dettagli

Allocazione dinamica della memoria - riepilogo

Allocazione dinamica della memoria - riepilogo Università degli studi di Milano Dipartimento di Scienze dell Informazione Laboratorio di algoritmi e strutture dati Corso di laurea in Informatica In breve Storage duration Allocazione dinamica della

Dettagli

Luca Mari, Sistemi informativi applicati (reti di calcolatori) appunti delle lezioni. Architetture client/server: applicazioni client

Luca Mari, Sistemi informativi applicati (reti di calcolatori) appunti delle lezioni. Architetture client/server: applicazioni client Versione 25.4.05 Sistemi informativi applicati (reti di calcolatori): appunti delle lezioni Architetture client/server: applicazioni client 1 Architetture client/server: un esempio World wide web è un

Dettagli

Definizione Parte del software che gestisce I programmi applicativi L interfaccia tra il calcolatore e i programmi applicativi Le funzionalità di base

Definizione Parte del software che gestisce I programmi applicativi L interfaccia tra il calcolatore e i programmi applicativi Le funzionalità di base Sistema operativo Definizione Parte del software che gestisce I programmi applicativi L interfaccia tra il calcolatore e i programmi applicativi Le funzionalità di base Architettura a strati di un calcolatore

Dettagli

Telerilevamento e GIS Prof. Ing. Giuseppe Mussumeci

Telerilevamento e GIS Prof. Ing. Giuseppe Mussumeci Corso di Laurea Magistrale in Ingegneria per l Ambiente e il Territorio A.A. 2014-2015 Telerilevamento e GIS Prof. Ing. Giuseppe Mussumeci Strutture di dati: DB e DBMS DATO E INFORMAZIONE Dato: insieme

Dettagli

Reti di Calcolatori. Il Livello delle Applicazioni

Reti di Calcolatori. Il Livello delle Applicazioni Reti di Calcolatori Il Livello delle Applicazioni Il DNS Gli indirizzi IP sono in formato numerico: sono difficili da ricordare; Ricordare delle stringhe di testo è sicuramente molto più semplice; Il Domain

Dettagli

Siti web centrati sui dati (Data-centric web applications)

Siti web centrati sui dati (Data-centric web applications) Siti web centrati sui dati (Data-centric web applications) 1 A L B E R T O B E L U S S I A N N O A C C A D E M I C O 2 0 1 2 / 2 0 1 3 WEB La tecnologia del World Wide Web (WWW) costituisce attualmente

Dettagli

SDD System design document

SDD System design document UNIVERSITA DEGLI STUDI DI PALERMO FACOLTA DI INGEGNERIA CORSO DI LAUREA IN INGEGNERIA INFORMATICA TESINA DI INGEGNERIA DEL SOFTWARE Progetto DocS (Documents Sharing) http://www.magsoft.it/progettodocs

Dettagli

Sistemi Operativi. Lez. 13: primitive per la concorrenza monitor e messaggi

Sistemi Operativi. Lez. 13: primitive per la concorrenza monitor e messaggi Sistemi Operativi Lez. 13: primitive per la concorrenza monitor e messaggi Osservazioni I semafori sono strumenti particolarmente potenti poiché consentono di risolvere ogni problema di sincronizzazione

Dettagli

Dispensa di Informatica I.1

Dispensa di Informatica I.1 IL COMPUTER: CONCETTI GENERALI Il Computer (o elaboratore) è un insieme di dispositivi di diversa natura in grado di acquisire dall'esterno dati e algoritmi e produrre in uscita i risultati dell'elaborazione.

Dettagli

Prova di Esame - Rete Internet (ing. Giovanni Neglia) Lunedì 24 Gennaio 2005, ore 15.00

Prova di Esame - Rete Internet (ing. Giovanni Neglia) Lunedì 24 Gennaio 2005, ore 15.00 Prova di Esame - Rete Internet (ing. Giovanni Neglia) Lunedì 24 Gennaio 200, ore 1.00 NB: alcune domande hanno risposta multipla: si richiede di identificare TUTTE le risposte corrette. Cognome: Nome:

Dettagli

Protocolli di Comunicazione

Protocolli di Comunicazione Protocolli di Comunicazione La rete Internet si è sviluppata al di fuori dal modello ISO-OSI e presenta una struttura solo parzialmente aderente al modello OSI. L'architettura di rete Internet Protocol

Dettagli

La struttura dati ad albero binario

La struttura dati ad albero binario La struttura dati ad albero binario L albero è una struttura dati nella quale le informazioni sono organizzate in modo gerarchico, dall alto verso il basso. Gli elementi di un albero si chiamano nodi,

Dettagli

MANUALE UTENTE Fiscali Free

MANUALE UTENTE Fiscali Free MANUALE UTENTE Fiscali Free Le informazioni contenute in questa pubblicazione sono soggette a modifiche da parte della ComputerNetRimini. Il software descritto in questa pubblicazione viene rilasciato

Dettagli

CORSO DI RETI SSIS. Lezione n.2. 2 Novembre 2005 Laura Ricci

CORSO DI RETI SSIS. Lezione n.2. 2 Novembre 2005 Laura Ricci CORSO DI RETI SSIS Lezione n.2. 2 Novembre 2005 Laura Ricci IL DOMAIN NAME SYSTEM (DNS) Indirizzi IP poco adatti per essere memorizzati da utenti umani è prevista la possibiltà di associare nomi simbolici

Dettagli

Java: Compilatore e Interprete

Java: Compilatore e Interprete Java: Compilatore e Interprete Java Virtual Machine Il bytecode non è Linguaggio Macchina. Per diventarlo, deve subire un ulteriore trasformazione che viene operata dall interprete Java in modalità JIT

Dettagli

Telematica II 17. Esercitazione/Laboratorio 6

Telematica II 17. Esercitazione/Laboratorio 6 Multitasking e Multithreading Telematica II 17. Esercitazione/Laboratorio 6 Multitasking si riferisce all abilità di un computer di eseguire processi (jobs) multipli in maniera concorrente si ricorda che

Dettagli

Parte II: Reti di calcolatori Lezione 12

Parte II: Reti di calcolatori Lezione 12 Università di Roma Tor Vergata Corso di Laurea triennale in Informatica Sistemi operativi e reti A.A. 2014-15 Parte II: Reti di calcolatori Lezione 12 Giovedì 16-04-2015 1 Confronto architetture C/S e

Dettagli

MANUALE MOODLE STUDENTI. Accesso al Materiale Didattico

MANUALE MOODLE STUDENTI. Accesso al Materiale Didattico MANUALE MOODLE STUDENTI Accesso al Materiale Didattico 1 INDICE 1. INTRODUZIONE ALLA PIATTAFORMA MOODLE... 3 1.1. Corso Moodle... 4 2. ACCESSO ALLA PIATTAFORMA... 7 2.1. Accesso diretto alla piattaforma...

Dettagli

Prova di Esame - Rete Internet (ing. Giovanni Neglia) Lunedì 24 Gennaio 2005, ore 15.00

Prova di Esame - Rete Internet (ing. Giovanni Neglia) Lunedì 24 Gennaio 2005, ore 15.00 Prova di Esame - Rete Internet (ing. Giovanni Neglia) Lunedì 24 Gennaio 2005, ore 15.00 NB: alcune domande hanno risposta multipla: si richiede di identificare TUTTE le risposte corrette. Cognome: Nome:

Dettagli

RMI. Prova pratica di Sistemi Distribuiti:

RMI. Prova pratica di Sistemi Distribuiti: Prova pratica di Sistemi Distribuiti: RMI Di Nicola Milella Al fine di toccare con mano queste tecnologie e capirne i rispettivi pro e contro si è deciso di sviluppare un applicazione distribuita sfruttando

Dettagli

Apparecchiature di Rete

Apparecchiature di Rete All interno delle reti troviamo delle apparecchiature, utilizzate per gestire le trasmissioni tra gli elementi della rete e per creare interconnessioni tra reti differenti Livello 7 Livello 6 Livello 5

Dettagli

Il Software e Il Sistema Operativo. Prof. Francesco Accarino IIS Altiero Spinelli A.S. 09/10

Il Software e Il Sistema Operativo. Prof. Francesco Accarino IIS Altiero Spinelli A.S. 09/10 Il Software e Il Sistema Operativo Prof. Francesco Accarino IIS Altiero Spinelli A.S. 09/10 Cosa Impareremo Programmi e Processi Struttura del Sistema Operativo Sviluppo di Programmi I files e la loro

Dettagli

C Cloud computing Cloud storage. Prof. Maurizio Naldi

C Cloud computing Cloud storage. Prof. Maurizio Naldi C Cloud computing Cloud storage Prof. Maurizio Naldi Cos è il Cloud Computing? Con cloud computing si indica un insieme di tecnologie che permettono, tipicamente sotto forma di un servizio, di memorizzare/

Dettagli

3 - Variabili. Programmazione e analisi di dati Modulo A: Programmazione in Java. Paolo Milazzo

3 - Variabili. Programmazione e analisi di dati Modulo A: Programmazione in Java. Paolo Milazzo 3 - Variabili Programmazione e analisi di dati Modulo A: Programmazione in Java Paolo Milazzo Dipartimento di Informatica, Università di Pisa http://www.di.unipi.it/ milazzo milazzo di.unipi.it Corso di

Dettagli

Database. Si ringrazia Marco Bertini per le slides

Database. Si ringrazia Marco Bertini per le slides Database Si ringrazia Marco Bertini per le slides Obiettivo Concetti base dati e informazioni cos è un database terminologia Modelli organizzativi flat file database relazionali Principi e linee guida

Dettagli

Introduzione ai Web Services Alberto Polzonetti

Introduzione ai Web Services Alberto Polzonetti PROGRAMMAZIONE di RETE A.A. 2003-2004 Corso di laurea in INFORMATICA Introduzione ai Web Services alberto.polzonetti@unicam.it Introduzione al problema della comunicazione fra applicazioni 2 1 Il Problema

Dettagli

Reti di Calcolatori. Il software

Reti di Calcolatori. Il software Reti di Calcolatori Il software Lo Stack Protocollare Application: supporta le applicazioni che usano la rete; Transport: trasferimento dati tra host; Network: instradamento (routing) di datagram dalla

Dettagli

Introduzione alle basi di dati. Gestione delle informazioni. Gestione delle informazioni. Sistema informatico

Introduzione alle basi di dati. Gestione delle informazioni. Gestione delle informazioni. Sistema informatico Introduzione alle basi di dati Introduzione alle basi di dati Gestione delle informazioni Base di dati Modello dei dati Indipendenza dei dati Accesso ai dati Vantaggi e svantaggi dei DBMS Gestione delle

Dettagli

Informatica per la comunicazione" - lezione 13 -

Informatica per la comunicazione - lezione 13 - Informatica per la comunicazione" - lezione 13 - Funzionamento di una password" 1: l utente tramite il suo browser richiede l accesso a una pagina del server; 2: il server richiede il nome utente e la

Dettagli

Pagina 2 di 14. Indice

Pagina 2 di 14. Indice Manuale d uso per la raccolta: Sicurezza e continuità del servizio di distribuzione gas (comma 28.17 dell'allegato A alla deliberazione 574/2013/R/gas) Pagina 1 di 14 Indice 1. Accesso alla raccolta...

Dettagli

La gestione di un calcolatore. Sistemi Operativi primo modulo Introduzione. Sistema operativo (2) Sistema operativo (1)

La gestione di un calcolatore. Sistemi Operativi primo modulo Introduzione. Sistema operativo (2) Sistema operativo (1) La gestione di un calcolatore Sistemi Operativi primo modulo Introduzione Augusto Celentano Università Ca Foscari Venezia Corso di Laurea in Informatica Un calcolatore (sistema di elaborazione) è un sistema

Dettagli

Programmazione ad Oggetti. Java Parte I

Programmazione ad Oggetti. Java Parte I Programmazione ad Oggetti Java Parte I Overview Caratteristiche generali 1 Caratteristiche generali Un moderno linguaggio orientato agli oggetti Pensato per lo sviluppo di applicazioni che devono essere

Dettagli

Computazione multi-processo. Condivisione, Comunicazione e Sincronizzazione dei Processi. Segnali. Processi e Threads Pt. 2

Computazione multi-processo. Condivisione, Comunicazione e Sincronizzazione dei Processi. Segnali. Processi e Threads Pt. 2 Computazione multi-processo Avere più processi allo stesso momento implica/richiede Processi e Threads Pt. 2 Concorrenza ed efficienza Indipendenza e protezione dei dati ma deve prevedere/permettere anche:

Dettagli

Fondamenti di Informatica e Laboratorio T-AB T-16 Progetti su più file. Funzioni come parametro. Parametri del main

Fondamenti di Informatica e Laboratorio T-AB T-16 Progetti su più file. Funzioni come parametro. Parametri del main Fondamenti di Informatica e Laboratorio T-AB T-16 Progetti su più file. Funzioni come parametro. Parametri del main Paolo Torroni Dipartimento di Elettronica, Informatica e Sistemistica Università degli

Dettagli

GE 032 DESCRIZIONE RETI GEOGRAFICHE PER MX 650

GE 032 DESCRIZIONE RETI GEOGRAFICHE PER MX 650 GE 032 DESCRIZIONE RETI GEOGRAFICHE PER MX 650 MONOGRAFIA DESCRITTIVA Edizione Gennaio 2010 MON. 255 REV. 1.0 1 di 27 INDICE Introduzione alle funzionalità di gestione per sistemi di trasmissioni PDH...

Dettagli

Sistemi Operativi MECCANISMI E POLITICHE DI PROTEZIONE. D. Talia - UNICAL. Sistemi Operativi 13.1

Sistemi Operativi MECCANISMI E POLITICHE DI PROTEZIONE. D. Talia - UNICAL. Sistemi Operativi 13.1 MECCANISMI E POLITICHE DI PROTEZIONE 13.1 Protezione Obiettivi della Protezione Dominio di Protezione Matrice di Accesso Implementazione della Matrice di Accesso Revoca dei Diritti di Accesso Sistemi basati

Dettagli

MECCANISMI E POLITICHE DI PROTEZIONE 13.1

MECCANISMI E POLITICHE DI PROTEZIONE 13.1 MECCANISMI E POLITICHE DI PROTEZIONE 13.1 Protezione Obiettivi della Protezione Dominio di Protezione Matrice di Accesso Implementazione della Matrice di Accesso Revoca dei Diritti di Accesso Sistemi basati

Dettagli

Parte II: Reti di calcolatori Lezione 10

Parte II: Reti di calcolatori Lezione 10 Università di Roma Tor Vergata Corso di Laurea triennale in Informatica Sistemi operativi e reti A.A. 2013-14 Pietro Frasca Parte II: Reti di calcolatori Lezione 10 Giovedì 3-04-2014 1 Reti per la distribuzione

Dettagli

Airone Gestione Rifiuti Funzioni di Esportazione e Importazione

Airone Gestione Rifiuti Funzioni di Esportazione e Importazione Airone Gestione Rifiuti Funzioni di Esportazione e Importazione Airone Funzioni di Esportazione Importazione 1 Indice AIRONE GESTIONE RIFIUTI... 1 FUNZIONI DI ESPORTAZIONE E IMPORTAZIONE... 1 INDICE...

Dettagli

Reti. Reti. IPv4: concetti fondamentali. arp (address resolution protocol) Architettura a livelli (modello OSI)

Reti. Reti. IPv4: concetti fondamentali. arp (address resolution protocol) Architettura a livelli (modello OSI) Reti Architettura a livelli (modello OSI) Prevede sette livelli: applicazione, presentazione, sessione, trasporto, rete, collegamento dei dati (datalink), fisico. TCP/IP: si può analizzare in maniera analoga

Dettagli

Inizializzazione degli Host. BOOTP e DHCP

Inizializzazione degli Host. BOOTP e DHCP BOOTP e DHCP a.a. 2002/03 Prof. Vincenzo Auletta auletta@dia.unisa.it http://www.dia.unisa.it/~auletta/ Università degli studi di Salerno Laurea e Diploma in Informatica 1 Inizializzazione degli Host Un

Dettagli

Elementi di UML (7): Diagrammi dei componenti e di deployment

Elementi di UML (7): Diagrammi dei componenti e di deployment Elementi di UML (7): Diagrammi dei componenti e di deployment Università degli Studi di Bologna Facoltà di Scienze MM. FF. NN. Corso di Laurea in Scienze di Internet Anno Accademico 2004-2005 Laboratorio

Dettagli

Istruzioni per l installazione del software per gli esami ICoNExam (Aggiornate al 15/01/2014)

Istruzioni per l installazione del software per gli esami ICoNExam (Aggiornate al 15/01/2014) Istruzioni per l installazione del software per gli esami ICoNExam (Aggiornate al 15/01/2014) Il software per gli esami ICON può essere eseguito su qualunque computer dotato di Java Virtual Machine aggiornata.

Dettagli

Page 1. Elementi Base del Modello OSI. Il modello di riferimento ISO/OSI OSI: Open Systems Interconnection. Struttura a Livelli.

Page 1. Elementi Base del Modello OSI. Il modello di riferimento ISO/OSI OSI: Open Systems Interconnection. Struttura a Livelli. Università degli Studi di Parma Elementi Base del Modello OSI Sistema A Sistema B Sistema C Sistema D Modello OSI mezzi fisici Connessioni Struttura a Livelli Per ridurre la complessità progettuale, tutte

Dettagli