Costruzioni esistenti in muratura (Cap.8 delle NTC):

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1 Costruzioni esistenti in muratura (Cap.8 delle NTC): livelli di conoscenza e indagini in situ, interventi di consolidamento e collaudi RESTAURO 2010 venerdì 26 marzo 2010 Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ Ing. Cristiano Algeri C-SPIN Centro Sviluppo Progettazioni Ingegneristiche Ing. Elena Poverello Area Consolidamento Bossong spa INTRODUZIONE 2 2 PROBLEMATICHE: ribaltamento maschi murari porzioni lesionate diaframma e collegamento di piano contenimento delle spinte inserimento tiranti verticali collegamento di più paramenti murari CONTESTI: interventi su edifici esistenti costruzioni storiche in muratura riabilitazione strutturale consolidamenti localizzati Beni Monumentali vincolati valutazione della Sicurezza

2 INTRODUZIONE 3 3 Tecniche di ancoraggio e di incatenamento per interventi su murature esistenti: progettazione, interventi e prove in situ A) Fasi conoscitive e diagnostiche: B) Interventi: - ricerca storica - rilievo geometrico della strutture (coperture, volte, murature portanti, fondazioni, ecc.) - rilievo delle tipologie costruttive (saggi, endoscopie, ecc.) - rilievo dei dissesti e degrado degli elementi strutturali (fuori piombo, lesioni,degrado malta, ) - resistenza dei materiali (muratura: prove martinetti piatti, prove di infissione, prove soniche) - valutazione statica della struttura per carichi verticali (solai, volte, archi, fondazioni) - valutazione della vulnerabilità sismica della struttura esistente - individuazione dei meccanismi di collasso (ribaltamento delle pareti,volte e archi spingenti) - incatenamenti (volte, archi, murature) - diaframmi di piano - coperture (rinforzo di travi e capriate, contenimento delle spinte sui muri) - coperture scatolari antisismiche - fondazioni - murature INTRODUZIONE 4 4 Creazione di uno schema scatolare: laddove le pareti esercitano un vincolo efficace se sollecitate nel piano parallelo all azione sismica. Devono inoltre essere previsti opportuni incatenamenti al livello dei solai, aventi lo scopo di collegare tra loro i muri paralleli della scatola muraria. Tali incatenamenti devono essere realizzati per mezzo di armature metalliche o altro materiale resistente a trazione, le cui estremità devono essere efficacemente ancorate ai cordoli.

3 INTRODUZIONE 5 5 Per il collegamento nella direzione di tessitura del solaio possono essere omessi gli incatenamenti quando il collegamento è assicurato dal solaio stesso. Per il collegamento in direzione normale alla tessitura del solaio, si possono adottare opportuni accorgimenti che sostituiscano efficacemente gli incatenamenti costituiti da tiranti estranei al solaio. CORDOLI E CATENE 6 6 CORDOLI E CATENE Svolgono una funzione di vincolo alle pareti sollecitate ortogonalmente al proprio piano, ostacolandone il meccanismo di ribaltamento. La differenza sostanziale tra cordoli e catene è che le seconde sono generalmente collegate solo puntualmente alle pareti (tranne che per ancoraggi iniettati) e non sono dotate di rigidezza flessionale.

4 CORDOLI E CATENE 7 7 MECCANISMI DI COLLASSO Si possono distinguere meccanismi di I modo e meccanismi di II modo. Per meccanismi di I modo si intendono quei cinematismi di collasso connessi al comportamento delle pareti in muratura fuori dal proprio piano mentre i meccanismi di II modo riguardano invece la risposta della parete nel proprio piano, con tipici danneggiamenti per taglio e flessione. CORDOLI E CATENE 8 8 CORDOLI E CATENE Il comportamento globale della struttura all azione sismica è fortemente influenzato, ancor prima che dalle caratteristiche intrinseche dei singoli elementi strutturali, dal grado di connessione presente tra essi ovvero dalle caratteristiche locali.

5 CORDOLI E CATENE 9 9 CORDOLI E CATENE 10 10

6 CORDOLI E CATENE ANALISI LOCALI E ANALISI GLOBALI L attivazione di tali modalità di collasso è, però, strettamente dipendente dal comportamento globale dell edificio, che a sua volta dipende dalle caratteristiche tipologiche e tecnologiche. Il comportamento globale della struttura all azione sismica è fortemente influenzato, ancor prima che dalle caratteristiche intrinseche dei singoli elementi strutturali, dal grado di connessione presente tra essi ovvero dalle caratteristiche locali.

7 TIRANTI E CATENE INCATENAMENTI Il contenimento delle spinte è fondamentale nel buon funzionamento di archi e volte: -ESTRADOSSALI meno impattanti architettonicamente più onerose (costi e calcolo) maggiori accorgimenti (tiranti verticali) -INTRADOSSALI largamente diffuse più efficaci meno onerose (costi e calcolo) TIRANTI E CATENE Corso di Recupero e Conservazione degli Edifici Università degli Studi di Bergamo

8 TIRANTI E CATENE Corso di Recupero e Conservazione degli Edifici Università degli Studi di Bergamo Mmax FC = 2 p L p L Z 1 2 M max = TIRANTI E CATENE Catene verticali

9 DEFINIZIONI TIRANTI & ANCORAGGI ANCORAGGI Gli ancoraggi sono elementi opportunamente collegati al substrato, in grado di sostenere generalmente sforzi di trazione. Ai fini del progetto, gli ancoraggi si distinguono in PROVVISORI e PERMANENTI. TIRANTI I Tiranti possono essere suddivisi in: - ATTIVI o presollecitati, quando nella barra viene indotta una forza di tesatura; - PASSIVI o non presollecitati. FASE DI ANALISI DIMENSIONAMENTO: - l analisi delle sollecitazioni è effettuata con riferimento alla COMBINAZIONE SISMICA. - le caratteristiche locali sono un INPUT importante per l impostazione del progetto. - carattere non lineare dei legami costitutivi delle murature: - già a partire da basi livelli di deformazione; - il loro possibile comportamento fragile; - la dipendenza delle risposta meccanica delle murature dai percorsi tensionali seguiti; - gli effetti di scala; - l influenza delle tecniche costruttive e delle fasi esecutive, condizionano il programma delle INDAGINI DIAGNOSTICHE

10 FASE DI ANALISI INDAGINI Le indagini diagnostiche preliminari all attività di progetto devono intendersi estese alle porzioni di muratura che interagiscono con il sistema dei tiranti. FASE DI PROGETTO E quindi COMPITO E RESPONSABILITÀ DEL PROGETTISTA : - definire il piano delle indagini e delle prove diagnostiche; - interpretarne i risultati e individuare i più appropriati modelli di calcolo; - raccogliere i risultati delle attività. RELAZIONE DI CALCOLO: sono descritti i risultati delle indagini e delle prove, della caratterizzazione meccanica e della modellazione assunta, nonché delle analisi eseguite per la verifica delle condizioni di sicurezza e per la valutazione delle prestazioni nelle condizioni d esercizio

11 FASE DI VERIFICA - COLLAUDO E opportuno predisporre, ove necessario in relazione alla rilevanza dell opera, un: 1. PIANO DI MONITORAGGIO per verificare il comportamento dell ancoraggio nel tempo (da recepire, nel piano di manutenzione). 2. Nel progetto deve prevedersi la possibilità di successivi INTERVENTI DI REGOLAZIONE E/O SOSTITUZIONE. Se questi requisiti non possono essere soddisfatti dovranno essere previsti ancoraggi passivi. Per la valutazione del carico limite si può procedere in prima approssimazione con formule teoriche o con correlazione empiriche. PROVE IN SITU La conferma sperimentale con prove di trazione in situ nelle fasi di progetto e di collaudo e vivamente consigliata.

12 VERIFICHE DI RESISTENZA VERIFICHE DI SICUREZZA [SLU] Devono essere presi in considerazione tutti i MECCANISMI DI ROTTURA quali: - innesco della rottura del substrato (formazione cono di rottura) - sopraggiunta resistenza degli elementi strutturali (snervamento della catena) - verifica allo sfilamento (cedimento dell interfaccia ancoraggio-muratura) E possibile STIMARE la resistenza dell ancoraggio attraverso: - i risultati dei test eseguiti su ancoraggi di prova; - con metodi di calcolo analitici integrati dai valori caratteristici dedotti dai risultati di prove in situ e/o di laboratorio e dei parametri meccanici delle murature MECCANISMI DI ROTTURA a) SFILAMENTO BARRA c) ROTTURA SUBSTRATO LOCALIZZATO S S F F perdita aderenza interfaccia barra in acciaio - malta superamento del limite di resistenza a trazione della muratura b) SFILAMENTO BULBO DI MALTA CON CALZA F d) ROTTURA SUBSTRATO - CONO DI ROTTURA S S perdita aderenza interfaccia malta - muratura c.a. 45 e) SNERVAMENTO / ROTTURA BARRA F F superamento del limite di resistenza a trazione della muratura

13 VERIFICHE DI RESISTENZA Nei tiranti il cui tratto libero è realizzato con la sola presenza della barra di rinforzo, nel rispetto della Gerarchia delle Resistenze, si deve verificare che la resistenza caratteristica al limite di snervamento del tratto libero sia sempre maggiore della resistenza a sfilamento della porzione di ancoraggio inghisata. La lunghezza d ancoraggio, idonea a garantire la trasmissione degli sforzi alla malta di riempimento, deve in ogni caso essere in grado di evitare la fessurazione longitudinale o lo sfaldamento della muratura (cfr. modalità di rottura). Si deve inoltre accertare che la muratura sia in grado di fornire la resistenza necessaria per il funzionamento dell ancoraggio durante l evento sismico di progetto e che sia mantenuto un margine di sicurezza adeguato. VERIFICHE ANCORAGGI INIETTATI a) SFILAMENTO BARRA In particolare, per gli ancoraggi, in aggiunta alle verifiche strutturali, deve essere soddisfatta la verifica di sicurezza allo sfilamento dal substrato. In tale verifica, si richiede il rispetto della condizione S perdita aderenza interfaccia barra in acciaio - malta S F Ed<Rd intendendo per azione il valore della forza agente nell ancoraggio e per resistenza la risultante delle tensioni tangenziali limite sulla superficie laterale del bulbo dell ancoraggio. b) SFILAMENTO BULBO DI MALTA CON CALZA S S F perdita aderenza interfaccia malta - muratura

14 RICERCA SU ANCORAGGI INIETTATI Ricerca Teorico Sperimentale sul comportamento di ancoraggi iniettati 4.0 bond stress [MPa] Università degli Studi di Brescia - DICATA Prof. E. Giuriani, Prof. G. Plizzari slip[mm] MODALITA DI ANCORAGGIO Università degli Studi di Brescia - DICATA - Prof. E. Giuriani, Prof. G. Plizzari N.B. ATTENZIONE!!!

15 PROVE DI ESTRAZIONE PROVE DI ESTRAZIONE Condotte su ancoraggi preliminari di prova (ancoraggi di progetto) - sottoposti a sollecitazioni più severe di quelle di verifica e NON PIU UTILIZZABILI per l impiego successivo. Il NUMERO DI PROVE non dovrebbe essere inferiore a: tematica non risolta in relazione alla variabilità delle murature Le PROVE DI VERIFICA, da effettuarsi sugli ancoraggi, consistono in UN CICLO SEMPLICE di carico e scarico; In questo ciclo il tirante viene sottoposto ad una FORZA PARI A 1,2 VOLTE QUELLA MASSIMA PREVISTA IN ESERCIZIO, verificando che: - gli allungamenti misurati siano nei limiti previsti in progetto e/o compatibili con le misure sugli ancoraggi preliminari di prova (difficilmente valutabile); - il carico applicato è tale per cui nella fase di scarico non si registrano deformazioni residue. RIFERIMENTI NORMATIVI Quanto detto fino ad ora è contenuto nel capitolo 6 Progettazione Geotecnica delle Norme Tecniche per le Costruzioni di cui al D.M. 14 gennaio 2008 e precisamente al punto 6.6 Tiranti di ancoraggio. Non esiste infatti alcuna indicazione ulteriore, all interno delle NTC2008, sul progetto, sulla verifica e al collaudo di ancoraggi. Necessità di Linee Guida sul Tema degli Ancoraggi Iniettati

16 LAYOUT DI PROVA RISULTATI OTTENUTI - PREDIMENSIONAMENTO RESISTENZA DEGLI ANCORAGGI Resistenza a compressione delle malte di iniezione (secondo EN 998-2:2004) BCM Ls 8,8 MPa BCM Hs 54,9 MPa Valori tensioni tangenziali ultime massime interfaccia barra-malta PROVE IN LABORATORIO PROVE IN SITU aderenza ingranamento aderenza - ingranamento BCM Ls τ u max 2,77 MPa τ u max 4,01 MPa τ u max 0,89 3,45 MPa BCM Hs τ u max 5,62 MPa τ u max 5,02 MPa τ u max 1,64 5,09 MPa Valori tensioni tangenziali ultime massime interfaccia malta-muratura PROVE IN LABORATORIO PROVE IN SITU aderenza ingranamento aderenza - ingranamento BCM Ls τ u max 0,89 MPa τ u max 1,29 MPa τ u max 0,29 1,11 MPa BCM Hs τ u max 1,81 MPa τ u max 1,62 MPa τ u max 0,53 1,64 MPa

17 RISULTATI OTTENUTI - PREDIMENSIONAMENTO RESISTENZA DEGLI ANCORAGGI Prove di Laboratorio Prove in Situ PREDIMENSIONAMENTO MECCANISMI DI ROTTURA OSSERVATI NELLE PROVE IN LABORATORIO I modo rottura dell ancorante sottoposto a trazione preceduto da una fase di snervamento dello stesso; II modo: sfilamento della barra dalla corona di malta o della barra di ancoraggio e della corona di malta senza intaccare in alcun modo il substrato; III modo: distacco dell area di tensione ovvero della porzione di substrato legatosi all ancoraggio. Definite: h ef profondità effettiva di ancoraggio d o diametro del perforo per ancoraggi lunghi con h ef /d o 10 i meccanismi di rottura più plausibili saranno quelli di I e II modo per ancoraggi medio-corti con h ef /d o < 10 i meccanismi di rottura più plausibili saranno quelli di II e III modo

18 GLI ANCORAGGI INIETTATI BOSSONG LE BARRE IN ACCIAIO LA CALZA DISPOSITIVI DI INIEZIONE LA MALTA APPLICAZIONE DEL SISTEMA BOSSONG 36 36

19 APPLICAZIONE DEL SISTEMA BOSSONG APPLICAZIONE DEL SISTEMA BOSSONG 38 38

20 CASI STUDIO: Chiesa S. Agostino Asciano Cantiere Chiesa di Sant Agostino Località Tipologia manufatto Principali meccanismi di collasso e dissesti Asciano (Si) Chiesa eretta nel 1200 con l annesso convento, fu ampliata alla fine del 1400, epoca cui risale anche la facciata in mattoni. Nel corso del tempo ha mantenuto l originario impianto a navata unica. Il corpo principale della chiesa è in muratura di pietra (travertino). Durante i lavori di restauro sono stati riportati alla luce cicli di affreschi. CEDIMENTO FONDAZIONI LESIONI ARCO TRIOFALE LESIONI PARETE ABSIDE Tipologia interventi Progettista PROVE DI ESTRAZIONE INCATENAMENTO ABSIDE CUCITURA LESIONI Ing. Giovanni Corti Ing. Maurizio Rosi Arch.Tarcisio Bratto CASI STUDIO: Chiesa S. Agostino Asciano 40 40

21 CASI STUDIO: Chiesa S. Agostino Asciano CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano 42 42

22 CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano CASI STUDIO: Chiesa S. Agostino Asciano DIMENSIONAMENTO DEL BULBO DI ANCORAGGIO Tipo lunghezza [mm] d[mm] N s [kn] N t [kn] bulbo[m] A ,45 20, A ,38 25, A ,90 20, A ,81 25, B ,56 25, B ,49 25, Pre-dimensionamento: viene effettuato un primo dimensionamento dei bulbi di ancoraggio sulla base dei valori delle tensioni tangenziali da letteratura; in particolare, per gli ancoraggi iniettati con calza Bossong è possibile far riferimento ai valori tabellati ottenuti da prove in laboratorio e prove in situ. C ,76 40, C ,89 35, D ,36 20, D ,65 20,0 1000? ANCORAGGI ATTIVI GBOS P

23 CASI STUDIO: Chiesa S. Agostino Asciano CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano τ u max barra = 3 N/mm 2 τ rec barra = τ u max barra / ν = 1 N/mm 2 con ν=3 τ u max foro = 1 N/mm 2 τ rec foro = τ u max foro / ν = 0,33 N/mm 2 con ν=3

24 CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano Barra acciaio mod. d [mm] S [mm 2 ] ft [N/mm 2 ] fy [N/mm 2 ] Nt,s [kn] Ny,s [kn] Nrec,s [kn] GBOS P ,5 113 Aderenza interfaccia d [mm] hef [mm] S [mm 2 ] rec[n/mm 2 ] Nrec[kN] u[n/mm 2 ] Nu [kn] Ns [kn] s[n/mm 2 ] P barra / malta ,85 1,00 62, ,5 59,49 0,95 3,17 malta / muratura ,7 0,33 64,93 1,00 194,8 59,49 0,31 3,27 Verifica mediante esecuzione di prove di estrazione in situ: dal momento che la modalità di rottura più ricorrente è quella che interessa il substarto, lasciando intatto il bulbo di ancoraggio, la progettazione degli ancoraggi deve essere basata sulla conoscenza delle proprietà della muratura (resistenza del materiale di base). CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano BOSSONG S.p.a. PROVE ESTRAZIONE su ancoraggi iniettati con calza Bossong mod. GBOS P (L=55 cm) Chiesa di Sant'Agostino nel Comune di Asciano (Si) Confraternita di Misericordia e S. Chiodo di Asciano Carico [KN] ,0 0,8 1,6 2,4 3,2 4,0 4,8 5,6 6,4 7,2 8,0 8,8 9,6 10,4 11,2 12,0 12,8 13,6 14,4 15,2 16,0 16,8 17,6 18,4 19,2 20,0 20,8 Spostamento [mm] P1 P2 P3

25 49 CASI STUDIO: Chiesa S.Agostino Asciano Barra acciaio 49 mod. d [mm] S [mm 2 ] ft [N/mm 2 ] fy [N/mm 2 ] Nt,s [kn] Ny,s [kn] Nrec,s [kn] GBOS P ,5 113 Aderenza interfaccia d [mm] hef [mm] S [mm 2 ] rec[n/mm 2 ] Nrec[kN] u[n/mm 2 ] Nu [kn] Ns [kn] s[n/mm 2 ] P barra / malta ,7 1,00 125, ,0 59,49 0,47 6,34 malta / muratura ,5 0,156 60,61 0, ,8 59,49 0,15 3,06 V barra / malta ,52 0,00 0,00 0,00 0,00 0 0,00 0,00 malta / muratura ,3 0,156 16,67 0,467 50,00 0 0,00 0,00 CASI STUDIO: Criptoportico Aosta Cantiere Criptoportico Forense (criptoportico romano) Località Tipologia manufatto Aosta Percorso sotterraneo: galleria (volta di copertura a botte) con doppio porticato in muratura di pietra (travertino). Principali meccanismi di collasso e dissesti COMPROMESSA STABILITA dello SPIGOLO NORD - EST Tipologia interventi PROVE PRELIMINARI DI ESTRAZIONE FORMAZIONE TRAVE DI RINFORZO (all interno del muro di parapetto) ANCORAGGI VERTICALI ATTIVI ANCORAGGI VERTICALI PASSIVI Progettista Ing. Alberto Buzzi - studio CO.PA.CO.

26 CASI STUDIO: Criptoportico Aosta CASI STUDIO: Criptoportico Aosta P1,P2,P5,P6 ANCORAGGI PASSIVI GBOS P P3,P4 ANCORAGGI PASSIVI MRBOS 6x10-60 P T1, T2, T7, T8 ANCORAGGI ATTIVI GBOS P T3, T4, T5, T6 ANCORAGGI ATTIVI GBOS P

27 CASI STUDIO: Criptoportico Aosta CASI STUDIO: Criptoportico Aosta BOSSONG S.p.a. PROVE ESTRAZIONE su ancoraggi iniettati con calza GBOS P Criptoportico Forense - Piazza Papa Giovanni XXIII Aosta Impresa Archeos - Corso Lancieri 15/Q Aosta Carico [KN] Spostamento [mm] A1 A2 Ny,s-GBOS 20 Nt,s-GBOS 20

28 CASI STUDIO: Criptoportico Aosta CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Mazzè Cantiere Chiesa Parrocchiale dei S. Gervasio e Protasio Località Tipologia manufatto Comune di Mazzè (Torino) Edificio in muratura di mattoni a tre navate; il corpo principale della chiesa risale al 1500; successive trasformazioni hanno portato alla aggiunta delle cappelle laterali nel 1700 e del corpo dell abside alla fine del Principali meccanismi di collasso e dissesti RIBALTAMENTO DELLA FACCIATA RIBALTAMENTO DELL ABSIDE Tipologia interventi Progettista CERCHIATURA ABSIDE INCATENAMENTI LONGITUDINALI Ing. Manuele Tini

29 CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Mazzè CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Mazzè 58 58

30 CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Mazzè CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio Cantiere Chiesa San Biagio Località Tipologia manufatto Principali meccanismi di collasso e dissesti Cittiglio (Va) Cappella ad aula unica e torre campanaria dislocata all interno della facciata. La chiesa romanica è un ampliamento di un originario impianto altomedioevale (orientamento opposto a quello attuale). Ritrovamento di importanti cicli di affreschi. SLITTAMENTO PARETE LATERALE Tipologia interventi VINCOLO PARETE LATERALE NAVATA Progettista Ing. Antonio Cellina Geom. Pietro Sammartini Arch. G. Pozzi

31 CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio ANCORAGGI PASSIVI SU ROCCIA GBOS P CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio 62 62

32 CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio BOSSONG S.p.a. PROVE ESTRAZIONE su ancoraggi iniettati con calza GBOS PARROCCHIA SI SAN GIULIO PRETE - CHIESA DI SAN BIAGIO COMUNE DI CITTIGLIO (Va) Carico [KN] ,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0 9,5 10,0 10,5 11,0 11,5 12,0 12,5 Spostamento [mm] P1_Roccia_50 cm P2_Roccia_50 cm P3_Muratura_50 cm Gb20_CaricoSnervamentoTrazione Gb20_CaricoRotturaTrazione

33 CASI STUDIO: Chiesa San Biagio Cittiglio CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo Cantiere Unità Museale Arte Sacra Località Tipologia manufatto Carpenedolo (Bs) Sttruttura porticata in muratura di mattoni con volte a crociera Principali meccanismi di collasso e dissesti PRESENZA DI STRUTTURE SPINGENTI Tipologia interventi MIGLIORAMENTO SISMICO E CONSOLIDAMENTO STATICO CONTENIMENTO SPINTA ARCHI E VOLTE Progettista Ing. Cristiano Algeri - C-SPIN

34 CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo PIATTO 20X60 PIATTO 20X60 BARRA GBOS 27/304 BARRA GBOS 27/304 CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo ANCORAGGIO GBOS P BARRA GBOS 27/304 PIATTO 20X60

35 CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Carpenedolo Cantiere Chiesa Parrocchiale San Giovanni Battista Località Tipologia manufatto Carpenedolo (Bs) Edificio in muratura di mattoni a navata unica Principali meccanismi di collasso e dissesti Tipologia interventi RIBALTAMENTO DELLA FACCIATA MECCANISMI NEL PIANO DELLE FACCIATE LATERALI DEI TRANSETTI RIBALTAMENTO DELLE PARETI DI ESTREMITA LESIONI VOLTE DELLA NAVATA CENTRALE MIGLIORAMENTO SISMICO E CONSOLIDAMENTO STATICO Progettista Ing. Cristiano Algeri - C-SPIN CASI STUDIO: Chiesa Parrocchiale Carpenedolo 70 70

36 CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo ANCORAGGIO GBOS P PARZIALMENTE INIETTATO CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo 72 72

37 CASI STUDIO: Museo Arte Sacra Carpenedolo BOSSONG S.p.a. PROVE ESTRAZIONE su ancoraggi iniettati con calza GBOS CHIESA PARROCCHIALE SAN GIOVANNI BATTISTA CARPENEDOLO (BS) Carico [KN] Spostamento [mm] P1_45 cm P2_45 cm Hs1_45 cm Hs2_45 cm Ls1_45 cm Ls2_45 cm

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