III Circolo Didattico-Plesso San Nicola
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1 III Circolo Didattico-Plesso San Nicola BORGO SCACCIAVENTI Il borgo Scacciaventi che è attualmente il nostro centro storico non è in realtà la parte più antica di Cava, che è, invece, quella relativa ai casali che hanno dato vita alla nostra città. La sua denominazione non ha origini certe. Secondo alcuni deriverebbe dalla struttura del porticato che attenuerebbe l effetto indesiderato di alcuni venti. Secondo altri, il toponimo deriverebbe dal nome di una importante famiglia patrizia cavese vissuta nella zona. Il borgo deve la sua importanza al porticato che viene accomunato per struttura a quello di Padova per diverse ragioni. Nel quattrocento il borgo Scacciaventi era ancora circondato da mura di cinta che furono abbattute intorno al e riedificate parzialmente nel Ma quando nel 1503 il regno passò sotto il dominio spagnolo diminuì l esigenza di avere delle mura per difendersi dagli attacchi nemici e nel 1535 sicuramente le porte di accesso alla città non esistevano più. Ciò si rileva dai documenti che descrivono la visita di Carlo V ai suoi possedimenti italiani. Infatti, quando l imperatore decise di conoscere i vari centri situati entro la strada che collegava Salerno a Napoli l Università si diede da fare per riceverlo nel miglior modo possibile e predispose la creazione di due archi trionfali di mortelle che avessero la funzione di porte del borgo in entrata e in uscita. Esso, nel Cinquecento, ebbe l immagine che ancora oggi possiamo ammirare. I PALAZZI I palazzi che col tempo furono edificati sopra i portici formarono un villaggio. Essi di forma rettangolare sono disposti in modo da essere in posizione favorevole al clima campano. I cortili, infatti, risultano ventilati nelle ore più calde da una corrente d aria più fredda favorita dalla presenza dei portici, degli archi e ballatoi. Le case furono costruite come le case di campagna o i casali collinari. Infatti, spesso nei cortili del borgo vi erano dei pozzi che attingevano direttamente l acqua dal sottosuolo; inoltre anche questi palazzi vennero dotati di cellari cioè di cantine e dei pagliari cioè le soffitte. Quando alla fine di una scala grada a due rampe vi era una pianerottolo veniva chiamato gaifo che derivava dalla lingua longobarda e che significava terreno che non apparteneva a nessuno. Alcuni palazzi hanno ancora un lato occupato da un giardino o da una terrazza. Il palazzo Scacciavento quasi sicuramente si trovava dove, nel 1535, la famiglia Di Mauro ebbe l onore di ospitare il re Carlo V cioè nel sito dell attuale palazzo Ferrari.
2 La famiglia Ferrari lo acquistò nel 700 e diede al palazzo l attuale aspetto. Il palazzo Quaranta nel 700 appartenne ai Gagliardi che decorarono il portale con fiori alle basi e alle imposte dell arco. Recentemente è stato restaurato l androne e recuperato lo stemma dipinto collocato al di sopra della prima rampa di scale; al di sopra della seconda rampa, invece, vi è una pittura che raffigura una Madonna con bambino. Lungo la scala ci sono degli spegni torcia di diverse forme. Nel 1780 il palazzo venne acquistato dal ricco mercante di tele Onofrio Quaranta. Altri due suoi familiari avevano acquistato l adiacente palazzo, di cui erano stati proprietari i Tagliaferri fino al 700: risale alla fine del secolo la caratteristica terrazza che servì a collegare i due palazzi Quaranta. LE BOTTEGHE Le botteghe e i portici antistanti non furono costruiti tutti allo stesso modo, ma in base allo spazio che serviva alle diverse attività artigianali e commerciali. Ecco perché i pilastri e gli archi sono spesso differenti tra loro, infatti, sappiamo che dagli studi effettuati da una studentessa di architettura si è rilevato che non ci sono due portici metricamente uguali. Inizialmente si costruivano solo delle botteghe con dei brevi porticati retti dai pilieri (pilastri), poi si cominciò ad edificare, al di sopra delle botteghe e dei portici, vani per le abitazioni. Nel seicento non erano molti i cavesi che abitavano nel borgo, ma vi venivano solo di giorno per aprire le botteghe e commerciare anche con i viaggiatori di passaggio.
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6 PREGIATO Il casale di Pregiato è molto antico: la sua fondazione va posta tra il 455 e 1080 d.c. Essendo già popolato nell 865, il casale deve essere stato fondato molto tempo prima nel secolo VIII; una carta di quegli anni riporta che questo villaggio era gradita sede di permanenza per molti longobardi. Pregiato era anticamente chiamato Priato (da privatus = zona privata), ed apparteneva alla famiglia Metilia ai tempi dell impero romano. Secondo altri il nome Pregiato deriva da praediatus = praesidiatus cioè fortificato perchè nella zona vi erano fortezze che difendevano la strada che da Napoli portava a Salerno. In questa zona, infatti, sono stati ritrovati sepolcri, lucerne e monete. Nella piazzetta principale del paesino sorge la chiesa dedicata a S. Nicola di Bari; essa è di stile romanico, tale parola indica l arte che nei secoli XI e XII si sviluppò prima in Francia e poi in altri paesi europei, quindi anche in Italia. Lo stile romanico ha rinnovato l architettura e la scultura monumentale come: decorazioni di portali, capitelli, lunette, chiostri Le facciate delle chiese romaniche possono essere di due tipi: a capanne, a frontone con due spioventi laterali. Di solito sono affiancate da torri campanarie, robuste e possenti. I portali possono essere tre o uno ed hanno vani rettangolari. Spesso sopra il portale centrale si apre un rosone. La pianta della chiesa è a croce latina. Le navate possono essere tre o cinque e terminano con absidi semicircolari, quella
7 centrale è di larghezza maggiore delle laterali. La volta romanica è la volta a crociera che risulta dall incrocio di due volte. La nostra chiesa è formata da tre ampie navate con tre porte sull atrio. Nelle due navate laterali vi sono diverse cappelle ed altarini di discreta fattura costruiti dalle famiglie più nobili della zona: Avigliano, Salsano, Pastore come si può leggere dalle iscrizioni sulle lapidi. Nella navata di sinistra vi è la cappella dedicata a S. Nicola a cui i pregiatesi sono molto devoti. San Nicola, patrono della Russia, è protettore dei fanciulli, degli studiosi, delle vergini, dei marinai e dei mercanti. Alla fine dell undicesimo secolo furono proprio alcuni mercanti italiani che trasportarono le sue reliquie a Bari, dove venne edificata una basilica in suo onore. Molti sono i miracoli di S. Nicola, tra questi ricordiamo i più significativi: Le tre palle d oro donate alle tre fanciulle povere. S. Nicola salva la sua diocesi dalla carestia. S. Nicola salva i naviganti. La conversione del giudeo grazie all intercessione di S. Nicola. L elemosina fatta a un finto pellegrino. I due vasi d oro donati a S. Nicola. Sull altare maggiore vi è un icona polittica in quattro ordini che rappresenta. 1) S. Gennaro, S. Nicola, S Francesco Saverio; 2) S. Pietro, Madonna delle Grazie con il Battista, S. Paolo; 3) La Deposizione; 4) Il Padre eterno. Il soffitto della chiesa è a cassettoni con tre quadri della vita di S. Nicola; l organo fu costruito nel Nel 1564 l architetto pregiatese Fabio De Baldo presentò il
8 progetto del campanile il quale è a sei ordine con quattro campane di cui la più piccola è azionata dall orologio. La piazza di Pregiato è da tempo punto di ritrovo degli abitanti, infatti anche in tempi passati i pregiatesi erano soliti incontrarsi davanti al sagrato soprattutto in occasione di importanti feste dove si esibivano in tammuriate e da qui, dopo aver addobbato carri tirati da buoi e cavalli con fiori e nastrini colorati,suonando e cantando a squarciagola partivano per la loro destinazione. PREGIATELLO Dalla piazzetta, attraverso scaloni panoramici, si può accedere a Pregiatello, piccolo nucleo di case che si trova aggrappato alla collinetta di S. Maria a Toro a poca distanza dalla pineta di Monte Castello e il cui nome, anticamente, era Casale della fontana.
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Oggi si riconosce in molte case della piccola frazione del comune di Cerreto lo stile tradizionale di costruzione di quell'epoca.
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