DALLA REDAZIONE ALLA COMUNICAZIONE DEL BILANCIO

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1 Capitolo 15 DALLA REDAZIONE ALLA COMUNICAZIONE DEL BILANCIO a cura di Nicola Pecchiari

2 2 Le Sintesi Contabili I valori oggetto delle rilevazioni di esercizio e di fine esercizio trovano rappresentazione di sintesi nei prospetti di conto e economico e di stato patrimoniale e nell informativa che correda tali documenti, secondo diverse possibili modalità: 1. Modalità di rappresentazione dei valori nelle sintesi d esercizio che tengano conto della varia natura dei valori medesimi, ovvero la redazione del bilancio a struttura logica, nel quale i valori sono classificati in funzione della loro natura e origine; 2. Modalità di rappresentazione dei valori in prospetti di conto economico e stato patrimoniale riclassificati secondo diverse logiche di classificazione/ordinamento dei valori finalizzate a misurare aggregati di valori espressivi di risultati reddituali intermedi (per il conto economico) e di insiemi omogenei di valori attivi e passivi (per lo stato patrimoniale); 3. Modalità di rappresentazione dei valori nelle sintesi d esercizio secondo le disposizioni del Codice Civile in materia di redazione del bilancio d esercizio.

3 1. Il Bilancio a Struttura Logica

4 Il Bilancio a Struttura Logica La prima e più naturale forma di elaborazione dei prospetti di sintesi è quella che considera la diversa natura o origine dei valori, ovvero comporta che nei prospetti di conto economico e di stato patrimonia-le i valori siano classificati: nella sezione di origine in relazione al segno delle rilevazioni (nel conto economico si hanno la sezione dei costi e quella dei ricavi, mentre nello stato patrimoniale si hanno la sezione delle attività e quella delle passività e capitale netto); nell aggregato di appartenenza in base alla natura del singolo valore, in guisa tale da distin-guere i valori che compongono il bilancio d esercizio in relazione al modo di formazione dei medesimi, ovvero alla natura delle ipotesi che sottostanno i processi di rilevazione e valutazio-ne che conducono al loro accoglimento nelle sintesi contabili. Seguendo i criteri di classificazione sopra indicati, è possibile riordinare i valori reddituali e patrimoniali in appropriati schemi di conto economico e di stato patrimoniale le cui strutture evidenziano i contenuti logico aziendali dei conti in esse riepilogati. I prospetti che si ottengono in tal guisa assumono la de-nominazione di conto economico e stato patrimoniale a struttura logica. 4

5 Il Conto Economico a struttura logica Con riferimento alla natura dei valori accolti nella sintesi reddituale, questi possono essere distinti a seconda delle seguenti categorie: in relazione al segno della variazione che i valori comportano sul capitale netto si distinguono costi e ricavi (rispettivamente decrementi e incrementi di capitale netto). in relazione al modo di formazione dei valori si distinguono quantità economiche, valori stimati e valori congetturati. in relazione al momento in cui i valori sono accolti nel sistema di rilevazione si distinguono valori iniziali, variazioni d esercizio, risultati di unità economiche particolari e valori finali. in relazione ai nessi di interconnessione con altri esercizi, i valori stimati e congetturati si distinguono in valori comuni a due esercizi e valori comuni a più esercizi. 5

6 6 Il Conto Economico a struttura logica Componenti negativi di reddito Componenti positivi di reddito Valori iniziali : Valori iniziali : Costi comuni all'esercizio precedente : Ricavi comuni all'esercizio precedente : Risconti attivi iniziali Risconti passivi iniziali Ratei attivi iniziali Ratei passivi iniziali Rimanenze attive iniziali Variazioni di esercizio : Variazioni di esercizio : Costi di esercizio : (variazioni di esercizio negative ) Ricavi di esercizio : (variazioni di esercizio positive ) Costi di acquisto Ricavi di vendita Rettifiche di ricavi di vendita Rettifiche di costi di acquisto Perdite di unità economiche particolari Utili di unità economiche particolari Valori finali : Valori finali : Costi presunti dell'esercizio : Ricavi presunti dell'esercizio : Costi per fatture da ricevere Ricavi per fatture da ricevere Ricavi sospesi comuni a due esercizi : Costi sospesi comuni a due esercizi : Risconti passivi finali Risconti attivi finali Ratei passivi finali Ratei attivi finali Rimanenze attive finali Ricavi sospesi comuni a più esercizi : Costi sospesi comuni a più esercizi : Capitalizzazione di ricavi comuni a più esercizi Capitalizzazione di costi comuni a più esercizi Costi stimati e congetturati comuni a più esercizi : Ricavi stimati e congetturati comuni a più esercizi : Ammortamenti passivi Ammortamenti attivi Accantonamenti a fondi di svalutazione Utilizzazione di fondi di svalutazione Accantonamenti a fondi rischi Utilizzazione fondi rischi Accantonamenti a fondi spese future Utilizzazione fondi spese future Utile dell'esercizio Perdita dell'esercizio

7 Lo Stato Patrimoniale a struttura logica Nella sintesi patrimoniale i valori originatisi dai processi di scambio e di valutazione di fine esercizio sono distinguibili come segue: in relazione alla variazione che i valori comportano sul capitale netto, si distinguono valori attivi, valori passivi e valori di capitale. in relazione alla correlazione con la moneta, si distinguono valori numerari e non numerari. in relazione al grado di intensità della correlazione con la moneta i valori numerari si distinguono in valori certi, assimilati e presunti. in relazione alla provenienza dei valori non numerari questi si distinguono in valori che originano da rettifiche e integrazioni di fine esercizio e in valori che originano da scambi di finanziamento, ovvero crediti e debiti non numerari di prestito. in relazione ai nessi di interconnessione con altri esercizi dei valori non numerari che originano da rettifiche e integrazioni di fine esercizio si distinguono in valori comuni a due esercizi e valori comuni a più esercizi. 7

8 8 Lo Stato Patrimoniale a struttura logica Attività Valori attivi numerari : Valori passivi numerari : Certi Cassa Assimilati Assimilati C/C bancari attivi C/C bancari passivi Crediti di fornitura Debiti di fornitura Altri crediti Altri debiti Passività e Capitale netto Presunti Presunti Crediti in valuta estera Debiti in valuta estera Crediti di fornitura per fatture da emettere Debiti di fornitura per fatture da ricevere Ratei attivi finali Ratei passivi finali Debiti per TFR Valori attivi non numerari : Valori passivi non numerari : Comuni a due esercizi : Comuni a due esercizi : Rimanenze attive finali Risconti attivi finali Risconti passivi finali Comuni a più esercizi : Comuni a più esercizi : Costi pluriennali ammortizzabili Fondi ammortamento Fondi di svalutazione Fondi rischi Fondi spese future Crediti non numerari Debiti non numerari Valori di capitale Valori di sintesi generale : Valori di sintesi generale : Perdita dell'esercizio Utile dell'esercizio

9 Pregi e limiti degli schemi a struttura logica Il bilancio a struttura logica si caratterizza per i seguenti pregi e limiti dal punto di vista conoscitivo. I pregi sono da osservare nelle seguenti circostanze: è attuata la classificazione dei costi e dei ricavi per natura dei fattori produttivi utilizzati e dei prodotti/servizi ottenuti e ceduti, con il vantaggio di agevolare il controllo delle relazioni di scambio con terze economie; è evitata ogni compensazione e/o aggregazione di valori di diverso segno, consentendo di distinguere i valori originari e i valori che comportano rettifica di questi; è evitata ogni compensazione e/o aggregazione di valori di diversa natura o origine, mediante la distinzione tra quantità economiche, valori stimati e congetturati, valori numerari (certi, assimilati e presunti) e valori non numerari; ciò consente di poter apprezzare il grado di discrezionalità o soggettività insito nelle determinazioni d esercizio, attraverso l esame della rilevanza rispetto al reddito d esercizio ed al capitale netto dei valori derivanti da stime e congetture, i quali conferiscono incertezza alle determinazioni d esercizio. I limiti sono da imputare alla circostanza che i costi ed i ricavi, nonché le attività e le passività, non sono attribuiti ad aree di gestione differenti, riferibili a processi di investimento, di finanziamento e di gestione caratterizzati da logiche decisionali significativamente differenti. 9

10 10 Il grado di soggettività delle determinazioni d esercizio Le determinazioni di esercizio comportano l inserimento di valori che sono sottoposti a vari gradi di incertezza. Da tale grado di indeterminatezza discendono alcune importanti implicazioni. 1.La definizione di stime e di congetture che supportano l accoglimento di determinati valori nelle sintesi d esercizio implica un certo grado di discrezionalità degli amministratori nella redazione del bilancio. La discrezionalità degli amministratori non è peraltro assoluta, ma si fonda su ipotesi che devono comportare una scissione ragionata di valori. Stime e congetture comportano una proposta di valori che, in quanto tale, non può essere l unica, ma la più ragionevole. 2.Il grado di incertezza che coinvolge il processo di formazione dei valori ha delle importanti implicazioni per l attività di controllo del bilancio d esercizio da parte dei revisori. Il rischio che vi sia un errore nel processo di determinazione dei valori di bilancio ed il connesso rischio che i revisori non siano in grado di individuare tale errore - cd. rischio di revisione - è infatti correlato al modo di formazione dei valori. 3.Il grado di incertezza delle determinazioni di esercizio ha inoltre delle importanti implicazioni per l analisi del bilancio d esercizio: risulta utile osservare la composizione dei valori di conto economico e di stato patrimoniale in relazione alla diversa natura dei valori accolti in tali prospetti di sintesi. In altri termini, l esame degli schemi di conto economico e di stato patrimoniale a struttura logica consente di poter esaminare il grado di indeterminatezza o incertezza correlato al processo di misurazione del reddito d esercizio e del capitale di funzionamento.

11 Alcuni indicatori per la misurazione del grado di soggettività del reddito d esercizio R = QE + VSstimati + VScongetturati dove: R = reddito d esercizio, QE = quantità economiche dell esercizio VSstimati = variazione (differenza tra valori finali e iniziali) dei valori di scissione stimati, VScongetturati = variazione (differenza tra valori finali e iniziali) dei valori di scissione congetturati. 11

12 Alcuni indicatori per la misurazione del grado di soggettività del reddito d esercizio VS QE = Incidenza dei valori di scissione sul totale delle quantità economiche VS stimati VS = Incidenza dei valori di scissione stimati sul totale dei valori di scissione VS congetturati VS = Incidenza dei valori di scissione congetturati sul totale dei valori di scissione VS QE + VS = Incidenza dei valori di scissione sulla somma delle quantità economiche e del risultato da valori di scissione 12

13 Una esemplificazione Variazioni del reddito In valore assoluto importo % importo % + Quantità economiche positive Quantità economiche negative a Risultato (differenza) da quantità economiche (QE) % % +/- Ricavi e costi presunti dell'esercizio % % +/- Variazione dei ratei e risconti attivi e passivi % + 7 1% +/- Variazione delle rimanenze attive % % +/- Capitalizzazioni di costi e ricavi comuni a più esercizi % % - Accantonamenti a fondi di ammortamento (ammortamenti) % % - Accantonamenti a fondi di svalutazione % % - Accantonamenti a fondi rischi - 5-9% + 5 1% - Accantonamenti a fondi oneri futuri - 2-4% + 2 0% + Utilizzazioni di fondi + 3 5% + 3 0% b Risultato (differenza) da valori di scissione (VS) % % c Reddito dell'esercizio (R) ( a + b ) % % 13

14 Altri indicatori 14 Incidenza dei valori stimati e congetturati: Risultato d esercizio Somma dei valori stimati e congetturati Ricavi derivanti da stime e congetture Totale dei componenti positivi di reddito Costi derivanti da stime e congetture Totale dei componenti negativi di reddito Somma dei valori derivanti da stime e congetture Totale dei componenti negativi e positivi di reddito Le Zone di Indeterminatezza: n 1 dove: vs x R zi vsx = valore di scissione x- esimo zix = zona di indeterminazione percentuale relativa ad ogni vsx R = reddito netto. x

15 Alcuni indicatori per la misurazione del grado di soggettività del capitale di funzionamento Attività Attività correlate a quantità economiche Attività correlate a valutazioni estimative (stime) Passività e patrimonio netto Passività correlate a quantità economiche Passività correlate a valutazioni estimative (stime) Passività correlate a valutazioni estimative (congetture) Attività correlate a valutazioni estimative (congetture) Valori di capitale Valori di capitale correlati a valutazioni estimative 15

16 (segue) A stimate +A congetturate A totali = Incidenza dei valori attivi stimati e congetturati sul totale dei valori attivi dove: Astimate = Attività che sono determinate sul fondamento di stime, Acongetturate = Attività che sono determinate sul fondamento di congetture, Atotali = Attività complessive. P stimate +P congetturate Incidenza dei valori passivi stimati e = P congetturati sul totale dei valori passivi totali dove: Pstimate = Passività che sono determinate sul fondamento di stime, Pcongetturate = Passività che sono determinate sul fondamento di congetture, Ptotali = Passività complessive, 16

17 Il grado di soggettività delle determinazioni d esercizio: conclusioni Le analisi del grado di soggettività delle determinazioni d esercizio si basano tutte sulla osservazione del peso relativo che possiedono i valori di determinazione incerta - sostanzialmente quelli fondati su stime e congetture - rispetto al complesso dei valori accolti nei prospetti di conto economico e di stato patrimoniale. Le analisi in oggetto si basano sulla ipotesi che tutti i valori rilevati siano attendibili, ed evidenziano l incidenza di particolari categorie di essi rispetto ad altri. Esse confrontano l incidenza dei valori di scissione effettivamente rilevati rispetto alle quantità economiche effettivamente rilevate : occorre rammentare eventuali valori che avrebbero potuto essere inseriti nel bilancio, ma ne sono invece rimasti esclusi. Ad evidenza, è praticabile la via di osservare l incidenza relativa di valori effettivamente rilevati, ma non quella di ipotizzare le possibilità entità di valori che non sono stati accolti nei prospetti di sintesi: unico riferimento in tal senso possono essere confronti temporali per la medesima azienda o confronti con aziende dello stesso settore. 17

18 Il grado di soggettività delle determinazioni d esercizio: conclusioni L esame del grado di soggettività delle determinazioni d esercizio ha evidenziato la posizione dominante che hanno le analisi del grado di soggettività del reddito d esercizio rispetto a quelle afferenti il capitale netto di funzionamento, in virtù della circostanza che le determinazioni di valori patrimoniali sono subordinate alla misurazione del reddito d esercizio. I valori assunti dagli indicatori non devono tuttavia essere apprezzati autonomamente, poiché non esistono standard di riferimento ideali che definiscano quale debba essere l incidenza ottimale dei valori stimati e congetturati. Gli indici illustrati possono invece essere utilmente impiegati per costruire confronti tra aziende di settori differenti o tra aziende dello stesso settore, nonché per osservare l evoluzione nel tempo del grado di soggettività del bilancio con riferimento alla medesima azienda (trend analysis). 18

19 2. Le riclassificazioni del Conto Economico e dello Stato Patrimoniale

20 Le riclassificazioni del Conto Economico Conto economico a costi, ricavi e rimanenze ovvero a struttura logica (struttura a sezioni contrapposte con ordinamento dei valori secondo la natura dei medesimi); si veda in proposito quanto sopra illustrato al capitolo 15.2; Conto economico a costo complessivo del venduto (struttura scalare con ordinamento dei valori secondo l appartenenza dei medesimi alle gestioni caratteristica, accessoria o patrimoniale, finanziaria, straordinaria e tributaria); Conto economico a costo complessivo industriale del venduto (struttura scalare con ordinamento dei valori secondo l appartenenza dei medesimi alle gestioni caratteristica industriale, caratteristica commerciale, caratteristica amministrativa, accessoria o patrimoniale, finanziaria, straordinaria e tributaria); Conto economico a valore aggiunto (struttura scalare con ordinamento dei valori secondo l appartenenza dei medesimi agli aggregati del valore della produzione, dei costi relativi a fattori acquisiti all esterno dell impresa, del costo del lavoro, degli ammortamenti, della gestione accessoria o patrimoniale, della gestione finanziaria, straordinaria e tributaria). 20

21 Le riclassificazioni dello Stato Patrimoniale Stato patrimoniale a struttura logica (struttura a sezioni contrapposte con ordinamento dei valori secondo la natura dei medesimi); si veda in proposito quanto sopra illustrato al capitolo 15.2; Stato patrimoniale secondo il criterio della liquidità/esigibilità (struttura a sezioni contrapposte con ordinamento dei valori secondo il grado relativo di liquidità delle classi attive e di esigibilità di quelle passive); Stato patrimoniale secondo il criterio della pertinenza gestionale (struttura a sezioni contrapposte con ordinamento dei valori secondo l appartenenza dei medesimi alle diverse aree della gestione caratteristica, accessoria o patrimoniale, finanziaria, straordinaria e tributaria). 21

22 Riclassificazione del Conto Economico La riclassificazione del conto economico è finalizzata ad evidenziare il modo con il quale le differenti gestioni dell'impresa concorrono a determinare il risultato reddituale complessivo, ovvero a determinare: i risultati attribuibili alle diverse gestioni individuate (aree del conto economico) il formarsi progressivo del risultato reddituale complessivo (risultati reddituali intermedi). A tale scopo si utilizza la cosiddetta struttura scalare del conto economico nella quale ricavi e costi sono ordinati in sequenza per determinare i risultati delle gestioni ed i risultati reddituali intermedi; i risultati intermedi consentono di apprezzare il formarsi progressivo del reddito complessivamente prodotto. Nel conto economico scalare il punto di partenza è costituito da un aggregato espressivo del valore delle attività - di tipo output - svolte nel periodo; ricavi netti di vendita vs. valore della produzione. Parallelamente all'individuazione di differenti gestioni occorre definire il criterio di riclassificazione dei costi, tipicamente: secondo natura o origine (facendo riferimento alla provenienza dei costi e quindi ai rapporti che l'impresa ha avuto con terze economie), oppure secondo destinazione o funzione (facendo riferimento all'utilizzo che i beni e servizi acquisiti hanno avuto nell'ambito dell'impresa) 22

23 Il conto economico a costo complessivo dle venduto: le aree di gestione La riclassificazione del conto economico comporta la suddivisione dell'attività reddituale complessiva nelle seguenti aree di gestione (o aree del conto economico), ad ognuna delle quali sono attribuiti i relativi ricavi e costi: gestione caratteristica (o tipica) gestione patrimoniale (o atipica o extracaratteri-stica o accessoria) gestione finanziaria gestione straordinaria gestione tributaria. Le aree della gestione caratteristica e della gestione patrimoniale costituiscono la cosiddetta area della gestione operativa. Le aree della gestione caratteristica, della gestione patrimoniale e della gestione finanziaria costituiscono la cosiddetta area della gestione ordinaria. 23

24 Investimenti caratteristici e patrimoniali Investimenti Utilizzati nella gestione caratteristica Estranei alla gestione caratteristica Investimenti in attività circolanti operative Investimenti in immobilizzazioni tecniche materiali e immateriali Investimenti di temporanee eccedenze di liquidità Investimenti in immobilizzazioni finanziarie e immobiliari Gestione Caratteristica Gestione Patrimoniale Reddito Operativo della Gestione caratteristica (ROGC) Reddito Operativo della Gestione Patrimoniale 24

25 Gestione finanziaria, straordinaria e tributaria Le altre aree di gestione del conto economico sono: la gestione finanziaria, che ricomprende tutti i valori che sono espressivi del costo delle fonti di finanziamento utilizzate provenienti da terzi (oneri finanziari); il fatto di isolare gli oneri finanziari separatamente dai flussi reddituali generati dalla gestione operativa consente di apprezzare la redditività degli investimenti effettuati a prescindere dalle scelte finanziarie operate dall'impresa la gestione straordinaria, che comprende tutti quei componenti di reddito (componenti straordinari) che non sono di competenza economica dell'esercizio (ad esempio le sopravvenienze attive e passive); che derivano da operazioni estranee all'attività ordinaria (ad es., le plus/minusvalenze derivanti dalla cessione di un ramo d'azienda); che derivano da operazioni correlate alla gestione operativa, non ricorrenti tuttavia in modo sistematico (ad esempio, la cessione di beni materiali strumentali alla gestione caratteristica, ma alienati ad intervalli di tempo piuttosto lunghi). la gestione tributaria comprende le voci reddituali necessarie per determinare le imposte sul reddito di competenza economica dell'esercizio. 25

26 Aree del conto economico e risultati reddituali Gestione Caratteristica + Ricavi netti di vendita Costi operativi caratteristici (o Costo del Venduto) +/- = Reddito Operativo della Gestione Caratteristica (R.O.G.C.) Gestione Patrimoniale + Proventi / - Oneri operativi patrimoniali (Risultato della gestione patrimoniale) - = Reddito Operativo Aziendale (R.O.A.) Gestione Finanziaria Oneri finanziari +/- = Reddito Lordo di Competenza (R.L.C.) Gestione Straordinaria + Proventi straordinari / Oneri straordinari (Risultato della gestione straordinaria) - = Reddito Ante Imposte (R.A.I.) Gestione Tributaria = Reddito Netto Imposte sul reddito = Reddito Netto (R.N.) 26

27 I risultati reddituali Reddito Operativo della Gestione Caratteristica (R.O.G.C.) Contributo delle operazioni connesse all attività economico-tecnica specifica dell impresa (gestione caratteristica). Reddito Operativo Aziendale Reddito Lordo di Competenza Reddito Ante Imposte Riflette il contributo dei redditi addizionali derivanti dall impiego di disponibilità temporanee o durature (gestione patrimoniale). Riflette l assorbimento degli oneri connessi alle operazioni di coperture del fabbisogno finanziario dell impresa (gestione finanziaria). Evidenzia l effetto delle operazioni non inerenti a gestione operativa o di competenza di esercizi precedenti (gestione straordinaria). Reddito Netto E al netto anche dei tributi di competenza economica (gestione tributaria). 27

28 Il contributo della gestione patrimoniale o extra-caratteristica La distinzione tra reddito operativo di gestione caratteristica ed extra-caratteristica consente di osservare quanto parte del reddito operativo proviene dalle due tipologie di investimenti. In particolare la gestione patrimoniale tenderà ad assumere un peso rilevante qualora: l azienda investa significativamente in altre società mediante l acquisto di partecipazioni e stia attuando una strategia per trasformarsi da una società operativa ad una società finanziaria di partecipazione (cd. holding); il ciclo finanziario della gestione caratteristica si presenti invertito rispetto alla configurazione tipica in cui i pagamenti per acquisti precedono temporalmente gli incassi per le vendite (il tipico caso delle aziende manifatturiere); quando infatti gli incassi precedono i pagamenti, si generano importanti giacenze di disponibilità liquida che l azienda utilizza tipicamente per investimenti finanziari e dunque patrimoniali: è il caso tipico delle aziende della grande distribuzione organizzata (come gli ipermercati) e delle compagnie di assicurazione. 28

29 Le scomposizioni del costo del venduto Nella prassi si utilizzano anche altri schemi di riclassificazione del conto economico che si differenziano per le scomposizioni operate all'interno dell'aggregato del costo del venduto. Infatti, i costi della gestione caratteristica sono generalmente distinti: in relazione alla loro destinazione (industriale, commerciale o amministrativa), allo scopo di ottenere lo schema di conto economico a costo industriale del venduto; in relazione alla caratteristica di essere costi interni o esterni, allo scopo di ottenere lo schema di conto economico a valore aggiunto e margine operativo lordo; in relazione alla caratteristica di essere costi variabili o fissi, allo scopo di ottenere lo schema di conto economico a costo variabile del venduto. 29

30 Il CE a costo complessivo industriale del venduto La suddivisione dei costi operativi della gestione caratteristica (o costo del venduto) secondo il criterio della destinazione, comporta che i costi medesimi siano riparti a seconda che essi: siano sostenuti per l ottenimento dei prodotti finiti destinati alla commercializzazione, mediante specifici processi di produzione industriale costi industriali; siano sostenuti per la distribuzione commerciale dei prodotti finiti costi commerciali; siano sostenuti per l amministrazione generale delle attività imprenditoriali costi amministrativi. + Ricavi netti delle vendite - Costi industriali del venduto = Reddito lordo industriale - Costi commerciali - Costi amministrativi = Reddito Operativo della Gestione Caratteristica 30

31 31 Il CE a valore aggiunto e margine operativo lordo Mediante lo schema di conto economico a valore aggiunto i costi sono distinti a seconda che si riferiscano a: consumo di fattori produttivi acquisiti all esterno da terze economie (fornitori); consumo di fattori produttivi interni all impresa, quali tipicamente il costo del lavoro ed il costo per l utilizzo delle immobilizzazioni tecniche (ammortamenti). Lo schema ha come obiettivo quello di analizzare in quale modo il valore della produzione ottenuta dall impresa nel corso dell esercizio è in grado, dopo aver remunerato il costo dei fattori produttivi acquisiti all esterno, di remunerare i fattori produttivi interni (lavoro e immobilizzazioni). Il valore della produzione rappresenta il valore della produzione ottenuta nel corso dell esercizio, distinta in: 1. produzione di beni che sono stati ceduti al mercato, ovvero i ricavi netti di vendita; 2. produzione di beni destinati alla vendita ma che sono ancora in giacenza alla fine dell esercizio, ovvero la variazione delle rimanenze di beni sui quali vi è stata una trasformazione fisico-tecnica (prodotti finiti, semilavorati e prodotti in corso di lavorazione) 3. produzioni interne destinate all ottenimento di immobilizzazioni tecniche, ovvero la capitalizzazione di costi per costruzioni in economica.

32 Il CE a valore aggiunto e margine operativo lordo La differenza tra il valore della produzione ed i costi esterni determina il cosiddetto valore aggiunto, ovvero il valore che mediante la produzione l impresa aggiunge ai fattori produttivi acquisiti da fornitori, e che risulta pertanto disponibili per la remunerazione dei fattori produttivi interni, quali il lavoro ed il consumo delle immobilizzazioni. La differenza tra valore aggiunto e il costo del lavoro costituisce il margine operativo lordo o MOL, il quale rappresenta il valore delle risorse a disposizione per la remunerazione del costo delle immobilizzazioni. + Valore della Produzione dell esercizio - Costo dei fattori produttivi esterni (acquisti da fornitori) = Valore aggiunto - Costi del personale = Margine operativo lordo (MOL) - Ammortamenti = Reddito Operativo della Gestione Caratteristica 32

33 33 Il CE a valore aggiunto e margine operativo lordo Lo schema consente pertanto di analizzare il grado di internalizzazione / esternalizzazione della struttura dei costi. A parità di valore del reddito operativo caratteristico, un azienda con un valore aggiunto più elevato(basso) si caratterizza per una maggiore(minore) internalizzazione della struttura dei costi ovvero per un più(meno) ampio ricorso a costi interni per personale e immobilizzazioni. Il MOL possiede una duplice valenza interpretativa: in quanto risultato reddituale che viene dopo il costo del lavoro, illustra con grande efficacia eventuali importanti modificazioni nella struttura del costo del lavoro (quali rinnovi contrattuali o variazioni dell organico di personale) e riflette quindi, a parità di valore aggiunto, l efficienza nell utilizzo della forza lavoro; in quanto risultato reddituale che viene prima degli ammortamenti, rappresenta il ROGC al lordo degli ammortamenti; posto che gli ammortamenti costituiscono costi cui non corrisponderà alcuna uscita monetaria, il MOL approssima la differenza tra ricavi e costi operativi caratteristici monetariamente rilevanti ovvero che comporteranno prima o poi una variazione (incassi e pagamenti) nelle disponibilità liquide dell impresa; in tale ottica il MOL costituisce un risultato importante ai fini delle analisi finanziarie.

34 Il CE a costo variabile del venduto La suddivisione dei costi operativi della gestione caratteristica (o costo del venduto) secondo il criterio della variabilità, comporta che i costi medesimi siano riparti a seconda che essi: siano fortemente correlati ai volumi di produzione e vendita, talché l ottenimento e vendita di un prodotto addizionale ne comporta automaticamente un incremento costi variabili; siano sostanzialmente indipendenti, almeno nel breve periodo, rispetto ai volumi di produzione e vendita, talché l ottenimento e vendita di un prodotto addizionale non ne comporta alcuna variazione costi fissi. + Ricavi netti delle vendite - Costi variabili del venduto (costi variabili commerciali e industriali) = Margine di contribuzione ai costi fissi - Costi fissi industriali - Costi fissi commerciali - Costi fissi amministrativi = Reddito Operativo della Gestione Caratteristica 34

35 (segue) Il tipico risultato intermedio generato dallo schema in esame è costituito dal margine di contribuzione, dato dalla differenza tra i ricavi netti di vendita ed i costi variabili. Tale risultato esprime il reddito generato dopo aver remunerato i costi variabili e che è disponibile per contribuire alla copertura dei costi fissi aziendali. Lo schema in esame consente di esaminare il grado di elasticità/rigidità della struttura dei costi aziendale, in funzione, rispettivamente, della diversa incidenza dei costi variabili/fissi. A parità di valore del reddito operativo caratteristico, un azienda con un margine di contribuzione più elevato(basso) si caratterizza per una maggiore(minore) rigidità della struttura dei costi ovvero per un più(meno) ampio ricorso a costi fissi industriali, commerciale e amministrativi. 35

36 Il grado di elasticità/rigidità della struttura dei costi: una esemplificazione Si ipotizzino due aziende che possiedono un medesimo livello di ricavi e di reddito operativo caratteristico, ma una diversa incidenza del margine di contribuzione, come riportato nella tabella seguente. Azienda A Azienda B Ricavi ,0% ,0% - Costi variabili del venduto ,0% ,0% = Margine di Contribuzione 70 70,0% 40 40,0% - Costi fissi ,0% ,0% = Reddito Operativo della Gestione caratteristica 10 10,0% 10 10,0% 36

37 (segue) Il diverso grado di elasticità/rigidità della struttura dei costi delle due aziende in esame manifesta la sua rilevanza in presenza di significative variazioni del livello dei ricavi netti di vendita. Si ipotizzi un incremento dei ricavi del 20%, da 100 a 120; considerando che i costi variabili mantengano inalterata la propria incidenza percentuale sui ricavi di vendita e che i costi fissi rimangano stabili in termini di importo monetario, si otterrebbero le strutture di conto economico seguenti: Azienda A Azienda B Ricavi ,0% ,0% - Costi variabili del venduto ,0% ,0% = Margine di Contribuzione 84 84,0% 48 48,0% - Costi fissi ,0% ,0% = Reddito Operativo della Gestione caratteristica 24 24,0% 18 18,0% 37

38 (segue) Si ipotizzi ora un decremento dei ricavi del 20%, da 100 a 80; considerando analogamente che i costi variabili mantengano inalterata la propria incidenza percentuale sui ricavi di vendita e che i costi fissi rimangano stabili in termini di importo monetario, si otterrebbero le strutture di conto economico seguenti: Azienda A Azienda B Ricavi 80 80,0% 80 80,0% - Costi variabili del venduto ,0% ,0% = Margine di Contribuzione 56 56,0% 32 32,0% - Costi fissi ,0% ,0% = Reddito Operativo della Gestione caratteristica -4-4,0% 2 2,0% 38

39 (segue) Si osserva che a parità di valori iniziali dei ricavi di vendita e del reddito operativo caratteristico, le due aziende mostrano profili di comportamento reddituale differente a seconda delle due ipotesi di incremento o decremento dei ricavi netti di vendita: nel caso di un incremento dei ricavi di vendita, l azienda più rigida ovvero con una maggiore incidenza dei costi fissi l azienda A mostra una redditività migliore, in quanto la maggior parte dei costi rimane insensibile rispetto all aumento dei volumi di attività; nel caso di un decremento dei ricavi di vendita, l azienda più elastica ovvero con una maggiore incidenza dei costi variabili l azienda B mostra una redditività migliore, in quanto la maggior parte dei costi si riduce in proporzione alla diminuzione dei volumi di attività. In conclusione la suddivisone dei costi in variabili e fissi mediante la nozione di margine di contribuzione consente di poter ragionare in merito al diverso grado di elasticità del reddito operativo rispetto a variazioni nei ricavi di vendita. 39

40 Una sintesi: schemi a confronto + Ricavi netti delle vendite + Valore della Produzione + Ricavi netti delle vendite - Costi industriali del venduto - Costo dei fattori produttivi esterni (acquisti da fornitori) - Costi variabili del venduto (commerciali e industriali) = Reddito lordo industriale = Valore aggiunto = Margine di contribuzione - Costi commerciali - Costi del personale - Costi fissi industriali - Costi amministrativi = Margine Operativo Lordo - Costi fissi commerciali - Ammortamenti, accantonam. e svalutazioni - Costi fissi amministrativi = Reddito Operativo della Gestione Caratteristica +/- Reddito Operativo della Gestione Patrimoniale = Reddito Operativo Aziendale - Oneri Finanziari = Risultato Lordo di Competenza +/- Componenti straordinari di reddito = Reddito prima delle Imposte - Imposte sul Reddito = Reddito Netto 40

41 La flessibilità nelle riclassificazioni di CE Es. 1: una azienda del settore chimico 41 Anno X Anno X-1 Ricavi Netti di Vendita ,3 100,0% ,5 100,0% Variazione Magazzino Prodotti Finiti 97,9 0,5% 0,0 0,0% Valore della Produzione ,2 100,5% ,5 100,0% -Consumi netti di materiali ,4-78,6% ,3-79,1% Margine di contribuzione di 1 livello 4.726,7 21,9% 3.685,2 20,9% -Costi variabili commerciali -890,0-4,1% -772,0-4,4% Margine di contribuzione di 2 livello 3.836,7 17,8% 2.913,2 16,5% -Costi discrezionali commerciali -226,6-1,0% -224,6-1,3% Valore Aggiunto 3.610,2 16,7% 2.688,6 15,3% -Costo del Lavoro -624,2-2,9% -443,3-2,5% -Costo delle Immobilizzazioni -582,1-2,7% -562,2-3,2% -Spese Generali ,3-5,9% ,1-6,1% Reddito Operativo gestione Caratteristica 1.127,6 5,2% 615,1 3,5%

42 (segue) - Es. 2: una azienda commerciale di prodotti di abbigliamento RICAVI NETTI ,0% - Costi variabili commerciali ,7% - Costi diretti di produzione ,1% = MARGINE DI CONTRIBUZ. DELLE COLLEZIONI ,1% - Costi discrezionali commerciali delle collezioni ,0% = VALORE AGGIUNTO AZIENDALE ,1% - Costo del lavoro ,1% - Costi delle immobilizzazioni ,0% - Spese generali ,1% - Ammortamento licenza ,0% REDDITO OPERATIVO GESTIONE CARATTERISTICA ,9% 42

43 (segue) Es. 3: una azienda di distribuzione al dettaglio Ricavi netti di vendita - Acquisti di merci +/- Variazione rimanenze merci = Margine lordo commerciale (o Margine di Intermediazione Commerciale) + Altri ricavi e proventi = Margine lordo commerciale e altri ricavi tipici - Affitti e locazioni diversi - Altri oneri esterni = Valore Aggiunto - Costo del lavoro Margine Operativo Lordo (M.O.L.) - Ammortamenti a accantonamenti = Reddito Operativo Gestione Caratteristica 43

44 La riclassificazione dello Stato Patrimoniale Obiettivo della riclassificazione dello stato patrimoniale è quello di consentire di analizzare la struttura degli investimenti e dei finanziamenti dell'impresa e la coerenza tra tipologia degli impieghi e tipologia delle fonti di finanziamento prescelte dall'impresa. 1. Il criterio di riclassificazione più diffuso è il cosiddetto criterio finanziario, che consente di verificare il sussistere di condizioni di equilibrio sotto il profilo della solvibilità sia nel breve che nel medio-lungo termine. 2. In alternativa o in abbinamento allo schema di stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio finanziario molte imprese e analisti usano costruire una riclassificazione fondata su un criterio di pertinenza gestionale, ove si intende evidenziare le attività e passività che si riferiscono alla gestione operativa caratteristica e patrimoniale. 44

45 Lo Stato Patrimoniale secondo il criterio finanziario o del grado di liquidabilità/esigibilità Secondo il criterio finanziario le poste patrimoniali devono essere classificate in relazione alla loro attitudine a tradursi in entrate o in uscite di cassa: le attività sono classificate in base al loro grado di liquidità (ovvero alla probabile tempistica entro la quale si trasformeranno in entrate di cassa); le passività sono classificate in base al loro grado di esigibilità (ovvero alla probabile tempistica entro la quale si trasformeranno in uscite di cassa). Le attività e le passività sono ordinate secondo un grado di liquidità/esigibilità decrescente e raggruppate in due distinti aggregati a seconda che il momento in cui esse daranno luogo ad un flusso di cassa si collochi nei prossimi dodici mesi rispetto alla data di chiusura dell'esercizio oppure successivamente. Attività correnti o a breve termine (liquidabili entro 12 mesi) Attività immobilizzate o a medio-lungo termine (liquidabili oltre 12 mesi) Passività correnti o a breve termine (esigibili entro 12 mesi) Passività consolidate o a medio-lungo termine (esigibili oltre 12 mesi) Patrimonio Netto 45

46 Le riclassificazioni da operare Nella costruzione dello stato patrimoniale elaborato secondo il criterio finanziario occorre compiere due tipi di riclassificazione. 1. la classificazione secondo liquidità/esigibilità: occorre classificare le attività e le passività (mezzi di terzi) in relazione al loro grado di liquidabilità/esigibilità, al fine di collocarle negli aggregati dell'attivo corrente o dell'attivo fisso netto, per quanto concerne le poste attive, e nel passivo corrente o nel passivo a medio-lungo termine, per quanto riguarda invece le poste passive; in tale fase si pone talvolta la necessità di suddividere alcune voci in due componenti, quella liquidabile/esigibile nel breve termine e quella liquidabile/esigibile nel medio-lungo termine (ad es. per i mutui passivi); qualora la distinzione in oggetto non sia immediata e richieda invece stime complesse, la posta è generalmente classificata integralmente nell'aggregato cui appartiene gran parte di essa (ad es. per il TFR). 2. l'esposizione delle poste attive al netto dei relativi fondi rettificativi: i fondi rettificativi di attività devono essere portati a riduzione delle poste attive cui si riferiscono, al duplice scopo di evidenziare il valore netto degli investimenti operati dall'impresa e di mantenere al passivo dello stato patrimoniale solo quelle poste che costituiscono debiti o fondi rischi e spese future); i fondi rettificativi da portare all'attivo sono quelli di ammortamento e di svalutazione 46

47 Alcune distinzioni all interno dell attivo Le attività correnti sono tipicamente rappresentate da cassa e banche c/c, titoli di largo mercato, crediti commerciali, altri crediti, magazzino, ratei e i risconti attivi (per la parte che si trasforma in numerario entro 12 mesi). Le attività correnti sono abitualmente suddivise in: liquidità immediate (cassa, c/c bancari e postalli, titoli di largo mercato facilmente negoziabili quali i titoli di Stato e le obbligazioni di altre società o Enti pubblici e privati), liquidità differite (crediti commerciali e altri crediti a breve al netto dei fondi rischi, i ratei attivi), disponibilità (rimanenze di magazzino), risconti attivi. Le attività immobilizzate nette (o attivo fisso netto) sono suddivisibili in: immobilizzazioni immateriali nette (al netto dei fondi ammortamento e svalutazione), immobilizzazioni materiali nette (al netto dei fondi ammortamento e svalutazione), immobilizzazioni finanziarie (partecipazioni al netto di eventuali fondi svalutazione). 47

48 Il Capitale Circolante Netto Una della analisi più interessanti che lo schema in oggetto consente di svolgere è rappresentata dal confronto tra la dimensione delle attività correnti e delle passività correnti, secondo l equazione: Attività Correnti - Passività Correnti = Capitale Circolante Netto (CCN) Il capitale circolante netto costituisce grandezza che deve presentare un valore positivo (attività correnti superiori alle passività correnti) allo scopo di poter sostenere che l azienda è in grado di far fronte alle proprie passività esigibili a breve termine mediante il naturale smobilizzo o rigiro delle attività liquidabili nel corso dell esercizio successivo. Ad evidenza un valore del CCN negativo implicherebbe che parte delle attività immobilizzate nette siano finanziate da passività correnti, con la conseguenza di non rispettare un principio di coerenza ed equilibrio tra la scadenza di determinati investimenti a medio-lungo termine e la scadenza delle fonti di finanziamento correlate, anch esse esigibili nel medio-lungo periodo. Ciò potrebbe creare situazioni di tensione di liquidità significative, che rischierebbero di richiedere, ad esempio, lo smobilizzo di attività a medio-lungo termine per poter far fronte al pagamento dei propri debiti correnti. 48

49 Lo Stato Patrimoniale secondo il criterio della pertinenza gestionale Secondo il criterio della pertinenza gestionale, le attività e passività sono distinte a seconda che pertengano o meno alla gestione operativa caratteristica. In particolare: le attività sono distinte in operative caratteristiche e operative patrimoniali; le attività operative caratteristiche sono sovente ulteriormente distinte in correnti o circolanti (crediti verso clienti, magazzino ecc.) e in immobilizzate (materiali e immateriali); le passività sono distinte in correlate alla gestione operativa ed estranee ad essa; queste ultime sono tipicamente rappresentate dalle passività finanziarie (prestiti di terzi) e dalle passività tributarie; è raro invece che sorgano passività correlate alla gestione patrimoniale. Attività Operative Caratteristiche correnti Attività Operative Caratteristiche immobilizzate Attività Operative Patrimoniali (o extra-caratteristiche) Passività Operative Caratteristiche Passività estranee alla gestione caratteristica (finanziarie e tributarie) Patrimonio Netto 49

50 Il CCN Operativo Nel concreto, separare le attività della gestione caratteristica dalle altre gestioni (complementari) non sempre è agevole; ad esempio, si pensi ad un immobile in parte utilizzato direttamente dall azienda (gestione caratteristica) in parte affittato a terzi (gestione patrimoniale). Lo schema a pertinenza gestionale è importantissimo quando si vuole osservare (all interno dell azienda) la struttura di capitale di diverse aree strategiche d affari (o divisioni) in cui può essere suddivisa la gestione caratteristica. Qualora si operasse una distinzione anche nell ambito delle passività operative caratteristiche sulla base della durata temporale delle medesime, ovvero distinguendo passività operative correnti (a breve termine) e passività operative a medio-lungo termine, tale schema consentirebbe la misurazione del capitale circolante netto operativo secondo: Attività Operative Caratteristiche Correnti - Passività Operative Caratteristiche Correnti = Capitale Circolante Netto Operativo Caratteristico (CCN Operativo) 50

51 Una sintesi: schemi a confronto CRITERIO FINANZIARIO CRITERIO DI PERTINENZA GESTIONALE Attività Passività Attività Passività Criterio di riclassificaz. In funzione del grado di liquidità in funzione del grado di esigibilità In funzione della relazione con la gestione caratteristica In funzione della relazione con la gestione caratteristica Limite per la suddivisione delle voci attive/passive Convenzionalmente fissato in 12 mesi Gestione Caratteristica = funzione economico-tecnica tipica dell'azienda "Zone" dello stato patrimoniale Attività correnti (liquidabili entro 12 mesi) Attività immobilizzate (liquidabili oltre 12 mesi) Passività correnti (esigibili entro 12 mesi) Passività a medio-lungo termine (esigibili oltre 12 mesi) Patrimonio Netto Attività operative caratteristiche correnti Attività operative caratteristiche immobilizzate Attività operative patrimoniali Passività operative caratteristiche Passività estranee alla gestione caratteristica (finanziarie ed altre) Patrimonio Netto 51

52 Una sintesi: schemi a confronto (segue) In particolare, i due schemi secondo il criterio finanziario e quello di pertinenza gestionale consentono di determinare aggregati di valori che possiedono specifiche differenze in termini informativi: Criterio finanziario CCN complessivo Capitale investito totale Mezzi di terzi totali (indebitamento complessivo) Criterio della pertinenza gestionale CCN Operativo Capitale investito operativo nella gestione caratteristica Passività finanziarie (indebitamento finanziario) 52

53 3. Le disposizione del Codice Civile in merito all informativa di bilancio

54 54 Finalità e oggetto Il Codice Civile disciplina le modalità di redazione e pubblicazione del bilancio d esercizio agli artt bis, il cui contenuto è stato profondamente innovato in seguito all entrata in vigore del D.Lgs 127 del 9 aprile 1991 (recepimento della IV Direttiva del Consiglio della Comunità Europea n. 78/660/CEE del 25 luglio 1978); la più recente e significativa riforma è stabilita dal D.Lgs. 17 gennaio 2003, n. 6. Il sistema delle norme in materia di bilancio d esercizio ( gerarchia di norme è articolato su tre livelli: 1. norme che disciplinano l obbligo di redazione del bilancio d esercizio, i documenti che lo compongono e le finalità che esso deve perseguire (cd. clausola generale del bilancio d esercizio); 2. norme che disciplinano i principi generali di redazione del bilancio d esercizio; 3. norme tecniche di redazione del bilancio d esercizio, con riferimento sia alla struttura dei documenti che lo compongono, sia ai criteri di valutazione delle classi di valori che sono riepilogate nelle sintesi d esercizio.

55 Le principali norme del codice civile Articolo 2423 Articolo 2423 bis Articolo 2423 ter Articolo 2424 Articolo 2424 bis Articolo 2425 Articolo 2425 bis Articolo 2426 Articolo 2427 Articolo 2427 bis Articolo 2428 Redazione del bilancio Principi di redazione del bilancio Struttura dello stato patrimoniale e del conto economico Contenuto dello stato patrimoniale Disposizioni relative a singole voci dello stato patrimoniale Contenuto del conto economico Iscrizione dei ricavi, proventi, costi ed oneri Criteri di valutazione Contenuto della nota integrativa Informazioni relative al valore equo "fair value" degli strumenti finanziari Relazione sulla gestione Articolo Articolo 2435 Relazione dei sindaci e deposito del bilancio Pubblicazione del bilancio e dell'elenco dei soci e dei titolari di diritti su azioni Articolo 2435 bis Bilancio in forma abbreviata 55

56 La gerarchia di norme Clausola Generale Rappresentazione chiara, veritiera e corretta (art c.c.) Postulati di Bilancio Continuità, costo storico, prudenza, competenza, costanza dei criteri valutativi, neutralità, sostanza, rilevanza (art bis c.c.) Principi Contabili Applicati (art c.c.) Valutazioni di Bilancio 56

57 57 Art Le finalità del bilancio d esercizio Il bilancio deve essere redatto con chiarezza e deve rappresentare in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale e finanziaria della società e il risultato economico dell'esercizio (1 comma). Il bilancio d esercizio è composto da tre documenti distinti, lo stato patrimoniale, il conto economico e la nota integrativa, i quali costituiscono in modo inscindibile il sistema del bilancio d esercizio I principi della chiarezza e della rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale e finanziaria della società e del risultato economico dell esercizio disciplinano le finalità del bilancio d esercizio, individuando due principi fondamentali: 1. il bilancio ha per oggetto la rappresentazione della situazione patrimoniale, della situazione finanziaria e del risultato economico (dimensione reddituale, dimensione patrimoniale e dimensione finanziaria). 2. la norma sopra citata impone che la redazione del bilancio sia effettuata con chiarezza ed in modo veritiero e corretto. I termini della chiarezza, veridicità e correttezza devono essere interpretati congiuntamente nel senso che il bilancio d esercizio deve fornire una rappresentazione sostanzialmente attendibile della situazione economica, finanziaria e patrimoniale della società.

58 (segue) Il comma 3 disciplina l obbligo di fornire informazioni complementari qualora ciò sia necessario per perseguire il finalismo dominante del bilancio d esercizio - la rappresentazione veritiera e corretta; Il comma 4 statuisce l obbligo di deroga dalle norme tecniche di redazione del bilancio se ciò è di ostacolo alla attendibile rappresentazione della situazione economica, finanziaria e patrimoniale della società. Tali disposizioni evidenziano in modo rigoroso la dominanza del finalismo del bilancio d esercizio sull intero sistema delle norme in materia di conti annuali. 58

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