Nell ambito del progetto nazionale Aids di Caritas Italiana: il PROGETTO NELSON 1 di Caritas Diocesana Brescia
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- Geraldo Sacchi
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1 Nell ambito del progetto nazionale Aids di Caritas Italiana: il PROGETTO NELSON 1 di Caritas Diocesana Brescia Le ragioni dell impegno di Caritas Caritas Diocesana di Brescia nel 2014 ha aderito ad una sollecitazione di Caritas Italiana che, nell ambito del Progetto Nazionale AIDS - Fondo CEI 8xmille Italia, ha invitato le diverse Caritas Diocesane a riattivare le comunità locali, in specifico le Caritas parrocchiali, sui temi dell infezione da HIV e dell AIDS. Quando si parla di HIV e AIDS si parla di un problema che presenta numerose domande non solo in chi ne è colpito, ma anche in coloro che dovrebbero prendersene cura. Sin dagli anni 80, Caritas Italiana e alcune Caritas Diocesane si sono fatte interpellare dalla condizione e dai bisogni delle persone affette da AIDS: Caritas fin da allora riconobbe nel fenomeno AIDS una nuova povertà alla quale provare a dare risposta, elaborando forme di attenzione verso le persone colpite, anche sotto l aspetto psicologico, sociale e relazionale, in particolare attraverso azioni volte alla loro integrazione. 1 A distanza di oltre trent anni, nonostante i notevoli passi compiuti nel campo medico, il fenomeno AIDS non è scomparso ( il silenzio non elimina il problema ), anzi si fa sempre più urgente la necessità di riconoscere e trovare il modo di essere accanto alle persone segnate da una patologia cronica degenerativa trasmissibile. L HIV tocca tutte le dimensioni della vita umana, dall intimità alla socialità, dalle scelte quotidiane alle dimensioni spirituali, dalla partecipazione alla vita comunitaria al senso del tempo e del futuro. Sono attualmente 16 le Caritas Diocesane che hanno accolto la proposta di rompere il silenzio : Ancona, Bergamo, Bolzano, Brescia, Catanzaro, Cremona, Firenze, Foligno, Milano, Napoli, Palermo, Pescara, Piacenza, Reggio Calabria, Roma, Verona; alcune con alle spalle un impegno pluriennale e con dei servizi attivi da tempo, altre avviando la riflessione a partire dal proprio interno condividendo la necessità di ravvivare l attenzione. 1 *Nelson Mandela, con figlio affetto da Aids, sottolineò l importanza della sensibilizzazione per smettere di vedere chi ne è colpito come qualcuno che è destinato all inferno e non al paradiso.
2 Il Progetto Nelson E all interno di questa realtà che ancora chiama ed interpella che PARTNER Caritas Diocesana di Brescia per il secondo anno si è fatta promotrice di un progetto di sensibilizzazione, informazione e formazione, coinvolgendo fin nella fase dell ideazione altri soggetti partner. Anche per la seconda annualità si è confermata la rete dei partner del progetto del 2015, che peraltro si è allargata alla cooperativa il Calabrone e alla Comunità La Nuova Genesi della Fondazione Teresa Camplani di Brescia. Il progetto Nelson vede dunque coinvolti: la Fondazione Opera Caritas San Martino, l Università degli Studi di Brescia (Dipartimento Scienze Cliniche e Sperimentali) l Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia (Reparto Malattie Infettive e Tropicali), il Consorzio Gli Acrobati a cui si è aggiunta la coop. Il Calabrone, la Comunità La Nuova Genesi della Fondazione Teresa Camplani di Brescia e la cooperativa Gaia Onlus di Lumezzane quale soggetto co-gestore. Anche per la seconda annualità è stata confermata l adesione degli Uffici di Curia: Ufficio per la Famiglia, Ufficio per la Salute, Ufficio per gli Oratori, i Giovani e le Vocazioni. Il progetto Nelson nasce quindi dall invito di Caritas Italiana ma OBIETTIVI E AZIONI anche da alcune consapevolezze che sono divenute attenzioni condivise fra i partner: da molto tempo non si parla più di AIDS e, purtroppo, i dati che vengono trasmessi sia a livello nazionale, che in specifico quelli relativi alla Provincia di Brescia, rimangono allarmanti. 2 In questo contesto, il progetto ha intesto riattivare la sensibilità delle comunità nel riconoscimento del fenomeno e nella conseguente esclusione sociale delle persone colpite, ancora oggi molto presente. Con l anno 2016 in particolare ci si propone i seguenti obiettivi specifici: Facilitare ed aumentare gli spazi di sensibilizzazione e formazione nelle comunità civili e parrocchiali Facilitare ed aumentare gli spazi di informazione e educazione delle giovani generazioni Favorire ed aumentare le connessioni tra gli attori significativi che si occupano del problema Aumentare gli spazi di coordinamento della rete dei servizi Azioni 2015 Due i target raggiunti: gli adulti, ovvero quanti sono impegnati nelle parrocchie (dai volontari dei centri di ascolto agli operatori Caritas), e i giovani, incontrati nelle parrocchie e impegnati nel percorso di Anno di Volontariato Sociale e di Servizio Civile.
3 Nello specifico si è scelto di proporre ad alcune Comunità Parrocchiali un percorso di tre incontri rivolti agli adulti e, dove è stato possibile, tre incontri rivolti agli adolescenti con l obiettivo di far riemergere l argomento, ragionarlo insieme, delinearlo nei suoi aspetti clinici, psicologici e sociali. Al fine di favorire modalità di confronto partecipato, si è privilegiata la metodologia del piccolo gruppo (quindici persone) guidato e condotto da operatori professionali: medici infettivologi, pedagogista, psicologi. Cinque sono le Parrocchie in Diocesi (Lumezzane, Ospitaletto, Montichiari, Adro, Gavardo) che hanno aderito e che hanno visto il coinvolgimento di 60 adulti e 40 adolescenti. A questa azione di sensibilizzazione che vede le parrocchie protagoniste si aggiunge un modulo formativo ( 30 maggio 2015) proposto ai centri di ascolto partecipanti al percorso formativo del Collegamento dei Centri di Ascolto Caritas (43 centri di ascolto, 60 partecipanti) e una giornata formativa (26 novembre 2015) rivolta ai 60 giovani dell Anno di Volontariato Sociale e del Servizio Civile di Caritas Diocesana di Brescia. Il progetto Nelson nella prima annualità ha realizzato 13 azioni di sensibilizzazione, 7 di informazione e 1 di formazione. A 179 persone, fra giovani ed adulti incontrati nelle Parrocchie, è stato somministrato il questionario finale (vedi: Esiti. Pag. 4) Azioni 2016 La seconda annualità prevede il coinvolgimento maggiore dei giovani con programmi di informazione e/o formazione diversificata pur non tralasciando la componente adulta delle comunità. In particolare: 3 GIOVANI E ADOLESCENTI: oltre alle Parrocchie e agli Oratori, quest anno molto spazio viene dato agli interventi all interno degli istituti scolastici superiori, quale luogo privilegiato per avvicinare i ragazzi. Sono stati individuati 6 Istituti con diverso indirizzo formativo proprio per avvicinare anche ragazzi con diverso profilo di interesse scolastico. Alla data attuale sono stati incontrati circa 250 studenti di età compresa fra i 15 e i 18 anni, a cui si aggiungono i giovani del Seminario Diocesano. ADULTI: si desidera incontrare e proporre attività di sensibilizzazione e formazione non solo ai cittadini sensibili ma in particolare a coloro che per il ruolo svolto all interno della comunità possono essere o sono punti di rifeimento per i giovani, quali: animatori, insegnanti, allenatori, religiosi, senza naturalmente tralasciare i genitori. Per avvicinare questo target anche all interno dei percorsi proposti negli istituti scolastici è previsto un incontro specifico rivolto agli insegnanti e ai genitori interessati sia prima del percorso con gli studenti che dopo di questo per una restituzione. ASSOCIAZIONI: dall analisi del territorio e delle Parrocchie, nonché sulla base dell esperienza dell anno precedente, si evidenzia l importante ruolo ricoperto dalle associazioni nelle comunità. L obiettivo è di poter proporre percorsi di informazione destinati a coloro che all interno delle diverse realtà si occupano di educazione, sport, catechesi ed ogni altra attività che vede la fascia giovanile ed adolescenziale come destinataria (es. SCOUT, ACR/ACG, ASD) o attività di
4 volontariato rivolta immigrazione, ecc.). alla comunità in generale o ambiti specifici (es.: volontari caritas, Diversi sono i PERCORSI PROPOSTI a seconda dei destinatari e del contesto all interno del quale si sviluppano le azioni. Infatti mantenendo fede agli obiettivi posti, si è ritenuto di proporre percorsi rivolti agli adulti ed agli adolescenti utilizzando formule e modalità aperte al confronto partecipato guidato e condotto da operatori professionali, nell intento di far emergere l argomento, affrontarlo insieme e approfondirlo nei suoi aspetti clinici, psicologici e sociali. Diverse sono le azioni previste quali: incontri di promozione territoriale proposti nelle comunità Parrocchiali, moduli di incontri formativi specifici rivolti ad operatori professionali e volontari, incontri con insegnanti e genitori all interno degli istituti scolastici. In specifico per quanto attiene agli adolescenti ed ai giovani si prevedono moduli di tre incontri laboratoriali per ogni classe e la sperimentazione, in particolare all interno di uno degli istituti scolastici (Liceo De André), di interventi attraverso la peer-education. La stessa modalità di tre incontri è prevista per gli interventi all interno degli Oratori. ISTITUTI COINVOLTI CLASSI INCONTRI TOTALE De André (Liceo delle scienze umane) 8 classi* Canossa Campus Istituto scuola superiore 3 classi 3 incontri 9 incontri Canossiano Ist. Istruzione Superiore Mariano Fortuny 3 classi Liceo Artistico Vincenzo Foppa 3 classi 3 incontri 6 incontri Liceo Veronica Gambara 1 classe 3 incontri 3 incontri I.I.S. Astolfo Lunardi 6 classi 3 incontri 18 incontri *Progetto di peer-education : sono coinvolti 10 giovani in formazione. Saranno loro poi che attraverso interventi di ricaduta agiranno come formatori nei confronti dei ragazzi delle classi seconde individuate come destinatari del progetto. 4 All inizio e al termine di ogni percorso proposto è somministrato un ESITI questionario, elaborato e utilizzato a livello nazionale utile sia per la ricerca e raccolta di informazioni circa la conoscenza e la percezione del problema, che per valutare l efficacia del Progetto. Allo stesso modo viene altresì proposto un brevissimo questionario di gradimento. Sono a disposizione i dati relativi al primo anno del Progetto a livello Nazionale comprensivi anche di quelli locali [vedi: Un dato di ricerca significativo: negli interventi che si stanno attuando con gli adolescenti si conferma quanto già emerso nella prima annualità ed in particolare come i giovani siano più aperti all accoglienza della persona con infezione da HIV, probabilmente perché, non avendo vissuto la campagna mediatica basta sul terrore degli anni 70, percepiscono il problema HIV come lontano. Questa situazione risulta potenzialmente favorevole per facilitare processi di inclusione delle persone affette da HIV, nondimeno presta il fianco al rischio di una sottovalutazione del problema da parte di adolescenti e giovani (favorendo potenzialmente il diffondersi della malattia).
5 Risulta importante pensare ad un evoluzione del percorso formativo PROSPETTIVE che veda coinvolti sia gli adolescenti, per permettere loro di informarsi e conoscere, sia gli adulti per favorire il dialogo tra coetanei e con i più giovani: promuovere, quindi, una relazione informata che promuova il benessere e la prevenzione. Le iniziative del 1 dicembre Giornata mondiale di lotta all Aids WHAT ABOUT è una delle prime domande nella conversazioni in lingua inglese WHAT ABOUT HIV/AIDS? è l invito rivolto agli studenti degli Istituti scolastici o ai giovani delle parrocchie partecipanti al Progetto Nelson a mettere a frutto ciò che hanno appreso durante il percorso di sensibilizzazione WHAT ABOUT HIV/AIDS? TELL US WITH A è l invito rivolto agli studenti degli Istituti scolastici o ai giovani delle parrocchie partecipanti al Progetto Nelson ad illustrare il loro punto di vista su HIV/AIDS attraverso diversi linguaggi espressivi (disegno o pittura, fotografia, altre espressioni artistiche multimediali, narrativa e poesia). 5 INFO CONCORSO: A cura di: Caritas Diocesana di Brescia 30 novembre 2016
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