Premessa Descrizione della discarica e storia del sito Descrizione delle attività di investigazione iniziale effettuate 6

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2 INDICE Premessa 2 1. Descrizione della discarica e storia del sito 3 2. Descrizione delle attività di investigazione iniziale effettuate 6 3. I risultati delle attività d investigazione iniziale 8 4. Interventi di bonifica e messa in sicurezza permanente Obiettivi di bonifica e scelte progettuali Definizione degli interventi di progetto Quadro economico di progetto 16 1/16

3 Premessa La discarica di località Lama Centopiedi, ubicata su un sito di proprietà privata, in contrada Lama Centopiedi, da quanto si evince dalle ricostruzioni storiche effettuate, è stata utilizzata per il conferimento di R.S.U. raccolti nel Comune di Triggiano nell anno Nel dettaglio, a seguito della crisi legata al reperimento di un sito idoneo per lo stoccaggio definitivo dei rifiuti urbani prodotti nel comune di Triggiano, il Sindaco, con propria Ordinanza n. 15 del 06 marzo 1996 decretava lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani sul suolo (per una superficie di circa m2) di proprietà della ditta Lombardi sito in località Lama Centopiedi Tale ordinanza prevedeva l esercizio del sito per un periodo di 30 giorni e fu successivamente ripresa e prorogata con le Ordinanze Sindacali n. 25 del 05 aprile 1996, n. 34 del 07 maggio 1996 e n. 70 del 18 settembre 1996 per una durata complessiva di 120 giorni di conferimento. Attualmente risultano conclusi gli interventi di caratterizzazione ambientale del sito, espletati ai sensi del DM 471/99 e approvati in sede di Conferenza di Servizi tenutasi presso la sede dell Amministrazione Comunale di Triggiano in data Le risultanze di tali indagini hanno evidenziato la necessità di procedere alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza permanente del sito di cui al presente progetto. Di seguito si riporta una sintesi delle riscontranze derivanti dagli interventi di caratterizzazione e una descrizione degli obiettivi e degli interventi di bonifica/messa in sicurezza permanente. 2/16

4 1. Descrizione della discarica e storia del sito Il sito in oggetto è localizzato nel territorio del comune di Triggiano in località Lama centopiedi ubicato a circa 2 km in direzione N.E. dal centro abitato e posto ad una quota di circa 40 m s.l.m., in corrispondenza del versante destro della Lama Centopiedi. L area, tipizzata come zona agricola dal vigente P.R.G., è di proprietà privata e ricade nel foglio catastale n. 5 del Comune di Triggiano corrispondenza delle particelle 376, 335, 196, 200, 340, 212, 199, 205, 211 e 341 come mostrato nel Piano Particellare d Esproprio. Il sito è raggiungibile direttamente dal centro abitato percorrendo una strada carreggiabile asfaltata che collega il sito stesso con la confluenza tra la Strada Mezza Manca, la Strada Senisi e la Strada Vicinale Specchione Monache. Il lato ovest della discarica confina con la lama mentre gli altri lati confinano con suoli agricoli. La strada a grande traffico, più vicina (Strada Statale 16 Ponte San Giorgio), dista poco più di 1 km ad ovest, mentre in direzione nord, a circa 1,7 km., è localizzata la Ferrovia Statale Bari-Lecce. L area adibita a discarica è delimitata da un muro perimetrale in muratura e da una recinzione in acciaio con paletti e rete metallica (altezza di circa 2,20 m ed in gran parte danneggiata), e vi si accede tramite un cancello in ferro ormai divelto. La discarica è ubicata in zona parzialmente coltivata (vigneti ed uliveti) e parzialmente ricoperta da vegetazione spontanea, facilmente accessibile con automezzi. L area individuata si estende su una superficie complessiva di circa m 2 e comprende un area sub-orizzontale di circa m 2 e una scarpata, di altezza pari a circa 10 m e rivolta verso la Lama Centopiedi, di superficie pari a circa m 2. La superficie complessiva utilizzata per il conferimento dei rifiuti solidi urbani è pari a circa m 2, mentre sulla restante area è evidentemente stata effettuata un attività di riconfigurazione della scarpata tramite apporto di materiale inerte. Pertanto, per ottenere un corretto isolamento del corpo rifiuti, si è reso necessario 3/16

5 estendere gli interventi di messa in sicurezza permanente (capping) anche all area non interessata dal conferimento di R.S.U.. L area adibita a discarica nei periodi di emergenza (in esecuzione delle più volte citate Ordinanze sindacali) non è mai stata opportunamente attrezzata allo scopo, se non per ciò che riguarda le attività legate alla conduzione (compattamento e ricoprimento), la semplice delimitazione dell area con recinzione in muratura e cancello in ferro e la copertura finale con apporto del solo terreno vegetale. Sono stati inoltre predisposti una limitata viabilità interna all area per l accesso e per la circolazione dei mezzi ed un cancello di protezione. Non vi sono pozzi per prelievo di acque ad uso agricolo rilevati nel raggio di 1 km; il più vicino dista poco meno di 2 km. Il cancello di accesso nel corso degli anni è stato più volte rimosso, con la possibile finalità di effettuare in maniera abusiva l attività di scarico di rifiuti di ogni genere. Non si segnala presenza di opere di presa o di acquedotti in prossimità (nel raggio di oltre 500 m dalla discarica) del perimetro del sito. Stando alle informazioni raccolte, tra le opere esistenti non è presente un pozzetto di raccolta del percolato, né una rete di raccolta all interno del corpo dei rifiuti. Dall analisi delle informazioni raccolte ed a seguito dei sopralluoghi effettuati, emerge quindi che l area adibita a stoccaggio non è stata attrezzata in conformità alle specifiche previste dal par della Delibera C.I.T.A.I. del 24 luglio 1984 per le discariche di Ia Categoria (R.S.U. e R.S.AU.). Alla fine delle attività di smaltimento, il corpo della discarica è stato coperto attraverso la messa a dimora di uno strato di terreno vegetale e inerti senza una specifica impermeabilizzazione dei rifiuti. L assenza di impermeabilizzazione del corpo dei rifiuti potrebbe comportare una continua produzione di percolato con contestuale attivazione, seppur in maniera molto limitata, dalla degradazione acida dei rifiuti. L inadeguatezza dei presidi antinquinamento adottati implica, nonostante la dismissione, ormai da svariati anni, di tutte le attività di smaltimento nel sito, la sussistenza di un concreto rischio di inquinamento per l ambiente circostante. Tanto più che l eluato, attraversante il corpo dei rifiuti, tende naturalmente e abbastanza velocemente a defluire verso la lama fuoriuscendo dalla ripida scarpata degli stessi 4/16

6 rifiuti, che si appoggia, in posizione abbastanza instabile, tra la sponda ed il letto della lama. Peraltro, come si evince dalla documentazione fotografica in allegato, attualmente il piede del rilevato costituito dal corpo rifiuti, riporta, in più punti i segni dell erosione da parte del deflusso idrico che interessa la Lama. 5/16

7 2. Descrizione delle attività di investigazione iniziale effettuate Esecuzione di rilievo plano-altimetrico e produzione della cartografia di dettaglio del sito necessaria per la restituzione delle attività d indagine; Esecuzione di n.5 Tomografie Elettriche (Sondaggi Elettrici Orizzontali) e n. 2 Sondaggi Elettrici Verticali distribuiti su tutta l area interessata; Realizzazione di n.17 perforazioni a carotaggio continuo del diametro di 101 mm e profondità variabile a seconda della zona indagata prelevando complessivamente n. 89 campioni di terreno/rifiuti. Per il dettaglio delle profondità e del numero e tipo di campioni prelevati all interno di ciascuna perforazione si rimanda all allegato prospetto riepilogativo. Prelievo di n.13 campioni di gas interstiziale nei punti di monitoraggio realizzati all interno dei sondaggi geognostici S1 - S10 e FN1-FN3 posizionati alla profondità indicata nell allegato prospetto riepilogativo, nei si è realizzata una piccola camera in cui far effluire in biogas presente nella zona adiacente. Le aliquote dei campioni di gas interstiziale sono stati prelevati a cura di personale del laboratorio chimico che ha anche effettuato le analisi chimicofisiche. Lo stato di qualità delle acque sotterranee è stato valutato attraverso il prelievo e l analisi di n.4 campioni di acqua utilizzando i quattro piezometri (P1-P4) realizzati. L acqua è stata raccolta in contenitori di materiale adeguato in relazione alle sostanze da ricercare; i campioni ottenuti sono stati convenientemente siglati, etichettati e sigillati secondo uno schema precostruito. Tali contenitori sono stati conservati in frigoriferi portatili e quindi tradotti presso il laboratorio chimico incaricato per l esecuzione delle previste analisi chimiche; Prelievo di n.3 campioni d aria di cui n.2 posizionati in corrispondenza delle zone potenzialmente interessate dalla presenza di rifiuti solidi urbani e n.1 all esterno; 6/16

8 Tutte le analisi chimico-fisiche sono state effettuate a cura del laboratorio SAMER, laboratorio pubblico della Camera di Commercio di Bari. 7/16

9 3. I risultati delle attività d investigazione iniziale Riguardo i terreni, dalle attività di investigazione emerge un quadro abbastanza chiaro: a parte il caso isolato dei campioni prelevati all interno del piezometro P2, la contaminazione riguarda sempre e soltanto i primi 2-3 m della zona interessata dalla discarica dove si verificano eccedenze per i seguenti analiti: 1. Cadmio 2. Piombo 3. Rame 4. Stagno 5. Zinco. Si tratta di inquinanti genericamente poco mobili nel terreno, essi si trovato principalmente legati alla sostanza organica presente nel terreno stesso tramite fenomeni cosiddetti di sorption. Riguardo le acque, i risulti delle analisi di laboratorio evidenziano per tutti i campioni prelevati il superamento dei limiti per i solfati e nel solo piezometro P4 il superamento per il Piombo. Riguardo i solfati, benché questa sia una sostanza tipicamente presente nei percolati di discarica, si sottolinea che il superamento viene individuato sia nei piezometri a monte che in quelli a valle e, peraltro, con un decadimento da monte verso valle dei valori riscontrati (2.462 mg/l nel P1, 471,3 mg/l nel P2, 271,5 mg/l nel P2 e 421 mg/l nel P4). Ciò induce a ritenere che tali superamenti non possono assolutamente essere imputati alla dispersione del percolato all interno della falda, ma sono da ricondursi a caratteristiche intrinseche delle acque di falda. Riguardo, invece, il piombo, si rileva che anche nei campioni prelevati all interno dei piezometri P1 e P3 vengono riscontrate concentrazioni che, sebbene inferiori ai limiti normativi, appaiono rilevanti (rispettivamente 8,3 e 9,2 microg/l limite pari a 10 microg/l). Pertanto, sulla base di tali dati, pur non potendo escludere a priori che tale contaminazione sia dovuta alla dispersione del percolato all interno della falda, si deve riconoscere che l acqua di falda presenta intrinsecamente concentrazioni di 8/16

10 piombo anomale. Tale circostanza dovrà essere tenuta in debito conto nella redazione dell analisi dei rischi. Sulla base di quanto sopra, risulta evidente la necessità di provvedere alla realizzazione di interventi di messa in sicurezza permanente consistenti nell isolamento della fonte di contaminazione costituita dal corpo rifiuti. 9/16

11 4. Interventi di bonifica e messa in sicurezza permanente 4.1 Obiettivi di bonifica e scelte progettuali La situazione ambientale del sito è tale per cui sono certamente necessari degli interventi finalizzati al risanamento del corpo rifiuti in ordine alla riduzione degli impatti sull ambiente circostante riconducibili al non perfetto isolamento dell ammasso esistente rispetto alle componenti ambientali limitrofe (suolo, sottosuolo, falda, ecc.). L obiettivo prioritario che in questa fase si intende perseguire a seguito della realizzazione degli interventi previsti nell ambito del presente progetto di messa in sicurezza permanente dell ex discarica comunale è quello di evitare l ingressione di acque meteoriche all interno del corpo rifiuti al fine di limitarne al minimo la lisciviazione. Pertanto, l intervento in progetto consiste sostanzialmente nella realizzazione di un capping esteso a tutta la superficie dell area. A tal proposito si sottolinea che attualmente non esiste una normativa specifica per quanto riguarda la progettazione, la realizzazione e la gestione di sistemi di confinamento per siti contaminati e che nella parte IV del D.Lgs. n.152/2006 non esistono particolari prescrizioni cui attenersi per la progettazione di interventi di bonifica di vecchie discariche dismesse ma indicazioni di carattere generale di cui tener conto in fase di definizione degli interventi. Tuttavia, al fine di assicurare comunque elevati standard di tutela ambientale, nella redazione del presente progetto si farà riferimento, per quanto possibile, alle normative relative ai sistemi di chiusura delle nuove discariche di rifiuti ed in particolare al D.Lgs. 13 gennaio 2003, n.36 e al D.M. 3 agosto Le caratteristiche dei sistemi di impermeabilizzazione della copertura per una discarica di rifiuti speciali non pericolosi previste dalla nuova normativa sono riassunte a 10/16

12 titolo esemplificativo, sulla base della normativa attualmente in vigore a livello nazionale (D.Lgs. 13 gennaio 2003, n.36), nell immagine successiva. Al fine di evitare la realizzazione di un sistema di copertura caratterizzato da elevati spessori, non compatibili con i caratteri paesaggistici ed ambientali dell area, si è stabilito di fare ricorso, per lo strato impermeabile, all'impiego di un geocomposito bentonitico, in grado di assicurare comunque un'impermeabilizzazione assimilabile a quella di 1.00 m di argilla. Il geocomposito bentonitico (Geocomposite Clay Liner, o GCL nella terminologia anglosassone) è costituito dall'accoppiamento di due geotessili con interposto uno strato di un particolare tipo di argilla naturale con un elevato contenuto di montmorillonite, detta bentonite sodica. Il composito bentonitico idratato possiede una permeabilità molto bassa, e non presenta problemi di sormonti per le caratteristiche di autosigillatura della bentonite. Il potere autosigillante è reale per fori di piccola entità, ma non per tagli di grosse dimensioni. Si è pertanto reso necessario assicurare al telo stesso un'efficace protezione meccanica dall estradosso dei rifiuti mediante uno strato di regolarizzazione in misto granulometrico stabilizzato. Per lo strato drenante si è fatto ricorso al classico sistema che prevede la stesura di materiale di idonea granulometria (2 7 cm) che potrà essere ottenuto da aggregati riciclati. 11/16

13 Nella progettazione del sistema si copertura è stata poi posta particolare attenzione alle modalità di sistemazione in corrispondenza della scarpata del rilevato che si affaccia nella Lama, caratterizzata da una notevole pendenza, con inclinazione rispetto all orizzontale di circa 30, tale da non consentire la stesura dei materiali previsti dal D.Lgs. 13 gennaio 2003, n.36. La scelta dei geocompositi è, in questo caso, pressoché obbligatoria. Per lo strato impermeabile si è quindi ripetuta la scelta del geocomposito bentonitico, mentre per lo strato di protezione dell estradosso del corpo rifiuti e per quello di drenaggio si è fatto ricorso a geocompositi tridimensionali drenanti. Il geocomposito drenante è costituito dall'accoppiamento di una rete drenante con due geotessili; il geotessile posto a contatto con il terreno assolve la funzione di filtro, evitando l'intasamento della rete e assicurando la capacità drenante nel tempo; l'altro geotessile previene l'intasamento della rete da parte della bentonite che durante il processo di idratazione essuda in parte dai due geotessili del GCL. Una tipica problematica associata alla realizzazione del capping in corrispondenza delle scarpate ad elevata pendenza è data dall'acqua meteorica di infiltrazione che, scorrendo sulla membrana, riduce drasticamente il coefficiente di attrito terrenomembrana, provocando delle sottopressioni che quasi certamente finirebbero con il fare scivolare il terreno di copertura. Al fine di risolvere tale problematica e garantire, quindi, una adeguata stabilità a tutto il suddetto pacchetto di geosintetici, sarà posto a chiusura un geosintetico di rinforzo costituito dall'accoppiamento meccanico di una geogriglia a elevata resistenza e di una geostuoia anti-erosiva, che assicura un'ottimale ripartizione dello stato di sollecitazione, e garantisce nello stesso tempo dal pericolo di fenomeni di erosione superficiale. Infine, al piede del rilevato, al fine di garantire una adeguata protezione contro l erosione operata dal deflusso idrico della lama, saranno posizionate delle gabbionate metalliche e dei materassini Reno. Si precisa che la loro disposizione è scaturita da un apposito studio di compatibilità idraulica, attraverso il quale è stato individuata l area di inondazione che si verificherebbe con portate di piena caratterizzate da probabilità duecentennali. 12/16

14 La soluzione proposta (dal basso verso l'alto) per il sistema di copertura è la seguente: 1. geocomposito tridimensionale per il drenaggio del biogas; 2. geocomposito bentonitico; 3. geocomposito tridimensionale per il drenaggio delle acque meteoriche permeate; 4. geostuoia tridimensionale in monofilamenti di poliammide; 5. terreno vegetale con idrosemina. Per quanto attiene la gestione del biogas, occorre precisare che le norme tecniche di riferimento per la progettazione, la gestione e la chiusura del sito al momento della realizzazione e della chiusura dell impianto erano quelle previste dalla Delibera C.I.T.A.I. del Tale norma, al punto n.4.2.2, prevedeva che, in caso di impianti di ridotte dimensioni, era data facoltà alle regione di autorizzare la dispersione libera del biogas in atmosfera purché non vi fossero rischi per la salute e per l ambiente. Nel caso specifico, trattandosi di un sito di ridotte dimensioni caratterizzato da una produzione attesa di biogas molto ridotta e tecnicamente di difficile captazione fin dall inizio, per altro ubicato a notevole distanza dal centro abitato e non interessato dalla presenza di sorgenti d innesco, si è ritenuto di prevedere la realizzazione di una rete per la captazione del biogas che ne consenta la dispersione libera in atmosfera. Si è ritenuto quindi di prevedere la realizzazione di sfiati che, realizzati all interno della copertura, partendo dallo strato di rottura capillare, mettono in contatto diretto l atmosfera interstiziale con quella esterna. Riguardo le gestione del percolato, invece, considerata l assenza di un sistema di impermeabilizzazione del fondo, non saranno realizzati pozzi di drenaggio. 4.2 Definizione degli interventi di progetto In conclusione, l intervento di bonifica e messa in sicurezza permanente del sito dell ex discarica comunale si articolerà nelle seguenti fasi operative: 13/16

15 1. Allestimento del cantiere (sistemazione viabilità, recinzioni, baraccamenti, ecc..); 2. Realizzazione del capping di copertura finale del corpo discarica prevedendo la realizzazione delle seguenti opere: rimozione delle strutture esistenti sulla superficie interessata dai lavori; riconfigurazione del piano di copertura di tutta l area interessata dai lavori (area di conferimento RSU e area ad essa annessa); rifacimento della muratura perimetrale che fungerà da sostegno per il capping; gabbionate da porre a protezione del piede della scarpata del rilevato; per la superficie sub-orizzontale: - realizzazione dello strato di drenaggio del biogas e di rottura della frangia capillare con un geocomposito tridimensionale (geogriglia rivestita su un lato da TNT); - sfiati per il biogas; - strato impermeabile artificiale costituito da geocomposito bentonitico; - strato di protezione dell intero strato impermeabile composto da geocomposito (geogriglia rivestita su un lato da TNT); - strato di drenaggio delle acque meteoriche costituito da ghiaia con granulometria mm per la superficie sub-orizzontale; - strato di protezione dell intero strato drenante mediante la posa in opera di geostuoia tridimensionale in monofilamenti di poliammide ; - strato superficiale costituito da terreno (spessore = 1,0m); per la superficie inclinata della scarpata: - riconfigurazione del piano di copertura di tutta l area interessata dai lavori (area di conferimento RSU e area ad essa annessa); - realizzazione dello strato di drenaggio del biogas e di rottura della frangia capillare con un geocomposito tridimensionale (geogriglia rivestita su un lato da TNT); - strato impermeabile artificiale costituito da geocomposito bentonitico; 14/16

16 - strato di protezione dell intero strato impermeabile con funzione di drenaggio delle acque meteoriche composto da geocomposito (geogriglia rivestita su un lato da TNT); - strato di protezione dell intero strato drenante mediante la posa in opera di geostuoia tridimensionale in monofilamenti di poliammide ; - strato superficiale costituito da terreno (spessore = 0,20m); - posa di materassini Reno. 3. Realizzazione di interventi di ripristino ambientale comprendenti: rivestimento dei muri di recinzione con lastre di pietra delle cave locali; viabilità pedonale in strada bianca realizzata miscelando il misto granulare con stabilizzante in polvere fibrorinforzato; sistemazione di viabilità di accesso in strada bianca realizzata miscelando il misto granulare con stabilizzante in polvere fibrorinforzato; opere a verde (impianto di alberi, arbusti e cespugli); installazione di elementi di arredo urbano quali panchine, tavoli in legno e cestini; installazione di lampioni di illuminazione alimentati da pannelli fotovoltaici; installazione di cancello pedonale e cancello carrabile. 15/16

17 5. Quadro economico di progetto A LAVORI E FORNITURE LAVORI A CORPO di cui oneri della sicurezza non soggetti a ribasso euro ,20 euro ,65 TOTALE LAVORI E FORNITURE SOGGETTI A RIBASSO D'ASTA euro ,55 B SOMME A DISPOSIZIONE DELL'AMM.NE: B 1 Spese tecniche per progettazione, rilievi plano-altimetrici, direzione lavori, coordinamento per la sicurezza, assistenza giornaliera, misura e contabilità, euro ,00 ecc. B 2 Collaudo tecnico amministrativo euro ,00 B 3 Indagini geologiche, geotecniche e chimiche integrative euro ,00 B 4 Incentivazione ex art.92 D.Lgs. 163/06 euro ,00 B 5 Acquisizione aree ed occupazioni euro ,00 B 6 Imprevisti euro ,98 B 7 Spese per gara e pubblicità euro ,00 B 8 IVA 10% x A euro ,82 B 9 IVA 20% x (B 1 +B 2 +B 3 ) euro ,00 Totale somme a disposizione dell'amm.ne euro ,80 IMPORTO TOTALE DEL PROGETTO euro ,00 16/16

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