SANTA MARIA DELL AMMIRAGLIO LA MARTORANA

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1 SANTA MARIA DELL AMMIRAGLIO LA MARTORANA Venne definita dal viaggiatore arabo Ibn Giubair il monumento più bello del mondo.oggi le stratificazioni storiche e culturali fanno di questa Chiesa un insieme rappresentativo della sfaccettata cultura siciliana. Come dimostrato da un diploma greco-arabo del 1143, da un'iscrizione greca all'esterno della facciata meridionale e dalla stessa raffigurazione musiva di dedicazione, la chiesa fu fondata nel 1143 per volere di Giorgio d'antiochia, il grande ammiraglio siriaco al servizio del re normanno Ruggero II dal 1108 al 1151, e fu dedicata alla Madonna: motivo per il quale diventò nota come "Santa Maria dell'ammiraglio". All'edificio sacro, che nel corso dei secoli è stato più volte distrutto e restaurato, si accede dal campanile: una costruzione a pianta quadrata del XIII secolo, aperta in basso da arcate arcuate a colonne angolari e con tre grandi ordini di grandi bifore

2 . La lineare forma normanna è stata purtroppo celata dietro la facciata barocca fianco sinistro della chiesa) che si affaccia sulla piazza. L'accesso all'edificio è costituito da un elegante campanileportico a tre ordini rischiarati da grandi bifore. Un tempo isolato, venne collegato alla chiesa nel XVI sec. quando, per ingrandire l'edificio, vennero aggiunte altre due campate. In questa stessa occasione l'abside venne sostituita da un coro quadrato. Vi vengono celebrate funzioni in rito greco-ortodosso. Era costituita da una struttura cubica cupolata, da un atrio trapezoidale scoperto e porticato, e da una torre d ingresso in asse con l abside della Chiesa. Ceduta agli inizi del XII secolo al clero greco,divenne successivamente sede della Corte Pretoria di Palermo che vi amministrava attività giurisdizionali e notarili. Durante la guerra del Vespro del la Chiesa alle nuove esigenze1282,il Parlamento siciliano,qui riunitosi, affidò la corona al re Pietro d Aragona. Le prime manomissioni cominciarono, quando le monache del vicino convento,fondato nel 1193 da Goffredo ed Elisa Martorana,da cui la chiesa prese poi il nome,ottennero nel 1484 la cessione della chiesa, collegandola al convento. Un secolo dopo, per adeguare la Chiesa alle nuove esigenze del rito latino,venne trasformata la pianta a croce greca in basilicale, e inglobato lo spazio dell atrio antistante,che fu coperto, creando le tre navate. La torre campanaria venne utilizzata come ingresso, tra il 1693 e il 1696 l abside centrale semicircolare originaria con i mosaici esistenti venne sostituita da un cappellone rettangolare, poi decorato. Nel 1750 una nuova facciata barocca,recentemente attribuita a Palma, fu costruita al fianco della Chiesa, prospiciente piazza Bellini, che nel XIX secolo venne abbassata dando un nuovo ruolo a tale facciata. Nel 1870 i restauri del Patricolo distrussero preziose decorazioni barocche al fine di ripristinare la configurazione originale..la chiesa possiede una pianta a croce greca, prolungata con il nartece e l'atrio. Un portale assiale (ancora esistente) dà sull'atrio e il nartece, come nelle prime chiese cristiane. Al di là del nartece, l'edificio era sistemato e decorato come una chiesa bizantina a 4 colonne, tranne gli archi a sesto acuto e i pennacchi della cupola che erano di origine islamica. Nel 1193 le case attorno vengono adibite a Convento basiliano per le donne e la chiesa verrà poi ad esso inglobata. Attorno al 1394 avviene la fondazione del convento della Martorana (dal nome dei proprietari) che sarà ceduto ai Benedettini dalla corona normanna e che darà poi il nome alla chiesa. Negli anni , l'abside centrale viene distrutta e sostituita da una nuova abside rettangolare, progettata da Paolo Amato. Nel 1740 Nicolò Palma progetta un nuovo prospetto, secondo il gusto barocco dell'epoca, che si affaccia sulla piazza. Nel 1846 si realizza l'abbassamento del piano della piazza e viene realizzata la scalinata. Nel Giuseppe Patricolo ne realizza il drastico restauro. Stacca i marmi settecenteschi delle pareti laterali del presbiterio (di cui era prevista la distruzione) e accenna il muro di chiusura originale. Entrati nel primo corpo della costruzione - rifacimento settecentesco con volte affrescate da Olivio Sozzi, Antonio Grano e Guglielmo Borremans - due decorazioni musive sul fronte del corpo originario raffigurano Ruggero II e Giorgio d'antiochia; solo la testa e le mani di quest'ultimo sono originali dell'epoca. Superato l'ambiente suddetto, si giunge nella chiesa vera e propria,definita da Ibn Giubar il campanile delle colonne

3 E' nettamente diviso in due parti. Le prime due campate, quelle aggiunte nel '500, sono ornate di affreschi settecenteschi, mentre la parte primitiva è tutta un risplendere di bellissimi mosaici di stretta iconografia bizantina, probabilmente opera delle stesse maestranze che hanno decorato la Cappella Palatina. Sulle pareti che costituivano in origine la facciata due mosaici raffigurano il Deisis dell'ammiraglio (prostrato) alla Vergine (a sinistra) e Ruggero II che viene incoronato da Cristo (a destra La decorazione della chiesetta, fatta edificare da Giorgio d'antiochia, costituisce, fra quelli più antichi, l'esempio più omogeneo, anche se non il più complesso ed alto. Domina al sommo della cupola, entro un disco d'oro, il benedicente Cristo Pantocratore, rappresentato non a mezzo busto come nella Palatina ma, secondo uno schema più arcaico, a figura intera; e nella calotta s'inchinano adoranti quattro figure d'angeli. Lo stesso Cristo benedicente nella cupola è più lontano rispetto alla iconografia usuale ed è rappresentato assiso con la terra posta ai suoi piedi tra arcangeli piegati in posizione adorante. Nel tamburo ottagono della cupola, proprio in corrispondenza degli angoli, s'adergono le figure dei profeti (David, Isaia Zaccaria, Mosè,Elia,Geremia, Daniele,Eliseo) con la destra levata nel classico gesto degli oratori e la sinistra in atto di mostrare il rotolo delle profezie; nelle volte, fiancheggianti trasversalmente il tamburo della cupola, sono invece a due a due allineate ed affrontate, in forme ancor più imponenti le figure degli apostoli: Pietro e Andrea, Giacomo e Paolo, Tommaso e Filippo, Simone e Bartolomeo. La serie degli apostoli, dalla quale sono esclusi Giacomo maggiore e Mattia, è completata, al modo bizantino, dagli evangelisti curvi nelle nicchie angolari del raccordo. Del ciclo delle feste non si vedono che quattro scene: la Natività e la Dormitio Virginis, che si fronteggiano nella volta ad occidente: l'annunciazione e la Presentazione al Tempio, figurate come nella Palatina sulle fronti delle grandi arcate traverse sorreggenti la cupola. Il Diehl pensa che le quattro scene indicate siano le sole rimaste o le sole eseguite di tutto il ciclo. Ma, a considerare le limitate proporzioni della chiesa, può anche supporsi che delle dodici scene del ciclo, chi ideò il piano della decorazione, abbia scelto solamente quelle in più immediato rapporto con la vita della Vergine, alla quale appunto la chiesetta venne dedicata. La decorazione si completa con i Santi guerrieri e i Santi vescovi, entro medaglioni, nei sottarchi, e con i mosaici delle absidi: in quella centrale era rappresentata la Vergine assistita dagli arcangeli Gabriele e Michele, che ancora si vedono nella fascia corrispondente del bema; nelle absidiole laterali, in una San Gioacchino, nell'altra Sant Anna. L ingresso alla parte più antica della Chiesa, a croce greca inscritta in quadrato,è preparato da due mosaici dal significato storico e politico,in origine posti nella facciata. Ruggero incorporato da Cristo,secondo la concezione teocratica della monarchia normanna, e Giorgio d Antiochia ai piedi della Vergine che tiene un iscrizione dove si afferma che egli ha eretto la chiesa dalle fondamenta.. Qui la parte superiore delle pareti e la cupola, al sommo della quale è l'immagine del Cristo Pantocratore, sono interamente rivestite di decorazioni musive di periodo bizantino, le più antiche di tutta la Sicilia e di grande importanza, in connessione con quelle riguardanti Dafne, nell'attica. I mosaici della cupola rappresentano al centro il Cristo, poi scendendo si vedono i 4 arcangeli (tre originali più uno apocrifo) e i patriarchi, mentre nelle nicchie sono ospitati i quattro evangelisti e infine, nelle volte, i rimanenti apostoli. L'abside, distrutta sul finire del Seicento, venne sostituita con l'attuale cappella barocca a tarsie marmoree. All interno della Chiesa il coro del 1588,al posto dell atrio porticato normanno,è diviso in due parti. Nel sottocoro,più in basso,sono state reimpiegate le otto colonne del precedente portico. Nella seconda da sinistra, si conserva un iscrizione islamica.

4 Gli affreschi settecenteschi sono di Olivio Sozzi ( la gloria dell ordine benedettino ) Nel coro,separato da gradini e da transenne in marmi mischi,sono affrescate le Storie della vita di Gesù di G.Borremans e la Gloria della vergine di Olivio Sozzi. A sinistra vi è la Madonna del Rosario di Giuseppe Salerno detto lo Zoppo di ganci. Nell attuale presbiterio barocco da notare il tabernacolo il lapislazzuli e il quadro di Vincenzo da Pavia con l Ascenzione. Tra le opere d arte della Chiesa la porta lignea sulla destra del coro con intagli aniconici eseguita da maestranze arabe. I dolci a base di marzapane e per lo più a forma di frutta devono il nome di "martorana" al fatto che a prepararli e a venderli erano fino al XIX secolo le suore del monastero della Martorana. Da qui l'espressione "frutta di Martorana". SAN CATALDO. LA chiesa fu edificata poco dopo il 1154 al tempo di Guglielmo I, sulle vecchie mura della città,faceva parte di un complesso di edifici posseduti da Majone da Bari, grand Ammiraglio alla corte del re. La cappella fu concessa dal re a Silvestro da Marsico che vi seppellì la figlia Matilde nel Venduta successivamente alla Dogana dei Baroni. Venne ceduta nel 1182 alla chiesa di Monreale.Nel 1625 i locali annessi alla Cappella,che occultavano la Chiesa,vennero utilizzati come foresteria dal Vescovo di Monreale

5 La costruzione è un blocco parallelepipedo dal quale emerge l'abside principale. L'interno ha una pianta rettangolare, a tre navate, ed è un tipico prodotto della cultura fatimita, ovvero maestranze arabe al servizio di committenti cristiani. Tipiche le cubole e la merlatura araba. L'interno è suggestivo per la semplicità delle pareti.. Adiacente la chiesa sul lato via Maqueda si possono ancora vedere le antiche mura di epoca romana della città. Dal 1937 la chiesa appartiene all'ordine Equestre dei Cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme. La Chiesa di San Cataldo a Palermo, stupisce i visitatori per la sua architettura di origine islamica e fu costruita durante il periodo normanno, in una città che comunque fornisce ancora qualche testimonianza della dominazione araba. Quello che balza subito alla vista, sono le tre cupolette rosse che rendono Piazza Bellini, uno degli angoli d Oriente più suggestivi e senza tempo del capoluogo siciliano. Oggi sede dell Ordine dei Cavalieri del S. Sepolcro,all interno della struttura religiosa esiste ancora una lapide che ricorda la figlia del ministro. Non si conosce con esattezza la data della costruzione, ma si pensa che possa risalire al 1154 circa e che, in ogni caso, non si superi il 1160 come periodo di inizio lavori. La tipica tendenza araba a realizzare opere minuziosamente lavorate si ritrova in alcuni ornamenti scolpiti, quali la cornice di merloni dentellati di San Cataldo a Palermo, che costituisce un'elegante base per le tre cupole rosate che coronano l'edificio. I Musulmani apportano cambiamenti anche nei volumi, costruendo cupole a "berretto d'eunuco" come a San Giovanni degli Eremiti. Successivamente, nel 1182, re Guglielmo II donò la chiesa ai frati benedettini di Monreale, i quali vi restarono fino al La storia portò grandi vicissitudini alla struttura, tanto che prima del 1882 divenne persino un ufficio postale e soltanto in quell anno, finalmente, riprese un completo restauro ad opera di Giuseppe Patricolo che la ricondusse allo splendore originario

6 . All interno appare divisa in tre navate da sobrie colonnine provenienti da altri edifici, anche se in generale la chiesa si presenta priva di arredi e composta da una pavimentazione a tessere di marmo policromo originale. Solo l abside centrale è pronunciato all esterno, mentre le minori sono ricavate nello spessore dei muri.corona l edificio una scritta,ormai lacunosa in caratteri latini e un fregio a traforo.le altre cupolette rosse a sesto rialzato insistono sulle tre campate della navata centrale,più alta delle navate laterali. Le finestre ogivali nelle cupolette,nel tamburo regolare e nelle pareti laterali la cappella,dovevano essere schermate da transenne di gesso. Colonnine annicchiate negli spigoli arricchiscono il santuario,sopraelevato da due gradini. La nudità delle pareti dell interno, forse dovute all improvvisa morte di Majone da Bari che impedì il completamento musivo,pare contraddetta dal ricchissimo pavimento con motivi aniconici in marmo e porfido. Originale è l altare in marmo

7 A Attualmente la Chiesa è sede dell Ordine del S. Sepolcro di Gerusalemme Santa flavia ottobre 2002 Gianmaria Miciluzzo Cefalù

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