MASSIME CIVILE CIRCOLAZIONE STRADALE. Corte di Cassazione Sez. VI civ. 11 Giugno 2014, n (Pres./Rel.

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1 MASSIME CIVILE CIRCOLAZIONE STRADALE Corte di Cassazione Sez. VI civ. 11 Giugno 2014, n (Pres./Rel. Petitti) Circolazione stradale Verbale di accertamento di violazione del codice della strada Notifica È irregolare la notifica del verbale di accertamento di violazione del codice della strada effettuata non a mezzo raccomandata ma a mani del portiere dello stabile di residenza del proprietario del veicolo 1. PROFESSIONISTI Corte di Cassazione Sez. VI civ. 19 Giugno 2014, n (Pres. Finocchiaro; Rel. De Stefano) Professionisti Magistrato Responsabilità civile L azione di responsabilità del magistrato per grave violazione di legge 2 non può costituire strumento per riaprire il dibattito sulla correttezza o meno 1 Cass., n /2008; Cass., n. 1258/2007); 2 Art. 2 L. 13/04, 1988, n. 117; 1

2 dell interpretazione adottata nel provvedimento posto a base della domanda respinta dal giudice della cui responsabilità si discute 3. Ancora, non può mai dar luogo a responsabilità l attività di interpretazione di norme di diritto, ovvero di valutazione del fatto e della prova: la clausola di salvaguardia, riconducibile a quest ultima esclusione, non tollera letture riduttive, in quanto giustificata dal carattere fortemente valutativo dell attività giudiziaria ed attua l indipendenza del magistrato e, con essa, del giudizio 4. Infine, la risarcibilità del danno provocato dal magistrato per grave violazione di legge, ai sensi dell art. 2 L. 13/04/88, n. 117, postula che tale violazione sia ascrivibile a negligenza inescusabile e, pertanto, pretende un quid pluris rispetto alla negligenza, richiedendo che essa si presenti come non spiegabile, senza agganci con le particolarità della vicenda atti rendere comprensibile, anche se non giustificato, l errore del magistrato 5. Dunque, una violazione evidente, grossolana e macroscopica della norma stessa ovvero di una lettura di essa in termini contrastanti con ogni criterio logico o dell adozione di scelte aberranti nella ricostruzione della volontà del legislatore o della manipolazione assolutamente arbitraria del testo normativo o ancora dello sconfinamento dell interpretazione nel diritto libero 6. 3 Cass., 05/02/2013, n. 2637; 4 Cass., 27/12/2012, n ; Cass., 22/02/2012, n. 2560; 5 Cass., 14/02/2012, n. 2107; 6 Cass., 26/05/2011, n ; Cass., 18/03/2008, n. 7272; 2

3 RISARCIMENTO DANNO Corte di Cassazione Sez. III civ. 16 Giugno 2014, n (Pres. Amatucci; Rel. D Alessandro) Danno (risarcimento da) Danno patrimoniale Il danno non patrimoniale è risarcibile esclusivamente nei casi stabiliti dalla legge, e cioè, secondo una interpretazione costituzionalmente orientata dell art c.c.: quando il fatto sia astrattamente configurabile come reato; in tal caso la vittima avrà diritto al risarcimento del danno non patrimoniale scaturente dalla lesione di qualsiasi interesse della persona tutelato dall ordinamento, anche se privo di rilevanza costituzionale; quando ricorra una delle fattispecie in cui la legge espressamente permette il ristoro del danno non patrimoniale anche al di fuori di una ipotesi di reato, come ad esempio nel caso di illecito trattamento dei dati personali; in questo caso la vittima avrà diritto al risarcimento del danno non patrimoniale derivante dalla lesione dei soli interessi della persona che il legislatore ha inteso tutelare attraverso la norma attributiva del diritto al risarcimento, quale quello alla riservatezza; qualora il fatto illecito abbia violato in modo grave diritti inviolabili della persona, come tali oggetto della tutela costituzionale; in questo modo la vittima avrà diritto al risarcimento del danno non patrimoniale scaturente dalla lesione di tali 3

4 interessi, che non sono individuati ex ante dalla legge, ma dovranno essere selezionati caso per caso dal magistrato. Corte di Cassazione Sez. III civ. 13 Giugno 2014, n (Pres. G.M. Berruti, Rel. G. Carleo) Danno (risarcimento da) Trasporto pubblico Bus Passeggero Caduta a seguito di frenata brusca Morte successiva - Danno non patrimoniale Danno patrimoniale La paura di dover morire, provata da chi abbia patito lesioni personali e si renda conto che esse saranno letali, costituisce danno non patrimoniale risarcibile esclusivamente se la vittima è stata in grado di comprendere che la propria fine era imminente; in caso contrario non è neppure concepibile l esistenza del danno in questione, a nulla rilevando che la morte sia stata realmente provocata dalle lesioni. Esclusa la cumulabilità del risarcimento del danno con eventuali benefici assistenziali o previdenziali percepiti dai congiunti della persona defunta in conseguenza del fatto illecito, in quanto il beneficio erogato dall assicuratore sociale o dall ente previdenziale ha lo scopo di attenuare il danno patrimoniale subito dai familiari della vittima, ergo non tanto di compensatio lucri cum damno dovrebbe parlarsi in casi simili, quanto 4

5 piuttosto di inesistenza stessa del danno patrimoniale, per la parte elisa dal beneficio assicurativo 7. 7 Cass., Sez. 24/05/1986, n. 3503; Cass., Sez. III, 15/04/1998, n. 3806; Cass., Sez. III, 14/03/2013, n. 6573; Cass., Sez. III, 20/01/2014, n. 991; Secondo diverso e maggioritario orientamento, delle prestazioni erogate dall assicuratore sociale o dall ente previdenziale sia al danneggiato, in caso di danno alla persona, sia ai suoi prossimi congiunti, in caso di incidente mortale, non si deve tener conto nella liquidazione del danno patrimoniale. Conclusione giustificata con una sola motivazione: il principio della compensatio lucri cum damno, in virtù del quale il risarcimento non deve costituire fonte di lucro per il danneggiato, si può applicare esclusivamente nel caso in cui danno e lucro scaturiscano ambedue in modo immediato e diretto dal fatto illecito. Secondo questa Corte, invece, intendere, la compensatio lucri cum damno come una vera e propria compensazione tra crediti e debiti significa disapplicare di fatto l istituto della compensatio, in quanto è assai raro, se non impossibile, che un fatto illecito possa provocare da sé solo, dunque senza il concorso di nessun altro fattore umano o giuridico, sia una perdita, sia un guadagno. La c.d. compensatio lucri cum damno costituisce piuttosto una regola per l accertamento dell esistenza e dell entità del danno risarcibile, ai sensi dell art c.c. Nel caso in questione non occorre chiedersi se si realizza una compensazione tra danno e pensione di reversibilità, ma se un danno esiste e quale ne sia l ammontare, e detto accertamento va effettuato alla stregua dell art c.c.. Lucro e danno, quindi, non vanno concepiti come un credito ed un debito autonomi per genesi e contenuto, rispetto ai quali debba indagarsi esclusivamente se sussiste la medesimezza della fonte. Del c.c. lucro derivante dal fatto illecito occorre invece stabilire unicamente se costituisca o meno una conseguenza immediata e diretta del fato illecito ai sensi dell art c.c.. Vantaggi e svantaggi derivanti da una stessa condotta possono compensarsi anche se alla produzione di essi hanno concorso, insieme alla condotta umana, altri atti o fatti, ovvero direttamente una previsione di legge. Tra i presupposti della compensatio lucri cum damno vi è la necessità che danno e lucro derivino dalla stessa condotta del responsabile. L orientamento che nega la compensatio lucri cum damno tra risarcimento del pregiudizio patrimoniale da morte del congiunto e percezione della pensione di reversibilità, priva di fatto l assicuratore sociale o l ente previdenziale dell azione di surrogazione, con pregiudizio per l economia di tali enti e, conseguentemente, per l intera collettività, in quanto l ente costretto a pagare la pensione di reversibilità, eroga comunque una somma di denaro che, in assenza del fatto illecito, avrebbe pagato in futuro ovvero non avrebbe mai pagato in caso di premorienza degli aventi diritto. Esso ha comunque subito un pregiudizio, il quale, dunque, legittima l azione di surrogazione, il cui corollario è l incumulabilità in capo alla vittima di indennizzo e risarcimento. 5

6 PROCEDURA CIVILE Corte di Cassazione Sez. III civ. 23 Giugno 2014, n (Pres. Amatucci; Rel. Rubino) Procedura civile Precetto Notifica Vizio di notificazione Il vizio di notificazione del precetto rileva se di gravità tale da determinare la inesistenza della notificazione, ovvero l impossibilità di raggiungere il suo scopo tipico, lasciando a disposizione del debitore un termine per adempiere inferiore a quello minimo di dieci giorni stabilito dall art. 480 c.p.c. 8. SUCCESSIONI E DONAZIONI Corte di Cassazione Sez. II civ. 20 Giugno 2014, n (Pres. Triola; Rel. Parziale) 8 Nella fattispecie:<<notifica del precetto presso il luogo di lavoro, sito in un Comune diverso da quello di residenza, ed ivi ricevuta dalla figlia>> La nullità della notifica dell atto di precetto non è sanata dal raggiungimento dello scopo, atteso che la sanatoria può intervenire quando sia provato, dalla stessa proposizione dell opposizione, che l opponente abbia avuto comunque conoscenza dell avvenuta notifica del precetto prima della esecuzione del pignoramento, ovvero in tempo utile per adempiere spontaneamente evitando il pignoramento stesso e le relative spese. 6

7 Successioni Testamento olografo Mancata sottoscrizione in calce al testo Negozio mortis causa Manifestazione di ultima volontà È valida la sottoscrizione delle disposizioni di ultima volontà non apposta in calce al testo ma a margine o in altra parte della scheda, a causa della mancanza di spazio su cui apporla 9. Affinché si abbia una manifestazione di ultima volontà e quindi esista un negozio mortis causa, occorre esclusivamente che lo scritto contenga la manifestazione di una volontà definitiva dell autore, vale a dire che si sia compiutamente ed incondizionatamente formata e manifestata e sia diretta a disporre attualmente, in tutto o in parte, dei propri beni per il tempo successivo alla propria morte 10. Ai fini della configurabilità di una scrittura privata come testamento olografo non basta il riscontro dei requisiti di forma, ex art. 602 c.c., ma necessita l accertamento dell oggettiva riconoscibilità nella scrittura della volontà attuale del suo autore di compiere non già un mero progetto, ma un atto di disposizione del proprio patrimonio per il tempo successivo alla sua morte. Detto accertamento, che costituisce un prius logico rispetto alla stessa interpretazione della volontà testamentaria, spetta al giudice del merito e, se congruamente e logicamente motivato, è incensurabile in sede di legittimità 11. Dott.ssa Sciotto Fortunata Serena 9 Cass., n /2003; 10 Cass., n. 150/2014; Cass., n. 8668/1990; 11 Cass., n. 8490/2012; 7