Gioco, educazione e apprendimento. R. Nes'

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1 Gioco, educazione e apprendimento R. Nes'

2 Il gioco è un attività umana fondamentale Il gioco è da sempre presente nella vita dell uomo, in ogni tempo e in ogni luogo. È un fenomeno culturale e sociale. Il gioco svolge le sue funzioni in tutto l arco della vita del soggetto.» Nell infanzia» Nell adolescenza» Nell età adulta» Nella terza età È un importante dispositivo di cura di sé e degli altri

3 Gioco e società Il gioco ha un rapporto molto profondo con la società. È simbolo e rappresentante della società che lo gioco. La società attraverso il gioco e i giocattoli veicola valori, significati, ruoli sociali ma anche stereotipi. Un esempio di quanto sia forte questo legame ci proviene dagli studi antropologici di Geertz il quale conia il concetto di Gioco profondo

4 Le grandi teorie del 900 e la definizione di gioco Johan Huizinga e il suo Homo Ludens (1939) Roger Caillois e il suo I giochi e gli uomini la maschera e la vertigine (1958) A Huizinga dobbiamo la prima definizione specifica di gioco come fenomeno umano e culturale affermando che la cultura è sub specie ludi. Caillois (sociologo) sistematizzerà e svilupperà il pensiero di Huizinga e svilupperà le categorie ludiche (agon, alea, mimicry, ilinx). Definisce il gioco attraverso 6 caratteristiche. Il gioco è un attività: Regolata, Libera, Separata, Fittizia, Improduttiva, incerta

5 Gioco e educazione: un lungo rapporto Il ruolo del gioco nell educazione e nella didattica è presente fin dall epoca antica, in tempi recenti è un diritto dell infanzia. Riferimeni al ludico si trovano nella normativa internazionale e nella normativa scolastica nazionale.

6 L atteggiamento nei confronti del gioco Dalla Normativa sia internazionale che scolasticanazionale emerge che: il gioco è riconosciuto come diritto del bambino (e solo del bambino!) specialmente in età prescolare è visto poi come strumento utile per la didattica (disciplinare ma neppure di tutte le discipline) È una forma di ricreazione Gioco e sport si confondo e si fondano

7 La scuola se da una parte deve e può accogliere il gioco dall altra è il luogo dove si possono trovare le maggiori ambiguità e le cattive utilizzazioni del ludico. A cosa è dovuto questo? A un idea di scuola tradizionale che è fatica, sacrificio e impegno serio L atteggiamento degli educatori

8 Tre atteggiamenti e pensieri sul ludico 1) il gioco è solo una ricreazione necessaria a ritemprare le forze. Incoraggia l idea del gioco come futile e improduttivo 2) Il gioco è solo uno strumento didattico per facilitare gli apprendimenti (un trucco, una pillola magica ) 3) Il gioco ha un valore importante nella crescita Staccioli parla di Fiducia pedagogico nel valore del gioco: il gioco non solo è accolto ma incoraggiato e valorizzato

9 Ludico/ludiforme Facciamo qui riferimento al pensiero di Visalberghi il quale afferma che: l attività ludica è: impegnativa, e continuativa, è progressiva e, se involge la presenza di finalità consapevoli, queste son tali che il loro raggiungimento completo segna la fine dell attività senza che ne sia prevista un ulteriore funzionalità L attività ludica diventa ludiforme quando non si esaurisce e aggiungiamo noi quando non è completamente libera e spesso viene valutata. L attività ludica spesso non appartiene ai bambini ma cade dall alto!

10 Come fare didattica ludica? Un po di domande.. Come si apprende il gioco? E possibile imparare a giocare? E come è possibile apprendere giocando? E soprattutto si può insegnare a giocare?

11 Ancora domande Prima di utilizzare il gioco l insegnante deve riflettere su: Quale tipo di gioco? Come si deve giocare? Con chi giocare? Quando? Per quanto tempo?

12 Come contribuisce il gioco all apprendimento? Innanzitutto perché permette di stare nell esperienza, di fare esperienza. Inoltre il suo contributo è legato alla motivazione e al coinvolgimento. Il gioco infatti è motivante e motivato. Colui che decide di imparare un gioco esprime liberamente la sua volontà di apprendere un sistema di regole e di stare in un insieme di processi. Il gioco è automotivante. Contiene in sé la spinta ad apprendere.

13 Il gioco è poi coinvolgente. Nell attività ludica non sono previsti attori passivi. Il giocatore è sempre attivamente coinvolto nel processo ludico, è sempre in azione. Giocare è sempre un avventura.

14 Ma non basta lasciar giocare Per far si che il gioco svolga tutte le sue funzioni educative e formative l adulto-educatore deve svolgere riflessioni e analisi sul gioco, deve preparare il terreno ludico

15 Ma non basta lasciar giocare Per far si che il gioco svolga tutte le sue funzioni educative e formative l adulto-educatore deve svolgere riflessioni e analisi sul gioco, deve preparare il terreno ludico

16 Alcuni principi-guida 1) Credere nel gioco 2) Conoscenza ludica 3) Progettazione e programmazione 4) Pensare l ambiente 5) Flessibilità e rispetto

17 Conoscenza ludica Per conoscenza ludica si intende conoscere approfonditamente i giochi, le loro regole e soprattutto la loro struttura. Ogni gioco ha una sua grammatica o logica interna ed esterna (cfr. Parlebas). Quella interna è la struttura del gioco fatta di regole, i punteggi, gli spazi, le forme di comunicazione e relazione presenti nel gioco etc (tutti questi sono chiamati da Parlebas universali ludici) Quella esterna fa riferimento al contesto socio-culturale a cui il gioco appartiene, a come il contesto lo considera e a come lo modifica.

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