i Quaderni Pubblicazione Periodica del Centro Servizi Volontariato Toscana A cura di Francesca Giovagnoli

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2 18 i Quaderni I Quaderni Bimestrale n.18, settembre 2003 reg. Tribunale di Firenze n del 28/01/1999 Direttore Responsabile Cristiana Guccinelli spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 FI Pubblicazione Periodica del Centro Servizi Volontariato Toscana A cura di Francesca Giovagnoli In collaborazione con Associazione Informare un H

3 18 i Quaderni Accessibilità dell informazione Abbattere le barriere fisiche e virtuali nelle biblioteche e nei centri di documentazione Firenze 15 Maggio 2003

4 18 i Quaderni Si ringraziano i produttori di software di catalogazione professionale Aleph Atlantis Srl Amicus Teknesis Nexus Q-Series Ifnet SBN Sebina Akros

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6 ll Progetto Retedocu del Ce.S.Vo.T 7

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8 Il CESVOT, in collaborazione con la Fondazione Istituto Andrea Devoto e il Centro Nazionale del Volontariato, ha attivato nel 1999 un progetto di documentazione ed informazione, attraverso la creazione di una rete di centri di documentazione, strutture che svolgono una funzione di interfaccia con i bisogni informativi di uno o più target di popolazione. Questa funzione diventa sempre più importante in una fase storica che vede il moltiplicarsi delle fonti informative, cosa che rende prioritarie le possibilità di accesso, recupero e selezione dell informazione. La prima azione del progetto è stata una ricerca sui centri di documentazione, con particolare riferimento alle realtà del terzo settore, che ha consentito di avere un quadro delle realtà presenti, suddivise in tre categorie in base alle loro caratteristiche e al loro livello di sviluppo: i fondi documentari (raccolte di documentazione non catalogata e non aggiornata), le attività documentarie organizzate (che hanno sviluppato attività di catalogazione e di organizzazione della documentazione in modo non sistematico), i centri di documentazione e le biblioteche specializzate (caratterizzati dalla sistematicità delle attività e dalla presenza di personale dedicato). La seconda azione è stata la promozione di un corso di qualificazione professionale (Ex libris) finanziato con fondi regionali, svoltosi tra il 2000 e il 2001, che ha assegnato a 19 operatori di centri di documentazione la qualifica regionale di bibliotecario documentalista. In seguito al corso un gruppo di realtà, che avevano le caratteristiche di centro di documentazione, si sono rese disponibili ad avviare un percorso di coordinamento in rete (chiamata Retedocu) ed hanno partecipato alla terza fase dedicata alla condivisione di metodologie standardizzate di catalogazione, erogazione di servizi informativi, valutazione. Le realtà coinvolte sono: il centro di documentazione della CGIL regionale, specializzato sui temi del lavoro, il Centro Nazionale del Volontariato di Lucca specializzato sul volontariato, Informalcol dell Università degli studi di Firenze, gestito dall associazione Nautilus, specializzato sul tema dell alcolismo, il centro di documentazione del Centro mondialità e sviluppo di Livorno specializzato sul tema della cooperazione internazionale, Informare un H del comune di Peccioli in collaborazione con la UILDM, specializzato sul tema della disabilità. La quarta fase, attualmente in atto, è dedicata all attivazione di servizi informativi e di documentazione come il catalogo collettivo on line (OPAC), che consentirà di conoscere il patrimonio documentario dei centri. Uno dei primi obiettivi che Retedocu si è data è il recupero della documentazione prodotta e posseduta dalle associazioni: libri, riviste, atti di congressi, materiale prodotto per campagne informative (manifesti, brochure, ecc.), video ecc. 9

9 10 sono un patrimonio enorme che non è conosciuto, né consultabile e che rischia di andare perduto. I centri aderenti alla rete catalogheranno la documentazione in possesso delle associazioni. Nascerà così una banca dati bibliografica del volontariato, consultabile tramite Internet, che comprenderà, oltre alle collezioni preesistenti dei centri, anche il patrimonio delle associazioni stesse. Il catalogo sarà integrato: oltre alle schede bibliografiche, sarà possibile la visualizzazione di materiali grafici (depliant, manifesti, ecc.) e l accesso a siti web. Saranno quindi attivati servizi cosiddetti di disseminazione selettiva dell informazione (su documentazione ed altre risorse informative sulla base di bisogni informativi specifici dei diversi utenti), la consulenza a realtà che vogliano creare o implementare attività di documentazione. Il CESVOT, intende rispondere attraverso i servizi offerti da Retedocu, che si integrano con le attività formative, alle esigenze di informazione ed aggiornamento permanente, alla base della crescita di un associazionismo competente, qualificato, consapevole dell enorme patrimonio di cultura e conoscenze che produce. D altra parte valorizzare ed implementare la funzione svolta da centri di documentazione esistenti, favorendone l integrazione con le reti interbibliotecarie territoriali, costituisce il valore aggiunto del ruolo di un centro servizi del volontariato, oltre ad essere in sintonia con l obiettivo della legge regionale 35/97 (Disciplina in materia di biblioteche di enti locali e di interesse locale e di archivi di enti locali), che prevede la creazione di un servizio documentario integrato, che consenta, mediante la condivisione delle risorse, di rispondere ai bisogni informativi dell utenza. Silvia Bruni - Gruppo di coordinamento Retedocu Per informazioni: ass.nautilus@mclink.it

10 11 Atti del Convegno

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12 13 Presentazione Accessibilità dell informazione: un tema strategico per le biblioteche Massimo Rolle - Presidente AIB Sezione Toscana La Sezione Toscana dell Associazione Italiana Biblioteche è stata lieta di accogliere la sollecitazione del CESVOT e di Retedocu ad organizzare un iniziativa di riflessione sull accessibilità dell informazione. Questa è alla base della funzione sociale delle biblioteche stesse: il manifesto UNE- SCO per le biblioteche pubbliche afferma infatti che la missione di queste ultime è quella di rendere [ ] prontamente disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione [ ] e che i servizi devono essere erogati [ ]sulla base dell'uguaglianza di accesso per tutti, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione sociale [ ]. Troppo spesso queste parole sono rimaste solo sulla carta ed i cittadini hanno incontrato (sulla strada per la biblioteca) barriere d accesso fisiche e virtuali rappresentate dalle caratteristiche degli edifici, dagli orari inconciliabili con i tempi di chi lavora, dalla lingua del materiale posseduto per chi viene da altri paesi e fatica a leggere in italiano, dal sito web illeggibile perché scritto in caratteri troppo piccoli, non pensato per essere utilizzato da chi ha qualche forma di disabilità o di difficile navigazione, eccetera. Troppo spesso i cittadini sono rimasti soli con i loro bisogni informativi, senza bussola per orientarsi in un mondo che le informazioni le produce in continuazione e che pone continuamente ostacoli alla fruizione delle stesse. Le biblioteche devono ripensare i loro servizi in un ottica che considera l accessibilità un valore universale perché un informazione facilmente accessibile per chi ha, temporaneamente o in modo permanente, una disabilità, è un informazione più accessibile per tutti. Fortunatamente il cammino è avviato: ne sono un esempio i progetti come il CABI per l accessibilità delle biblioteche promosso dalla biblioteca Marciana di Venezia (qui presentato), la traduzione che l AIB ha curato delle linee guida del W3C, le iniziative intraprese da chi produce software per cataloghi on line. I momenti di studio e riflessione come questo di cui presentiamo gli

13 14 atti sono fondamentali per rafforzare la collaborazione e lo scambio tra tutti coloro che sono impegnati su questi temi e per sensibilizzare coloro che ancora non hanno compreso la centralità del tema.

14 La missione delle biblioteche e l importanza di garantire l accesso a un utenza diversificata Simona Lancioni -"Informare un'h Centro Gabriele Giuntinelli" Shiyali Ramamrita Ranganathan ( ), uno dei più grandi bibliotecari del ventesimo secolo, pose a fondamento della biblioteconomia cinque leggi (The five laws of library science): 1. Books are for use I libri sono fatti per essere usati 2. Every reader his book Ad ogni lettore il suo libro 3. Every book his reader Ad ogni libro il suo lettore 4. Save the time of the reader Risparmia il tempo del lettore 5. A library is a growing organism La biblioteca è un organismo che cresce Si tratta di affermazioni di rilievo che introducono una visione umanistica della biblioteca: una visione in cui il bibliotecario, mentre cataloga, mentre ordina i libri, mentre si perde in tecnicismi e burocrazie, non perde mai di vista il fine ultimo del suo lavoro: l uomo. A tutt oggi i contenuti di queste leggi, enunciate nel 1928, non hanno perso di attualità. Forse però la forma andrebbe adeguata a una società profondamente diversa da quella conosciuta dall illustre bibliotecario indiano. Una società in cui l informazione non è veicolata sempre e comunque dal libro. Nella consapevolezza di questa rilevante differenza oggi si potrebbe dire: - L informazione è fatta per circolare. - Ad ogni persona l informazione giusta, nel modo giusto, nei tempi giusti per far crescere la persona, la biblioteca, la società. Oggi, come allora, lo scopo di chi gestisce informazione è trovare un punto di contatto tra l informazione (quella giusta) e la persona. Un contatto imprescindibile per lo sviluppo cognitivo della persona stessa. Concetti semplici e abbastanza chiari, ormai acquisiti. Ma allora perché un convegno sull accessibilità dell informazione? L idea del convegno nasce nell ambito dei lavori di Retedocu Toscana, la rete dei Centri di Documentazione del Terzo Settore in area sociale e sanitaria della Toscana, che si propone una condivisione di metodi, linguaggi e strumenti di valutazione nella trattazione documentaria. La rete ha rappresentato un luogo d incontro e confronto tra centri di documen- 15

15 16 tazione diversi, gestiti da operatori diversi (e dunque dotati di professionalità diverse), con diversi livelli di specializzazione e, soprattutto, con utenze diversificate rispetto ai bisogni informativi. Non è un caso che la riflessione sull accessibilità dell informazione sia partita da Informare un H (Peccioli - PI), un centro che si occupa specificamente di disabilità. Possiamo infatti ragionevolmente ritenere che la presenza della disabilità richieda a chi gestisce informazione qualche attenzione aggiuntiva rispetto a quella comunemente adottata nello svolgimento del servizio di informazione. Se l analisi delle tipologie d utenza e quella dei bisogni informativi sono infatti un passaggio obbligato per tutti gli operatori dell informazione, una riflessione sui metodi di fruizione dell informazione e sui supporti della stessa coinvolgerà necessariamente in maniera maggiore quegli operatori che dovranno interagire con persone che potrebbero avere difficoltà a fruire dell informazione in modo indifferenziato. Questi operatori meglio di altri sanno che, ad esempio, fornire un indirizzo scritto con l inchiostro su un foglio può rappresentare una fastidiosa barriera per l utente con problemi visivi, una barriera che renderebbe l utente non autonomo nella fruizione dell informazione. Inconveniente tranquillamente superabile registrando l indirizzo su un nastro audio o su supporto digitale. Da ciò la maggiore enfasi posta da questi operatori sulla flessibilità dei servizi, ossia sulla capacità degli stessi di trasformarsi davanti alle caratteristiche/esigenze di un utenza diversificata. L accessibilità dell informazione senza discriminazioni è dunque il filo conduttore del percorso che abbiamo scelto di intraprendere. Ma che cos è l accessibilità dell informazione? Guardandola da vicino scopriamo che essa è in realtà un termine contenitore e che può essere analizzata sotto diversi profili. Un termine ricco di sfumature. Vediamone alcune. La più intuitiva accezione di accessibilità riguarda un aspetto fisico: l accessibilità architettonica. L accessibilità dei luoghi dell informazione (le scuole, le biblioteche, i centri di documentazione, ecc.) ha una rilevanza in termini di concretezza, ma anche in termini simbolici. Negare ad alcune persone l accesso a una struttura pubblica (o privata aperta al pubblico) non ha il semplice significato di esclusione da un luogo, ma ha anche il significato di esclusione dai servizi erogati in quel luogo. Non poter entrare in una biblioteca pubblica significa infatti non avere accesso ai circuiti convenzionali dell informazione pubblica: un aspetto che va ben aldilà dell inaccessibilità fisica del luogo. Rispetto a questo tema è doveroso osservare che esistono da anni norme che obbligano il pubbli-

16 co alla progettazione accessibile, ma che tali norme sono largamente disattese (si vedano i seguenti atti normativi: Decreto del Presidente della Repubblica del 24/07/1996 n. 503; Legge del 05/02/1992 n. 104; Legge del 28/02/1986 n. 41; Legge del 30/03/1971 n Gli atti normativi indicati sono disponibili in versione integrale all URL: Un altra valenza dell accessibilità è quella temporale; questa trova i suoi indicatori nelle ore di apertura al pubblico, nelle aperture pomeridiane e nei festivi, nella possibilità per l utenza di individuare giorni e ore di riferimento. Mediamente meno percepita sembra essere l accezione burocratica dell accessibilità: far compilare all utente una ingente quantità di moduli, subordinare il prestito a eccessivi oneri formali e altre soluzioni analoghe, adottate a tutela (sacrosanta) del patrimonio documentario, potrebbero tradursi, se non adeguatamente calibrate, in fattori disincentivanti della fruizione del patrimonio documentario stesso. Esiste poi l accessibilità economica: anche nella realizzazione di questo convegno abbiamo avuto modo di constatare quanto l elemento economico possa essere discriminante. Dotare il convegno di un servizio di interpretariato per persone non udenti, giusto per fare un esempio, ha comportato per l organizzazione un carico di spesa difficilmente sostenibile da piccole realtà. Mettiamo in evidenza questo aspetto non perché la professionalità di chi svolge questo lavoro non debba essere riconosciuta e adeguatamente remunerata, quanto piuttosto per evidenziare che lavorare in termini di accessibilità dell informazione comporta necessariamente una riflessione seria sulla sostenibilità dei costi ad essa legati ed, eventualmente, l adozione di specifici provvedimenti (anche a livello statale) perché diventi effettiva. Altri aspetti rilevanti in un Paese che si è aperto all Europa, e che ospita un numero crescente di persone extracomunitarie, riguardano l accessibilità linguistica (la possibilità di fornire l informazione in lingue diverse) e l accessibilità culturale (la possibilità di fruire di materiali documentari adeguati al livello culturale dell utenza). E perfettamente inutile, ad esempio, fornire un testo di legge ad una persona che non ha alcuna nozione giuridica, né strumenti conoscitivi idonei all interpretazione del testo fornito. Meglio allora fornire, a corredo, testi di taglio divulgativo, meno tecnici di quelli utilizzati dagli addetti ai lavori, ma presu- 17

17 18 mibilmente più idonei alle esigenze informative dell utente in questione. Una riflessione specifica va sicuramente dedicata all accessibilità dei supporti: va infatti rilevato che il libro, come comunemente viene inteso (un insieme di fogli scritti ad inchiostro tenuti insieme da una rilegatura), può costituire una barriera per alcune tipologie di utenti. E sicuramente una barriera per la persona non vedente, potrebbe esserlo per l ipovedente (se i caratteri sono decorati e non sufficientemente ingranditi); lo è per la persona colpita da una forma di spasticità che non consente il controllo e il coordinamento dei movimenti; lo è per la persona interessata da tetraplegia (che ha perso l uso degli arti inferiori e superiori); lo è per alcune persone colpite da alcuni tipi di patologie neuromuscolari in fase avanzata (persone che non hanno la forza per sfogliare le pagine di un libro). Tutte difficoltà colmabili con l uso di altri formati e supporti (stampa in Braille, audio, video, digitale, multimediale) purché si abbia consapevolezza della situazione. C è poi un aspetto dell accessibilità che è molto attuale, si tratta di quella che potremo chiamare accessibilità remota, ossia la possibilità di accedere ad una risorsa informativa a distanza, senza recarsi nel luogo in cui essa è locata e a prescindere dalla piattaforma di erogazione. Rispetto a questo molto è stato fatto in termini di soluzioni per una progettazione del Web volta all'accessibilità (si vedano le Linee guida del W3C per l'accessibilità ai contenuti del Web - versione originale in inglese disponibile all URL: / - versione in italiano tradotta dal Gruppo di studio sull'uguaglianza d'accesso ai servizi delle biblioteche (WAI-IT) dell Associazione Italiana Biblioteche (AIB) disponibile all URL Qualcosa si sta facendo anche a livello giuridico: sono state infatti emanate due circolari, una del Ministro della Funzione Pubblica sull'accessibilità dei siti web delle Pubbliche amministrazioni del 13 marzo 2001 (disponibile all URL: e una dell AIPA (Autorità per l'informatica nella Pubblica Amministrazione) denominata Criteri e strumenti per migliorare l'accessibilità dei siti web e delle applicazioni informatiche a persone disabili del 6 settembre 2001 (disponibile all URL: Sono attualmente in discussione in Parlamento diversi disegni di legge tesi a disciplinare ad un livello giuridico più elevato i temi attualmente affidati alle citate cir-

18 colari (queste ultime infatti sono strumenti giuridici che, com è noto, hanno una forza vincolante notevolmente inferiore alla Legge propriamente detta). Molto rimane da fare in termini di conoscenza, padronanza e applicazione concreta di quanto finora elaborato su questi temi. C è solo da augurarsi che i nuovi provvedimenti normativi abbiano maggiore successo della normativa emanata in materia di accessibilità architettonica, e che le nuove disposizioni non vengano intese in alternativa all accessibilità fisica dei luoghi, quanto piuttosto come completamento di quest ultima. Ad un livello critico è peraltro doveroso osservare che all enfasi posta sull accessibilità del web non corrisponde un uguale impegno ed entusiasmo nel cercare di rendere accessibili tutte le risorse elettroniche, ossia anche quelle non fruite attraverso un collegamento con la rete (ad esempio opere enciclopediche multimediali su CD ROM, ecc.). Una distrazione che andrebbe colmata in itinere onde evitare di dover lottare per modificare una Legge appena emanata. Attualmente le persone disabili che vogliano accedere all informazione possono seguire due percorsi. Possono rivolgersi alle biblioteche pubbliche che adottano un trattamento documentario professionale (catalogazione formale con ISBD, indicizzazioni pre o postcoordinate effettuate attraverso un controllo terminologico scrupoloso o attraverso codici numerici, ecc..), ma che tendono ad impostare i servizi su un utenza standard (minimizzando la diversità) e mostrano scarsa sensibilità politica riguardo a questi temi. Oppure possono rivolgersi a biblioteche e centri di documentazione del Terzo Settore, strutture che difficilmente attuano un trattamento documentario conforme agli standard, ma che hanno molti documenti di interesse specifico, che vivono a stretto contatto con questa utenza non standardizzabile e dunque ne conoscono le esigenze informative e i modi di fruizione dell informazione. Va però rilevato che a questa maggiore sensibilità politica si accompagna frequentemente una certa commistione/confusione dell attività di documentazione propriamente detta con le altre attività dell ente di appartenenza. Situazione non propriamente favorevole ad un percorso di professionalizzazione degli operatori. Oltre a quella appena rilevata sono individuabili altri tipi di distorsione: ad esempio l eccessiva specializzazione nell ambito di una specifica disabilità può comportare (e talvolta di fatto comporta) una ignoranza riguardo alle esigenze di persone con disabilità differenti (ad esempio: non è detto che i siti costruiti da/con/per persone con disabilità motoria abbiano specifici accorgimenti funzionali alle esigenze di persone non veden- 19

19 20 ti). Altra distorsione riscontrabile nell agire delle biblioteche/centri di Terzo Settore è data dal fatto di alimentare implicitamente una rappresentazione erronea delle esigenze informative delle persone alle quali si rivolgono: sembra quasi che le persone disabili debbano occuparsi solo di questioni inerenti la propria condizione, che i carcerati debbano occuparsi solo di carcere, che gli extracomunitari si debbano occupare necessariamente di questioni inerenti il proprio paese d origine o questioni burocratiche. Infatti questi centri, concentrandosi prevalentemente su un informazione di servizio (peraltro utilissima), non sembrano darsi molto pensiero dell accessibilità delle altre informazioni. A tal proposito giova ricordare che il compito delle agenzie di informazione (sia pubbliche che private) è quello di lavorare per garantire la libertà di scelta, e non per orientare a priori la domanda e l offerta informativa. Conosciamo diverse persone disabili laureate: nessuna di loro è laureata in disabilità. Ciò che ci piace mettere in rilievo è che, in realtà, questi due mondi (quello del pubblico e quello del privato, anche sociale) comunicano poco nonostante abbiano molte cose da dirsi e da scambiarsi a più livelli. In concreto le figure chiamate a tracciare questo percorso di accessibilità sono tante: a loro tutte si rivolge la presente iniziativa. Sono i professionisti dell informazione (bibliotecari, documentalisti, ecc.); sono gli architetti, gli ingegneri e i geometri: per ciò che concerne l accessibilità architettonica; sono gli Enti Pubblici locali in qualità di responsabili dei controlli; sono i produttori di software e i webmaster: perciò che concerne l accessibilità remota; sono gli esperti del mondo della disabilità in qualità soggetti più allenati a confrontarsi con un utenza non standardizzabile; sono le stesse persone svantaggiate (persone disabili, persone ricoverate, carcerati, extracomunitari, ecc.) in qualità di maggiori esperti di se stessi. Sono molti i richiami espliciti a questi concetti nei documenti che definiscono la missione delle biblioteche. Recita infatti il Manifesto dell Unesco (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization) per le biblioteche pubbliche: La libertà, il benessere e lo sviluppo della società e degli individui sono valori umani fondamentali. Essi potranno essere raggiunti solo attraverso la capacità di cittadini ben informati di esercitare i loro diritti democratici e di giocare un ruolo attivo nella società. La partecipazione

20 costruttiva e lo sviluppo della democrazia dipendono da un'istruzione soddisfacente, così come da un accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza al pensiero, alla cultura e all'informazione.[ ] La biblioteca pubblica è il centro informativo locale che rende prontamente disponibile per i suoi utenti ogni genere di conoscenza e informazione. I servizi della biblioteca pubblica sono forniti sulla base dell'uguaglianza di accesso per tutti, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione sociale. Servizi e materiali specifici devono essere forniti a quegli utenti che, per qualsiasi ragione, non abbiano la possibilità di utilizzare servizi e materiali ordinari, per esempio le minoranze linguistiche, le persone disabili, ricoverate in ospedale, detenute nelle carceri. (fonte: AIB Notizie 7 (1995), n. 5, p. 1-2, traduzione di Maria Teresa Natale. La versione originale è stata pubblicata in IFLA journal 21(1995), n. 1, p ). Recita lo Statuto dell'associazione italiana biblioteche (AIB) approvato dall'assemblea straordinaria dei soci svoltasi a Roma il 17 maggio 1999: Art. 2 Scopo sociale: L'AIB, che aderisce all'ifla (International Federation of Library Associations and Institutions) e promuove l'affermazione dei principi contenuti nel Manifesto UNESCO sulle biblioteche pubbliche, persegue le seguenti finalità di natura professionale,scientifica e culturale: a) promuovere l'organizzazione e lo sviluppo in Italia delle biblioteche e di un servizio bibliotecario che tenga in crescente considerazione le esigenze dell'utenza. (fonte URL: Sancisce la Dichiarazione sulle biblioteche e sulla libertà intellettuale dell'ifla/faife (approvata dal Comitato esecutivo dell'ifla il 25 marzo 1999 all'aja _ Paesi Bassi): L'IFLA (International Federation of Library Associations and Institutions) sostiene, difende e promuove la libertà intellettuale, così come definita nella Dichiarazione universale dei diritti umani delle Nazioni Unite. L'IFLA dichiara che gli esseri umani hanno il diritto fondamentale di accedere alle espressioni della conoscenza, del pensiero creativo e dell'attività intellettuale, e di esprimere pubblicamente le proprie opinioni. [ ] Le biblioteche devono rendere accessibile l'accesso ai materiali e ai servizi in egual modo a tutti gli utenti (fonte: AIB Notizie, 11 (1999),n. 5, p. 4. Traduzione italiana di Maria Teresa Natale. URL: Recita ancora il Manifesto IFLA (International Federation of Library 21

21 22 Associations and Institutions) per Internet (approvato dal Consiglio dell'ifla il 27 marzo 2002 all'aja (Paesi Bassi) e proclamato dall'ifla il 1 maggio 2002): Il libero accesso all'informazione è essenziale per la libertà,l'uguaglianza, la comprensione mondiale e la pace. La Federazione internazionale delle associazioni e delle istituzioni bibliotecarie (IFLA) afferma che: la libertà intellettuale è il diritto di ogni individuo ad avere ed esprimere le proprie opinioni e a cercare e ricevere informazioni costituisce la base della democrazia ed è al centro del servizio la libertà di accesso all'informazione, indipendentemente dal mezzo e dalle frontiere, è responsabilità fondamentale dei bibliotecari e dei professionisti dell'informazione; l'offerta del libero accesso a Internet da parte delle biblioteche e dei servizi informativi aiuta le comunità e gli individui a raggiungere la libertà, la prosperità e lo sviluppo; le barriere che ostacolano i flussi dell'informazione, e specialmente quelle che alimentano la disuguaglianza, la povertà e lo sconforto, devono essere rimosse. (fonte: AIB traduzione italiana di Maria Teresa Natale. URL: versione in lingua inglese disponibile all URL: Insomma tutte le argomentazioni esposte si muovono nella direzione della centralità dell utenza (il lettore di Ranganathan): ne consegue che solo l operatore che riesce a raggiungere la propria utenza potrà affermare di svolgere il proprio lavoro in modo adeguato. Ma per raggiungere l utenza bisogna conoscere i suoi bisogni informativi e i suoi modi di accedere all informazione; in sostanza per raggiungere l utenza non si può fare a meno dell utenza!!

22 Le barriere fisiche: elementi di accessibilità architettonica Enrico Orofino CERPA Centro europeo di Ricerca e Promozione dell Accessibilità II Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell'accessibilità ITALIA" in sigla "C.E.R.P.A. ITALIA" rappresenta in ambito nazionale il Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell'accessibilità in quanto struttura associativa a rappresentanza internazionale fra le nazioni Europee. II "C.E.R.P.A. ITALIA" ha lo scopo principale di contribuire attraverso l'attività congiunta dei soci aderenti alla promozione di una migliore qualità della vita, una maggiore accessibilità e fruibilità urbanistico-edilizia da parte di tutti gli individui, di tutte le categorie sociali con particolare attenzione per quelle ritenute più deboli, attraverso attività promozionali, elaborazione di strategie per una maggiore crescita culturale verso il problema della mobilità, accessibilità e fruibilità dell'ambiente; studio e applicazione di nuove tecnologie che possano condurre ad una progettazione e realizzazione della qualità nel settore architettonico, urbanistico ed oggettuale. Dalla metà degli anni 70 è stato dato avvio ad un percorso per cercare, con l utilizzo di professionalità specifiche, di diffondere la cultura dell accessibilità, con particolare riguardo al problema delle barriere architettoniche. In questi anni si è vista tutta una serie di realizzazioni e, soprattutto in materia di accessibilità delle strutture fisiche nel contesto italiano sono stati fatti dei grossi passi in avanti. Per avere un approccio corretto a queste tematiche bisogna fare una distinzione tra accessibilità e fruibilità. Per accessibilità si intendono tutte le attenzioni di carattere tecnico (soluzioni architettoniche, di arredo, impiantistiche e strutturali) che consentono l ingresso e la mobilità all interno di un edificio. Tuttavia la maggior parte delle persone sperimenta come l entrare e il muoversi in edificio non sia che la condizione necessaria ma spesso non sufficiente per la fruibilità di spazi quali quelli del patrimonio artistico, scolastico, culturale del nostro Paese soprattutto quando verifichiamo le possibilità di svolgere le funzioni proprie dello specifico edificio offerte a bambini, disabili cognitivi, anziani deboli. A titolo di esempio esaminiamo la fruibilità del nostro patrimonio artistico, risorsa peculiare dell Italia essendo presente e diffuso sull intero territorio nazionale: la fruibilità non si risolve con l impiego di rampe, ascensori, ausili per disabili sensoriali (quando ci sono), ma con il con- 23

23 24 sentire una interazione vera. Tale interazione potrà, nel caso, ad esempio, dei musei realizzarsi attraverso percorsi didattici proposti con pochi oggetti esposti, magari a rotazione, ben spiegati e dove sia data la possibilità di sostare per studiare o semplicemente riposarsi di fronte ad un capolavoro, la qual cosa significa ancora una volta ripensare all ambiente in termini di integrazione dei vari componenti quali quelli architettonici, d arredo, impiantistici e tecnologici, ecc.; L evoluzione che anche in Italia vi è stata in questi anni in tema di accessibilità e fruibilità degli edifici pubblici, vede oggi un panorama caratterizzato da: 1. un consistente numero di interventi che hanno migliorato l accessibilità degli edifici MA NON 1.1. la loro fruibilità, intesa come sopra esposto l efficienza del sistema, intesa come capacità dei singoli interventi di generare sinergie ed economie di scala 2. i costi sostenuti, a livello complessivo rappresentano un investimento, in termini di 2.1. minori costi sociali ( quanto ci costerebbe,infatti, oggi dover gestire la mobilità attraverso servizi di assistenza?) 2.2. maggior utilizzo delle strutture che forniscono ossigeno all economia in termini di domanda interna quali luoghi di spettacolo, villeggiatura (diret ta ed indiretta su familiari e assistenti) domanda esterna : il turismo, tra tutti, in particolare delle persone anziane 3. la necessità di finanziamento per il mantenimento in efficacia degli interventi realizzati, specie attraverso la predisposizione di apparecchiature (servoscale, bagni assistiti, sistemi elettronici, etc) In sintesi: = l impianto legislativo del nostro Paese consente di indirizzare le scelte tecnico-economiche verso risultati teoricamente eccellenti; l applicazione delle norme ha portato a realizzare un ambiente costruito sicuramente più accessibile di 20 anni fa = una parte del realizzato si sarebbe potuto realizzare meglio e a costi più bassi = il contesto economico attuale e futuro pone degli interrogativi sulla sostenibilità del processo fin qui utilizzato = l orientamento degli interventi di fornire prioritariamente l autonomia dell individuo è comunque stato premiante: investire con coeren-

24 za sull autonomia delle persone anziane e disabili, oltre alle intuibili positività etiche e di politica sociale che ne discendono, ha significato anche operare scelte di carattere economico di portata più rilevante di quanto un approccio semplicistico potesse lasciare supporre. Investire sull abbattimento delle barriere architettoniche ha indubbiamente una ricaduta positiva non soltanto sui portatori di handicap ma sull intera comunità: in effetti si può affermare che siamo tutti potenzialmente invalidi, poichè siamo tutti sicuramente anziani potenziali per cui, una rampa costruita oggi è sicuramente un investimento per tutti noi in futuro; non bisogna dimenticare che grazie all uso di farmaci sempre più sofisticati e con l accanimento terapeutico il limite dell età si sta alzando sempre di più, mentre le condizioni fisiche ahimè non vanno di pari passo. Un altro aspetto importante è rappresentato dalla segnaletica: fra tutti gli interventi che si possono attuare quello della segnaletica è quella che ha il miglior rapporto costo-benefici, perché spesso mettere dei cartelli in posizioni strategiche, studiati bene, eccetera, consente alla persona con handicap sia visivo che motorio, di risparmiare fatica, perdite di tempo e a volte anche stress, veramente con pochi accorgimenti. A differenza di altri tipi di intervento che, quando vengono fatti su una struttura preesistente comportano un notevole aggravio di costi, la segnaletica è un intervento aperto, nel senso che non è mai troppo tardi mettere un segnale, o meglio studiare un percorso di segnali. E una operazione che costa più o meno prima quanto costa dopo, ed è sicuramente un beneficio per tutti, basti pensare ad esempio alla importanza fondamentale che assume negli ospedali lo studio dei percorsi sia dal punto di vista dei medici, dei pazienti, dei visitatori e quant altro. Volendo riassumere il discorso delle condizioni necessarie ma non sufficienti, l'entrare e il muoversi in un edificio non è sufficiente per la fruibilità degli spazi ma soprattutto quanto parliamo di patrimonio artistico, scolastico, culturale fra cui proprio le biblioteche, bisogna far si che le persone oltre ad entrare possono fruire dell ambiente nel quale sono entrate. Per esempio, proprio per le biblioteche non è che solo rampe, ascensori e ausili possono risolvere il problema, ma bisogna consentire un interazione vera con documentazioni e testi e archivi. Parlando comunque di direttive e quanto in futuro potrà essere fatto, in Italia partiamo da una situazione che non è l anno zero: l impianto legislativo del nostro paese consente sicuramente di indirizzare scelte tecnico-economiche verso risultati che sono, anche se teoricamente però eccellenti e le norme che abbiamo sono riconosciute tra le migliori a livel- 25

25 26 lo internazionale, e hanno sicuramente dato dei risultati in questi 20 anni di applicazione. Per quanto riguarda il futuro, si può affermare che per ogni individuo l autonomia assoluta al 100% non possa esistere; si potrebbe invece ipotizzare di autonomia conviviale, cioè una autonomia dove occorre sì eliminare gli ostacoli, le barriere, ma soprattutto dove la mentalità corrente non crei una visione di disabile che sia una sorta di superman, che con mezzi elettronici o bionici o quant altro riesce a fare tutto quello che faceva prima se nel caso abbia avuto un incidente, oppure comunque quello che fa una persona sana, perché comunque l handicap si deve considerare una malattia che come tale va affrontata. Una volta che si riesca ad eliminare tutto quello che è eliminabile a livello di barriere fisiche poi la convivialità, quindi il rapporto interpersonale tra strutture, operatori, pazienti, utenti può tra l altro esplicarsi al meglio. Questo è molto importante per esempio nella discussione che ormai si fa da alcuni anni sulle norme antincendio nell interno dei cinema o comunque dei locali pubblici a cui appartengono anche le biblioteche, perché spesso non è possibile per un discorso di gestione delle vie di fuga, avere un accessibilità totale a tutte le posizioni eccetera, perché per esempio una persona su sedia a rotelle costituisce sicuramente un ostacolo di un certo tipo. Però bisogna cercare di fare tutto quello che è possibile per dare un accessibilità totale, dopo di che cercare di capire quello che non si può fare altrimenti e trovare delle formule.. Monitoriamo comunque l esistente, creiamo realtà sperimentali, in Toscana voi sapete per esempio a Peccioli è stata creata anche con il contributo della scuola Sant Anna di Pisa una unità sperimentale di domotica dove sono stati messi una serie di ausili, che poi vengono testati come facilità di utilizzo, frequenza di utilizzo e aspetti di questo genere. Non sarebbe male se un domani qualcuno pensasse di creare un unità sperimentale di una biblioteca dotata di alcuni ausili informatici, ovviamente senza barriere per riuscire a capire per esempio quanto la struttura che è stata pensata in un certo modo risponde a quelle che erano le esigenze iniziali. La capacità di modificare l ambiente per renderlo più umano aderente all esigenza di ciascun individuo dipende dalle realtà preesistenti: siamo sicuramente in una Società che non ci aiuta a modificare il nostro ambiente perché esiste una cultura dell efficienza della velocità e del ruolo dell economia però l importante è che la città diventi un occasione per l inserimento e in questa città ovviamente si inseriscono dei punti di

26 cultura di particolare rilevanza come sono le biblioteche e questa è un opera per la quale ingegneri, architetti, operatori e quant altro devono cercare di fare un po di massa critica perché sicuramente i nemici da battere non sono pochi. 27

27 28 Il punto di vista dell utente: basta un click. E vero? Antonio Capoduro - Piccola Cooperativa Portale Onlus di Milano Basta un click. E vero? Ho voluto riassumere il mio intervento con questo interrogativo perché molto spesso si dice che è sufficiente digitare www punto qualcosa, per accedere a tutte le informazioni che ci interessano, come se fosse tutto semplice, tutto scontato; ma è così? Personalmente ritengo che ci sia ancora molto da fare, soprattutto in termini di sensibilizzazione al problema dell accessibilità. Mi chiamo Antonio Capoduro, svolgo attività di didattica on-line e sono socio fondatore di una piccola cooperativa, la Portale Onlus che si occupa di innovazione tecnologica al servizio di personale lavorativo che appartiene alle categorie protette, con particolare riferimento agli invalidi civili. La Cooperativa Portale Onlus offre servizi ai giovani e alle categorie svantaggiate, sfruttando la capacità di comunicazione di Internet utilizzando le moderne tecnologie informatiche e multimediali: istruzione per operatori addetti all addestramento all uso di ausili, formazione per comunità e gruppi in e-learning, DataBase e gruppi di discussione on line per l identificazione degli ausili più idonei al soggetto. Inoltre, sono socio fondatore di A.I.I.E. Onlus Associazione Italiana Informatica Etica. Si tratta di un'organizzazione nazionale che pone al centro dei propri interessi la promozione, la sensibilizzazione e la crescita degli ambiti informatici, tecnologici e telematici in chiave etica, attraverso lo studio, la ricerca e la divulgazione di principi etico-sociali applicati al mondo dell'informatica e delle aziende profit, perseguendo finalità promozionali di studio, di intervento diretto e indiretto, di coordinamento tra forze profit che possono offrire lavoro, strumenti, prestazioni ad altre entità no profit. Oggetto della sua attenzione sono sia l'area della ricerca, sia quella delle aziende profit oriented, al fine di moltiplicare le conoscenze e le tecnologie e di far crescere la sensibilità in vista dell'inserimento sociale e lavorativo delle categorie svantaggiate. Ha al suo interno un Comitato Etico Scientifico che è formato da docenti universitari, dottori specialisti in differenti ambiti delle scienze mediche e umane. Elemento fondante sia della Cooperativa Portale che della Associazione AIIE, il fulcro attorno al quale ruotano tali iniziative, è il concetto di accessibilità. Accessibilità significa informazione libera da qualunque vincolo o

28 barriera, che si interpone tra l utente e chi fornisce informazione. Tommaso Tozzi, in un convegno del 2001, ha chiarito esemplarmente il concetto di accessibilità : "( ) Costruire un'interfaccia il cui uso sia accessibile a tutti. Un'interfaccia che dunque non faccia uso di tecnologie il cui uso implichi attrezzature o software particolarmente costosi, complessi o con caratteristiche che ne impediscono l'uso anche solo ad alcuni. Garantire l'accesso alle informazioni di tipo pubblico senza alcun limite o discriminazione verso gruppi o individui. L'informazione vuole essere libera: appartiene a tutto il mondo, essa è prodotta da e per tutto il mondo e l'accesso all'informazione non deve più essere diritto esclusivo di un'elite o di un gruppo privilegiato." Questa definizione mette bene in luce tutti gli aspetti dell accessibilità che, riassumendo, significa libertà di accesso alle informazioni, alle idee, agli spazi virtuali. Un altra definizione di accessibilità la troviamo nella Circolare 13 marzo 2001, n. 3/2001 emessa dall allora Ministro della Funzione Pubblica, On. Franco Bassanini in relazione alle regole a cui devono attenersi i creatori di pagine web della Pubblica Amministrazione: I siti devono essere accessibili. Essi devono essere progettati in modo da garantire la loro consultazione anche da parte di individui affetti da disabilità fisiche o sensoriali, o condizionati dall'uso di strumenti con prestazioni limitate o da condizioni ambientali sfavorevoli. Un sito accessibile fornisce vantaggi anche alla generalità degli utenti. L'informazione in formato elettronico per molte persone disabili è in linea di principio più accessibile rispetto alla forma tradizionale cartacea, proprio grazie alle nuove tecnologie che permettono la traduzione in diverse modalità percettive. L'esclusione causata da barriere di comunicazione risulta perciò particolarmente grave. Questa circolare è molto importante anche perché nell allegato A ha indicato le Regole di accessibilità, che svolgono una funzione di riferimento per tutti i Webmaster italiani, non solo quelli della Pubblica Amministrazione. Imprescindibile, in ogni caso, il riferimento alle Linee guida sull'accessibilità ai contenuti del Web, documento fondamentale emanato nel 1999 dal Consorzio mondiale del Web (W3C) che si rivolge essenzialmente agli autori di pagine Web e ai creatori di siti Web, suggerendo come rendere i contenuti multimediali accessibili a un pubblico più vasto. Attualmente è in discussione in parlamento una proposta di legge 29

29 30 (Campa Palmieri) che obbliga i siti Web di pubblica utilità ad adottare regole di accessibilità. Per chi non si adegua è prevista una sanzione da 500 a 3000 euro. L'iniziativa è ammirevole e merita lodi. Tuttavia, non mancano nodi da chiarire, resta una terminologia da precisare, analisi di fattibilità su cui riflettere. La proposta, così come è stata presentata, lascia l'amaro in bocca e la sensazione che si tratti solo di una bozza un po' frettolosa rimbalza ad ogni lettura. Nel tentativo di rendere ancora più evidente il concetto di accessibilità occorre analizzare brevemente quali sono le problematiche di accesso agli elaboratori da parte delle varie categorie di persone disabili e le soluzioni possibili. Si può elaborare una classificazione delle disabilità, in relazione agli organi o alle funzioni colpite: = Disabilità sensoriali (vista e udito) = Disabilità motorie = Disabilità psichiche e cognitive. All interno della disabilità della vista è possibile incontrare due classi di utenti: = i non vedenti = gli ipovedenti. Questa suddivisione è necessaria poiché le problematiche di accesso all elaboratore sono profondamente distinte nei due casi. Le persone ipovedenti usano un normale monitor come dispositivo di output, grazie all applicazione di particolari accorgimenti quali: = l aumento della dimensione dei caratteri, = l utilizzo di software di ingrandimento dell immagine visibile sullo schermo, = l impostazione di colori che aumentano il contrasto delle varie parti del testo a video. Per le persone non vedenti, invece, è necessario il ricorso ad altri dispositivi di output, fisicamente differenti dal monitor. Questi sistemi alternativi basano il loro funzionamento sulle maggiori capacità sensoriali sviluppate dai non vedenti. Vengono utilizzati infatti: = un uscita audio, ad esempio un sintetizzatore vocale, = un uscita tattile, ad esempio una barra Braille. In entrambi i casi è necessaria un operazione di filtraggio e di ristrutturazione delle informazioni presenti sul video. L operazione di filtraggio permette di selezionare e rileggere in forma sequenziale ciò che un normale utente riesce a vedere in modo

30 panoramico sullo schermo. I software che permettono l operazione di rilettura del contenuto dello schermo vengono chiamati Screen Reader. Gli Screen Reader traducono il contenuto dello schermo in un testo sequenziale che può essere letto, a seconda delle abitudini e capacità dell utente, sia attraverso la sintesi vocale, sia attraverso la barra Braille. Nonostante la tecnologia e i programmatori abbiano messo a punto sistemi, in grado di interpretare e distinguere il testo su ambienti grafici, come Windows, Linux e Mac, molti utenti non vedenti preferiscono operare ancora in ambienti testuali, come DOS e Unix. Questo perché i sistemi operativi testuali garantiscono loro un accesso pressoché totale rispetto a quelli di tipo grafico che pongono ancora alcune limitazioni in tal senso. Esistono dei software, per ambienti operativi grafici che garantiscono una buona navigazione all interno di Internet che non tengono conto della parte grafica di un sito web. Le difficoltà degli utenti con disabilità dell udito, sia essa totale o parziale, sono da mettere in relazione con il crescente impiego di componenti audio nelle presentazioni multimediali di un sito, mediante l utilizzo di file sonori che si integrano completamente con la parte grafica. Si pensi, ad esempio, alle numerose presentazioni dei siti realizzate sfruttando la tecnologia Flash. Quando i suoni forniscono informazioni importanti, come segnali d allarme o altro, è consigliabile associarli ad un messaggio visivo ben evidente. Una conversazione o la colonna sonora di un filmato possono essere resi accessibili a una persona non udente, attraverso i sottotitoli. Passando ora ad analizzare le disabilità motorie, è evidente come la casistica possa essere estremamente varia e differenziata. Infatti, l invalidità può concretizzarsi in una modesta paralisi di un arto, ma può anche trattarsi di incapacità di controllare i propri movimenti a causa di distonie, sino ad arrivare al peggiore dei casi: una mobilità residua quasi nulla che permette di interagire con il computer mediante un solo comando d assenso: per esempio il battito dell occhio o un soffio dentro una cannuccia per selezionare l azione proposta dal computer tra un elenco di possibilità. Nel caso delle disabilità fisiche quindi, le difficoltà riguardano per lo più i dispositivi di ingresso per interagire con il computer. Anche in questo ambito, la tecnologia ha messo a punto numerosi dispositivi che permettono una maggiore accessibilità al computer da 31

31 32 parte di queste persone: tastiere espanse, emulatori di mouse, sistemi di riconoscimento vocale, sensori ottici, ecc. Per quanto riguarda la possibilità di interazione con interfacce grafiche, poiché la difficoltà maggiore risiede nella capacità di selezionare oggetti da parte degli utenti con disabilità fisiche, risulta evidente come la scelta di elementi con dimensioni troppo piccole e vicini tra loro, comporta difficoltà insormontabili. Allo stesso modo tutte quelle operazioni a tempo come l inserimento di una password, possono rappresentare gravi ostacoli. Anche la categoria delle disabilità psichiche comprende un estrema varietà di tipologie e di casi, tuttavia, al loro interno è possibile trovare degli elementi comuni. L utente affetto da disabilità psichiche farà fatica a capire pagine web troppo complesse, o pagine in cui le componenti in movimento risultano eccessivamente veloci. Per aiutare questi utenti, a titolo semplificativo, ma non esaustivo, occorre tenere in considerazione alcune regole: = Riassumere un lungo testo scritto con una immagine sintetica e chiara. = Evitare effetti lampeggianti, che potrebbero confondere questi utenti. Le persone non vedenti o ipovedenti sono quelle che risentono maggiormente della mancanza di accessibilità alle informazioni contenute nei siti. Le difficoltà per i webmaster nel creare siti accessibili sono più apparenti che reali: a volte sarebbero sufficienti solo alcuni accorgimenti per consentire a tutti l accesso alle informazioni. In una parola: basterebbe pensarci. Allo scopo di sensibilizzare e di educare il maggior numero di persone e di webmaster al problema dell accessibilità sul Web, ho organizzato un corso gratuito su questi temi con il supporto del portale Aiutoooo.com. Premesso che il sito ideale, accessibile a tutti non esiste e forse non è nemmeno realizzabile, è però necessario, trovare un giusto compromesso ed equilibrio che può essere trovato solo con l esperienza. In pratica, bisognerebbe creare un sito web e farlo collaudare da un soggetto affetto da invalidità, verificare le difficoltà che incontra, quindi studiare come risolvere i problemi incontrati nell accesso al sito. Ciò che mi interessa mettere in evidenza qui, è come il concetto di accessibilità vada applicato allo scopo di permettere l accesso alle infor-

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