Organizzazione e realizzazione. Presidente onorario del Festival. Consulenti artistici del Campus. Coordinatorre artistico. Contributi e patrocini

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1 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA 2011

2 FESTIVAL PONTINO di MUSICA 2011 Organizzazione e realizzazione Campus Internazionale di Musica Presidente onorario del Festival Luis de Pablo Consulenti artistici del Campus Gabriele Bonomo, Michele dall Ongaro, Franco Petracchi, Roberto Prosseda, Alessandro Solbiati, Fabrizio von Arx Coordinatorre artistico Riccardo Cerocchi Contributi e patrocini Ministero per i Beni e le Attivita` Culturali - Direzione Generale per lo Spettacolo dal Vivo Regione Lazio - Assessorato Cultura, Arte e Sport Provincia di Latina Comuni di Latina, Sermoneta, Priverno Fondazioni Roffredo Caetani e Camillo Caetani Comuni di Fondi, Lenola, Sperlonga e Cori Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Latina Collaborazioni RAI Radio 3 Istituto di Studi Musicali Goffredo Petrassi di Latina Conservatorio Statale di Musica O. Respighi di Latina Edizioni Suvini Zerboni - SugarMusic S.p.A. Comitato Roffredo Caetani Settimana Culturale Fondana Abbazia e Borgo di Fossanova Segreteria organizzativa Maria Teresa Censi, Elisa Cerocchi, Tiziana Cherubini, Alfredo Romano Amministrazione Nicola Astarita Ufficio stampa Sara Ciccarelli, Luca Pellegrini Accordatura pianoforti e assistenza tecnica Mauro Buccitti

3 PROGRAMMA GENERALE CONCERTI nel CASTELLO CAETANI di SERMONETA, nell ABBAZIA DI FOSSANOVA, a FONDI, LENOLA, SPERLONGA e CORI INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA a SERMONETA CORSI DI PERFEZIONAMENTO E DI INTERPRETAZIONE MUSICALE NEL CASTELLO CAETANI DI SERMONETA TESTIMONIANZE dal 1975 al 2010 ELENCO DEI DOCENTI DEI CORSI, DEGLI INCONTRI DI STUDIO, DEI CONVEGNI, DELLE PRIME ESECUZIONI ASSOLUTE

4 Il Festival Pontino 2011 apre un nuovo ciclo delle attivita` del Campus Internazionale di Musica, essendosi concluso lo scorso anno il primo quarantennio dell Associazione. Questo secondo inizio richiama alla memoria il primo ed evidenzia le diversita`. Le forze che determinarono il varo dell iniziativa costituente furono, ovviamente, l amore per la musica dei quattro fondatori ma, soprattutto, l istanza sociale che con essa si annunciava. Ebbe la sua parte lo spirito innovatore di quel tempo e la giovinezza stessa dei promotori, la loro coraggiosa avventura di neofiti nel mondo ancora poco conosciuto della musica. Il Pontino 2011 e` organizzato sulla base tipologica delle edizioni precedenti, ma da un Campus arricchito da esperienze quarantennali, dalla consapevolezza del patrimonio culturale acquisito e del livello artistico raggiunto da difendere. Di contro, oggi, il Campus ha maturato coscienza anche dell inevitabile trasformazione in tendenza di avversita` esistenziali, riscontrate di anno in anno, ritenute allora episodiche, insignificanti e poco pericolose. A fronte di tali evidenze, il Campus ha trasformato il suo stato giuridico originario di Associazione in quello di Fondazione, con delibera assunta all unanimita` dall Assemblea Straordinaria del 20 dicembre 2010 lo stesso giorno del primo concerto tenuto dal Campus presso la Saletta dell ACI nel Sono 23 i Soci Fondatori, tra cui quelli storici dei Comuni di Latina e Sermoneta, l Azienda di Promozione Turistica della Provincia di Latina, l Associazione Federlazio. Gli altri membri dell Associazione saranno Partecipanti. Tutti dunque nel nuovo organismo in via di riconoscimento. Il Campus ha anche assunto l iniziativa programmatica, grazie al contributo della Fondazione Roma - Terzo Settore, di promuovere l inserimento di giovani musicisti nei circuiti del lavoro e prepararli cosi` alla inevitabile competizione professionale che in musica ha dimensione internazionale. Inoltre, il Campus ha ritenuto di dedicare una riflessione a Roffredo Caetani - di cui cadono i cinquant anni dalla morte - e al suo rapporto con l illustre padrino Franz Liszt, di cui il mondo celebra il bicentenario della nascita. Di tale rapporto scrive Roberto Prosseda che ha curato il convegno Liszt, Caetani e la musica d oggi e sara` interprete del concerto del 2 luglio a Sermoneta... Il Presidente

5 San Felice Circeo, Festival Pontino di Musica 1978: Incontri di Studio sulla musica contemporanea Da s. a d. Nino Rota, Riccardo Cerocchi, Fedele D Amico, Goffredo Petrassi, Paolo Fenoglio, Sandro Gorli San Felice Circeo, Festival Pontino di Musica 1979: Incontro di Studio sulla musica contemporanea con i musicisti polacchi Da s. a d. Giuseppe Giuliano, Mario Bortolotto, Domenico Guaccero, Luigi Pestalozza, Paolo Renosto, Enrico Correggia

6 INCONTRI INTERNAZIONALI DI MUSICA CONTEMPORANEA CASTELLO CAETANI DI SERMONETA

7 Incontri Internazionali di Musica Contemporanea 1-2 luglio Partecipano: Gabriele Bonomo, Mario Bortolotto, Bruno Cagli, Giovanni Carli Ballola, Luciano Chiappari, Michele dall Ongaro, Luis de Pablo, Marco Di Bari, Federico Gardella, Massimiliano Ge not, Mario Messinis, Roberto Prosseda, Riccardo Risaliti, Alessandro Solbiati. Venerdi` 1 luglio Sermoneta, Castello Caetani ore APERTURA DEL 47 FESTIVAL PONTINO DI MUSICA Indirizzi di saluto del Presidente del Campus, del Presidente Onorario del Festival Pontino e delle Autorita` ore Concerto di Francesco D Orazio e del Divertimento Ensemble vedi pagine seguenti Sabato 2 luglio Sermoneta, Castello Caetani CONVEGNO DI STUDIO: LISZT, CAETANI E LA MUSICA D OGGI ore Saluto del Presidente della Fondazione Roffredo Caetani On. Gabriele Panizzi ore I SESSIONE Relazioni Luciano Chiappari Liszt e i Caetani, Michelangelo, Onorato e Roffredo Roberto Prosseda La musica pianistica di Roffredo Caetani fra tradizione e modernita` Riccardo Risaliti Spiritualita` e religione nell ultimo Liszt ore Concerto di Maria Grazia Bellocchio vedi pagine seguenti ore II SESSIONE Relazioni Massimiliano Ge not Liszt e l arte della metamorfosi Federico Gardella Dal gesto al suono, un eredita` lisztiana nella musica d oggi Marco Di Bari Il naturalismo in relazione agli approdi delle nuove geometrie Alessandro Solbiati Le utopiche profezie di Liszt e la solida coscienza del presente di Caetani: quali insegnamenti per noi, oggi? ore Concerto di Roberto Prosseda vedi pagine seguenti

8 Alcune linee guida contrassegnano gli Incontri Internazionali di Musica Contemporanea del Festival Pontino 2011, che, pur disegnate sui limiti imposti dai consueti tagli finanziari, offrono non pochi elementi di interesse. Per il secondo anno consecutivo si vuole contestualizzare la riflessione sul comporre odierno entro i piu` ampi percorsi della tradizione musicale. Se nel 2010 cio` era avvenuto creando un ponte tra taluni sorprendenti aspetti dell opera di Robert Schumann e la musica d oggi, analogo stimolo proviene quest anno dal Bicentenario della nascita di Franz Liszt e dal Cinquantenario della scomparsa di Roffredo Caetani. Ben al di la` dei motivi di interesse locale dovuti alle relazioni tra Liszt ed il genius loci Caetani, e` sufficiente prendere in considerazione le stupefacenti arditezze pianistiche lisztiane e le sconvolgenti profezie delle sue ultime opere per comprendere quanto sia possibile rispecchiare in esse alcune istanze della nostra contemporaneita`. Il nome di Liszt e` inestricabilmente legato al pianoforte. Ecco quindi che la doppia presenza pianistica di Roberto Prosseda e di Maria Grazia Bellocchio consente di accostare le forme, le articolazioni e i timbri pianistici di Liszt e di Caetani a quelli delle pagine di autori quali Ligeti, Kurtag, Clementi, Dusapin, Fedele, dall Ongaro, fino ai piu` giovani Gervasoni e Momi, scritte tutte almeno cent anni dopo la morte di Liszt, cioe` dopo il L importante prima esecuzione di Luis de Pablo che il violino di Francesco D Orazio propone in apertura costituisce un affettuoso saluto al nuovo Presidente onorario del Festival, una delle figure piu` significative della musica e della cultura europea. Il ritorno al Campus del Divertimento Ensemble di Milano diretto da Sandro Gorli, che fu presente al Festival piu` di trent anni fa, vuole festeggiare il fatto che tale Ensemble e` nel frattempo divenuto una delle realta` italiane ed internazionali piu` impegnate ed attive nella diffusione della giovane musica europea, non solo mediante una stagione milanese di concerti, ma anche con concorsi ed attivita` seminariali e didattiche. Cio` prelude ad un futuro tema di riflessione delle Giornate di Musica Contemporanea, cioe` una ricognizione approfondita sulla musica composta dalle generazioni piu` giovani agenti nel nostro continente. Piu` del 50% del programma proposto dal Divertimento Ensemble e` costituito da brani composti da autori di eta` tra i venticinque e i quarant anni, due provenienti dal Corso di Composizione di Sermoneta, altri gia` ben noti a livello internazionale: bisogna ascoltare di piu` quanto di davvero nuovo sta avvenendo oggi. Tutti i tre concerti Divertimento Ensemble, Roberto Prosseda, Maria Grazia Bellocchio contengono un brano di Aldo Clementi: la notizia della scomparsa di uno dei grandi compositori amici piu` cari del Campus e` giunta troppo tardi per potergli subito dedicare un omaggio piu` organico ed ampio, ma costituisce la prima pietra di quanto il Festival fara` molto presto per lui. Alessandro Solbiati Aldo Clementi

9 Luis de Pablo PER VIOLINO per violino solo Per violino nasce da una richiesta del mio amico e grand artista Francesco D Orazio. I primi abbozzi risalgono al 2009, ma il lavoro serio, cioe` con l intenzione di portare l opera a compimento, inizio` il 1 giugno 2010 a Madrid. In quel momento mi accompagnavano diversi libri con un comune denominatore: rappresentazioni arcaiche del volto umano. Volti del Fayoum, degli Iberi, del Peru` e del Messico precolombiani, della Polinesia... nessuno africano, non so perche. In un primo tempo pensai a un opera in diverse parti che corrispondessero a tali ritratti e scelsi gli Iberi in quanto i piu` antichi: un arcaismo ingenuo. La retta via ha pero` prevalso e ho deciso che l opera sarebbe stata cio` che doveva essere: un pezzo per violino solo, dedicato con rispetto allo strumento illustre e al suo interprete esimio. Senza dubbio qualcosa e` rimasto dell idea primigenia: nonostante la colata unica, vi sono evidenti sezioni contrastanti che eludono un lavoro tematico. Questo non significa certo il caos, ma il filo conduttore, come in quasi tutta la mia musica, si trova nel microelemento: forma d attacco, ricorrenza di intervalli, polarizzazione di altezze fino a tipologie di durata. L opera e` stata scritta pensando alle mirabili capacita` del dedicatario, ma non si tratta affatto d una mera invenzione pirotecnica: il virtuosismo e` al servizio della musica e della sua capacita` espressiva, nella quale, per fortuna, tutto rientra. Per violino e` stato ultimato il 26 agosto 2010 nella nostra fruttuosa casa di San Sebastian, nei Paesi Baschi. Luis de Pablo Aldo Clementi BERCEUSE per clarinetto basso, viola e violoncello ad libitum e pianoforte preparato Ho composto quest opera nel 1979 per il clarinettista basso olandese Harry Sparnaay. La prima idea era quella di scrivere un pezzo per un solista senza alcuna inclinazione verso un vuoto virtuosismo. Sparnaay e il suo strumento hanno ispirato l idea motivica di base di questo lavoro. Le forme a specchio hanno prodotto un canone a 8 voci. Quattro linee melodiche sono riservate al clarinetto basso, altre quattro al pianoforte preparato. Le voci del clarinetto basso sono eseguite in polifonia e con effetti d eco anche dalla viola e dal violoncello. Nonostante questi intenti iniziali, il pezzo e` diventato tuttavia altamente virtuosistico, ma anche delicato e ricco, da qui il titolo. Aldo Clementi Matthias Pintscher ON A CLEAR DAY per pianoforte Questo pezzo e` basato su un lavoro minimalista della grande artista americana Agnes Martin, morta nel dicembre 2004 all eta` di 92 anni: On a Clear Day, una raccolta di 30 stampe eseguite nel 1971, anno della mia nascita. Le stampe sono composte semplicemente da delicate linee orizzontali e verticali di colore grigio chiaro, su tela giapponese. Sono profondamente toccato dalla purezza e dallo stato mentale limpido/clear di questa serie di immagini. La composizione e` la mia riflessione sull opera, mira alla stessa fragilita` e si mantiene in uno stato d animo dolcemente oscillante. Tutte le alterazioni e gli sviluppi sono basati su un unica nota, il mi bemolle, che acusticamente puo` essere considerato come una linea orizzontale, estesa con discrezione in un asse armonico. Questo pezzo venne eseguito in prima assoluta da Mitsuko Uchida il 28 febbraio 2004, presso la Alte Oper di Francoforte. Matthias Pintscher Alessandro Solbiati PER ALDO per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte Scritto su richiesta di Riccardo Cerocchi e del Campus Internazionale di Musica, Per Aldo e` un breve brano composto in breve tempo, sull onda dell emozione per la scomparsa di un caro amico quale Aldo Clementi. Quasi certamente, costituira` il movimento centrale di un piu` ampio lavoro in tre tempi, da affidare al Divertimento Ensemble. Ho pensato di far giocare insieme tre elementi, tre attitudini musicali e personali di Aldo: sopra all iniziale, denso tessuto armonico costituito da bicordi di flauto e clarinetto riverberati dagli archi ovattati dalla sordina, appare un carillon acuto di pianoforte, quasi un ipnotico ed innocente polo d attrazione. Un oscura polifonia canonica, anziche rimanere statica e disperdersi come le polifonie di Aldo, parte dalla regione piu` grave e via via sale unendosi al carillon in un danzante saluto finale. Alessandro Solbiati Antonio Covello FLUCHT per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte Flucht e` la messa in scena di piu` stati psicologici appartenenti ad un unico immaginario personaggio. Ognuno di essi costituisce una zona formale tre in totale, alle quali si aggiunge un finale che non porta a soluzione il percorso del protagonista, ma semmai ne descrive il decadimento. La prima parte e` caratterizzata da un clima di soffocamento e assenza di voce. Gli strumenti sono concentrati in un cluster di quattro note dell ottava centrale del pianoforte preparato, il flauto suona con l imboccatura interna, gli archi con la sordina

10 pesante e un uso atipico del vibrato. Attraverso un levare di pianoforte e di clarinetto basso si accede alla seconda zona, dove un oscillazione imbambolata di un intervallo di tritono e` l oggetto principale e caratterizzante. Sempre rimanendo nell ambito del pianissimo il tessuto si fa sempre piu` inquieto fino ad esplodere: inizia quindi la terza zona che vede il pianoforte quasi come strumento concertante. La scrittura pianistica e` nevrotica e febbrile, gli altri strumenti inizialmente hanno una funzione riverberante ma poco a poco si coalizzano impedendo di trovare una via di uscita. Nel finale, su un sottofondo fatto da rintocchi del pianoforte un accordo nel registro grave e le note preparate e da glissandi lenti degli archi nel registro acuto, ottavino e poi anche flauto in sol e clarinetto si fondono in un unico strumento. Suonano una breve sequenza, la quale si ripete perdendo note e scendendo nel registro sino al ritorno, in un altra ottava e con altri timbri, dell oscillazione di tritono della seconda zona. Antonio Covello Marina Leonardi QUADRO per flauto/flauto in sol, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte Immagini, una dentro l altra. Un attesa su una frequenza generatrice - articolata, timbrata, ampliata, annullata - che riappare, esplodendo, nella sezione centrale fatta di contrasti, di raffiche e folate, dove le verticalita` si diacronizzano per alimentare un crescendo che convergera` in un canto riverberato del violoncello, tra ombre e risonanze. Marina Leonardi 1 luglio VENERDI` ore Sermoneta, Castello Caetani FRANCESCO D ORAZIO violino DIVERTIMENTO ENSEMBLE LORENZO MISSAGLIA flauto MAURIZIO LONGONI clarinetto LORENZO GORLI violino MARTINA RUDIC violoncello MARIA GRAZIA BELLOCCHIO pianoforte SANDRO GORLI direttore LUIS DE PABLO 1930 * Per violino per violino solo /20 ALDO CLEMENTI Berceuse per clarinetto basso, viola e violoncello ad libitum e pianoforte preparato 1979 MATTHIAS PINTSCHER 1971 On a Clear Day per pianoforte Nicolas Tzortzis MNE SIQUE per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte Scritta fra marzo e maggio 2008, l opera e` ispirata dalla nozione della memoria a breve termine e cerca di applicare in musica alcune delle sue caratteristiche. Un gran numero di brevi oggetti musicali si collega rapidamente senza avere il momento di stabilizzarsi completamente. Questi oggetti ritornano sempre, cambiati ogni volta, come memorie distorte ed incerte. Nicolas Tzortzis *Prima esecuzione assoluta ALESSANDRO SOLBIATI 1956 * Per Aldo per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte 2011 ANTONIO COVELLO 1985 * Flucht per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte 2011 MARINA LEONARDI 1970 * Quadro per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte 2011 NICOLAS TZORTZIS 1978 Mne sique per flauto, clarinetto, violino, violoncello e pianoforte

11 Sandro Gorli ha studiato composizione con Franco Donatoni frequentando contemporaneamente la facolta` di Architettura di Milano e diplomandosi in pianoforte. Ha svolto attivita` di ricerca presso lo Studio di Fonologia della RAI di Milano e ha seguito i corsi di direzione d orchestra di Hans Swarowsky a Vienna. Nel 1977 ha fondato il Divertimento Ensemble, che ancor oggi dirige, svolgendo un intensa attivita` concertistica per la diffusione della musica contemporanea. Dal 1990 al 1998 e` stato direttore principale dell Ensemble Elision di Melbourne. Con le due formazioni ha realizzato negli ultimi anni di attivita` sedici CD. Ha realizzato con l Orchestra Sinfonica Siciliana la prima esecuzione italiana della Low Symphony di Philip Glass e, alla guida dell Orchestra Sinfonica di Milano G. Verdi, ha recentemente inciso due CD interamente dedicati a Bruno Maderna. Fra le sue composizioni, regolarmente eseguite nelle piu` importanti manifestazioni italiane e straniere, ricordiamo: Me-Ti, per orchestra, richiesta all autore da Bruno Maderna per l orchestra RAI di Milano premio SIMC 75, Chimera la luce, per sestetto vocale, pianoforte, coro e orchestra, che ha avuto la sua prima esecuzione al Festival di Royan del 76 sotto la direzione di Giuseppe Sinopoli, On a Delphic Reed, per oboe e 17 esecutori premio SIMC 80, Il bambino perduto, per orchestra, Quartetto, per archi, Le due Sorgenti, per orchestra da camera, Super flumina, per oboe, viola e orchestra, scritta per il Festival di Babilonia del 1987 premio Citta` di Trieste del 89 e Requiem, per coro misto a cappella, scritto per La Chapelle Royale diretta da Philippe Herrewege CD Harmonia Mundi. Ha vinto, nel 1985, il Premio Europa per il teatro musicale con l opera Solo e la sua seconda opera, Le mal de lune, e` andata in scena nel marzo 1994 a Colmar e a Strasburgo. Insegna composizione presso il Conservatorio G. Verdi di Milano. Fondato nel 1977 da alcuni solisti di fama internazionale e da alcune fra le prime parti delle due piu` importanti orchestre milanesi, sotto la direzione di Sandro Gorli, il Divertimento Ensemble si e` rapidamente affermato in Italia e all estero realizzando fino ad oggi piu` di 1000 concerti e 10 CD. Nel 1978, secondo anno di attivita`, e` entrato nei prestigiosi cartelloni della Societa` del Quartetto di Milano e del Festival milanese Musica nel Nostro Tempo. Oltre ottanta compositori hanno dedicato nuove composizioni all ensemble: questi e numerosi altri hanno contribuito a creare per il complesso un repertorio cameristico fra i piu` rappresentativi della nuova musica, non solo italiana. Nel 1981 ha debuttato al Teatro alla Scala di Milano con l opera Il Sosia di Flavio Testi e con un concerto monografico dedicato ad Aldo Clementi. E tornato nel cartellone del Teatro alla Scala nel 1996, 1997 e nel 1998 con un concerto dedicato a Frank Zappa. Presente nei maggiori festival di musica contemporanea in Europa, e` stato invitato dalla Biennale di Venezia 11 volte tra il 1979 e il Ha effettuato concerti in Francia, Spagna, Portogallo, Svizzera, Germania, Austria, Belgio, Olanda, Inghilterra, Jugoslavia, Polonia, Messico, Stati Uniti, Argentina, Giappone e Russia, oltre che nelle piu` importanti citta` italiane. Fra le sue incisioni: l opera Solo di Sandro Gorli Ricordi ; tre CD dedicati a Bruno Maderna; un antologia di giovani compositori italiani Fonit Cetra ; tre CD monografici dedicati a Giulio Castagnoli, Alessandro Solbiati e Franco Donatoni Stradivarius. Sono in preparazione due CD dedicati a Stefano Gervasoni e Matteo Franceschini. Nel 2010 ha ricevuto una menzione al GrandesignEtico International Award per la sua attivita` in favore dei giovani musicisti.

12 Francesco D Orazio, nato a Bari, si e` diplomato in violino e viola sotto la guida del padre, perfezionandosi con Carlo Chiarappa, Cristiano Rossi e poi con Denes Zsigmondy presso il Mozarteum di Salisburgo e Yair Kless presso l Accademia Rubin di Tel Aviv. Il suo vasto repertorio spazia dalla musica antica eseguita con strumenti originali e` il violinista dell Ensemble L Astre e di Torino alla musica classica, romantica e contemporanea. Numerosi compositori hanno scritto per lui lavori per violino e orchestra: Ivan Fedele, Michele dall Ongaro, Michael Nyman, Lorenzo Ferrero, Gilberto Bosco, Flavio Emilio Scogna, Marco Betta, Fabian Panisello, Nicola Campogrande, Raffaele Bellafronte. Luis de Pablo gli ha dedicato il suo ultimo brano solistico Per violino. Di particolare rilievo e` stata la sua lunga collaborazione con Luciano Berio. Nell ottobre 2007 ha inaugurato la 51 a Biennale Musica di Venezia con le prime assolute del Secondo Concerto per violino e orchestra e della Suite The Libertine per soprano, violino e orchestra di Michael Nyman con l Orchestra dell Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Ha tenuto concerti in tutta Europa, Nord e Sud America, Messico, Cina e Giappone ed effettuato registrazioni discografiche per Decca, Stradivarius e Amadeus. E stato ospite di prestigiose istituzioni musicali quali l Accademia Nazionale di Santa Cecilia, New York University, Cadogan Hall a Londra, Cambridge Society for Early Music di Boston, Centre de Musique Baroque de Versailles, British Columbia University di Vancouver, Compagnia per la Musica in Roma September Concert 2008, South Bank Centre di Londra, Frick Collection di New York e i Festivals Cervantino in Messico, Breckenridge in Colorado, MiTo Settembre Musica, Lufthansa Festival of Baroque Music in London, Ravello, Istanbul, Montpellier, Ravenna, Urbino, Postdam, Salzburg, Strasbourg, Stresa e Tanglewood. Lo scorso 17 marzo a Washington ha preso parte al concerto che ha aperto le celebrazioni negli USA dei 150 anni dell Unita` d Italia suonando con l Orchestra della Fondazione Petruzzelli diretta da Lorin Maazel. Ha tenuto concerti con la OFUNAM e con l Orchestra Filarmonica di Citta` del Messico, l Orchestra Sinfonica Nazionale d Iˆle de France, l Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, la NRO di Denver, la Filarmonica di Timisoara, la Saarlandischer Rundfunk, l Orchestra Filarmonica di Shangai, l Orchestra Filarmonica di Nagoya, l Orchestra Filarmonica di Torino, l Orchestra Sinfonica Siciliana, l Orchestra da Camera Reina Sofia di Madrid, l Academia Montis Regalis, l Accademia Bizantina, la Manitoba Chamber Orchestra, i Solisti Aquilani, nonche le orchestre ICO di Bari, Lecce, L Aquila, Lazio, diretto tra gli altri, da Boris Brott, Aaron Jay Kernis, Michael Nyman, Zuohuang Chen, Daniel Kawka, Hansjorg Schellenberger, Luciano Berio e Arturo Tamayo. Francesco D Orazio e` stato recentemente insignito del XXIX Premio Abbiati della Critica Musicale Italiana quale Miglior Solista del 2009, primo violinista italiano a ricevere questo prestigioso riconoscimento dopo Salvatore Accardo nel Suona un violino di Giuseppe Guarneri Comte de Cabriac del 1711.

13 Maria Grazia Bellocchio ha compiuto gli studi musicali al Conservatorio G. Verdi di Milano con Antonio Beltrami e Chiaralberta Pastorelli, diplomandosi con il massimo dei voti, la lode e la menzione d onore, e ha proseguito gli studi alla Hochschule di Berna con Karl Engel e a Milano con Franco Gei. Nelle sue prime apparizioni in pubblico ha eseguito il Concerto di Scriabin con l Orchestra della RAI di Milano e il Primo Concerto di Beethoven con l Orchestra del Conservatorio di Milano e l Orchestra Sinfonica Siciliana, e Les Noces di Strawinsky al Teatro Comunale di Bologna. Suona regolarmente per le maggiori istituzioni concertistiche italiane e straniere. Il suo repertorio spazia da Bach ai giovani compositori contemporanei. Collabora stabilmente con il Divertimento Ensemble diretto da Sandro Gorli regolarmente presente nei maggiori festival italiani ed europei. Ha inciso CD per Ricordi e Stradivarius con opere di Bruno Maderna, Mauro Cardi, Giulio Castagnoli, Sandro Gorli, Franco Donatoni, Matteo Franceschini, Stefano Gervasoni. Insegna pianoforte presso l Istituto Superiore di Studi Musicali G. Donizetti di Bergamo e tiene regolarmente corsi di perfezionamento pianistico dedicati al repertorio classico e contemporaneo. Marco Momi - TRE NUDI Tre Nudi e` una piccola raccolta di tre brani per pianoforte solo. Sono stati scritti nel 2006 e ad oggi li riconosco essere la base del mio pensiero pianistico. Ogni brano e` inteso come una sorta di prosciugamento di lavori con organico maggiore: le icone private delle lamine d oro e d argento di cui sono vestite, nude. E nudo e solo e` il mio pianoforte nell immaginarsi le sue cadenze. Non eroico ma nervosamente ironico, plastico, mosso dalla ricerca di una dimensione d intima autenticita` piuttosto che da un esigenza d esplorazione del possibile. Le preparazioni e i modes de jeu non sono altro che segni della sua storia, ricordi di lingue parlate, ecolalie differite. Marco Momi Aldo Clementi - LOURE Loure e` costituito da tre brevi movimenti, caratterizzati dal ritmo ternario dell omonima danza, e basati sul medesimo materiale tematico. Questo, come di consueto, e` molto limitato, con precise connotazioni armoniche, e subisce sovrapposizioni sempre diverse, dando origine ad un contrappunto a quattro parti, in cui ogni voce ha una diversa tonalita`. I tre movimenti presentano diversi andamenti: Mosso il primo, Moderato il secondo, Lento il terzo : il contrappunto viene quindi proposto in modo sempre piu` chiaro e l ascoltatore ha modo di percepire gradualmente le affascinanti sovrapposizioni intervallari e la varieta` dell articolazione, come osservando la partitura sotto una lente d ingrandimento di volta in volta piu` potente. Roberto Prosseda Gyo rgy Kurtag - JA TE KOK Nonostante l immediata relazione che si potrebbe istintivamente ricercare in Mikrokosmos di Barto k, Ja te kok non e` un metodo per lo studio del pianoforte concepito per i giovani allievi, bensi` un opera - secondo le parole del compositore contemporaneo ungherese - suggerita dal bambino che si dimentica di se stesso mentre suona; quel bambino per il quale lo strumento e` ancora un gioco. Si tratta infatti di un opera che prende le mosse dall osservazione delle esperienze infantili intorno alla musica e che cerca di esorcizzare tali esperienze attraverso il recupero della memoria dei traumi di chi si accosta alla musica ancora in giovane eta`. La memorizzazione delle scale, il conteggio dei ritmi, l approccio ritardato con il suono... Tutti questi momenti vengono superati dall uso quasi liberatorio della tastiera ad esempio attraverso l utilizzo dei cluster, al fine di coinvolgere immediatamente l esperienza sonora. Viene cosi` a crearsi un mosaico musicale costituito da decine di tessere eterogenee accostate una all altra quasi senza soluzione di continuita`, un cospicuo numero di brevi composizioni, raccolte in otto volumi, dal 1972 al Michele Coralli Stefano Gervasoni - PRE S Pre s e` un ciclo di dodici pezzi, divisi in quattro gruppi di tre, attualmente in corso di composizione. Le loro caratteristiche principali sono la brevita` e semplicita` piu` o meno apparente, il che li fa appartenere alla categoria dei pezzi per bambini nella duplice e ambigua accezione di essere eseguibili da pianisti non adulti o di ispirarsi al mondo dell infanzia. Dodici piccoli pre ludes, cosi` piccoli da doversi chiamare Pre s, cioe` prati in francese. Da li` il tema soggiacente al ciclo, declinato in quattro modalita` diverse, di tre in tre pezzi: l apparente spensieratezza di un prato dove giocano bambini e la premonizione di qualcosa di oscuro che dovra` succedere e che lo sguardo innocente di un bimbo e` in grado di avvertire anticipatamente, con tutto il senso di minaccia che l adulto non sa o non vuole cogliere. Stefano Gervasoni Pascal Dusapin - STUDIO N. 5 Venti anni di carriera sono stati necessari a Pascal Dusapin per decidersi a scrivere una partitura per pianoforte. Non che gli mancasse familiarita` con lo strumento; lo suonava infatti da lungo tempo, in privato, praticando il jazz e altre forme di

14 improvvisazione. Ma come molti compositori hanno potuto sperimentare, il pianoforte porta con se un pesante bagaglio storico, per non dire dell abbondanza di interpretazioni musicali degli esecutori. La scala temperata e la serie degli armonici costringono a un attenzione alle implicazioni armoniche e tonali maggiore che scrivendo per altri strumenti. Gli Studi superano queste difficolta` con grande abilita`; assolutamente idiomatici nell uso dell armonia, della sonorita` e dell articolazione, essi prevengono tuttavia ogni assimilazione troppo facile a modelli esistenti. Dusapin ha dichiarato di considerare questi pezzi piu` che degli studi di virtuosismo nel senso tradizionale del termine, degli autentici studi di composizione racchiusi uno nell altro come delle bamboline russe matriochka. La scrittura pianistica riprende certi aspetti delle prime opere di Dusapin, ma sviluppandoli in una dimensione piu` originale. Le figure musicali, ispide, e non levigate e fra loro omogenee, presentano dei violenti contrasti dinamici e di articolazione, anche nei passaggi lenti. La tessitura volutamente limitata, conferisce un grado ulteriore di tristezza a una musica di lamentazione, che si ritrova in numerosi pezzi. Vi si riflette anche l interesse di Dusapin per le musiche popolari francesi, greche e del mondo arabo piu` esplicitamente nella melodia dal carattere popolare del secondo studio. La sua curiosita` per la scrittura pianistica derivata dal jazz si ritrova nell uso di un articolazione nella quale l ultima nota di una frase e` leggermente separata e accentata. La musica ha sempre un carattere di improvvisazione e le strutture piu` complesse sembrano nascere spontaneamente da motivi semplici, presentati all inizio dei pezzi. I primi quattro studi costituiscono una evidente unita` e sono spesso stati presentati insieme. Il ciclo avrebbe potuto concludersi cosi`. Ma con il pezzo piu` strano di tutti, il quinto, entriamo in un altro mondo che contrasta violentemente con quello precedente. Le melodie, i gesti e le armonie, benche legati agli studi precedenti, generano una struttura luminosa e in espansione; la raccomandazione espressa di utilizzare il meno possibile il pedale porta invece a una musica rarefatta, arida, disperata, apparentemente incapace di andare oltre l oscillazione tra il si e il la bemolle. Ian Pace 2 luglio SABATO ore Sermoneta, Castello Caetani MARIA GRAZIA BELLOCCHIO pianoforte MARCO MOMI 1978 Tre Nudi 2006 ALDO CLEMENTI Loure 1998 GYO RGY KURTAG 1926 da Ja te kok: Fancifully, Les Adieux in Jana cek Manier, Pen Drawing, Valediction to Erzse bet Schaa r, Antifona fiszben, Doina 7 STEFANO GERVASONI 1962 da Pre s: Pre ludique, Pre lubrique PASCAL DUSAPIN 1955 Studio n SANDRO GORLI 1948 * Carillon Sandro Gorli - CARILLON Carillon e` dedicato alla memoria di Aldo Clementi. A lui e alla sua musica mi hanno sempre legato simpatia e affinita`. Il suono del carillon e` sempre stato molto caro ad Aldo e torna evocato in molte sue composizioni. Tempo fa mi e` capitato di soffermarmi a ripensare a lui, ai nostri incontri e questo pezzo e` scaturito dall immagine nata da quel ricordo. Sandro Gorli *Prima esecuzione assoluta

15 Roberto Prosseda ha recentemente guadagnato una notorieta` internazionale in seguito alle quattro incisioni Decca dedicate a musiche inedite di Felix Mendelssohn, unanimemente elogiate dalle piu` autorevoli riviste specializzate American Record Guide, Fanfare, Diapason, Fono Forum, Amadeus. Ha suonato come solista con la Filarmonica della Scala, la Gewandhaus Orchester di Lipsia, la Mozarteum Orchester di Salisburgo, l Orchestra Santa Cecilia di Roma, i Berliner Symphoniker, la New Japan Philharmonic, la Moscow State Philharmonic, la Bruxelles Philharmonic. In Italia ha tenuto concerti per il Teatro alla Scala, l Orchestra Verdi e Serate Musicali di Milano, l Accademia Filarmonica Romana, il Teatro la Fenice di Venezia, il Maggio Musicale Fiorentino e gli Amici della Musica di Firenze, l Unione Musicale di Torino, il Teatro Comunale di Bologna, il Festival Pontino, il Festival Pianistico di Bergamo e Brescia, la Biennale di Venezia. Nato a Latina nel 1975, ha intrapreso gli studi di pianoforte con Anna Maria Martinelli e Sergio Cafaro. Alla sua formazione hanno contribuito Dmitri Bashkirov, Leon Fleisher, Alexander Lonquich, William Nabore, Boris Petrushansky, Franco Scala, Charles Rosen, Karl Ulrich Schnabel, Fou Ts ong, docenti con cui ha studiato presso l Accademia Pianistica di Imola, l International Piano Foundation e ai corsi di Sermoneta. Si e` affermato in vari concorsi internazionali Micheli di Milano, Casagrande di Terni, Schubert di Dortmund, Mozart di Salisburgo. Oltre a Mendelssohn, ha inciso tutte le opere pianistiche di Petrassi e Dallapiccola e, per la Decca, un album chopiniano di grande successo. Recentemente si e` esibito in recital al Teatro alla Scala, all Accademia di Santa Cecilia, al Rossini Opera Festival, e in concerti come solista con la London Philharmonic, la Calgary Philharmonic e la Gewandhaus Orchester di Lipsia. Con quest ultima, diretta di Riccardo Chailly, ha inciso il Concerto inedito in mi minore di Mendelssohn per la Decca. Roffredo Caetani

16 2 luglio Franz Liszt e` spesso ricordato come il piu` grande pianista di tutti i tempi e l inventore del recital pianistico. Ma la sua importanza storica va ben oltre: Liszt e` stato uno dei piu` grandi e imprescindibili innovatori nella storia della musica occidentale, non solo per gli enormi progressi che ha fatto compiere alla tecnica pianistica e, di pari passo, alla costruzione del pianoforte, ma soprattutto per la sua concezione estetica e formale, spesso di sconvolgente modernita`. Sono infatti molteplici le influenze che egli ha esercitato su vari compositori del Novecento: questo programma, a chiusura del convegno Liszt, Caetani e la musica d oggi, intende dunque evidenziare il forte legame che unisce alcuni aspetti della poetica di Franz Liszt ad alcuni musicisti a lui posteriori, con particolare riferimento a Roffredo Caetani, di cui quest anno si celebra il 50 o anniversario della morte. Proprio Caetani e` stato, in Italia, un importante anello di congiunzione per tramandare la lezione impartita da Liszt alla generazione di compositori successiva. Ad essa apparteneva anche Goffredo Petrassi, che nella sua Toccata dimostra un esplicito debito verso la tecnica pianistica e le suggestioni arcaicizzanti di certa musica di Liszt. Nella seconda parte del programma sono presentati alcuni Studi di Ligeti, Clementi e Fedele. Essi, ben lungi dall essere Studi in senso puramente tecnico-didattico, indagano alcune potenzialita` nascoste del linguaggio pianistico, secondo la concezione dello Studium che trascende l aspetto puramente virtuosistico-atletico: un approccio, dunque, comune a quello degli Studi Trascendentali di Liszt. Michele dall Ongaro in Autodafe` esalta, invece, l aspetto gestuale e istrionico della performance pianistica. E` noto che Liszt, grande uomo di palcoscenico, aveva una gestualita` estremizzata e teatrale, che usava ad arte per conquistare e stregare il suo pubblico. Egli fu probabilmente il primo a sviluppare con la sua peculiare scrittura pianistica un linguaggio corporeo sistematico, finalizzato all espressione poetica e al coinvolgimento emozionale del pubblico. Le raffiche di ottave, le lunghe pause, i salti vertiginosi assumono quindi una valenza semantica che va oltre il dato puramente auditivo o strutturale. Cio` sara` evidente anche nella grande Fantasia quasi Sonata apre`s une lecture de Dante, che conclude il concerto dimostrando ancora una volta la completezza e la visionarieta` della poetica lisztiana. Roberto Prosseda SABATO ore Sermoneta, Castello Caetani ROBERTO PROSSEDA pianoforte FRANZ LISZT Il Penseroso ROFFREDO CAETANI Ballata op. 9 in Fa diesis minore Variazioni op. 7 su un Preludio di Chopin GOFFREDO PETRASSI Toccata 1933 FRANZ LISZT Leggenda di S. Francesco di Paola che cammina sulle acque FRANZ LISZT Leggenda di S. Francesco d Assisi che predica agli uccelli GYO RGY LIGETI E tude n. 5 Arc-en-ciel 1985 ALDO CLEMENTI Studio 2 sulla monotonia 2004 IVAN FEDELE E tudes Bore ales: n. 1, n MICHELE DALL ONGARO 1957 Autodafe` 1992 FRANZ LISZT Fantasia quasi Sonata apre`s une lecture de Dante

17 Franz Liszt

18 Italia! Italia!... Si`, sempre l uomo ispirato, filosofo, artista o poeta, si sentira` tormentato da un male segreto, da un aspirazione ardente verso di te. Il male d Italia sara` sempre il male delle anime belle; tutte torneranno a dire con il misterioso fanciullo di Goethe: Dahin! Dahin!, Laggiu`, laggiu`! Franz Liszt da Lettres d un bachelier e`s musique, pubblicata sulla Gazette musicale de Paris il 12 febbraio 1837 Franz Liszt e` stato il compositore che piu` ha valorizzato il patrimonio letterario ed artistico italiano attraverso la sua musica. Tra il 1837 e il 1839 Liszt viaggio` in Italia per circa due anni, soggiornando presso il Lago di Como, a Milano, Firenze, Lucca, Pisa e Roma. Si lascio` affascinare e permeare dalle bellezze dell arte e dei paesaggi italiani e lesse avidamente molti capolavori della nostra letteratura. Infine visse quasi stabilmente a Roma a partire dal 1861 fino alla fine della sua vita. Era arrivato nella Citta` Eterna per contrarre il matrimonio con la principessa Carolyne von Sayn Wittgenstein, che peraltro non riusci` a sposare a causa di problemi burocratici legati al precedente matrimonio di lei. Nel 1865 prese gli ordini minori e il suo legame con l Italia e con la religione cattolica divenne un elemento portante della sua vita. Durante il suo soggiorno a Roma ebbe modo di frequentare la famiglia Caetani, diventando amico di Michelangelo Caetani e seguendo i primi passi di Roffredo Caetani nel suo percorso di studio musicale. Le musiche di Liszt presenti in questo programma sono tutte ispirate all Italia e concepite durante i suoi soggiorni italiani. Il Penseroso e la Fantasia quasi sonata apre`s une lecture de Dante sono tratti da Anne es de Pe`lerinage, Italie, una raccolta di brani pubblicati nel 1858 ma inizialmente concepiti da Liszt durante il primo soggiorno italiano, tra il 1837 e il Si tratta di una sorta di diario di viaggio in cui l estrema padronanza del linguaggio strumentale si coniuga con un acuta capacita` di penetrazione della cultura e delle caratteristiche delle fonti ispiratrici. Accade cosi` che Liszt riesca a farci apprezzare ancor piu` l arte di Raffaello, Michelangelo, Dante e di Petrarca, trasponendola in musica con grande sensibilita` e rispetto. Il Penseroso e` un modernissimo brano basato su un tema ossessivo: e` incentrato sulla nota mi, ripetuta con continui cambi di armonia. Si ispira alla tomba di Lorenzo de Medici, scolpita da Michelangelo presso le Cappelle Medicee a Firenze. Liszt ha anche posto in partitura come motto un Sonetto dello stesso Michelangelo, che rende bene l atmosfera cupa e angosciante del brano: Grato m e` il sonno, e piu` l esser di sasso. Mentre che il danno e la vergogna dura. Non veder, non sentir m e` gran ventura Pero` non mi destar, deh -parla basso! Il tono plumbeo del testo trova un adeguata corrispondenza nell ossessiva ripetizione di vuote ottave con ritmo puntato, che di volta in volta rivestono armonie diverse, latrici di scuri presagi. Roffredo Caetani e` uno dei piu` interessanti compositori italiani vissuti a cavallo del 1900, anche se la sua notorieta` non e` ancora adeguata all elevata statura artistica della sua musica. L origine aristocratica gli consenti` di avere contatti fin da bambino con eminenti personalita` della cultura del tempo. Figlioccio di Liszt e allievo di Sgambati, Caetani ebbe modo di conoscere le piu` attuali tendenze musicali della sua epoca, facendole proprie e filtrandole con la sua personale sensibilita`. Egli dedico` al pianoforte una parte cospicua della sua pur non estesa produzione compositiva. Tratti salienti della sua cifra stilistica sono la concezione fatalistica della narrazione musicale, la predilezione di atmosfere cupe e di sonorita` sfumate: un gusto forse ereditato proprio dalle musiche del tardo Liszt. L uso sistematico di una rigorosa polifonia e la costante ricerca di armonie molto ardite e dissonanti testimoniano una solida formazione compositiva e un ampia apertura alle piu` moderne correnti culturali europee. La Ballata in fa diesis minore op e` forse il piu` moderno e ispirato tra i brani pianistici di Roffredo Caetani, in virtu` degli arditi cromatismi e dell ossessiva insistenza sul pedale di tonica di fa diesis minore. Il tono narrativo mutuato da antiche leggende medievali, presente anche nelle Ballate di Chopin e di Brahms, assume qui un carattere fatalistico. Questo e` accentuato dalla costante, imperterrita scansione ritmica in tempo ternario che, senza alcuna soluzione di continuita`, innerva tutto l arco formale del brano, rafforzandone la coesione e la tensione drammatica. Roffredo fu un profondo e appassionato conoscitore

19 delle opere di Wagner: nella Ballata si possono infatti scorgere numerose suggestioni wagneriane, qui efficacemente trasposte nella scrittura pianistica. La predilezione per il registro grave del pianoforte determina un clima di stregata cupezza. Ne deriva un senso di inquieto pessimismo, non piu` ancorato ad esperienze concrete, bensi` sublimato ad un superiore livello di astrazione. Le Douze Variations sur un Pre lude de Chopin op sono basate sul celebre Preludio di Chopin op. 28 n. 20 in do minore. Questo viene dapprima presentato nella sua versione originale, ma senza la ripetizione della seconda parte. In ciascuna variazione esso subisce sempre maggiori rielaborazioni fino a perdere del tutto i connotati melodici e armonici originari. Caetani attua dunque un processo di graduale appropriazione dei contenuti emotivi del tema chopiniano, scorporandoli e sviluppandoli in maniera estrema e radicale, specialmente nelle variazioni finali. La scrittura sfrutta le conquiste della tecnica pianistica di Liszt con un adeguata valorizzazione delle potenzialita` dinamiche e coloristiche del pianoforte. Non mancano riferimenti al pianismo di Schumann Variazioni III e IV, di Chopin la Variazione VI ricorda moltissimo il Notturno op. 48 n. 1 e di Mendelssohn la Variazione XII cita quasi esplicitamente un passaggio ad accordi alternati delle Variations Serieuses. Il pregio maggiore di questa rara composizione sta tuttavia nella profondita` dei contenuti emozionali, che, prendendo spunto dalla poesia del preludio chopiniano, ne sviluppano la varieta` degli stati d animo con risultati di altissima levatura artistica, soprattutto nei momenti piu` intimi e in particolare nelle Variazioni VI, VIII e X. Goffredo Petrassi ha raccolto la lezione lisztiana sotto diversi aspetti, e il suo linguaggio pianistico mostra numerosi punti di contatto con quello di Caetani, per l attenzione alla costruzione polifonica e per il gusto timbrico che tende a preferire sonorita` gravi e solenni. Nella Toccata 1933 Petrassi riesce a sintetizzare in maniera originale il genere della toccata barocca di Frescobaldi, basata su figurazioni virtuosistico-improvvisative e sul contrappunto, con la toccata novecentesca, caratterizzata da una forte propulsione ritmica. Dopo un inizio fugato, il pezzo presenta un progressivo ispessimento della scrittura, con grandi crescendo che sfociano in sonorita` maestose, tipiche dei ripieni organistici. Segue una seconda parte piu` percussiva e motoria, ricca di vivacita` ritmica, che conduce alla coda: una ripresa del fugato iniziale, in un atmosfera ancor piu` intima e contemplativa. Liszt compose le Deux Le gendes a Roma tra il 1861 e il 1863, prendendo spunto da due episodi della vita di due grandi Santi italiani: San Francesco d Assisi e San Francesco di Paola. Nell edizione originale Liszt riporta i testi su cui si e` basato, tratti rispettivamente dai Fioretti di San Francesco d Assisi e dalla Vita di San Francesco di Paola descritta da Giuseppe Miscimarra. Si tratta quindi ancora di un omaggio all Italia, questa volta focalizzato sull aspetto mistico e spirituale della nostra tradizione cristiana. La Leggenda di San Francesco di Paola che cammina sulle acque racconta il miracolo del Santo che attraverso` lo stretto di Messina a piedi, approdando indenne in Sicilia nonostante le condizioni avverse. Liszt rende appieno sia la serena energia spirituale di San Francesco di Paola, sia la sconvolgente forza del mare in tempesta, con sonorita` materiche che sfruttano in particolare le risonanze del registro grave. La Leggenda di San Francesco d Assisi che predica agli uccelli riflette invece l approccio serafico e la fede incrollabile di San Francesco, in un dialogo armonioso e mistico con gli uccelli. Il loro canto e` riprodotto al pianoforte con figurazioni nel registro sovracuto, che lasciano presagire le conquiste timbriche di Ravel e Messiaen. E` suggestivo ipotizzare che Liszt sia stato ispirato dall atmosfera incantata di Ninfa, dove egli soggiorno` in quegli anni, per la composizione di questo brano. La peculiare ricerca di sonorita` cristalline, circondate da particolari risonanze ottenute con il pedale, accomuna questa Leggenda allo Studio n. 5 di Ligeti, Arc-en-ciel. Qui Ligeti a sua volta esplora le particolari risonanze del registro acuto del pianoforte, suscitate da particolari successioni armoniche, di grande raffinatezza e poesia. Elementi jazz affiorano di continuo, immersi in un gioco timbrico di chiara ascendenza impressionista e, indirettamente, lisztiana. Perche` arc-en-ciel? Forse per la tenera fragilita` della trama contrappuntistica, o per l iridescenza delle sonorita`, o per i colori armonici sempre cangianti e a volte non detti o dipinti, ma soltanto suggeriti. Nello Studio 2 sulla monotonia, del 2004, Aldo Clementi esaspera la ricerca di un incanto timbrico dato da particolari risonanze, spingendosi quasi alla sospensione della percezione di scansione temporale. Cio` avviene attraverso un complesso con-

20 trappunto a quattro parti, che ripropongono costantemente e in diversi registri un disegno di due sole note, La e Si bemolle, derivate dal nome di Mario Bortolotto, dedicatario del brano. Il disegno contrappuntistico da` vita ad un complesso groviglio di linee, che si evolve continuamente, pur sembrando sempre identico a se stesso. La scansione ritmica generale e`, infatti, costantemente basata sulla pulsazione di croma, ma ogni singola voce e` caratterizzata da un profilo metrico diverso, che si ripete con continui cambiamenti. L articolazione cantabile, dolce o staccato e la dinamica mf, mp, p, pp, o ppp sono differenziate per ogni linea, dimostrando come la percezione della monotonia possa essere paradossalmente alimentata da un estrema varieta` degli elementi musicali. Ivan Fedele nelle E tudes Bore ales indaga a sua volta il parametro timbrico, ma con un notevole rigore formale ed un estrema precisione nell elaborazione del materiale sonoro. Fedele spesso utilizza il pedale centrale del pianoforte, che consente di lasciar vibrare soltanto alcune note dello strumento, anche quando il pianista non ha la possibilita` di tenere abbassati i tasti corrispondenti. Oggetto delle E tudes Bore ales e`, dunque, la risonanza, intesa non solo come fenomeno acustico, ma anche come paradigma per l affermazione dell identita` di ogni oggetto sonoro. Il primo Studio e` costituito da una serie di accordi basati su pochi, ripetuti intervalli: settima maggiore, quarta e quinta giusta. Anche la dinamica e le prescrizioni di articolazione sono altrettanto attente e limitate, cosi` da generare una simmetrica struttura timbrica che e` alla base dello svolgimento formale del brano. Il terzo Studio potrebbe considerarsi uno studio sulle acciaccature ribattute. Ma il vero protagonista di questa sezione e` lo spazio armonico in cui queste due note rimbalzano, accuratamente delimitato dalla selezione delle risonanze ottenuta con il pedale tonale. Le fulminee acciaccature ribattute, che arrivano fino a quattro ripetizioni della stessa nota, gravitano rapidissime, e imprevedibili come elettroni, attorno ad un nucleo mai evidente, identificabile con il do centrale, che rappresenta l asse di simmetria attorno al quale si snodano i disegni intervallari. La sezione B, per contrasto, e` invece costituita da una tesissima linea di note lunghe e raddoppiate a distanza di due ottave. Qui lo spazio di risonanza della sezione precedente si concreta in un canto ben percepibile e luminosissimo, trasformando quell inquietudine gia` prevista dall indicazione di andamento Un poco inquieto in una tensione verso mondi sospesi e ultraterreni. In Autodafe` 1992 Michele dall Ongaro dunque sfrutta appieno le potenzialita` evocative e gestuali del linguaggio corporeo connesso con l esecuzione al pianoforte in modo estremamente efficace e suggestivo. La composizione e` divisa in cinque movimenti, ognuno dei quali estremizza un diverso aspetto espressivo, un diverso tipo di eresia musicale per cui qualcuno potrebbe essere condannato: attese e sospensioni il primo movimento, languore e sogno il secondo: una ninna nanna su soli tasti bianchi, schizofrenia e isterismo il terzo, che ricorda un pianista jazz impazzito, rintocchi di campane il quarto, cluster e aggressivita` sfrenata il quinto. L autore paragona l interpretazione di Autodafe` ad un atto divinatorio o alla lettura dei tarocchi, per sottolineare il particolare rapporto che deve crearsi tra il pianista e la partitura. In tal senso quest ultima, anche se scritta minuziosamente, puo` essere interpretata come un canovaccio, da cui l esecutore prenda spunto per una propria rielaborazione il piu` possibile creativa ed individuale del messaggio artistico. Liszt sarebbe stato un grandissimo interprete di Autodafe`. La Fantasia quasi Sonata apre`s une lecture de Dante e` un affresco musicale di vaste dimensioni ispirato alla Divina Commedia e in particolare all Inferno. Liszt riesce qui a rappresentare il clima cupo e sconvolgente dell Inferno, i lamenti dei dannati, lo sguardo impaurito e sgomento di Dante. Non si tratta, pero`, di musica a programma. In questo caso, infatti, Liszt non ha dichiarato alcun esplicito riferimento a personaggi o episodi della Divina Commedia. Nella sezione centrale del brano, tuttavia, pare chiaramente individuabile l episodio di Paolo e Francesca. Lo sguardo di Dio e` altrettanto percepibile ed assume sempre maggiore evidenza nella parte conclusiva, in cui il tema del corale gia` ascoltato in precedenza ritorna con una luce prorompente, quasi a sottolineare l onnipotenza di Dio e il suo definitivo trionfo sul Male. Roberto Prosseda

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