Gioco, festa, turismo e moda

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "Gioco, festa, turismo e moda"

Transcript

1 Gioco, festa, turismo e moda Rossana Bonadei, Claudio Bisoni, Lorenzo Flabbi, Federica Frediani e Stefano Pivato Introduzione Un'affollata spiaggia in Costa Smeralda all'inizio del Duemila. di massa è una costante della nostra società a partire dagli anni del boom economico. Il Novecento, quando non è stato teatro di guerre, ha trovato nel viaggiare e nel fare turismo una sua dimensione caratteristica, contrapposta e complementare al tempo del lavoro e della produzione, secondo un modello che la civiltà borghese aveva in parte già sviluppato nel secolo precedente con la diffusione della pratica escursionistica (modello reso possibile dallo sviluppo dei treni e della cultura del weekend fuori città), con la ripresa del viaggio di piacere (che da metà secolo interesserà tutte le sponde del Mediterraneo e comincerà a spingersi verso l Asia e l Africa) e con lo sviluppo di località di vacanza, soprattutto montane e marine, destinate ad accogliere vacanzieri della classe media, e non più soltanto l élite aristocratica e alto-borghese. Gli storici del turismo hanno provveduto a tracciare le linee di sviluppo di questo fenomeno, che riguarda al contempo la società, l economia e il sistema del lavoro, il costume, la moda, l urbanistica, la tecnologia e l organizzazione dei trasporti: stiamo insomma parlando di un intreccio di storia sociale, di evoluzione culturale e di business(come si usa dire), come componenti tutte necessarie, senza le quali il turismo novecentesco, per come viene percepito nell immaginario collettivo condiviso, non esisterebbe. In altri termini, eventi e fenomeni di natura molto diversa tra loro come la rivoluzione dei trasporti, l invenzione del viaggio organizzato, le ferie pagate, la cultura dello svago, la pratica sportiva ecc. hanno concorso, nelle prime decadi del Novecento, alla costruzione di una società che, costituitasi sulla stanzialità e sulla produzione, si avviava a garantire per tutti tempo libero e riposo come beni da tutelare, e a istituzionalizzare la vacanza, conferendole valore di distinzione sociale. È certo il dato quantitativo che consente allo studioso o al ricercatore di associare il Novecento al trionfo della mobilità organizzata, e di parlare di boom del turismo: un numero progressivamente crescente di uomini e donne si è avvicinato alla pratica del viaggio e del turismo, ha trovato nel viaggiare un occasione di identificazione e di crescita personale, dedicandovi quote sempre maggiori del proprio tempo. Il barometro turistico con i dati aggiornati dei flussi e delle loro variazioni è spesso usato dagli analisti come indice di misurazione di un benessere che si pensa ormai ampiamente condiviso; e sarà probabilmente questo barometro a dirci se il nuovo secolo inaugurato nel segno di traumi e guerre globali continuerà a trascorrere sotto il segno della mobilità organizzata, o se il tempo del turismo, per come è stato vissuto nel Novecento, è da considerarsi finito, o comunque sensibilmente modificato. Ma indietro davvero non si torna: e c è un punto di non ritorno nella metamorfosi decisiva del viaggiatore fattosi turista, che è dato dal rapporto che il soggetto moderno ha instaurato con il tempo. Potrà cambiare l ambiente emotivo del viaggio il nostro viaggiare futuro potrà farsi di nuovo più avventuroso (non tanto per una crescente domanda di viaggi d avventura, quanto per un concreto rischio di sicurezza) ma il contesto crono-logistico del viaggiare non subirà sostanziali trasformazioni: anzi, il tempo del/nel viaggio continuerà a contrarsi, fedele ai parametri della modernità. Il Grand Tour resterà grande proprio perché residuale di un mondo che si stava affacciando alla modernità, pur senza averne interiorizzato ancora gli effetti. A voler riflettere invece in termini qualitativi, di valutazione dell esperienza, certi discorsi non perdono di attualità: che si parli del viaggiatore, del turista, o del post-turista (etichetta che con qualche efficacia restituisce l idea di una distanza

2 critica, se non ironica, e di un senso di responsabilità rispetto al proprio ruolo di ospite in casa altrui), due riflessi originari e pervicaci sembrano sostenere la struttura di questo tipo umano che abita la scena culturale e sociale novecentesca: «guardare per sapere» sapere del mondo e delle cose del mondo come volgarizzazione del viaggio di conoscenza di matrice rinascimentale e poi illuminista (il primo grande filone generativo dell approccio occidentale al viaggio); «guardare per godere» alla ricerca di paesaggi ed emozioni estetiche secondo la formula del viaggio pittoresco, codificato nelle fotografie gallesi di William Gilpin, inventore del pittoresco inglese, e reincontrato attraverso le lenti del sublime romantico o riletto in chiave esotica (per chiamare in causa generi ben noti alla codificazione estetica seppure poco indagati nella loro funzione prescrittiva di emozione per le masse ). Parlare di turismo in modo non banale, volerne sapere qualcosa di più, interrogandone la storia, dalle matrici antiche alle dinamiche evolutive, significa mettere mano a un palinsesto immaginario e discorsivo molto denso. È questo che ci accingiamo a fare, servendoci appunto di repertori di immagini e di testi, visti da vicino, come documenti originali, e attraverso le molte mediazioni disciplinari che oggi consentono di avvicinarci al campo turistico. Le parole si portano appresso le idee, ci parlano del mondo, raccontano storie: e dalle parole ci piace partire per il nostro discorso matriciale sul turismo, nella consapevolezza che il mondo che si fa è al contempo mondo che si descrive. È segno, è immagine. Se il termine tour, come variante di voyage, è certamente di origine francese e risale agli inizi del Seicento, (dal greco tornos e dal latino tornus), e lo ritroviamo nei resoconti di viaggio degli inglesi come un gallicismo alla fine del Seicento, i termini tourist e tourism sono certamente inglesi, come afferma anche Roland Barthes, tra i primi filosofi dell attualità a riflettere sulle declinazioni del viaggio moderno (Barthes 1998). Nell Ottocento i due termini sono comunemente usati nella lingua parlata e scritta, come attesta l English Dictionary a partire dall edizione del Dal 1937, il turismo entra nei discorsi e nei documenti ufficiali della Lega delle Nazioni, come un fenomeno di portata internazionale su cui riflettere con strumenti condivisi. E tuttavia, dire quando esattamente nasce il turismo non è semplice, come accade per tutti i fenomeni che si qualificano come processi di differenziazione, che maturano all interno di intrecci storici e culturali densi, e di complesse economie che combinano il mercato con gli ineffabili animal spirits (come li definiva John M. Keynes) che attraversano e dirigono il sistema del costume e quello dei consumi. Se si accetta la definizione di turismo come viaggio organizzato e potenzialmente destinato a grandi numeri, si osserverà che l idea e la pratica risalgono al Medioevo: lo si chiamava pellegrinaggio, muoveva migliaia di persone che confluivano da varie parti d Europa e del Vicino Oriente per convergere infine verso alcuni luoghi sacri della Cristianità Santiago, Roma, Gerusalemme trascorrendo periodi non brevi e in condizioni di scarso comfort (in ciò all opposto del turismo). Privilegiando altri criteri e grandezze, la filogenesi turistica tocca anche i secoli laici dal Rinascimento all Illuminismo e incrocia il fenomeno del Grand Tour, che raggiunse il suo picco di fortuna negli ultimi decenni del Settecento (nei termini di un vero e proprio istituto culturale promosso dalla classe aristocratica ma da cui la nascente moderna borghesia europea si farà volentieri contagiare). Il boom delle terme e l invenzione del mare e della montagna come luoghi di vacanza aggiungono nuovi tasselli a una storia che rapidamente evolve verso ciò che noi oggi chiamiamo turismo, anche se la scala del fenomeno è ancora solo europea. Con l Ottocento e in particolare grazie alla modernizzazione dei trasporti e dei sistemi di organizzazione il viaggio esce dai confini europei, sia quanto a destinazioni (si va ovunque, sulle rotte degli Imperi) che a provenienza dei viaggiatori (che giungeranno dalle Americhe, soprattutto). Gli storici del turismo sono abbastanza concordi nell attribuire sempre all Inghilterra il ruolo di apripista, con Thomas Cook che nel 1841 organizzò il primo viaggio di gruppo tutto compreso, portando 570 persone in treno da Leicester a Loughborough: nasceva allora la prima agenzia di viaggio. Negli anni immediatamente a seguire, le agenzie di viaggio si diffondono un po in tutta Europa: la Bennet in Norvegia (1850), la Sangen in Germania (1863), la Lubin in Francia (1874), la Lissone in Olanda (1876). In Italia la Thomas Cook nel 1860 apre succursali a Napoli e a Palermo; nel 1878 apre a Firenze l Agenzia Chiari (oggi Chiariva), la prima agenzia italiana, seguita da una serie di agenzie minori, con sedi nelle città turistiche di Roma, Firenze, Venezia e nelle due maggiori città dei commerci, Milano e Torino. Bambine mangiano uva a una sagra di paese. Cherasco, Con l'aumento della mobilità e della velocità degli spostamenti, oggi s'intende per turista anche chi trascorre una sola notte fuori di casa. Con il Novecento, nonostante le battute d arresto portate dai due conflitti mondiali, il turismo cresce nel mondo occidentale in misura ragguardevole ed espande i suoi orizzonti geografici anche grazie a mezzi di trasporto più veloci: in treno e in piroscafo, in automobile, e in aereo i turisti viaggiano veloci in un mondo che si fa sempre più piccolo e a portata di viaggio. insomma cresce e diventa accessibile a un numero sempre più alto di persone, provenienti da varie classi sociali e con capacità di spesa variabili. Diventa una possibile risorsa economica per governi che ne promuovono lo sviluppo, organizzando servizi e favorendo investimenti: e mentre per lo stato liberale l economia turistica è un indicatore sensibile della «ricchezza della nazione», nei sistemi totalitari il turismo si fa sempre più leva politica, strumento di salute collettiva e di controllo delle masse. A partire dagli anni Cinquanta forse il turismo non è ancora per tutti, ma è nei progetti e nei sogni di tutti (o quasi), alimentato da una cultura che punta a includere il tempo liberato (dal lavoro) nel Welfare nazionale, ovvero tra i consumi stabili, alla portata di larghi strati di popolazione. In questa prospettiva il turismo di massa, figlio del boom economico, non è solo il frutto di un mercato (dominato da investimenti privati) che punta al massimo profitto ma anche l ovvia conseguenza di un idea di sviluppo che fa coincidere il comfort materiale di massa con la felicità collettiva. Vero o falso, giusto o sbagliato che sia, è a quello stadio che il turismo diventa nell immaginario collettivo una fabbrica dei sogni, un impresa di servizi che sforna prodotti e pacchetti in serie, muove tanti soldi e occupa un esercito di operatori.

3 Jakob Philipp Hackert, Johann Wolfgang von Goethe visita il Colosseo a Roma, 1790 circa. Goethe è il più conosciuto viaggiatore settecentesco dell'italia ed è autore di un famoso resoconto del suo viaggio. Abbiamo parlato sin qui, nella nostra definizione di turismo, di stratificazioni storiche, di congiunzioni culturali e di intrecci complessi che chiamano in causa l ideologia e il costume, eppure siamo certi di non esagerare se diciamo che a un certo punto il turismo verrà percepito sempre più come fabbrica della vacanza, appunto, da parte sia di chi lo produce sia di chi ne fruisce: un economia di settore, che deve crescere per essere sana, con pochi vincoli e auspicabilmente senza confini: come una sorta di salvifica «economia della frontiera» dove però i turisti passano in secondo piano rispetto alle logiche aziendali. In questo quadro, gli studiosi del turismo non potranno che essere gli economisti, affiancati dagli esperti in misurazioni statistiche, in risorse umane e in modelli di marketing: per fare previsioni e proiezioni, per tracciare modelli e fare indagini di prodotto. Eppure, ricordando piuttosto l economia attenta agli animal spirits, è sulle matrici culturali lavorate dentro alle molte filiere simboliche di ieri e a quelle mediatiche di oggi che vale la pena di riflettere per capire qualcosa di più di un fenomeno che appare sempre più complesso da descrivere e complicato da prevedere nei suoi andamenti (anche per chi vi investe quattrini). Da pratica culturale, eletta dalle élites a segno di distinzione sociale, a consumo di massa costruito attorno al desiderio della «fuga temporanea» (Enzensberger 1996), il turismo appartiene al mondo della rappresentazione prima ancora che a quello dell esperienza, vive di sogni e di immagini che precedono, preparano, accompagnano il suo rea- lizzarsi. Racconti e dipinti hanno raccontato il viaggio, hanno costruito i luoghi, hanno suggerito motivazioni e fissato degli stili; oggi viaggiamo e facciamo turismo a tempo di musica, specchiandoci più o meno consapevolmente nelle immagini che ci vengono dalle pagine dei giornali, dalla tv, dallo schermo dei pc; per dirla con John Urry, teorico della mobilità postmoderna: «Costantemente, attraverso la pubblicità e i media, le immagini costruiscono un sistema chiuso di informazioni, illusioni, cliché, che si auto-perpetuano e costituiscono per i futuri turisti la base per la scelta delle loro potenziali destinazioni» (Urry 1982, p. 24). Del carattere metamorfico ed evolutivo del turismo si è del tutto convinta la World Tourism Organization, che progressivamente ha riadattato la definizione di turismo allo spirito dei tempi e alle curve di un mercato assai poco prevedibile. Per il Unwto il turismo denotava «attività di persone che viaggiano e soggiornano in luoghi esterni al proprio habitat abituale per non più di un anno consecutivo, a scopo di piacere, affari, e altre ragioni che non siano collegate all esercizio di una attività remunerata nel luogo stesso della visita». La differenza dal viaggio starebbe nel percorso e ci deve essere una distanza che implichi l utilizzo di un mezzo di trasporto che non siano le proprie gambe. In anni recenti, si è voluto introdurre un riferimento alla durata del viaggio o del soggiorno turistico, ovvero alle notti trascorse fuori casa: almeno cinque, poi almeno tre; nella versione più aggiornata si parla addirittura di una sola notte. Nel mondo della velocità e della mobilità quotidiana basta dunque una sola notte trascorsa in un luogo che si è raggiunto con un mezzo di trasporto qualsiasi, per essere qualificati, conteggiati, come turisti. In realtà dire che cosa sia il turismo agli inizi del sec. XXI non pare davvero indispensabile: tanto che gli esperti parlano sempre più spesso di turismi al plurale praticati nel contesto di «mobilità temporanee» (Clifford 1999) regolari e ripetute: siamo insomma tutti turisti e con l idea che fare turismo non è un eccezione ma una regola, perlomeno nel mondo occidentale ammesso che ancora abbia senso parlare di un mondo occidentale dentro a un universo ridisegnato e governato in prospettiva globale. Il presente lavoro ha preso la forma di un racconto scandito in cinque capitoli, organizzati attorno a uno schema ripetuto di sequenze dedicate alla storia, alla cultura e all immaginario del turismo. L indice dei capitoli riflette una scansione cronologica, che rilegge il Novecento attraverso una periodizzazione arbitraria (di cui ci assumiamo ogni responsabilità). Assunto teorico di fondo per gli autori del saggio è stato quello di conferire valore epistemico agli accadimenti non meno che agli ambienti discorsivi dentro a cui azioni e comportamenti maturano e vengono interpretati. In viaggio verso il turismo Gli albori Viaggio e mito dei luoghi: alle origini del Belpaese Parole e frasi, immagini e grumi cromatici: è dunque un mondo di forme, aree fatte di materia, che costituisce un luogo, non meno delle acque e delle pietre di cui è fatto. C è il territorio nella sua concretezza, c è un mondo tangibile, sede di attività esse stesse deputate a dare un senso al luogo, ma sono i nomi, le frasi che lo dicono e i numeri che lo rappresentano, le atmosfere impalpabili raccontate o dipinte, a farne oggetto di relazione e traduzione, a renderlo leggibile e riconoscibile rispetto ad altri luoghi, a farne eventualmente una meta, immaginaria o reale. Questo ci porta a dire che il lavoro artistico e letterario (e dunque mitico) è direttamente proporzionale alla densità semiotica di un luogo e sovente responsabile della sua fortuna immaginaria e culturale: sono le storie raccontate, o le storie dipinte, a creare attorno a un luogo un brusio immaginario capace di generare memoria e desiderio: memoria di esperienze altrui e desiderio di vedere dal vero ciò che la parola o la figura promette. Così un luogo diventa una meta per la mente e per lo sguardo, diventa una destinazione (anche una destinazione turistica). Un luogo diviene meta quando è valorizzato, cioè «quando qualcuno lavora per attribuirgli valore agli occhi del possibile viaggiatore» (U. Volli in Bernadei e Volli 2003, p. 33). Vi è insomma un lavoro semiotico che attribuisce un certo senso al luogo legandolo a percorsi mitici, politici, ludici». Che è come dire che l approdo a un luogo conosciuto o sconosciuto non avviene mai senza un destinatore, esplicito od occulto, una voce, un testo, la traccia di un passaggio precedente, la memoria di un eco. E questo può essere un primo utile argomento di riflessione: se manca il racconto, tanto quello sognato che quello frutto di esperienza, è difficile che un luogo diventi una meta verso cui mettersi in viaggio con libri o con viaggi veri. In un recente

4 Giovanni Paolo Pannini, Galleria ideale di Roma antica, 1756 circa. Parigi, Louvre. I viaggiatori del Grand Tour erano spesso appassionati collezionisti di opere d'arte e vestigia del passato.

5 saggio sul viaggio nelle province italiane destinate a diventare nei secoli scorsi mete ambite dei viaggiatori stranieri, Attilio Brilli ritorna sul «prezioso mosaico di citazioni» che da sempre muove il viaggio in Italia, ricordando peraltro che nella nostra cultura fatta di scrittura «prima del mondo viene il libro», per cui «sono le opere d arte e le raffigurazioni topografiche a costruire i paesaggi». Nell antichità, l approdo a un luogo conosciuto o sconosciuto non avveniva mai senza riti di propiziazione e di preparazione all incontro con il luogo, senza operazioni simboliche che, mettendo in gioco corredi culturali, immaginari e stilistici, sancivano un inestricabile continuità tra spazio fisico e spazio mentale. Il viaggiatore antico vedeva il paesaggio popolato di ricordi eroici che erano congiunti alle tombe degli eroi visibili in ogni luogo. La stessa natura, la fonte, la grotta, la vetta, l albero, gli apparivano abitati da divinità che attribuivano forma oggettiva a ciò che l uomo moderno vive in forma soggettiva È il pathos mitico che rende degne d essere viste città, mura, templi avvolti nella leggenda, per non parlare dei luoghi sacri legati alla parola oracolare del dio (Brilli 1997, pp ). Da tempo immemore incontro e racconto del luogo sono proceduti inestricabilmente: e se ogni incontro può generare un racconto, il luogo sarà alla fine il frutto dei molti incontri e dei molti racconti che si sono stratificati nel tempo. Da qui la percezione sovratemporale del tutto specifica del viaggiatore e l inevitabile dimensione intertestuale del suo sguardo. La tradizione del viaggio moderno si è indubbiamente andata via via inscrivendo nel solco profondo di tale interconnessione tra citazione ed esperienza: per cui uno sguardo percepirà i tratti di un paesaggio, di una città, di un opera d arte innanzitutto attraverso altri occhi, ovvero attraverso i racconti o le opere figurative, dunque tracce verbali o poche fuggevoli linee di matita o aggregazioni cromatiche che la memoria individuale coglie al volo e la facoltà immaginativa riproduce in proprio, elaborando propri scenari. Ieri come oggi ricordava Goethe è una memoria cromatica, lavorata tra ricordo ed enciclopedia culturale a mediare gli incontri con il paesaggio: per cui prima della percezione individuale impercettibilmente prima un corredo di immagini di incerta origine, squarci di luce, giochi di colore o geometriche scansioni (visioni o vedute appunto) impressiona il cristallino e condiziona la percezione stessa. Per gli studiosi del viaggio in Italia, la fortuna straordinaria e duratura del paesaggio italiano starebbe anche proprio in questa sua godibilità intertestuale, in questa dimensione riflessa che mette la percezione in cortocircuito con una sua caratteristica essenza colta, essenza che verrà messa a quadro e resa celebre innanzitutto dai grandi maestri della pittura italiana. È su questo cortocircuito racconto-pitturaesperienza che si è alimentata e ancora si alimenta l istanza estetica e letteraria del genius loci italiano: un atmosfera, un essenza caratteristica, che sopravvive e attraversa i testi che nel tempo si sono accostati ai mitici luoghi italiani. Un presunto, ineffabile, spirito del luogo, piuttosto che un senso generato dall esperienza del luogo, ha per secoli mediato l idea dell Italia. Di una favolosa Italia dunque si parla, si scrive e si dipinge dai tempi antichi fino a oggi, dalla Mater Tellus di Lucrezio, il Tevere antico, al giardino Elisio di Virgilio, da Las Italias di Cervantes alla Vallombrosa di Milton. Catturato dalla penna dei classici e precipitato nel caleidoscopio letterario, il paesaggio italiano si materializza sullo sfondo degli affreschi e nelle tele dei maestri italiani del Quattrocento e del Cinquecento (Piero della Francesca, Leonardo, Giorgione, Veronese, Bellini, Pontormo), a testimoniare tra l altro dell avanzata di un genere la pittura di paesaggio che era, storicamente parlando, ormai a portata di mano. Accolto e rielaborato nel tempo da molte pitture (Salvatore Rosa, Canaletto, Bellotto, Panini, Joli), il paesaggio italiano abbraccia gradatamente tutto il territorio, incluso quello urbano, diventa common property per una vasta comunità internazionale di estimatori, di studiosi, di viaggiatori, consegnato a interessanti contaminazioni: pensiamo alle campagne già romantiche di Lorraine e Poussin, ai paesaggi neoclassici di Hackert e Cozens, costruiti attorno alle citazioni letterarie, e più tardi ai paesaggi gotici di Ducros, quelli mistici di Bocklin o quelli sgargiantemente frondosi di Sargent, il perfetto péndant delle sinfonie vegetali e architettoniche dei sempre più numerosi viaggiatori ottocenteschi che a piedi e in bicicletta scandagliano il territorio italiano, con una prevedibile predilezione per le regioni del centro Italia. Un Italia dipinta C è insomma una fascinosa Italia dipinta, costituita attorno a icone pittoriche potenti, e una Italia passata per fiumi di parole, che hanno fatto e fanno costantemente da filtro rispetto a un paesaggio. È su questo cortocircuito tra letteratura, pittura e memoria culturale che si è alimentata e ancora si alimenta l idea di una civiltà misticamente incarnata nel suo paesaggio: dove le tracce dell antico e le atmosfere vengono ricoagulate di continuo nei testi che nel tempo hanno significato i luoghi, e li hanno resi mitici, e in qualche modo congelati in immagini vagamente atemporali. In tal senso, la storia e la geografia collassano dentro a un distillato italiano che insiste su alcuni stereotipi regionali e si alimenta di alcuni generi ben precisi (il pittoresco, soprattutto). Di una favolosa Italia dunque si parla, si scrive e si dipinge dai tempi antichi fino a oggi, dalla Mater Tellus di Lucrezio, il Tevere antico, al giardino Elisio di Virgilio, da Las Italias di Cervantes alla Vallombrosa di Milton: per cui ancora oggi milioni di viaggiatori sognano l Italia, affollano le sue città d arte, invadono pacificamente le sue molte campagne, o le ammirano dai finestrini dei treni che li conducono da una tappa a un altra di un moderno Grand Tour. Non c è apparentemente nessuna grave frattura tra Virgilio, il viaggiatore del Grand Tour, il turista americano dell Ottocento e il moderno escursionista del mercato globalizzato: per tutti questi l Italia resta un approdo mitico, un paesaggio delle origini la cui essenza si manifesta in un genius loci che evoca fiabe di colore, quelle stesse fiabe che sempre più spesso ritroviamo lavorate dentro alle narrazioni filmiche e ai palinsesti pubblicitari (incluso quelli che reclamizzano prodotti stranieri collocati in paesaggi italiani esclusivi, per clientele internazionali non meno esclusive). Gli stereotipi ci ricorda Roland Barthes sono mitologie del quotidiano, nomi o immagini che si formano e si reggono su un senso congelato, dove l ideologia fa resistenza all esperienza. Un discorso sui luoghi comuni del viaggio è quanto mai pertinente quando si parla di turismo: chi si mette in viaggio parte sempre con in mente qualcosa di già detto, e di già visto da altri; nessun turista arriva in un luogo senza un cospicuo bagaglio di idee preconcette e di luoghi comuni, che l esperienza forse potrà modificare. Dunque, prima del viaggio viene un racconto, prima di un viaggiatore un altro che l ha preceduto: il racconto dei viaggiatori costituisce un enciclopedia e una mitologia dei luoghi non meno vera e legittima di quella costituita dai residenti. Il senso di un luogo non è che la storia delle sue concrezioni, e quindi dei molteplici si dice che lo avvolgono dentro una matassa che si sbroglia grazie ad altri si dice. Grand Tour e petits tours: l Italia come palestra del turismo Territori senza frontiere né sbarramenti di polizia, passeggiate tranquille, itinerari tracciati come i viali di un parco questa è l Europa dei Lumi: un gigantesco luogo di villeggiatura frequentato da viaggiatori solitari (il turismo di massa è lontano), piuttosto giovani e ben provvisti di beni di fortuna, appassionati d arte e di storia, animati da una grande curiosità di vedere e pronti a stupirsi. Essi vanno dappertutto, osservano tutto, giudicano, pesano, paragonano. Ciò si chiama fare il Grand Tour, e gli inglesi, che hanno inventato la parola, se non la cosa, ne sono gli adepti più entusiasti In questa scorribanda attraverso l Europa, l Italia del Settecento occupa un posto privilegiato. Tappa indispensabile per gli adoratori della Bellezza, la patria di Dante segna altresì il compimento del loro itinerario iniziatico (Lever 1996, pp. XXXI-XXXII). Quando l enciclopedia racconta il Grand Tour parla di un viaggio attraverso l Europa, un viaggio di conoscenza e di formazione per alcune privilegiate élites che consideravano importante fare esperienza del mondo, lontano dalle patrie terre. Per gli europei del Settecento, e per gli inglesi soprattutto, il Grand Tour era la versione aggiornata di quel viaggio rinascimentale ispirato ai dettami di Bacone e all esperienza di Montaigne che rilanciava il valore del viaggio come lezione di vita, soprattutto per chi si apprestava a diventare classe dirigente. Il Grand Tour, che la nuova intellighenzia dei Lumi aveva fatto proprio anche nel nome dell universalità dell arte e della cultura, si faceva con la bussola puntata a sud, verso l Italia der magick Land per finire nella Città Eterna, eletta a culla della civiltà: quasi un pellegrinaggio laico, dunque, ove arte e cultura sono le reliquie di una rinnovata «autentica passione per l Italia quale immenso deposito di antichità e di opere d arte, inesauribile risorsa di itinerari e di attrazioni naturali, incredibile repertorio delle più diverse e singolari forme politiche» (Brilli 1987, p. 41). Dell Italia meta del Grand Tour, di questo territorio vario e stratificato fino all esasperazione e capace di testimonianze culturali senza pari, i grandturisti parlavano e scrivevano quasi ossessivamente, come di un oggetto del desiderio prismatico e inafferrabile, intessendo storie o interrogando il paesaggio con sketches e dipinti destinati ad arricchire famosi e meno famosi taccuini di viaggio. E si moltiplicano anche le scritture d autore: il viag-

6 Da ovunque si provenga, le tappe d obbligo sono Venezia, Firenze, Roma, a cui spesso si aggiunge Napoli (esotica ma familiare agli inglesi, che avevano lì un viceré di stanza permanente alla corte dei Borboni); le trasferte sono occasione di sightseeing, con viste e vedute sulla campagna: quella veronese e toscana, a seconda dell itinerario, e poi la campagna romana e i campi flegrei, per citare i classici loci amoeni del viaggio (quelli più tipicamente immortalati negli schizzi e negli acquerelli dei dilettanti, oltre che nei paesaggi dei pittori che si specializzano in pitture per grand-turisti). È d altronde il percorso obbligato, unito alle tappe e agli appuntamenti fissi, alle visite da fare insieme ad altri grand-turisti, a dar vita a un tour che è altra cosa dal viaggio: a ricordarci, tra l altro, che a sostanziare questo nuovo tipo di mobilità è la ripetizione rituale, ed è il segno sociale a imporsi sull improvvisazione e sul gusto individuale, a prefigurare «il soggetto turistico» (MacCannell 1976; Urry 1989). La progressiva turisticizzazione del Grand Tour fu, per lo meno nelle sue origini, un prodotto della cultura anglosassone (che, tra l altro, con Thomas Cook, inventore del viaggio organizzato in treno, si sarebbe di lì a poco appropriata delle rotte del Grand Tour per poi passare all avventura del turismo su scala globale): sono infatti gli inglesi, numerosi e ben organizzati, ad arrivare in gruppi familiari o comitive professionali, a muoversi a frotte tra una località e un altra, a creare stagionalità propizie per clima o attività culturali, a trasformare i luoghi in destinazioni tourist sites come diremmo oggi e a codificare motivazioni, cadenze materiali, atteggiamenti, costumi, a suggerire finanche reazioni ed emozioni. Come si trattasse di una colossale lezione pedagogica (e che altro non erano anche le guide turistiche se non strumenti per educare lo sguardo e il comportamento dei turisti?), di un gioco di definizione di ruoli e di attori in vista di quel grande teatro turistico che si stava formando e di cui l Italia era la prima grande palestra europea. I primi scavi del tempio di Iside a Pompei. Acquerello del volume Campi Flegrei: Osservazioni sui Vulcani delle due Sicilie, pubblicato nel 1776 da Lord Hamilton, viceré di Napoli. Certo, a ben guardare, la scena turistica coincide con un territorio che pare più un museo a cielo aperto che un paese con un suo specifico continuumculturale: la presenza italiana, la cosiddetta comunità dei residenti, è ridotta a qualche parata festiva, a qualche comparsa arcadica (basti vedere anche i dipinti del Grand Tour, paesaggi sen- gio in Italia non meno che il paesaggio italiano per i pittori diventa a tutti gli effetti un genere narrativo: con Addison e Sterne, Montesquieu e De Sade, e con Goethe (autore di un memorabile Italienische Reise) si distillava il pensiero di un viaggio à la moderne che eleggeva a oggetto privilegiato l Italia. Una traccia testuale solida e duratura, che farà da sponda stilistica e tematica a molte future scritture dedicate al Belpaese (si pensi ai molti scrittori-viaggiatori, soprattutto inglesi, che soggiornarono sul territorio italiano per tutto l Ottocento), ma anche alla nascente e fortunata editoria del viaggio: quella che porta ai vademecumdi viaggio e alle Guide di Murray e di Beadeker, che filtrano il territorio italiano attraverso lo sguardo e la lingua degli stranieri, indicano strade, elencano luoghi da vedere, locande ove soggiornare, cibi da assaggiare. È anche grazie a questa potente co- municazione, fatta di inclusioni ed esclusioni, che il viaggio in Italia progressivamente si fa organizzato: si sceglie l accesso, per mare o attraverso i valichi alpini (dalla Francia, attraverso Chamonix, o da Marsiglia verso Genova; oppure dalla Svizzera, attraverso il Gottardo, e dalla Germania attraverso il Brennero), a cui consegue un certo itinerario preferenziale (che può includere Genova o Milano, a seconda che si provenga da ovest o si cali da nord). delle rovine

7 za figure ove a campeggiare sono gli artisti in viaggio e i granmilordi, ritratti davanti a rovine o suppellettili antiche in atteggiamenti apertamente proprietari), o a qualche folcloristica scena popolare in stile sangue e core. Insomma, all ipertrofico racconto del luogo con occhi stranieri alimentato dal Grand Tour non corrisponde un contro-racconto autoctono di eguale forza e impatto culturale: anche perché gli italiani allora parlavano e scrivevano poco in italiano, ma piuttosto in veneziano, in fiorentino, in romano, in napoletano o in latino. C è dunque una penisola italica, e un vagheggiato spirito italico che la abita, ma l Italia non c è (e l Italia unita sarà una questione ottocentesca). Forgiata al tornio di una memoria mitica e storica che sembra fare resistenza all esperienza dei luoghi, congelata dentro ai discorsi culturali ed estetici costruiti e condivisi dalle élites europee vecchie e nuove, l Italia è all epoca dapprima una cartografia mentale da inseguire attraverso le citazioni letterarie e poi una carta turistica. Come avrebbe ricordato un secolo dopo anche Freud, appassionato viaggiatore, in Italia sono le pietre a parlare: è il racconto suscitato dai luoghi nella lingua dei viaggiatori ad affascinare più e meglio di coloro che vengono percepiti come immemori abitanti. Nel Settecento, il mito dell Italia e del paesaggio italiano era di fatto tutt uno con il mito della rovina: e la rovina è, a ben guardare, essa stessa il perfetto correlativo oggettivo di una storia congelata, elemento residuale di un passato che in essa sopravvive, marcando indelebilmente il territorio, interessante per il visitatore straniero quanto sovente ingombrante per chi quel territorio lo abita e lo usa quotidianamente. Inseguita, sorpresa, mostrata, comprata, citata ripetutamente, in ogni occasione, essa sarà la suppellettile necessaria, l attesa didascalia ( siamo in Italia ): una rovina che si fa vero e proprio trofeo di viaggio, nel caso di rovine importanti, e poi, più banalmente, souvenir d Italie, in forma di piccolo oggetto di vetro o di coccio, incisione, statuetta, gioiello, talismano da portare a casa. Da mito a feticcio d esportazione, il reperto è merce su cui far soldi: anche da falsificare o riprodurre in copia, avviando così un altro colossale mercato proprio dei luoghi turistici. La statistica e la misurazione dei flussi sono strumenti recenti, ed è quindi difficile fare una valutazione quantitativa del fenomeno Grand Tour. In assenza di veri e propri censimenti, sono le fonti indirette a consentire ipotesi numeriche: dalle testimonianze stesse dei viaggiatori «Tra il 1760 e il 1780, non c è viaggiatore straniero che non si lamenti dell invadente presenza di compatrioti a Firenze, a Venezia, a Roma, o a Napoli, non escluse le cittadine minori, da Lucca a Siena, a Vicenza e a Verona» (Wilton e Bignamini 1996) ai repertori figurativi (quadri e incisioni che rappresentano spesso un paesaggio italiano popolato di facce straniere, con delegazioni in ammirazione di edifici e monumenti, gruppi in visita alle rovine, musei e gallerie d arte gremite di gente); dai cataloghi stampati, come il Dictionary of British and Irish Travellers in Italy , agli elenchi ufficiali redatti dai circoli per stranieri (soprattutto inglesi) presenti nelle grandi città. Quello che emerge è la realtà abbastanza sorprendente di una folla di turisti, e addirittura di un senso di saturazione di spazi e di insufficienza dei servizi: alla metà del sec. XVIII, nella sola Roma le stime parlano di stranieri, in larghissima parte inglesi, presenti nel corso della stagione invernale. Quanto vasta e variegata fosse la folla dei grandtravellers, inglesi soprattutto, lo riafferma Ilaria Bignamini in una recente rilettura volta a creare un collegamento tra l anglicizzazione del Grand Tour e la sua progressiva trasformazione in pratica borghese, articolatasi dentro al mondo (già rinascimentale) delle arti e dei mestieri, ma ora decisamente proiettata nella sfera segnatamente moderna del connubio tra ideologia, politica e impresa commerciale (Wilton e Bignamini 1996). Da qui quel romanzo del Grand Tour che celebra il viaggio come icona libertaria: un occasione di emancipazione democratica, una pratica per uomini e donne uniti dal gusto per un esperienza culturale negoziata tra nazioni e comunità disposte a sognare di liberarsi da vincoli e istanze d oppressione, a sognare appunto libertà di movimento, di espressione, di aggregazione, di commercio e di impresa, senza frontiere né sbarramenti di polizia. Di questo nuovo orizzonte politico, che salda la rivendicazione di diritti individuali all avventura delle identità nazionali di stampo europeo e occidentale, il Grand Tour sembra farsi una significativa icona culturale, degna appunto di pagine e pagine di racconto e resoconto, di corrispondenze incrociate, di diari e di testimonianze figurative. Ma oltre l enciclopedia e il romanzo, vi è dicevamo un discorso di politica culturale. È infatti il Grand Tour a fare dell Italia il cuore della prima vera impresa archeologica del mondo occidentale, ove contatti politico-diplomatici (tra l Inghilterra, lo Stato Vaticano e il Regno delle due Sicilie, soprattutto) prepareranno colossali attività di recupero (gli scavi di Roma, Pompei ed Ercolano), che an- dranno a innescare imprese culturali sia private che pubbliche, oltre che progetti di respiro universale (la Fondazione del Museo Capitolino e del Museo Vaticano di Antichità Pagane, la nascita del British Museum). Così, tra affari governativi e frenetiche compravendite private destinate ad alimentare collezionismi di vario cabotaggio (leggendaria, in tal senso, la figura di Lord Hamilton, viceré di Napoli), le suppellettili del paesaggio italico andranno ad alimentare la dilagante voga neoclassica di un Inghilterra divisa tra il richiamo cosmopolita per origini che gravitavano attorno al fascino della latinità e la domanda ugualmente pressante per un inglesità autoctona e anticontinentale. Qualcuno ha di recente parlato di una colonizzazione naturalmente non violenta da cui il territorio italiano è uscito ridisegnato, e risignificato, secondo criteri di godibilità estetica e turistica: alla fine del Settecento l Italia è, dal mercato delle vestigia alle proprietà immobiliari, oggetto di compravendita tra gli stranieri. Pezzi d arte, pezzi d Italia, sono destinati a essere ricollocati e risignificati altrove, per raccontare una storia europea e non ancora italiana; mentre terreni e case in Italia cominciano a passare di mano, andando ad alimentare famose diaspore (a Roma, a Napoli, a Firenze e dintorni). Dove c è guerra non si viaggia Con la Rivoluzione francese e il nuovo clima politico e sociale, il Grand Tour conosce una prima battuta d arresto: alcuni corridoi di accesso all Italia sono interrotti (chi proviene dall Inghilterra o da nord-ovest in generale deve piegare sulla Svizzera, essendo la Francia non più percorribile); con l avvio delle campagne napoleoniche, tutta l Europa è incendiata da conflitti, cade definitivamente la possibilità di viaggiare in sicurezza ma vengono anche a mancare i soggetti propri del Grand Tour, prevalentemente impegnati a combattere sui vari fronti del conflitto. Finita l Europa dei Lumi (territori senza frontiere né sbarramenti di polizia, passeggiate tranquille, itinerari tracciati come i viali di un parco), mandato in esilio Napoleone, una nuova forte borghesia impone i propri interessi e i propri valori, monopolizzando comunque molti degli stili di vita precedentemente appannaggio delle classi aristocratiche: il viaggio e la villeggiatura sono segmenti importanti di un beau vivre che non ha rinunciato alla pratica del viaggio for learning and pleasure, ma lo va ricostituendo attorno a nuove etichette sociali e morali. Intorno agli anni Venti dell Ottocento, gli europei ricominciano a viaggiare: li ritroveremo, in gruppi assai più numerosi e con una sensibile presenza femminile, sulle strade battute dal Grand Tour, di nuovo soprattutto alla volta dell Italia, in città diventate affollate e rumorose; ma intenzionati anche a scoprire itinerari nuovi, fuori dalle rotte convenzionali, viaggiatori più consapevoli e fai da te, a caccia di esperienze e conoscenze meno scontate. Ad avviare la pratica e la moda dei petits tours sono all inizio di nuovo gli inglesi, presto seguiti dagli americani, che sempre più numerosi calcano l Europa, aprendo la strada a nuovi flussi turistici: personalizzato e variato, quasi un anticipazione di più moderni turismi tematici, il petit tour punta sui centri minori caratterizzati da ben visibili addensamenti stilistici e architettonici (il gotico, il romanico, il barocco ecc.), si spinge in campagne e paesaggi sconosciuti (osservati in precedenza in qualche suggestiva tela di scuola italiana esposta al museo), contempla tratti di percorso a piedi o in bicicletta. Alla maniera di Vernon Lee, per citare una famosa cosmopolita italiana di adozione appassionata del genius loci caratteristico del triangolo Lazio-Umbria- Toscana (peraltro destinato a diventare uno dei grandi bacini del turismo culturale mondiale dell Ottocento). Insomma, il viaggio in Italia rideclinato e trasformato secondo moventi e mode aggiornate ai momenti che scandiscono la storia dell Europa tra Settecento e Ottocento tiene, ed è anzi in vorticosa crescita (in termini di appeal culturale, di numeri e di movimento economico), catalizzando quella più generale passione del Mediterraneo presto declinata su nuove destinazioni: verso il Sud delle isole (lo spettacolare golfo di Napoli e la Sicilia) e delle lande sperdute, battute dai briganti (la Old Calabria celebrata da Norman Douglas e la Sardegna). Dall estetica, all economia, alla politica, il viaggio in Italia, cominciato for learning and pleasure, è diventato un avventura carica di implicazioni culturali e di conseguenze storiche. Cesare De Seta, enciclopedista del Grand Tour ma anche attento studioso del quadro storico-culturale che gli fa da sfondo, rileva come il viaggio qualunque viaggio finisca con l attivare processi di reciprocità, trasformando l identità del viaggiatore non meno che quella del residente. In tal senso, l invasione dell Italia aveva infatti implicato nel Settecento una latinizzazione dell Europa, una sorta di nuova messa in comune dei destini culturali del Nord e del Sud; nell Ottocento la passione per l Italia, visitata

8 e comprata, doveva produrre anche processi di identificazione, diventare passione per le sue vicende politiche, e in particolare per una causa nazionale che avrebbe avuto molti simpatizzanti stranieri, soprattutto tra gli inglesi. Venendo in Italia in cerca di un comune passato, gli inglesi contribuirono in fondo a restituire anche l Italia a un suo passato, romanzando le sue origini classiche, i fasti del Rinascimento, i magisteri artistici e letterari (come fecero Ruskin e Pater, per esempio). Alla fine dell Ottocento, la cartografia turistica dell Italia quella restituita dagli itinerari presentati dalle mappe e dalle guide per stranieri mostra uno stivale unito, e un paese dotato di mete turistiche in grado di soddisfare gusti e interessi diversi, con tipologie già affini a quelle del turismo moderno: città d arte e centri minori per il turismo culturale; stazioni montane per i più sportivi, ove praticare escursioni in quota e salutari passeggiate nei boschi, generate a ridosso dei valichi alpini più battuti e in vista di massicci spettacolari (come il Monte Bianco, a ovest, affacciato sulla Val d Aosta, e le Dolomiti a est, tra le valli trentine e venete); località marine e costiere, affollate da turisti in viaggio di salute, ma anche interessate dalle prime timide apparizioni del turismo balneare (la riviera ligure a nord e il golfo di Napoli a sud). Trasformatosi in pratica non più riservata a pochi privilegiati, il turismo ha abbracciato un mondo borghese esso stesso deciso a creare proprie mode turistiche e proprie icone. È tra l altro sulle tracce di un passaggio internazionale che si vanno costituendo agglomerati residenziali destinati ad acquistare valore turistico, ove nuclei di comunità italiana fissano la propria dimora vacanziera, soprattutto estiva, nelle varie marine appresso alle città costiere o in campagna e in collina, ai freschi, e vicino agli specchi d acqua dolce. Altri tasselli, su scala regionale, si aggiungono dunque alla mappa di un Italia turistica dove sono le aree decentrate ora a guadagnare visibilità e valore: dai laghi lombardi alla Brianza, dai ronchi appenninici alle pinete in riviera, dalle campagne ai golfi esclusivi che punteggiano il territorio italiano. Mondi in movimento Il treno, il battello a vapore e il viaggio organizzato Tra il 1820 e il 1830 la nascita della ferrovia e del battello a vapore comportò una vera e propria rivoluzione nei trasporti e, conseguentemente, un radicale mutamento nelle pratiche turistiche. Le prime linee ferroviarie furono inaugurate in Inghilterra e subito dopo nell America del Nord. Nell Europa continentale lo sviluppo fu più lento: la prima linea fu quella da Saint-Étienne a Lione nel 1826, a cui seguirono nel 1835 le prime linee in Germania e in Belgio e nel 1837 in Austria, in Russia e in Svizzera. La prima linea ferroviaria italiana fu la Napoli-Portici che venne conclusa nel 1839 e allungata fino a Castellamare nel Nel 1840 fu aperta la Milano-Monza, nel 1844 la Pisa- Livorno, nel 1846 la Mestre-Padova, nel 1848 la Torino-Genova, nel 1856 la Roma-Frascati. A partire dal 1845 le navi inglesi percorrevano con regolarità le principali rotte del mondo. Il mondo iniziava a essere visitato da grandi numeri di persone e non più solo dalle élites aristocratiche e borghesi. Il successo delle località turistiche, indipendentemente dal tipo di turismo e dalla dislocazione sul territorio, dipendeva strettamente dall esistenza e dallo sviluppo dei nuovi mezzi di trasporto che consentivano di coprire distanze, considerate fino ad allora impercorribili, in breve tempo e a costi contenuti. Alla fine dell Ottocento si diffusero la bicicletta, la motocicletta e l automobile, mezzi che consentirono ai viaggiatori e ai turisti di muoversi in libertà fuori degli itinerari precostituiti delle ferrovie. Il fatto che il viaggio fosse divenuto più economico e meno pericoloso aveva fatto sì che anche molti esponenti della piccola e media borghesia cominciassero a viaggiare. La crescita della domanda fece nascere l esigenza di organizzare commercialmente i viaggi: la prima agenzia di viaggio nacque nel 1841 in Gran Bretagna su iniziativa di Thomas Cook. Le agenzie di viaggio: dalla Thomas Cook alla Chiari Viaggi Thomas Cook è considerato il primo agente di viaggi organizzati. L attività di Cook iniziò nel luglio del 1841, quando organizzò un viaggio in treno da Leicester a Loughborough per cinquecento persone che dovevano recarsi a un incontro antialcolista. Cook intuì che la ferrovia avrebbe rappresentato una rivoluzione nel mondo dei viaggi e che era fondamentale occupare tutti i posti disponibili nei treni per rendere le ferrovie produttive. Grazie a questa intuizione, riuscì a ottenere dai gestori delle ferrovie dei prezzi convenienti. Non vi erano più limitazioni nel numero di viaggiatori e anche quelli con scarse possibilità economiche erano in condizione di viaggiare. Nel 1845, Cook aprì la prima agenzia turistica e nei primi quindici anni di attività portò i turisti in gi- Passeggeri sulla funicolare del Vesuvio tra la fine dell Ottocento e l inizio Novecento. La funicolare fu acquistata nel 1886 da Thomas Cook, il primo agente di viaggi organizzati. ro per la Gran Bretagna. A partire dal 1862, anno in cui le ferrovie non gli concessero più tariffe scontate, Thomas Cook iniziò a organizzare viaggi a Londra e Parigi e in Svizzera. Nel 1883 arrivò anche in Italia, dove nel 1886 acquistò la funicolare del Vesuvio. Ormai Cook coordinava viaggi in tutto il mondo: l Egitto fu il paese extraeuropeo dove ebbe il maggior successo. Negli anni Ottanta dell Ottocento controllava tutti gli spostamenti dei viaggiatori sul Nilo. Nel 1872, in concomitanza con la pubblicazione del Giro del mondo in Ottanta giorni di Verne, Cook portò una comitiva a fare il giro del mondo in 222 giorni. Cook fu il primo a introdurre i biglietti circolari che coprivano tutte le tratte ferroviarie del percorso da effettuare, il Cook Coupon con cui si pagavano pranzi e pernottamenti negli alberghi convenzionati; infine ideò una prima forma di travellers cheque. In Italia la prima agenzia di viaggio fu aperta, con il consueto ritardo rispetto alla Gran Bretagna, da Massimiliano Chiari a Firenze nel 1878 e subito trasferita nel 1879 a Milano. Chiari pubblicava con regolarità il giornale «Le Touriste» indirizzato principalmente ai turisti che venivano in Italia, ma che si occupava anche di altre questioni legate allo sviluppo del turismo. Chiari decise di trasferire la sua agenzia a Milano poiché era un importante snodo dei viaggi di allora e perché era il centro economicamente più produttivo. All inizio degli anni Ottanta Chiari iniziò a organizzare viaggi più importanti che avevano come destinazione principale le grandi capitali europee e le esposizioni universali (i primi viaggi furono organizzati a Parigi nel 1878 in occasione dell Esposizione universale). Nella seconda metà degli anni Ottanta invece Chiari organizzò numerosi viaggi

9 Manifesto pubblicitario delle acque imbottigliate presso le terme di Montecatini, Gli impianti termali di questa città conobbero fortuna a livello internazionale dalla seconda metà dell'ottocento. Alberghi a Sorrento e vista sulla baia a fine Ottocento. La costiera sorrentinoamalfitana è stata una delle prime località italiane interessate dal turismo balneare. vità artigianale in un attività imprenditoriale, guardando come modello alle grandi agenzie straniere. L agenzia si chiamò da quel momento Chiariva e conobbe un certo successo. Il 1900 fu l anno migliore per il turismo organizzato italiano grazie a due contingenze fortunate: l Esposizione universale di Parigi e il giubileo. La domanda di viaggi non fu sempre così alta come nel 1900, che era stato indubbiamente un anno particolarmente favorevole. In generale il settore delle agenzie di viaggio risentiva dell arretratezza economica dell Italia, che si era sviluppata in ritardo rispetto agli altri paesi europei. Luoghi di vacanza Acqua e salute termale, considerato la prima forma di turismo moderno, nasce in Gran Bretagna alla fine del Seicento e conosce il suo massimo sviluppo tra la metà del Settecento e l inizio dell Ottocento. Frequentare le stazioni termali inglesi dell epoca, come racconta esemplarmente Jane Austen nei suoi romanzi, significa affermare lo status sociale raggiunto e vederlo riconosciuto pubblicamente. La città termale per antonomasia, in Inghilterra, è Bath. Il grande successo di Bath fu determinato dalla sua trasformazione da luogo di cura a luogo di divertimento, caratterizzato dalla costruzione di un parco termale, dalla proliferazione di teatri, caffè, giardini e grandi alberghi. Verso la fine del Settecento la moda delle vacanze alle terme si spostò nell Europa continentale, il cui centro più famoso fu Spa, in Belgio. Nel momento di declino del turismo termale si affermò il turismo balneare nei mari freddi ( ). Fu l aristocrazia, oltre alla scoperta medica delle proprietà terapeutiche dell acqua per la cura di molte malattie, a sancire il successo del turismo termale e del turismo balneare. Il passaggio dal turismo termale a quello balneare avvenne a Scarborough, ma la città balenare più famosa dell Inghilterra, soprattutto nell Ottocento, fu Brighton. Il mare di questo turismo balneare era un anche in Oriente, soprattutto in Egitto, verso Gerusalemme e i Luoghi Santi, nonché veri e propri pellegrinaggi e un viaggio a Capo Nord, che riscosse un grande successo. Agli inizi degli anni Novanta la Chiari proponeva viaggi nei quattro continenti, compreso il giro del mondo. Le attività dell agenzia Chiari non furono mai particolarmente redditizie e conobbero spesso momenti di crisi. Nel 1898, Chiari decise di cedere l agenzia a Sommariva che riuscì a trasformare un atti-

10 mare freddo e i bagni, secondo i dettami medici dell epoca, avevano solo scopi curativi e dovevano durare pochi minuti. In un certo senso il turismo balneare rappresentava il prolungamento ideale del turismo termale. Come scrive Triani, il modello di vacanza marina derivava totalmente da quello termale (Triani 1988, p. 51). La struttura caratterizzante delle stazioni balneari era il Kursaal, anch essa di origine termale. Si trattava di una costruzione molto simile agli stabilimenti termali, ma a differenza di questi ultimi, veniva costruita vicino al mare ed era caratterizzata da un lungo molo, sorretto da piloni. La spiaggia e il sole non erano ancora stati scoperti. Con la diffusione della ferrovia sorsero in Inghilterra molte stazioni balneari aperte a un turismo meno aristocratico, in particolare alle famiglie del ceto medio in ascesa, che si concentrarono prevalentemente nel sud-est dell Inghilterra e nel Devon. Fra il 1880 e il 1910 sorsero nuovi centri balneari, soprattutto nelle province settentrionali, che attirarono turisti appartenenti alle classi operaie. La più famosa località turistica popolare fu Blackpool. Successivamente si è assistito a un lento processo di meridionalizzazione delle mete turistiche balneari. Verso la fine del sec. XVIII sorsero dei centri sul Mare del Nord e sul Mar Baltico. Le città balneari continentali, anche se riproducevano il modello di Brighton, non conobbero mai il successo delle località inglesi, non solo perché le abitudini dell aristocrazia dell Europa continentale erano diverse, ma anche perché si svilupparono in contemporanea con le località termali. Le coste del Nord della Francia iniziarono a essere frequentate dai turisti solo all inizio dell Ottocento. Dalle coste settentrionali i turisti scesero a poco a poco verso le coste meridionali dell Europa: dal mare freddo in estate si passò al mare freddo in inverno. La prima località balneare della costa meridionale della Francia fu Sète, il cui modello era sempre quello di Brighton. I turisti, soprattutto inglesi e soprannominati rondini o hivernants, venivano a cercare un mare freddo. Le località balneari del Mediterraneo accoglievano i turisti da ottobre ad aprile e poi dai primi di maggio si svuotavano. In pratica la specificità di queste località consisteva nell offrire la possibilità di trascorrere l inverno in un clima mite e, grazie al fatto che si concentravano in un diverso periodo dell anno, non entrarono mai in concorrenza con le stazioni balneari inglesi. Anche nel caso delle stazioni balneari della costa meridionale francese, furono le istanze mediche a promuovere questo genere di vacanza: l aria di mare era considerata importante per la cura delle malattie polmonari, fra cui primeggiava la tubercolosi, che erano assai diffuse in quel periodo. A fianco ai malati di polmoni iniziarono ad arrivare aristocratici e borghesi in cerca di svago e di divertimento. Nella seconda metà dell Ottocento la Costa Azzurra conobbe il suo massimo splendore. Nizza, Mentone, Cannes e Montecarlo diventarono le mete turistiche invernali più ambite dagli aristocratici e borghesi europei, a cui successivamente si aggiunsero anche gli americani. Furono costruiti grandiosi alberghi e bellissime ville adornate di piante esotiche. Questi luoghi, prima modesti villaggi di pescatori, si trasformarono in centri esclusivi capaci di attrarre una clientela cosmopolita. È con la prima guerra mondiale che questo modello turistico entra in crisi. In questo quadro europeo l Italia conosce uno sviluppo a sé stante. A fianco ai pellegrinaggi e al Grand Tour si era sviluppato anche un turismo termale che, dopo il grande sviluppo in epoca romana, conobbe una nuova stagione fra il 1300 e il Le terme medievali, concentrate in prevalenza intorno ai più importanti nuclei urbani, erano veri e propri centri di cura e non offrivano occasioni di svago e di evasione ai frequentatori, come le città termali inglesi. Dunque, anche se la pratica termale aveva conosciuto un ampia diffusione, in Italia si sviluppò, nel senso modernamente inteso, con un secolo di ritardo rispetto alle località inglesi. Bagni di Pisa fu la prima località termale a rendersi conto dell importanza dello sviluppo turistico e fece una serie di investimenti fra il 1742 e il Il successo delle località termali italiane arrivò con la Belle Époque. La più importante città termale fu senza dubbio Montecatini, seguita da San Pellegrino, Recoaro, le terme euganee, gli stabilimenti napoletani. Un caso particolare fu rappresentato da Salsomaggiore che fu letteralmente inventato dal nulla come centro turistico. Ischia, già tappa del Grand Tour, fu una delle poche stazioni termali italiane ad avere un carattere internazionale. Dalle terme a Sanremo L Italia fu interessata dal turismo balneare più tardi; dapprima quando si scoprì il mare in inverno e successivamente quando si scoprirono le proprietà terapeutiche del sole. La prima zona interessata dal turismo balneare fu, come prevedibile, la costa ligure che seguì l esempio della vicina Costa Azzurra, di cui rappresentava il naturale prolungamento. Intorno al 1870 Sanremo iniziò a svilupparsi, facendo perno sugli effetti terapeutici del clima e sulla vicinanza con la costa francese. Lo sviluppo turistico di Sanremo fu molto simile a quello di Nizza. Inizialmente si trattava di un piccolo paese arretrato, la cui economia si reggeva sull agricoltura. Con lo sviluppo turistico si modificò l assetto urbano e si costruirono grandi alberghi, ville, centri sportivi e ricreativi. Sanremo fu principalmente frequentata da inglesi che crearono una vera e propria comunità autonoma che raramente entrava in contatto con la popolazione locale. Negli anni Ottanta del Settecento, Sanremo era ormai diventata una delle principali mete turistiche internazionali, grazie anche al miglioramento dei collegamenti ferroviari. Viareggio, dove i primi stabilimenti balneari furono costruiti nel 1828, attirava invece bagnanti italiani, soprattutto l alta borghesia e la nobiltà fiorentine. Sulla costa tirrenica l altra grande destinazione era la costiera sorrentino-amalfitana: Capri e Sorrento erano già mete turistiche fin dai tardi sviluppi del Grand Tour. Sulla costa adriatica, invece, a fine Ottocento solo il Lido di Venezia era una località turistica di successo. Nel corso dell Ottocento iniziarono a essere costruiti piccoli stabilimenti balneari in diverse località marine: Viareggio (1828), Rimini (1843), Livorno (1846), Lido di Venezia (1857), Alghero (1862), Cagliari (1863). Il carattere innovativo della villeggiatura marina, come scrive Triani, era più gradito a una classe di nuova formazione e in particolare ai ceti medi, per il fatto che non evocava antiche tradizioni e retaggi e soprattutto perché consentiva modalità di vacanze socialmente ed economicamente dimensionate (Triani 1988, p. 56). La spiaggia e il mare restano, però, almeno alla fine della prima guerra mondiale, due zone di confine che vengono sfruttate soprattutto per l idea di cura a esse associata. Dal 1870 si assiste a un graduale mutamento delle mentalità e le località balneari italiane iniziano a trasformarsi, così come era avvenuto in Inghilterra, da luoghi di cura a luoghi di divertimento e di socialità. Spesso in queste località venivano costruiti i casinò e il gioco d azzardo costituiva un attrazione turistica importante. Le differenze di classe sociale si manifestano non tanto nelle pratiche dei bagni e nel modo di vivere spiaggia e mare, quanto nei divertimenti e nella vita sociale. Il mare era dunque ancora una cura e il sole un nemico da cui proteggersi. Nessuno metteva in dubbio l importanza delle villeggiature al mare per curare e prevenire molte patologie. Il corpo doveva essere nascosto e i bagni, a volte effettuati all interno di bizzarri casotti, dovevano durare due minuti al massimo. C era inoltre una rigida separazione fra zone destinate agli uomini e zone destinate alle donne. Bisognerà attendere ancora qualche anno per vedere modificato il modo di vivere il mare, la spiaggia e il sole. I primi sensibili cambiamenti si verificarono infatti fra la prima e la seconda guerra mondiale, ma la vera rivoluzione ebbe luogo nel secondo dopoguerra. L invenzione della montagna Per lungo tempo la montagna fu vista come un luogo spaventoso e inaccessibile, abitato da bestie feroci e da popolazioni crudeli e inospitali. Geografi e scrittori dell antichità avevano contribuito ampiamente alla costruzione di questa immagine, che non incoraggiava a farne esperienza. La scoperta della montagna come oggetto di contemplazione e di cimento fisico avvenne in tempi relativamente vicini a noi, a seguito del mutamento dei paradigmi estetici, filosofici e scientifici. Si iniziò infatti a concepire e apprezzare, a fianco alla natura ordinata e regolamentata, anche una natura più selvaggia e disordinata. In Europa, i primi segnali di interesse sono da attribuire ai poeti e agli artisti tra Medioevo e Rinascimento: Petrarca e Leonardo avevano guardato e amato la montagna, e, ispirati da un sentimento avvolto da un aura mistica e minerale, ne avevano fatto esperienza. L Ascensione al Monte Ventoso e le rocce dipinte con precisione scientifica lo testimoniano; nel Trattato della pittura Leonardo trova nella montagna la chiave della composizione naturale: una rivelazione geologica ed estetica che diventa più tardi una lezione per gli scienziati naturalisti e per i poeti del sublime che, nel trasformare la montagna in un laboratorio en plein air, ne fecero anche un luogo affascinante e degno di interesse soprattutto per i cittadini, che cominciarono ad avvicinarsi alle montagne. Spicca fra questi il nome del filosofo e linguista Horace Bénédict de Sassure che tra l altro, nel 1787, scalò il Monte Bianco. L impresa fu immortalata da artisti al seguito, con varie serie di acquerelli e disegni divenuti subito famosi che certamente contribuirono a diffondere l immagine dei massicci rocciosi e dei ghiacci perenni, a farne un icona culturale. Ma la rivelazione è ancora per pochi, e la stessa mistica del sublime in fondo traduce in esperienza estetica (vertigine, mancamento, accecamento) lo smarrimento e lo spaesamento della tradizione popolare. A partire dalla fine del Settecento, quando i flussi dei viaggiatori che attraversano i valichi per andare in Italia si fa cospicuo, la montagna diventa un luogo di epifanie visionarie. Per Ruskin e siamo a metà

11 La Mer de Glace sul Monte Bianco, in un acquerello di John Ruskin del L'intellettuale inglese contribuì all'affermazione delle Alpi come luogo ideale per la percezione del sublime. dell Ottocento le montagne sono come «cattedrali della terra», luoghi di Stimmungcatartica da preservare, limitandone gli accessi. E proprio gli inglesi, spinti da motivazioni sportive e dalla disponibilità di tempo libero, avevano preso ad andare in montagna, dedicandosi a escursioni e ascensioni. La molla propu lsiva era costituita dal rischio e dal pericolo: scalare le vette più alte rappresentava una sfida nei confronti della natura e un tentativo di superamento dei limiti umani. Alla fine dell Ottocento, con l arrivo degli escursionisti americani, le Alpi europee si configurano come una vera e propria palestra di divertimenti: viene in mente la sorprendente satira del Tartarin sur les Alpesdi Daudet, dove il paesaggio naturale si presenta infarcito di suppellettili e arredi a tema, e letteralmente infestato da escursionisti alquanto chiassosi e indisciplinati. I club alpini Pur contribuendo a modificare la percezione generale della montagna, dandone cioè un immagine addomesticata, il turismo alpino rimase comunque fino agli inizi del Novecento un turismo elitario. Nella maggior parte dei casi, fatta eccezione per le vette più importanti come il Cervino e il Monte Bianco, i flussi turistici erano determinati dalla conquista delle vette. Una volta conquistate, i flussi si spostavano verso la vetta successiva. Come comprensibile, la combinazione di questi fattori rendeva difficile lo sviluppo turistico delle località alpine. Il primo centro europeo di alpinismo fu Chamonix, il luogo delle imprese di De Saussure, divenuto presto meta di avventurosi escursionisti (molte le donne) che da lì partivano per la traversata della Mer Glacée con rudimentali sci ai piedi. Associati al turismo alpino erano anche alcuni paesi ai piedi delle Alpi svizzere: il successo di queste località non fu determinato dagli alpinisti e dagli sportivi che rimanevano un numero esiguo ma da vacanzieri di alto ceto borghese, forse anche già in cerca di aria e di acqua buona. I paesi di montagna diventarono i luoghi ideali per trascorrere le estati calde, vissuti come luoghi di cura e di divertimento al tempo stesso. Le stazioni climatiche montane svolgevano in estate la funzione che le coste meridionali assolvevano in inverno. La Svizzera fu il primo paese dove si sviluppò in modo significativo il turismo alpino; le località di montagna si dotarono delle stesse strutture delle stazioni termali e balneari: grand hotel, caffè, stabilimenti termali e di cura, passeggiate. Una clausola della costituzione impediva la costruzione in Svizzera di casinò, il luogo di divertimento più diffuso nelle località turistiche europee, rendendo così possibile la diffusione degli sport sulla neve. A St. Moritz venne costruita la Cresta Road, una delle prime piste in Europa per sport invernali. Il principale fautore di queste iniziative fu Johannes Badrutt, che promosse anche varie attività per far sì che la stagione turistica non si limitasse ai soli mesi estivi. Sorsero in questo modo strutture sportive e di divertimento e si rafforzarono i collegamenti ferroviari che resero St. Moritz più accessibile. Il passaggio dal turismo nei mesi estivi a quello nei mesi invernali fu lento e graduale. Intorno al 1870 gli albergatori cercarono di attrarre i turisti anche in inverno. Il primo sport praticato in montagna fu il pattinaggio, mentre lo sci si sviluppò più tardi. St. Moritz è un modello esemplare della nascita e dell evoluzione delle stazioni montane. Già nota ai viaggiatori, St. Moritz conosce la prima svolta turistica nel 1856, quando Johannes Flugi, già promotore di uno stabilimento termale nel 1832, fa costruire anche il primo albergo. St. Moritz iniziò presto a essere frequentata non solo da svizzeri, ma anche da inglesi, italiani e austriaci, tanto da diventare una delle più importanti mete internazionali e cosmopolite dell epoca. Se per gli inglesi l alpinismo divenne una vera e propria moda, per gli altri europei era principalmente una forma di lavoro, poiché gli abitanti del luogo spesso guidavano i turisti nelle montagne. Nella seconda metà dell Ottocento si costituirono diverse associazioni con l intento di promuovere l alpinismo e la conoscenza delle montagne. Il primo club alpino nacque in Inghilterra nel 1857, e successivamente nacquero quello austriaco (1862), quello italiano (1863) e tedesco (1869). Il club alpino italiano nacque per iniziativa di Quintino Sella. Il Club si proponeva idealmente di promuovere la conoscenza della montagna e di costruire rifugi ad alta quota, per consentire agli alpinisti di riposarsi durante le scalate. La prima sede attiva del CAI fu quella di Torino, ma con il passare del tempo ne sorsero altre soprattutto nelle città appenniniche e alpine che svolgevano un attività di propaganda per la promozione dei valori dell associazione. La nascita del turismo italiano L Italia in viaggio fra le due guerre Liberalismo, economia e stato moderno L associazionismo costituisce un indizio per misurare il grado di sviluppo di una società civile. La forma associativa indica infatti il raggiungimento di un grado di rappresentanza degli interessi privati. Ma, soprattutto, rivela la democratizzazione della forma associativa, cioè a dire l estensione della partecipazione a strati sociali sempre più ampi. La perdita, in definitiva, di quel carattere elitario che certe forme aggregative rivestono nell Ottocento. È ciò che avviene in Italia nel periodo d inizio secolo, allorché la forma associativa diviene la rappresentazione plastica di quella «voglia di partecipazione» che connota la realtà del nostro paese. Si pensi, per esempio, a ciò che avviene nel campo dell associazionismo del tempo libero: società velocipedistiche, bocciofile e sodalizi sportivi riferiti alle varie discipline vengono a ricoprire ruoli che, di fatto, danno risposte a una diffusa domanda di partecipazione in una Italia in via di rapido cambiamento. Oppure si consideri il turismo: pro loco, società di divertimenti, associazioni territoriali per la promozione delle varie località balneari o montane colgono immediatamente le potenzialità di un nuovo settore dell economia e, in maniera del tutto autonoma e spontanea, organizzano i loro interessi. Favoriti in questo da quel nuovo respiro liberale dell età giolittiana, da quel laissez faire che consentiva l autonoma organizzazione di associazioni. Insomma, per l inizio del secolo è tutto un fiorire di associazioni che se da una parte denotano una democratizzazione nella vita sociale, dall altra indicano anche il ruolo economico dell associazionismo: cioè a dire la difesa di interessi particolari, soprattutto territoriali. Da questo punto di vista l aggregazione in un settore così particolare come quello del turismo stava a indicare la supplenza che l associazionismo esercitava di fronte all assenza dei pubblici poteri. Letto però in positivo il fenomeno stava anche a indicare la liberalità con la quale i pubblici poteri favorivano certe forme aggregative comprendendo che la loro funzione si esercitava in direzione della crescita di un interesse collettivo. La nascente industria turistica diviene, in definitiva, lo specchio fedele di quella profonda mutazione del rapporto fra governanti e governati

12 che avviene nel primo Novecento. Come a dire che se sul piano politico il fervore associazionistico rivela il progressivo organizzarsi di interessi sociali ed economici di fronte a una generale modernizzazione del paese, sul piano turistico l associazionismo denota la risposta che gruppi privati e territoriali forniscono a nuovi bisogni che emergono dalla collettività. Da questo punto di vista lo sviluppo del turismo italiano è favorito da certe forme aggregative che sorgono spontaneamente ed esercitano un vero e proprio ruolo di supplenza nei confronti di una nuova forma di economia, di fronte alla relativa assenza dei pubblici poteri. Per dirla in breve, è l iniziativa privata che, fra la fine dell Ottocento e l inizio del Novecento, favorisce la nascita del turismo. Il Touring Club Italiano Il Touring Club Italiano, di sicuro la più grande e conosciuta associazione di turismo in Italia, nasce nel 1894 grazie all iniziativa di un gruppo di ciclisti, che comprende alcuni importanti esponenti dell imprenditoria milanese dell epoca, fra cui spicca Luigi Bertarelli, l animatore principale delle attività e delle iniziative del Touring. Originariamente chiamato Touring Club ciclistico italiano, prende a modello le forme di associazionismo nate in Europa e in particolare in Gran Bretagna. In questo periodo storico la bicicletta è simbolo di modernità, velocità e produttività, valori condivisi e promossi dalla borghesia industriale in ascesa. La missione principale del Touring è quella di diffondere la filosofia e la pratica del velocipedismo e del viaggio, nonché promuovere la conoscenza dell Italia presso gli italiani. Soprattutto nei primi anni, l attività del Touring è caratterizzata da una forte spinta patriottica che si esplicita e nelle opere di miglioramento delle strade e nella pubblicazione delle guide volte a far conoscere, come si vedrà in seguito, appunto «l Italia agli italiani». Nel 1895 il Touring propone la creazione di piste ciclabili, appronta punti di soccorso medico lungo le strade e promuove una campagna per l abolizione della tassa governativa sui velocipedi. Nel 1897 il Touring si impegna a predisporre cartelli indicatori e stradali. Questo impegno, che si modificherà nel corso degli anni dapprima con l introduzione del Codice stradale del 1933 e poi con l applicazione degli accordi di Ginevra del 1949 che diede inizio alla realizzazione di una segnaletica internazionale, terminerà solo nel 1974, anno della chiusura dell Ufficio tecnico segnalazioni del Touring. A cinque anni dalla fondazione i soci sono già sedicimila. Il 25 marzo 1900 l Assamblea generale decide di cambiare la denominazione in Touring Club Italiano, in ragione del fatto che si sta diffondendo l uso dell automobile e che si sta aprendo una nuova epoca nel mondo dei trasporti e del turismo. La diffusione dell automobile ha un impatto radicale non solo sull economia, ma anche sul costume. Soprattutto negli anni del boom economico, quando la Fiat mise sul mercato la famosa Seicento simbolo della democratizzazione dell automobile gli italiani scoprono il piacere del viaggio individuale, con tappe e itinerari stabiliti in autonomia e libertà. Nemmeno lo scoppio della prima guerra mondiale rallenta il lavoro del Touring, che si fa promotore dell ENIT, l Ente nazionale italiano per il turismo, di cui la rivista del Touring «Le vie d Italia» diventa l organo ufficiale. Nel 1914 viene inoltre istituito l Ufficio cartografico. Il Touring Club, in linea con il suo spirito divulgativo e patriottico, promuove la pubblicazione delle prime guide turistiche italiane destinate a italiani, come vedremo più diffusamente in seguito. Nel 1932 il Touring entra a far parte della Consulta per la tutela delle Belle Arti e nel 1937 ha soci. Dopo il secondo conflitto mondiale, durante il quale c era stata una forzata sospensione delle attività, il Touring riprende le pubblicazioni di «Le vie d Italia» nel gennaio del Nell articolo di apertura si ribadisce ancora una volta che il Touring ha come missione quella di partecipare alla ricostruzione materiale e morale del paese distrutto dalla guerra. Inizia a diffondersi la pratica del turismo scolastico come mezzo di conoscenza del territorio italiano e delle differenze culturali delle regioni italiane. Il Touring si attiva anche per la ricostruzione delle infrastrutture indispensabili al turismo: alla fine della seconda guerra mondiale sono settemila i chilometri di binari distrutti, per non parlare di strade e ponti. Come inevitabile, anche monumenti e musei hanno subìto importanti danni così come le strutture ricettive. Inoltre il generale impoverimento non è certo un incentivo al turismo, che continua a essere, e ora anche più di prima, un bene di lusso. Con il boom economico cambiano le condizioni di vita degli italiani che cominciano a viaggiare con le loro utilitarie lungo le autostrade di nuova costruzione (nel 1956 inizia la costruzione del primo tratto dell Autostrada del Sole). Il Touring Club approva e promuove lo sviluppo delle nuove grandi arterie viarie, ma manifesta anche una certa sensibilità per la tutela dell ambiente e del pae- La festa del Touring Club Italiano a Milano con la sfilata dei ciclisti. Copertina di Achille Beltrame per la «Domenica del Corriere» del 4 giugno Il Touring nasce come associazione di "velocipedisti". saggio. Si apre così il periodo delle vacanze di massa che comporterà dei profondi mutamenti anche nel Touring, che abbandona definitivamente il culto del Risorgimento e inizia a occuparsi dello sviluppo dei nuovi tipi di turismo, con una particolare attenzione alla tutela delle risorse turistiche. Nel 1963 «Le vie d Italia» inizia a occuparsi degli scempi della speculazione edilizia selvaggia. Nel 1967 il Touring in collaborazione con Italia Nostra organizzerà una mostra intitolata Italia da salvare. Il Touring all inizio degli anni Sessanta già intravede il carattere ambivalente dello sviluppo turistico: da una parte un importante fattore di modernizzazione, dall altra una

13 minaccia per l ambiente e per il territorio. A questo punto il Touring si fa promotore di una serie di campagne per evitare il sovraffollamento nei centri storici e la concentrazione delle ferie degli italiani nel solo mese di agosto. Il Touring non si occupa solo di limitare gli effetti negativi del turismo, ma anche di incentivare lo sviluppo del campeggio. L associazione, come scrive Pivato, promuove mete turistiche lontane dal frastuono del turismo di massa che mettano il socio Touring a contatto con un ambiente e una natura ancora incontaminati (Pivato 2006, p. 151). Negli anni Settanta il Touring prosegue la sua attività, dando uno spazio maggiore, a fianco alla tradizionale attività di editoria e cartografia, all organizzazione di viaggi per singoli e gruppi. Negli anni Novanta viene creato il Centro Studi con l obiettivo di fare ricerche e studi, anche in collaborazione con enti e università che si occupano di turismo, sugli «aspetti più significativi del viaggio e del turismo» nella società contemporanea. Il Centro Studi pubblica con regolarità i Libri bianchi e gli annuari del Turismo e della cultura. Nazionalismo e internazionalizzazione: la fondazione dell ENIT e gli albori del fascismo Nell immediato primo dopoguerra alcuni eventi vanno segnalati come indizi di un processo che nel volgere di qualche anno avrebbe posto le premesse per una nascita della industria delle vacanze anche in Italia. Nel 1919 si costituisce l Ente nazionale italiano per il turismo (ENIT), a cui viene demandato il compito di curare la promozione e la pubblicità del turismo italiano. Organismo di carattere governativo, l ENIT era stato varato dallo stato italiano allo scopo di promuovere in maniera meno episodica il flusso turistico. Nel suo consiglio di amministrazione sedevano rappresentanti dell Associazione degli albergatori, delle pro loco e dell Unione Camere di commercio. Vicepresidente dell Ente fu nominato Luigi Vittorio Bertarelli, presidente e anima del Touring Club Italiano, che era stato uno dei promotori dell iniziativa. Non a caso l organo ufficiale del nuovo sodalizio divenne, come abbiamo visto, «Le vie d Italia», fondata qualche tempo prima dal TCI. Fra gli scopi del nuovo organismo rientravano la propaganda editoriale, fotografica e cinematografica, la produzione di manifesti, cartine ferroviarie e marittime, l organizzazione delle attività delle pro loco, il censimento delle risorse turistiche e delle strutture alberghiere di tutti i comuni d Italia e la valutazione della consistenza del movimento dei forestieri.

14 Nella doppia pagina precedente, ospiti dell'hotel Excelsior al Lido di Venezia s'intrattengono sulla terrazza, 1920 circa. Nonostante gli attacchi di Marinetti, Venezia si conferma negli anni Venti una delle mete più ambite del turismo internazionale. In quel clima fortemente impregnato di nazionalismo che caratterizzava l attività turistica del primo dopoguerra, l ENIT si proponeva anche di creare, attraverso l apertura di agenzie viaggi all estero, dei «focolari di italianità». Difficile valutare se l incremento delle presenze straniere in Italia in quei primi anni del dopoguerra sia direttamente relazionabile alla nascita dell ENIT. Resta il fatto che il flusso è in aumento costante: presenze nel 1920; nel 1922; nel Con gli anni l afflusso dei turisti stranieri e il rilevante apporto economico avrebbe mitigato, tra l altro, quegli eccessi di xenofobia che, nel periodo prebellico, avevano caratterizzato alcuni atteggiamenti ostili in particolare nei confronti di tedeschi e austriaci. Era stato infatti Filippo Tommaso Marinetti, il vate del futurismo italiano, a dare il via a una campagna contro il turismo estero ritenuto espressione di servilismo nei confronti degli stranieri, preconizzando un futuro «radioso» nel quale città come Firenze o Venezia sarebbero state rase al suolo da «bombe benefiche», in modo da eliminare ogni pretesto per i turisti stranieri per venire in Italia. In un suo discorso, tenuto al teatro La Fenice nel 1910 e poi pubblicato in Contro la Venezia passatista, Marinetti invitava a «ripudiare la Venezia dei forestieri» e a «schiacciare qualche lurido e grottesco professore nordico dal cappellaccio tirolese». Gli inviti di Marinetti dovevano avere avuto poca eco all estero, tanto che a partire dagli anni Venti, mentre il mito dell Italia appare in declino presso il pubblico inglese, il flusso del turismo estero in Italia è in ascesa grazie ai tedeschi e ai sudditi dell ex impero asburgico (cecoslovacchi, iugoslavi, ungheresi, austriaci). Ma gli strali di Marinetti avevano poca eco anche tra gli italiani: i pubblici amministratori di Venezia, anziché ripudiare i «forestieri», varano una serie di progetti destinati a lanciare definitivamente la città lagunare fra le mete preferite del turismo d Oltralpe. Nel 1919 l ingegnere Danilo Donghi progetta un tunnel sottomarino che colleghi, in solo tre minuti, il Lido di Venezia a S. Marco. Quel progetto sarebbe rimasto sulla carta, e tuttavia il capoluogo veneto conferma, negli anni fra le due guerre, la sua vocazione turistica attraverso l istituzione della Mostra del cinema, nel 1932, e l apertura del casinò, nel Anche altre stazioni balneari disegnano i propri futuri destini negli anni Venti. Riccione richiede (e ottiene) l autonomia comunale da Rimini proprio in considerazione di uno sviluppo turistico che sarebbe puntualmente giunto fra la fine degli anni Venti e l inizio degli anni Trenta lanciando la perla verde dell Adriatico nel firmamento del turismo italiano. La stagione turistica riprende a funzionare anche a Grado, dopo l interruzione per i danni causati dalla prima guerra mondiale. Nel 1928 a Cesenatico si inaugura il Grand Hotel con 110 camere, 180 letti e grandi sale e terrazze sul mare. Anche sulla costa tirrenica è tutto un fiorire di iniziative che denotano un inedito slancio del settore: costruzione di alberghi, inaugurazione di stabilimenti balneari, promozione di stagioni turistiche. Anche sul piano dell organizzazione turistica alcune iniziative denotano il fervore di quegli anni. Nel 1924 a Milano nascono due agenzie destinate a giocare negli anni futuri un ruolo di primo piano: la Teorema e l Istituto italiano di turismo e propaganda, che più tardi avrebbe assunto il nome di Turisanda. E, nel 1927, da una costola dell ENIT, nasce la CIT, la prima grande catena italiana di agenzie turistiche. Con buona pace di Marinetti anche altre iniziative dimostrano la volontà degli operatori turistici italiani di attrarre clientela dall estero. Nel 1922, il Touring edita il primo volume intitolato Italie - Des Alpes à Rome al quale segue, nel 1924, Rome, l Italie Méridionale et les Îles, di cui compare nello stesso anno anche l edizione in lingua inglese, a cui avrebbe fatto seguito, a partire dal 1926 quella in lingua tedesca: Oberitalien. Anche l ENIT, in collaborazione con le Ferrovie dello Stato, incomincia a pubblicare guide in lingua inglese ( Seaside resorts, 1933) e francese (Plages italiennes, 1938). Più volte ristampati, quei volumi segnano la fine di un epoca, iniziata nella seconda metà dell Ottocento quando i turisti stranieri percorrevano l Italia accompagnati dalle Baedeker, dalle Murray e dalle Joanne. Ed è proprio nelle guide rivolte al pubblico italiano che la direzione di marcia dal regime fascista comincia a farsi sentire. Sempre più frequenti sono gli spazi dedicati, per esempio, alle opere volute dal fascismo: le bonifiche dell Agro Pontino, la fondazione di città come Littoria e altre opere realizzate negli anni Trenta entrano negli itinerari di guide ormai affermate come quelle del Touring Club. Anche se la qualità complessiva dei prodotti non ne risente, l enfasi propagandistica si affaccia di tanto in tanto a ricordare che l Italia è soprattutto quella voluta dal suo Duce. Così, per esempio, nella guida che, nel 1935, il Touring Club Italiano de- Mussolini partecipa alla trebbiatura nell'agro Pontino, Negli anni Trenta, le zone bonificate grazie agli interventi del regime fascista sono inserite con toni entusiastici nelle guide turistiche.. dica al Lazio ci si sofferma sulla bonifica dell Agro Pontino: Non è possibile seguire con i dati esatti una così celere travolgente attività; sarà possibile farlo quando sarà compiuta la possente opera, consacrata nelle parole lapidarie del Duce: «Si redime la terra, si fondano le città». L Italico Insomma, si viaggia alla scoperta dell Italia celebrando anche il fascismo e il suo capo. Anche l ospite straniero fa comunque i conti con la propaganda del regime. In realtà, se nel corso degli anni Trenta appaiono pienamente superati i pregiudizi contro lo straniero, ciò che invece non appare superato, anzi è destinato ad accentuarsi, è la polemica contro gli stranierismi per la difesa della lingua italiana. Una polemica che, paradossalmente, nel corso degli anni Trenta giunge a vietare insegne e indicazioni in lingua straniera, in nome di una «purezza della lingua italica» che arriva a proibire ogni terminologia straniera. Un provvedimento che colpisce in particolare il linguaggio legato al turismo, in gran parte debitore delle sue patrie, la Francia e l Inghilterra. Da più parti si levano voci di quanti si chiedono «perché dobbiamo abbondare di restaurant, di hotel, di maison-meublées, di pension, di bar, di tea-room, club, casino e perfino di kursaal?». In maniera ancora più specifica i difensori del purismo linguistico pretendono di eliminare la «denominazione franciosa o anglicana» dalle insegne degli alberghi: «Bellevue, Majestic, Du Nord, Imperial e molti altri termini debbono sparire dalle facciate degli italianissimi alberghi», raccomanda «Il Popolo d Italia», organo del regime fascista. Altri giornali levano lamentele contro le etichette delle valigie dei viaggiatori: Rome, Naples, Venise. A queste polemiche e alle conseguenti disposizioni del regime va ricondotta la trasformazione di tutta la terminologia che si riferisce al turismo: ho-

15 Turista sul tetto del Duomo. Milano, I flussi di stranieri in visita all'italia sono in costante crescita per tutto l'inizio del Novecento. tel in albergo; hall in atrio; kursaal in sala della cura; mentre nei menù dei ristoranti il soufflé si trasforma in soffiato, il vol au vent in volo al vento. La lingua italiana viene sancita come unica lingua utilizzabile nel settore turistico: tutto questo metteva fine a dispute che si erano trascinate fin dall inizio del Novecento allorché il Touring Club si era fatto promotore della necessità di fornire, negli esercizi alberghieri e nelle località turistiche, indicazioni anche nelle varie lingue straniere per agevolare il soggiorno dei forestieri in Italia. Del resto anche il Touring avrebbe dovuto fare buon viso a cattiva sorte, se è vero che la prestigiosa e benemerita associazione avrebbe dovuto convertire il suo nome in quello di Consociazione Turistica Italiana eliminando così una denominazione che faceva l occhiolino alla lingua della perfida Albione. Stessa sorte sarebbe del resto toccata al Club Alpino Italiano e al Reale Automobile Club d Italia che si sarebbero chiamati rispettivamente Centro Alpinistico Italiano e Reale Automobile Circolo d Italia. Forzature linguistiche a parte, mentre il turismo dei ricchi prende dunque decisamente il largo a partire dall inizio degli anni Venti, quello dei poveri decollerà un decennio più tardi, pur con alcuni significativi antecedenti proprio nell immediato primo dopoguerra: fra il 1919 e il 1920 l estensione graduale a un numero sempre più ampio di categorie della giornata lavorativa di otto ore e, l introduzione di un seppur minimo periodo di ferie pagate per alcune fasce di lavoratori, pone le premesse per l inizio di un turismo più popolare. Numeri e flussi L Italia come meta degli stranieri: le prime statistiche Fino alla fine dell Ottocento, osserva Guido Vaccaro, «il turismo era un fenomeno di élite, con diffusione e dimensioni ristrette e con una rilevanza trascurabile nella vita socio economica del nostro paese. Non avendo grande rilevanza come fenomeno collettivo o di massa evidentemente non riceveva neppure alcuna attenzione e considerazione dalla statistica, scienza giovane, dedita allora solo (o principalmente) ai maggiori fenomeni demografici» (Vaccaro 2007). Agli inizi del Novecento non è esagerato parlare per l Italia di flussi turistici consistenti, soprattutto concentrati attorno a determinate località, così investite di sviluppo e di una nuova ricchezza: che si tratti di grandi investimenti sostenuti da gruppi di interesse anche a capitale internazionale, o di attività familiari dedite all accoglienza e al commercio turistico, l industria turistica si avvia a diventare un fenomeno consistente. Essendo il turismo degli italiani allora inconsistente, le valutazioni statistiche riguardavano soprattutto gli stranieri, a partire da alcuni documenti ufficiali che avevano per oggetto la spesa degli stranieri e le entrate valutarie. Tra i primi interessati alle stime numeriche e promotori delle stesse furono gli albergatori, tra cui la Società italiana degli albergatori, costituita nel Bisognerà attendere il 1910 per avere le prime valutazioni davvero attendibili, a cura della Banca d Italia: si parlò allora di circa presenze, sulla base dei biglietti ferroviari rilasciati a viaggiatori stranieri presenti in Italia e a varie congetture, che tenevano in conto della durata media del soggiorno e della spesa giornaliera media. Assommando informazioni e testimonianze lasciate dai viaggiatori (il materiale scritto a disposizione è d altronde robusto) ai dati numerici prodotti dalle prime statistiche, è possibile fare qualche cauta valutazione sulla presenza degli stranieri in Italia agli albori del turismo, sulle motivazioni e sulle destinazioni prescelte. Volendo sottolineare alcuni aspetti distintivi del fenomeno, converrà subito dire che sono sostanzialmente due i filoni turistici che vanno consolidandosi, dando origine a impatti economici e culturali importanti. Potremmo dunque parlare di un filone di turismo culturale (sulle tracce del Grand Tour) e di un filone che chiameremo per semplificare di turismo della salute, versione ammodernata di pratiche più antiche che ruotavano attorno all acqua e all aria salubre, e che ora prescelgono come proprio orizzonte geografico il mare e la montagna. Alla fine dell Ottocento, la rapidità e l economicità dei trasporti aveva portato grandi cambiamenti nel mondo del viaggio. Le visite erano più brevi e gli individui si spostavano di più. Se è difficile parlare di statistiche sicure, qualche dato certo circa le presenze degli inglesi e degli americani (la tribù turistica più numerosa) consente di fare una valutazione dei flussi in relazione ad alcune destinazioni, a partire da Roma, meta imperdibile per chiunque decideva di recarsi in Italia. David Young annota che negli anni Ottanta del sec. XIX gli inglesi e gli americani ufficialmente registrati a Roma si aggiravano attorno alle unità, destinate a crescere di cinque volte nel primo decennio del Novecento. Quanto alle altre destinazioni, la traccia del Grand Tour continuava a resistere, anche per via di un certo spirito gregario (d altronde tipico del fenomeno turistico, quando questo si fa

16 segno di distinzione sociale) che implicava arrivi e partenze in massa, e conseguenti affollamenti, che contribuivano ad alimentare non pochi problemi e perplessità generando qualche decennio più tardi un vero e proprio sentimento antituristico. Osservando flussi e destinazioni, è innegabile il consolidamento di un turismo che oggi chiameremmo «d arte e di cultura», che includeva Venezia, e poi le città incontrate procedendo dal versante tirrenico degli Appennini verso Firenze, ignorando la costa adriatica: «Passavano l autunno a Firenze, andavano a Roma per Natale e Capodanno, si spostavano a Napoli per il resto dell inverno e poi ritornavano a Roma per la settimana santa e Pasqua» (Pemble 1998). L opera, i caffè e le pasticcerie alla moda (Doney a Firenze, Spillman e Nazzari a Roma), gli spettacoli in costume e il carnevale: tutto prosperava grazie al sostegno dei britannici. Nella testa del cittadino inglese (come si ha modo di leggere nei numerosi romanzi che mettono a tema il viaggio in Italia) Italia e cultura erano sinonimi. Al viaggio in Italia ci si preparava parecchi mesi prima, ascoltando conferenze, esaminando fotografie, leggendo libri di storia italiana e di arte fiorentina e milanese. Amusement Ma non di sola cultura vive il mito del Belpaese, che accompagna il turismo verso la Belle Époque. «Che cosa cerchiamo noi uomini e donne inglesi si chiedeva una lady inglese, pioniera del turismo balneare che, anno dopo anno, quando è novembre, ci riversiamo in massa a Folkestone e Dover, per imbarcarci numerosi sui piroscafi con quella inconfondibile aria di partire per l estero, borse e cappelli a tesa larga, scialli e gonne di alpaca?». La risposta era il sole e l aria del Mediterraneo, che significava allora sostanzialmente salute. «Un buon clima significa salute per la metà di noi; e salute significa la possibilità di godere la vita, perché senza salute, anche la più perfetta delle famiglie è disgraziata e triste». Già dal Settecento i malati aristocratici d Europa migravano verso destinazioni ove acque salubri e clima mite promettevano sollievo da malattie epocali (come la tisi, allora una vera e propria epidemia, o certe paralisi associate a disturbi psichici che sembravano colpire soprattutto le donne). Ma nella seconda metà dell Ottocento la fiducia nelle capacità terapeutiche del clima mediterraneo aveva ridefinito la mappa del turismo della salute, dando spazio al mare e alle località di riviera, piuttosto che alle terme alpine o silvane, fino a quel fenomeno a tutt oggi spiccatissimo del soggiorno al mare associato ai bagni termali, attorno a cui si è costruita la fortuna turistica del golfo di Napoli. Nell era vittoriana «prescrivere un viaggio al Sud» divenne una pratica medica consueta per le persone abbienti. A fine secolo era già possibile parlare di veri e propri flussi migratori capaci di produrre grandi impatti sul territorio, tali da trasformare umili villaggi di pescatori, in Francia e in Italia, in località invernali alla moda. Insomma: la riviera si è consolidata come mito del luogo e come destinazione turistica, per un pubblico internazionale che si afferma come modello da imitare. Certamente, data anche la specificità del territorio italiano, la vacanza marina in Italia riguardava già una cospicua parte, trasversale per appartenenza sociale, di italiani: ma come già osservato in precedenza si trattava di vacanze soprattutto estive, legate a case di proprietà o in affitto solitamente vicino ai luoghi di residenza abituale (i quartieri al mare e le marine), non ancora a soggiorni in pensione o in albergo. Fenomeno questo destinato a diffondersi solo nel primo dopoguerra, insieme alla moltiplicazione delle riviere (oltre alla Liguria, la Versilia e la riviera romagnola) e delle località costiere prossime alle città di mare. Dopo la prima guerra mondiale che aveva paralizzato la mobilità turistica degli stranieri verso l Italia lo sviluppo del turismo entrò nell agenda nazionale come un obiettivo strategico, utile a far crescere un economia dissestata e in cerca di modernizzazione. L intervento dello stato, che punta a un organizzazione istituzionale del settore con enti e associazioni (ENIT e EPT) deputate a coordinare le categorie di settore e a promuovere attività di informazione, si traduce anche in una maggiore attenzione statistica come base per valutazioni economiche e provvisionali. Nel 1924 le presenze straniere in Italia superarono il milione di unità, per quadruplicarsi nel giro di dieci anni: mete turistiche prevalenti erano in quegli anni in Veneto, Toscana e Lazio (con Venezia, Firenze e Roma a fare da traino), in Lombardia (per la presenza soprattutto dei laghi), in Campania e in Sicilia (isole del Golfo e Taormina). Sono di quegli anni le prime stime sul turismo degli italiani all estero, misurate in termini di esborsi valutari: si tratta di cifre esigue, peraltro destinate a non aumentare nel successivo ventennio. Mentre aumenta invece nettamente il numero dei turisti italiani in Italia, identificati tramite le strutture ricettive: interessante notare come la Ragazze giocano al tiro alla fune su una spiaggia veneta, 1930 circa. In quegli anni la spiaggia e il mare iniziano a essere fruiti in maniera massiccia. mappa delle destinazioni italiane e internazionali è sostanzialmente la stessa, con Venezia, Firenze e Roma in testa al gradimento, come città-emblema del Belpaese ritrovato per sé, destinate a entrare nei sogni turistici degli italiani. L Italia come meta degli italiani: segnali di sabbia e orizzonti alpini Se come in una elementare sequenza si pongono a confronto le immagini delle cartoline illustrate del primo Novecento e quelle dei filmati Luce dei primi anni Trenta ci si accorge che è la spiaggia a diventare il luogo-simbolo di un importante metamorfosi sociale e di costume, che ci parla di modi nuovi di stare sul proprio territorio, di goderne le amenità. Ai rari turisti della Belle Époque, vestiti di tutto punto (gli uomini in giacca e cravatta, le «dame» con l ombrellino per proteggersi dal sole allora considerato segno di appartenenza plebea) si sostituiscono arenili gremiti di bagnanti in costume da bagno. Il ritratto che, nel 1930, Achille Campanile traccia ironicamente sulle folle di vacanzieri domenicali che si accalcano sulle spiagge sembra prefigurare, almeno sulla battigia, un anticipazione dell Italia del boom economico: D estate, quelli che passano la domenica al mare, partiti all alba pieni di speranza, freschi, forti, allegri e puliti, rientrano la sera in città come in un immenso esercito disfatto. Hanno le ossa rotte, le spalle ustionate, i capelli e le scarpe pieni di sabbia. Quasi non si reggono in piedi. Le loro facce sono scottate dal sole, gli occhi son lustri e i nasi sembrano piccoli pomodori. Li direste ubriachi o febbricitanti Ahi, ché la vera faccia del mare non è quella che si vede, nella stagione dei bagni, sulle spiagge gremite di belle donne, di ombrelloni, tende e accappatoi multicolori, e di bambini. Questo è un mare truccato e imbellettato, un mare da signorine, da amoretti e da dilettanti.

17 Tazio Nuvolari e Gian Battista Guidotti su Alfa Romeo nell'edizione del 1932 della Mille Miglia. Questa gara, inaugurata nel 1927, rinnova il mito della velocità ed esalta la giovane industria automobilistica italiana. È il segno che nell arco del primo trentennio del secolo non solo l italiano ha scoperto il suo corpo e l abbronzatura ma che la spiaggia si è trasformata da appendice del salotto aristocratico, o alto borghese, a luogo della socialità piccolo borghese. Ma la spiaggia non è l unico luogo che ci testimonia di quella profonda metamorfosi che interessa il viaggio dell italiano nel corso degli anni Trenta. La mutata sensibilità nei confronti della montagna nel periodo fra le due guerre è confermata anche dal fatto che proprio in quegli anni vengono creati i primi Parchi nazionali. Il primo a essere istituito, nel 1922, fu quello del Gran Paradiso. Al quale seguirono, nel 1923, il Parco nazionale d Abruzzo e, negli anni Trenta, il Parco nazionale del Circeo e il Parco nazionale dello Stelvio. A differenza della cultura balneare, nella quale prevalgono aspetti terapeutici o di semplice ricerca di evasione, nella scoperta della montagna entrano come elementi non secondari motivi di carattere ideologico. Prima della definitiva scoperta degli sport invernali, negli anni Settanta del Novecento, e dunque della definitiva laicizzazione del rapporto degli italiani con la montagna, ideologie di diversa matrice ne hanno caratterizzato la scoperta. Ideologie che per diversi motivi raggiungono il loro apice proprio negli anni fra le due guerre. Se nelle prime ascese degli alpinisti verso il Monte Bianco la motivazione di fondo è dettata dalla ricerca del rischio e del pericolo che costituisce una costante della mentalità aristocratica, la scoperta della montagna si carica via via di significati ideali e simbolici. La difesa della patria e dei confini nazionali e l esercizio di miti, credenze e valori della nazione, che avevano ispirato la nascita e lo sviluppo del Club Alpino fondato da Sella, restano valori forti in un Europa attraversata da tensioni e conflitti. Per l Italia del primo dopoguerra, la montagna, confine naturale che se- para e difende una ancora fragile nazione, non è fatta solo di ardue vette dove sperimentare il valore dei singoli ma è già luogo della memoria, di fatica e battaglia, di eroismi collettivi (legati al lavoro e al sacrificio degli Alpini) e diviene un percorso mentale attraverso il quale rafforzare l attaccamento all idea di patria. Del resto, a partire dalla fine del primo conflitto mondiale sarà proprio l ideologia dei «sacri confini» a ispirare una delle forme di turismo alpino più popolare: quella dell escursionismo alpino. Se stazioni sciistiche come Cortina o Sestrière devono il loro decollo turistico alla scoperta degli sport sulla neve da parte dei ceti più abbienti, l escursionismo alpino resterà a lungo segnato dalla ideologia delle origini. Che esce anzi rafforzata dal primo conflitto mondiale. Associazioni come il Club Alpino Italiano, il Touring Club Italiano e le varie società alpinistiche regionali concorrono a promuovere un tipo di turismo a sfondo patriottico diretto proprio a far conoscere agli italiani quelle zone che il conflitto mondiale aveva acquisito ai confini nazionali. Mete come il Trentino o l Alto Adige, montagne come le Dolomiti o le Alpi Giulie fanno parte di una geografia reale (e ideale) che entra nelle guide degli anni Venti. Le escursioni «nazionali» promosse dal Touring Club Italiano, a partire dal 1919, in Friuli, nel Trentino e, più in generale, nei territori irredenti segnano l inizio di questo tipo di turismo a tinte nazionalistiche che durerà durante tutto il ventennio. I campi di battaglia, i cimiteri di guerra (e, più tardi, i sacrari militari) diventano mete di un turismo a sfondo patriottico destinato di lì a legarsi ai destini del fascismo che proprio sulla retorica delle trincee della prima guerra mondiale fonda i presupposti della religione della patria. Vengono così pubblicati, a cura del Touring, breviari di un turismo patriottico come la serie delle guide Sui campi di battaglia (dal 1927 al 1931) e un infinita serie di volumetti sulle zone «irredente». A motivi d altra natura si ispira invece l ideologia della montagna espressa dal mondo cattolico. A partire dall inizio del Novecento i cattolici, mentre continuano a guardare con diffidenza al mare e alla spiaggia, ritenuta luogo di «esposizione della carne», esaltano invece la montagna come spazio di elevazione spirituale. In anni successivi, modelli come Pio XI, il papa «alpinista», o Pier Giorgio Frassati, esempio della gioventù cattolica degli anni Trenta del Novecento, contribuiranno ancor più a elevare la montagna a luogo simbolico per eccellenza. L alpinismo era divenuto, soprattutto a partire dagli anni Venti e Trenta, una sorta di metafora educativa, un attività che così come era raccomandata sviluppava le migliori qualità del militante cattolico. Nella filosofia alpinistica, che per il mondo cattolico diviene una vera e propria proposta pedagogica, non è difficile scorgere una filiazione diretta con l ideologia ruralista. Di fronte al progredire della civiltà industriale la montagna diviene, per il mondo cattolico, una sorta di simbolo ideale, un rifugio incontaminato ed estremo, lontano dal rumore e dalla tentazione della civiltà industriale. E la montagna diviene il luogo ideale per l esaltazione dello spirito e della esperienza religiosa. Così Pio XI, in uno dei suoi numerosi interventi sul tema, aveva tracciato la funzione educativa dell alpinismo, la «lezione», in definitiva, che la montagna poteva trasmettere ai giovani: Coraggio, prudenza, passione vera; entusiasmo, calma perseverante e anche spesso il ricordo materno, il ricordo della chiesetta del villaggio natio, e la preghiera, imparata sulle braccia della mamma, e soprattutto un sentimento, un vero timor di Dio nel formare forti coscienze, atte a sostenere difficili prove. Insomma, per gli educatori cattolici la «vacanza» ideale non era certamente sulle spiagge peccaminose e dense di insidie per la carne ma sulle vette che fortificavano il carattere ed elevavano lo spirito. Nulla dunque di più distante da quella concezione edonistica che veniva affermandosi in quegli anni sulle spiagge italiane. Basta leggere gli inviti pubblicati da giornali popolari come «L illustrazione italiana» per capire come sia cambiata la concezione della vacanza: «Desiderio di stenderci sulla rena bruciante, di offrire il nostro corpo alle carezze dei raggi ardenti che lo avvolgono, lo penetrano, lo disintossicano dai veleni della stanchezza accumulati durante la faticosa vita invernale». Il linguaggio che non nasconde più immagini seducenti per descrivere le emozioni di una giornata passata al mare, è funzionale a una celebrazione della vita balneare che serve da una parte a temperare il rigorismo passato e dall altra a santificare il binomio sole-benessere, inteso quasi in un accezione erotica. Una sottolineatura, quella del piacere che coinvolge i sensi, destinata a provocare le reazioni di quanti continuano a riconoscere il rispetto della moralità come valore prioritario dell onesto e morigerato cittadino.

18 Nonostante tutte le reprimende, la vacanza balneare conquista però sempre nuovi consensi, fino a diventare parte del costume nazionale. «I brontoloni che non l approvano si estraniano dalla storia», liquida senza mezzi termini un cronista che fa un resoconto delle vacanze in riva all Adriatico. Un giudizio che conferma l idea della festa e degli svaghi praticati durante le ferie come naturale ethos della vita quotidiana. Un abitudine che da questo momento in poi diventerà parte integrante del tempo libero degli italiani che annoverano la vacanza nei tempi destinati per sé. Libertà di muoversi Negli anni fra le due guerre si è modificato profondamente il rapporto di una parte cospicua degli italiani con la cultura (e la pratica) del turismo, a partire da una diversa e più regolare pratica del tempo libero. Un dato significativo: il numero delle biciclette circolanti, che alla vigilia della prima guerra mondiale assommava a poco meno di un milione e trecentomila, sale a nel 1925, nel 1934 a , a nel Cala anche il prezzo della bicicletta, che se agli inizi del secolo si aggira sulle 500 lire, negli anni Trenta scende a 400 lire e, per i modelli più popolari, anche al di sotto delle 300 lire. L ulteriore popolarizzazione della bicicletta è dovuta anche alla progressiva abolizione della tassa che gravava sui velocipedi. Abrogata nel 1927, fu ripristinata nel 1931 ma contenuta in 10 lire annue. E, finalmente, soppressa in via definitiva nel Notevole anche l incremento delle automobili. Le 4082 autovetture censite nel 1907 salgono a nel 1925 e a nel Nel decennio successivo arrivano alle del 1936 e aumentano a nel Stesso incremento anche per i motocicli censiti in nel 1914 e saliti a nel Nel 1927 prende il via la corsa automobilistica destinata ad alimentare la fantasia di milioni di italiani: la Mille Miglia. L allestimento di quella competizione alimenta nella propaganda di regime il mito della velocità: campioni del volante come Varzi, Villoresi, Campari entrano nella leggenda grazie alla Mille Miglia. Le vittorie delle Alfa Romeo, delle Bugatti o delle Maserati vengono esibite come prova dell elevato grado tecnologico dell industria automobilistica italiana ma, soprattutto, vogliono dimostrare al mondo quanto siano cambiate le strade italiane rispetto ai racconti che ne avevano fatto i viaggiatori del Settecento e dell Ottocento. Replicando un meccanismo che si era inaugurato fra le competizioni ciclistiche e l industria della bicicletta all inizio del secolo, la Mille Miglia diviene la vetrina della nascente industria automobilistica italiana. Scrittura e immaginario turistico Tra parodia e lusso: segni e stili dell Italia neo-turistica Agli albori del turismo moderno la letteratura è ancora in grado di creare e alimentare miti che incidono profondamente nell immaginario collettivo. Nella seconda metà dell Ottocento, era stato il libro di un italiano esiliato all estero a provocare un autentica ondata turistica nella riviera ligure. Si tratta del Doctor Antonio, romanzo di grande successo che il mazziniano Giovanni Ruffini scrisse in inglese (e per gli inglesi) e pubblicò a Londra nel Le suggestive descrizioni del paesaggio incontaminato della provincia di Imperia divennero talmente popolari oltremanica da creare una vera e propria colonia britannica sulla costa ligure e da alimentare quel mito della riviera che, con alterne vicissitudini, si è protratto fino a oggi. Con un notevole parallelismo geografico e letterario, va detto che il ruolo che Ruffini ebbe per la Liguria è analogo a quello che per il Sud della Francia fu giocato da un altro scrittore, quello Stéphen Liégeard il quale, abituato a svernare a Cannes, coniò l espressione «Costa Azzurra» proprio per rimpiazzare il termine «riviera» con il quale gli inglesi, a partire proprio dal modello italiano, designavano buona parte del litorale mediterraneo. I testi letterari, ancora a inizio Novecento, influiscono nella percezione sociale dei luoghi, plasmano paesaggi e preparano orizzonti di aspettativa che vanno ad alimentare il desiderio dei luoghi stessi. Con l avanzare dei decenni, questa capacità mitopoietica, così come il suo impatto sul crescente fenomeno del turismo di massa, sarà via via da ricalibrare nei termini di un netto ridimensionamento: decisivo in questo senso sarà l avvento delle forme artistiche visuali di grande consumo che caratterizzeranno l affermarsi del pubblico sempre più ampio e trasversale della società di massa. All epoca attuale, ad alimentare il desiderio è soprattutto una convergenza di ambiti della cultura popolare anche assai diversi tra loro: il cinema, la musica e, almeno negli ultimi 15 anni, lo sport. Sono questi i fattori che creano l abbinamento perfetto da cui la letteratura sembra essere oramai, almeno a una prima ricognizione, quasi del tutto esclusa (Stevens in Bonadei Fotografia-cartolina di Monterosso a inizio Novecento. La poesia di Montale è ricca di riferimenti al paesaggio delle Cinque Terre. e Volli 2003, pp ). Eppure le rappresentazioni letterarie del turismo costituiscono un punto di vista privilegiato e fertile di indicazioni anche inattese per osservare nella sua complessità un fenomeno quanto pochi altri caratteristico del nostro tempo come quello del turismo. La tematizzazione letteraria del fenomeno turistico è sin dagli albori marcata da un certo disincanto. Con uno sguardo sociologico e popolare, già a inizio secolo nascono le prime parodie, che verranno intercettate in seguito, con l avvento della società di massa vera e propria, da numerosi scrittori e sceneggiatori cinematografici. È il caso de La famiglia De-Tappetti del vulcanico giornalista ligure Luigi Vassallo, in arte Gandolin. Policarpo De-Tappetti, impiegato di modeste pretese e ancora più modeste risorse (per molti versi antesignano dello sfortunato ragionier Fantozzi di Paolo Villaggio), parte in villeggiatura con i suoi cari e l occasione si trasforma in una satira sulle velleità degli italiani del tempo, costretti loro malgrado a inseguire modelli imposti tanto dall alto (della scala sociale) quanto dall esterno (i più avanzati paesi stranieri). La villeggiatura diventa allora, più che un vero e proprio momento di svago e rilassatezza, una costrizione sociale vissuta come un tormento, una liturgia alla quale è obbligatorio sottoporsi per non sfigurare in società. Sulla strada polverosa che porta alla squallida catapecchia che i De-Tappetti hanno fatto passare, con tutto il vicinato, come un villino a più piani, sotto un sole cocente, oppresso dall afa e dal sudore, il capofamiglia Policarpo esclama, con voce affaticata: «Qui almeno si respira un po d aria un po d aria sana fa piacere in verità che bella frescura!». E all obiezione della moglie Rosa che osa suggerire che le pare si crepi di caldo come a Roma, l uomo è costretto a ribattere: «Tu

19 L'Elsa. Si tratta di una delle fotografie di Vittorio Alinari per il volume Il paesaggio italico nella Divina Commedia, non calcoli il peso delle parole, disgraziata! Tu calunnii la villeggiatura, tu vorresti insinuare nel core inesperto del mio tenero figlio, un sospetto: il sospetto che Policarpo De-Tappetti sacrifichi 22 lire d affitto per fargli soffrire in piena campagna il caldo insopportabile delle grandi città». Nel breve spazio di un paio di battute, ecco già proposto nel 1902 il tema del divertimento coatto, ossia dell ansia da vacanza che coglie ancora oggi tute blu e nuovi colletti bianchi, dirigenti e liberi professionisti. I luoghi visitati, se intesi come status symbol, implicano l obbligatorietà di un divertimento forzato, artificiale, in fondo anche falso. Di ben altro tenore, nell Italia liberale di inizio Novecento, le rappresentazioni delle vacanze dell oligarchia sociale da parte di scrittori di vasto consumo come Pitigrilli o Guido da Verona, i cui eroi, romanzati avventurieri intrisi di dannunzianesimo e dagli accenti vagamente superomistici, scorrazzano tra i Grand Hotel di Rapallo e Capri marcando così la loro condizione di privilegio sociale e ponendosi come irraggiungibile modello per il pubblico più popolare a cui i romanzi sono effettivamente rivolti. Dal punto di vista letterario si tratta di una forma specifica dell eroe problematico moderno, sintomo e al contempo simbolo della crisi culturale che investe l epoca. L esempio più emblematico viene da T. S. Eliot, il poeta e drammaturgo angloamericano che ebbe vasta influenza su almeno tre generazioni di intellettuali e poeti italiani, da Montale ad Anceschi a Sanguineti: si tratta dell aristocratica signora austriaca che compare nelle prime pagine del celebre poemetto La terra desolata. La funzione del personaggio, tra i primi turisti stagionali di laghi e mari del Sud, è eminentemente parodistica e indica la progressiva perdita di contatto dapprima con la saggezza (il percorso conoscitivo del viaggio omerico) e poi con la conoscenza (la genuina sete culturale del Grand Tour sette-ottocentesco), a favore o di un sapere dai contorni non definiti (il percorso europeo degli intellettuali americani, sul modello di Pound e dello stesso Eliot) o di una mera ricerca di agi e di soddisfazione di curiosità effimere non contestualizzate in un percorso di più ampio respiro (condizioni climatiche favorevoli, avventure fuggevoli, sovvertimento di cicli e distanze ancora percepite come naturali, e così via). Esterofilia e regionalismi: primi sguardi nel paesaggio italiano La letteratura dei primi decenni del secolo rappresenta dunque il turista in situazioni estreme e opposte, o con chiari intenti canzonatori o raffigurandone la declinazione più elitaria e inavvicinabile. Sarà solo più tardi e nelle pagine di scrittori avveduti e attenti che il turista, smesse le vesti eroiche del viaggiatore (una sorta di suo fratello maggiore, almeno secondo una distinzione dai contorni talvolta poco chiari), diventerà oggetto di una rappresentazione letteraria senza pregiudizi. A questa altezza temporale l Italia è, dal punto di vista culturale, un paese ancora in via di definizione, in cerca di una strada che porti non tanto a un omogeneità d intenti, quanto a un identità nazionale realmente unitaria. Il dibattito culturale si anima attraverso le pagine di riviste talvolta fortemente contrapposte sia nell impostazione ideologica sia per le differenti interpretazioni del ruolo della letteratura. Ad atteggiamenti marcatamente esterofili fanno da contraltare altri che, per contrasto a questi o fondati su un autonoma riflessione sul valore della tradizione, si caratterizzano per un orgogliosa esposizione del dato regionale. Questo fiero regionalismo non andrà sempre inteso nei termini conservatori di chi si oppone ai mutamenti o, semplicemente, non ne capisce la portata, ma anche come espressione di militanza critica nel tentativo di salvaguardare le specificità culturali di un territorio diversificato anche letterariamente. Il forte rapporto tra letteratura e vita nazionale viene stretto dalla rivista fiorentina «La Voce», in particolare durante la direzione di Giuseppe Prezzolini ( ), quando la rivista ancora si avvale della preziosa collaborazione di Gaetano Salvemini. Senza addentrarsi in un resoconto dettagliato dei differenti nodi relazionali tra cultura e territorio (complicati, con l avvento del fascismo, dalla propagandistica celebrazione del paesaggio italico), si potrà illustrare il quadro generale facendo riferimento alle pagine di «Solaria» la rivista fondata da Alberto Carocci nel 1926 le quali ospitarono e fecero conoscere grandi autori stranieri del calibro di Valéry, Joyce, Kafka o Majakovskij, pur pubblicando versi di insigni rappresentanti della tradizione lirica regionale italiana. E proprio da questa mobilità di sguardo erano nati i componimenti degli Ossi di seppia di Eugenio Montale, pubblicati in prima edizione l anno precedente la fondazione della rivista, pregni delle più vivaci espressioni del contemporaneo respiro europeo e al contempo modellati sul paesaggio delle Cinque Terre fino a diventarne un emblema di riferimento, che in tempi recenti non si è trascurato di sfruttare turisticamente anche al di là dei circuiti selettivi e ristretti dei pellegrinaggi letterari. Una forte posizione xenofoba e specificatamente antieuropea è quella delle riviste filofasciste sorte all indomani del delitto Matteotti e all insegna del movimento di Strapaese, come «Il Selvaggio» di Mino Maccari e «L Italiano» di Leo Longanesi. In entrambi i casi, però, a un primo periodo più marcatamente squadrista seguirà un progressivo distacco dalle vicende politiche che porteranno a ospitare, sul versante letterario come su quello artistico e pittorico, artisti importanti anche avversi al regime. L incontro tra perlustrazione del paesaggio e rappresentazione letteraria dei luoghi si è spesso realizzato anche grazie al tramite visivo, intendendo con ciò non soltanto il versante cinematografico, di cui si dirà a parte, ma anche gli apparati iconografici messi a disposizione da pittori, incisori e fotografi. Ne è un esempio assai significativo l operazione dei fiorentini fratelli Alinari, che a fine Ottocento cominciarono a fotografare le opere d arte della loro città (contribuendo dunque alla larga diffusione nel mondo del patrimonio artistico toscano) per poi testimoniare dei capolavori dei migliori musei d Europa, a Parigi come ad Atene. Dopo aver indetto un concorso incentrato sull illustrazione della Divina Commedia, Vittorio Alinari, letterato appassionato, decise di fotografare tutti i siti italiani citati nel poema di Dante. Il volume, dal titolo Il paesaggio italico nella Divina Commedia, vide la luce nel 1921 e rappresenta una sorta di punto d incontro tra nuove tecnologie, tradizione culturale e pulsioni politiche verso l unità nazionale, un unità che, pur nella dispiegata varietà dei paesaggi, veniva indicata risiedere proprio nei comuni riferimenti linguistico-letterari. Il cinema e il viaggio immobile Se ci si sposta sul campo specifico del rapporto tra le pratiche turistiche e la loro rappresentazione in termini di cultura visuale ci si accorge immediatamente che il legame tra turismo e cinema si pone come essenziale per studiare le implicazioni generali tra pratiche del viaggio e percorsi dell immaginario. Il che non ha nulla di sorprendente: il cinema rappresenta per tutta la prima parte del Novecento il medium di massa egemone, più naturalmente predisposto alla perlustrazione della realtà fisica e del territorio. Turismo moderno e cinema hanno entrambi la loro origine in quella società industriale di fine Ottocento che comincia a organizzare la propria sfera pubblica e il rapporto con la vita privata intorno

20 Una scena del film Maciste all'inferno (1926), regia di Guido Brignone. Le riprese esterne sono girate in Valle Stura, in Piemonte, comunicando un'atmosfera tenebrosa corrispondente al soggetto della pellicola. ai nuovi ritmi richiesti dai nascenti mezzi produttivi e distribuitivi. La profonda modificazione del rapporto tra le masse e il tempo libero genera una collettività con a disposizione un capitale temporale da investire. Lo svago, la cura di sé, diventano fenomeni mondani gestiti all incrocio tra i principali snodi dell industria culturale e dell intrattenimento: turismo, narrativa popolare, cinema, sport e, poco più tardi, il fumetto e la radio. Agli inizi del Novecento il cinematografo fa già parte dell immagine turistica, è già davanti allo sguardo del viaggiatore prima ancora di riprodurlo. Cioè, prima che l immagine cinematografica metta in scena a propria volta un paesaggio o una pratica dello spostamento, lo schermo è un attrazione (anche turistica) in sé: esibizione spettacolare e meravigliosa di un inedita tecnologia di riproduzione. Ben presto però il contenuto dell immagine in movimento ottiene la sua rivincita (del resto la storia dell immaginario cinematografico comincia con un treno, ripreso nel primo film dei Lumière, che arriva alla stazione di La Ciotat, località di villeggiatura del Sud della Francia). E da qui prende vita un movimento che porterà il cinema a esercitare profonde modificazioni sull assetto delle pratiche turistiche stesse, secondo un percorso i cui esiti sono osservabili soprattutto ai giorni nostri. Il cinema primitivo incorpora alcune modalità dello sguardo proprie del vedutismo ottocentesco e della successiva pratica dei panorami e dei diorami. C è una corrispondenza tra le vedute dei primi operatori (anche italiani) e le scelte dei soggetti delle cartoline postali illustrate sempre più in voga dalla fine dell Ottocento in avanti. Entrambe rivolgono le proprie attenzioni a luoghi rappresentativi (fiumi, monumenti, i centri delle città, le periferie ecc.) e dotati di un potenziale pittoresco, alle pratiche lavorative quotidiane nelle loro posture più nobili e significative, ai momenti rituali del vivere sociale (per esempio la sfilata militare). Le preoccupazioni professionali dei primi operatori di vedute e di attualità hanno un versante che le collega alla tradizione pittorica e alle consuetudini di visione del paesaggio proprie del viaggiatore tradizionale del diciannovesimo secolo: trovare il punto di vista vantaggioso alla ripresa, comprendere attraverso una sola inquadratura, un solo movimento di macchina, l essenziale di un evento o di un luogo, ottenerne una sintesi panoramica. D altra parte il cinema ha qualcosa che gli è esclusivamente proprio. Le vedute e i panorami

IL PATRIMONIO CULTURALE ED AMBIENTALE. Disegno e Storia dell Arte_PATRIMONIO CULTURALE

IL PATRIMONIO CULTURALE ED AMBIENTALE. Disegno e Storia dell Arte_PATRIMONIO CULTURALE IL PATRIMONIO CULTURALE ED AMBIENTALE IL PATRIMONIO CULTURALE di solito indica quell insieme di cose, mobili ed immobili, dette più precisamente beni, che per il loro interesse pubblico e il valore storico,

Dettagli

Gli strumenti della geografia

Gli strumenti della geografia Gli strumenti della geografia La geografia studia lo spazio, cioè i tanti tipi di luoghi e di ambienti che si trovano sulla Terra. La geografia descrive lo spazio e ci spiega anche come è fatto, come vivono

Dettagli

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO L esercizio richiesto consiste nella scelta di un albero e il suo monitoraggio/racconto al fine di sviluppare l osservazione attenta come mezzo per la conoscenza del materiale vegetale. L esercitazione

Dettagli

GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA

GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA VOLUME 1 CAPITOLO 0 MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE GLI STRUMENTI DELLA GEOGRAFIA 1. Parole per capire A. Conosci già queste parole? Scrivi il loro significato o fai un disegno: Terra... territorio...

Dettagli

Le frasi sono state mescolate

Le frasi sono state mescolate Roma o Venezia? 1 Questo percorso ti aiuterà a capire che cosa sia e come si costruisca un testo argomentativo Nella prossima pagina troverai un testo in cui ad ogni frase corrisponde un diverso colore.

Dettagli

ARTE ED IMMAGINE MODULI OPERATIVI:

ARTE ED IMMAGINE MODULI OPERATIVI: ARTE ED IMMAGINE INDICATORE DISCIPLINARE Promuovere l alfabetizzazione dei linguaggi visivi per la costruzione e la lettura dei messaggi iconici e per la conoscenza delle opere d arte con particolare riferimento

Dettagli

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle

La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle Trento, 23 gennaio 2012 La popolazione residente in provincia di Trento attraverso l anagrafe e i flussi demografici anche in un ottica di Comunità di Valle La popolazione residente in provincia di Trento

Dettagli

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo

J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO. Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo J. Delors NELL EDUCAZIONE UN TESORO Rapporto all UNESCO della Commissione Internazionale sull Educazione per il XXI secolo L utopia dell educazione L educazione è un mezzo prezioso e indispensabile che

Dettagli

LE COMPETENZE ESSENZIALI DI DISEGNO E STORIA DELL ARTE

LE COMPETENZE ESSENZIALI DI DISEGNO E STORIA DELL ARTE LE ESSENZIALI DI DISEGNO E classe prima Liceo scientifico utilizzare regole e tecniche grafiche progettare un minimo percorso grafico costruire un disegno geometrico, impiegando in maniera appropriata

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA MATERNA ELEMENTARE E MEDIA DI BISUSCHIO CURRICULUM VERTICALE DI GEOGRAFIA

ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA MATERNA ELEMENTARE E MEDIA DI BISUSCHIO CURRICULUM VERTICALE DI GEOGRAFIA ISTITUTO COMPRENSIVO DI SCUOLA MATERNA ELEMENTARE E MEDIA DI BISUSCHIO Anno scolastico 2010/2011 CURRICULUM VERTICALE DI GEOGRAFIA SCUOLA DELL INFANZIA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO Collocare nello spazio

Dettagli

Analisi dei fabbisogni formativi dei professionisti che. operano nella valorizzazione dei Beni Culturali nella. Provincia di Pisa

Analisi dei fabbisogni formativi dei professionisti che. operano nella valorizzazione dei Beni Culturali nella. Provincia di Pisa Analisi dei fabbisogni formativi dei professionisti che operano nella valorizzazione dei Beni Culturali nella Provincia di Pisa A cura di Katia Orlandi Il territorio della Provincia di Pisa si caratterizza

Dettagli

Le strategie di promozione della lettura messe in atto dalla. biblioteca comunale di Soriano nel Cimino risultano abbastanza

Le strategie di promozione della lettura messe in atto dalla. biblioteca comunale di Soriano nel Cimino risultano abbastanza CAPITOLO QUARTO ANALISI DEI SERVIZI DI PROMOZIONE PER UNA VALUTAZIONE DEI BENEFICI 1. Premessa Le strategie di promozione della lettura messe in atto dalla biblioteca comunale di Soriano nel Cimino risultano

Dettagli

L internazionalizzazione del sistema economico milanese

L internazionalizzazione del sistema economico milanese L internazionalizzazione del sistema economico milanese Il grado di apertura di un sistema economico locale verso l estero rappresenta uno degli indicatori più convincenti per dimostrare la sua solidità

Dettagli

PROGETTARE UNA GITA. A tale scopo i bambini dovranno ricercare la documentazione che permetta di scegliere la META della gita.

PROGETTARE UNA GITA. A tale scopo i bambini dovranno ricercare la documentazione che permetta di scegliere la META della gita. PROGETTARE UNA GITA Prima di dare avvio al percorso è opportuno condividere con gli alunni tutto il progetto ed eventualmente modificare alcuni elementi in rapporto alla discussione. Gli alunni devono

Dettagli

VOLUME 2 CAPITOLO 2 MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE. Alla fine del capitolo scrivi il significato di queste parole nuove: ... ... ... ... ... ...

VOLUME 2 CAPITOLO 2 MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE. Alla fine del capitolo scrivi il significato di queste parole nuove: ... ... ... ... ... ... LA CITTÀ VOLUME 2 CAPITOLO 2 MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE 1. Parole per capire Alla fine del capitolo scrivi il significato di queste parole nuove: città... città industriale... pianta della città...

Dettagli

Perché partire dalla popolazione? La crescita economica deriva dall energia. E per molti secoli l uomo è rimasto la macchina principale in grado di

Perché partire dalla popolazione? La crescita economica deriva dall energia. E per molti secoli l uomo è rimasto la macchina principale in grado di La popolazione Perché partire dalla popolazione? La crescita economica deriva dall energia. E per molti secoli l uomo è rimasto la macchina principale in grado di trasformare il cibo in lavoro. Data l

Dettagli

Ottobre, piovono libri. I luoghi della lettura

Ottobre, piovono libri. I luoghi della lettura Ottobre, piovono libri. I luoghi della lettura Flavia Cristiano Direttore del Centro per il Libro e la Lettura Ministero per i Beni e le Attività Culturali La lettura in Italia Il mercato della lettura

Dettagli

Progetto ANCIperEXPO Centri Estivi Centri Anziani Centri Ricreativi

Progetto ANCIperEXPO Centri Estivi Centri Anziani Centri Ricreativi Progetto ANCIperEXPO Centri Estivi Centri Anziani Centri Ricreativi ALESSANDRO ROSSO GROUP ALESSANDRO ROSSO GROUP Alessandro Rosso Group nasce nel 2002 da un gruppo di professionisti con oltre trent anni

Dettagli

PREMESSA. È sembrato opportuno partire, in questo elaborato, da. un analisi del mezzo usato per l emissione del messaggio e la

PREMESSA. È sembrato opportuno partire, in questo elaborato, da. un analisi del mezzo usato per l emissione del messaggio e la PREMESSA Lo studio dei mass media non può mai prescindere dal contesto storico-sociale in cui opera e di cui tratta influenzando, spesso, i soggetti che vi vivono. È sembrato opportuno partire, in questo

Dettagli

PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia

PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia PROGETTO SCUOLA 150 anni Grande Italia Nel mondo ci sono 150 milioni di Italici: sono i cittadini italiani d origine, gli immigrati di prima e seconda generazione, i nuovi e vecchi emigrati e i loro discendenti,

Dettagli

ANICA, TRA PASSATO E FUTURO

ANICA, TRA PASSATO E FUTURO ANICA, TRA PASSATO E FUTURO Documentario di Massimo De Pascale e Saverio di Biagio Regia di Saverio Di Biagio PREMESSA Il rischio di ogni anniversario è quello di risolversi in una celebrazione, magari

Dettagli

L ultima cena fu dipinta da Leonardo da Vinci tra il 1494 e il 1498 nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano.

L ultima cena fu dipinta da Leonardo da Vinci tra il 1494 e il 1498 nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano. 2. Storia, politica, filosofia e arte nel Rinascimento Un esempio di prospettiva: L ultima cena di Leonardo L ultima cena fu dipinta da Leonardo da Vinci tra il 1494 e il 1498 nel refettorio del convento

Dettagli

A N A L I S I D E L L A D O M A N D A T U R I S T I C A N E G L I E S E R C I Z I A L B E R G H I E R I D I R O M A E P R O V I N C I A

A N A L I S I D E L L A D O M A N D A T U R I S T I C A N E G L I E S E R C I Z I A L B E R G H I E R I D I R O M A E P R O V I N C I A A N A L I S I D E L L A D O M A N D A T U R I S T I C A N E G L I E S E R C I Z I A L B E R G H I E R I D I R O M A E P R O V I N C I A Ma g g i o 2 0 0 3 di G i u s e p p e A i e l l o 1. L andamento

Dettagli

Una carta geografica diversa la proiezione cartografica di Arno Peters

Una carta geografica diversa la proiezione cartografica di Arno Peters Una carta geografica diversa la proiezione cartografica di Arno Peters Nella proiezione di Mercatore la Germania (patria elettiva del geografo) e l Europa si trovano al centro del mondo, sia in senso latitudinale

Dettagli

La prima pagina uno schema fisso La testata manchette

La prima pagina uno schema fisso La testata manchette IL QUOTIDIANO La prima pagina è la facciata del quotidiano, presenta gli avvenimenti trattati più rilevanti e solitamente sono commentati; gli articoli sono disposti secondo uno schema fisso che ha lo

Dettagli

GEOGRAFIA. Disciplina di insegnamento: TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

GEOGRAFIA. Disciplina di insegnamento: TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Disciplina di insegnamento: GEOGRAFIA COMPETENZE (dal profilo dello studente) TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE AL TERMINE

Dettagli

schede di approfondimento.

schede di approfondimento. I macro temi segnalati nella mappa sono trattati nella presentazione e fruibili attraverso schede di approfondimento. 2 è l insieme delle attività volte a smaltirli, riducendo lo spreco(inparticolaredirisorsenaturaliedienergia)elimitandoipericoliperlasalutee

Dettagli

L età comunale può essere suddivisa in due periodi: inizi del Trecento); 1378 circa).

L età comunale può essere suddivisa in due periodi: inizi del Trecento); 1378 circa). L età comunale può essere suddivisa in due periodi: 1. periodod affermazione daffermazione(da metà XII secolo agli inizi del Trecento); 2. periodo di crisi (dai primi decenni del Trecento al 1378 circa).

Dettagli

Brief per il laboratorio

Brief per il laboratorio Brief per il laboratorio Il materiale allegato, campagne pubblicitarie per incentivare il turismo, realizzate da nazioni, regioni e una provincia, è stato selezionato per la sua qualità. Si tratta infatti

Dettagli

STORIA DEGLI STATI UNITI D AMERICA (U.S.A.)

STORIA DEGLI STATI UNITI D AMERICA (U.S.A.) STORIA DEGLI STATI UNITI D AMERICA (U.S.A.) OGGI Oggi gli Stati Uniti d America (U.S.A.) comprendono 50 stati. La capitale è Washington. Oggi la città di New York, negli Stati Uniti d America, è come la

Dettagli

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma

Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma Alessandro Ricci Psicologo Psicoterapeuta Università Salesiana di Roma LA COPPIA NON PUO FARE A MENO DI RICONOSCERE E ACCETTARE CHE L ALTRO E UN TU E COME TALE RAPPRESENTA NON UN OGGETTO DA MANIPOLARE

Dettagli

I.C. "L.DA VINCI" LIMBIATE CURRICOLO IN VERTICALE ANNO SCOLASTICO 2014/2015 GEOGRAFIA

I.C. L.DA VINCI LIMBIATE CURRICOLO IN VERTICALE ANNO SCOLASTICO 2014/2015 GEOGRAFIA GEOGRAFIA Osservare gli spazi circostanti Saper distinguere sopra-sotto, davantidietro etc. svolgendo semplici percorsi sul foglio e attraverso giochi di psicomotricità (AL TERMINE DELLA SCUOLA DELL'INFANZIA)

Dettagli

Scuola Primaria Statale Falcone e Borsellino

Scuola Primaria Statale Falcone e Borsellino ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI LOVERE VIA DIONIGI CASTELLI, 2 - LOVERE Scuola Primaria Statale Falcone e Borsellino PROGRAMMAZIONE DIDATTICA ANNUALE Le programmazioni didattiche sono state stese in base

Dettagli

L importanza delle cose semplici. La natura come maestra, risorsa, stimolo Cesena, 10 Maggio 2014

L importanza delle cose semplici. La natura come maestra, risorsa, stimolo Cesena, 10 Maggio 2014 L importanza delle cose semplici. La natura come maestra, risorsa, stimolo Cesena, 10 Maggio 2014 Partendo da lontano: appunti di viaggio di Beatrice Vitali Berlino è così: c è sempre qualcuno scalzo c

Dettagli

qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd

qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd Scuola dell Infanzia qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd GEOGRAFIA qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd Istituto Comprensivo Castell Arquato qwertyuiopasdfghjklzxcvbnmqwertyuiopasd

Dettagli

Il valore generato dal teatro alla Scala

Il valore generato dal teatro alla Scala Il valore generato dal teatro alla Scala Paola Dubini Centro ASK Università Bocconi Sintesi dei risultati Nello scorso mese di gennaio, il teatro alla Scala ha affidato al centro ASK dell Università Bocconi

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

MILANO - ROMA - TORINO - PORTO CERVO - LONDRA - TOKYO - HONG KONG

MILANO - ROMA - TORINO - PORTO CERVO - LONDRA - TOKYO - HONG KONG MILANO - ROMA - TORINO - PORTO CERVO - LONDRA - TOKYO - HONG KONG Milano, 8 febbraio 1979. L inizio di un sogno. Era l otto febbraio del millenovecentosettantanove e in corso Garibaldi apriva il primo

Dettagli

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2)

Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Lezione n 2 L educazione come atto ermeneutico (2) Riprendiamo l analisi interrotta nel corso della precedente lezione b) struttura dialogica del fatto educativo Per rispondere a criteri ermenutici, l

Dettagli

CURRICOLO DI GEOGRAFIA

CURRICOLO DI GEOGRAFIA ISTITUTO COMPRENSIVO PASSIRANO-PADERNO CURRICOLO DI GEOGRAFIA SCUOLA PRIMARIA Revisione Curricolo di Istituto a.s. 2014-2015 Curricolo suddiviso in obiettivi didattici, nuclei tematici e anni scolastici

Dettagli

Il sistema di Kuoni Italia per prenotare On Line il Tuo Viaggio.

Il sistema di Kuoni Italia per prenotare On Line il Tuo Viaggio. Benvenuto nell area FAQ di G@te24. Il sistema di Kuoni Italia per prenotare On Line il Tuo Viaggio. Indice 1. Prima di iniziare... 1 2. Per iniziare... 1 3. Passeggeri e loro sistemazione in camera...

Dettagli

Pubblica Amministrazione Turistica. Aspetti generali Compiti

Pubblica Amministrazione Turistica. Aspetti generali Compiti Pubblica Amministrazione Turistica Aspetti generali Compiti Cenni storici Nel periodo tra le due guerre iniziò a maturare una maggiore consapevolezza del ruolo che il turismo poteva svolgere nell economia

Dettagli

GEOGRAFIA CLASSE PRIMA

GEOGRAFIA CLASSE PRIMA CLASSE PRIMA L alunno/a si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche, utilizzando riferimenti topologici e punti cardinali. ORIENTAMENTO Collocare se stesso e gli oggetti in uno spazio

Dettagli

COMPETENZE DI BASE IN LINGUA INGLESE TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE FISSATI DALLE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO 2012

COMPETENZE DI BASE IN LINGUA INGLESE TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE FISSATI DALLE INDICAZIONI NAZIONALI PER IL CURRICOLO 2012 DISCIPLINE DI RIFERIMENTO: DISCIPLINE CONCORRENTI: COMPETENZA CHIAVE EUROPEA: Fonti di legittimazione: TRAGUARDI ALLA FINE DEL PRIMO CICLO L alunno comprende oralmente e per iscritto i punti essenziali

Dettagli

Professionisti per natura

Professionisti per natura Professionisti per natura Four Seasons Natura e Cultura by Gaia900 è un tour operator che opera da oltre vent anni nel mercato del turismo incoming e outgoing italiano. In particolare Four Seasons, leader

Dettagli

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI

GRUPPI DI INCONTRO per GENITORI Nell ambito delle attività previste dal servizio di Counseling Filosofico e di sostegno alla genitorialità organizzate dal nostro Istituto, si propone l avvio di un nuovo progetto per l organizzazione

Dettagli

PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE

PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE SCUOLA PRIMARIA SECONDARIA PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE DISCIPLINA AREA ANTROPOLOGICA CLASSI QUINTE LINEE DI COLLEGAMENTO CON IL POF (1)..... PROGETTI.... PROGRAMMAZIONE CURRICOLARE CLASSE V A-B-C-D DISCIPLINA

Dettagli

Scuola primaria. Obiettivi di apprendimento. Orientamento

Scuola primaria. Obiettivi di apprendimento. Orientamento Geografia Scuola primaria classe 1^ Competenze chiave Traguardi per lo sviluppo della competenza Obiettivi di apprendimento Conoscenze Abilità Comunicazione nella madrelingua Competenze di base in campo

Dettagli

IL CURRICOLO DI SCUOLA ARTE E IMMAGINE

IL CURRICOLO DI SCUOLA ARTE E IMMAGINE IL CURRICOLO DI SCUOLA ARTE E IMMAGINE SCUOLA DELL INFANZIA CAMPI DI ESPERIENZA - IMMAGINI.SUONI, COLORI SCUOLAPRIMARIA DISCIPLINE: - ARTE E IMMAGINE SCUOLA SECONDARIA I GRADO DISCIPLINE: - ARTE E IMMAGINE

Dettagli

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO GEOGRAFIA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO Paesaggio Capire che cos è la geografia e di che cosa si occupa. Saper distinguere tra geografia fisica e umana. Capire il mondo in cui viviamo attraverso le

Dettagli

un Cuore Verde a Pochi Passi dal Blu

un Cuore Verde a Pochi Passi dal Blu Destinazione Turismo Interno un Cuore Verde a Pochi Passi dal Blu Corso Turismatica Prof. Paini 1 Introduzione La breve relazione intende delineare i passi base per introdurre sul mercato della rete una

Dettagli

SCUOLA PRIMARIA Anno Scolastico 2014/2015 CURRICOLO DI GEOGRAFIA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO AL TERMINE DELLA CLASSE TERZA DELLA SCUOLA PRIMARIA

SCUOLA PRIMARIA Anno Scolastico 2014/2015 CURRICOLO DI GEOGRAFIA OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO AL TERMINE DELLA CLASSE TERZA DELLA SCUOLA PRIMARIA Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca Istituto Comprensivo Statale di Calolziocorte Via F. Nullo,6 23801 CALOLZIOCORTE (LC) e.mail: lcic823002@istruzione.it - Tel: 0341/642405/630636

Dettagli

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO

CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO NONA LEGISLATURA PROGETTO DI LEGGE N. 351 PROPOSTA DI LEGGE d'iniziativa dei Consiglieri Bassi, Bond e Bozza RICONOSCIMENTO E VALORIZZAZIONE DEL TURISMO NATURISTA Presentato

Dettagli

D&P Turismo e Cultura snc

D&P Turismo e Cultura snc D&P Turismo e Cultura snc La Società D&P turismo e cultura si occupa generalmente della valorizzazione del patrimonio culturale e della promozione turistica della regione Marche, offrendo una vasta gamma

Dettagli

GEOGRAFIA Scuola Primaria

GEOGRAFIA Scuola Primaria GEOGRAFIA Scuola Primaria Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della scuola primaria Orientamento -L alunno/a si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche utilizzando

Dettagli

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre 2005. Lara Rossin

Anno 2004/2005 CORSO SNES-CSI PER FORMATORI. Bologna, 3 dicembre 2005. Lara Rossin Anno 2004/2005 LA FIGURA DEL FORMATORE CSI -LE SUE PECULIARITÀ E LA SUA MISSION- CORSO SNES-CSI PER FORMATORI Bologna, 3 dicembre 2005 Lara Rossin 1 INTRODUZIONE Non si insegna e non si può insegnare,

Dettagli

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI STORIA - SECONDO BIENNIO (4^- 5^)

PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI STORIA - SECONDO BIENNIO (4^- 5^) PROGRAMMAZIONE DIDATTICA DI STORIA - SECONDO BIENNIO (4^- 5^) COMPETENZE 1.Comprendere il legame uomo/territorio, origine della cultura antropologica. 2. Riconoscere l importanza culturale e sociale delle

Dettagli

Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità l attenzione alla sociomorfogenesi

Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità l attenzione alla sociomorfogenesi Rifocalizzare il lavoro educativo con la disabilità (abstract) Da LA FORMAZIONE COME STRATEGIA PER L EVOLUZIONE DEI SERVIZI PER I DISABILI Provincia di Milano 2004 A cura dello Studio Dedalo Rifocalizzare

Dettagli

percorsi professionali

percorsi professionali percorsi professionali Studio SOLIDEA propone corsi per la formazione di giovani designer interessati alle materie artistiche e creative, o per l aggiornamento di chi già esercita la professione di stilista/modellista

Dettagli

PROGRAMMAZIONE SCUOLA PRIMARIA - CLASSE TERZA

PROGRAMMAZIONE SCUOLA PRIMARIA - CLASSE TERZA CURRICOLO D ISTITUTO COMPRENDERE COMUNICARE RIFLETTERE RIELABORARE PROGRAMMAZIONE SCUOLA PRIMARIA - CLASSE TERZA AREA DEI LINGUAGGI (italiano, lingua inglese, musica, arte e immagine) TRAGUARDI PER LO

Dettagli

MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE VOLUME 1 CAPITOLO 2 ... ... ... ... ... ...

MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE VOLUME 1 CAPITOLO 2 ... ... ... ... ... ... VOLUME 1 CAPITOLO 2 MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE ACQUE INTERNE 1. Parole per capire A. Conosci già queste parole? Scrivi il loro significato o fai un disegno: valle... ghiacciaio... vulcano... cratere...

Dettagli

GEOGRAFIA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

GEOGRAFIA SECONDARIA DI PRIMO GRADO GEOGRAFIA PRIMARIA GEOGRAFIA L ALUNNO SI ORIENTA NELLO SPAZIO CIRCOSTANTE E SULLE CARTE GEOGRAFICHE, UTILIZZANDO RIFERIMENTI TOPOLOGICI E PUNTI CARDINALI. UTILIZZA IL LINGUAGGIO DELLA GEO-GRAFICITÀ PER

Dettagli

L agriturismo italiano si presenta al mondo. L agriturismo italiano nel mercato Andrea Mazzanti

L agriturismo italiano si presenta al mondo. L agriturismo italiano nel mercato Andrea Mazzanti L agriturismo italiano si presenta al mondo L agriturismo italiano nel mercato Andrea Mazzanti Punti di forza dell agriturismo italiano La nostra identità - Una storia di circa mezzo secolo con una crescita

Dettagli

Curricolo di Geografia Scuola Primaria

Curricolo di Geografia Scuola Primaria Curricolo di Geografia Istituto Comprensivo Gandhi Prato Istituto Comprensivo Gandhi a.s. 2014/2015 Curricolo di Geografia Scuola Primaria TRAGUARDI DI COMPETENZA CLASSE QUINTA L alunno si orienta nello

Dettagli

AMBITO STORICO GEOGRAFICO

AMBITO STORICO GEOGRAFICO AMBITO STORICO GEOGRAFICO USO DEI DOCUMENTI l'alunno è in grado di conoscere elementi significativi del passato del suo ambiente di vita acquisire il concetto di fonte storica; individuare i diversi tipi

Dettagli

Il turismo internazionale nel mondo: trend di mercato e scenario previsionale

Il turismo internazionale nel mondo: trend di mercato e scenario previsionale OSSERVATORIO TURISTICO DELLA LIGURIA Il turismo internazionale nel mondo: trend di mercato e scenario previsionale Dossier Ottobre 2012 A cura di Panorama competitivo del turismo internazionale nel mondo

Dettagli

Mappe di Comunità come strumento di valorizzazione del territorio

Mappe di Comunità come strumento di valorizzazione del territorio Mappe di Comunità come strumento di valorizzazione del territorio Le mappe:un po di storia LE PARISH MAPS DEL WEST SUSSEX L idea delle Parish Maps nasce in Inghilterra negli anni 80 quale frutto della

Dettagli

I modelli di qualità come spinta allo sviluppo

I modelli di qualità come spinta allo sviluppo I modelli di qualità come spinta allo sviluppo Paolo Citti Ordinario Università degli studi di Firenze Presidente Accademia Italiana del Sei Sigma 2005 1 Si legge oggi sui giornali che l azienda Italia

Dettagli

Logica Numerica Approfondimento 1. Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore. Il concetto di multiplo e di divisore. Il Minimo Comune Multiplo

Logica Numerica Approfondimento 1. Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore. Il concetto di multiplo e di divisore. Il Minimo Comune Multiplo Logica Numerica Approfondimento E. Barbuto Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore Il concetto di multiplo e di divisore Considerato un numero intero n, se esso viene moltiplicato per un numero

Dettagli

L ITALIA IN EUROPA. 1 Voyager 5, pagina 172

L ITALIA IN EUROPA. 1 Voyager 5, pagina 172 L ITALIA IN EUROPA L Italia, con altri Stati, fa parte dell Unione Europea (sigla: UE). L Unione Europea è formata da Paesi democratici che hanno deciso di lavorare insieme per la pace e il benessere di

Dettagli

Il turismo in Albania

Il turismo in Albania Il turismo in Albania www.ejona.eu Alcuni dati sulla posizione geografica, il clima e la popolazione L'Albania oppure semplicemente Shqipëria, è uno Stato della Penisola balcanica situato nel sud-est dell'europa.

Dettagli

Orientarsi nello spazio. Utilizzare gli strumenti e il linguaggio propri della disciplina. Riconoscere gli elementi che caratterizzano il territorio

Orientarsi nello spazio. Utilizzare gli strumenti e il linguaggio propri della disciplina. Riconoscere gli elementi che caratterizzano il territorio COMPETENZA CHIAVE GEOGRAFIA Fonte di legittimazione Raccomandazione europea 18/12/2006 SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA COMPETENZE ABILITÀ CONOSCENZE L alunno si orienta nello spazio circostante, utilizzando

Dettagli

Lezione 18 1. Introduzione

Lezione 18 1. Introduzione Lezione 18 1 Introduzione In questa lezione vediamo come si misura il PIL, l indicatore principale del livello di attività economica. La definizione ed i metodi di misura servono a comprendere a quali

Dettagli

GLI ENTI D EROGAZIONE IN ITALIA

GLI ENTI D EROGAZIONE IN ITALIA GLI ENTI D EROGAZIONE IN ITALIA Sono 4.388 gli enti di diritto privato che hanno indicato come attività prevalente o esclusiva l erogazione di sussidi a individui, piuttosto che quella di contributi a

Dettagli

Il nostro paese. Incontro con Collegio Docenti

Il nostro paese. Incontro con Collegio Docenti Il nostro paese Incontro con Collegio Docenti Concorezzo, 28 Ottobre 2015 1 L Archivio Storico (ASC) Via S.Marta 20 Concorezzo www.archiviodiconcorezzo,it mail: info@archiviodiconcorezzo.it L Archivio

Dettagli

Le pillole di. TURISMO Come la crisi ha cambiato le vacanze degli italiani. (maggio 2014) Ufficio studi. Notizie, commenti, istruzioni ed altro

Le pillole di. TURISMO Come la crisi ha cambiato le vacanze degli italiani. (maggio 2014) Ufficio studi. Notizie, commenti, istruzioni ed altro Le pillole di Notizie, commenti, istruzioni ed altro TURISMO Come la crisi ha cambiato le vacanze degli italiani (maggio 2014) Ufficio studi a cura di : Luciano Sbraga Giulia R. Erba PREMESSA La rilevazione

Dettagli

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Alla fine del 1700 in Inghilterra c è un grande sviluppo dell industria. Gli inventori costruiscono delle macchine per lavorare il cotone. Le macchine fanno in poco tempo e in

Dettagli

Comunicato del 7 aprile 2015. Ricerca di ISVRA sui siti web istituzionali di promozione turistica legata ad Expo: inutili o quasi!

Comunicato del 7 aprile 2015. Ricerca di ISVRA sui siti web istituzionali di promozione turistica legata ad Expo: inutili o quasi! Comunicato del 7 aprile 2015 Ricerca di ISVRA sui siti web istituzionali di promozione turistica legata ad Expo: inutili o quasi! E noto che i servizi turistici si prenotano ormai prevalentemente su internet.

Dettagli

OPPORTUNITÀ DI COLLABORAZIONE

OPPORTUNITÀ DI COLLABORAZIONE OPPORTUNITÀ DI COLLABORAZIONE Perché diventare Partner de il Circolo dei lettori Nato a Torino nell ottobre del 2006, il Circolo dei lettori è il primo spazio pubblico italiano dedicato ai lettori e alla

Dettagli

CURRICOLO DI STORIA SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA COMPETENZE OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONOSCENZE / ATTIVITA

CURRICOLO DI STORIA SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA COMPETENZE OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONOSCENZE / ATTIVITA CURRICOLO DI STORIA SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA 1. Individuare le tracce e usarle come fonti per produrre conoscenze sul proprio passato, della generazione degli adulti e della comunità di appartenenza.

Dettagli

BREVE STORIA DELLA LINGUA ITALIANA

BREVE STORIA DELLA LINGUA ITALIANA BREVE STORIA DELLA LINGUA ITALIANA Introduzione. Nei film del Neorealismo, spesso gli attori non parlano in italiano standard, ma parlano in dialetto. Cosa sono i dialetti? Come sono nati? 1. Dal latino

Dettagli

Progetti SCRUTANDO IL CIELO DEL PARCO

Progetti SCRUTANDO IL CIELO DEL PARCO Progetti SCRUTANDO IL CIELO DEL PARCO Sin dai tempi più remoti il cielo ha avuto grande importanza per l uomo. Il cielo è testimone di miti, di leggende di popoli antichi; narra di terre lontane, di costellazioni

Dettagli

55820/2014 ----------------

55820/2014 ---------------- 55820/2014 Data: 06 settembre 2014 Dove arriva la Bibbia? di Ilvo Diamanti 06 settembre 2014 Dalla ricerca «Gli italiani e la Bibbia» che viene presentata stasera al Festival letteratura di Mantova un

Dettagli

Cos'è uno Scambio Culturale I progetti di scambio culturale sono nati negli anni '50 con l'intento di promuovere la pace tra i popoli

Cos'è uno Scambio Culturale I progetti di scambio culturale sono nati negli anni '50 con l'intento di promuovere la pace tra i popoli Scambio Culturale Cos'è uno Scambio Culturale I progetti di scambio culturale sono nati negli anni '50 con l'intento di promuovere la pace tra i popoli Un' esperienza di vita all'estero, che attraverso

Dettagli

"#$"%&' (%&#((%! &#)'!*'"!+'$%(),!

#$%&' (%&#((%! &#)'!*'!+'$%(),! L Archivio liquido dell Identità arriva in Brasile, incontrando la comunità pugliese di San Paolo. Il cuore della città è l Edificio Italia, un altissimo palazzo che domina su l enorme estensione di questa

Dettagli

Autismo e teoria della mente

Autismo e teoria della mente Spiegare l autismo Università degli Studi di Milano Autismo e teoria della mente Sandro Zucchi All inizio degli anni 80, Baron-Cohen, Leslie e Frith hanno condotto un esperimento per determinare il meccanismo

Dettagli

Esperienza in due. arte. Sulle tracce di Hayez - Milano

Esperienza in due. arte. Sulle tracce di Hayez - Milano Esperienza in due arte Sulle tracce di Hayez - Milano SULLE TRACCE DI HAYEZ - MILANO La nostra proposta, destinata alle coppie, prevede un pacchetto di due giorni ripercorrendo la vita artistica di Francesco

Dettagli

Cittadinanza e Costituzione

Cittadinanza e Costituzione Cittadinanza e Costituzione Anno Scolastico 20010/11 Progetto di Cittadinanza e Costituzione Finalità Essere cittadini di un mondo in continuo cambiamento ha come premessa il conoscere e il porre in atto

Dettagli

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di OSPITALETTO SCUOLA PRIMARIA A. CANOSSI PROGRAMMAZIONE DISCIPLINARE VERTICALE. ARTE e IMMAGINE

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di OSPITALETTO SCUOLA PRIMARIA A. CANOSSI PROGRAMMAZIONE DISCIPLINARE VERTICALE. ARTE e IMMAGINE ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE di OSPITALETTO SCUOLA PRIMARIA A. CANOSSI PROGRAMMAZIONE DISCIPLINARE VERTICALE ARTE e IMMAGINE ANNO SCOLASTICO 2015/2016 CLASSE PRIMA - L alunno utilizza le conoscenze e le

Dettagli

Mini progetti Nuovo Progetto italiano 2 UNITÀ 1

Mini progetti Nuovo Progetto italiano 2 UNITÀ 1 Chi studia meno, studia meglio! UNITÀ 1 A coppie, preparate un questionario da presentare agli studenti della scuola, per capire quante ore dedicano allo studio della lingua e cultura italiana. Andate

Dettagli

Indice. Presentazione p. 7 Una grande prova di democrazia di Domenico Pantaleo

Indice. Presentazione p. 7 Una grande prova di democrazia di Domenico Pantaleo Indice Presentazione p. 7 Una grande prova di democrazia di Domenico Pantaleo PARTE PRIMA - La RSU 11 Capitolo I Che cosa è la RSu 13 Capitolo II Come lavora la RSu 18 Capitolo III - Il negoziato: tempi

Dettagli

TEMPO TEMPO. Oggi la maestra ha chiesto ai bambini e alle bambine di pensare a una frase con la parola tempo. Quante idee diverse!

TEMPO TEMPO. Oggi la maestra ha chiesto ai bambini e alle bambine di pensare a una frase con la parola tempo. Quante idee diverse! TEMPO Oggi la maestra ha chiesto ai bambini e alle bambine di pensare a una frase con la parola tempo. Quante idee diverse! OGGI IL TEMPO È BRUTTO. PER FARE QUESTO DISEGNO HO IMPIEGATO TANTO TEMPO. TANTO

Dettagli

Scuole Classiche e moderne. La realtà Italiana.

Scuole Classiche e moderne. La realtà Italiana. CONTINUA L INTRODUZIONE ARCHITETTURA FENG SHUI Scuole Classiche e moderne. La realtà Italiana. 1. Parlando strettamente nell ambito del Feng Shui c'è anche da comprendere che esistono le Scuole classiche

Dettagli

CLASSE PRIMA - SCUOLA PRIMARIA

CLASSE PRIMA - SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA - SCUOLA PRIMARIA L alunno si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche, utilizzando riferimenti topologici e punti cardinali. Muoversi consapevolmente nello spazio circostante,

Dettagli

CURRICOLO DI ARTE E IMMAGINE Scuola Primaria CLASSE 1^ (MONOENNIO) COMPETENZE CONOSCENZE ABILITÀ

CURRICOLO DI ARTE E IMMAGINE Scuola Primaria CLASSE 1^ (MONOENNIO) COMPETENZE CONOSCENZE ABILITÀ CURRICOLO DI ARTE E IMMAGINE Scuola Primaria CLASSE 1^ (MONOENNIO) COMPETENZE CONOSCENZE ABILITÀ COMPETENZA 1 LEGGERE E COMPRENDERE IMMAGINI DI DIVERSO TIPO - Le relazioni spaziali - Le differenze di forma

Dettagli

GEOGRAFIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ALLA FINE DELLA SCUOLA PRIMARIA

GEOGRAFIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ALLA FINE DELLA SCUOLA PRIMARIA GEOGRAFIA TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE ALLA FINE DELLA SCUOLA PRIMARIA L'alunno si orienta nello spazio circostante e sulle carte geografiche, utilizzando riferimenti topologici e punti cardinali;

Dettagli

PROGRAMMAZIONE ANNUALE a. s. 2014-2015

PROGRAMMAZIONE ANNUALE a. s. 2014-2015 COMPETENZE CHIAVE Scuola Primaria ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE FRATELLI CASETTI CREVOLADOSSOLA (VB) WWW.iccasetti.gov.it PROGRAMMAZIONE ANNUALE a. s. 2014-2015 GEOGRAFIA - imparare a imparare - competenze

Dettagli

CURRICOLO DI ARTE E IMMAGINE SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA COMPETENZE OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONOSCENZE / ATTIVITA

CURRICOLO DI ARTE E IMMAGINE SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA COMPETENZE OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO CONOSCENZE / ATTIVITA CURRICOLO DI ARTE E IMMAGINE SCUOLA PRIMARIA CLASSE PRIMA sensazioni ed emozioni; rappresentare e la realtà percepita; 2. Sperimentare strumenti e tecniche diverse per realizzare prodotti grafici, plastici,

Dettagli

IL TURISMO IN CIFRE negli esercizi alberghieri di Roma e Provincia Rapporto annuale 2012

IL TURISMO IN CIFRE negli esercizi alberghieri di Roma e Provincia Rapporto annuale 2012 A N A L I S I D E L L A D O M A N D A T U R I S T I C A N E G L I E S E R C I Z I A L B E R G H I E R I D I R O M A E P R O V I N C I A A N N O 2 0 1 2 R A P P O R T O A N N U A L E 2 0 1 2 1. L andamento

Dettagli