SPORTELLI DI ASSISTENZA ED ASCOLTO SUL MOBBING, SUL DISAGIO LAVORATIVO E SULLO STRESS PSICO-SOCIALE NEI LUOGHI DI LAVORO

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1 Prevenzione e contrasto del disagio negli ambienti di lavoro e promozione del benessere organizzativo SPORTELLI DI ASSISTENZA ED ASCOLTO SUL MOBBING, SUL DISAGIO LAVORATIVO E SULLO STRESS PSICO-SOCIALE NEI LUOGHI DI LAVORO CENTRI DI RIFERIMENTO PER IL BENESSERE ORGANIZZATIVO - Report di attività anno 2 - PREMESSA La Legge regionale n. 8 del 22 gennaio 2 Prevenzione e contrasto dei fenomeni di mobbing e tutela della salute psico-sociale della persona sul luogo di lavoro promuove un azione mirata e strutturata volta a prevenire il disagio lavorativo e a disincentivare comportamenti discriminatori o vessatori correlati all attività lavorativa. Con DGR 727 del 26 ottobre 2 e nota n. 93 dell 8 novembre 2 della Direzione Regionale per la Prevenzione, la Regione Veneto ha recepito le indicazioni sulla valutazione dello stress lavoro-correlato della Commissione consultiva permanente quale percorso metodologico per la valutazione dei rischi in azienda ai sensi dell art. 2 del D.Lgs. 8/8 e per gli Sportelli e i Centri provinciali nell esercizio delle funzioni di assistenza ed ascolto. Dal 23 il Programma Regionale per l Ergonomia Occupazionale svolge funzioni di coordinamento a livello regionale delle azioni per la prevenzione e contrasto del disagio negli ambienti di lavoro e promozione del benessere organizzativo, in attuazione della legge sopra richiamata. SPORTELLI DI ASSISTENZA ED ASCOLTO SUL MOBBING, SUL DISAGIO LAVORATIVO E SULLO STRESS PSICO-SOCIALE NEI LUOGHI DI LAVORO Dal 2/22 sono attivi presso gli SPISAL di ciascuna azienda ULSS gli Sportelli di assistenza ed ascolto sul mobbing, sul disagio lavorativo e sullo stress psico-sociale nei luoghi di lavoro con la funzione di fornire informazioni ed indicazioni sui diritti dei lavoratori e sui relativi strumenti di tutela e di orientare il lavoratore presso specifiche strutture di supporto (art. 6 L.R. 8/2). Accessi Nel 2 i lavoratori accolti presso gli Sportelli di assistenza ed ascolto sono stati complessivamente 27 con un leggero decremento rispetto al 2.

2 In tabella si riporta la distribuzione degli accessi per singola ULSS, ed aggregata per provincia. Le province di Verona, Padova e Vicenza sono quelle che hanno registrato il maggior numero di accessi, rispettivamente 62, 9 e 2. Pressoché allineate le province di Treviso, Rovigo e Venezia. Complessivamente oltre la metà degli accessi (8%) si concentra negli Sportelli degli Spisal di Verona, Padova e Vicenza. Tabella Accessi agli Sportelli per ULSS e per provincia, anno 2. Relativamente alla variabile genere si sono rivolti agli Sportelli 6 lavoratrici (6%) e 86 lavoratori (3%). La prevalenza di donne aumenta l attenzione su problematiche sensibili al genere, quali maternità, conciliazione vita-lavoro, discriminazioni. I lavoratori che si rivolgono allo Sportello sono per lo più occupati nel settore privato (7%), a fronte di un 3% nel pubblico. Tabella 2 Accessi agli Sportelli per genere e settore di appartenenza dei lavoratori, anno 2. 6; 6% 7; 3% 86; 3% 73; 7% Femmina Maschio Pubblico Privato Come riportato in tabella 3, i principali settori lavorativi di provenienza sono la Sanità e Assistenza sociale (6 casi pari al 2%) e il comparto Manifatturiero (3 casi pari al 7%), seguiti da Commercio, Servizi, Istruzione ed Amministrazione Pubblica. Ciò è coerente con la letteratura che considera detti ambiti come comparti particolarmente critici in relazione a rischi psicosociali e stress lavoro-correlato. 2

3 Tabella 3 Numero di casi suddivisi per settore specifico (codice ATECO), anno 2 Organizzazioni ed organismi extraterritoriali Attività di famiglie e convivenze come datori di lavoro per Altre attività di servizi Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento Sanità e assistenza sociale Istruzione Amministrazione pubblica e difesa; Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese Attività professionali, scientifiche e tecniche Attività immobiliari Attività finanziarie e assicurative Servizi di informazione e comunicazione Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione Trasporto e magazzinaggio Commercio all'ingrosso e al dettaglio; riparazione di autoveicoli Costruzioni Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata Attività manifatturiere Estrazione di minerali da cave e miniere Agricoltura, silvicoltura e pesca Dopo il primo colloquio in sede di Sportello, circa 7 casi si sono conclusi. Approfondite in sede di colloquio le motivazioni alla base del riferito disagio da parte del lavoratore e la natura delle problematiche riportate (discriminazioni di genere, molestie, inadempienze contrattuali, problemi legati ai turni e agli orari di lavoro, disagio psicologico in diversa misura correlato con l ambiente lavorativo, ) si rende spesso necessario l orientamento/invio del caso verso una o più strutture di supporto. Nel 2, 7 lavoratori sono stati orientati ai Centri provinciali di riferimento per il benessere organizzativo, 37 alla Direzione Territoriale del Lavoro, 3 al Centro di Salute Mentale o Servizio di Psicologia dell Ulss per eventuale supporto terapeutico, 22 alla Consigliera di Fiducia e 3 alla Consigliera di Parità, 2 agli Spisal competenti e a figure della prevenzione e della sicurezza presenti in azienda (RSPP, RLS, Medico Competente) per interventi attivabili direttamente dall interno dell organizzazione. Tabella Casi orientati verso i vari enti, anno 2. 3

4 Generalmente si valuta l orientamento ai Centri provinciali per il benessere organizzativo quando accanto a sintomi psico-fisici di rilevante entità, che denotano una situazione di distress, emerge, dai vissuti riportati dal lavoratore, la presenza di costrittività organizzative e/o attacchi alla persona. L analisi complessiva dei casi approfonditi in sede di Sportello nel 2 evidenzia che le forme di costrittività più ricorrenti sono l esercizio esasperato ed eccessivo di forme di controllo, la marginalizzazione dell attività lavorativa, lo svuotamento delle mansioni, la prolungata assegnazione di compiti esorbitanti o eccessivi o, viceversa, di compiti dequalificanti rispetto al profilo professionale posseduto. Per quanto riguarda invece gli attacchi alla persona, le situazioni più frequentemente denunciate dai lavoratori sono scenate o sfuriate, critiche immotivate, umiliazioni o parolacce, minacce verbali o scritte, maldicenze, calunnie e derisioni. In seguito all accesso del lavoratore allo Sportello, si è valutato necessario il coinvolgimento dell azienda tramite ispezioni o sopralluoghi in 38 casi, e con richiesta documentale in 3 casi. Sono stati stabiliti 9 contatti/colloqui con figure aziendali quali datore di lavoro (nella maggior parte dei casi), dirigenti, RLS, RSPP, Medico Competente. CENTRI PROVINCIALI DI RIFERIMENTO PER IL BENESSERE ORGANIZZATIVO Come strumento specifico di approfondimento ed intervento, nell ambito di tutte le aziende ULSS capoluogo di provincia dalla fine del 2 sono attivi i Centri di riferimento per il benessere organizzativo che, avvalendosi di competenze e professionalità multidisciplinari (psicologiche/psicoterapeutiche, mediche e psichiatriche), coordinate dal medico del lavoro, hanno la triplice funzione di: a) accertare lo stato di disagio psico-sociale o di malattia del lavoratore con eventuale indicazione del percorso terapeutico di sostegno, cura e riabilitazione; b) individuare eventuali misure di tutela che i datori di lavoro dovrebbero adottare in caso di rilevante disagio lavorativo; c) supportare gli SPISAL nelle verifiche sui luoghi di lavoro in tema di valutazione dei rischi psicosociali ai sensi dell art. 28 del D.Lgs. 8/8 (art. 7 L.R. 8/2). Casi trattati Gli Sportelli di assistenza ed ascolto hanno indirizzato ai Centri di riferimento per il benessere organizzativo 7 lavoratori, 69 dei quali sono stati effettivamente presi in carico per l espletamento della funzione di accertamento psico-diagnostico dello stato di disagio o di malattia, suddivisi per provincia come riportato in tabella. Il Centro di Padova ha gestito la metà dei casi (3 accessi) seguito da quello di Vicenza (9 casi). Per gli altri Centri l attività è stata piuttosto ridotta. Tabella Casi trattati nei Centri provinciali per il benessere organizzativo per provincia, anno 2.

5 Si sono rivolti ai Centri 3 lavoratori e 3 lavoratrici; complessivamente 2 occupati nel settore privato (7%) e 7 nel pubblico (2%). Considerando gli accessi agli Sportelli si nota che a fronte dell elevata percentuale di donne, solo un 2% viene indirizzato ai Centri, mentre per gli uomini si tratta del %. Ciò potrebbe far pensare ad una diversa responsabilità del lavoro nel causare uno stato di malattia o disagio rispetto ai due generi. La tematica necessita comunque di ulteriori approfondimenti. Coerentemente con i dati relativi agli Sportelli i settori lavorativi di provenienza prevalenti sono stati il Manifatturiero, il Commercio, la Sanità, l Amministrazione Pubblica e l Istruzione. I Centri hanno provveduto nella maggior parte dei casi ad un approfondimento psicodiagnostico. Le conclusioni diagnostiche più frequenti rientrano nell ambito della sindrome ansioso depressiva (circa 3 casi), spesso accompagnata da una situazione lavorativa vissuta con disagio ma in diversi casi anche concomitante a difficoltà personali. Per circa 2 lavoratori, al termine del percorso diagnostico all interno del Centro, si è valutato necessario l orientamento ai Centri di Salute Mentale per l adeguato sostegno terapico. Per una decina di lavoratori la diagnosi è stata di disturbo dell adattamento; a tal proposito si ricorda che disturbo dell adattamento cronico e disturbo post traumatico cronico da stress sono le due tipologie di malattie riportate nella lista II (Malattie la cui origine lavorativa è di limitata probabilità) Gruppo 7 (Malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzioni dell organizzazione del lavoro) dell elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi del Decreto del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali del giugno 2. La funzione di individuazione delle eventuali misure di tutela organizzative, tecniche e procedurali da adottarsi da parte delle aziende è stata attivata in 23 casi (misure di prevenzione di tipo organizzativo, tecnico e procedurale). La funzione di supporto agli SPISAL nelle verifiche sui luoghi di lavoro in tema di valutazione dei rischi psicosociali ai sensi dell art. 28 del D.Lgs. 8/8 è stata attivata in 2 aziende.

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