Incidenza del settore biologico sull'agricoltura italiana

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1 Prodotti biologici e ristorazione collettiva in Emilia-Romagna Il mercato delle produzioni biologiche in Italia Bologna, 1 aprile 2003 Stefania Dato- ISMEA Evoluzione dell'agricoltura bio in Italia Negli ultimi dieci anni, l agricoltura biologica in Italia ha conosciuto, sotto la spinta di diversi fattori, uno sviluppo particolarmente intenso. Con una superficie di circa 1.2 milioni di ha (variazione tendenziale annua: +17,13%) e oltre operatori (variazione tendenziale annua: +13,65%) l Italia risulta essere il terzo paese al mondo ed il primo in Europa per capacità produttiva. I tassi di crescita dell agricoltura biologica italiana sono dunque elevati anche se si è registrato un rallentamento nell ultimo quinquennio rispetto al periodo 1993/1997. Su questa dinamica ha inciso l esaurimento dei piani regionali delle provvidenze ex Reg. CE 2078/92 e il non completo avvio dei Piani di Sviluppo Regionale (le articolazioni di alcuni dei quali hanno reso più problematico l accesso ai contributi per le aziende biologiche). Va rilevata una netta dicotomia nella localizzazione della fase produttiva (sud e isole) e di quella della trasformazione (nord), oltre che la sensibile diversità nei consumi, anch essi maggiormente concentrati nelle Regioni del nord. Incidenza del settore biologico sull'agricoltura italiana Il numero complessivo delle aziende bio nel 2001 rappresenta il 2% delle aziende agricole Italiane, pari a (ISTAT, 5 Censimento generale dell'agricoltura) La SAU biologica rappresenta il 9% della SAU italiana, pari a ,14 ha (ISTAT, 5 Censimento generale dell'agricoltura). Dimensione media aziendale Dimensione media aziende biologiche italiane: 12,70 ha di SAU (dati FIAO) Dimensione media aziende convenzionali italiane: 5,18 ha di SAU (5 Censimento generale dell'agricoltura) Questi dati confermano che le aziende biologiche vantano una dimensione media maggiore di quella delle aziende convenzionali. Nello scenario specifico del biologico appaiono delle differenze in termini di circoscrizioni territoriali: infatti, le dimensioni medie aziendali accomunano, da un lato, il nord e il sud (rispettivamente 10,75 ha/azienda e 9,78 ha/azienda) e, dall altro, il centro e le isole Pagina 1 di 6

2 (entrambi sopra i 15 ha/azienda). Nel dettaglio regionale, tuttavia, è possibile scorgere delle realtà che si scostano dalla media dell'area di riferimento. Per esempio, l'emilia Romagna vanta una dimensione media delle aziende bio pari a 15,97 ha, valore ben superiore a quello medio del Nord Italia. Ripartizione % delle superfici biologiche per tipologia colturale Si conferma la tendenza emersa negli anni passati di una ripartizione della SAU ad agricoltura biologica fortemente sbilanciata a favore delle colture foraggere, siano esse permanenti, che avvicendate. Tale fenomeno è dovuto, come noto, al ruolo decisivo che i contributi previsti dal Regolamento CE 2078/92 hanno avuto nelle scelte imprenditoriali, rendendo particolarmente conveniente tale destinazione. Tra le colture da reddito una buona diffusione si riscontra per le colture arboree quali l olivo e i fruttiferi, soprattutto gli agrumi, ma anche per la vite, mentre decisamente più limitato è il contributo delle colture orticole. Ancora trascurabile l apporto delle altre colture. Dimensione del biologico per settore La dimensione del biolgico è stata determinata mettendo a confronto: 1) i dati sul biologico frutto delle elaborazioni FIAO su dati degli Organismi di Controllo 2) i dati ISTAT aggiornati al 2001 Cereali Frutta fres. Agrumi Ortive Olivo Vite SAU biologica (1) SAU complessiva (2) SAU bio/sau complessiva 3,3% 1,3% 9,2% 3,2% 6,7% 3,8% 3,3% 1,3% 9,2% 3,2% 6,7% 3,8% Produzione biologica (1) Produzione complessiva (2) Prod. bio/prod. complessiva 2,3% 1,7% 15,1% 0,8% 16,2% 3,7% (1) Elaborazione Fiao su dati OdC (2) dati ISTAT Pagina 2 di 6

3 Dimensione degli allevamenti biologici Dimensione degli allevamenti biologici e di quelli in conversione, nonché loro incidenza sulle consistenze complessive italiane. In conversione Biologici Totale Incidenza sulle consistenze complessive Equini ,2% Bovini ,5% Ovini ,4% Caprin ,8% i Suini ,3% Pollam e ,4% Conigli ,0% ISTAT (censim.) La zootecnia, soprattutto a causa della più recente emanazione delle norme comunitarie e nazionali sul metodo di produzione biologica nel campo delle produzioni animali - avvenuta solo nel è di recente diffusione e quindi scarsamente rappresentata nella filiera biologica. In ogni caso la zootecnia biologica sembra avviarsi verso uno sviluppo simile a quello dell agricoltura biologica, anche sotto la spinta di una domanda in crescita sempre più attenta alla qualità dei prodotti animali (come vedremo più avanti nel 2002 solo gli acquisti domestici biologici di "carne & derivati" e di "uova" hanno mostrato una tendenza annuale positiva, sia in termini quantitativi che monetari, tra i prodotti biologici confezionati). Il valore del mercato della qualità (prodotti con garanzia di filiera) Sul totale dei consumi alimentari il biologico pesa per l 1,8%, un peso ancora marginale ( le previsioni per il 2005 arrivano al 4%), ma se limitiamo il campo al mercato della qualità, inteso come il mercato di quei prodotti per i quali esiste una garanzia di filiera, vediamo come il suo peso cresce. Nel 2001 il valore del mercato della qualità è stimato da Ismea in milioni di Euro e il Biologico rappresenta con milioni di euro il 9,2%; ma quel che è importante notare è che tale valore è cresciuto di oltre il 30% rispetto al Pagina 3 di 6

4 Volume del mercato biologico in alcuni Paesi europei (milioni di Euro) Volume mercato bio Quota consumi alimentari Austria Belgio Francia Germania Italia Lussembur go Paesi Bassi Regno Unito Spagna Svizzera Totale Fonte: The specialized trade for organic products in Europe, Synergie, 2002 Acquisti domestici Spesa domestica per i prodotti biologici confezionati negli ultimi due anni (Fonte Ismea- Nielsen) Var.% 2001/ % in quantità + 83% in valore Var.% 2002/2001-1,6% in quantità + 20% in valore Si riscontra nel 2002 in modo generalizzato un decremento delle quantità acquistate a fronte dell'incremento della spesa monetaria: dovuto ad un aumento dei prezzi dei prodotti biologici nel corso dell anno. Solo per la "carne & derivati" e per le "uova" si è avuto un aumento delle quantità acquistate. Va sottolineato che la rilevazione Ismea-Nielsen tiene conto solo del prodotto confezionato e quindi gran parte dell ortofrutta fresca non è rilevata - questo settore invece nel 2002 sappiamo aver avuto un forte aumento. La ripartizione delle vendite biologiche per canale di vendita nel 2002 evidenzia che tra i canali distributivi, la grande distribuzione organizzata ha superato sensibilmente la quota del dettaglio specializzato. Tutte le principali catene si sono dotate di private label per i prodotti biologici (Esselunga Bio, Coop da Agricoltura Biologica, Agricoltura Biologica Pam, Linea Biologica-Gusto Natura per Il Gigante, Bio-Logico per A&O, Sì naturalmente per Billa/Standa, Scelgo Bio per Gs-Euromercato; è imminente il lancio della linea Carrefour), e un assortimento variabile è comunque referenziato nelle altre catene (Conad, Bennet ecc.). Il referenziamento nella grande distribuzione è responsabile di una quota rilevante dell aumento del fatturato, essendo più che raddoppiata l esposizione del prodotto biologico al consumatore con un sensibile avvicinamento verso fasce non propense alla Pagina 4 di 6

5 frequentazione di punti vendita specializzati e coprendo aree territoriali da questi scarsamente presidiate. In particolare i prodotti più presenti nella GDO sono l ortofrutta e i latticini (linee biologiche sono ormai prodotte o commercializzate da operatori quali Granarolo, Yomo, Centrale del latte di Brescia, Centrale del Latte di Torino, Centrale del latte di Firenze, Latte Sano, Bustaffa, Stella Bianca, Invernizzi ecc.). Incidenza spesa bio sulla spesa alimentare del consumatore bio Abbiamo visto che il consumo di prodotti biologici rappresenta ancora una quota bassa, l 1,8% dei consumi alimentari, tuttavia possiamo dire che chi consuma prodotti biologici la fa intensamente, è insomma un consumatore affezionato. In base ad un'indagine effettuata da ISMEA nel corso del 2002 intervistando soggetti che nel corso dell anno avevano acquistato almeno una volta prodotti alimentari biologici. è emerso che: - il 28,7% degli intervistati spende per i prodotti biologici fino al 9% della spesa alimentare complessiva - il 43,1% degli intervistati spende per i prodotti biologici tra il 10-20% della spesa alimentare complessiva - il 28,1% degli intervistati spende per i prodotti biologici oltre il 20% della spesa alimentare complessiva - lo 0,2% non ha dato indicazioni. Sulla scorta di questi risultati è stato stimato che la spesa media (valore medio) per prodotti biologici rappresenta il 19,5% della spesa alimentare complessiva di tali consumatori. Livello di autosufficienza nelle produzioni biologiche vegetali e animali in alcuni Paesi europei Nessun Paese europeo è autosufficiente per l intera gamma alimentare biologica; in particolare l Italia è deficitaria per quanto riguarda le produzioni zootecniche (non a caso quote rilevanti del latte da consumo fresco e da trasformazione utilizzato in Italia è di produzione austriaca e tedesca), ma esprime produzioni vegetali di gran lunga superiori il fabbisogno interno, che possono essere (così come sono) profittevolmente destinate all esportazione. Tendenze del bio nella Ristorazione scolastica Qualche indicazione sulle tendenze nella ristorazione scolastica nell arco temporale massimo di 5 anni (T4) per i seguenti gruppi di prodotti: - Prodotti biologici - Prodotti da agricoltura a lotta integrata - Cibi ad elevato contenuto tecnologico (compresi OGM) - Prodotti tipici Pagina 5 di 6

6 si può trarre dall interessante studio Il futuro della ristorazione scolastica attraverso l analisi della metodologia del meeting point della Prof.ssa Egeria Di Nallo, Direttore del Dipartimento di Sociologia dell Università di Bologna. Dopo un trend di crescita per i prossimi due anni il bio nella ristorazione scolastica dovrebbe essere soggetto ad una certa stabilizzazione a seguito del rientro dell allarme sicurezza accentuato di recente dal fenomeno BSE e dall accettazione di altre forme di alimenti di derivazione più tecnologica, una volta comprovata la loro sicurezza. Tale stabilizzazione non potrà comunque mettere in discussione l importante ruolo del biologico nella ristorazione scolastica. Altri elementi sul bio all interno dell Ristorazione Scolastica possono essere tratti da una recente indagine (2002) svolta da ISMEA pressi i fornitori di prodotti bio alle mense scolastiche: i maggiori problemi per ottenere un pasto bio al 100% presso la ristorazione scolastica, sono risultati quelli dovuti al reperimento dei secondi piatti (carni, formaggi, salumi ecc.) sia per la bassa disponibilità sul mercato sia per i prezzi troppo elevati rispetto al prodotto convenzionale. Conclusioni Come abbiamo visto la domanda di prodotti bio risulta in forte crescita per effetto di una sempre maggiore attenzione di operatori, consumatori ed istituzioni all agricoltura di qualità.. Anche la produzione, sia sotto il profilo del numero di operatore che per quanto riguarda i quantitativi ottenuti è in rapida espansione - in particolare aumenterà la domanda da parte della ristorazione scolastica. L insieme di questi fattori potrà determinare uno squilibrio tra disponibilità interne e richiesta, pertanto per non rischiare la dipendenza dai mercati esteri è necessario che il settore sia sostenuto e che la produzione venga stimolata, soprattutto tenuto conto che la prossima riforma della PAC, con la proposta di disaccoppiamento degli aiuti potrebbe rappresentare una minaccia per il settore. Va inoltre sottolineato che, tenuto conto dell importanza economica e sociale dell agroalimentare biologico, si rileva una carenza di dati omogenei sul settore. E invece forte l esigenza di mettere a punto un quadro informativo più puntuale e preciso possibile,, anche ad esempio attraverso la costituzione di un Osservatorio Nazionale di settore. per fornire un supporto all attività economica e di governo di operatori ed istituzioni. Pagina 6 di 6

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