PROCESSI MOTIVAZIONALI NELLA PRATICA MOTORIA E SPORTIVA GIOVANILE: IL RUOLO DEGLI ADULTI

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1 PROCESSI MOTIVAZIONALI NELLA PRATICA MOTORIA E SPORTIVA GIOVANILE: IL RUOLO DEGLI ADULTI dott.ssa Brunella Valenti Psicologa dello Sport Rovereto - 28 Aprile 2014

2 Motivazione Motivare significa mettere in moto, quindi si può intendere per motivazione la costellazione dei fattori interni o esterni ad un organismo che determinano o orientano un determinato comportamento. Il comportamento di ogni essere vivente è diretto alla realizzazione di scopi e al soddisfacimento di bisogni mediante azioni singole o serie di azioni coordinate. L uomo in particolar modo è sottoposto sia alla pressione di bisogni biologici fondamentali che gli garantiscono la sopravvivenza sia alla pressione di bisogni sociali che nascono dalla relazione con i suoi simili.

3 ESSERE MOLTO MOTIVATO A QUALCOSA = Un soggetto mobilita tutte le sue forze per raggiungere un obiettivo stabilito, non si lascia distogliere da nulla, non pensa ad altro che a quell obiettivo, ha una fissazione e non si da pace prima di averlo raggiunto. Il soggetto: a. Ha un obiettivo b. Compie uno sforzo c. Persiste in esso senza farsi distrarre

4 Le motivazioni fanno riferimento alle ragioni per le quali una persona mette in atto un determinato comportamento. MOTIVA - AZIONI (Lucidi)

5 Divertimento Motivazione intrinseca Percezione di competenza

6 Motivazione «La magia non proviene dalla mente del regista, ma dal cuore degli attori» (James Cameron)

7 INTERNE Soddisfazione di desideri e bisogni internilegati al sentirsi capaci e competenti ESTERNE Dei genitori, degli amici, ecc., oppure il raggiungimento di obiettivi estetici socialmente imposti Percezione del proprio comportamento come autonomoe non vincolato dalle pressioni esterne Comportamento maggiormente mosso dal bisogno di raggiungere una approvazione esterna

8 TEORIA DELL ORIENTAMENTO MOTIVAZIONALE - ACHIEVEMENT GOAL THEORY - valenti@brunellavalenti.com

9 Secondo Nicholls (1984, 1992) e Dweck (1985) l Achievement Goal Theory può contribuire a far luce sulle variazioni della motivazione intrinseca. Secondo l Achievement Goal Theory le prospettive che le persone adottano nei confronti di uno scopo in un dato momento sono influenzate da tre fattori: Le tendenze disposizionali verso il compito o verso L Io Le percezioni degli obiettivi salienti nella situazione (Motivational climate) Il livello di sviluppo cognitivo

10 ORIENTAMENTO AL COMPITO LEARNING GOAL Obiettivo: acquisizione di competenze; conseguire l incremento degli apprendimenti e delle competenze Le capacità sono considerate modificabili I feedback costituiscono rilevanti informazioni d apprendimento (l insuccesso è informativo) ORIENTAMENTO ALL IO PERFORMANCE GOAL Obiettivo: dimostrazione delle competenze; dimostrare le capacità agli altri oppure nascondere le incapacità Le capacità sono considerate stabili I feedback d insuccesso costituiscono una minaccia Orientamento ad una norma di riferimento individuale Orientamento ad una norma di riferimento sociale

11 Competenza Orientamento motivazionale individuale: quando la propria competenza è fondata sul confronto con gli altri o con riferimenti normativi(vincere, essere il migliore, fare meglio degli altri con meno sforzo) si parla di orientamento sull io; quando invece la propria competenza è considerata il relazione a se stessi ed alle proprie capacità (fare del proprio meglio, apprendere nuove abilità, migliorare le prestazioni personali) si parla di orientamento sul compito. Fattori: comportamentali, cognitivi ed emozionali qualitativamente diversi

12 Fattore Personale (Orientamento motivazionale individuale) Fattore Situazionale (Percezione del clima motivazionale degli ambienti sportivi)

13 Motivazione rappresentazione modello di Carron(1984) Fattori situazionali Fattori personali Soggetti al controllo dell allenatore Non soggetti al controllo dell allenatore Soggetti al controllo dell allenatore Non soggetti al controllo dell allenatore Ricompense Goal setting Allenamenti Rinforzi Comportamento dell allenatore Spettatori Concorrenti Clima di gruppo Motivazione incentivante Analisi del risultato Interesse intrinseco Aspettative dell allenatore Fiducia in se stessi Ansia Attenzione Motivazioneal successo Motivazione individuale

14 CLIMA MOTIVAZIONALE Ames, 1992; Ames e Archer, 1988 Hanno coniato il termine clima motivazionale per far riferimento al tipo di struttura verso l obiettivo che si presenta in una determinata situazione.

15 Clima orientato sulla competenz a Mastery Task Clima orientato sul risultato Performance Ego Orientamento individuale sul compito Orientamento individuale sull io

16 Mastery Performance Riconoscimento impegno Miglioramento personale e apprendimento di abilità Importanza e valorizzazione di ogni singola persona Valorizzazione progressi individuali Rimproveri per errori e prestazioni scadenti Valorizzazione dei più abili Confronto interpersonale e competizione Rivalità interna alla squadra

17 Clima orientato sul compito Risposte cognitive ed affettive funzionali Maggior divertimento e soddisfazione Minor tensione e livello di stress Motivazione intrinseca Impegno come determinante del successo Livello maturo di pensiero morale Minore disponibilità verso comportamenti scorretti Maggior rispetto delle regole (Liukkonen, Telama, Biddle, 1998, Pensgaard e Roberts, 2000, Bortoli e Robazza, 2004)

18 Motivational climate e Task and Ego: cosa può fare l allenatore Quando la situazione enfatizza l apprendimento, il miglioramento, lo sforzo (Mastery), si sta sviluppando una prospettiva verso il Task.

19 Come raggiungere il proprio TARGET Task Authority Recognition Grouping Evalutation Time (Epstein, 1988)

20 (Bortoli, Robazza, 2007) Task Compito Clima orientato sulla competenza Clima orientato sulla competizione Attività diversificate e coinvolgenti, con diversi livelli di difficoltà Assenza di varietà e scelta. Attività ripetitive Obiettivi individualizzati a breve termine Obiettivi uguali per tutti e decisi dall educatore

21 (Bortoli, Robazza, 2007) Authority -Decisioni Clima orientato sulla competenza Clima orientato sulla competizione Coinvolgimento nella presa di decisioni e nella leadership Scarsa o nessuna partecipazione alle scelte didattiche Sviluppo di abilità di autogestione ed autoverifica

22 (Bortoli, Robazza, 2007) Recognition -Riconoscimenti Clima orientato sulla competenza Clima orientato sulla competizione Riconoscimento di progressi e miglioramenti individuali Riconoscimenti basati sul confronto sociale e dati pubblicamente Accento sul valore della persona Valorizzazione delle prestazioni migliori Uguali opportunità di ricevere riconoscimenti

23 (Bortoli, Robazza, 2007) Grouping Raggruppamenti Clima orientato sulla competenza Clima orientato sulla competizione Raggruppamenti eterogenei e con criteri flessibili Assenza di lavoro a gruppi o formazione di gruppi per livelli di abilità Opportunità di lavorare in gruppo in modo cooperativo

24 (Bortoli, Robazza, 2007) Evaluation -Valutazione Clima orientato sulla competenza Clima orientato sulla competizione Criteri individualizzati per valutare miglioramenti ed impegno Criteri di valutazione basati sul primeggiare e sull essere migliori degli altri Sollecitata l autovalutazione Fornite valutazioni significative e in privato

25 (Bortoli, Robazza, 2007) Time -Tempo Clima orientato sulla competenza Clima orientato sulla competizione Opportunità e tempo per migliorare disponibili per tutti Organizzazione standard del tempo, senza considerare ritmi individuali di apprendimento Sollecitata l organizzazione autonoma nelle attività

26 CONCRETAMENTE CHE STRUMENTI ABBIAMO???

27 PREMIO SANZIONE ESEMPIO SELEZIONE DELL INFORMAZIONE E MODIFICAZIONE DELLE CONVIZIONI MODIFICA DEI DESIDERI E SENTIMENTI RAGIONAMENTO ALLENAMENTO O COACHING ELIMINAZIONE DEGLI OSTACOLI D APPRENDIMENTO

28 I 3 GRANDI DESIDERI: 1. BENESSERE PERSONALE 2.ESSERE ACCETTATI COME PARTE DI UN GRUPPO 3.DESIDERIO DI SVILUPPARCI E AMPLIARE LE NOSTRE POSSIBILITA DI AZIONE

29 Ostacoli possibili: Stanchezza Scoramento Disinteresse Tentazioni Postergazione

30 «Il lavoro di un allenatore, è come quello di un domatore di leoni: dirige lo spettacolo dalla gabbia (il terreno di gioco), trattando le belve con fiducia in se stesso e senza paura. Nel momento in cui si sentisse insicuro della sua energia ipnotica e i leoni lo percepissero, sarebbe finito» (B. Guttmann)

31

32 GRAZIE PER L ATTENZIONE dott.ssa Brunella valenti Psicologa dello sport valenti@brunellavalenti.com Ed ora BUON LAVORO Ricordandovi che: Mens Sana in Corpore Sano

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