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1 Anno II - Numero Martedì 28 maggio 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Filippo Corridoni n. 23 COMUNE DI ROMA: AL PRIMO TURNO MARINO IN VANTAGGIO SU ALEMANNO. CROLLO DEI GRILLINI BASTA DISERZIONI: NO AL SINDACO ROSSO di Francesco Storace Parla già da Sindaco, Ignazio Marino. E sbaglia, perché la sua travolgente antipatia, la sua irrefrenabile presunzione, potrebbero giocargli un brutto scherzo. Molto brutto. Certo, il vantaggio in percentuale del primo turno su Gianni Alemanno è molto consistente, ma davvero non irrecuperabile. Grosso modo, è lo stesso che il Sindaco uscente Francesco Rutelli riuscì ad accumulare nel 2008 al primo turno. E cinque anni fa, lo sfidante Alemanno, riuscì ad avere il sopravvento con una rimonta alla quale credevano in pochi. Lasciamo perdere le percentuali e andiamo alla sostanza, al distacco in cifra assoluta: centomila voti o poco più. Grosso modo, ciò che il candidato del centrodestra riuscì a spostare a suo favore al ballottaggio. Quindi, la rimonta è possibile anche questa volta. Basterebbe che la borghesia neghittosa, il generone romano che da un po di tempo a questa parte preferisce disertare le urne perché fa tanto chic poterlo sbandierare nei salotti e nei circoli sul Tevere, si scuotesse dal suo torpore e prendesse esempio da quei quartieri popolari che continuano a non votare a sinistra. Perché in quei quartieri sanno benissimo cosa ha significato per i ceti capitolini più deboli le decine di anni di governo del Campidoglio da parte dei sindaci comunisti o comunque delle Roma - Amministrative 2013 Proiezione delle ore di lunedì 26 maggio 12,4% De Vito (M5S) 42,9% Marino (PD) giunte rosse. I disastri di Rutelli e Veltroni, solo per citare gli ultimi predecessori di Alemanno, sono noti. Debiti su debiti per il Comune, profitti su profitti per i loro amici costruttori. Edilizia popolare a zero, moltiplicazione dei residence, in 9,4% Marchini (Ind) 30,1% Alemanno (PdL) cui venivano alloggiati soprattutto rom ed extracomunitari. Così il centrodestra vinse a Roma cinque anni fa, così può rivincere di nuovo se ai romani di periferia torneranno ad unirsi i romani dei quartieri residenziali, quelli che non vanno più a votare perché fa tanto chic. Ne bastano centomila, centocinquantamila al massimo e Marino finirà sotto lo stesso treno sotto cui finì Rutelli. E una battaglia bellissima, quella che comincia oggi e si concluderà tra due settimane, una battaglia che vale la pena di combattere, perché la vittoria non è a portata di mano ma neppure impossibile da raggiungere. L ho detto anche ieri e lo ripeto: al ballottaggio si ricomincia da zero a zero. Non è un secondo tempo con la squadra avversaria in vantaggio di due o tre goal. Non si può, non si deve, riconsegnare Roma alle sinistre. Non si può, non si deve, consegnare il Campidoglio ad un personaggio come Ignazio Marino. E non si venga a tirare in ballo la disaffezione della gente per la politica, non si cerchino scuse miserevoli come quella del governo delle larghe intese per dire come fa Beppe Grillo- tanto sono tutti uguali. I romani, quelli veri, quelli che sono andati regolarmente a votare, sanno benissimo che non è vero. Ma adesso c è bisogno di tutti, anche di quelli che hanno pensato che era inutile andare ai seggi. La Capitale d Italia non merita di avere un Sindaco genovese, un po americano e un po siciliano, ma eletto senatore in Piemonte. Roma non può tornare ad essere terra di conquista dei costruttori rossi attraverso un personaggio del genere. Disertori del voto, mettetevi una mano sulla coscienza. Se ancora ne avete una. IMMIGRAZIONE Botte da orbi in carcere e nei centri Continua l ondata di violenza che vede protagonisti gli immigrati. Diversi gli episodi che si sono verificati nel fine settimana. A Lecce sale la polemica dei cittadini dopo l ennesima rissa in strada scoppiata tra pakistani e afgani. Episodio similare a Piacenza dove quaranta immigrati, in particolare tunisini e egiziani, si sono ammazzati di botte per contendersi un appartamento. Violenza anche al carcere di Rossano Calabro, dove alcuni detenuti extracomunitari hanno approfittato dell ora d aria per accoltellarsi. Una fatto che pone anche l accento sulla questione del sovraffollamento e della sicurezza nelle carceri: proprio ieri a Napoli gli agenti di polizia penitenziaria si sono incatenati per protesta. Carlotta Bravo a pag.8 Megaprotesta a Parigi contro le nozze omo. E allora a Cannes fanno vincere un film sull amore lesbo La lobby gay si prende pure il cinema (e gli scout) di Igor Traboni Un milione di persone in piazza a Parigi contro la legge sulle nozze omosessuali e per chiedere le dimissioni del socialista Hollande ( Decine di migliaia, secondo Repubblica, organo ufficiale della nuova lobby gay); il film La vie d Adelie sull amore lesbico che vince al festival di Cannes, città dove pure parlano francese. Se pensate ad una coincidenza, pensate male: c era assoluto bisogno di scacciar via le immagini dell oceano di gente nelle strade parigine. E i burattinai che manovrano le fila di quella omosessualità spacciata per orgoglio (che in realtà fa rima solo con portafoglio, come tutti i poteri) le leve del comando oramai ce l hanno saldamente nelle mani: mediatico, affaristico. Nei giorni scorsi, ad esempio, hanno fatto passare con clamore la notizia che i gay spendono più degli altri e che insomma i consumi (in Italia, ma non solo) potrebbero tirarli su le persone omosessuali, altro che quei farlocchi di cittadini normali che stanno lì ad aspettare che qualcuno riduca tasse, non aumenti l Iva Economia L Europa promuove l Italia delle tasse Cristina Di Giorgi a pag. 4 e magari tolga di mezzo quella scemenza dell Imu. Così come con grande enfasi è stata data alla notizia che i boy scout americani hanno aperto le porte ai ragazzini gay. Ora: i boy scout a stelle e strisce sono assai diversi (e non è un gioco di parole) da quelli che incontriamo per le nostre strade, più giovani marmotte che altro, però il potere mediatico li ha ammantati di un velo cattolico (non lo sono) e ha spacciato la notizia come più importante delle Attualità Processo Stato-mafia, tutto rimandato Grazia Bontà a pag. 5 Esteri Due soldati italiani feriti in Afghanistan a pag. 6 Torri gemelle. A parte il fatto che eravamo convinti che un gay potesse già entrare negli scout d America (è almeno la terza o quarta volta che strombazzano la notizia), alle lobby omosessuali in realtà non interessa un fico secco dei ragazzini con i calzoni corti, altrimenti saprebbero che tra le promesse ci sono anche quelle di osservare i doveri verso Dio e il proprio Paese e mantenersi integri moralmente. Volevano solo creare il caso, dimostrare che se c è questa apertura in un determinato contesto educativo, allora è possibile ovunque. Roba che nel tritacarne è finita perfino radio vaticana, una volta la radio del Papa, che così ha parlato del film fatto vincere a Cannes: Adèle legge Marivaux e s interroga sull amore. Sente il bisogno di un sentimento forte che abiti il suo corpo, ma non ancora l attrazione fatale, l affinità che la leghi a un altro essere umano. Nel frattempo forse capisce che può trovare nella sessualità femminile ciò che cerca. Poi l amore arriva attraverso uno sguardo, un piacere condiviso, un vago desiderio di vivere l altra persona in profondità. Sport La Lazio si prende il derby di Coppa Colosimo e Signorelli a pag. 12 SIRIA Missili sul Libano Alcuni missili sono stati lanciati su Beirut. La parte meridionale della capitale libanese è stata colpita. Fortunatamente non ci sono vittime, ma molti sono i feriti. Il bersaglio non è casuale. Quell area della città è una delle roccaforti di Hezbollah, che sostiene attivamente il regime siriano. Intanto, continuano le violenze settarie in Libano tra sunniti e sciiti. Nell ultima settimana sono morte31 persone. Ora il conflitto siriano sembra a un punto di svolta. Il regime di Assad guadagna terreno, grazie al sostegno dell Iran e del partito di Dio. Intanto, Bruxelles vuole porre rimedio a questa avanzata. L Ue pensa di revocare l embargo sulle armi e di dichiarare Hezbollah come organizzazione terroristica. Federico Campoli a pag.6

2 2 Attualità Il quadro complessivo delle amministrative negli oltre 500 comuni italiani dove si è votato ieri e domenica Astensionismo record. Cinque stelle cadenti Èquello dell astensionismo il dato più indicativo delle elezioni di ieri e domenica: oltre l11% la media nazionale, addirittura del 2 % a Roma (ampi servizi a pagina 2) ma è andata male anche in regioni tradizionalmente affezionate al voto. Come ad esempio in Piemonte dove, nei 50 Comuni chiamati al voto, l'affluenza in media e' stata del 65,64% a fronte dell'80,01% delle ultime amministrative (oltre 14 punti percentuali in meno). In provincia di Torino ha votato il 62,86% rispetto all'81,39% delle precedenti elezioni amministrative. Sono due i Comuni torinesi con oltre 15mila abitanti in cui si rinnova sindaco e amministrazione comunale: si tratta di Orbassano dove ha votato il 65,38% (rispetto all'83,56 del 2008) e Ivrea dove l'affluenza e' stata del 58,47% (rispetto al 79,18 delle precedenti amministrative). Il dato politico più significativo, visto che nella gran parte dei Comuni si è votato in presenza di liste civiche dalla difficile connotazione, è comunque il crollo del grillini, che invece ovunque si sono presentati sotto il simbolo 5 stelle e che praticamente non vanno al ballottaggio in nessuna piazza. Il che ha aperto un forte dibattito E sul blog di Beppe Grillo sono già tanti i commenti al vetriolo per il flop elettorale di M5S: i followers cinquestelle se la prendono anche con il loro leader, come fa Fabio Z. da Carsoli che, gli scrive ''Caro Beppe, adesso il vaffa te lo devi prendere tu''. ''Bla bla bla bla bla, e poi quando potevate governare e cambiare il paese non lo avete fatto, per cosa credete la gente vi abbia votato? per giocare alle belle madamine? come previsto ora avete un terzo dei voti, cosi' sarete contenti, - scrive Agostino I. - siete riusciti a far tornare in auge Berlusconi. Grazie, davvero grazie, Militanti tornero' di Hezbollah certo a votarvi, cosi' potrete continuare con le vostre vuote dissertazioni. Nessuno vi ha spiegato che nella vita vi sono delle priorita', e che a volte meglio scegliere il male minore anziche' suicidarsi?''. Francesco Barresi ce l'ha con la strategia comunicativa del movimento e sostiene che ''bisogna andare in tv, altrimenti il massacro mediatico continuera' all'infinito. Se non si vuole andare nei talk, andate ad interviste faccia a faccia...ma andateci!''. ''Beppe Roma e' un brutto segnale, - sottolinea Nino C. - digli a quei 4 stronzi che abbiamo mandato in Parlamento di cambiare attitudine: che rispettano i patti, e si mettano a lavorare. Seriamente. Ricordagli che sono dei miracolati di San Grillo!!''. Preoccupato per il futuro il commento di Francesco Ruggiero: ''ragazzi,le proiezioni sembrano impietose,come facciamo,tutti si schifano ma continuano a votarli! Io non capisco come faremo a cambiare le cose?''. Ce ne e' anche per i portavoce Vito Crimi e Roberta Lombardi che non passano indenni dalla sollevazione della base grillina. In casa Pd la soddisfazione è moderata, ma tiene banco il caso-siena, dove peraltro il ballottaggio neppure è escluso e dove un partito fortemente coinvolto nel caso Monte dei Paschi è evidentemente riuscito a mettere il silenziatore all inchiesta. Come aveva garantito Bersani. Peraltro a Siena, qualora venisse confermato il ballottaggio tra il candidato del centrosinistra Bruno Valentini e il candidato delle liste civiche (vicine anche al centrodestra) Eugenio Neri, sarebbe una novità da 20 anni a questa parte, in una città tradizionalmente rossa. Nel Pdl, invece, non si dà molta importanza a queste elezioni: "Non entro in considerazioni politiche sull'esito delle elezioni amministrative: ci sarà modo di affrontarle in ragione dei dati elettorali veri e propri e non dell'affluenza". Ha detto il ministro dell'interno Angelino Alfano durante un punto-stampa al Viminale. Nel Pd c è chi gongola, chi vede nei risultati un frutto dell alleanza col Pdl e chi invece pensa ad ulteriori divisioni, come la neo governatrice del Friuli, Debora Serracchiani: "Quando si è andati alle elezioni regionali in Friuli Venezia Giulia c'erano i tragici eventi relativi a Marini, Prodi, Rodotà e infine la scelta di Napolitano. Non posso dire che il mio partito abbia fatto bene in quel frangente e abbia aiutato i suoi amministratori sul territorio. Lo ribadisco, abbiamo vinto nonostante il Pd". Così Deborah Serracchiani ha commentato il vantaggio di Ignazio Marino al primo turno per l'elezione del sindaco di Roma. Per finire una curiosità: voto praticamente nullo in tre Comuni, nei quali si presentava un solo candidato sindaco ed era dunque richiesta un'affluenza minima di almeno la meta' piu' uno degli elettori. Cio' non e' successo a Roccaforte del Greco, in provincia di Reggio Calabria, dove ha votato l'11,68% degli aventi diritto facendo registrare tra l'altro la percentuale piu' bassa di affluenza fra tutti i Comuni chiamati al voto nella tornata elettorale di ieri e oggi; a Montefusco, in provincia di Avellino, dove ha votato il 32,36%; e a Futani, in provincia di Salerno, dove la percentuale di votanti si e' fermata al 44,05%. In tutti e tre i casi, un commissario prefettizio sostituira' il sindaco, fino alla data delle prossime elezioni comunali.. Igor Traboni CROLLA GRILLO. MALE I PARTITI TRADIZIONALI NELLE REGIONALI Gli Autonomisti si riprendono il Consiglio della Valle d Aosta Niente ballottaggio alle Regionali della Valle d Aosta, dove vince l'union Valdôtaine, anche se, pur con l alleanza con Stella Alpina e Fédération autonomiste, conquista solo 18 seggi, lasciandone 17 alle opposizioni. Male Grillo, che lascia sul terreno due terzi dei voti conquistati appena tre mesi fa alle Politiche. Male anche il Pdl che non raggiunge la soglia minima della complessa legge elettorale locale (aveva eletto 4 consiglieri alle scorse regionali) mentre il nuovo movimento, nato da una frangia del centrodestra, ottiene un risultato deludente. Nel nuovo Consiglio della Valle, che dovrà anche provvedere all'elezione del presidente, la maggioranza sarà quindi composta da 13 esponenti dell'union Valdôtaine (erano 17 alle precedenti regionali) e 5 di Stella Alpina (invariati) mentre sparisce Fédération che aveva due rappresentanti. E bene ricordare comunque che l Union aveva subito la scissione che, ad inizio di quest'anno, ha portato alla creazione di Union Valdôtaine Progressite che si è presentata in coalizione con Pd e Alpe. Sette i seggi conquistati da Uvp, 3 dal Pd e 5 da Alpe (nata, a sua volta, da una precedente scissione unionista e poi rafforzata da altre intese). All'opposizione ci saranno anche 2 esponenti del Movimento 5 stelle che ha però ridotto a poco più di un terzo i consensi ottenuti alle recenti elezioni politiche e che è entrato solo per il rotto della cuffia, sempre in virtù della contorta legge regionale valdaostana. Per Luciano Caveri, ex presidente regionale in quota Uv e poi uno dei fondatori di Uvp, sarà estremamente difficile governare la Vallée con un solo voto di maggioranza. E la mancanza di consiglieri sul centrodestra rende impossibile una giunta allargata, come quella che aveva contraddistinto l'ultima fase del precedente governo guidato da Augusto Rollandin. I.T. Pochi i votanti. Il sindaco Merola: confronto sì, ma andiamo avanti come sempre Bologna, referendum flop sulla scuola paritaria Un grande flop. Ecco cosa si è rivelato a Bologna il referendum consultivo sui fondi che il Comunque destina alle scuole materne non statali, promosso dal 'cartello' di associazioni, movimenti e partiti denominato "Articolo 33". I votanti sono stati pari al 28,71% degli aventi diritto (meno di un bolognese su tre); per l'opzione A - quella dei referendari, hanno votato persone pari al 59%, mentre per la B (quella per mantenere lo stato attuale di finanziamento anche alle scuole paritarie), si sono espresse persone pari al 41%. Sul referendum si è aperto un dibattito molto acceso in città nelle ultime settimane e il centrosinistra che amministra la città ha rischiato la rottura. A favore dello 'stop' al finanziamento pubblico, infatti, si è schierato Sel, una parte della Cgil e della Fiom, del Pd e i grillini. A guidare idealmente il gruppo dei promotori, Stefano Rodotà nominato presidente onorario. Contro il referendum, oltre alla Chiesa bolognese che rappresenta le decine di istituti religiosi gestori di scuole private, anche Pdl, Udc e la Cisl. Insomma, pochi votanti, tanti soldi spesi e una consultazione che comunque potrebbe risultare inutile: "Il sistema paritario non puo' essere messo in discussione dall'esito di questo referendum. Sicuramente e' migliorabile e si aprira' l'istruttoria pubblica in consiglio comunale a partire dal 18 giugno. Ci sono tutte le condizioni per lavorare insieme e stare uniti su un obiettivo comune. Mi auguro che si vada avanti insieme": ha infatti detto il sindaco di Bologna, Virginio Merola. Per il primo cittadino (sceso in campo per la difesa dell'attuale sistema integrato tra pubblico e privato) "la cosa piu' importante e' che i due 'fronti' continuino nel confronto sull'obiettivo comune di pretendere e ottenere piu' risorse da parte del Governo per la nostra scuola comunale". "Bologna - ha detto Merola in apertura del consiglio comunale di ieri - non deve rinunciare al sistema delle convenzioni con le scuole paritarie private, ma allo stesso tempo, credo sia giusto cogliere la domanda di attenzione alla scuola pubblica che proviene da quella parte di citta' che ha partecipato al voto, e che in particolare ha votato A. Del resto, anche il Comitato B ha dichiarato la sua disponibilita' a valutare proposte migliorative del sistema delle convenzioni". Quanto al risultato del referendum che ha visto la vittoria con il 59 per cento dell'opzione A, quella per lo stop ai fondi alle scuole paritarie "dire che A ha vinto e B ha perso sarebbe una considerazione giusta, incontrovertibile - ha sottolineato il sindaco - solo nel caso di un referendum decisionale non consultivo come questo. In questi 20 anni il sistema pubblico integrato ha dato buona prova. I.T.

3 3 Attualità Lo scrutinio di ieri pomeriggio era ancora in corso quando il centro-destra è tornato al lavoro Alemanno non dispera e rievoca il 2008 Il sindaco uscente: Il centro-sinistra non canti vittoria, la partita è ancora aperta E intanto Marino ha già fatto partire l annessione dei voti del MoVimento 5 Stelle Non sarà un secondo tempo, ma una nuova partita tutta da giocare è questo il commento congiunto delle alte sfere del Pdl romano, dal coordinatore Piso allo stesso Gianni Alemanno che, in conferenza stampa, ha redarguito la sinistra dal cantare vittoria, nonostante i risultati delle proiezioni registrati nella serata di lunedì. I dati (ancora approssimativi per chi scrive) danno Marino in testa con il 41% e Alemanno ad inseguire con circa il 30%. Ben più staccati i due outsider: il grillino De Vito non va oltre il 12%, decretando il definitivo crollo del M5S, e Marchini fermo addirittura al 9%. Entrambi quindi ampiamente fuori dal ballottaggio. Ballottaggio che vedrà quindi, come da previsione, fronteggiarsi i due candidati delle principali coalizioni e che già da questa sera dovranno ridar vita al loro testa a testa in un confronto che andrà in scena a Ballarò. Un confronto che Alemanno si augura che il suo antagonista non eluda e che scopra le sue carte per non indebolire il Ballottaggio stesso. Perché sarà quello il vero e ultimo banco di prova, quando il cerchio dei candidati, che da 19 passeranno a 2, si stringerà e finalmente si potrà tornare a parlare concretamente di Roma e di programmi. Una partita tutta da giocare quindi dal momento che a vincere non è stato Marino come piace pensare alla sinistra, bensì l astensionismo. È sempre Gianni Alemanno a porre l accento su questo grave fenomeno: Un romano su due non è andato a votare spiega il sindaco uscente all appello mancano 124mila voti per Militanti lo più dei di Hezbollah giovani. A dar fiducia al candidato di centrodestra è anche il precedente che lo vide prevalere su Francesco Rutelli nel (non) lontano 2008: all epoca riuscimmo a far convergere su di noi la maggior pare degli indecisi che si aggirava sugli 80mila. Non vedo perché non dovremmo riuscirci adesso, tenendo anche conto conclude -che un evento come il derby, molto sentito nella Capitale ha contribuito in maniera significativa alla diserzione delle urne. Una fiducia in parte giustificata quella di Alemanno. Per portare nuovamente a casa la pratica Campidoglio sarà necessario infatti far breccia su quei 124mila voti, con queste ultime due cruciali settimane di campagna elettorale dove Marino non potrà nascondersi dietro ad altri candidati e dovrà necessariamente giocare a viso aperto. Inoltre, sul piatto dei voti ai quali attingere ci sono finiti anche quelli del duo Marchini/De Vito. E se il primo prende ancora tempo per chiarire la sua posizione e parla addirittura di risultato straordinario, il secondo ha annunciato che gli elettori voteranno secondo la loro coscienza. Non ha perso tempo Ignazio Marino che come un avvoltoio ha messo in Nella Capitale crolla l affluenza Un romano su due non si è recato alle urne. Solo la metà dei cittadini residenti nella Capitale ha dunque votato per la scelta del sindaco e del consiglio comunale in queste elezioni amministrative Secondo i dati diffusi dal Comune, trasmessi al ministero dell'interno, l'affluenza definitiva alle 15 è stata del 52,80%, con un calo del atto la sua opera di allisciamento brandendo la comunanza di molti temi con i grillini: peccato che a contraddirlo ci abbia pensato il leader di Sel (partito fondamentale nella coalizione del medico genovese) Nichi Vendola, secondo cui gli stellati devono fare i conti con le loro evidenti contraddizioni. 20,86% rispetto alla scorsa tornata elettorale. Nel 2008, infatti, i votanti al primo turno furono , il 73,66% degli aventi diritto. In particolare hanno votato in , di cui maschi (53,25%) e femmine (52,41%). La forte astensione dimostra, ancora una volta, la poca fiducia da parte dei cittadini nei confronti della classe politica. Il M5S dal canto suo perde circa il 15 per cento dei consensi ottenuti alle elezioni politiche, nonostante ciò De Vito non parla di Flop avendo affrontato una campagna elettorale senza mezzi, senza spendere un euro e senza sostegno di alcuna natura. Ugo Cataluddi Al ballottaggio tra due settimane: si voterà sempre di domenica e lunedì Si sono chiuse ieri alle 15 le urne nei 564 comuni nei quali in sette milioni tra ieri e oggi hanno votato per l'elezione del sindaco e dei nuovi consigli comunali e municipali. Come noto, le elezioni amministrative prevedono il secondo turno, nel caso in cui uno dei candidati sindaco non raggiunga al primo tentativo il quorum del 50% più uno dei votanti; ciò, comunque, soltanto per i Comuni con popolazione superiore ai 15 mila abitanti. La vittoria al primo turno è stato un caso che è stato tutto sommato abbastanza raro, ragion per cui in numerosi Comuni, a cominciare proprio dalla capitale, tra due settimane si tornerà al voto per eleggere il sindaco, questa volta con possibilità di scelta tra i due candidati risultati più votati al primo turno. I ballottaggi sono quindi previsti domenica 9 giugno, sempre dalle 8 alle 22, e lunedì 10 giugno, dalle 7 alle 15. Le operazioni di scrutinio cominceranno subito dopo la chiusura dei seggi e saranno più veloci di quelli di ieri: lo spoglio è stato ovviamente reso più complicato dal computo delle preferenze per le liste e i candidati consiglieri. Gli altri Comuni del Lazio Anche Viterbo, Fiumicino ed Anzio al secondo turno nell incertezza Una lunga serie di ballottaggi per decidere tutte le sfide considerate importanti nel Lazio e in particolare nello hinterland romano. A partire dal capoluogo di Provincia andato al voto in questa tornata, Viterbo. Qui il candidato del centro-sinistra Leonardo Michelini è in pesante vantaggio, ma il sindaco uscente Giulio Marini non dispera: dovrà però saper recuperare l elettorato di centro-destra, che si è disperso notevolmente al primo turno. Gli basterebbe insomma recuperare i voti del futurista Filippo Rossi (che ha superato la quota del 10%) e de La Destra di Andrea Scaramuccia (nella foto, attestatosi intorno al 3,5%) per coprire il gap. Ma dovrà farlo partendo da basi di dialogo e confronto assai più umili di quelle utilizzate finora. Nell agro pontino si registra la vittoria al primo turno per il candidato del terzo polo Antonio Terra, che ha sbaragliato i candidati dei partiti maggiori. Risultato sui generis anche a Sabaudia, dove al ballottaggio si opporranno il candidato di Fratelli d Italia Maurizio Lucci e quello del centro-destra Giovanni Secci. Priverno va al centro-sinistra. In provincia di Roma, parecchio combattuta la sfida di Anzio tra Candido De Angelis (centro-destra) in leggero vantaggio su Luciano Bruschini. Lo stesso dicasi per Fiumicino, dove la sfida tra Esterino Montino (centro-sinistra) e Mauro Gonnelli (centro-destra) ha il sapore del testa a testa. Al ballottaggio anche Santa Marinella: il sindaco uscente di centro-destra Roberto Bacheca è in vantaggio su quello del centro-sinistra Massimiliano Fronti. Robert Vignola

4 Bruxelles chiude la procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti del nostro Paese L Europa promuove l Italia. Ma solo quella delle tasse Le raccomandazioni per una possibile ripresa sono le solite: niente tagli per l Iva e l Imu La procedura di infrazione per deficit eccessivo, avviata nel 2009 nei confronti dell Italia, sta per essere chiusa. La Commissione europea, preso atto dell impegno italiano a riportare il rapporto disavanzo / PIL sotto la soglia del 3%, approverà domani, mercoledì 29 maggio, la proposta del commissario degli Affari economici e monetari, che dà fiducia all Italia. E dato che quando il procedimento fu avviato il deficit superava il 5,3% e per il 2013, secondo le previsioni recentemente pubblicate, il dato dovrebbe essere intorno al 2,9%, la notizia sembrerebbe positiva. Anche perché l Europa, a quanto si apprende da fonti interne all Unione Europea, è stata assai più dura con altri Paesi. In attesa della pubblicazione delle raccomandazioni specifiche che Bruxelles invierà ad ognuno degli Stati membri (basate sull analisi dettagliata della situazione economica e occupazionale, sui programmi di riforme e sui progetti di stabilità presentati da ciascun Paese), ciò che trapela per quanto riguarda l Italia non sembra consentire di essere così soddisfatti come il premier Letta ha dichiarato di essere, non appena appresa l intenzione dell Unione Europea. Secondo la normativa europea è utile ricordarlo la procedura di infrazione è abrogata quando il disavanzo eccessivo viene ridotto in maniera duratura e sostenibile. Ed è proprio su questo punto che, tenendo conto della situazione italiana, è forse più che legittimo non condividere l ottimismo del Presidente del consiglio. Anche perché le Raccomandazioni che verranno ufficializzate domani sembrano andare in una direzione tutt altro che favorevole a ciò che i cittadini sperano: la riduzione della pressione fiscale. La prima e più importante richiesta che la Commissione sta per fare ai nostri governanti è il mantenimento del rigore sui conti pubblici. E se è vero che l uscita dalla procedura di infrazione consente senz altro margini di manovra più ampi (si parla di circa 10 miliardi di euro da investire in misure anti crisi e di 4 progetti di investimenti pubblici produttivi cofinanziati dall Ue), è però altrettanto vero che per mantenere gli standard richiesti dal Patto di stabilità (dimostrare un progresso sufficiente verso il rispetto del criterio di riduzione del debito) bisognerà trovare i fondi per la copertura delle misure messe in atto. Azzeramento dell IMU sulla prima casa e proroga degli sgravi fiscali sulle ristrutturazioni e gli interventi idi efficienza energetica in primis. Inoltre ed è forse il dato più preoccupante per le famiglie l Ue raccomanda anche di detassare lavoro e produzione e di spostare la pressione fiscale sui consumi e sulle rendite. In altre parole no ai tagli IMU e IVA. Con buona pace della speranza di riduzione delle tasse. Cristina Di Giorgi Iconsumi alimentari delle famiglie italiane sono tornati indietro di venti anni: nel 1992 la spesa per il comparto 'alimentare e bevande non alcoliche' ammontava a 117,6 miliardi; lo scorso anno si è fermata invece a 177 miliardi (- 0,5%). I dati sono contenuti nelle tabelle dell'istat, elaborati dall'adnkronos, sui consumi delle famiglie nel a valori concatenati. I numeri dell'istituto di statistica dimostrano che a far tornare indietro la spesa alimentare è stata la crisi; nel 2007, infatti, aveva raggiunto i 129,5 miliardi con un incremento del 10,1% rispetto al Ma in soli cinque anni gli italiani hanno tagliato le spese per cibo e bevande del 9,6%, facendo un salto indietro di un ventennio. Nella 'lista' della spesa delle famiglie italiane il settore alimentare occupa il secondo posto (14%), subito dopo il capitolo 'abitazioni, combustibili ed energia' (21,5%). Lo scorso anno il totale dei consumi interni delle famiglie ha raggiunto quota 833,7 miliardi con un incremento del 15,4% rispetto al Il confronto con il 2007 dimostra però che la crescita la netto della crisi sarebbe stata di ben altra portata. Tra il 2007 e il 2012 si è registrata una contrazione del 5,1%; nel 2007, infatti, i consumi erano arrivati a quota 878,2 miliardi e la crescita, fino a quell'anno, era stata del 21,5%. Gli effetti peggiori della crisi si sono scatenati sul settore 'vestiario e calzature', che ha registrato una riduzione della spesa del 9,1%, crollando a 59,7 miliardi. In questo caso, però, è difficile attribuire tutta la responsabilità del trend negativo degli ultimi anni; le tabelle dimostrano infatti che il taglio alle spese destinate all'abbigliamento erano già partite all'inizio del nuovo millennio. Una retromarcia che, negli ultimi cinque anni, procede a passo spedito facendo segnare una riduzione ci circa dieci miliardi. Secondo i dati dell'istat l'incremento maggiore tra il 1992 e 2007 è stato registrato nel settore delle comunicazioni, che ha visto lievitare la spesa delle famiglie italiane del 314,1%, arrivando lo scorso anno a miliardi. Fino al 2007 l'incremento era stato del 301%, mentre gli ultimi cinque anni hanno contribuito solo con il 3,1%. In forte aumento anche la spesa per i servizi sanitari che in venti anni è cresciuta del 75,6% arrivando 27,8 miliardi, con un aumento del 69,5% fino al 2007 e del 3,8% nell'ultimo quinquennio. Mentre la voce 'ricreazione e cultura' segna un Attualità Il calo ha colpito soprattutto gli alimenti Gli italiani consumano meno di vent anni fa + 51,8% e nel 2012 arriva a 68 miliardi; anche in questo caso la maggior parte della crescita si è registrata negli anni prima della crisi (+46,5%), mentre dal 2007 al 2012 ha segnato un incremento del 3%. Passando al capitolo 'alberghi e pubblici esercizi' l'incremento in 20 anni è stato del 38,4% per una spesa che ha raggiunto quota 85,8 miliardi; però mentre nei primi quindici anni la crescita è stata del 37,6% negli ultimi cinque anni si è ridotta a +0,5%. Incrementi più contenuti hanno invece interessato il settore dell'arredamento, che è arrivato a 59,8 mld con una crescita modesta (+2,3%), composta da un incremento del 11,6% fino al 2007 e una riduzione dell'8,3% durante la crisi. Il settore dei trasporti lo scorso anno ha raggiunto quota 95,7 miliardi, con un aumento del 3,8% rispetto al 1992; anche in questo caso si è registrato un incremento a due cifre fino al 2007 (+28,8%), che in seguito è stato quasi annullato (-19,2%). Infine l'istruzione, che nel 2012 era arrivata a 7,8 miliardi (+7,1%); le tabelle dimostrano che nei primi quindici anni la crescita era stata del 13%, ma la riduzione del 5,2% nei cinque anni successivi ha influito pesantemente sul risultato finale.

5 5 Stato-mafia Storia di un inchiesta a tesi, dalle stragi del 92 alle balle di Ciancimino jr, fino alle intercettazioni di Napolitano Processo Stato-mafia: tutto rimandato al 31 maggio Nulla di fatto nella prima udienza sulla presunta trattativa Nicola Mancino: chiederò lo stralcio, ho sempre combattuto Cosa nostra, non posso sedere insieme ai boss di Grazia Bontà Il Pm Nino Di Matteo Apre i battenti il processo sulla presunta trattativa Stato-mafia. E li richiude subito dopo. Tutto rinviato al 31 maggio. Nulla di fatto in questa prima giornata. Sul banco degli imputati, fra gli altri, c è anche Nicola Mancino. L ex Ministro dell Interno non ci sta, prima dell inizio dell udienza sceglie di rilasciare delle dichiarazioni spontanee ai giornalisti: Io ho sempre combattuto la mafia, non posso stare nello stesso processo in cui c è la mafia. Chiederemo uno stralcio. Ossia la separazione processuale di un imputato rispetto agli altri. Questa la richiesta di Mancino che non vorrebbe essere giudicato insieme ai boss di Cosa nostra. Il reato contestato all ex Ministro è esclusivamente quello di falsa testimonianza (anche se i pm vogliono aggiungere al capo d imputazione anche un aggravante e cioè quella di aver mentito per coprire altri imputati). Sull ipotesi di stralcio, la risposta del procuratore di Palermo Francesco Messineo non si è fatta attendere: Quella di Nicola Mancino è una posizione che già era stata espressa nel corso dell udienza preliminare e sulla quale c è stata già una pronuncia provvisoria. Ritengo che la difesa di Mancino saprà svolgere egregiamente il suo compito proponendo quei temi che ritiene adeguati per il cliente. Ho fiducia e speranza ha aggiunto Mancino al termine dell udienza che venga fatta giustizia e che io possa uscire al più presto dal processo. La trattativa? Non c è stata proprio per niente. Immediata la ribattuta di Nino Di Matteo, vero e proprio erede di Antonio Ingroia (è stato infatti l ex Aggiunto di Palermo a dare il via all inchiesta sulla presunta trattativa) che ha dichiarato: Qualora si dovessero accertare elementi di colpevolezza dello Stato, lo Stato non potrebbe nascondere eventuali responsabilità sotto al tappeto. Ma su quali basi poggerebbe l ipotesi giudiziaria di questa presunta trattativa? Qual è il percorso storico, per così dire, che ha permesso che un processo costruito su tesi (e non su fatti), vedesse la luce? Conferma delle condanne del maxi-processo - Il 30 gennaio del 1992 la Cassazione conferma praticamente tutte le condanne inflitte in Appello contro i boss di Cosa Nostra. È la più grande conferma del cosiddetto teorema Buscetta, il primo pentito della storia, su cui si era basato il maxiprocesso. La Suprema Corte dà, quindi, ragione a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tutti gli altri colleghi del pool-antimafia. Questa sentenza fa saltare tutti gli equilibri della criminalità organizzata palermitana. Gli accordi presi con i politici collusi non valgono più. Si apre l ennesima e più sanguinaria guerra fra mafia e Stato. Omicidio Lima - Salvo Lima, parlamentare della DC, interlocutore privilegiato di Cosa Nostra, viene ammazzato il 12 marzo del 1992 a Palermo. È il segnale inequivocabile che la mafia ha rotto il patto con quel ramo della politica con chi di solito tratta. Lima era, insieme a don Vito Ciancimino (ex Sindaco di Palermo), uno degli uomini più collegati con la Cupola. Stragi di Capaci e via D Amelio - Nell estate del 92 Cosa Nostra alza il tiro. Il 23 maggio, Giovanni Falcone parte da Roma dove sta lavorando insieme a Claudio Martelli, Ministro di Grazia e Giustizia. Il suo aereo, un jet dei servizi segreti, atterra a Punta Raisi alle Sale su una croma blindata. Altre due gli fanno da scorta. Si mette alla guida. Dopo 8 minuti viene fatto saltare in aria il tratto di autostrada che il giudice sta percorrendo, all altezza di Capaci. Tre agenti perdono la vita sul colpo. Giovanni Falcone e sue moglie, Francesca Morvillo moriranno poco dopo. La strage passerà alla storia come l attentatuni. Poco più di un mese dopo, il 19 luglio, è la volta di Paolo Borsellino. In via D Amelio, sotto casa di sua madre, ad aspettarlo c è una Fiat 126 caricata con 100 chili di tritolo. È un altra strage. Oltre a Borsellino muoiono 5 agenti di scorta. Una nota dei ROS, arrivata pochi giorni prima dell attentato sul tavolo del Presidente del Tribunale di Palermo Pietro Giammanco, informava che in città era arrivato l esplosivo destinato al giudice. Giammanco non aveva ritenuto rilevante la minaccia e non ne aveva parlato con Borsellino. A questo punto Cosa Nostra sembra essere soddisfatta dei segnali mandati allo Stato. Per qualche mese la mafia aspetta di vedere come reagirà la politica alle stragi. Le stragi del L anno dopo gli attentati di Capaci e via D Amelio, Massimo Ciancimino ancora non si è mosso niente. Anzi, lo Stato ha deciso di adottare il pugno di ferro contro la criminalità organizzata. Cosa Nostra decide di cambiare strategia. I morti, in Sicilia, non fanno più notizia. Bisogna alzare ulteriormente il tiro. È il momento delle bombe in tutta Italia. La prima è quella di via dei Georgofili, a Firenze, nella notte fra il 26 e 27 maggio. Una Fiat imbottita di tritolo viene fatta esplodere davanti alla Torre del Pulci. Muoiono 5 persone. Due sono bambini. Restano ferite 48 persone. La torre viene quasi completamente distrutta. Per queste due bombe il Comune di Firenze si è costituito parte civile al processo per la presunta trattativa. Lo Stato ancora non tratta. Allora vengono preparati altri attentati. Il 27 luglio esplodono due bombe a Roma, davanti San Giovanni in Laterano e San Giorgio al Velabro. Contemporaneamente, un altro ordigno esplode a Milano, in via Palestro. Restano uccise 5 persone. Cosa Nostra ha fatto capire che andrà avanti così fino a quando lo Stato non sarà disposto ad accordarsi. L ipotesi - Il processo sulla trattativa Stato-Mafia parte tutta da un ipotesi. Dopo le stragi del 1993, la politica decide di scendere a patto con Cosa Nostra per evitare che il bagno di sangue prosegua. In che modo? Alti ufficiali dei ROS ( R a g g r u p p a m e n t o Operazioni Speciali) dei Carabinieri, in particolare Mario Mori per lui, la scorsa settimana, i pm palermitani hanno chiesto una condanna a nove anni per favoreggiamento aggravato (la sua colpa sarebbe stata di aver ritardato l arresto di Bernardo Provenzano) e Giuseppe De Donno, sarebbero andati da Don Vito Ciancimino per chiedergli di intercedere per loro con Bernardo Provenzano. Questi fatti sono stati riportati da un testimone eccellente, Massimo Ciancimino, il figlio dell ex Sindaco di Palermo. Ritenuto uomo chiave di tutto il Processo nientepopodimenoche da Ingroia, che arriva addirittura a definirlo quasi un icona dell antimafia. Salvo essere sbugiardato dai suoi stessi colleghi che hanno incriminato Ciancimino jr. per calunnia e falsa testimonianza, scoprendo che sul famoso papello contenenti i presunti termini della trattativa, aveva aggiunto il nome del nemico Gianni De Gennaro, l ex capo della Polizia ora sottosegretario con delega ai servizi. Ad oggi, Cincimino jr. è uno degli imputati rinviati a giudizio, proprio nel processo sulla presunta trattativa. Insieme a lui, oltre all ex ministro Mancino, ci sono anche gli ex Ros Mario Mori e Antonio Subranni e l ex senatore Marcello Dell Utri. Oltre agli stessi capi di Cosa Nostra Totò Riina e Bernardo Provenzano. Fra i rinviati a giudizio c è anche Calogero Mannino, che però ha scelto il rito abbreviato e, pertanto, il suo processo verrà celebrato separatamente. Le intercettazioni di Napolitano e Mancino - Lo scorso dicembre la Corte Costituzionale accoglie il ricorso del Presidente della Repubblica sul conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato. Le trascrizioni delle telefonate del Capo dello Stato con l ex Ministro dell Interno Giusta L ex ministro dell Interno Nicola Mancino la tesi dell Avvocatura dello Stato, che ha strenuamente sostenuto che venisse applicato l articolo 271, commi 1 e 3 del codice di procedura penale: i risultati delle intercettazioni non possono essere utilizzati qualora le stesse siano state eseguite fuori dai casi consentiti dalla legge In ogni stato e grado del processo il giudice dispone che la documentazione sia delle intercettazioni sia distrutta, salvo che costituisca corpo del reato. E non è questo il caso. Anzi, si può dire che si sia scelto di infangare personalità eccellenti senza lo straccio di una prova. La Consulta ha chiarito con fermezza che non spettava ad un giudice ordinario valutare la rilevanza delle intercettazioni del Presidente della Repubblica. Pertanto, i nastri contenenti le intercettazioni sono stati definitivamente distrutti esattamente un mese fa. E mentre il Processo è ancora fermo alla prima udienza, andando avanti a rilento, l inchiesta ha già fatto la sua prima vittima. Il 26 luglio scorso, le infamanti accuse contro di lui, avevano letteralmente fatto morire di crepacuore Loris D Ambrosio, 64 anni, consigliere giuridico del Quirinale. Era stato coinvolto nella vicenda, esattamente come Napolitano, per delle telefonate avute con Mancino. Il contenuto non era mai uscito, ma l insinuazione è stata più pesante dell accusa diretta e non ha retto. All epoca, Antonio Ingroia, il magistrato che di questo processo ha fatto la sua bandiera, non rilasciò neppure una dichiarazione sulla morte di D Ambrosio. Un uomo che aveva speso una vita intera al servizio dello Stato, lavorando spalla a spalla con lo stesso Giovanni Falcone. Ma questo, al pm prestato alla politica, a chi ha fatto di un criminale (Ciancimino jr.) una quasi icona dell antimafia e di un uomo per bene (D Ambrosio) un martire suo malgrado-, non sembra interessare poi molto. Adesso poi, è troppo impegnato a capire cosa fare del suo futuro. Abbandonare la toga, o accettare il confino ad Aosta? Il dramma vero è, però, una altro. E cioè che il suo erede naturale, Di Matteo, non sembra volersi discostare nemmeno un po dal solco tracciato dal suo predecessore. A questo punto, l unica speranza è confidare nel buonsenso dei giudici. L appuntamento è per il 31 maggio.

6 6 Esteri Alcuni razzi hanno colpito la zona sud di Beirut. Nessuna vittima, ma l intento era chiaro: colpire Hezbollah Siria, il conflitto si allarga: missili sul Libano I miliziani del Partito di Dio diventano sempre più un problema per l Occidente, che ora vuole dichiararlo come organizzazione terroristica. Intanto, Bruxelles medita se revocare l embargo su Damasco Ora la Siria di Bashar al Assad comincia veramente a fare paura. Dopo la lunga campagna mediatica e (indirettamente) militare condotta dall Occidente contro il Presidente siriano, la situazione sembrava volgere dalla parte di Damasco. Negli ultimi mesi, l Esercito Arabo Siriano, fedele ad Assad, ha riconquistato molti dei punti strategici, precedentemente perduti nella lotta contro ribelli e terroristi. E questo è accaduto anche grazie al supporto fornito dal partito libanese Hezobllah, che ha deciso di intervenire direttamente nel conflitto. Non che fino ad oggi Hassan Nasrallah, il leader del Partito di Dio, sia rimasto nell ombra. Ma il suo sostegno diretto all alleato di Damasco si è fatto sentire con diversi alti e bassi. Sicuramente, i ribelli non hanno fatto nulla per lasciare il Libano fuori dal conflitto. Anzi, sono state diverse le provocazioni compiute contro i militanti sciiti, che alla fine hanno risposto ripulendo le zone di confine dagli anti-governativi. A quel punto, l asse Damasco- Teheran-Beirut era diventato però troppo forte. Pertanto, Israele ha deciso di bombardare alcune postazioni missilistiche, così da prendere tre piccioni con una fava. Ma le reazioni internazionali sono state poco comprensive verso Tel Aviv. Mentre l Esercito Siriano prende piede, ecco che il Libano viene nuovamente coinvolto nella guerra. Alcuni razzi hanno colpito, infatti, diversi quartieri di Beirut sud, dove la presenza di Hezobollah è più radicata. Fortunatamente non ci sono state vittime. Ma decine invece sono stati i feriti. Come se non bastasse proseguono le violenze settarie, che vedono coinvolti sunniti e sciiti. Fino ad ora, la conta dei morti è arrivata a 31 nel giro di una settimana. Secondo il ministro dell Interno, Marwan Charbel, si tratta di un tentativo di destabilizzare il Libano. Ma c è la possibilità che non sia Beirut il Militanti di Hezbollah vero obiettivo, né tantomeno il Partito di Dio. Mentre i ribelli perdono terreno, casualmente dei missili cadono su una delle nazioni più sensibili verso il conflitto siriano. Negli ultimi mesi, colpi di mortaio sono caduti anche sul territorio turco, israeliano e iracheno. Ma questi paesi si sono ben visti dal lanciare alcune violente rappresaglie, così da non intaccare ulteriormente il fragile equilibrio vigente. Ma il Libano è fuori da queste logiche, anche perché a dettar legge sono quasi per intero i militanti di Hezbollah, che governano di fatto il sud del Paese e rappresentano la più forte milizia armata della nazione. Chissà che chi ha lanciato i missili non si aspetti uno strabordamento del conflitto siriano fuori dai confini nazionali. Se così fosse, Obama avrebbe un pretesto in più per lanciare la nuova offensiva nel Medio Oriente, per detronizzare l ennesimo dittatore arabo. Già da qualche tempo Washington e Londra stanno provando ad addossare a Damasco la colpa di aver usato armi chimiche durante il conflitto. La Del Ponte ha provato a dire che fossero i ribelli i veri colpevoli, ma prontamente sono giunte pesanti critiche dei vari big del Pentagono. Intanto, l Europa si trova sul punto di prendere due decisioni che potrebbero rivoluzionare le sorti del conflitto. La prima, vorrebbe togliere l embargo sulla Siria, così che possano nuovamente entrare armi (fornite dalle industrie anglo-europee) su tutto il territorio, in favore dei ribelli. La seconda, vede in forse la decisione di bollare Hezbollah come organizzazione terroristica. La questione sarebbe tornata in auge per il coinvolgimento del Partito di Dio nella battaglia di Qusayr, vista come una pesantissima interferenza nella guerra civile. Certo, se Hezbollah dovesse essere dichiarata come terroristico, si bloccherebbero tutti i finanziamenti in partenza dall Europa. Solo in Germania, i servizi segreti hanno scoperto un numero impressionante di sostenitori attivi delle milizie sciite. Insomma, con queste due mosse, l Occidente assesterebbe un bel colpo al regime siriano. Il ministro degli Affari Esteri italiano, Emma Bonino, ha già dichiarato che Bisogna lavorare velocemente all'ipotesi di un allentamento dell'embargo con la fornitura di armi all'opposizione, ma solo con precisi criteri e garanzie. Il pericolo, come al solito, è che le armi finiscano nelle mani sbagliate. Vale a dire, nelle mani dei jihadisti vicini ad Al- Qaeda. Khaled al Sahel, portavoce della Coalizione Nazionale di Opposizione Siriana, riconosciuta come unica entità del paese, ha chiesto a Bruxelles di fare in fretta, perché la popolazione ha bisogno di armi per proteggersi. Qualcuno pensava che il popolo avesse bisogno di cibo, medicine e case. Ma per Sahel le necessità del popolo sono altre. Poi il portavoce del Cln torna all attacco del regime, accusandolo di aver usato armi chimiche. La linea rossa decantata da Barack Obama è stata dunque superata, secondo Sahel. Ma ancora mancano le prove che possano inchiodare il Presidente Bashar Al Assad. Ma l Europa deve comunque stare attenta a prendere decisioni affrettate. Bisogna prima calcolare le possibili reazioni di Mosca e Teheran. Federico Campoli AFGHANISTAN Attentato contro militari: feriti due italiani Ancora un attentato in Afghanistan. La rappresaglia annunciata dai talebani in occasione della primavera ha ormai preso corpo. Solo che stavolta il bersaglio è italiano. Un ordigno è esploso al passaggio di un veicolo blindato Lince", ferendo due militari al suo interno. Sono stati colpiti da schegge e detriti, schizzati dopo l esplosione. Fortunatamente, non sono in pericolo di vita, come confermano in ambienti militari. I soldati fanno parte del 6 Reggimento Trapani dei Bersaglieri, e al momento dell attentato erano impegnati in una operazione di pattuglia, mentre si dirigevano verso Bala Boluk. L attacco si è verificato a una ventina di chilometri da Farah, nel sud-ovest del paese. L attentato è stato attuato tramite un autobomba. Oltre ai mezzi italiani sono stati colpiti anche alcuni veicoli e uomini dell esercito afgano. L ordigno, probabilmente, è stato azionato a distanza. Del convoglio facevano parte militari italiani della Transition support unit south e soldati dell'esercito afgano, l'afghan national army. I talebani afghani hanno rivendicato l'attacco sostenendo che "cinque italiani sono morti" e che l'attacco è stato compiuto "da un kamikaze". In un breve comunicato il portavoce degli insorti Qari Yousuf Ahmadi ha sostenuto che "l'attacco suicida" è stato effettuato alle 9,30 locali vicino a Bala Boluk. Il ministro della Difesa Mario Mauro segue gli sviluppi della situazione ed è costantemente informato delle condizioni dei feriti, con cui cercherà di mettersi in contatto prima possibile. F.Ca. IRAQ Ancora orrore a Baghdad: 11 bombe e 50 morti Più si surriscalda la situazione siriana, più gente muore in Iraq. Una serie di attentati ha colpito la capitale irachena, Baghdad, dove sono morte circa 50 persone nell ultima giornata di violenze. Un bilancio tragico, sul quale grava già molto sangue. Durante il periodo appena trascorso delle elezioni, Sono morte quasi duecento persone, per mano di estremisti sunniti e sciiti. Una conseguenza all acuirsi delle logiche dei vicini di casa. Se in Siria i sunniti combattono Assad poiché alauita, in Iraq combattono il governo poiché sciita. Un modo come un altro per mandare un chiaro a quest ultima minoranza. Sono circa sei le autobombe esplose nella capitale irachena. Lo riferisce la tv araba Al Arabiya. E stato colpito il quartiere di Kadhmiyah, nella parte nord di Baghdad, le zone di Um al-maalif e Baiyaa nel sud, e l affollata e centrale Saadoun Street, insieme alla moschea di Samarrai, a New Baghdad. Ma la lunga scia di sangue non si ferma qui. Anche la provincia settentrionale di kiruk è stata colpita, dove un membro delle milizie anti al-qaeda è stato ucciso da un commando di uomini armati. Un altro civile è stato ucciso in un attacco contro un impianto per la distribuzione dell energia elettrica. A Mosul, invece, un ordigno piazzato al centro della strada è esploso al passaggio di una pattuglia di polizia, uccidendo un agente. La lunga scia di sangue, solo ieri, si è conclusa qui. Nel frattempo, i nuovi equilibri del Medio Oriente stanno gettando nel caos l Iraq. F.Ca.

7 7 Italia DA ROMA E DAL LAZIO Il Papa raccoglie l abbraccio dei più giovani con la sua carica spirituale condita di umiltà Francesco conquista Prima Porta Tanta gente per il Santo Padre, recatosi in periferia per dare la prima comunione ai bambini del quartiere Lo scandalo dell uso dei fondi consiliari Peculato, Fiorito a processo: all accusa il primo round L ex capogruppo Pdl condannato a tre anni e quattro mesi: ma per ora non tornerà in carcere Gesù cammina con noi. Ma cosa fa? Come fa quando cammina con noi? Questa è una domanda difficile, eh chi la sa vince il derby : ha scherzato così con i bambini Papa Francesco durante la sua visita nella parrocchia dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Prima Porta, a Roma. Una prima Comunione del tutto speciale per alcuni piccoli fedeli della Parrocchia, un primo incontro con il Signore vissuto a tu per tu con il Suo rappresentante in terra. La realtà nelle periferie si capisce meglio ha detto il Santo Padre. E per questo che si è voluto recare in una parrocchia della zona nord di Roma, in un contatto vivo e vicino con i fedeli. Gesù ci ama, è sempre con noi e ci aiuta, anche quando facciamo i compiti : un linguaggio semplice e chiaro, ed un sorriso sereno che avvicina le persone. E arrivato in elicottero, in anticipo sulla tabella di marcia. E dopo la Santa Messa ha voluto salutare i fedeli accalcati lungo la strada, in piedi sulla papamobile, stringendo le mani di bambini ed anziani, di tanti cristiani accorsi per vedere anche solo per un istante da vicino il Papa umile, venuto dalla fine del mondo come si è definito lui stesso un minuto dopo la sua elezione. E il Papa di tutti, Francesco. La scelta del nome già segna la strada. Bellissimo il coro che lo ha salutato, il testo non ha bisogno di commenti: Quello che io vivo non mi basta più, tutto quel che avevo non mi serve più. Io cercherò quello che davvero vale. Non più il servo, ma il padrone seguirò. Francesco vai, ripara la mia casa. Francesco vai, non vedi che è in rovina? E non temere, io sarò con te ovunque andrai. Francesco vai. Nel buio e nel silenzio ti ho cercato, o Dio. Dal fondo della notte ho alzato il grido mio. E griderò finche non avrò risposta per conoscere la Tua volontà. Francesco vai, ripara la mia casa. E il messaggio di un grande Santo, quello che Papa Francesco porta nel suo pellegrinaggio su questa terra: il messaggio di una Chiesa umile e grande, una Chiesa della gente, in cui c è posto per tutti. E un sorriso che contagia e che commuove, quello di Francesco, il Papa dagli occhi buoni, il Papa delle persone. Uno di noi, Francesco uno di noi è stato il coro che ha accompagnato i saluti finali del Papa, che è ripartito con l elicottero alla volta di San Pietro, dove un altra folla lo attendeva per l Angelus domenicale. Da quel pezzetto di mondo che è la Parrocchia dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Prima Porta ancora tante mani e tanti nastri bianchi e gialli levati al cielo a salutare quel Papa che avvicina la Chiesa agli uomini, e che con quell elicottero bianco va a portare la sua parola di pace e di amore a tutto il mondo. Emma Moriconi Si è conclusa (per ora) con una condanna a tre anni e quattro mesi per peculato la vicenda giudiziaria di Franco Fiorito. La pena per l ex capogruppo regionale del Pdl è stata decisa con rito abbreviato dal gup Rosalba Liso. Era accusato di peculato per essersi appropriato di oltre un milione di euro dai fondi del gruppo regionale del Pdl: fondi che avrebbe prima dirottato su conti correnti personali e solo recentemente restituito alla Regione Lazio. Il gup di Roma ha stabilito, inoltre, l'interdizione di Fiorito dai pubblici uffici per 5 anni. La sentenza non lo vedrà però scontare altra detenzione: lo mette infatti al riparo da un possibile ritorno in carcere: l'ex sindaco di Anagni ha già scontato a Regina Coeli più di 5 mesi di carcerazione preventiva e considerato che il tetto minimo per scontare la pena è di tre anni, l'ex tesoriere non tornerà in carcere. Se la sentenza dovesse diventare definitiva, con tutta probabilità Fiorito potrebbe inoltre accederebbe ai servizi sociali. Fiorito ha già annunciato che ricorrerà in appello. La sentenza non è corretta tecnicamente perché sulla base della giurisprudenza attuale i fatti contestati non rientrano nella fattispecie del peculato, ha detto il suo legale, il noto avvocato Carlo Taormina, che si è detto però soddisfatto perché si voleva fare di Fiorito un capro espiatorio, mentre invece c è chi ha posizioni più pesanti. R.V. Testaccio Movida: violentata nel bagno Episodio agghiacciante nella movida romana. Con il beneficio d inventario, perché dovrà essere un processo a chiarire i termini della vicenda: ma a Testaccio si sarebbe verificato, sabato notte, lo stupro di una ragazza di 21 anni. Teatro della violenza un bagno all interno di un locale: l autore sarebbe un ragazzo romeno di 24 anni, che è stato arrestato dalla polizia ieri mattina e sul quale pende l accusa di violenza sessuale aggravata. Secondo le testimonianze, il giovane avrebbe abusato della 21enne, da poco conosciuta, dopo averla fatta ubriacare. In seguito la ragazza sarebbe salita su un autobus che partiva dalla stazione Termini per tornare a casa. L autista però si sarebbe accorto che piangeva e dopo aver ascoltato il macabro racconto ha chiamato il 113. La vittima, originaria di Albano Laziale, è stata quindi trasportata al policlinico Umberto I dove sono stati accertati i segni della violenza e rinvenute nel sangue tracce di alcol e cannabis. Dei testimoni hanno riferito che l aggressore aveva portato la donna nella toilette della discoteca Lucy dopo averla a fatta bere. Sono state le immagini delle telecamere nella stazione Termini che hanno permesso di rintracciare l aggressore. Eurosky Tower. Entrare in casa e uscire dal solito. Corso Italia Auto piena di posta rubata ICarabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Centro, nella notte tra domenica e lunedì, nel corso di un pattugliamento, hanno rinvenuto in corso d'italia un'autovettura Opel Agila, lasciata aperta, con la radio accesa e le chiavi inserite nel quadro. A terra, vicino alla portiera dell'utilitaria, i militari hanno rinvenuto anche un borsone pieno di corrispondenza, affrancata ma non vidimata. L'auto, dagli accertamenti eseguiti in banca dati, è risultata rubata. Oltre al sacco di posta, nell'abitacolo i Carabinieri hanno rinvenuto la targa di un'altra autovettura, che non risultava da ricercare ma che era stata smarrita dall'intestataria, e altri 3 borsoni pieni di corrispondenza affrancata e non annullata dalle poste, per un totale di 1068 buste. Tutto il materiale è stato sequestrato. Sul caso stanno indagando i Carabinieri della Compagnia Roma Centro che hanno già avviato ispezioni presso le buche delle lettere della zona che non sembrerebbero manomesse. Dell'episodio è stata informata l'amministrazione di Poste Italiane a cui saranno consegnate le buste ancora chiuse mentre per quelle trovate aperte saranno chiamati i mittenti. La parte migliore è quando si torna a casa Eurosky Tower è il grattacielo residenziale di 28 piani che sta sorgendo a Roma, nel prestigioso quartiere dell EUR. Un progetto modernissimo e rivoluzionario che coniuga esclusività e tecnologia, ecosostenibilità ed eleganza. 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8 Italia 8 Anno II - Numero Domenica 19 maggio 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Filippo Corridoni n. 23 di Barbara Fruch L elettore potrà altresì manifestare non più di due voti di preferenza per candidati alla carica di consigliere comunale, scrivendo, nelle apposite righe stampate sotto ogni contrassegno di lista, i nominativi (solo il cognome o, in caso di omonimia, il cognome e nome e, ove occorra, data e luogo di nascita) dei candidati preferiti appartenenti alla lista prescelta, avendo però presente che, nel caso di espressione di due preferenze, queste devono riguardare candidati di sesso diverso, pena l annullamento della seconda preferenza. Queste righe scritte in perfetto burocratese vengono dal Ministero degli Interni e rappresentano la vera novità tecnica delle prossime amministrative. Tradotto in parole spicce, gli italiani che andranno al voto potranno esprimere due preferenze, ma soltanto nel caso in cui una di esse fosse destinata ad una donna in lista. Ciò ha dato la stura ad un fenomeno particolarissimo, amplificato peraltro dall invadenza dei social network: la foto elettorale a due, con coppie (a volte improbabili) pronte a chiedere il doppio voto. Un vantaggio enorme per coloro che trovano un partner, perché consente di moltiplicare le preferenze: ai voti personali, si aggiungono in una mera addizione matematica quelli dell alleato di sesso opposto, con un effetto per certi versi diabolico. Se il candidato X ha 100 voti e la candidata Y ne ha 90, tutti e due ne prenderanno 190 (a testa), battendo un ipotetico candidato Z che magari di voti ne ha 120, o 180. Un ingiustizia, probabilmente: comunque l altra faccia della medaglia delle cosiddette leggi sulle quote rosa. Ma soprattutto un insulto alla legge del consenso che dovrebbe essere alla base della democrazia, ridotta ormai a matrimoni d interesse, quando non a un gioco delle coppie. di Robert Vignola C inquantamila, anzi di più!, dicono gli organizzatori. Probabilmente trentamila, dice qualcun altro o qualcosa di meno, dice chi si limita a guardare la piazza. Ma sulla manifestazione di ieri non occorre fermarsi alla quantità, bensì procedere per analizzarne la qualità. E non sfugge che a Roma hanno sfilato non solo i vertici della Fiom- Cgil, ma anche i pezzi di tutto un mondo: Gino Strada, Stefano Rodotà, Fabrizio Barca, Nichi Vendola, Gennaro Migliore, Sergio Cofferati, Antonio Ingroia, persino Fiorella Mannoia. Con Maurizio Landini ovviamente a fare la parte del leone, a definirla la piazza del lavoro, della giustizia sociale, della democrazia. Certo, la puntata era stata alta (piazza San Giovanni di gente ne contiene parecchia ed è impietosa con manifestazioni poco numerose) e perciò il flop è stato grosso, dato che la chiamata generale alla mobilitazione faceva prefigurare altri numeri. A sventolare bandiere rosse, falci e martelli e simboli della galassia vetero-comunista erano meno di quanti Landini se ne aspettasse. E neanche le falangi grilline sono andate ad ingrossare le fila dei manifestanti: il MoVimento 5 Stelle ha dato infatti la sua adesione alla manifestazione dei metalmeccanici, ma in piazza non si sono visti, o avevano poca voglia di farsi vedere. Non possiamo più aspettare, diceva lo striscione d apertura del corteo. A farsi attendere (invano) sono stati però quelli del Pd: il capogruppo alla Camera Roberto Speranza, svela Landini, mi ha detto che non poteva esserci ma che ci avrebbe lasciato un messaggio. Comunque ringrazio i partecipanti, e chi non c'è parla da solo. Le frecciate al Pd, persino all ex segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, non sono d altronde mancate. Né i cartelli contro il governo Letta-Alfano, tra i privilegiati dal servizio d ordine nell essere messi a favore di telecamera, per mandare chiari segnali a chi di dovere. E l imbarazzo in casa Pd dev essere ulteriormente cresciuto quando si è visto che in piazza c era anche il leader dei Giovani Turchi Matteo Orfini, accompagnato da esponenti dei Giovani Democratici, oltre al già citato Cofferati. Le assenze parlano da sole, ha affondato il dito nella piaga Landini. Chiamato in causa, Epifani ha smesso i panni del traghettatore scendendo in quella che per lui dev essere una polemica dolorosa con una costola del suo sindacato. Il problema non è stare in piazza ma ascoltare la piazza e dare risposte, esattamente quello che ha fatto il Governo, ha detto l ormai ex segretario Cgil. Ma per quanto sgangherata, la truppa vista in giro ieri per Roma punta a togliere al Pd altro terreno da sotto i piedi. E non è più un mistero per nessuno. di Roberto Buonasorte T utti noi che veniamo dall'esperienza politica di Alleanza nazionale stiamo soffrendo tremendamente. Soffriamo nel vedere tramontate le battaglie che una volta entusiasmavano generazioni intere. Soffriamo nel constatare che da quasi centocinquanta - tanti erano quelli di An - i parlamentari riconducibili a quella esperienza si siano ridotti a poco più di una dozzina. Siamo rimasti increduli di fronte alla mancanza di coraggio nel tentare di reagire, di ripartire. Anche l'esperienza politica nostra, de La Destra, sembra non aver accolto il favore degli elettori, lo stesso destino è toccato a Fini, e poi a Fratelli d'italia. In buona sostanza la storia ci ha insegnato che ogni volta che si è tentato di costruire qualcosa a destra, del MSI prima, di Alleanza nazionale poi, l'esperimento è fallito; quando, invece, si è compresa la necessità di un progetto includente, anziché escludente, si sono avute grandi vittorie. Basta ricordare la nascita della Destra Nazionale nel '72 o di An nel Oggi, se non vogliamo morire democristiani, dobbiamo capirlo tutti. Abbiamo il dovere di riflettere con serenità. E qualcosa, per fortuna, inizia a muoversi. Da Palermo ad esempio, per la prima volta dopo la confluenza di An nel PdL, vi è stata un importante iniziativa organizzata da Domenico Nania. Si sono ritrovati per discutere di futuro della destra, Storace e Menia, poi Viespoli, Salvatore Tatarella, Adolfo Urso, Gennaro Malgieri Uomini e donne dalle sensibilità diverse, alcuni provenienti del vasto mondo della cultura, spesso con alle spalle esperienze e formazioni culturali non sempre in sintonia, ma tutti uniti nella convinzione che stare divisi e sparsi non ha più alcun senso. Ecco, da Palermo sembra che qualcosa per riaggregare questo nostro mondo possa davvero realizzarsi. Dispiace, e non poco, l'attendismo di La Russa e Meloni; sono usciti dal PdL perché non gli davano i seggi che volevano, ma un minuto dopo ci si sono rialleati, non tanto per convinzione quanto per convenienza, per aggirare cioè il doppio sbarramento. Credono di essere autosufficienti, ma sbagliano. Pensano che avere nove Deputati e neppure un Senatore sia un grande traguardo invece - e lo diciamo con amarezza - appaiono assolutamente marginali nel dibattito politico italiano. La destra che verrà dovrà avere un altro stile, un comportamento esemplare che faccia comprendere a tutti che vengono prima valori e contenuti, solo dopo gloria e responsabilità di gestione. Promuoveremo tanti incontri in giro per l'italia, tesi a favorire la riaggregazione del nostro mondo. Lo faremo anche grazie al Giornale d'italia che potrá essere lo strumento ideale per avviare un dibattito ampio e serio, un dibattito che faccia ritornare l'entusiasmo perduto, dove si possano esprimere liberamente le proprie idee. E dove, infine, far crescere la classe dirigente del domani. Dopo Palermo tocca a Roma, poi magari Milano, Napoli, Torino... Avanti a destra dunque, ma senza egoismi. FALLISCE LA PROVA DI FORZA A SAN GIOVANNI N onostante non si senta quasi più parlare di sovranità nazionale, Trattato di Maastricht e Fiscal compact, qualcuno ha deciso di rompere il silenzio. Il senatore Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, ha dichiarato che è necessario rinegoziare il Fiscal compact e il trattato di Maastricht. Poi ha aggiunto che bisognerebbe modificare lo statuto della Bce per consentire di battere moneta per rilanciare l economia. Conclude dicendo: Presenterò una mozione parlamentare. Federico Campoli a pag. 2 L INTERVISTA Bondi: rivedere Fiscal Compact e Maastricht AVANTI A DESTRA, SENZA EGOISMI EFFETTI COLLATERALI DELLE QUOTE ROSA SUL VOTO DI FINE MAGGIO Nelle urne il gioco delle coppie Se voti anche una donna, puoi dare due preferenze: la nuova regola dà vita a matrimoni d interesse. E chi resta solo rimane fregato G li intellettuali, si sa, quando pontificano di politica, danno il peggio di sé. Erri De Luca, che pure è un finissimo scrittore, non ha voluto smentire questo assioma. E ieri, intervistato da Rai News 24 durante il corteo della FIOM verso il flop di Piazza San Giovanni, ha pensato di dirigere ancora il servizio d ordine di Lotta Continua degli anni 70. E così, se n è uscito con questa roboante e minacciosa sentenza, riferita alle poche decine di migliaia di manifestanti: è un popolo che vuole cambiare i connotati a questo Paese. De Luca è lo stesso intellettuale che il 9 Settembre del 2004, sull allora Magazine del Corriere della Sera, alla richiesta di chiarire i retroscena dell omicidio del commissario Calabresi, rispondeva seccato: Vi diremo la verità, quando ci restituirete i corpi di Sofri e Bompressi. E alla successiva domanda, "Tu lo sai chi ha ammazzato Calabresi?, replicava con queste parole. Preferisco non risponderti. Non mi sento libero di parlare di questo. Ora, tra sospensioni di pena e grazie, i corpi di Sofri e Bompressi sono stati restituiti. Anzi, Sofri ci dà quotidiane lezioni di morale della prima pagina di Repubblica. In compenso, De Luca si guarda bene dal mantenere la promessa di dirci la verità su quell agghiacciante delitto (proprio l altro ieri, ricorreva il 41nesimo anniversario). Vuole davvero battersi per cambiare i connotati a questo Paese? Beh, allora cominci lui a dare il buon esempio : mantenga la parola, ci racconti i dettagli di come quelli di Lotta Continua assassinarono Calabresi. I connotati di Erri De Luca di Guido Paglia a pag. 2 Botta e risposta I tempi di La Russa e Storace Carlotta Bravo a pag. 8 Busto Arsizio Madre getta i figli dal terzo piano a pag. 8 Maltempo Continua l allarme in tutto il nord Federico Campoli a pag. 6 Francia Marine Le Pen, brutta caduta alle pag. 7, 8 e 9 Crisi Non si ferma l ondata di suicidi SOLO VETERO-COMUNISTI IN PIAZZA CON LA FIOM Landini, Vendola, Cofferati polemici per le assenze Pd I grillini mandano la loro adesione, ma non si vedono Cercateci e ci troverete ovunque. All indirizzo con un portale all news ed un giornale sfogliabile e scaricabile on-line. Siamo anche su Facebook all indirizzo Siamo anche abili cinguettatori, su Tutti i nostri video sul canale Youtube, Il giornale d Italia. Se volete scriverci, potete farlo all indirizzo redazione@ilgiornaleditalia.org Anno II - Numero Mercoledì 22 maggio 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Filippo Corridoni n. 23 di Igor Traboni L a Danimarca che decide di sospendere il trattato di Schengen; oltre la metà dei cittadini europei che l Unione non la vogliono più; perfino il timido premier italiano Enrico Letta che mette in dubbio l efficacia, soprattutto economica, dell alleanza. Insomma, l Europa non se la passa poi così bene e il segnale più dirompente arriva dalla tranquilla Danimarca, che ha deciso di mandare a quel paese il trattato di Schengen, reintroducendo i controlli di frontiera con la Germania e la Svezia. La decisione, annunciata con una certa pomposità dal ministro delle Finanze, Claus Hjort Frederiksen, è stata presa in seguito ad un accordo tra il governo di minoranza liberal-conservatore e il Partito del popolo danese, formazione di estrema destra. La misura entrerà in vigore entro le prossime tre settimane e i controlli saranno effettuati ai confini terrestri con la Germania, ma anche sul grande ponte che collega la Danimarca alla Svezia, oltre ai vari porti, approdo naturale per il Paese danese. La proposta, che dalle parti di Copenaghen circolava già da tempo, è stata rilanciata e attuata per prevenire l'immigrazione illegale e la criminalità organizzata, dopo l'ondata migratoria nord-africana ai confini meridionali dell'unione europea. «Negli ultimi anni abbiamo avuto un aumento del crimine transfrontaliero. Realizzeremo quindi nuove installazioni alla frontiera tedesca con nuovi strumenti elettronici e di identificazione delle targhe», ha detto il ministro Frederiksen. Secondo le notizie che arrivano da Bruxelles, ora anche Italia e Francia vorrebbero chiudere, almeno temporaneamente, al trattato di Schengen. E ieri, come accennato, anche Enrico Letta non le ha mandate a dire a nuora perché Merkel intenda: "Non è possibile che l'unione bancaria decisa un anno fa oggi manchi di una definizione precisa. Fare così significa che viene minata la credibilità stessa dell'ue che prende decisioni le annuncia con parole roboanti e un anno dopo non ha preso decisioni", ha detto il premier Letta al Senato. Se si decide qualcosa, lo si annuncia con enfasi e quasi un anno dopo non è successo nulla, allora è evidente che l'attenzione dei cittadini si tramuta in reazione negativa. Ho l'impressione che l'unione Europea non può andare avanti come fatto fino a oggi con timidezze e assenze di decisioni. O imprime un'accelerazione o così come è implode. Così non credo possa reggere e saranno i cittadini che la faranno implodere al prossimo voto". Alle parole, ora Letta dovrebbe far seguire i fatti. Chissà Di Guido Paglia F rancesco Cossiga si starà rivoltando nella tomba, pensando a quel suo pupillo cresciuto così male. Sì, perché anche se non se lo ricorda nessuno, Luigi Zanda, figlio di un Capo della Polizia, iniziò la sua carriera politica proprio come portavoce dell allora Ministro dell Interno. E oggi che il cursus honorum (dopo che una lunga parentesi alla corte di Carlo De Benedetti ne ha affinato i sentimenti di antiberlusconismo viscerale), lo ha condotto a guidare i senatori del Pd, Zanda è riuscito nella difficile impresa di ridicolizzare incarico e partito con il suo demenziale disegno di legge anti-grillo. Le preoccupazioni del Pd per i prossimi appuntamenti elettorali, sono più che comprensibili. Ma arrivare al punto di studiare una legge per impedire al Movimento 5 Stelle di continuare a drenare consensi nel campo della sinistra, è francamente molto grave. Il bello è che il presidente dei senatori si picca di essere pure un avvocato; meglio, un giurista. E in questa scellerata impresa, che rischia di rilanciare Grillo proprio in un momento di evidente difficoltà, si è fatto aiutare da Anna Finocchiaro, cioè un ex-magistrato appena assurta al ruolo di Presidente della Commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. Complimenti vivissimi ad entrambi, per aver messo a frutto così bene le rispettive qualifiche professionali. Adesso, non c è altra strada che ritirare rapidamente il disegno di legge e sperare che l infortunio venga dimenticato al più presto, senza ulteriori danni. Anche se non sarà facile. L unica soddisfazione, per il Parlamento e la politica, è quella di essere riusciti a scampare il pericolo che la Finocchiaro finisse al Quirinale. Pensate che bel successore di Napolitano sarebbe stata, con queste ardite pensate. Zanda, d altra parte, non è nuovo ad iniziative capaci di far accendere le telecamere sul suo sguardo grifagno e accorrere i servizievoli giornalisti del gruppo De Benedetti con il taccuino in mano. Non appena Grillo e seguaci lanciarono la proposta di dichiarare Silvio Berlusconi ineleggibile in base alla legge del 57 (sì, avete letto bene, 1957) sulle regole delle concessioni pubbliche, fu il primo ad accogliere entusiasticamente questa eventualità, promettendo sostegno parlamentare alla tempestiva iniziativa. Viene proprio voglia di riciclare il regista Nanni Moretti, quando dal palco di Piazza Navona se ne uscì con il famoso con questa classe dirigente non vinceremo mai!, rivolto agli attoniti dirigenti post-comunisti. Oggi, sul Corriere della Sera, il Presidente emerito della Consulta, Piero Alberto Capotosti, ci mette poche battute per liquidare come incostituzionale il disegno di legge Zanda-Finocchiaro e come manifestamente infondata anche la questione dell ineleggibilità di Berlusconi ( non ha cariche sociali di alcun tipo mi pare sia solo azionista di maggioranza ). Ecco, se gli avversari del Cavaliere sono capaci di inventarsi solo questo per evitare concorrenze sleali a sinistra e combattere il leader del PdL, Berlusconi può dormire sonni tranquilli e disinteressarsi del futuro del centrodestra. Purtroppo. N ella primavera di 25 anni fa, Giorgio Almirante cessava di combattere. Il 22 maggio del 1988, appena un giorno dopo la morte del suo amico e camerata Pino Romualdi, se ne andava l uomo simbolo di un intera generazione, il punto di riferimento di un popolo quello di destra- che non tradisce. È stato Segretario del Msi-Dn per 18 anni, incarnandone gli ideali ed i valori, in un periodo quello degli anni di piombo- in cui essere di destra rappresentava una colpa, più che una scelta politica. Diverso da qualsiasi altro leader, Almirante rappresenta ancora oggi un modello di riferimento. Buono, gentile, un vero animo nobile, lo descrive così sua moglie, l amore della sua vita, Donna Assunta Almirante, intervistata in esclusiva da Il Giornale d Italia. Un uomo che ha fatto della sua vita una vera e propria battaglia, dal fronte africano, alla Rsi, dal Parlamento alle piazze gremite di folla. Senza mai voltare le spalle ai suoi figli, ai militanti. Coerente ed umile. STASERA LA MESSA IN PIAZZA DEL POPOLO GLI ERRORI DEL PD CHE RISCHIANO DI RILANCIARE GRILLO E lection day nelle università: ultimo giorno per votare e occhi puntati soprattutto su Roma. Circa 200 mila studenti stanno invadendo gli atenei della Capitale. Da quelli pubblici (La Sapienza, Tor Vergata e Roma Tre) a quelli privati, Luiss e Lumsa. Al Consiglio degli universitari, la Circoscrizione dell Italia Centrale di cui fanno parte oltre al Lazio anche Toscana, Umbria e Abruzzo porterà 7 rappresentanti su 28. Cinque le liste in campo: il centrodestra, diviso in due schieramenti, con il Pdl che appoggia Studenti per la libertà-azione universitaria, e i ragazzi di Comunione e liberazione candidati con la Lista aperta. Poi, il centrosinistra, che si presenta con l Unione degli universitari (Pd e Sel), e i collettivi, che si esibiscono con Link. Per concludere, c è anche un movimento non schierato: Ultimo banco. Federico Colosimo a pag. 3 Studenti alle urne Università, si vota Suicidi per crisi Roghi della disperazione in ogni parte d Italia alle pag. 9, 10 e 11 Milano L allarme sicurezza? Per la Kyenge è la Lega Barbara Fruch a pag. 10 Roma Sinistra in fuga da Ignazio Marino Ugo Cataluddi a pag. 9 Papa Francesco Il giallo dell esorcismo a pag. 2 M orte, devastazione e caos. Questo è lo scenario lasciato dal tornado killer che ha colpito Oklahoma city. Almeno 24 i morti, secondo un bilancio provvisorio, ma le autorità continuano a cercare i dispersi sotto le macerie di case, ospedali e scuole. Tre chilometri di diametro, un vento che soffiava oltre i 320 km/h. Era questa la mostruosa tromba d aria che ha distrutto i sobborghi della città. Tra le strutture danneggiate, c erano anche le scuole elementari Plaza Towers e Briarwood. 7 bambini sono già stati dati per spacciati. Il resto degli studenti e del personale sono ancora oggetto di ricerca da parte di volontari e pompieri. Obama annuncia: Non vi lasceremo soli. Federico Campoli a pag. 8 OKLAHOMA CITY Decine di morti e centinaia di feriti La Danimarca sospende Schengen e richiude le frontiere. Perfino Letta critica l Unione L Europa fa acqua da tutte le parti LEGGE ZANDA-FINOCCHIARO: PROGETTO DA RITIRARE. SUBITO. L ex presidente della Consulta, Capotosti, bacchetta la sinistra anche sull ineleggibilità di Silvio Berlusconi: Non ha cariche in Mediaset, è solo l azionista di maggioranza 25 ANNI FA L ADDIO DI GIORGIO ALMIRANTE Emma Moriconi e Micol Paglia alle pagine 4, 5, 6 e 7 Anno II - Numero Sabato 25 maggio 2013 Direttore: Francesco Storace Roma, via Filippo Corridoni n. 23 di Massimo Visconti T ra i sistemi che in Italia stanno franando è evidente e palese il crollo di quello Culturale. Tra le innumerevoli e prestigiose istituzioni, l Enciclopedia Italiana, nota come Treccani, è fra quelle che ha dato lustro all Italia fin dagli anni 30. Nel 1925 Giovanni Gentile fu il suo primo direttore scientifico e grazie a lui la Treccani raggiunse un livello culturale, oltre ad una universalità di pensiero, che ne fecero un modello di pluralità culturale inimitabile nel mondo. Gentile, infatti, chiamò a collaborare nella redazione dell Enciclopedia studiosi, di diverso orientamento, proprio perché nella Treccani si doveva coinvolgere tutta la migliore cultura nazionale. Negli anni del dopoguerra ci fu un momento di stasi, ma la Treccani continuò, sotto la presidenza dello storico Gaetano De Sanctis, a produrre opere come il Dizionario Enciclopedico e l Enciclopedia dell Arte Antica. Ma il vero boom editoriale si ebbe negli anni 70, con la direzione di Vincenzo Cappelletti, che diede all Istituto Italiano dell Enciclopedia un dimensione internazionale. Ma come tutte le Istituzioni Italiane anche la Treccani ha subìto, non solo dal punto di vista scientifico, un cambiamento anche sociale. Da Istituto che con la Cultura dava lavoro, fisso e precario, a oltre duemila persone si è ridotta ad una piccola redazione multi-tematica che oltre agli aggiornamenti delle opere, peraltro fatte in passato da altri, non riesce più ad esprimere niente di innovativo e di spendibile sul mercato editoriale Il declino è dimostrato anche dal fatto che oggi i dipendenti sono poco più di 150 e che l Istituto ha dovuto operare dei licenziamenti. Nonostante ciò, mentre ai lavoratori si chiede di attuare contratti di solidarietà, si continuano a dispensare compensi da favola a dirigenti su presupposti di bilancio che, alla luce dei provvedimenti presi sul personale, non trovano giustificazioni. Da alcuni anni è presidente della Treccani Giuliano Amato mentre il direttore editoriale è Massimo Bray, nominato Ministro dei Beni Culturali nel Governo Letta. Non sappiamo se da Ministro della Cultura Bray riuscirà a frenare il declino della Treccani e soprattutto a ristabilire un equità tra dirigenti e semplici lavoratori. Vogliamo solo augurarci che possa, dal più alto scranno della politica culturale italiana, ripristinare regole e comportamenti più aderenti al momento di crisi che il Paese sta vivendo. E quindi considerare la Treccani non come un costo ma come una risorsa unica e storicamente irripetibile. di Francesco Storace Anno di grazia 2013, ancora baracche per i cittadini italiani. A Milano Pisapia decide che i campi Rom devono usufruire di aria condizionata, ma alla periferia della Capitale, zona Tor Tre Teste, una coppia di romani vive dal 2005 in una vera e propria baracca di una decina di metri quadrati. "Vive" è un modo di dire. Con Fabrizio Santori, capogruppo de La Destra alla regione, sono andato a trovare Maurizio Olivieri e Anna, la sua compagna da poco meno di quindici anni. È storia di dignità da esaltare ma anche di burocrazia da stroncare. Esistono regole infami. Per avere una casa popolare devi essere sfrattato e stare in mezzo alla strada: solo così si accede alle graduatorie con un punteggio utile a farsi assegnare l'alloggio. Devi avere il Vip, sembra un paradosso, il verbale d'immissione in possesso. Maurizio e Anna non possono avere una casa popolare. Siccome la casa non ce l'hanno mai avuta, trovando ospitalità ora da Tizio ora da Caio, non possono essere sfrattati... È una storia incredibile alla quale va posta soluzione. Se fossero due immigrati, due rifugiati politici, due stranieri insomma, per loro si mobiliterebbero le associazioni della sinistra, la presidente della Camera, i cercatori professionali di guai in casa nostra. No, sono italiani e non hanno diritti. A dire la verità, l'amministrazione comunale è venuta incontro a Maurizio, dandogli la possibilità di un reddito all'ama, l'azienda che si occupa della pulizia della città. Ma è l'assessorato alla casa che si deve muovere, magari con un po' di umanità. E' inaccettabile vedere ancora baracche nei quartieri delle nostre città. Sicuramente La Destra non mollerà la presa fino a quando queste persone non si vedranno riconosciuto il loro diritto ad abitare. Siamo stanchi delle demagogia buonista che vede prevalere sempre lo straniero rispetto all'italiano. È razzismo alla rovescia, che non va affatto bene. Anche per questo abbiamo lanciato a Roma la campagna Quoziente Italia, affinchè cessi un utilizzo strumentale delle risorse pubbliche. Prima gli italiani non è solo una slogan, ma deve diventare una prassi politica ed istituzionale. La solidarietà verso chi viene nel nostro Paese va bene, ma non a scapito di chi soffre l'abbandono delle istituzioni in casa propria. Idealmente, quella baracca di Tor Tre Teste diventa una specie di casa comune di tanta gente che lotta. Maurizio e Anna vivono la loro condizione senza violenza, ma con la consapevolezza di dover lottare per i propri diritti. Da oggi sappiano che sono meno soli. di Igor Traboni G rande chiusura di campagna elettorale, ieri sera al Colosseo, per il candidato sindaco del centrodestra, Gianni Alemanno. Sul palco, davanti ad una piazza strapiena, assieme a Francesco Storace e Giorgia Meloni, anche il leader del Pdl, Silvio Berlusconi. Un intervento di poco più di mezz'ora, diviso in due parti, quello del Cavaliere: la prima dedicata al governo e al sostegno leale del Pdl, alle misure economiche da approvare e alle riforme necessarie. La seconda parte, invece, più ironica, in cui si è scagliato contro i grillini e la sinistra. Della magistratura - ha ironizzato il Cav - parliamo un'altra volta". Sul voto romano, Berlusconi ha ripetuto come non si può scegliere Ignazio Marino, il candidato del centro sinistra, perché non conosce nemmeno la città. Cosa puo' fare lui per Roma che non la conosce? Gli servirebbero prima due o tre anni...". Berlusconi ha poi infiammato la piazza parlando anche di Grillo e dei grillini: Cosa ne pensate? Li avete visti in tv?". Parte della piazza risponde di no e Berlusconi, scherzando, insiste: "ma come? La tv di Stato si occupa solo di loro... Avete detto una bugia ma ve la perdono. I grillini sono dei burattini guidati tramite internet da un capocomico sconclusionato''. Alla fine, Silvio Berlusconi si è rivolto così alla folla: Ho dimenticato a casa lo spadone della liberta', altrimenti sarei sceso tra di voi e vi avrei toccato la spalla. La destra, non la sinistra che non ce la faccio.... Emma Moriconi a pagina 6 BERLUSCONI E STORACE CHIUDONO LA CAMPAGNA ELETTORALE PER LA RIELEZIONE DEL SINDACO Maltempo al Nord Neve e freddo record salta la tappa del Giro a pag. 11 Femminicidio Violenza contro le ex: una morta, una grave Barbara Fruch a pag. 7 Condizionatori ai rom Le baracche super del sindaco Pisapia Paolo Signorelli a pag. 7 E ssere censurati da Gianna Letta non è esattamente il massimo della vita. Tranquilli, non è un refuso, parlo di Gianna e non di Gianni. Gianna Fregonara, moglie del presidente del consiglio dei ministri Enrico Letta, e' la responsabile della redazione romana del Corriere della Sera. È a lei che il premier ha sottratto l'auto di servizio del giornale per andare a ricevere l'incarico da Napolitano, tentando di mimetizzarsi da cittadino comune. Per evitare che mi denunci per stalking, segnalo l'inutilita' di vari sms che le ho inviato in campagna elettorale, non certo per corteggiarla. Una forza politica che alle regionali scorse si e' piazzata al secondo posto nella coalizione di centrodestra, non ha il diritto di far conoscere le proprie iniziative ai lettori del Corriere. Certo, non ci piace il governo di suo marito, signora Letta. Ma non è un motivo per annullare la nostra presenza nelle cronache sul rinnovo dell'amministrazione della città. Per fortuna abbiamo il nostro bel quotidiano online, gentile signora, Il Giornale d'italia, e informiamo - gratis - i lettori al posto suo. La seguiremo. F.S. Se ci censura Gianna Letta I l brutale omicidio del soldato britannico a Londra sembra aver scosso le coscienze europee. Ora, il Vecchio Continente si vede alle prese con un nemico che fino ad oggi aveva ignorato: il jihadismo. Ma non quello importato, bensì quello cresciuto in casa. Un dato allarmante che, soprattutto in Francia, sta creando non pochi problemi. Ultimo clamoroso fatto, vede un prete vittima di un aggressione compiuta da quattro maghrebini. E successo ad Avignone, dove le chiese sono diventate bersaglio degli estremisti. Intanto, ci si interroga su come sia stato possibile che i servizi britannici si siano lasciati sfuggire un terrorista come Mihcale Mujaheed Adebolja, il fondamentalista. Federico Campoli a pag. 5 ATTENTATO IN AFGHANISTAN, FERITA UNA ITALIANA Europa: allarme jihad Il declino dell Istituto presieduto da Amato e con il ministro Bray direttore editoriale Quando la Cultura si chiamava Treccani BARACCA ITALIA NEL 2013 Alla periferia della capitale condizioni di disagio per chi non è straniero Oggi pomeriggio ad Ostia la messa in ricordo di Teo Oggi, sabato 25 maggio, sarà celebrata da monsignor Fisichella a Ostia la messa per il trigesimo della scomparsa del presidente de La Destra Teodoro Buontempo. La funzione si svolgerà alle 17 nella Chiesa Santa Maria Regina Pacis, situata nell omonima piazza. Sarà l occasione, per il popolo de La Destra, per stringersi attorno a Marina e ai figli del più grande consigliere comunale che Roma abbia mai avuto. TRIGESIMO BUONTEMPO Francesco Storace e Fabrizio Santori con la coppia di baraccati romani Anna e Maurizio Olivieri ANCHE IL CAV A ROMA CON GIANNI ALEMANNO Grande entusiasmo dei romani al Colosseo Giovani barcollanti di botte, profondi squarci nella pelle provocati da vetri taglienti, schizzi di sangue ovunque. Non è una pellicola ambientata nel Bronx dei rabbiosi anni Settanta bensì la scena che si è presentata agli occhi di sanitari del 118 e agli agenti di polizia intervenuti domenica sera via Duca degli Abruzzi, centro di Lecce. Quattro i feriti, due afghani e altrettanti pakistani: è l epilogo dell ennesima rissa tra extracomunitari. L episodio è accaduto intorno alle 21, quando il gruppetto di pachistani e afghani, probabilmente accaldati dai fumi dell alcol, ha cominciato a discutere prima a parole, poi con le mani. Sono volati calci e pugni e a un certo punto è spuntato il coccio di bottiglia, usato come un pugnale. Un afghano di 21 anni è stato colpito con il coccio di una bottiglia, che ha causato un serio taglio al collo. Altri due hanno riportato traumi e ferite. Nella zuffa è stato coinvolto anche un cittadino indiano, 40enne, che, per difendere il figlio, è riuscito a fuggire in auto, rimediando così solo un taglio alla mano destra, guaribile in otto giorni. Diverse le pattuglie della polizia intervenute dopo le segnalazioni di negozianti e cittadini. Due stranieri sono stati subito fermati. A insospettire gli agenti il fatto che entrambi avessero gli indumenti sporchi di sangue e ferite vistose: l uno all orecchio sinistro e all avambraccio, l altro al collo. Identificati, i due sono stati tratti in arresto e ristretti ai domiciliari. Si tratta di Mostafa Nastri, 19 anni, e Naveed Cul, 21enne, entrambi afghani. Con loro nei guai è finito anche Zulgarnain Haider, pachistano di 20 anni, rintracciato subito dopo all interno di un bar con la t-shirt strappata e sporca di sangue. In base alla loro versione, la lite sarebbe scaturita per futili motivi. Nei prossimi giorni la Divisione immigrazione analizzerà gli aspetti amministrativi riguardanti il loro permesso di soggiorno. Purtroppo però episodi similari sono frequenti nella zona: schiamazzi, deiezioni negli angoli al riparo dei vicoli, risse, sono la cronaca del degrado degli ultimi anni. E pensare che la sede della questura è quasi dietro l angolo, ma neanche questo serve da deterrente. È noto che in quella zona infatti si ritrovino senegalesi, pakistani, afghani, marocchini e indiani. Che l alcool scorra a fiumi. E che spesso si vengano a creare problemi di convivenza. Ma ciò che i residenti ora chiedono, come spiega Lecce Prima è una soluzione definitiva. Carlotta Bravo Alta tensione nel carcere di Rossano Calabro, dove otto detenuti extracomunitari sono rimasti feriti in una rissa con l impiego anche di coltelli a serramanico che si è scatenata domenica pomeriggio nel centro penitenziario al rientro dall ora d aria. Il bilancio di otto detenuti accoltellati, di cui uno grave, trasportati d urgenza al pronto soccorso del locale nosocomio. I carcerati coinvolti nello scontro sono di etnia magrebina e albanese e a quanto pare si sarebbero scontrati in gruppo e colpiti. Durante il violento litigio è stata persino divelta la scrivania della sezione detentiva in uso agli agenti penitenziari per ricavarne sbarre e oggetti contundenti. Uno dei feriti è stato ricoverato in gravi condizioni. A renderlo noto è Eugenio Sarno, segretario generale della Uilpa Penitenziari. Evidentemente dichiara Sarno i nostri allarmi sull inadeguatezza organizzativa del carcere di Rossano erano fondati, anche sotto l aspetto delle deficienze organiche. È chiaro che un evento di tale gravità presuppone una immediata ricerca delle responsabilità materiali ed operative. Ma le vere responsabilità del disastro Calabria stanno in capo anche ai ministri che da anni non provvedono a nominare un nuovo Provveditore Regionale titolare. Un territorio come la Calabria non può pagare dazio con una vacanza istituzionale così grave. Cosa deve ancora capitare perché si provveda ad assegnare in pianta stabile un Dirigente Generale che coordini, organizzi e sovrintenda alle attività penitenziaria in quella terra di ndrangheta e di frontiera che si chiama Calabria?. C.B. Rossano Calabro Violenza in carcere: otto feriti A Lecce sfiorata la tragedia dopo l ennesima lite tra pakistani e afghani. E i residenti chiedono soluzioni Rissa tra stranieri nel centro storico: ma è la norma Si sono incatenati davanti al carcere di Poggioreale, a Napoli, per protestare contro la carenza di personale e il sovraffollamento. A far sentire la loro voce, ieri, sono stati circa una cinquantina di agenti di polizia penitenziaria, aderenti al sindacato Sappe (Sindacato autonomo polizia penitenziaria), che lamentano il disastro di un Dap (Dipartimento autonomo penitenziaria) ormai al collasso. In Campania, fanno sapere, mancano circa 200 poliziotti. In un volantino si contesta il capo del dipartimento amministrazione penitenziaria Giovanni Tamburino per una gestione fallimentare del corpo di polizia penitenziaria. Nonostante le chiacchiere di Tamburino e Pagano, la vigilanza dinamica dei penitenziari voluta dall Amministrazione Penitenziaria per alleggerire l emergenza carceraria è una resa dello Stato alla criminalità - denuncia il segretario del sindacato Donato Capece - Pensare a un regime penitenziario aperto; a sezioni detentive sostanzialmente autogestite da detenuti previa sottoscrizione di un patto di responsabilità favorendo un depotenziamento del ruolo di vigilanza della Polizia Penitenziaria, a tutto discapito della sicurezza e mantenendo il reato penale della colpa del custode ; ebbene, tutto questo è fumo negli occhi. In Campania, ricorda il Sappe, ' ci sono più di detenuti rispetto ai posti letto regolamentari, manca l acqua nelle celle di Avellino e S. Maria Capua Vetere, e la Polizia penitenziaria ha settemila agenti in meno. C.B. Napoli Poggioreale: agenti incatenati Ci sarebbero dissidi legati all ospitalità dietro la maxi rissa tra quaranta immigrati che si è scatenata a Piacenza (in via Capra) verso le 22 di sabato sera. Circa una quarantina, tra tunisini e egiziani, gli extracomunitari coinvolti. La scintilla sarebbe scattata perché alcuni dei coinvolti nella lite pare abbia chiesto agli altri stranieri di lasciare un appartamento per l arrivo imminente di alcuni parenti. Sul posto è intervenuta la polizia e in ausilio anche due gazzelle dei carabinieri. È stato necessario anche l arrivo del 118, tre infatti sono stati i feriti che sono stati portati al pronto soccorso. La posizione di alcuni extracomunitari è attualmente al vaglio delle polizia. Quaranta immigrati fanno a botte per un appartamento

9 Milano La crisi I due dovevano lasciare la casa Omicidio - suicidio, uno sfratto letale Il marito avrebbe prima strangolato la consorte per poi impiccarsi di uno sfratto esecutivo unito a gravi difficoltà economiche e L attesa problemi di salute il mix letale: queste le motivazioni che hanno indotto due coniugi di 52 e 51 a compiere un gesto estremo. La coppia infatti è stata trovata morta nel loro appartamento, a Besate (Milano). Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il marito, alcolizzato, avrebbe prima strangolato la consorte, affetta da disturbi psichici, e poi si sarebbe impiccato in casa. Un muratore ha trovato i corpi ieri mattina nell appartamento in via Matteotti 50, a Besate, dove stava effettuando dei lavori in seguito alla richiesta del padrone di casa che stava per sfrattare gli inquilini scomodi. Sulla porta è stato trovato un messaggio che invitava a entrare, con scritto la porta è aperta. Quindi dentro la terribile scena: i due coniugi senza vita, la donna distesa sul letto, il marito impiccato. In casa è stato trovato inoltre un altro biglietto in cui l autore (forse l uomo) chiede espressamente di cremare i corpi e che ai due cani in possesso della coppia venisse garantita assistenza. Fortunatamente i due non avevano figli. I carabinieri di Abbiategrasso hanno tenuto a far sapere che i servizi sociali del posto erano a conoscenza della situazione della coppia di Besate: il 52enne, originario del luogo, era da tempo disoccupato, mentre la moglie, nata a Trapani, era affetta da disturbi psichici. I militari hanno inoltre sottolineato come le condizioni igieniche dell abitazione fossero davvero al limite del consentito. Francesca Ceccarelli 9 Brescia La tragedia dopo la sconfitta sportiva Italia DAL NORD Si ribalta il pullman dei tifosi, muore un 22enne: venti i feriti Forse un colpo di sonno o un guasto tecnico tra le ipotesi dell incidente Rientravano a casa dopo aver sostenuto la propria squadra del cuore durante la semi-finale playoff. Un risultato sportivo andato male che si è trasformato in tragedia, quando, un pullman di tifosi bresciani, di ritorno dalla trasferta a Livorno, si è ribaltato, alle 4 di lunedì mattina, poco prima di arrivare a destinazione, a pochi chilometri dalla città di Brescia. Il mezzo, con a bordo i supporter bianco-azzurri, ha perso il controllo ed è finito in un campo di grano ai bordi della A21. L'incidente è avvenuto tra i caselli di Manerbio e Brescia centro. Nell impatto ha perso la vita un ragazzo di 22 anni, Andrea Toninelli, tifoso del Brescia e residente a Lumezzane. Tra i feriti, tra i 26 e i 27 anni, il più grave è un ragazzo ricoverato in prima ortopedia, che ha riportato fratture agli arti superiori. Un altro giovane, in condizioni meno gravi, si trova nel reparto di chirurgia per un trauma cranico. Altre tre persone, un ragazzo e due ragazze, sono arrivati in codice verde. Un altro ferito in condizioni critiche è ricoverato alla clinica Poliambulanza di Brescia. Le altre persone che hanno riportato ferite e contusioni sono state trasportate negli ospedali di Manerbio, alla clinica Città di Brescia e alla casa di cura Sant'Anna. Non si conoscono ancora le cause dell incidente. La dinamica è al vaglio degli agenti della Polizia Stradale di Brescia, ma non è escluso il colpo di sonno dell'autista o il guasto meccanico. Parole di conforto arrivano dal presidente del Brescia calcio, Luigi Corioni che ha dichiarato: Sono vicino alla famiglia del giovane Andrea e a tutti i sostenitori della squadra. Chiederemo alle due finaliste dei play off, Empoli e Livorno, di osservare un minuto di raccoglimento per onorare la memoria di un tifoso morto per un tragico evento di ritorno da una partita di calcio. Anche il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, ha inviato al primo cittadino di Brescia un telegramma di cordoglio e di vicinanza a nome di tutta la città. Caro sindaco - scrive Cosimi - la notizia del grave incidente che ha coinvolto nella notte un pullman di tifosi del Brescia che stava rientrando dalla trasferta di Livorno addolora e rattrista l'intera comunità livornese. Lo sport da sempre - e anche ieri cosi è stato - rappresenta un momento di allegria nella sana competizione, a prescindere ovviamente dagli esiti dei confronti e delle gare. Ti giungano i sentimenti di vicinanza miei personali e mio tramite di quelli di tutti i tifosi livornesi che ti chiedo di partecipare alla città, alla squadra, ai feriti ma in particolare alla famiglia della vittima. Carola Parisi VENEZIA Campo nomadi costato 4 milioni, ma l affitto non lo paga nessuno Un intervista per dire che sì, non pagare l affitto al Comune è una questione di cultura. Non arriva da qualche pensatore tea party e non è una difesa d ufficio della rivolta fiscale. È l ammissione di un assessore, di centro-sinistra, davanti al dato di fatto, inoppugnabile: a versare il proprio contributo (praticamente simbolico) per l alloggio che occupano, gli ospiti dei campi nomadi neanche ci pensano. La notizia arriva da Venezia, ed è contenuto nella intervista con la quale l assessore del Comune capoluogo informa i lettori de Il Gazzettino che i Sinti ospiti delle casette del campo di via del Granturco a Favaro non pagano l affitto. Eppure sono costate ben 4 milioni ai veneziani, mentre quello che si chiede a chi le occupa è un versamento a famiglia 32,54 euro al mese, per un incasso ipotetico complessivo a favore del Comune che sarebbe di 1236 euro, in tutto 14 mila e 800 l anno. Insomma, non ci avrebbe risollevati le sorti della pubblica amministrazione, ma il fatto è un altro: quante famiglie italiane sarebbe disposte a pagare una somma simile per vedersi garantito il diritto a un alloggio? Bruno Filippi, assessore alle politiche per la residenza, non sa spiegarselo. Certo, pure le bollette per l erogazione di energia elettrica sono sconosciute a lor signori. E per la verità, dice Filippi, non è neanche una novità. Lo ammette lui stesso, candidamente Perché l evasione, dice Filippi, c era ma mai così massiccia. Ad ogni modo nel 2010 e nel 2011 c era già stata una "moria" dei versamenti e intervenimmo pesantemente, dopodiché per un po ripresero a pagare, a parte quelli che non lo hanno mai fatto perché non rientra nella loro cultura. E quest ultima frase dice tutto. E ve l immaginate, voi famiglie italiane, non pagare con la scusa che non è vostra cultura? Sai che caccia all evasore, con unità cinofile della Guardia di Finanza pronte a seguirvi a nuoto nel Canal Grande, pur di spillarvi il dovuto, magari maggiorato dall Equitalia di turno. Ma anche se la caccia si verificasse pure per i sinti, costoro non avrebbero di che preoccuparsi. Perché il salvagente è pronto: Per molti di loro ci pensa la Caritas, rivela ancora Filippi. E ti credo, che lo chiamano Bel Paese Gustavo Lidis Saluzzo (Cn) - Si indaga su cinque morti misteriose I suicidi di Satana Si fa strada l ombra del satanismo dietro ai cinque ragazzi suicidi tra il 2004 e il Cinque casi che ruotano attorno a un liceo di Saluzzo (Cuneo). Una verità sconvolgente quella che è stata rivelata ieri mattina da Il fatto quotidiano in un inchiesta congiunta di Davide Milosa, Valeria Pacelli e Ferruccio Sansa. I cinque suicidi di Satana è questo il titolo che indica la catena di morti misteriose di cinque ragazzi in qualche modo legati a quel istituto scolastico saluzzese. Un unica certezza: a Saluzzo c è un grave problema di satanismo si legge - E non è detto che la magistratura possa mettere la parola fine a questa storia. Nonostante gli interrogatori, le intercettazioni degli indagati. E nonostante le conferme. I pm cittadini stanno infatti indagando sul suicidio dei cinque giovanissimi. E il sospetto è che dietro alla loro morte si muova qualcosa di misterioso. La pista che gli inquirenti stanno seguendo è quella delle sette sataniche e che ci si trovi davanti a suicidi indotti. Si tratterebbe di un problema che ha raggiunto proporzioni devastanti, inimmaginabili. In continua ascesa. Che avrebbe come sfondo un liceo di Saluzzo, un comune ai piedi del Monvisio in provincia di Cuneo. A confermarlo è stato un prete-esorcista che avrebbe raccolto la testimonianza di una mamma andata da lui a raccontargli di una professoressa e di alcune strane ricerche. Di una ragazza posseduta dal maligno. Ai tre giornalisti il religioso dice che l unico consiglio possibile, in questi casi, è rivolgersi alle forze dell ordine. Quelli sono peggio della mafia, ti cercano, ti trovan dice o, ti uccidono. Altre testimonianze raccolte da un monaco del monastero cistercense di Pra d Mill di Bagnolo Piemonte confermerebbero la diffusa pratica, in zona, di riti a sfondo satanico. Ci sarebbe anche chi, questa cortina fumogena che avviluppa e protegge l accaduto, avrebbe cercato di dissiparla. Davanti ai magistrati. Nella scuola, portando in classe una suora salutata da alcuni con bestemmie e insulti. Quello stesso giorno, era Pasqua, ha rischiato di morire per un infarto scrive ancora Il fatto. Roma, via Filippo Corridoni n.23 Tel Fax redazione@ilgiornaleditalia.org Direttore responsabile Francesco Storace Direttore editoriale Guido Paglia Società editrice Amici del Giornale d Italia Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Marketing e Pubblicità Daniele Belli Progetto grafico e impaginazione Raffaele Di Cintio Nicola Stefani Sito web Per la pubblicità su Il Giornale d Italia rivolgiti a Eco Comunicazione e Marketing via di San Bartolomeo 9 Grottaferrata (Rm)

10 10 Italia DAL CENTRO E DAL SUD La confessione del 17enne che ha ucciso la fidanzatina Fabiana Luzzi Le ho dato fuoco mentre era ancora viva Ieri per le strade di Corigliano Calabro amici e compagni hanno ricordato la ragazza assassinata Come era bella Fabiana, ora non posso più vederla, devo solo ricordarla attraverso di voi. Queste le parole della mamma di Fabiana Luzzi, la sedicenne accoltellata e bruciata viva dal fidanzato coetaneo. Ieri mattina per le strade di Corigliano Calabro, in provincia di Cosenza, gli amici ed i compagni di scuola di Fabiana hanno voluto ricordarla sfilando in corteo, tra la commozione e la rabbia dei presenti. L'atroce delitto è avvenuto lo scorso venerdì pomeriggio. D.M., il fidanzatino diciassettenne, è stato fermato dopo la denuncia dei genitori e le testimonianze dei compagni di scuola di Fabiana, che l avevano vista allontanarsi con il ragazzo a bordo di un motorino. Interrogato dal pm della Procura di Rossano Maria Vallefuoco su delega della Procura dei Minori, il giovane sedicenne avrebbe prima fornito una versione poco chiara dei fatti, facendo riferimento ad una presunta aggressione subita da un gruppo di persone, per poi ammettere la propria colpevolezza: ha confessato di avere accoltellato Fabiana e di averle poi dato fuoco mentre era ancora viva. È stato lo stesso omicida, durante il secondo interrogatorio nella serata di sabato, ad indicare agli inquirenti,, il punto esatto in cui trovare il cadavere di Fabiana, abbandonato in una zona isolata nelle vicinanze dell'istituto per ragionieri che la giovane frequentava. Una confessione lucida, glaciale, dettagliata, senza l ombra di un rimorso. Solo in rari momenti il ragazzo, studente all istituto industriale, si è interrotto mostrando un minimo di emozione. Ma quello che sembrava interessarlo di più, nel corso del drammatico interrogatorio cui è stato sottoposto sabato notte, era quella di andare a dormire. Sono stanco, -ha ripetuto più volte al magistrato,- voglio andare a letto. Le ragioni dell omicidio sarebbero da ricercare nella relazione estremamente conflittuale ed instabile tra i due giovani: la gelosia reciproca era un problema enorme tra i due. A scatenare la furia omicida del diciassettenne sarebbe stato il rifiuto di Fabiana di avere rapporti sessuali con lui. Arrivati presso un casolare abbandonato in contrada Chiubbica a Corigliano, la ragazza è stata accoltellata (non è stata ancora trovata l arma) e cosparsa di benzina e bruciata, come lui stesso ha confessato: l ho colpita più volte con un coltello pieghevole. Poi sono andato a casa, sono riuscito, mi sono procurato una tanica di benzina e sono tornato a darle fuoco quando era ancora viva. Lui che diceva di amarla. Lui che era ossessivamente geloso. Dopo l efferato omicidio, l assassino ha riportato ustioni al viso e in altre parti del corpo. Nella serata di venerdì era stato ricoverato nel centro grandi ustionati di Brindisi dopo essersi presentato nel pomeriggio nell'ospedale di Corigliano. Aveva giustificato quelle scottature raccontando di essersi ferito mentre aggiustava il motorino, dopo aver accompagnato a casa Fabiana. Una versione a cui nessuno aveva creduto, vista la denuncia di scomparsa presentata dai genitori della ragazza. Il ragazzo è stato arrestato con l accusa di omicidio volontario, ma gli inquirenti stanno verificando se ci sia stata o meno premeditazione. Il diciassettenne D.M. è ora detenuto in carcere nell Istituto minorile di Catanzaro. Carola Parisi Cosenza Maltrattamenti Urina a letto, la donna lo uccide La convivente 46enne ha ustionato con acqua bollente un 82enne Avrebbe picchiato il marito, poi lo avrebbe ustionato con acqua bollente, uccidendolo perché aveva fatto la pipì a letto. È avvenuto a Frascineto (Cosenza) dove Pina Ferrari, 46 anni è stata sottoposta dai carabinieri a fermo per omicidio. Sarebbe stata lei infatti ad ammazzare il convivente Donato Annesi, di 82 anni, procurandogli ustioni di primo e secondo grado con acqua bollente. La donna, nella tarda serata di venerdì scorso, aveva telefonato al 112 della Compagnia di Castrovillari chiedendo l intervento di una pattuglia a casa sua perché, a suo dire, un uomo di sua conoscenza si era nascosto sotto il letto e non voleva andare via. Quando i militari sono giunti sul posto hanno trovato Annesi con metà corpo sotto il letto, avvolto in una coperta bagnata dalla propria urina e impossibilitato a muoversi. Dopo avere soccorso l anziano facendo intervenire il 118, i carabinieri hanno chiesto spiegazioni alla donna, la quale ha riferito che l anziano era un uomo di sua conoscenza che nel pomeriggio, mentre si trovava da solo in casa sua si era fatto una doccia bollente con i vestiti addosso, procurandosi delle ustioni. Dalle indagini però sono poi emerse incongruenze nella versione della donna, acuite dalle dichiarazioni dei medici del Cardarelli che hanno riferito che Annesi, in uno dei pochi momenti di lucidità, ha raccontato che era stata la Ferrari a buttargli una pentola di acqua bollente addosso perché aveva urinato nel letto, aggiungendo che non era la prima volta che accadeva. Da ulteriori accertamenti è emerso che la vittima era stata in ospedale tre volte negli ultimi anni con lesioni compatibili con aggressioni ma riferite come incidenti domestici. L uomo è morto domenica all'ospedale Cardarelli di Napoli, dove era stato trasferito in seguiti all aggravarsi delle sue condizioni. Barbara Fruch Caserta L avvocato della miss abbandona il caso Un problema etico alla base della decisione dell'avvocato Carmen Posillipo del Foro di Santa Maria Capua Vetere, che fino ad oggi aveva fornito assistenza legale alla giovane miss Rosaria Aprea, di 20 anni, vittima di aggressioni da parte del fidanzato che l aveva ridotta in fin di vita lo scorso 13 maggio. La ragazza dopo essere stata violentemente picchiata con calci era finita in ospedale. L'aggressore, Antonio Caliendo di 27 anni, si era consegnato alla Polizia di Casapesenna accompagnato dalla sorella, lei stessa avvocato. L'uomo venne poi fermato dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta con l'accusa di lesioni gravissime e, successivamente, interrogato. Nel frattempo le condizioni della ragazza, aspirante miss di Macerata Campania, sono lentamente migliorate fino alle dimissioni dall'ospedale avvenute proprio nella giornata di ieri. Fin qui tutto normale, o meglio, i fatti avrebbero dovuto imboccare il naturale iter giudiziario, fino a quando in alcune sue dichiarazioni, la vittima si era dichiarata ancora innamorata del suo compagno e quindi desiderosa che fosse rimesso in libertà a breve. Parole assurde che hanno destato ritegno non solo nell opinione pubblica a quanto pare, infatti anche l avvocato difensore della ragazza si è arresa all evidenza e ha deciso di «rinunciare al caso in quanto le scelte dell'assistita collidono sia con la mia etica professionale che con le strategia difensive assunte». Francesca Ceccarelli Ascoli Piceno Aggredisce la ex armato di ascia Si è scagliato armato di ascia contro sua moglie e la famiglia di lei. Una scena che inevitabilmente riporta alla mente un fotogramma del film Shining diretto da Stanley Kubrik. È successo ad Ascoli Piceno, dove nella tarda serata di domenica si è sfiorata la tragedia. Pierangelo Poli, un 40enne del luogo infatti si è presentato a casa della sua ex compagna armato di un ascia da taglialegna ed ha prima distrutto le due auto parcheggiate sotto l abitazione per poi sfondare il portone di ingresso e ferire, fortunatamente in modo lieve, la donna e i genitori di lei. L uomo, già noto alle forze dell ordine, alla fine, è stato disarmato dagli agenti della polizia accorsi sul posto. Uno dei poliziotti è rimasto contuso ed è stato giudicato guaribile in tre giorni. Poco peggio è andata ai tre aggrediti che hanno riportato lesioni guaribili in cinque giorni. L assalto a colpi di ascia non è il primo gesto folle di Poli per farla pagare alla sua ex compagna. Tempo addietro, infatti, aveva tentato di dare fuoco all auto della donna, mentre a bordo con lei c era anche la figlia di tre anni. Lei lo aveva denunciato, ma le persecuzioni erano continuate. Ora il quarantenne si trova rinchiuso nel carcere di Marino del Tronto con l accusa di lesioni, minacce aggravate e porto di oggetti atti ad offendere, oltre che del reato di resistenza a pubblico ufficiale.

11 11 Cultura Per il trasferimento di un patrimonio locale vincolato di migliaia di libri, foto, epigrafi La questione Zeri non è finita Nonostante il decreto della Sovrintendenza, l Università felsinea sposta tutto da Mentana a Bologna, con la compiacenza della sinistra di Zingaretti e Marrazzo dal 2002 al L unico ad opporsi alla manovra all epoca fu l ex governatore del Lazio Francesco Storace di Davide Tedeschini sempre sognato come un centro d alta specializzazione di storia dell arte, Lui che L aveva era il consulente del Louvre e dei musei americani, e ne parlava ai suoi amici in lettere e colloqui pubblici. Ma la memoria di Federico Zeri non verrà rispettata: tutti i suoi averi hanno ormai lasciato definitivamente la sua Villa di Mentana a pochi km dal raccordo anulare, dopo 15 anni di polemiche e nonostante il vincolo posto dalla Sovrintendenza del Lazio. Amava il paesaggio laziale, l archeologia, le storie di artisti e personaggi che incrociano la Sabina e l antica Nomentum. Per questo aveva costruito la sua casa appositamente per la sua enorme biblioteca a ridosso del Parco della Marcigliana, il più grosso di Roma. Odiava il servilismo clientelare dell Università italiana dominata dalla sinistra, che l aveva da sempre osteggiato. Nel 1998 il grande erudito muore lasciando all università di Bologna la sola che furbescamente gli concede una laurea honoris causa negli ultimi anni della sua vita- la villa, il parco di 10 ettari, 3 case coloniche, la collezione di epigrafi romane, la biblioteca d arte (circa 90mila volumi tra libri e cataloghi d'asta) e la fototeca ( fotografie). All Accademia di Bergamo vanno la collezione di sculture, al Vaticano quella di dipinti e al nipote gli arazzi e i diritti. Il tutto specificato nel testamento. Data l importanza del lascito l Università di Bologna - sulla base dello statuto presentato dal rettore Fabio Roversi Monaco approvato dal Ministero dei Beni Culturali il 12 settembre costituisce la Fondazione Zeri con lo scopo di tutelare la memoria dello studioso e dare un profilo etico così da far partecipare al progetto: Unicredit Banca, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna e Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona, nonché Microsoft Italia che offre il patrocinio gratuito per la digitalizzazione di tutte le foto. Ma dopo 2 anni di distanza l Università di Bologna fa capire le sue vere intenzioni per voce del suo nuovo rettore Pier Ugo Calzolari, che è quella di portare il patrimonio altrove e lasciare a Mentana solo la sede legale della fondazione: la prima cosa a partire è la fototeca di foto di quadri antichi italiani e stranieri. Questo comportamento provoca una serie di reazioni nel mondo culturale, poiché le volontà di Zeri erano unanimemente già conosciute e l asportazione inoltre pregiudicava l unicità organica di quel patrimonio (unicum): l assessore ai Beni Culturali della Regione Lazio L. Ciaramelletti della giunta Storace, offre un finanziamento triennale all Università di Bologna di euro annue per entrare tra i soci della Fondazione, analoga proposta viene fatta dal Comune di Mentana. Fabrizio Lemme ordinario di legislazione dei Beni Culturali con cattedra a Firenze e di Diritto penale dell Economia a Siena scrive al rettore Calzolari e da un articolo chiarisce che ai sensi del T.U. 490/99 che..la rimozione della fototeca attuata dall Università di Bologna senza l autorizzazione ministeriale, integra gli estremi del reato previsto dall art.118/1 lett.a (Il Giornale dell Arte n.209 aprile 2002). Ma tutto viene ignorato dall Università di Bologna. Così nel territorio nomentano nascono comitati e movimenti, che commissionano pareri legali (che convergono con quello di Fabrizio La biblioteca Zeri trasferita a Bologna Lemme), petizioni, con le quali si chiede al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e al Ministro dei Beni Culturali Giuliano Urbani di porre il vincolo a villa Zeri le firme raccolte in pochi giorni, coinvolgendo anche l Accademia delle Belle Arti di Roma, i sindaci del territorio limitrofo a Mentana, (Monterotondo, Capena, Fonte Nuova, Montelibretti, Fiano Romano, Moricone, Palombara, Roma). In pieno dibattito, finalmente il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Sovrintendenza Regionale per i Beni e le Attività Culturali del Lazio, dopo aver avviato a luglio del 2002 il procedimento di dichiarazione ai sensi del D. lgs. n. 490/99 art. 2-6 sulla Fondazione Zeri, comprensiva di biblioteca, fototeca, raccolte archeologiche e storico-artistiche, il 24 luglio 2003 a firma del sovrintendente Ruggero Martinez emana il vincolo : per qualsiasi ipotesi di spostamento dei volumi della Biblioteca Zeri dovrà essere inoltrata richiesta (ex art. 22 del T.U. 490/99) alla Sovrintendenza Beni Librari della Regione Lazio. Negli anni sono molti gli eventi e le personalità che si sono espresse contro lo spostamento: da Fabio Roversi Monaco (fondatore della fondazione) a Salvatore Settis (si è anche parlato di lui per la presidenza della Repubblica ad aprile 2013), da Mina Gregori a Antonio Giuliano, (tutti dimessisi dalla fondazione) con pareri negativi del sottosegretario ai Beni Culturali Vittorio Sgarbi, di Fabrizio Lemme, di altri descritti in varie pubblicazioni. Varie le vicende politiche che precedono la dichiarazione della Sovrintendenza del Lazio: un gruppo di senatori presenta un interrogazione sul caso dell eredità di Federico Zeri, in cui si denuncia il tradimento delle volontà testamentarie di Federico Zeri al Ministro per i Beni e le Attività Culturali; i Consiglieri Regionali di opposizione e maggioranza presentano interrogazioni ed emendamenti al governatore del Lazio Storace in favore della permanenza della sede operativa della Fondazione Zeri a Federico Zeri Villa Zeri, come auspicato dallo studioso nei suoi carteggi pubblicati dai giornali e dalle testimonianze viva voce, forse non specificato nettamente nel testamento, scritto a 4 mani con l università. Nonostante tutto a due anni di distanza della notifica ministeriale che obbliga l Università di Bologna a riportare la fototeca nel sito originario di Villa Zeri, l Università comunica che la Fondazione Zeri aprirà ufficialmente al pubblico il 5 ottobre 2006 nell ex convento di Santa Cristina, in precedenza semiabbandonato, nella città di Bologna, non rispettando di fatto il vincolo ministeriale. Finito il mandato di Storace, sotto Marrazzo si autorizza lo spostamento dei libri, cosa avvenuta anche in provincia sotto Zingaretti, in virtù di una non bene identificata volontà di collaborazione dimostrata dall assessore Rodano, tanto che il trasferimento si conclude nel L ultimo atto è un emendamento del 2011 del vicepresidente vicario della Provincia di Roma Petrocchi, col quale si chiedeva all assessore Rodano di rendere almeno fruibile Villa Zeri ma da quel dì tutto tace. Nessuno ha fatto niente di concreto dice all epoca dei fatti Salvatore Vicario il medico di Zeri che era stato nominato rappresentante del Comune di Mentana in seno alla Fondazione, poi dimessosi- per impedire che il materiale Zeri rimanesse, secondo la sua volontà a Mentana. Nessuno ha denunciato il Magnifico Rettore, che ha deciso di appropriarsi del materiale senza avere nessun tipo di autorizzazione. Questo è un problema che doveva essere affrontato anche dai più alti vertici istituzionali. Vittorio Sgarbi sentito nel ammise il problema iniziato con l imbarazzata ministro Melandri (ora direttore del MAXXI di Roma) il Ministro Urbani se ne è accorto Il grande salotto di casa Zeri tardi. Io solleciterei Salvatore Settis, consulente del Ministero dei Beni Culturali e su temi cruciali come questo è probabile che non faccia alcun problema a discuterne. Ma per il rettore Calzolari il problema era di piccola provincia. E proprio del 2003 con Veltroni in Campidoglio che Salvatore Settis viene premiato con la somma di euro del Premio Zeri da parte di Malgeri, nipote di Zeri ed erede dei diritti. L unico che secondo il sottosegretario Sgarbi poteva fare qualcosa premiato in Campidoglio al cospetto del sindaco Veltroni? Non certo per agire contro l università in cui insegna il fratello di Romano Prodi. Infatti a tutt oggi non è successo nulla. Nella considerazione che solo la giunta di Storace ha combattuto come nessun altro per far permanere il patrimonio lì dove è sempre stato e costituito giorno per giorno, fino ad ottenere il vincolo delle Belle Arti, resta il rammarico per le successive amministrazioni di sinistra, che hanno lasciato derubare il territorio di un patrimonio culturale solo per ottenere regalie e benefici personali dalla più importante università d Italia, documentate da nomine in seno a commissioni universitarie e progetti culturali, consulenze e prebende. Il clientelismo che conosciamo ormai da anni e che non ha più niente a che fare con la cultura, con le leggi, con la civiltà.

12 12 Primo Piano Nel derby della vita i biancocelesti conquistano in un colpo solo trofeo, Europa League e Supercoppa Lazio padrona di Roma di Federico Colosimo e Paolo Signorelli L esplosione della gioia biancoceleste Un derby giocato con il sole non può regalare una stella. Quella d argento, che la Roma attendeva con la decima Coppa Italia della sua storia. Svanisce tutto in un pomeriggio romano, che prende i colori del cielo, bianco e celeste. La Lazio conquista il trofeo (per la sesta volta), la qualificazione diretta in Europa League, la Supercoppa Italiana di agosto con la Juventus e, come se non bastasse, il primato cittadino. Tutto in un colpo solo, tutto in 94 minuti di gioco. La sponda giallorossa della Capitale, ancora una volta, esce dalla super sfida senza vincerla. E chiude una stagione deludente, la seconda di una Le lacrime di Totti e De Rossi a fine partita gestione statunitense senza gioie, senza successi. Il progetto, quello tanto proclamato dalla società, è fallito. In tutto e per tutto. La gestione di James Pallotta, certamente, avrà bisogno di più di un logo nuovo, peraltro molto contestato, per ridare competitività al club. Adesso, però, è il tempo delle lamentele, e il giorno dopo la batosta, è quello più duro. E Mario Corsi, alias Marione, la voce radiofonica del popolo romanista, non usa mezzi termini per descrivere il suo stato d animo: Dal 1927, è la pagina più buia della nostra storia. Così, il conduttoretifoso, ha aperto la sua trasmissione, Te la do io Tokyo, ieri mattina. Una frase significativa, che non lascia spazio a repliche e ad altri commenti. La partita Dopo l autentico spettacolo offerto dal pubblico, con coreografie (sponda biancoceleste) da mozzafiato, striscioni e sfottò, inizia il match, sin da subito, carico di tensione eccessiva. In un Olimpico che trasuda emozioni e allo stesso tempo vibra per i palpitanti cuori delle due tifoserie, le due squadre sembrano risentire dello stress con cui Roma ha vissuto questa sfida epica nelle ultime settimane. Per il derby più importante della storia. Anche per questo le due formazioni partono forte. E dopo 45 secondi, il capitano in campo della Lazio, Ledesma, si becca il primo giallo. La carica agonistica è alle stelle, ma nel complesso sono gli aquilotti a dettare il ritmo del gioco e a creare le più pericolose palle gol. Al terzo minuto di gioco, Lobont respinge corto un tiro a giro di Lulic. Mentre Totti principalmente si preoccupa di litigare e lamentarsi in mezzo al campo, per i calcioni subiti, Lamela, da fuori, scalda i guanti a Marchetti. La più nitida occasione, però, capita sulla testa di Miro Klose. Il tedesco va a inzuccare a colpo sicuro, da due passi. Niente da fare, l estremo difensore giallorosso, con un guizzo felino, respinge. L ultimo brivido, lo regala, al 45, l incornata di Destro. Palla in curva. In una ripresa avara di emozioni, al 71 minuto di gioco, l episodio decisivo. Mauri libera l instancabile Candreva, cross teso al centro dove Lobont combina una papera clamorosa che mette GLI ULTRAS GIALLOROSSI VINCONO IL MATCH DEGLI ARRESTATI Ben 9, infatti, sono le persone finite in manette al termine del match. Tutte quante, di fede giallorossa. Un vero e proprio arsenale è stato sequestrato, nel cuore della notte, ai supporters romanisti. Mazze, coltelli, machete, fumogeni, bombe carta e, soprattutto, alabarde costruite per dare vita ad una vera e propria battaglia con lame e rastrelli fissate con lo scotch sulla punta di mazze di legno della lunghezza di circa un metro. Due ultras sono stati arrestati nei pressi del Colosseo, proprio mentre stavano tirando sassi contro il pullman della Roma. Altri cinque, sono stati fermati intenti ad aggredire con cinture, catene e mazze - due rivali nei pressi del Ministero della Marina. Durante il pestaggio, come bottino di guerra, ai due malcapitati è stata anche sottratta la bandiera della Lazio. Per concludere, altri due malviventi sono stati trattenuti dalle Forze dell Ordine sempre nei pressi dell Anfiteatro Flavio, perché armati di oggetti contundenti. fuori causa Marquinhos: non Lulic che, da due passi, non può sbagliare. E la svolta. Entra Osvaldo, ma non cambia nulla. Totti predica nel deserto, così come Lamela, mentre Destro perde tutti i duelli aerei con Biava e Cana. Mauri si divora il 2-0 in contropiede in pieno recupero, ma la Roma non ne approfitta. Triplice fischio di Orsato: apoteosi Lazio. La Coppa al cielo E il momento che tutti laziali, nessuno escluso, sognavano. Francesco Totti, insieme a capitan futuro, Daniele De Rossi, dopo aver preso la medaglia d argento, è in lacrime, a bordo campo. E stato forse quell istante, quel momento, che ha fatto capire realmente il valore di questa partita. Le bandiere giallorosse, non si danno pace, attoniti, impietriti, nel vedere i cugini salire sul carro dei vincitori. Come Lovati, come Fuser, come Nesta, come Favalli, come Rocchi. Stefano Mauri è il sesto capitano nella storia della Lazio a prendere in mano la Coppa Italia. Gliela consegna il Presidente del Senato, Pietro Grasso. E il brianzolo non aspetta neanche gli olè di rito. Troppo forte la voglia di festeggiare, troppo grande la gioia. Trofeo alto verso il cielo, tripudio biancoceleste. Foto di rito, balli, cori, e tutti sotto la Curva Nord. Ad esultare, con i tifosi, artefici di uno spettacolo unico e di un tifo eccezionale. E naturalmente Lulic il più acclamato, portato in trionfo, sulle spalle, dai supporters. Stesso trattamento, per il tedesco, Klose. Arriva anche Lotito, ma si sa, non è ben visto dai sostenitori biancocelesti. E allora, giù fischi e cori. Non è il momento della contestazione, ma dei sorrisi, degli sfottò. C è poi Olympia, l aquila, il simbolo della Lazio e dell Impero romano. E poi c è la Curva Sud, che si svuota, completamente, in pochi minuti. E l Olimpico si colora solo di azzurro. Con i tifosi che marchiano il manto erboso con il loro capolavoro: la coreografia. Con un legionario che tiene sotto braccio un giocatore laziale (con il pallone in mano). Di fronte la Dea Roma, che gli consegna l aquilifero. Hic manebimus optime, recitava il gigantesco striscione. Dal latino, Qui staremo benissimo. Battaglia di Veio, quella frase simboleggiò il radicamento al suolo di Roma. L artista, è Massimo Disegnello, il Michelangelo della Nord. I tifosi onorano le origini e tengono a sottolineare che, nella Capitale, comanda la Lazio. Bus scoperto e festeggiamenti E alle 22:30, quando le strade si riempiono di tifosi festanti, in pieno stile british, arrivano gli artefici del successo: i giocatori, lo staff, il La spettacolare coreografia della curva Nord Eccezion fatta per i soliti noti, però, poteva andare molto peggio. Il derby è stata una festa, civile, e questo anche grazie all ottimo lavoro della Polizia e dei Carabinieri. Perfetti, nell organizzazione e nei comportamenti. Bernald Sheahj mister, Petkovic. Tutti su un pullman scoperto, raggianti. Migliaia di tifosi, nel frattempo, si riuniscono a Piazza della Libertà, casa madre dei laziali. Lì, dove 113 anni fa, nacque la Polisportiva. Tra clacson, bandiere biancoazzurre e tricolore, cori come solo la Lazio, a Roma c è solo la Lazio, i supporters biancocelesti hanno paralizzato il traffico all ingresso del centro storico. Arrivano anche a Piazza del Popolo, sono in 15mila. I caroselli dei tifosi in motorino riversano per la città. I beniamini salutano e arrivano nel loro feudo, Met. Il celebre ristorante di Ponte Milvio (proprietari laziali) e festeggiano fino a tarda notte. Contestazione a Trigoria Se da una parte è festa, dall altra, c è tensione. In via Cavour, parzialmente chiusa, per esempio, vengono bersagliate auto a colpi di sassi, bottiglie e bastoni. All altezza di Largo Corrado Ricci, inizia una vera e propria sassaiola contro gli agenti schierati con i propri mezzi. E a Trigoria, però, che 200 tifosi della Roma aspettano il pullman giallorosso. Lanci di petardi, uova e sassi rompono il vetro del bus che portava solo alcuni giocatori (assenti Totti, De Rossi e Osvaldo). Bersagliati di cori il presidente Pallotta ed i dirigenti Franco Baldini e Walter Sabatini. Ma soprattutto, Daniele De Rossi, reo di aver sbagliato l ennesima partita di una stagione al di sotto delle aspettative. I tifosi giallorossi non fanno sconti e ora, per capitan futuro, si aprono le porte di una incredibile cessione. Mercenari, mercenari, il coro unanime. Siete della Lazio, l accusa. Tweet velenosi E il giorno dopo la sconfitta, le polemiche non si fermano. Osvaldo non perdona a mister Andreazzoli l averlo fatto partire dalla panchina e, su twitter, lancia l affondo: Facevi più bella figura se ammettevi (scusate per l italiano ndr) di essere un incapace. Vai a festeggiare con quelli della Lazio. Reazione furibonda del centravanti della Nazionale italiana che, ora, con tutta probabilità, verrà multato e, di conseguenza, messo sul mercato. Non si è fatta attendere, però, la replica del mister (ancora per poche ore) giallorosso. E un piagnone, la replica. Titoli di coda - La sentenza è arrivata, la Lazio è la nuova regina della Coppa Italia La Roma rimane con il cerino in mano e con la consapevolezza di non essere stata all altezza. E come direbbe Mourinho, alla resa dei conti, finisce la stagione con zero tituli.

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