Gli obiettivi di questo modulo possono essere così riassunti: Riconoscere quando evitare i chelanti del P a base di calcio Ottimizzare il trattamento
|
|
- Tommasa Pellegrino
- 7 anni fa
- Visualizzazioni
Transcript
1 1
2 Gli obiettivi di questo modulo possono essere così riassunti: Riconoscere quando evitare i chelanti del P a base di calcio Ottimizzare il trattamento dell iperfosforemia: dati sperimentali Ottimizzare il trattamento dell iperfosforemia nei pazienti con CKD Ottimizzare il trattamento dell iperfosforemia nei pazienti in dialisi
3 Il paziente con IRC avanzata sviluppa iperfosforemia. Tale alterazione biochimica è al centro di una serie di conseguenze dannose per il soggetto, se i livelli di fosforo non vengono adeguatamente controllati. È noto da diversi anni come il fosforo elevato induca direttamente patologia scheletrica e iperplasia paratiroidea, con iperparatiroidismo secondario. È invece una nozione più recente il fatto che l iperfosforemia sia associata a un declino più rapido della funzione renale, e soprattutto a un rischio aumentato di patologia cardiovascolare e di calcificazioni vascolari. Ne deriva che i livelli elevati di fosforo si associano ad aumentata mortalità nei pazienti in dialisi.
4 I chelanti del fosforo attualmente disponibili sono idrossido di alluminio (Al), sali di calcio (carbonato e acetato), sevelamer e lantanio (La). In questa tabella vengono riassunte le caratteristiche principali di ognuno di questi principi attivi.
5 L idrossido di alluminio è uno dei chelanti di prima generazione che presenta le seguenti caratteristiche: 1. Efficacia: è un chelante del P altamente efficace a livello intestinale 2. Dipendenza dal ph intestinale: funziona bene a tutti i ph dell ambiente gastrointestinale 3. Assorbimento sistemico: è altamente assorbito 4. Tossicità: è tossico a diversi livelli (osseo, midollare e del SNC) 5. Compliance: molto buona, perché disponibile anche in formulazione di sciroppo, più gradita ai pazienti rispetto alle compresse 6. Costo: assai ridotto
6 I sali di calcio (acetato e carbonato) sono tuttora tra i chelanti del fosforo più utilizzati, con le seguenti caratteristiche: 1. Efficacia: sono chelanti del P altamente efficaci a livello intestinale 2. Dipendenza dal ph intestinale: funzionano bene solo a determinati ph dell ambiente gastro-intestinale 3. Assorbimento sistemico: sono assorbiti 4. Tossicità: sono tossici per aumento della deposizione di calcio-fosfato a livello vascolare 5. Compliance: buona, anche se può dare effetti indesiderati a livello gastroenterico (stipsi) 6. Costo: assai ridotto
7 Per i chelanti a base di Ca, la quantità di Ca elementare fornita per grammo di prodotto è nettamente differente, per cui somministrare 1 g di carbonato di calcio è diverso da somministrare 1 g di calcio acetato. 7
8 Sevelamer è stato il primo chelante del fosforo non contenente calcio né alluminio, con le seguenti caratteristiche: 1. Efficacia: è un chelante del P moderatamente efficace a livello intestinale, perché come resina lega anche i lipidi, l acido urico e le endotossine, favorendone un cosiddetto effetto pleiotropico 2. Dipendenza dal ph intestinale: funziona bene solo a determinati ph dell ambiente gastro-intestinale 3. Assorbimento sistemico: non è assorbito 4. Tossicità: non è tossico 5. Compliance: moderata/buona, per il numero elevato di compresse necessarie (6-8 al giorno) 6. Costo: assai elevato
9 La terapia di prima generazione delle alterazioni della sindrome CKD-MBD (chronic kidney disease - mineral bone disorder) era rappresentata dai chelanti del fosforo a base di calcio (sali calcici a base di carbonato di calcio o calcio acetato) per il controllo dell iperfosforemia e da calcitriolo come forma di vitamina D attiva per il controllo dei livelli di PTH (paratormone). Purtroppo, questo cocktail pro-calcificante è concausa di patologia cardiovascolare nei soggetti in dialisi, provocando aumenti dei valori del prodotto calcio-fosforo e del rischio di calcificazioni extrascheletriche.
10 Il fatto che il carbonato di calcio ad alte dosi sia causa di patologia è noto da alcuni decenni (Clarkson et al., Clin Science 1966;30:425-38). Infatti, i sali di calcio assunti ad alte dosi per via orale e assorbiti per via intestinale possono determinare calcificazione di tessuti molli nei soggetti con malattia renale cronica, ma anche con funzione renale normale. Una delle sedi maggiormente colpite è il rene stesso, con calcificazioni tubulari e peggioramento della funzione renale.
11 Ecco perché la ricerca in questo campo ha portato alla scoperta di nuovi farmaci chelanti del fosforo privi di calcio e di alluminio, quali sevelamer HCl e carbonato di lantanio, per poter controllare in maniera efficace il fosforo senza dare calcio al paziente. Inoltre, gli analoghi della vitamina D (paracalcitolo) e i calcio-mimetici (cinacalcet) sono farmaci importanti per il controllo del PTH, con minor effetto sui livelli di fosforo nei pazienti in dialisi.
12 In un recente articolo pubblicato su NEJM, Marcello Tonelli e coll. hanno elegantemente analizzato i chelanti del fosforo per i pazienti con insufficienza renale. Tra le conclusioni, gli Autori suggeriscono che sevelamer e il lantanio sono chelanti promettenti, ma la loro superiorità rispetto ai chelanti a base di calcio non è stata dimostrata. Inoltre, i nuovi chelanti sono costosi e associati a maggiore frequenza di eventi avversi. Detto questo, gli Autori concludono che sevelamer e lantanio non possono essere raccomandati come prima scelta per la terapia dell iperfosforemia nel paziente in dialisi.
13 Possiamo essere in disaccordo con alcune di queste affermazioni, basandoci su dati presenti in letteratura. Innanzitutto, l uso dei chelanti a base di calcio dovrebbe essere ridotto al minimo nei pazienti con episodi di ipercalcemia e calcificazioni vascolari, fenomeni proinfiammatori, dislipidemia e/o diabete mellito.
14 In questa slide sono elencate le situazioni nelle quali è consigliabile evitare l assunzione del calcio come chelante del fosforo nel paziente dializzato. I pazienti più anziani hanno un rischio maggiore di sviluppare aterosclerosi, calcificazioni vascolari e patologia cardio-vascolare. I soggetti maschi hanno un rischio cardiovascolare maggiore. Le donne sono protette da tale rischio fino alla menopausa. I soggetti diabetici se trattati con chelanti a base di calcio raddoppiano il rischio di progressione delle calcificazioni vascolari. I pazienti in dialisi con malattia dell osso adinamico mostrano un peggioramento del quadro clinico dovuto a una soppressione maggiore del PTH. Per i pazienti con calcificazioni vascolari e/o valvolari è opportuno evitare di far progredire tale processo con ulteriore calcio. La microinfiammazione predispone alle calcificazioni vascolari.
15 Iniziamo ad analizzare alcuni dati importanti derivanti dal laboratorio.
16 L iperfosforemia causa direttamente iperparatiroidismo secondario, indipendentemente da calcio e vitamina D, attraverso due potenziali meccanismi: 1) elevati livelli di fosforo aumentano la sintesi di PTH nel nucleo della cellula paratiroidea; 2) elevati livelli di fosforo causano iperplasia ghiandolare paratiroidea e di conseguenza aumento del PTH. È importante sapere che ciò avviene per un meccanismo diretto che non dipende dalle variazione ematiche di calcio e di vitamina D.
17 In questo disegno vengono rappresentati diversi attori coinvolti nella patogenesi dell iperparatiroidismo secondario. Ratti uremici nutriti con una dieta a basso contenuto di fosforo non sviluppano iperplasia paratiroidea e aumentata sintesi di PTH, per un inibizione diretta intracellulare. I meccanismi coinvolti nella patogenesi dell iperplasia paratiroidea sono molteplici: la downregulation dell espressione del recettore del calcio (CaSR), la downregulation dell espressione del recettore della vitamina D (VDR), l attivazione nucleare della ciclina D1, la downregulation nucleare di p21 e p27 (quali proteine inibitrici il ciclo cellulare) e l aumentata espressione di transforming growth factor (TGFalpha).
18 In corso di insufficienza renale cronica si assiste a una downregulation della stabilità del PTH mrna, che può essere regolata dal carbonato di lantanio come chelante del fosforo. 1) La CKD induce iperfosforemia e pertanto aumenta l espressione del gene del PTH nel tempo. In ratti con iperfosforemia trattati con carbonato di lantanio è stata registrata una riduzione della sintesi di PTH. 2) In percentuale di espressione rispetto al controllo (100%), la CKD aumenta di circa 6 volte il PTH mrna. Il carbonato di lantanio riporta la sintesi di PTH a livelli simili alla normalità. 3) La regione nucleare delle cellule paratiroidee a essere influenzata dal fosforo è la 5 -UTR. In questo sito, il lantanio previene l upregulation del PTH mrna.
19 Inoltre, è noto come il fosforo possa direttamente entrare nella cellula muscolare liscia vascolare e causare calcificazione vascolare e trasformazione osteoblastica. Il fosforo, attraverso il cotrasportatore sodio-fosfato, entra nelle cellule e manda un segnale al nucleo per attivare la sintesi di geni che normalmente sono coinvolti nella sintesi e produzione di osteoblasti per la formazione di matrice ossea. Tra tutti, è stato riconosciuto un ruolo chiave al core-binding factor alpha 1 (CBFA1), un fattore di trascrizione che permette alle cellule vascolari di cambiare il fenotipo in osteoblasti attraverso la sintesi di bone matrix protein, quali l osteonectina, l osteopontina, l osteoprotegerina, ecc. Questa trasformazione attiva porta a una mineralizzazione della matrice extracellulare.
20 L acido fosfonoformico (PFA) protegge dalla calcificazione vascolare. Cellule muscolari lisce vascolari sono state incubate per 10 giorni in un medium di calcificazione con acido ascorbico e concentrazioni elevate di fosforo in presenza o assenza di 1 mm di PFA. La deposizione di calcio è stata misurata e normalizzata per il contenuto proteico cellulare. L inibizione indotta da PFA della deposizione di calcio è risultata statisticamente significativa (*p <0,01). I dati sono illustrati come media ± errore standard.
21 Cellule muscolari lisce vascolari sono state incubate con fosforo a 5 mm con concentrazioni crescenti di lantanio. La deposizione di calcio è stata misurata e normalizzata per il contenuto proteico cellulare. La presenza di lantanio inibisce in maniera significativa le calcificazioni vascolari indotte dal fosforo elevato, in maniera dose-dipendente (*p <0,01). I dati vengono illustrati come media ± errore standard per 5 diversi esperimenti.
22 In corso di insufficienza renale l iperfosforemia causa aumento dei depositi arteriosi di calcio. Il carbonato di lantanio al 2% riduce la precipitazione di calcio a livello arterioso, inoltre previene la calcificazione della tunica media arteriosa, attraverso una riduzione dell espressione del CBFA1. La calcifilassi è una conseguenza drammatica delle calcificazioni vascolari da iperfosforemia nel dializzato. In questo studio clinico è possibile osservare un processo di calcifilassi a livello di un arto inferiore. Dopo 2 mesi di trattamento combinato con carbonato di lantanio e dialisi intensiva si è assistito a una significativa guarigione della ferita da calcifilassi con una semplice ulcera superficiale. L effetto del lantanio sulla calcifilassi è dovuto alla riduzione del fosforo sierico, che provoca un netto miglioramento del quadro clinico: minor infiammazione e deposito di calcio.
23 Passiamo dal laboratorio al paziente con malattia renale cronica in fase conservativa non in dialisi. In tale fase è importante ricordare che i livelli di fosforo diventano >4,2 mg/dl (soglia di normalità) quando la velocità di filtrazione glomerulare (GFR) si riduce al di sotto di 25 ml/min/1.73 m 2. Infatti, i pazienti sono protetti dall iperfosforemia fino a questo livello di malattia renale cronica da ormoni fosfaturici (PTH e fibroblast growth factor 23, FGF23) che aumentano l escrezione urinaria del fosforo assunto con la dieta, senza aumentare la fosforemia. Poi è necessario somministrare i chelanti del fosforo.
24 L efficacia e la sicurezza del carbonato di lantanio è stata studiata in pazienti con CKD in stadio 3 e 4, poiché mancano dati a riguardo dell uso di chelanti del fosforo in questa popolazione. Sono stati arruolati i pazienti con P >1,49 mmol/l, per raggiungere un obiettivo di P <1,29 mmol/l. Ottanta pazienti hanno ricevuto carbonato di lantanio e 41 placebo. Lo studio è stato completato da 71 pazienti in totale. Al basale i livelli di P erano 1,71±0,03 mmol/l (carbonato di lantanio) e 1,74±0,04 mmol/l (placebo), con una percentuale simile di pazienti (80%) naïve per chelanti del fosforo. Dopo 8 settimane di trattamento, la maggior parte dei pazienti trattati con carbonato di lantanio aveva livelli di P controllati rispetto al placebo (differenza 0,12 mmol/l, p = 0,02), con consensuale riduzione del PTH. La terapia con carbonato di lantanio è stata ben tollerata.
25 Il deficit di vitamina D è definito come riduzione dei livelli di 25-idrossivitamina D (25-OH D, calcidiolo) <75 nmol/l insieme a una riduzione dell attività dell enzima 1-alpha idrossilasi nel rene. Questo contribuisce a riduzioni dei livelli della forma attiva di vitamina D, 1,25-diidrossivitamina D (1,25-[OH]2 D, calcitriolo). Pertanto i pazienti con CKD necessitano di terapia con vitamina D, che non è esente da effetti collaterali, come l ipercalcemia soprattutto nei pazienti in terapia chelante del fosforo con sali di calcio. In questo studio si è analizzato l effetto dell assunzione di carbonato di lantanio in pazienti con CKD allo stadio 3 e 4 sui livelli e sulla biodisponibilità di vitamina D. Pazienti con P >1,49 mmol/l sono stati trattati con carbonato di lantanio o placebo per raggiungere livelli di P <1,29 mmol/l. Trentatre pazienti (carbonato di lantanio = 17, placebo = 16) sono stati arruolati per essere trattati con ergocalciferolo (n = 13), calcitriolo (n = 9), doxercalciferolo (n = 6) o paricalcitolo (n = 5). Il carbonato di lantanio non altera i livelli di 25-OH D o 1,25-(OH)2 D nei pazienti con CKD in stadio 3 e 4.
26 Che cosa fare nel paziente in dialisi? Il compito fondamentale del chelante del fosforo è quello di legare a livello gastro-intestinale il fosforo introdotto con la dieta, impedendone l assorbimento; per essere il chelante ideale dovrebbe al contempo essere scevro di effetti collaterali, facilmente accettabile dal paziente in quanto a modalità di assunzione e risultare poco costoso. Attualmente i chelanti presenti in commercio in Italia si dividono in chelanti contenenti alluminio (idrossidi di alluminio e di magnesio), chelanti a base di calcio (calcio acetato e carbonato di calcio), chelanti calcium-free (sevelamer carbonato e acetato, carbonato di lantanio). Le linee guida KDOQI consigliano la riduzione dell utilizzo dei chelanti calcici per ridurre lo sviluppo di calcificazioni e promuovono invece l utilizzo di sevelamer e carbonato di lantanio; l utilizzo di idrossido di alluminio è altamente sconsigliato alla luce degli effetti collaterali possibili.
27 Questa slide mostra un analisi ad interim di uno studio di fase 3 (intent-to-treat, n = 359) che ha valutato l efficacia del carbonato di lantanio in pazienti iperfosforemici trattati precedentemente con un diverso chelante. Il 41% dei pazienti era in terapia con 2 o più chelanti del fosforo allo screening (sevelamer + carbonato di calcio +/- idrossido di alluminio). Allo screening nel 35% dei pazienti la fosforemia risultava controllata come da linee guida (KDOQI) con la precedente terapia chelante. Dopo 2-3 settimane di wash-out il 92% dei pazienti mostrava valori di P >5,5 mg/dl. Dopo 3 settimane di terapia con carbonato di lantanio il 39% dei pazienti era in target. Dopo 5 settimane di terapia con carbonato di lantanio il 44% dei pazienti era in target Dopo 12 settimane di terapia con carbonato di lantanio il 48% dei pazienti era in target Per alcuni pazienti è stato possibile prolungare per 6 mesi la monoterapia con carbonato di lantanio ed è evidente che permane un buon effetto chelante (42%).
28 A differenza di quanto inizialmente ipotizzato, i chelanti privi di calcio come sevelamer e il lantanio proteggono i pazienti dalla patologia dell osso adinamico, rispetto al carbonato di calcio. J Am Soc Nephrol 2008;19(2): Studio della durata di un anno, in 119 pazienti in emodialisi, di confronto tra sevelamer e carbonato di calcio sull outcome osteodistrofia renale, valutato con 2 biopsie ossee (basale e a 12 mesi). Al basale il 59% dei pazienti era affetto da patologia dell osso adinamico. A parità di fosforemie, i livelli di calcio erano molto più bassi nei pazienti trattati con sevelamer, i quali presentavano anche livelli di PTH più elevati, rispetto a coloro che ricevevano carbonato di calcio. Dopo 12 mesi di terapia, in entrambi gruppi la malattia adinamica ossea rimaneva stabile. Kidney International 2003;63:S73-S78. Novantotto pazienti in emodialisi sono stati randomizzati a carbonato di lantanio (n = 49) o carbonato di calcio (n = 49) per verificare l outcome osteodistrofia renale, valutato con 2 biopsie ossee (basale e a 12 mesi). La percentuale di pazienti con patologia dell osso adinamico si riduceva in maniera importante ( 50%) nel gruppo carbonato di lantanio, rispetto al gruppo carbonato di calcio (+30%). Inoltre, l iperparatiroidismo severo non si modificava nei pazienti in terapia con carbonato di calcio, mentre si dimezzava in coloro che ricevevano carbonato di lantanio. 28
29 Il carbonato di lantanio si mantiene efficace nel tempo. Centoquarantacinque pazienti sono stati arruolati in uno studio prospettico della durata di un anno di fase III. Di questi, 63 hanno proseguito per un estensione di altri 2 anni. Il carbonato di lantanio è stato somministrato con un dosaggio di mg/die per 156 settimane (3 anni), al fine di verificare l efficacia della riduzione della fosforemia. La fosforemia si è mantenuta sempre più bassa (p <0,05) rispetto ai valori basali durante i 3 anni di osservazione. I maggiori effetti indesiderati del carbonato di lantanio sono stati quelli gastrointestinali, come già osservato in precedenti studi, anche per gli altri chelanti.
30 Il carbonato di lantanio è più efficace di sevelamer carbonato. In questo studio, 31 volontari sani sono stati randomizzati a placebo, carbonato di lantanio (1 compressa da 1 g) o sevelamer carbonato (3 compresse da 800 mg). Il carbonato di lantanio ha ridotto l assorbimento netto di fosforo del 45% (156,0±14,2 mg), mentre sevelamer acetato del 21% (221,8±14,1 mg), (p <0,001). Il carbonato di lantanio ha chelato 135,1±12,3 mg di fosfato, mentre sevelamer acetato ha chelato 63,2±12,3 mg, con una differenza di 71,9 mg (IC al 95% 40,0-103,8; p <0,001). Per compressa, ciò equivale a 135 mg di fosforo chelato con carbonato di lantanio rispetto a 21 mg con sevelamer acetato.
31 In conclusione, ci sono almeno tre casi in cui occorrerebbe evitare la somministrazione di calcio come chelante del fosforo nei pazienti con malattia renale cronica. Innanzitutto nel paziente con malattia adinamica dell osso e/o diabetico e/o con calcificazioni vascolari.
32 In secondo luogo, nei soggetti in dialisi con infiammazione cronica che predispone allo sviluppo di aterosclerosi, con livelli ridotti di fetuina-a ed elevati livelli di PCR.
33 Infine, nei pazienti in terapia anticoagulante con warfarin, con ridotti livelli di proteine inibitrici le calcificazioni vascolari (MGP).
34 Il trattamento dell iperfosforemia nei pazienti con CKD non deve solo ridurre il rischio di CKD-MBD, ma anche la patologia cardiovascolare e la progressione della malattia renale. Non si conoscono ancora i livelli di fosforemia normali per i pazienti con CKD allo stadio 3-4. I chelanti del fosforo rappresentano la scelta terapeutica principale, quasi inevitabile nei pazienti in dialisi, mentre rimangono discutibili nei pazienti con CKD allo stadio 3-4. Oggi abbiamo a disposizione diversi chelanti del fosforo, ma l ottimizzazione del trattamento si basa su una personalizzazione della terapia, sulla base delle caratteristiche cliniche del singolo paziente.
35 35
CARBONATO DI LANTANIO ( )
CARBONATO DI LANTANIO (30-10-2007) Specialità: Foznol (Shire Spa) Forma Farmaceutica: 90cpr Dosaggio:1000mg Prezzo: 416.86 750mg 312.65 500mg Prezzo da banca dati Farmadati Ottobre 2007 ATC: V03AE03 Categoria
DettagliSCHEDA DI VALUTAZIONE PER L INSERIMENTO DI FARMACI NON PRESENTI NEL PTR
RICHIESTA DI INSERIMENTO IN PTR ATC V03AE03 (FOZNOL ) Presentata da : Commissione Terapeutica Provinciale di Cagliari In data febbraio 2008 Per le seguenti motivazioni : il carbonato di lantanio viene
DettagliIn questa diapositiva vengono riportate alcune informazioni circa il paziente oggetto del caso clinico. Si discuterà di un uomo di 77 anni, con
1 In questa diapositiva vengono riportate alcune informazioni circa il paziente oggetto del caso clinico. Si discuterà di un uomo di 77 anni, con malattia renale cronica in stadio CKD 5 n-d, che inizia
DettagliFrancesco è un uomo di 56 anni, obeso (PC 102 Kg, h 170 cm; BMI 35 kg/m 2 ). Francesco è così da quando si presenta per la prima volta in
1 Francesco è un uomo di 56 anni, obeso (PC 102 Kg, h 170 cm; BMI 35 kg/m 2 ). Francesco è così da quando si presenta per la prima volta in ambulatorio. È obeso e depresso per la pluripatologia che lo
DettagliSCHEDA DI VALUTAZIONE PER L INSERIMENTO DI FARMACI NON PRESENTI NEL PTR PARACALCITOLO
RICHIESTA DI INSERIMENTO IN PTR DI ATC A11CC07 (ZEMPLAR ) Presentata da Componente Commissione per il Prontuario Terapeutico Regionale In data Ottobre 2006 Per le seguenti motivazioni (sintesi): Il paracalcitolo
DettagliL incidenza e la prevalenza dell insufficienza renale cronica sono progressivamente
Introduzione L incidenza e la prevalenza dell insufficienza renale cronica sono progressivamente aumentate negli ultimi anni e le evidenze scientifiche suggeriscono che tale tendenza si potrà confermare
DettagliApparato endocrino. Controllo della calcemia. Effetti delle variazioni della concentrazione di calcio. 9.4 mg/100 ml Calcemia normale
Università degli Studi di Perugia Dipartimento di Medicina Sperimentale Sezione di Fisiologia e Biochimica Apparato endocrino Controllo della calcemia Effetti delle variazioni della concentrazione di calcio
DettagliDiagnosi e follow-up della Insufficienza Renale Cronica
Diagnosi e follow-up della Insufficienza Renale Cronica Poppi 20 Giugno 2015 Insufficienza renale cronica: danno renale che perdura da più di 3 mesi, GFR
DettagliNuove acquisizioni patogenetiche nell osteodistrofia renale.
Nuove acquisizioni patogenetiche nell osteodistrofia renale. Sequenza di eventi patogenetici (seconda metà anni 70 seconda metà anni 90) IRC deficit di attivazione ridotta escrezione della vitamina D di
DettagliModifica del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e del Foglio Illustrativo presentata dall'agenzia Europea per i Medicinali
Allegato II Modifica del Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e del Foglio Illustrativo presentata dall'agenzia Europea per i Medicinali Il Riassunto delle Caratteristiche del Prodotto e il foglio
DettagliOSTEOPATIE METABOLICHE: METABOLISMO DEL CALCIO E DEL FOSFORO-ORMONI ORMONI CALCIOTROPI-SCHELETRO www.fisiokinesiterapia.biz RIPARTIZIONE DEL CALCIO NELL ORGANISMO CALCIO MINERALIZZATO DELLE OSSA = 98%
DettagliConegliano: / / Piergianni Calzavara UOC di Nefrologia e Dialisi
Conegliano: 14-10-2015 / 28-10-2015 / 18-11-2015 Piergianni Calzavara UOC di Nefrologia e Dialisi Stadio MRC Descrizione VFG I Danno renale con VFG normale > 90 II Lieve 60-89 III Moderata 30-59 IV Severa
DettagliVITAMINA D o COLECALCIFEROLO
VITAMINA D o COLECALCIFEROLO Con il termine vitamina D si riferisce ad un gruppo di pro-ormoni liposolubili. Le principali forme di vitamina D sono rappresentate dalla Vitamina D 2 che deriva dall ergosterolo
DettagliGeni e loro polimorfismi coinvolti. COLIA1 Intr G-T. VDR BsmI (A-G introne 8) VDR Fok1 (ATG -ACG codon 1) VDR TaqI (T-C esone 9) CTR Pro463Leu
L'osteoporosi è una malattia dell apparato scheletrico, dovuta a perdita della massa ossea con una diversa configurazione della struttura dell osso che diviene più lassa e porta a una minore resistenza
DettagliPrincipali regolatori del metabolismo minerale
Calcio e Fosforo PTH Vitamine D Principali regolatori del metabolismo minerale 25(OH) vitamina D 3 (calcifediolo) 1,25(OH) 2 vitamina D 3 (calcitriolo) Calcitonina Calcium sensing receptor (CaSR) Fosfatonine
DettagliOsteoporosi Post Menopausale. Ruolo degli estrogeni ed attuali orientamenti di condotta clinica sul loro
Osteoporosi Post Menopausale Ruolo degli estrogeni ed attuali orientamenti di condotta clinica sul loro utilizzo. OSTEOPOROSI: DEFINIZIONE Affezione caratterizzata da riduzione della massa ossea E alterazione
DettagliMarco Amidone U.O. Nefrologia e Dialisi ASL 4 Chiavarese
2 edizione corso teorico-pratico Gestione del paziente nefropatico S.Salvatore Cogorno, 26 settembre 2015 Aspetti nutrizionali nel paziente nefropatico Marco Amidone U.O. Nefrologia e Dialisi ASL 4 Chiavarese
DettagliIl ruolo del personale paramedico nei centri di dialisi
Il ruolo del personale paramedico nei centri di dialisi Mantieni il tuo organismo in equilibrio Programma educazionale per un ottimale controllo del fosforo Indice Prefazione 5 Introduzione 7 Insufficienza
DettagliRegolazione endocrina della crescita
Regolazione endocrina della crescita Determinazione genica Dieta adeguata Assenza di malattie croniche e condizioni ambientali stressanti (che inducono rilascio di cortisolo attività catabolica) Livelli
DettagliINSUFFICIENZA RENALE CRONICA
INSUFFICIENZA RENALE CRONICA Insufficienza Renale Cronica (IRC) e Malattia Renale Cronica (MRC) IRC: Condizione patologica caratterizzata dalla perdita irreversibile della funzione renale che richiede
DettagliCommissione Regionale Farmaco LAPATINIB
Commissione Regionale Farmaco (D.G.R. 1540/2006 e D.G.R. 490 dell 11 aprile 2011) Documento relativo a: LAPATINIB Settembre 2011 Indicazioni registrate Lapatinib Il lapatinib ha ricevuto la seguente estensione
DettagliAllegato III Modifiche al riassunto delle caratteristiche del prodotto e al foglio illustrativo
Allegato III Modifiche al riassunto delle caratteristiche del prodotto e al foglio illustrativo Nota: le modifiche di questo riassunto delle caratteristiche del prodotto e del foglio illustrativo sono
DettagliGeriatric Crossroads: Osteoporosi e Patologia Cardiovascolare
Geriatric Crossroads: Osteoporosi e Patologia Cardiovascolare Le associazioni epidemiologiche Claudio Pedone Università Campus Biomedico di Roma LIX Congresso Nazionale Società Italiana di Gerontologia
DettagliEFFICACIA DI DULOXETINA E PREGABALIN NELLA TERAPIA A BREVE TERMINE DELLA NEUROPATIA DIABETICA
EFFICACIA DI DULOXETINA E PREGABALIN NELLA TERAPIA A BREVE TERMINE DELLA NEUROPATIA DIABETICA In Italia sono attualmente approvati per il trattamento del DPNP soltanto tre farmaci; tra questi i due più
DettagliAlimentazione nel paziente trapiantato
Alimentazione nel paziente trapiantato Alterazioni metaboliche e nutrizionali Adamasco Cupisti Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale Università di Pisa Problematiche Nutrizionali nel trapiantato
DettagliLA DIAGNOSTICA NEL PAZIENTE DIALIZZATO
LA DIAGNOSTICA NEL PAZIENTE DIALIZZATO L ACCESSO VASCOLARE NEL PAZIENTE EMODIALIZZATO IL CATETERE PERITONEALE NEL PAZIENTE IN DIALISI PERITONEALE L ACCESSO VASCOLARE NEL PAZIENTE EMODIALIZZATO L ACCESSO
DettagliINSUFFICIENZA RENALE CRONICA. Pogressivo deficit quantitativo della massa nefronica funzionante, indipendentemente dalle cause che lo hanno indotto.
INSUFFICIENZA RENALE CRONICA Complessa condizione clinico-metabolica che consegue alla progressiva perdita dei nefroni. Pogressivo deficit quantitativo della massa nefronica funzionante, indipendentemente
DettagliIl paziente con problema renale: non solo Insufficienza Renale Cronica ma Malattia Renale Cronica
Il paziente con problema renale: non solo Insufficienza Renale Cronica ma Malattia Renale Cronica I miei riferimenti per questa relazione: le linee-guida nazionali e internazionali Clinical Practice Guidelines
DettagliINSUFFICIENZA RENALE CRONICA ASPETTI ASSICURATIVI
Associazione Italiana di Medicina dell Assicurazione Vita, Malattia e Danni alla Persona Milano 6 ottobre 2015 GIORNATA DI FORMAZIONE SULL ASSUNZIONE DEL RISCHIO E LA GESTIONE DEI SINISTRI INSUFFICIENZA
DettagliRegolazione endocrina della crescita
Regolazione endocrina della crescita Determinazione genica Dieta adeguata Assenza di malattie croniche e condizioni ambientali stressanti (che inducono rilascio di cortisolo attività catabolica) Livelli
DettagliIl paziente con problema renale: non solo Insufficienza Renale Cronica ma Malattia Renale Cronica
Il paziente con problema renale: non solo Insufficienza Renale Cronica ma Malattia Renale Cronica Clinical Practice Guidelines for Chronic Kidney Disease Chronic kidney disease: NICE guideline LINEA GUIDA
DettagliPossibile ruolo delle MSC nelle calcificazioni vascolari nel contesto di insufficienza renale cronica
ALMA MATER STUDIORUM University of Bologna PhD School in Surgical Sciences Possibile ruolo delle MSC nelle calcificazioni vascolari nel contesto di insufficienza renale cronica Luca Zazzeroni PhD student
DettagliNOTA INFORMATIVA IMPORTANTE CONCORDATA CON L AGENZIA EUROPEA DEI MEDICINALI (EMA) E L AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO (AIFA)
NOTA INFORMATIVA IMPORTANTE CONCORDATA CON L AGENZIA EUROPEA DEI MEDICINALI (EMA) E L AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO (AIFA) Agosto 2012 Comunicazione diretta agli operatori sanitari sull associazione tra
DettagliSchema dello studio clinico di Fase 2b
Sommario dei risultati dello studio clinico di Fase 2b di Ataluren presentato in occasione dell American Academy of Neurology Meeting il 16 Aprile 2010 Toronto, 16 Aprile 2010 - Un nuovo farmaco sperimentale
DettagliIL FABBISOGNO DEL FERRO E LA DONNA ROSA ARIVIELLO CLINICA RUESCH NAPOLI
IL FABBISOGNO DEL FERRO E LA DONNA ROSA ARIVIELLO CLINICA RUESCH NAPOLI CARATTERISTICHE Il Ferro è un metallo essenziale per l organismo ed ha un ruolo chiave in numerosi processi biochimici, quali il
DettagliConduzione della terapia insulinica nel paziente con insufficienza renale
Conduzione della terapia insulinica nel paziente con insufficienza renale Olga Eugenia Disoteo SSD Diabetologia A.O. Ospedale Niguarda Milano Cuneo, 25 gennaio 2014 Diabete Mellito e IRC Alterazioni del
DettagliIl governo clinico dei pazienti con MRC: Progetto R.I.S. A. Zamboni
Il governo clinico dei pazienti con MRC: Progetto R.I.S. A. Zamboni Agenda Il progetto Nazionale Il percorso diagnostico terapeutico Il ruolo del MMG I primi risultati del self-audit I benefici del progetto
DettagliTERAPIA DELL IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO NEL PAZIENTE IN DIALISI
Gi o r n a l e Ita l i a n o d i Ne f r o l o g i a / An n o 26 S-49, 2009 / pp. S36-S48 TERAPIA DELL IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO NEL PAZIENTE IN DIALISI M. Di Luca U.O. Nefrologia e Dialisi, Azienda
DettagliCalcio Vitamina D 3 Fosfosforo Vitamina K
Università di Roma Tor Vergata Scienze della Nutrizione umana Biochimica della nutrizione Prof.ssa Luciana Avigliano A.A. 2009-2010 Calcio Vitamina D 3 Fosfosforo Vitamina K FOSFORO Quantità corporea totale
DettagliL ipercolesterolemia familiare
L ipercolesterolemia familiare In alcuni soggetti l aumentata concentrazione di colesterolo nel sangue è causata da un difetto ereditario genetico noto come ipercolesterolemia familiare (Familial Hypercholesterolemia,
DettagliApproccio Terapeutico all iperglicemia a digiuno e postprandiale. Irene Brandolin S.C. Medicina Interna E.O. Ospedali Galliera Savona, 23 Marzo 2013
Approccio Terapeutico all iperglicemia a digiuno e postprandiale Irene Brandolin S.C. Medicina Interna E.O. Ospedali Galliera Savona, 23 Marzo 2013 La triade glicemica nella gestione del diabete Glicemia
DettagliGestione del Paziente Leishmaniotico Proteinurico
Gestione del Paziente Leishmaniotico Proteinurico 1 1. Patogenesi del danno renale Deposizione intraglomerulare di IC attivazione della via classica complemento solubilizzazione IC Infiammazione glomerulare
DettagliLe alterazioni della fosforemia costituiscono un elemento cardine della sindrome CKD-MBD (chronic kidney disease and mineral bone disorder), insieme
1 Le alterazioni della fosforemia costituiscono un elemento cardine della sindrome CKD-MBD (chronic kidney disease and mineral bone disorder), insieme alla disregolazione del metabolismo del calcio, della
DettagliDialogo sui Farmaci n. 1/2008 Prescrivere News NUONE ENTITÀ TERAPEUTICHE - IN TERRITORIO
LANTANIO CARBONATO 1 Incazioni Agente legante del fosfato da impiegarsi nel controllo dell iperfosfatemia in pazienti affetti da insufficienza renale cronica emoalizzati o in alisi peritoneale ambulatoriale
Dettagli6. Regolazione della Calcemia Paratormone, Calcitonina, Vitamina D3
6. Regolazione della Calcemia Paratormone, Calcitonina, Vitamina D3 IL CALCIO NELL ORGANISMO 99% (2.5% p.c.) SCHELETRO e denti (funzioni meccaniche) Idrossiapatite 85% Carbonato di Ca 15% Ca PLASMATICO
DettagliLe inter viste INN-possibili: CKD-MBD
42 Anno XXII n. 1 Wichtig Editore 2010 Le inter viste INN-possibili: CKD-MBD La rubrica Le Interviste INN-possibili per tutto il 2010 sarà incentrata su un argomento che tira molto la CKD-MBD. Alcuni tra
DettagliWe are Cavemen. Vitamin D Inadequacy is Common Worldwide. Overall, 64% had serum 25(OH)D < 30 ng/ml
Vitamin D Inadequacy is Common Worldwide A convenience sample of 2,589 postmenopausal women with osteoporosis 18 countries from 64 N to 38 S latitude Laura Tafaro U.O. Geriatria Il trattamento del deficit
DettagliINSUFFICIENZA RENALE ACUTA. Classificazione. Prerenale. Post-renale. Renale
INSUFFICIENZA RENALE ACUTA Improvvisa e grave compromissione di funzionalità renale Accumulo acuto di liquidi e sostanze tossiche nel sangue Sovraccarico acuto e uremia Classificazione 1) Prerenale :una
Dettagli1. L INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC)
1. L INSUFFICIENZA RENALE CRONICA (IRC) L insufficienza renale cronica (IRC) è caratterizzata dalla perdita progressiva ed irreversibile della funzione renale in conseguenza della riduzione di tessuto
DettagliRegolazione Ormonale del Metabolismo del Calcio e del Fosfato. Carbone et al. Cap.25 o Berne & Levy cap. 44
Regolazione Ormonale del Metabolismo del Calcio e del Fosfato Carbone et al. Cap.25 o Berne & Levy cap. 44 Il calcio è un elemento fondamentale nell organismo a livello intracellulare 2 messaggero 5x10-8
DettagliRegolazione Ormonale del Metabolismo del Calcio e del Fosfato. Carbone et al. Cap.25 o Berne & Levy cap. 44
Regolazione Ormonale del Metabolismo del Calcio e del Fosfato Carbone et al. Cap.25 o Berne & Levy cap. 44 Il calcio è un elemento fondamentale nell organismo a livello intracellulare 2 messaggero 5x10-8
DettagliGruppo di lavoro per l appropriatezza prescrittiva ospedale/territorio Documento finale - giugno 2014
Gruppo di lavoro per l appropriatezza prescrittiva ospedale/territorio Documento finale - giugno 2014 Prescrizione di farmaci Classe C10AA (inibitori della HMG CoA reduttasi) L indicazione regionale è
DettagliA.S.L. TO2 Azienda Sanitaria Locale Torino
A.S.L. TO2 Azienda Sanitaria Locale Torino Strutturare un ambulatorio per pazienti nefropatici in trattamento con dieta ipoproteica 0,3 g/kg/die + cheto analoghi Descrizione di un esperienza in corso Il
DettagliINTERAZIONI FARMACOLOGICHE
INTERAZIONI FARMACOLOGICHE Università degli studi di Cagliari Facoltà di Medicina e Chirurgia Dipartimento di Neuroscienze B. B. Brodie Sezione Farmacologia Clinica Prof.ssa Maria Del Zompo INTERAZIONI
DettagliLa terapia medica del dolore nelle metastasi ossee
La terapia medica del dolore nelle metastasi ossee Leonardo Trentin SC Terapia del Dolore e Cure Palliative Istituto Oncologico Veneto(I.R.C.C.S.) Padova Metastasi ossee: sono la causa più frequente di
DettagliRuolo della vitamina D nelle patologie osteoarticolari
Ruolo della vitamina D nelle patologie osteoarticolari Leo Massari Tatiana Tommasin Mattia Andreotti CASE REPORT PZ DI 56 ANNI, SESSO F CADUTA ACCIDENTALE AL DOMICILIO, RIFERENDO TRAUMA CONTUSIVO DI LIEVE
DettagliCALCIO, VITAMINA D ED ESTRATTO DI BAMBÙ PER IL TROFISMO DELLE OSSA.
CALCIO, VITAMINA D ED ESTRATTO DI BAMBÙ PER IL TROFISMO DELLE OSSA. CALCIO: il minerale delle ossa Il 99% del calcio presente nell organismo si trova nel tessuto osseo, mentre il restante 1% circola nel
DettagliRICERCA E SVILUPPO DI NUOVI FARMACI
RICERCA E SVILUPPO DI NUOVI FARMACI In passato le scoperte dei farmaci erano occasionali. Si trattava di sostanze di derivazione vegetale o animale STRATEGIE DI RICERCA: Quali sono i fattori che influenzano
DettagliAnemia Infiammatoria (Sideroacrestica o delle malattie croniche) Luciano Masini. Maria Brini
Anemia Infiammatoria (Sideroacrestica o delle malattie croniche) Luciano Masini Ematologia ASMN/IRCCS Reggio Emilia Maria Brini Ordine dei Medici Reggio emilia 14/03/2012 Scuola Formazione Medicina Generale
DettagliLe alterazioni del metabolismo calcio-fosforo nei pazienti in dialisi: il contributo dello Studio DOPPS. Il punto di vista del Medico
36 Studi DOPPS Le alterazioni del metabolismo calcio-fosforo nei pazienti in dialisi: il contributo dello Studio DOPPS. Il punto di vista del Medico M. Limardo, G. Pontoriero Divisione di Nefrologia, Dialisi
DettagliMEDICO DI MEDICINA GENERALE COADIUVA IL NEFROLOG IL PROGETTO PIRP Dott.ssa Giorgia Russo U.O. di Nefrologia AZ. OSP. Universitaria FERRARA
MEDICO DI MEDICINA GENERALE COADIUVA IL NEFROLOG IL PROGETTO PIRP Dott.ssa Giorgia Russo U.O. di Nefrologia AZ. OSP. Universitaria FERRARA MALATTIA RENALE CRONICA TERAZIONE MORFOLOGICA/STRUTTURALE DEL
DettagliPREVENZIONE E TRATTAMENTO DELL IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO NEL PAZIENTE CON MALATTIA RENALE CRONICA ALLO STADIO 3-5 NON IN DIALISI
Gi o r n a l e Ita l i a n o d i Ne f r o l o g i a / An n o 26 S-49, 2009 / pp. S30-S35 PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELL IPERPARATIROIDISMO SECONDARIO NEL PAZIENTE CON MALATTIA RENALE CRONICA ALLO STADIO
DettagliIl trilemma di Ezetimibe
1. Il quesito 4. le risposte I casi clinici 2. i PICO 3. la ricerca bibliografica I CASI CLINICI: Il caso di Maria Grazia (1) Il caso di Gianfranco (2) Il caso di Orietta (3) IL CASO DI MARIA GRAZIA (1):
DettagliMarker genetici di ridotta densità ossea nei pazienti affetti da fibrosi cistica
Genetica Marker genetici di ridotta densità ossea nei pazienti affetti da fibrosi cistica Aleksandra Norek, PhD Assistente Dipartimento di Genetica Medica Istituto Materno e Infantile Varsavia, Polonia
DettagliArsenicum album. Neurotossicità centrale
Arsenicum album Neurotossicità centrale Metalli tossici neuropatia periferica, principalmente sensitiva per arsenico e interamente motoria per il piombo; organofosfati e tallio una forma mista; encefalopatia,
DettagliGESTIONE NUTRIZIONALE DELLE UROLITIASI DEL GATTO Dott.ssa Miljana Glazar Libero professionista
GESTIONE NUTRIZIONALE DELLE UROLITIASI DEL GATTO Dott.ssa Miljana Glazar Libero professionista UROLITIASI Concrezioni macroscopiche o calcoli presenti nelle vie urinarie LOCALIZZAZIONE: Bacinetto renale
DettagliRischio Cardiovascolare. Dr.ssa Gabriella Masciocco Cardiologia II Dip. Cardiologico De Gasperis Ospedale Niguarda Ca Granda (Milano)
Rischio Cardiovascolare Dr.ssa Gabriella Masciocco Cardiologia II Dip. Cardiologico De Gasperis Ospedale Niguarda Ca Granda (Milano) Introduzione Le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte
DettagliUova, colesterolo e grassi saturi. La rivalsa. Wanda Rizza
Uova, colesterolo e grassi saturi. La rivalsa. Wanda Rizza Uova, colesterolo e grassi saturi. La rivalsa. Identikit del colesterolo. Colesterolo, alimentazione e malattie cardiovascolari. Grassi saturi:
DettagliI farmaci per la prevenzione ed il trattamento. associate alla Malattia Renale Cronica (MRC)
Linee guida terapeutiche /9 I farmaci per la prevenzione ed il trattamento delle alterazioni biochimiche e del metabolismo minerale e osseo associate alla Malattia Renale Cronica (MRC) nell adulto SINTESI
DettagliCalcio 2.Vitamina D Fosfosforo Vitamina K
Università di Roma Tor Vergata Scienze della Nutrizione umana Biochimica della nutrizione Prof.ssa Luciana Avigliano A.A. 2009-2010 Calcio 2.Vitamina D Fosfosforo Vitamina K VITAMINA D FONTI dieta: necessita
DettagliQuali sono le novità nella terapia ormonale sostitutiva nell insufficienza delle ghiandole surrenaliche?
ANDREA GIUSTINA Direttore Cattedra Endocrinologia Università degli Studi di Brescia Quali sono le novità nella terapia ormonale sostitutiva nell insufficienza delle ghiandole surrenaliche? Come da determinazione
DettagliLinee guida terapeutiche /9
Linee guida terapeutiche /9 I farmaci per la prevenzione ed il trattamento delle alterazioni biochimiche e del metabolismo minerale e osseo associate alla Malattia Renale Cronica (MRC) nell adulto Aggiornamento
DettagliIRON DEFICENCY. Luciano Arcari - ROMA. Roma, 23 settembre 2017
IRON DEFICENCY L importanza della correzione del deficit di ferro: esperienza nella gestione ambulatoriale del paziente con insufficienza cardiaca cronica Roma, 23 settembre 2017 Luciano Arcari - ROMA
DettagliVITAMINA D E DENSITÀ MINERALE OSSEA IN PAZIENTI PEDIATRICI CON MALATTIA INFIAMMATORIA CRONICA INTESTINALE (MICI)
Università degli studi di Parma Dipartimento Materno-Infantile U.O.C di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva Scuola di Specializzazione in Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva Direttore: Prof
DettagliINSUFFICIENZA RENALE CRONICA
Gruppo di Ricerca Geriatrica Journal Club 2 dicembre 2005 INSUFFICIENZA RENALE CRONICA Alessandra Marrè FISIOLOGIA DEL RENE Il flusso ematico renale si riduce da 1200 ml/min a 30-40 anni a 600 ml/min a
DettagliApprofondimenti scientifici
Approfondimenti scientifici 2 J. Studi comparativi di farmacocinetica e sicurezza di capsule orali e compresse orodispersibili di lansoprazolo in soggetti sani W. FRESTON Aliment Pharmacol Ther 2003; 17:
DettagliPaolo Francesconi Osservatorio di Epidemiologia
Malattia Renale Cronica: Epidemiologia e Impatto Malattia renale cronica filtrato glomerulare e rischio cardiovascolare Paolo Francesconi Osservatorio di Epidemiologia paolo.francesconi@ars.toscana.it
DettagliIL TRATTAMENTO DI UNA LESIONE CRONICA CUTANEA E MULTIDISCIPLINARE E RICHEDE LA COLLABORAZIONE DI NUMEROSI
TERAPIA GENERALE IL TRATTAMENTO DI UNA LESIONE CRONICA CUTANEA E MULTIDISCIPLINARE E RICHEDE LA COLLABORAZIONE DI NUMEROSI SPECIALISTI, DEL PERSONALE INFERMIERISTICO, DEL PAZIENTE E/O DEL NUCLEO FAMILIARE
DettagliAPPROCCIO DIETETICO NEL PAZIENTE CON INSUFFICIENZA RENALE CRONICA. Dott.ssa Maria Paola Rescio Università Campus Bio Medico di Roma
APPROCCIO DIETETICO NEL PAZIENTE CON INSUFFICIENZA RENALE CRONICA Dott.ssa Maria Paola Rescio Università Campus Bio Medico di Roma L INSUFFICIENZA RENALE CRONICA sindrome a genesi multipla: decorso cronico
DettagliVADEMECUM PER MISURA DELLA VITAMINA D (25-idrossivitamina D e 1,25-diidrossivitamina D)
DAI Diagnostica di Laboratorio - Laboratorio Generale - Direttore Dr. Gianni Messeri Gentile Collega, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un incremento delle richieste di dosaggio di vitamina D (25-
DettagliSistema endocrino 6. Metabolismo del calcio e del fosfato, ormone paratiroideo, calcitonina, vitamina D
Sistema endocrino 6. Metabolismo del calcio e del fosfato, ormone paratiroideo, calcitonina, vitamina D Prof. Carlo Capelli Fisiologia Generale e dell Esercizio Facoltà di Scienze Motorie, Università di
DettagliFosforo 850 g totali 85% del totale nello scheletro 14% tessuti molli 1% fluidi extracellulari
Fosforo 850 g totali 85% del totale nello scheletro 14% tessuti molli 1% fluidi extracellulari Siero 70% organico (fosfolipidi delle lipoproteine) 30% inorganico 0.97-1.45 mm nel siero Intracellulare 5-20
DettagliRegolazione endocrina della calcemia
Regolazione endocrina della calcemia Alcune delle azioni fisiologiche del calcio E necessario per il mantenimento della normale permeabilità al sodio delle cellule nervose. E coinvolto nel processo di
DettagliStudio SENIORS Trial sull effetto di nebivololo su mortalità e ospedalizzazioni per malattie cardiovascolari in pazienti anziani con insufficienza
Trial sull effetto di nebivololo su mortalità e ospedalizzazioni per malattie cardiovascolari in pazienti anziani con insufficienza cardiaca (1) Introduzione (1) Età media dei pazienti con insufficienza
DettagliL insufficienza renale cronica mild to moderate e la gravidanza La gravidanza nelle donne con malattia renale cronica con GFR>30 ml/min
L insufficienza renale cronica mild to moderate e la gravidanza La gravidanza nelle donne con malattia renale cronica con GFR>30 ml/min Monica Limardo Divisione di Nefrologia e Dialisi Ospedale A. Manzoni
DettagliCapitolo 5. La prevenzione cardiovascolare e la nota 13 Prof. Mauro Borzi
Capitolo 5 La prevenzione cardiovascolare e la nota 13 Prof. Mauro Borzi Metodologia per la misurazione dei fattori di rischio Maschio/Femmina 25 Pressione arteriosa sistolica Abitudine
DettagliLa gestione dell iperparatiroidismo secondario nella malattia renale cronica allo stadio 3 e 4
Wichtig Editore 2009 Anno XXI n. 1 37 La gestione dell iperparatiroidismo secondario nella malattia renale cronica allo stadio 3 e 4 M. Cozzolino, L. Olivi, S. Pasho, G. Fallabrino, E. Volpi, P. Ciceri
DettagliPatologia renale nel Mieloma ( Rene da Mieloma )
www.fisiokinesiterapia.biz Patologia renale nel Mieloma ( Rene da Mieloma ) Patologia Renale nel Mieloma Condizione in cui la presenza di catene leggere di immunoglobuline monoclonali porta ad insufficienza
DettagliIL PESO SECCO DEL PAZIENTE IN DIALISI VALUTAZIONE INFERMIERISTICA
IL PESO SECCO DEL PAZIENTE IN DIALISI VALUTAZIONE INFERMIERISTICA Report 2003-2009 Frequenza dei Pazienti Prevalenti per Fasce di Età Età 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 0-15 anni 0,5 0,5 0,4 0,3 0,2
DettagliLA TERAPIA MEDICA DELLA OSTEOPOROSI: CALCIO E VITAMINA D
LA TERAPIA MEDICA DELLA OSTEOPOROSI: CALCIO E VITAMINA D DR. R. GIANNATTASIO D M I LIVELLO UO MEDICINA NUCLEARE E CMM PSI ELENA D AOSTA ASL NA1 CENTRO II FORUM AGGIORNAMENTO IN TEMA DI TERAPIA DELLE MALATTIE
DettagliL OSTEOPOROSI Il Paziente con fratture G.C. Isaia
L OSTEOPOROSI Il Paziente con fratture G.C. Isaia AOU CITTA DELLA SALUTE E DELLA SCIENZA DI TORINO S.C. GERIATRIA E MALATTIE METABOLICHE DELL OSSO Centro di Riferimento Regionale per le Malattie Metaboliche
Dettagliwww.fisiokinesiterapia.biz LA TERAPIA DELL ARTRITE REUMATOIDE Concetti introduttivi e nuove terapie farmacologiche MODELLO EVOLUTIVO AR A- Popolazione generale + Fattori di rischio B- Poliartrite infiammatoria
DettagliStudio di popolazione su pazienti con insufficienza renale cronica nell ASP di Caserta: quali criticità legate alle terapie farmacologiche?
Roma Istituto Superiore di Sanità, 10/12/2012 XXI Seminario Nazionale di Farmacoepidemiologia La valutazione dell uso e della sicurezza dei farmaci: esperienze in Italia Studio di popolazione su pazienti
DettagliPercorso assistenziale nel paziente diabetico con insufficienza renale: ruolo del diabetologo e del nefrologo
Percorso assistenziale nel paziente diabetico con insufficienza renale: ruolo del diabetologo e del nefrologo UO DI DIABETOLOGIA UO DI NEFROLOGIA AZIENDA USL DI PIACENZA 1 PERCORSO DIAGNOSTICO TERAPEUTICO-
DettagliCONTRAST-INDUCED NEPHROPATHY (CIN)
CONTRAST-INDUCED NEPHROPATHY (CIN) CIN Attualmente la definizione a cui si fa riferimento è quella fornita dalla Società Europea di Radiologia Urogenitale (ESUR), secondo cui la nefropatia indotta da MdC
DettagliANEMIE : slidetube.it
ANEMIE : Condizioni in cui il numero dei GR o il contenuto di Hb diminuiscono a causa di perdita ematica, eritropoiesi insufficiente, emolisi eccessiva o una combinazione di queste modificazioni. Una difettosa
DettagliPerché è importante la dieta nel bambino con insufficienza renale? Prevenzione della malnutrizione. Alberto Edefonti,
Perché è importante la dieta nel bambino con insufficienza renale? Prevenzione della malnutrizione Alberto Edefonti, Giada Albertario, Michela Perrone UOC Nefrologia e Dialisi Pediatrica Milano EXPO, 19
DettagliRiduzione del colesterolo con simvastatina in pazienti ad alto rischio: risultati definitivi dello studio HPS
Clinoscopio Heart Protection Study Collaborative Group. MRC/BHF Heart Protection Study of cholesterol lowering with simvastatin in 20.536 high-risk individuals: a randomised placebocontrolled trial. Lancet
Dettagli